Crossover
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Autore: Crybaby    19/02/2009    1 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Saint Seya; Naruto]
Il principale avversario di Sailor Moon è tornato, ma questa volta le sue intenzioni vanno ben oltre il desiderio di vendetta. Sette squadre di guerrieri, provenienti da quattro diverse realtà, partono alla volta dei quattro angoli dell'universo nel tentativo di riportare la normalità e sventare l'ultima, definitiva, minaccia di Chaos.
PARTE 1: ANTEFATTO
1-7 Prima parte
8-15 Seconda parte
PARTE 2: LE SETTE SQUADRE
16-28 Ub, Minako, Rock Lee, Tenten, Ami, Kiba & Akamaru
29-40 Gaara, Haruka, Shiriu, Shino, Temari & Mister Satan
41-50 Makoto, Shun, Michiru, Hotaru, Choji & Ino
51-61 Setsuna, Kankuro, Hinata, Goten, Pan & Naruto
62-75 Shikamaru, Rei, Hyoga, Shaina, Trunks & Usagi
76-83 Gohan, Ikki, Sakura, Videl, Neji & Seya
84-88 Vegeta & Bulma
PARTE 3: TUTTI CONTRO CHAOS
89-103 La Città
104-115 La Fortezza
116-119 Resa dei conti finale
PARTE 4(cap. 120): EPILOGO
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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I Primi Sei

-Siamo ancora… vivi?
-Ragazzi, state tutti bene?
-Tu che parli al plurale? Miracolo! Non avrei mai immaginato che frasi così altruistiche uscissero dalla tua bocca!
-Mi stai forse dando dell’egoista? Parla per te, spigolosa!
-Spigolosa? Ti riferisci a quando ero intrappolata nel televisore e per poco mi sono trasformata in un mucchietto di pixel? Aggiornati, mia cara! Come vedi quest’insulto non è più valido con me!
-Ah davvero? Prova a guardarti più da vicino allo specchio: avrai una gran brutta sorpresa…
-INO! JUPITER! La smettete di litigare una buona volta? Piuttosto, dovremmo tutti ringraziare Hotaru, se siamo ancora vivi è solo merito suo.
-Scusaci, Michiru, hai ragione…
-Grazie di cuore, Hotaru. Il tuo Silent Wall è stato davvero fenomenale!
-Di nulla… è stato… un mio dovere…
-Concordo. Sei stata bravissima Hotaru- commentò Shun, ancora piuttosto scosso -ora però devi pensare a riposarti.
Un istante prima che la navicella spaziale venisse disintegrata, Hotaru Tomoe -in veste di Sailor Saturn- era riuscita appena in tempo a difendere sé stessa e i suoi cinque compagni di squadra all’interno del Silent Wall; mimetizzandosi poi con il bagliore provocato dall’esplosione, aveva trasportato tutti al sicuro in un vicolo della città sottostante. Infine, sciolto lo scudo del Silent Wall, la piccola guerriera era caduta in ginocchio, esausta ma felice per l’esito del suo operato. Resisi conto della situazione in cui si trovavano, dopo un attimo di smarrimento iniziale, i sei ragazzi caddero in silenzio. Fu Makoto, dopo qualche minuto, a prendere la parola.
-Cerchiamo di fare il punto della situazione. La navicella è andata distrutta, per cui ci troviamo bloccati su un pianeta sconosciuto, lontani anni luce dalla Terra e dalle nostre case. È una situazione disperata, devo ammetterlo, ma dobbiamo essere forti e non lasciarci prendere dal panico. Mi pare che siate tutti abbastanza tranquilli, quindi direi di passare a…
-E-ehm.
-Che c’è, Sailor Neptune? Non sei tranquilla?
-Io sì. LUI un po’ meno.
Michiru indicò alle sue spalle. Il sesto componente della squadra, Choji, se ne stava seduto per terra, raggomitolato su sé stesso, tremando come un pulcino. Con fare materno, Makoto gli si avvicinò e gli appoggiò una mano sulla schiena.
-Sei triste per via della navicella, vero?
-M-mh.
-Beh, anche se non l’abbiamo più, non è detto che siamo proprio bloccati qui, magari da qualche parte in questo posto ce ne sono delle altre…
-Ti ringrazio, Makoto, ma io *SNIFF* non parlavo di quello…
-E di cosa allora?
-Ecco… con la navicella distrutta… se n’è andata anche l’invenzione di Bulma…
-Ah, intendi quella che ci riforniva di cibo a volontà?
Come glielo disse, il buon Choji scoppiò in una cascata di lacrime, che in confronto Usagi era una semplice fontanella.
-Congratulazioni, Makoto. C’era proprio bisogno di rincarare la dose?- borbottò Ino.
-Senti un po’, genio, visto che ti piace parlare perché non trovi tu un modo per consolAHIA!!
Senza fare complimenti, la bionda tirò indietro Makoto per i capelli e si chinò sul suo compagno di squadra.
-Non ascoltare quella pazza. Adesso datti una calmata, e quando ti senti pronto per prima cosa andiamo tutti insieme a cercare un posto dove mangiare qualcosa di buono.
-Dici *SNIFF* davvero?
-Guardati attorno, siamo nel bel mezzo di una grande città (un po’ tetra, a dire il vero…), un locale lo troviamo di sicuro. E poi daremo anche il tempo a Hotaru di recuperare le forze! Allora, ti piace come idea?
Segno che le parole di Ino avevano fatto centro, i rubinetti agli occhi di Choji si chiusero tutto d’un colpo, e il suo volto s’illuminò a giorno.
-E bravo il mio pacioccone, così ti voglio! Partiamo subito, Cho?
-Aspetta, Ino! Bisogna vedere se anche gli altri sono d’accordo…
-Lo sono- disse poi la kunoichi, girandosi verso gli altri con sguardo demoniaco -NON. E’. VERO?
Michiru, Hotaru, Shun e pure Makoto deglutirono all’unisono.
-Perfetto. In marcia. (Ino Yamanaka 1, Makoto Kino 0. Che bella sensazione…)
Il gruppo (i due ninja davanti e gli altri quattro dieci passi dietro) si ritrovò così ad esplorare le stradine intricate di quella città a loro sconosciuta e apparentemente deserta, fra scalinate di marmo e palazzine intonacate di nero, fra lampioni spenti e tombini dai quali fuoriusciva del fumo.
-Ragazze- mormorò Shun, nel tentativo di rompere il silenzio -secondo voi… chi potrebbe averci attaccato, prima?...
-Woo Shenron, che domande!- rispose Makoto -è a lui che stiamo dando la caccia. Secondo il computer della navicella, la sfera del drago non può che essersi fermata su questo pianeta. La tua catena non ha avvertito niente?
-Catena distrutta. È stato proprio Woo a farlo.
-Fantastico. Sailor Neptune, tu riesci a rintracciarlo, con il tuo specchio?
-No. Non mi segnala proprio niente. Mi sa che se vogliamo trovarlo dovremo andare a intuito.
-Mmmh… forse so dove si è nascosto. Date un occhiata là.
La ragazza indicò un enorme grattacielo in lontananza, visibile nello spazio tra un edificio e l’altro. Michiru e Shun obbedirono subito al consiglio dell’amica. Hotaru provò ad imitarli: non appena alzò la testa, però, la piccola cadde nuovamente in ginocchio, tremando in maniera convulsa. Subito Michiru si chinò preoccupata dinnanzi alla piccola, mentre alle sue spalle gli altri vennero raggiunti da Ino e Choji.
-Hotaru, che cos’hai? Parla!
-Non è… niente… davvero, sto bene… ho solo un po’ di freddo…
-Mmmh…
Michiru si alzò e si rivolse ai compagni.
-È solo una ricaduta, niente di grave- disse, con aria poco convinta -sentite, voi andate pure avanti, io rimango con lei mentre recupera le forze.
-Resto qui anch’io- disse Choji, risoluto.
-D’accordo.
-Aspetta un attimo!- si fece avanti Ino -ma non stavi morendo dalla fame fino a cinque minuti fa?
-Sì, ancora adesso: ascolta, quando trovi il posto di cui mi hai parlato tienici un posto, va bene?
-Va… va bene… come vuoi…
Straniti, Ino, Makoto e Shun proseguirono per la loro strada. Era chiaro a tutti e tre come Michiru e Choji stessero mascherando la loro preoccupazione.

Appoggiata con aria distrutta ad un bancone, una ragazzina (capelli castani legati in due grosse trecce, occhioni azzurri, lentiggini sulle guance, vestita con una divisa da cameriera) osservava sconsolata il triste panorama davanti ai suoi occhi: tavolini, sedie, piatti, bicchieri, lampade, residui di cibo e di bevande, tutti rovesciati e sparpagliati sul pavimento del locale e sui tappeti; macchie di cibo si vedevano anche sulle pareti blu metallico e su quello che restava dei vetri delle finestre.
“Ma perché mi hanno assegnato proprio questo lavoro? Non potevo starmene anch’io nell’ufficio come quelle quattro raccomandate, accidenti? Guarda che macello hanno lasciato quei ragazzacci: se penso che vengono qui ogni giorno mi viene da piangere…”
La ragazzina appoggiò il mento sul balcone e chiuse gli occhi.
“Meno male che per oggi è finita, un riposino me lo merito proprio…”
-…preferire la sua compagnia ad un’eventuale abbuffata, questa è la prova definitiva che Choji è completamente andato…
-Ma no, semplicemente gli sta a cuore Hotaru. Non mi stupisce che una strega come te non lo capisca…
-RAGAZZE NON RICOMINCIATE! Piuttosto, avete notato che anche Michiru si comporta diversamente dal solito? Anche prima che venisse il malore a Hotaru…
-Probabilmente è nervosa perché la missione sta durando più del previsto. Mi sembra normale…
Come sentì le voci di Ino, Makoto e Shun provenienti da fuori, la piccola cameriera schizzò in piedi.
“Clienti che non sono quei cretini di prima, non posso lasciarmeli scappare per nessun motivo!”
Nel giro di venti secondi netti, la ragazzina raddrizzò tavoli e sedie, spazzò via lo sporco, lucidò il pavimento, smacchiò le pareti, sostituì i vetri alle finestre e infine si catapultò in mezzo alla strada, di fronte ai tre ragazzi. Purtroppo, la fatica compiuta le aveva fatto venire un gran fiatone.
-Ben…ve…nu…ti… imma…gi…no…sia…te…stan…chi…
-Non più di te, di sicuro- commentò Ino.
-Co…me… pre…go?
-No no, niente! Piuttosto, conosci un posto dove si mangia bene e si ragiona in pace?
-Cer…to… lo… ges…tis…co…io… se…gui…te…mi…
La piccola introdusse i tre all’interno del bar e li fece accomodare ad un tavolo.
-Bell’ambientino. Senti, ci sono altri tre nostri amici che dovrebbero arrivare a momenti, se per favore puoi tenergli dei posti…
-Inoltre avremmo anche bisogno di qualche informazione. Ha mai sentito parlare di un certo Woo Shenron?
-Dopo… vi prego… lasciatemi… riprendere… fiato…
Furono le sue ultime parole, prima di crollare come un sacco di patate dietro al bancone.
“Forse ho esagerato. Quasi quasi ne approfitto per farmi una dormita qui…”
Come chiuse gli occhi, un telefono sopra il bancone squillò impietoso, e la poveretta si affrettò a rispondere.
-Pronto? Ah, sei tu, F. Dì pure, ti ascolto. A-ah… a-ah… a-ah… interessante, molto interessante…

-Sembra proprio che tu stia molto meglio. E lo stesso vale anche per Hotaru.
-Già…
Sotto lo sguardo un po’ malizioso di Michiru, la piccola Hotaru si era addormentata di fianco al buon Choji, che la teneva vicina a sé cingendola con un braccio. Con l’altro, il ninja si riforniva di patatine dall’ennesimo sacchetto.
-Buon appetito. Scusa, ma perché non le hai tirate fuori subito, invece di fare quella scenata?
-Sai Michiru, in questi giorni mi sono affezionato alla cucina della signora Brief: non ho mai mangiato nulla di più buono!
-Concordo, è stato lo stesso per me. Senti, vado a fare due passi qui nei dintorni. Voi due non muovetevi da qui.
-Stai pure tranquilla!
La ragazza voltò le spalle al compagno di squadra. Il suo sguardo si fece scuro di colpo.
“Non voglio mettere in apprensione Choji e gli altri, ma temo che quello che è successo a Hotaru sia una cosa seria. L’ho già vista tremare in quel modo: è stato poco prima che Mistress 9 uscisse allo scoperto. Poco prima che Chaos tornasse alla vita.”
Michiru alzò gli occhi verso il grattacielo.
“Lo specchio non ha trovato Woo Shenron, ma qualcosa di molto, molto più terribile dentro quell’edificio. La situazione in cui ci troviamo è ben peggiore di quella che sembrava. Se te lo dicessi, Haruka, probabilmente mi rideresti in faccia, ma ho paura.”

-La cameriera si è persa, e quei tre non arrivano più. Io vado fuori a cercarli.
Ino si alzò dal tavolo e si diresse a grandi passi all’uscita.
-Ma che diavolo!
Bloccata. Anche le finestre erano serrate. Non c’era via di fuga. In compenso, la voce della ragazzina di prima riecheggiò in tutto il locale, come amplificata da un megafono.
-Non sapete quanto mi renda felice la vostra presenza nel mio bar. E no, non sto parlando di affari che vanno male…
-Ah no? Meglio così, tanto non abbiamo un soldo…
-SILENZIO!!! Dicevo, dopo la telefonata avuta con una mia collega, ho scoperto che grazie a voi tre posso finalmente salire di grado e abbandonare una volta per tutte questo schifo di lavoro! Ah, non c’è bisogno che mi seguiate tutti, mi bastano solo le vostre teste.
Makoto scattò in piedi.
-Di che cazzo stai parlando?! Si può sapere chi sei?
Un fascio di luce illuminò il bancone, rivelando la figura della minuta cameriera.
-Tanto piacere di conoscervi. Il mio nome è Y, membro dell’esercito di Chaos. Vi do il mio personale benvenuto nel nostro pianeta.

  
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