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Autore: Vanilla_91    18/10/2015    7 recensioni
Anno 1066
La lotta tra Sassoni e Normanni devasta l’Inghilterra, distrugge milioni di vite e demolisce ogni speranza.
Lady Kagome di Beaucastle è in fuga da un passato terribile che ancora minaccia di inghiottirla, ma il destino la farà finire proprio tra le mani del suo nemico.
Tra bugie da smascherare, false accuse, tradimenti, giochi di potere, gelosie, intrighi e congiure, una forte passione e un passato difficile uniranno i protagonisti, ma nell'ombra c'è chi già trama per spezzare questo fragile rapporto.
Dal testo:
"Quell'angelo bruno era la donna che avrebbe dovuto combattere e sottomettere."
[..]
- Potrete sottomettere tutti al vostro volere, ma ci sono due cose che non potrete mai domare: i sogni e la libertà. -
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Koga, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il cielo era terso e questo le permetteva di ammirare bene le stelle che tanto le piacevano.
La primavera era quasi giunta, ma la notte la temperatura restava rigida.
Il gelo che le pungeva la pelle e la faceva rabbrividire, le permetteva di sentirsi viva, come non accadeva da tanto.
L'aria vibrava, c'era qualcosa di intenso, forte e frizzante nell'atmosfera.
Lo spirito che per molto, in lei, era stato sopito si stava risvegliando.
Era una sensazione che la elettrizzava, ma al contempo la spaventava.
Cosa aveva portato quei sentimenti? Cosa stava sciogliendo il gelo che da tanti anni si portava dentro?
Conosceva le risposte a quegli interrogativi, ma non sapeva come comportarsi al riguardo.
L'ultimo mese trascorso al maniero era stato diverso.

I giorni avevano preso a scivolare tranquilli e ritmici.
Le mura di cinta erano state riparate e la pietra estratta dalla cava, per rinforzarle e innalzarle, avrebbe permesso anche
di sanare la piccola cappella tanto cara a Kagome.
Il signore e la signora del maniero svolgevano i loro compiti in armonia, con giustizia e l'apparente cessazione di ogni ostilità sembrava aver giovato a tutti.
Beaucastle stava rinascendo e l'atmosfera tranquilla e rilassata aveva coinvolto anche lei.
-Sango, siete in anticipo.-
Miroku affiancò la nobildonna, regalandole un genuino sorriso.
Era diventato uno strano rito, il loro, una consuetudine che faceva mormorare le serve più pettegole e indiscrete.
- Le ultime notti sono state piovose e osservare le stelle è stato impossibile. Guardate che spettacolo il cielo di stasera, invece.- sussurrò, sollevando il volto verso la volta celeste.
Il normanno mormorò un cenno d'assenso, ma non allontanò lo sguardo dalla figura della nobildonna.
I loro incontri notturni erano puramente innocenti, eppure lui era soddisfatto.
Non che non la bramasse, ma soffocava il desiderio, pur di starle accanto. Sapeva che farla sua non gli sarebbe bastato.
Erano soliti attendere l'alba parlando di tutto, delle loro patrie e delle loro usanze, ma si rese conto di conoscere poco di lei.
Voleva saperne di più su quella dama, non per favorire InuYasha, ma per una sete e un bisogno di conoscenza personale.
Aspirava a conoscere il motivo della sofferenza che adombrava quegli occhi tanto profondi.
Voleva vederla felice e spensierata.
Da quella notte, aveva deciso, il suo piano di conquista avrebbe avuto realmente inizio.
-Ditemi qualcosa, Sango.- le chiese, gentilmente.
-Di cosa vorreste discorrere stanotte?- gli domandò, sedendosi sull'erba fredda e attendendo che lui facesse lo stesso.
Miroku si chinò, incatenando gli occhi della sassone ai propri.
-Parlatemi di voi.-
La vide irrigidirsi, ma non si arrese.
- Non ho molto da dirvi.-
-Ascolterò ciò che avrete voglia di raccontarmi, non pretenderò altro.- la incoraggiò.
Il silenzio, carico di attesa, scivolò su di loro, interrotto solo dal canto di qualche animale notturno.
Sango lo fissò, indecisa.
Sapeva che il suo cambiamento era in gran parte dovuto al gentile normanno.
Escluso Koga, Miroku era il primo uomo a cui permetteva di avvicinarsi tanto.
Quegli occhi vispi e sinceri la mettevano a proprio agio, la sua mente scaltra, veloce e priva di pregiudizi l'affascinava.
Miroku si era guadagnato il suo rispetto e, anche se non era pronta ad aprirsi a certi sentimenti, non poteva ignorare il tenero languore che la colpiva allo stomaco quando erano vicini.
Se davvero desiderava smettere di aver paura, quello era un piccolo passo da compiere.
Prese un bel respiro prima di parlare.
-Vi assicuro che non c'è molto da dire. Mio padre era un Horvold, una delle tante famiglie nobili inglesi. Era uno dei vassalli del precedente signore di Beaucastle.
Ho un fratello che ha ereditato le terre di mio padre, ma non è interessato ad amministrarle. Ha preso moglie, ma passa i suoi giorni per mare.-
-Come siete finita a Beaucastle?-
-Non c'è molta differenza d'età tra me e Kagome. È usanza comune che figlie e figli cadetti vengano mandati presso altre famiglie al fine di essere educati a specifiche mansioni.
Mia madre è morta pochi mesi dopo avermi data alla luce, per le fatiche del parto dalle quali non si è mai completamente ripresa. Mio padre non si è mai risposato, ma aveva grandi progetti per i propri eredi. Sperava che io diventassi una delle dame di compagnia di lady Kagome e mi sono impegnata molto per soddisfare le sue aspettative.
Desideravo la sua approvazione.- confessò
-E' stato un buon padre?- le domandò Miroku.
La nobildonna scrollò delicatamente le spalle.
-Era un uomo ambizioso. Desiderava elevare la propria posizione sociale e il suo continuo affannarsi alla ricerca del potere non gli permetteva di concentrarsi su altro. Esigeva che tutto fosse fatto come lui voleva. In caso contrario, non esitava a sporcarsi le mani per porre rimedio.Ho passato qui a Beaucastle, con Kagome, gran parte della mia vita e questo non mi ha permesso di conoscerlo bene.-
- Non mi sembrate molto dispiaciuta per ciò..-
-Per molti signori le figlie sono una proprietà scomoda, una risorsa da utilizzare per un'alleanza, ma nulla di più. Mio padre condivideva questa idea..questo sono riuscita a capirlo facilmente durante le sue brevi e sporadiche visite.-
Miroku capì di starsi addentrando in un sentiero spinoso, quando la vide agitarsi.
Era forse legato a suo padre il mistero che la riguardava?
-È insolito che voi viviate qui, signora. Non dovreste essere ospite in casa di vostro fratello e di vostra cognata come è usanza?-
-Per me, mio fratello non esiste più. Lui stesso sembra aver scordato la mia esistenza e la cosa non può che compiacermi.-
-Eppure siete nobile, Milady. È strano che una fanciulla della vostra bellezza e della vostra età non sia sposata.-
Sango gli regalò un sorriso carico di tristezza, che lo spiazzò.
- Sono vedova, milord. Mio marito è morto da lungo tempo..ma su questo, vi prego, non fatemi domande.- mormorò.
Si era spinta oltre, ne era consapevole.
Sentiva gli occhi pizzicare come ogni volta che ripensava a quei brevi giorni felici e a quella dannata notte.
Si sollevò, decisa a rientrare. Voleva restare sola..sola col proprio dolore.
-Vi auguro una buona giornata,sir.- sussurrò, con voce tremula, pronta a congedarsi.
In un gesto veloce ed istintivo, Miroku le afferrò delicatamente un polso, deciso a trattenerla.
La nobildonna si voltò a fissarlo, confusa e sorpresa da quel gesto.
Il normanno non l'aveva mai toccata..nessun uomo l'aveva più fatto.
- Vi ringrazio per esservi aperta con me. Desidero davvero sapere tutto di voi, mia dolce Sango.-
Le sue labbra, per un fugace istante, si posarono sulla piccola e tremante mano della nobildonna.
Sango la ritirò velocemente, arrossendo.
Fuggì via, sparendo nel buio della notte.

 

Nel segreto della propria camera da letto, al riparo da quei profondi occhi scrutatori, si concesse di ripensare a quanto appena accaduto.
Ravvivò il fuoco quasi spento e portò una mano a coprire il cuore che ancora batteva impazzito.
Quello di Miroku era stato un gesto galante, innocente e la sua bocca aveva appena sfiorato la pelle della donna..eppure quel tenero tocco a lei era sembrato fuoco vivo e puro.
Quella notte, a tormentarla non furono solo i ricordi del passato..


 

La giornata era scivolata tranquilla. Le ultime settimane erano praticamente volate.
Per quanto l'infastidisse ammetterlo, Beaucastle aveva risentito della mancanza di un signore.
Lei aveva cercato di fare del suo meglio dopo la morte di Hojo, ma il suo precedente marito aveva completamente ignorato i propri compiti, finendo col danneggiare il maniero.
InuYasha, dal canto, si era dimostrato molto abile laddove il suo predecessore aveva fallito.
Aveva ordinato il rinforzo delle mura, l'allargamento del fossato che circondava il maniero e la manutenzione del ponte levatoio.
Aveva assegnato incarichi e responsabilità a chi l'aveva meritato e rimosso chi aveva abusato della situazione di mancato controllo.
Aveva convinto il mugnaio ormai troppo anziano a prendere due assistenti e sua moglie ad occuparsi dell'istruzione delle nuove sguattere, piuttosto che del faticoso lavoro delle cucine.
Amministrava la giustizia in modo severo, ma equo.
Era innegabile ammettere che, sotto le sue direttive, il maniero stava rifiorendo a nuovo splendore.
Sbadigliò, gettando un'occhiata contrita all'ennesimo libro contabile da esaminare.
Per sua immensa gioia e soddisfazione, InuYasha l'aveva coinvolta nella gestione del palazzo.
Si era affidato a lei per l' amministrazione di tutte quelle mansioni tipicamente femminili.
Si erano impegnati entrambi per riportare un clima di pace, si erano sforzati di accantonare le loro controversie personali per il bene di Beaucastle e della sua gente.

InuYasha la trattava con rispetto, su alcune questioni le aveva chiesto consiglio e le aveva addirittura suggerito di occuparsi lei stessa del controllo dei libri contabili in modo che a tutti fosse chiara la sua posizione di signora del maniero.
Tuttavia, quella parvenza di normalità era una finzione sottile, esattamente come il loro matrimonio.
Avevano smesso di farsi la guerra, parlavano delle questioni riguardanti il maniero, ma tra loro non c'erano altri contatti.
Dopo la prima notte di nozze lui non l'aveva più toccata e la notte, quando la raggiungeva nella camera patronale, quasi non proferiva verbo.
Erano tante le questioni non ancora affrontate e irrisolte tra loro..
Possibile che lui volesse che fosse lei a riprendere quell'argomento spinoso?
Sbadigliò nuovamente, preda anche di un leggero mal di testa.
-È tardi, signora..riposate! Potrete esaminare quei registri anche domani, vi assicuro che non fuggiranno.-
Si voltò a fissare il marito appena giunto in camera.
-S..Sì.- mormorò.
Si affrettò a fare come lui le aveva detto.
Prese a gironzolare per la ristretta camera, alla ricerca di qualcosa da fare, per ritardare il solito rituale della messa a letto.
Provava una strana agitazione quando erano soli.
Non era una sensazione spiacevole..c'era quasi un senso di aspettativa.
-Signora, smettete di agitarvi come un animale in gabbia. Mettetevi a letto e basta.- le ordinò, seccato.
Quel tono brusco fece scattare qualcosa nella mente della donna.
-Se la mia presenza vi infastidisce, perché non vi trovate un'altra stanza? Non c'è chiaramente ragione di dormire insieme.-
Lui la fissò, vagamente divertito.
-Che dovrebbe significare? Siete mia moglie, è cosa usuale condividere il talamo. Dove pensate dovrei andare?-
-Signore, non insultate la mia intelligenza. Non c'è motivo di condividere il letto, dal momento che tra noi non accade..nulla.- ammise, arrossendo.
InuYasha sogghignò, scuotendo il capo.
-La servitù parla e i pettegolezzi mi irritano.- spiegò.
Sfilò via la camiciola, restando a petto nudo.
Le gote di Kagome si arrossarono maggiormente, ma non deviò lo sguardo.
Ricordava le sensazioni che aveva provato quando lui l'aveva stretta a sé, quando le sue mani forti si erano poggiate sui suoi fianchi e per qualche assurdo motivo desiderava riprovarle.
Era una strana smania quella che la coglieva ogni volta che erano tanto vicini.
Ricordava perfettamente il modo in cui l'aveva baciata il giorno in cui gli aveva confessato di Hojo; le sue labbra erano state esigenti,bramose e possessive..che senso aveva avuto quel bacio se lui si affaccendava tanto per evitarla?
Possibile che fosse in grado di fingere così bene?
- Vi faccio ribrezzo, non è vero?- domandò, cogliendo il marito di sorpresa.
-Che cosa dite?-
-Mi evitate come se avessi la peste. Io non vi piaccio, questo è chiaro, e per questo non voglio obbligarvi a sopportare la mia presenza. Domani chiederò alla servitù di spostare le mie cose in un'altra camera.-
-Non lo farete. Siete mia moglie e dormirete qui, con me.- sentenziò.
Kagome fu sul punto di rispondergli, ma preferì evitare.
Era chiaro che lui godeva del suo disagio, ma si sentiva già enormemente imbarazzata e risentita per avergli posto quella domanda.
Doveva gioire del fatto che lui la ignorasse e non pretendesse nulla da lei.
Aveva pregato ogni notte affinché Hojo non l'avvicinasse..perchè con lui sarebbe dovuto essere diverso?
-Venite qui, ragazza.- la richiamò.
Seppur esitante, Kagome fece come le era stato chiesto.
InuYasha la fissò a lungo e non riuscì a trattenere una risatina.
Quella donna era davvero un'abile bugiarda.
Come poteva credere che lui la volesse lontana?
Davvero non comprendeva l'enorme sforzo che faceva per trattenersi?
Averla vicina ogni notte, mentre il suo dolce profumo gli inebriava la mente, lo faceva letteralmente impazzire.
La bramava, moriva per la voglia di accarezzare ancora quel corpo che l'aveva stregato, ma non aveva più osato sfiorarla, non dopo quello che lei gli aveva raccontato.
-Vorreste che vi toccassi, che facessi l'amore con voi?- le domandò, senza giri di parole.
Il volto della nobildonna si tinse di un acceso vermiglio.
-C..Che cosa dite? Non ho certo chiesto perché bramosa delle vostre attenzioni.- mentì, agitandosi.
Le portò un dito sulle labbra rosse, per interrompere quel flusso di parole.
- Al contrario di ciò che si racconta, siete una pessima bugiarda, signora. Io vi desidero.- ammise -E voi? Avete paura di quello che potrebbe accadere?-
Kagome lo fissò a lungo, prima di negare con un lieve cenno del capo.
- Io non so quello che voglio.- sussurrò.
-Lasciate che sia io quindi a scoprirlo.- proferì, prima di baciarla.
Le loro bocche si toccarono prima lievemente, poi più voraci.
Quel bacio voglioso surriscaldò i sensi di entrambi.
Il normanno la spinse verso il letto, costringendola supina.
Scese a baciarle il collo, mentre la sua mano, in un percorso inverso, risaliva la gamba setosa.
Il suo era un desiderio feroce. Voleva averla, farla sua, ma voleva che anche lei lo desiderasse.
Non voleva essere l'unica vittima di quello strano e assurdo incantesimo.
Doveva averla e poi liberarsi di quell'insensata ossessione.
Tirò giù le spalline della pudica camicia da notte, fino a scoprirle i seni pieni.
Li catturò entrambi tra le mani, stimolando i capezzoli con movimenti rotatori.
Kagome gemette, preda di quelle nuove sensazioni.
Era sbagliato desiderare che lui, il suo nemico, le facesse quello, ma quelle mani grandi e sicure stavano tessendo una magia sul suo corpo.
- Non è che non vi desiderassi, milady, ma non sapevo se avreste gradito le mie attenzioni dopo quanto mi avevate raccontato su vostro marito. In realtà, ho riflettuto a lungo sulla questione e molte cose non mi sono chiare.-
Kagome l'allontanò da sé, mettendosi a sedere e ricomponendosi.
-Non mi credete, ovviamente, signore. Altrimenti perché sollevare una simile questione in un momento tanto sbagliato.- sostenne, infuriata.
Aveva usato la sua inesperienza per piegarla, per farle abbassare la guardia.
Il suo desiderio era solo una menzogna.
- Non è ciò che ho detto. Ma ci sono ancora troppe cose che non comprendo. Se vostro fratello viveva qui, e come tutti mi dicono nutriva grande affetto per voi, com'è possibile che non sia mai intervenuto di fronte agli evidenti maltrattamenti che dite di aver subito? Forse è una menzogna il fatto che lui provasse dell'affetto per voi?-
-No, non è affatto una menzogna. Io e Sota eravamo molto uniti.-
-Allora spiegatemi, signora, come sia possibile tutto questo. I crimini di cui siete accusata, la scomparsa improvvisa e misteriosa prima di vostro fratello e poi di vostro marito.-
-Non c'entro nulla io.- sussurrò, portando le ginocchia al petto.
L'accusa era esplicita in quelle parole.
Che poteva saperne quello straniero..
-Spiegatemi, signora. Chi siete davvero? Troppo mistero c'è intorno alla vostra persona. Se siete davvero il mostro crudele che tutti credono, come possono la vostra dama e i vostri servi esservi così affezionati?- ringhiò, confuso.
Troppe voci contrastanti, ambiguità e segreti aveva sentito circa sua moglie.
-Non sono stata io. Non sono mai stata io.-
Poteva forse raccontargli la sua verità? Che aveva da perdere?
Hojo ormai era morto, non avrebbe più potuto farle del male..Era solo la sua vita ad essere in pericolo.
-Hojo era un pazzo, un uomo crudele e spietato.- cominciò -essere contraddetto o ostacolato..Non c'era cosa che lo facesse infuriare maggiormente.- raccontò, rabbrividendo.
Non avrebbe mai dimenticato quegli anni terribili, i lividi che le sue mani lasciavano, ma erano le ferite interiori che facevano più male.
-L'idea di sposare Hojo mi ha sempre disgustata, quell'uomo mi ha sempre fatto ribrezzo. Non aveva osato chiedere la mia mano fin quando mio padre era ancora vivo, ma l'ha fatto subito dopo, non rispettando neanche il mio periodo di lutto.Ho pregato mio fratello affinché rifiutasse..avrei sposato chiunque altro, ma non lui.-
-Perché vostro fratello non ha preso in considerazione altri corteggiatori? La vostra famiglia è nobile e voi siete molto bella..avreste potuto attrarre anche uomini di maggiore levatura sociale.- osservò InuYasha.
Kagome strinse i pugni, prima di continuare.
-Sota e Hojo erano amici, molto amici, e lui non se l'è sentita di rifiutare. Temeva di arrecargli offesa o fargli torto. Il giorno in cui Hojo è diventato mio marito, io ancora piangevo mio padre. Dal momento in cui ha avuto potere su di me, i miei peggiori incubi sono diventati realtà. Le botte, i torti, le punizioni crudeli e insensate, le umiliazioni, sono iniziate subito. Voleva piegarmi e sottomettermi.Ho resistito, fin quando lui ha compreso che non era il dolore fisico che mi avrebbe portata a cedere. Ha cominciato a torturare la servitù, a condannare innocenti, finché è giunto alle terribili esecuzioni di massa. Le compiva in mio nome e per me, così diceva. Voleva che io ammettessi che le sue atrocità mi compiacevano. Ha sterminato bambini innocui nei modi più terribili.- singhiozzò, disperata.
- Mi state dicendo che tutte le colpe di cui siete accusata sono in realtà state compiute da vostro marito a vostra insaputa?-
-Non mi importa se non mi credete.- strillò.
Le cose orribili che aveva visto, la paura che aveva letto negli occhi di quegli infanti, la consapevolezza di non poter far nulla per aiutarli, erano ricordi atroci da rievocare ed esprimere a voce alta.
Lo fulminò, le iridi azzurre colme di lacrime represse, ira e disperazione.
-Perché vostro fratello non ha mai fatto nulla di fronte a tutto ciò?-
-Mio fratello,dite? Sota era uno stolto, un uomo debole ed innamorato di un mostro. Contro ogni legge di Dio, mio fratello amava quella bestia crudele. Erano amanti.-
-Ciò che affermate è grave.- le fece notare.
-Tutti a Beaucastle sono a conoscenza di questa storia. Tuttavia, Sota non era un uomo crudele. Mio padre aveva fatto di lui un uomo d'onore e lui provava del sincero affetto per me. Mi ha supplicato diverse volte di generare un figlio, sperando che un erede avrebbe portato serenità nel nostro matrimonio. L'amore lo accecava, non riusciva a leggere la crudeltà negli occhi di mio marito. Solo quando minacciai di uccidermi, mi promise che avrebbe trovato un modo per aiutarmi, per ottenere l'annullamento. E poi, Hojo era furbo, ha aspettato che mio fratello morisse per mostrare di cosa davvero era capace. -
-Com'è accaduto?-
-Mio fratello era un uomo robusto, ma in poche settimane, inspiegabilmente, si è ammalato ed è morto. Nonostante la mia conoscenza delle erbe, non c'è stato nulla che io abbia potuto fare per salvarlo o per alleviare il suo dolore.-
Kagome pianse, esternò quel dolore che si portava dentro da troppo tempo, incurante dello sguardo del suo nemico posato su di sè.
Era quella la verità..Hojo aveva distrutto non solo lei, ma tutto ciò che le restava..Beaucastle, suo fratello.
InuYasha restò a fissarla, non sapendo cosa fare.
Ciò che lei gli aveva raccontato poteva essere vero?
Poteva lady Kagome, la donna crudele di cui tutti conoscevano le efferatezze, essere solo una vittima innocente?
Non poteva saperlo.
Tuttavia, vederla singhiozzare in quel modo disperato, piangere fin quasi a non respirare, così piccola in un mare di dolore, lo portò ad agire d'istinto.
L'afferrò per la vita, tirandosela contro.
Affondò le mani in quella massa corvina e brillante e la costrinse a sollevare il volto.
La baciò, ancora. Con irruenza, con trasporto, con passione, si avventò su quelle labbra morbide e salate per il pianto non ancora cessato.
La costrinse ad un bacio impegnativo, pretenzioso, e, nella disperazione, Kagome si lasciò andare a quell'assalto deciso.
Si aggrappò alle forti spalle di lui, in cerca dì un sostegno.
Portò una mano ad esplorare quel torace compatto, seguendo ogni muscolo definito, ogni cicatrice sbiadita, quella leggera peluria che scendeva sempre più in basso.
Le mani di InuYasha si fecero più ardite.
La privò dell'indumento notturno, diventato solo uno sgradevole ostacolo tra le loro pelli.
Percorse con lo sguardo e con le dita ogni centimetro di quel corpo: stuzzicò il seno e succhiò i capezzoli turgidi, si divertì a farla impazzire mentre la sua lingua giocava a disegnare peccaminose scie di baci sul ventre piatto e intorno al punto sensibile dell'ombelico. Infine, sordo alle sue proteste, scivolò con la testa tra le gambe di lei. Avrebbe voluto farlo dalla prima volta che l'aveva vista.
Voleva scoprire il suo sapore dolce, voleva farla impazzire come lui stava impazzendo per il desiderio di lei.
La stuzzicò con la lingua e le abili dita, godendo dei gemiti della donna.
Non sarebbe stato come la prima volta, Kagome ne era sicura.
L'agire di Inuyasha era deciso, indomito. Le sensazioni che lui le stava procurando assolutamente deliziose e peccaminose.
Era questo che si provava nel congiungersi con un uomo?
Si sentiva scoppiare. Un miscuglio di tensione, dolore, risentimento e passione.
Le gambe cominciarono a tremarle in modo incontrollato, il mondo a perdere nitidità e la paura l'assalì.
-InuYasha.- chiamò, usando il nome dell'uomo per la prima volta.
Il normanno non si fece attendere.
Le circondò la vita con un braccio e tornò a baciarla, per zittire i mugolii di lei.
Era consumato dal desiderio, i lombi gli dovevano, ma voleva la sua approvazione.
Tolse velocemente il pantalone, divenuto solo d'intralcio, e lasciò che le loro intimità entrassero in contatto.
Kagome rabbrividì di piacere e non ebbe più esitazione.
Lo voleva, disperatamente.
-InuYasha..-
Fu un soffio, una preghiera, la conferma che lui aspettava per procedere.
Catturò le mani della donna e le strinse.
-Guardami, Kagome. Scopri quanto è bello fare l'amore. Dimentica ciò che quel mostro ti ha fatto.-
Scivolò in lei lentamente, ma con decisione.
Imprecò per la scarica di piacere che lo colse impreparato.
Si mosse lentamente, ma quando la donna, in un riflesso involontario, gli cinse i fianchi con le gambe, perse il controllo.
Spinse, sempre più in profondità, deciso a prendere e darle tutto, determinato a placare quell'agonia che lo stava consumando.
Kagome dimenticò tutto..Hojo, il passato, i conflitti e le ingiurie, erano lontani da lei.
C'era solo il piacere..l'immenso piacere che lui le stava dando.
Giunta al culmine, mormorò il suo nome, prima di perdere il contatto con la realtà.



Quando riaprì gli occhi, il suo respiro era tornato regolare. Giaceva abbracciata ad InuYasha, riscaldata dal calore delle pellicce con cui qualcuno si era premurata di coprirla.
Il fuoco ardeva ancora nel camino, era ancora buio, nulla sembrava mutato..Era possibile che fosse lei a sentirsi diversa?
-Stai bene?- le chiese la voce profonda del marito.
Tentò di allontanarsi, un po' a disagio, nonostante quanto appena accaduto, ma lui non glielo permise, rafforzando la presa sul di lei corpo.
-Dormi, adesso.-
Kagome annuì e si sistemò meglio tra le sue braccia.
-C'è una cosa che devo chiederti.- gli annunciò, rinunciando ad ogni formalità.
-Dimmi..-
-Credi alle mie parole?-
Si irrigidì in attesa della risposta, che non tardò ad arrivare.
-Servono più delle parole per convincere un re. Occorreranno delle prove. Quando le troveremo, nessuno avrà più dubbi sulla tua innocenza.-
Non aveva ammesso di crederle, non direttamente, ma non aveva neanche affermato il contrario.
Dopotutto, per il momento, poteva bastare..sarebbe stato un buon punto d'inizio.


 

NOTE DELL'AUTRICE:
Salve :D
Quanto tempo era che non aggiornavo questa storia? Sarà rimasto qualcuno a seguirla? xD
Mi spiace per l'immenso ritardo :(
Il capitolospiega un po' di cose..ma sappiamo ancora poco sia del passato di Sango che di quello di InuYasha. I misteri, dunque,non sono ancora terminati :)
Devo un ringraziamento particolare a Serena e Chiara per l'aiuto e le correzioni :) Che farei senza di voi T.T
Se vi va, sono, come sempre, curiosa di conoscere il vostro parere.
Alla prossima :D
Lascio il link del nostro gruppo, per chi avesse voglia di aggregarsi :)
Siamo qui: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/
Vanilla


 

   
 
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