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Autore: Columbia    18/10/2015    1 recensioni
Alexandra è una ragazza orfana che ha passato gran parte della sua vita sballottata come un pacco da una famiglia all'altra. Per sua grande fortuna però, Alex riesce a trovare asilo presso il signor Trason, uno degli uomini più criticati di Orange County a causa del suo stile di vita; nella sua nuova casa Alex incontrerà alcune persone che le cambieranno la vita, permettendole di rinascere dalle sue stesse ceneri.
Ma del resto si sa, niente va mai per il verso giusto...
DAL CAPITOLO I
"Le spiegò che quasi tutti i loro conoscenti additavano quei giovani ragazzi come dei veneratori di Satana e sciocchezze varie: era difficili vederli per strada durante il giorno perché rischiavano di essere linciati vivi se riconosciuti, cosa alquanto probabile visto il loro modo di atteggiarsi e di vestirsi. Alexandra, attraverso i racconti dell’uomo, capì che era un loro simpatizzante e ne ebbe la conferma quando venne a sapere che era stato uno dei pochi ad aiutare il signor Trason nel suo obiettivo: dare casa a tutti coloro che erano stati colpiti, seppur indirettamente, da quel massacro; per questo motivo, quando i Crocket finirono in bancarotta, Trason si offrì di dare asilo alla ragazza."
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Synyster Gates
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aprì un occhio e con suo grande dispiacere constatò che era già mattina, ancora. Sdraiato a stella marina su quell’enorme letto matrimoniale fissava le pareti nere della sua stanza: con una mano tastò le lenzuola che ricoprivano la piazza libera. Quella notte aveva deciso di non svegliare Leana e di rimanere in camera sua: la ragazza avrebbe capito subito che era successo qualcosa, visto quanto lo conosceva.
C’è anche da dire però che Jimmy non era capace di raccontare bugie, era una persona troppo genuina per riuscire a mentire a chi gli stava attorno, sia a chi era affezionato che agli sconosciuti; tutto il contrario di Brian insomma. Non era una persona cattiva, si intende, anche se di primo impatto poteva dare quell’impressione: Jimmy gli voleva un bene dell’anima, era un fratello per lui così come gli altri, ma a volte proprio non lo capiva. Vedasi la stupida scommessa con Flyn; grattandosi la barba ispida, James pensava a ciò che era successo la sera prima cercando di capire come poter intervenire senza combinare casini. Perché, seppur non conoscesse Alexandra, gli dispiaceva per lei: non voleva che venisse presa per il culo per colpa di quello stron… Ehm ehm. Di quel simpaticone di Flyn. Sì, perché secondo il caro buon vecchio James partiva tutto da lui: a volte capiva perché le ragazze ce l’avessero particolarmente con il riccio, visto che sapeva dimostrare di essere una piaga quando voleva. Amava stuzzicare le persone e riusciva sempre ad ottenere ciò che voleva; oltre ad essere buono, Jimmy era anche molto, molto intelligente e aveva capito che Flyn non aveva lanciato quella scommessa a Brian senza un motivo valido.
James non dubitava della buona volontà di Alexandra, ma era perfettamente consapevole che era fatta di carne, così come lo sapeva Flyn. Inoltre, era ormai di dominio pubblico che a lui la ragazza non piacesse più di tanto. Due più due, no? Una volta spezzatole il cuore se ne sarebbe andata, soddisfacendo così le voglie del ragazzo. Ma alla fin fine, era davvero solo colpa di Flyn? O anche Brian c’aveva messo del suo?
Non lo so, è troppo presto per questi interrogativi esistenziali. Sono solo le undici del mattino. Pensò il ragazzo mentre si infilava un paio di calzini neri
Quindi che fare? Fare finta di nulla e sostenere, nonostante la stronzata, Brian? Oppure spifferare tutto ad Alexandra e metterla in guardia? Nel primo caso, Leana lo avrebbe incenerito vivo. Nel secondo caso, Brian lo avrebbe incenerito vivo.
Jimmy entrò in bagno e si lavò il viso, sospirando al contatto con l’acqua fresca; alzò lo sguardo dal lavandino fissando il suo riflesso nello specchio
Be’, forse sono io che tendo ad ingigantire il tutto…Sono sicuro che non succederà nulla di che.
Un sorriso soddisfatto gli si dipinse sul volto, illuminandogli gli occhi celesti.
Sì, ho deciso. Non dirò nulla e tutto andrà per il verso giusto.
Il povero Jimmy non realizzò che quella decisione presa così alla leggera sarebbe stata la causa della gran parte dei problemi che di lì a poco avrebbero dato loro del filo da torcere.


*


*


James stava allegramente rifacendo il letto, da bravo ragazzo qual era, quando qualcuno bussò concitatamente alla sua camera; fischiettando distrattamente, attraversò a grandi falcate la stanza, curioso di vedere chi fosse a quell’ora del mattino.
Quando aprì la porta si ritrovò davanti un raro esemplare di Brian in tenuta da camping che reggeva un cestino di vimini stracolmo di cibo; Jimmy lo guardò stranito dalla scena, scatenando una risata divertita da parte dell’amico
“Jimbo, per favore! Mettiti dei pantaloni santo cielo!” esclamò mettendosi una mano davanti agli occhi
“Fosse la prima volta che mi vedi in mutande. Comunque, si può sapere che hai? Perché ti sei conciato così?” sbuffò Jimmy, inarcando un sopracciglio.
“Vestiti, oggi pomeriggio si fa un picnic” rise sghembo Brian, per poi correre giù dalle scale come una furia.
James alzò gli occhi al cielo, sbattendo la porta della camera talmente forte da far risuonare l’eco per tutto il corridoio.
Si prospettava una giornata molto, molto lunga.

*

*

“Tieni, mettiti questo” esclamò la ragazza, lanciandole addosso un paio di pantaloncini neri e una canottiera bianca
“Sei sicura che vadano bene?” chiese Alexandra osservandoli scettica. Insomma, l’idea di avere tutta quella pelle scoperta la metteva a disagio. Non era abituata ad essere così visibile, ma del resto era stata obbligata ad attingere materiale dall’armadio dell’amica, visto che aveva esaurito la scorta di vestiti che si era portata dietro dopo essersi trasferita. Nonostante le sue continue lamentele, Christine l’aveva trascinata a forza in camera sua per scegliere ciò che faceva più a suo caso
“Senti cara mia” borbottò Christine, incespicando tra il casino che regnava nella sua stanza “Christine sa sempre cosa va bene e cosa no.”
“Ma…”
“Ma un corno! Ora fila in bagno, datti una sciacquata e ritorna di qua”
Alexandra si voltò implorante verso Mckenna, che, dopo essersi alzata dal suo letto, si era gettata a peso morto su quello della rossa. La ragazza le sorrise sorniona, scuotendo la testa con veemenza
“Mi dispiace cara, concordo con Chris.”
“Me la pagherete.” Sibilò Alexandra, sbattendosi la porta del bagno dietro le spalle.

*

*

“Ora puoi anche uscire”
“Non credo di volerlo.”
“Oh, andiamo Alex! Non ti stiamo mica mandando a battere eh” sbottò Mckenna, appoggiandosi allo stipite della porta “forza, muovi quel culetto d’oro che ti ritrovi ed esci di lì”
“Conto fino a tre, poi sono cazzi tuoi” le diede corda Christine, afferrando la mazza da baseball che Johnny le aveva regalato il Natale scorso
Dall’altro lato della porta, Alexandra si guardava titubante all’enorme specchio del bagno: doveva ammettere che i vestiti le donavano molto, ma rimaneva il fatto che non si sentiva per niente a suo agio
“uno…”
“…due”
“…tr…”
“Ok, ok! Ho capito!”
Vi fu il tipico clack della serratura che scatta: Alexandra spalancò l’uscio del bagno osservandosi ancora le cosce nude
Troppa. Pelle. Scoperta.
“Ecco, vedi?” sbottò Mckenna, calandosi il solito cappellino sulla testa “Non capisco perché ti faccia tutte ste menate, sei davvero…”
“Splendida” terminò qualcuno alle loro spalle
Le tre ragazze si voltarono verso chi aveva parlato, ritrovandosi davanti ad un Brian alquanto sorpreso: dire che stesse mangiando Alexandra con gli occhi è un eufemismo. Rimase talmente incantato dalla sua linea, dalle curve perfette dei fianchi e del seno, che per poco non cominciò a sbavare; Alexandra, dal canto suo, era rimasta a fissarlo con gli occhi spalancati e le guance che, a poco a poco, presero un colorito paonazzo
“Ehi fratellone!” esclamò Mckenna, fiondandosi tra le braccia del ragazzo “Qual buon vento ti porta?”
“Oh, ehm…”
“Guarda che io sono qua sotto, quello è il culo di Alex” borbottò Mck, obbligando il fratello a guardarla
“Scusa piccola, hai ragione” rise divertito Brian, appoggiandosi allo stipite della porta “Comunque ciao, Alex” aggiunse ammiccando alla ragazza
“Ciao Brian” gli sorrise lei, infilandosi il paio di scarpe che Christine le stava porgendo
Ti trancio le palle Haner, attento a quello che fai pensò la rossa, aiutando Alex ad allacciarsi le sue Converse mentre i due fratelli confabulavano qualche metro più in là. Dopo qualche minuto la porta si richiuse, e Mckenna andò a sedersi affianco alle amiche
“Quella testa vuota di mio fratello ha avuto una buona idea per la prima volta nella sua vita”
“…Brava, adesso incrociali e tira forte. Sai Mck, mi risulta difficile crederci” sospirò aspramente la ragazza; Alex la guardò di traverso, senza capire il perché di tutta quell’amarezza nei suoi confronti. Dopotutto, non le sembrava male. Anzi…
“Eh dai Chris! Sarà anche insopportabile ma non puoi dire che non sia un ragazzo sveglio”
“Se lo dici tu...Comunque, che voleva?” chiese la rossa alzandosi in piedi; Mckenna si aprì in un sorriso a trentadue denti, riuscendo a malapena a trattenere un urlo di gioia
“Facciamo un picnic tutti insieme!”
 
*

*

“Non ho ancora capito che differenza c’è tra un normale pranzo ed un picnic” borbottò Alexandra, seguendo le due ragazze per le scale
“Oh signore Alex!” sbottò esasperata Mckenna, alzando le braccia al cielo con fare esasperato “nei picnic c’è più vita, si interagisce di più, c’è…un po’ più di tutto rispetto ad un normale pasto chiusi in una stanza, ecco”
“Mck ha ragione Alex. Ma che…Smettila di tirare la maglietta in quel modo!”
“Ma non mi copre!” esclamò esasperata Alexandra, facendo sbuffare le due.
Adesso se non la smette giuro che le strappo quella maledetta canottiera e la mando fuori in reggis…
“Ehi ragazze!” urlò qualcuno alle loro spalle, catturando la loro attenzione
“Alex!”
“Ciao Lea” rise la ragazza ricambiando calorosamente l’abbraccio della mora; poco più in là Jimmy le osservava, divertito dall’atteggiamento di Leana: era sempre stata un tornado di emozioni, sin da quando era arrivata lì.
“Ehi big Jim!” esclamò Mckenna assaltando James da dietro
“Ehi Mck, ma ti sei fatta pesante eh” la canzonò il ragazzo, facendo un giro su se stesso
“Sei diventato stronzo tanto quanto mio fratello.” Borbottò Mckenna dandogli uno scappellotto
“Oh dio mio, speriamo di no” sussurrò Leana all’orecchio di Alexandra, facendo scappare una risata a Christine
“Ehi ragazzina, piano con le parole!” esclamò Jimmy rimettendola a terra “piuttosto, muovete le vostre chiappette e raggiungiamo gli altri in giardino”
“Buona idea tesoro” lo assecondò Leana stampandogli un bacio sulle labbra “Forza allora, muoviamoci!”

*

*


“Wow” sussurrò Alex una volta usciti dal retro della cucina
“Bello eh?” le sorrise Jimmy, facendole l’occhiolino mentre camminavano fianco a fianco
“È magnifico” rispose con gli occhi che le luccicavano.
Il giardino davanti a loro si estendeva a perdita d’occhio: un’enorme fontana sorgeva nel mezzo, mentre il grande prato era accostato da una moltitudine di querce secolari che, con i loro grandi rami, ne oscuravano gran parte. Sembrava più un bosco che un semplice giardino
“E aspetta di vedere il resto!”
“SULLIVAN, MUOVI IL CULO!” strillò Mckenna qualche metro più in là “sembrate due lumache! Il cibo si fredda”
“ARRIVIAMO!” urlò di rimando James, con la sua voce stridula, facendo sobbalzare la povera Alex
“Ops” rise scompigliandosi i capelli “non volevo spaventarti, scusa. Ma Mckenna è come suo fratello, uno spirito libero”
“Oh, l’avevo capito” lo rassicurò la ragazza stando attenta a non calpestare i fiori più belli
“Ehi ragazzi!” esclamò Johnny indicandoli con una bottiglia di birra mezza vuota; un’enorme tovaglia quadrettata era stata posta all’ombra di uno dei tantissimi alberi e tutti i ragazzi ci si erano già spaparanzati sopra. L’unico ad essere ancora in piedi, tranne Alex e Jimmy, era Brian, che non aveva perso d’occhio neanche per un istante la poveretta
James non le dirà nulla, lo so. Per quanto possa essere la persona più buona al mondo non volterebbe mai le spalle al suo migliore amico   pensò, mentre guardava i due avvicinarsi.
Alexandra quel giorno era raggiante: la pelle diafana risplendeva alla luce del sole e gli occhi d’orati erano accesi di una luce propria. La sua bellezza era innegabile, sembrava crescere ogni giorno di più: forse era proprio quel posto ad averla cambiata; Brian le si avvicinò, sorridendole con finta dolcezza, e, stando attento a non toccarla, la invitò a sedersi con gli altri.
Jimmy lo osservò con estrema attenzione, così come gli altri che avevano assistito alla scenetta tra lui e Flyn la sera prima: quest’ultimo poi, stava già fremendo dall’eccitazione. Sapeva che il suo amico non l’avrebbe deluso, non questa volta.
“Vieni Alex, siediti qua” le disse Lacey, picchiettando la mano vicino a lei; Alex, una volta accomodatasi, si rese conto che Christine si era accomodata vicino a Matt.
Non riusciva a capire come potesse stargli così attaccata dopo quello che era successo la notte precedente: alla fin fine, pensandoci bene, Matt non aveva colpe, se non quella di aver fatto innamorare la povera Christine. La ragazza, seduta qualche metro più in là, accarezzava la testa di Matt con dolcezza, mentre questo si era sdraiato addosso a lei. Ad Alex non era sfuggito il modo in cui l’amica aveva mascherato la sua tristezza con un falso sorriso
Come fai, Chris? Come fai a stargli così vicina? Se questo è l’amore, io non voglio averci nulla a che fare.
E mentre Alexandra condivideva in parte il dolore che Christine stava provando in quel momento, qualcuno prese posto affianco a lei; la ragazza venne riportata alla realtà quando una mano affusolata le porse un piatto stracolmo di frutta fresca
“Vuoi?” chiese Brian, sorridendole divertito
Certo che questa è proprio strana, non fa altro che isolarsi
“Oh, sì grazie” rispose Alex, afferrando con delicatezza una fragola dal piattino di porcellana; sotto lo sguardo attento di Brian, la ragazza si portò il frutto alla bocca, addentandone la polpa.
“Ti piace eh?” rise Gates, notando il modo in cui Alexandra si stava leccando le labbra.
Alex si voltò di scatto verso di lui, facendo fluire la chioma corvina: gli sorrise imbarazzata, scoprendo i denti candidi
“Le fragole sono il mio frutto preferito” ammise, guardandolo per la prima volta da quando si erano visti. Brian sentì un brivido corrergli lungo la schiena: non si era mai accorto del colore dei suoi occhi, era un particolare a cui non prestava mai attenzione. Di solito ciò che lo attirava di più erano le tette e il sedere, visto che con la povera malcapitata di turno aveva rapporti che non duravano più di uno- due giorni, ma quel suo piccolo particolare non poteva non passare inosservato.
“Ho notato” rispose Brian buttandosi in bocca un acino d’uva, il tutto senza smettere di guardarla “Oh guarda, ti sei sporcata”
“Cos…”
Alex fece per ritrarsi, ma Brian la bloccò giusto in tempo: con estrema delicatezza fece scorrere un pollice lungo le labbra scarlatte, provocando nella povera ragazza una scarica di brividi non indifferente.
Brian le si era avvicinato pericolosamente, tanto che i loro visi distavano pochi centimetri l’uno dall’altro; nonostante la tentazione fosse molta, Brian era perfettamente consapevole che non poteva baciarla lì, in mezzo a tutti. E poi era ancora troppo presto, rischiava di rovinarsi con le sue stesse mani.
Alexandra lo fissava, oscillando tra l’imbarazzo e l’ansia: cosa doveva fare? Perché nessuno interveniva? Sembrava che fossero rimasti solo loro due, eppure era certa che con loro ci fossero anche gli altri, li sentiva parlare.
Sentiva il suo cuore palpitare nel petto come se volesse bucarle la cassa toracica e schizzare fuori, si sentiva impotente: voleva tirarsi indietro, ma non ne era in grado. Si sentiva inchiodata a terra da una forza che non riusciva a sovrastare. Dal canto suo, lo stesso Brian non voleva lasciarla andare: aveva un profumo che lo stava facendo impazzire e i suoi semplici gesti erano talmente sensuali da risvegliare le sue voglie.
Doveva essere sua.

*

*


Da lontano, appoggiato contro il tronco di un pino, Zacky li osservava, sentendo qualcosa corrodergli lo stomaco. Era il senso di colpa. Sì, perché aveva passato tutta la notte a rimuginare sopra quella stupida scommessa che avrebbe potuto turbare quell’equilibrio da un momento all’altro.
Non era fiero di quello che aveva fatto. Avrebbe dovuto avvertire Alex seduta stante, invece aveva aspettato ed era già troppo tardi. Osservò Brian accarezzarle le labbra carnose con una delicatezza che riservava solo al suo strumento: Zacky si morsicò la guancia, facendola sanguinare.
Il nervoso gli fece addirittura sbagliare accordo
“Ehi Vee” esclamò Johnny, guardandolo di traverso “cos’è successo?”
“Niente, perché?” rispose Zacky con finta indifferenza, buttando giù una grande sorsata di birra
“Non sbagli mai Angie Zee, mai.” Sottolineò Matt, che aveva già intuito tutto: non che ci volesse un genio.
Zacky non era uno che riusciva a nascondere i suoi sentimenti: per quanto ci provasse, qualcosa trapelava sempre.
“Vi sbagliate ragazzi, è che mi è venuto un crampo alla mano” borbottò questo, facendo finta di massaggiarsi le dita. Jonathan lo guardò torvo, per poi sollevare le spalle
“Sarà” sospirò, schioccando un bacio sulla guancia di Lacey.

*

*


“Ehi Shads” sussurrò Jimmy, all’orecchio del cantante.
Matt, sdraiato con la testa appoggiata sulle cosce di Christine, si drizzò sui gomiti
“Dimmi Jimbo”
“Hai visto quei due?” chiese il ragazzo, indicando con un cenno Alexandra e Brian; Matt spostò lo sguardo su i due e rise sommessamente
“Ho visto, ho visto. Alexandra sembra non essere poi un pezzo di ghiaccio così duro”
“Brian ha un certo savoir faire al quale le donne non riescono a resistere” sospirò Flyn, porgendo un piatto di pasta a Mckenna
“Sei sicuro che non sia avvelenato?” chiese questa, inarcando un sopracciglio; il riccio scoppiò a ridere sguaiatamente
“Tesoro, se volessi ti avrei già uccisa, vai tranquilla”
“Questa storia non mi convince” sbottò d’un tratto Christine, attirando l’attenzione di tutti quanti
“Che intendi dire, piccola?” chiese Matt, guardandola con gli occhi socchiusi a causa della luce; Chris fissò il suo sguardo in quello del ragazzo e il suo cuore perse un battito. Non sarebbe mai riuscita ad averlo, ormai se n’era fatta una ragione: si accontentava di stargli vicino, nonostante questo la ferisse più di qualsiasi altra cosa.
“Intendo dire che tutti noi conosciamo Brian” disse, abbassando il tono di voce per non farsi sentire dal chitarrista, seduto qualche metro più in là “e sappiamo come gioca con le sue prede. Conosciamo anche Alex, almeno per quanto riguarda noi ragazze, e sappiamo che basterebbe poco per distruggere quello che abbiamo costruito in questo mese. Ho paura che per Brian lei non sia altro che un passatempo che, una volta diventato noioso, butterà nel cesto delle cose di cui non gliene frega un cazzo.”
“Concordo con Chris” sospirò Leana, con sguardo vacuo “Brian sa essere una vera testa di cazzo quando ci si mette. Tu Mck, che ne pensi?”
La piccoletta finì di masticare la sua manciata di patatine fritte con fare pensieroso, dopodichè si rivolse ai compagni
“La verità è che non so veramente cosa pensare” sussurrò guardandoli uno ad uno “sono sua sorella e lo conosco bene, però alcuni suoi atteggiamenti mi confondono: Brian potrebbe essere veramente interessato ad Alex, e non mi sembrerebbe neanche così improbabile vista la sua bellezza e il suo essere così intrigante, ma allo stesso tempo potrebbe essere proprio solo il suo fascino ad interessarlo…”
Jimmy, Matt e Flyn si scambiarono un’occhiata preoccupata: i primi due perché temevano che le ragazze potessero scoprire qualcosa, il che avrebbe scatenato una probabile terza Guerra Mondiale, Flyn invece temeva solo che il suo piano andasse in fumo. In quel caso, non ci avrebbe visto più dalla rabbia
“Per quanto poco possa valere la mia opinione” iniziò questo, assumendo una certa serietà, “non dobbiamo metterci il becco. Se questa cosa dovesse andare avanti” disse indicando con un cenno della testa i due ragazzi seduti più in là “non gioverebbe solo a Brian e alla sua indole di puttaniere, ma anche ad Alexandra. Siete state voi le prime, ragazze, a dirci che non era una semplice, in tutti i sensi: vi ricordate quando è arrivata qua la prima volta? Si è chiusa in camera sua e non ne è uscita per tre giorni”
“Per colpa tua” sibilò Leana, inarcando un sopracciglio
“Sì, per colpa mia: ma anche dopo dovete ammettere che per farla abituare alla nostra presenza ci avete messo un bel po’, o mi sbaglio?”
“No, non ti sbagli” borbottò Mckenna, sentendosi d’accordo con Flyn per la prima volta nella sua vita
“Ecco” sbottò il ragazzo, allargando le braccia “Magari la vicinanza di Brian la aiuterebbe solamente a lasciarsi un po’ andare: potrebbe trovare in lui un’ancora a cui aggrapparsi. Potrebbe essere una guida per lei…Certo, una percentuale di malriuscita c’è, ma si sa: se son rose, fioriranno”
“Sai Flyn” esclamò Christine dopo qualche minuto di silenzio, in cui si sentivano solo Johnny e Lacey parlare con Zacky “non hai tutti i torti, ma allo stesso tempo non mi convinci”
Flyn la guardò sornione, strizzandole l’occhio
“Sta a te, baby”
Jimmy e Matt lanciarono uno sguardo colmo di sollievo al riccio, che rispose con un sorriso soddisfatto.
Christine si voltò verso Brian: lo vide avvicinare il pollice alle labbra di Alexandra e ripulirle da una sostanza rossastra. Zacky smise tutt’a un tratto di suonare i Rolling Stones e la ragazza notò una certa incazzatura nei suoi occhi. Sospirò, confusa più che mai.
Già, mio caro buon vecchio Flyn, sta a me.

*

*


Brian era ancora lì ad accarezzarle il viso, quando ebbe il lampo di genio: con lentezza ritrasse la mano, abbassando il viso con fare dispiaciuto
“Scusa Alex, non volevo infastidirti” borbottò con finto imbarazzo, grattandosi la barba
Alexandra lo fissò senza saper cosa dire: era una situazione del tutto nuova per lei. Il tocco di Brian sulla sua pelle l’aveva scombussolata, non riusciva a capire se fosse una sensazione piacevole o no: si sentiva come se avesse appena preso una scossa, di quelle forti però.
“Non ti preoccupare, non è successo niente” disse Alex, sforzandosi di sorridere; Brian alzò lo sguardo e le sorrise felice, scompigliandosi i capelli già incasinati di loro
“Già, ma non mi sembri a tuo agio” continuò lui, senza staccarle gli occhi di dosso.
Alexandra scrollò le spalle, senza saper cosa rispondere: nel suo cervello, al momento, c’era solo una grande confusione, pari a quella in camera di Mckenna.
Tra i due calò un silenzio imbarazzato, mentre i loro amici continuavano il picnic in pace e tranquillità. Dopo qualche minuto, Alexandra si voltò verso il ragazzo fissandogli le mani tatuate
“Ehm, Brian…” borbottò, morsicchiandosi il labbro
“Sì?” chiese Gates, inarcando un sopracciglio
“Potrei avere un’altra fragola?”
Brian scoppiò a ridere con sincerità, facendo arrossire la povera Alex che stava sprofondando dalla vergogna
Che ci posso fare? Del resto sono una droga per me!
“Certo piccola, tutte quelle che v…” rispose Brian, porgendole la bacinella ricolma di frutta: d’un tratto però, un rombo assordante catturò l’attenzione di tutti quanti. Alexandra, addirittura, fece un piccolo salto sul posto
“Ma cos’è?” chiese, guardandosi attorno stranita
“Un motore” rispose Johnny, masticando con nonchalance una coscia di pollo; Lacey lo osservò divorarla in meno di cinque secondi, scuotendo la testa esasperata. Leana si voltò verso la villa, corrucciando l’espressione
“Non sarà…”
“Oh sì” rise Jimmy divertito “è proprio lui: Michael è tornato bitches!”

*

*


Brian aiutò Alex a tirarsi in piedi, porgendole una mano: la ragazza saltò su con slancio, ritrovandosi a pochi centimetri dal volto del ragazzo
“Scusa…” borbottò imbarazzata, staccandosi leggermente
“Non ti preoccupare” le sorrise Brian, superandola di qualche passo “vieni, raggiungiamo gli altri e andiamo a salutare Michael”
La ragazza non se lo fece ripetere due volte e, con una breve corsetta, raggiunse assieme a Brian i loro amici: attraverso un breve sentiero arrivarono nel giardino sul fronte della villa, quello dove era stata scaricata il giorno del suo arrivo.
Alexandra rimase alquanto perplessa quando vide un enorme marchingegno su quattro ruote parcheggiato di fronte alla fontana degli angeli e dei demoni: alcuni uomini stavano scaricando degli scatoloni dall’aria molto pesante, ma di cui ognuno di loro ignorava il contenuto. Tuttavia, i ragazzi sembravano essere abituati a tutto ciò, visto che nessuno di loro si scompose minimamente
“Ma che cos’è?” chiese Alex a Brian, continuando ad osservare il bestione di fronte a lei
“Quello? Un camion, non ne hai mai visto uno?” chiese il ragazzo, sinceramente stupito
“No, mai” rispose Alex, come se fosse la cosa più ovvia al mondo
“Quindi non sai neanche che cos’è quella?” aggiunse Brian, indicando con il pollice qualcosa alle sue spalle; Alex si sporse leggermente per vedere di cosa si trattasse, sotto lo sguardo attento del ragazzo.
Ciò che vide fu un altro marchingegno, dalle dimensioni estremamente più piccole rispetto al camion di prima: era piatta e allungata, dal colore rosso acceso. Gli occhi le si illuminarono
“Wow”
“Bella eh?”
“Già, ma cosa sarebbe?” chiese Alex con curiosità
“Oh be’” borbottò Brian, preso alla sprovvista dalla sua domanda “diciamo che è una specie di carrozza ecco, solo che va dieci volte più veloce”
“Ah! Allora è anche molto più comoda”
“Sì” rise Brian, fissando la ragazza “sì, è molto più comoda. Se vuoi ti faccio fare un giro una volta” aggiunse, cogliendo la palla al balzo
“Davvero?” esclamò Alex, con gli occhi che le luccicavano
“Davv..”
“Ehi ragazzi!” esclamò un uomo, uscendo dalla vettura in questione; Alex si voltò verso l’auto e vide che Michael si stava dirigendo verso di loro in tutta la sua eleganza. Indossava un paio di jeans ed una semplice camicia, proprio come la prima volta che lo aveva incontrato
“MICHAEL!” urlò Mckenna, perforando un timpano a tutti i presenti: con un balzo saltò addosso all’uomo, rischiando di buttarlo a terra
“Ehilà Mck!”
“Dove sei stato tutto questo tempo?”
“Gli affari chiamavano” borbottò lui sbrigativo, scompigliandole i capelli “vi ho portato dei regali, dopo avrete tempo e modo di guardarli. Ma guarda un po’! I Sevenfold sono tornati eh!”
Michael andò ad abbracciare uno ad uno i ragazzi, scambiandosi delle vigorose pacche sulla schiena: dopo averli salutati tutti, il signor Trason si accorse della sua presenza
“Oh mia cara, vedo che ti sei adattata al meglio!” esclamò, stringendole le mani tra le sue.
Alexandra si aprì in un sorriso abbagliante, che incantò tutti i presenti: uno spettacolo più unico che raro
“Sì, la compagnia è la migliore che io abbia mai avuto” rispose la ragazza, voltandosi verso i ragazzi che le risposero con un occhiolino
“Mi fa piacere cara, davvero” le sorrise Michael, baciandole le mani; dopodichè si allontanò, dirigendosi a passo deciso verso Flyn. Il ragazzo si aprì in un sorrisetto sghembo, ricambiando l’abbraccio dell’uomo
“Ah figlio mio, mi sei mancato”
COSA?! No, devo essermi sbagliata…dopotutto li ha chiamati tutti “figlioli”
“Anche tu papà, anche tu”
Alexandra non riusciva a credere alle sue orecchie, cosa che non sfuggì a nessuno dei presenti
“Sorpresa Alex?” chiese Matt, sorridendole divertito
“Un po’” borbottò la ragazza, grattandosi la nuca; in effetti però, i due si assomigliavano. Stessi tratti raffinati, stesso fisico slanciato, stesso colore degli occhi…Michael sembrava la copia di Flyn invecchiata di trent’anni.
“Che ne dite di entrare? Io ho bisogno di doccia e di una bella dormita, quindi credo che mi rivedrete solo stasera a cena” esclamò Michael, sfregandosi le mani
“Ehi Mike!” esclamò Leana, prendendo a braccetto l’uomo “ci hai portato qualche materiale nuovo?” chiese ammiccando
“Certo tesoro, andate in magazzino e vedrete” le rispose, facendole l’occhiolino.
Leana fece un salto di gioia e, dopo aver posato un bacio sulla guancia del signor Trason, si fiondò addosso alla povera Alex
“Tu adesso mi segui, niente ma e niente come: RAGAZZE! Venite anche voi, sia ben chiaro” esclamò tutto di un fiato, lasciando perplessi tutti i presenti. Senza dare a nessuno il tempo di replicare, Leana afferrò Alexandra per un braccio, trascinandola dentro casa: Lacey e Mckenna si affrettarono a seguirla, saltellando dall’eccitazione.
“Chris, tu non vieni?” chiese Lea una volta sulla soglia
“Sì, adesso arrivo: cominciate ad andare!” rispose la rossa, facendole segno di cominciare ad avviarsi.
Jimmy, Matt, Johnny e Zacky decisero di andare a comporre qualcosa in sala di registrazione e  Michael e Flyn sparirono chissà dove, lasciando soli Christine e Brian
“Allora, mettiamo le cose in chiaro” iniziò la ragazza, assottigliando lo sguardo “non so che cosa tu diavolo abbia in mente, ma ti avverto: se ho solo il minimo dubbio, se anche per caso l’idea che tu la stia prendendo per il culo mi sfiora il cervello, giuro che te la faccio pagare cara Brian. Non scherzo”
Il ragazzo la guardò con astio, incrociando le braccia al petto: non le rispose, si limitò ad un cenno d’assenso secco e distaccato, per poi avviarsi verso casa.
Christine lo guardò allontanarsi fino a che non scomparve dietro ai muri della villa.
Uomo avvisato, mezzo salvato.



Ehilà!
Chiedo venia per il ritardo con cui ho postato il capitolo, ma la scuola mi sta tenendo molto impegnata: cooooomunque! Voi come state?
Il capitolo non è nulla di che, ma spero che lo apprezziate comunque :D
Ringrazio chi segue la storia: fatevi sentire, mi raccomando! Le vostre critiche mi servono, quindi recensite in tanti ^^
Un bacio,

Columbia
   
 
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