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Autore: Johanna_Reprise    21/10/2015    2 recensioni
Raccolta di OS a rating variabile più o meno brevi e moderatamente nonsense su Frederick Chilton aka la mia classy sassy queen preferita.
Genere: Comico, Erotico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frederick Chilton, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Assurdo. Ridicolo. Irrispettoso e assolutamente meschino, signorina Lounds! Proprio come ci si aspetterebbe dal suo giornalismo d’assalto volgare e speculativo.»
Frederick Chilton aveva alzato la voce più di quanto avrebbe fatto normalmente, sistemandosi il colletto della camicia nonostante questo fosse impeccabile al suo posto, sentendo suo malgrado le guance avvampargli in un eccesso di foga ed irritazione.
Non che avesse mai creduto nell’esistenza di uno spiccato senso della decenza in quella donna, ma davvero la Lounds lo aveva tampinato per due giorni, con un’insistenza e una perseveranza che in altre circostanze avrebbe definito ammirevoli, per arrivare a questo? Per chiedergli, lì alla sua scrivania, con un sorriso fintamente fanciullesco e sfacciatamente carico di aspettative, se lui, Frederick Chilton, direttore dell’ospedale psichiatrico di Baltimora e brillante dottore in psichiatria, avrebbe accettato di posare senza trucco né protesi, nudo, per la sua rivista scandalistica da quattro soldi?

«Lei è un sopravvissuto, Chilton», Freddie Lounds non si scompose. Il suo tono aveva un che di accondiscendente che alle orecchie del dottore suonò quasi offensivo. «La gente ha imparato a stimarla come affermato professionista nel suo campo - fece una pausa, selezionando accuratamente le parole giuste per carezzare l’ego del dottore - Perché non darle anche la possibilità di amarla come persona?»
Chilton si lasciò sfuggire una risata breve e nervosa, carica di sarcasmo. «Davvero lei crede che io frema dalla voglia di fare sfoggio delle mie graziose cicatrici? Che io abbia interesse nell’apparire come l’eroe della situazione, signorina Lounds? Ho forse l’aspetto di un eroe?» La guardò aggrottando la fronte, mentre ebbe l’impressione che la protesi al palato, quella mattina, stesse cominciando a dargli fastidio un po’ più del solito.
«Cosa crede, che io non veda l’ora di venire sbattuto in prima pagina come una sottospecie di fenomeno da baraccone o un reduce di guerra per compiacere i lettori della sua insulsa rivista scandalistica?» Le labbra gli si incresparono in un sorriso beffardo. «Per suscitare cosa? Morboso interesse? Repulsione? Pietà?» Sottolineò quest’ultima parola con un’espressione stizzita, mentre un lieve tremito gli percorse la spina dorsale.
«Lei sottovaluta il potere dell’opinione pubblica, dottore - la chioma rossa della giornalista ondeggiò leggermente - E soprattutto, il potere che l’opinione pubblica è in grado di conferire.»
Chilton proruppe in un verso di disappunto, mentre, sporgendosi sulla scrivania, si avvicinò al volto della donna, la voce ridotta ad un sibilo.
«Nudo
«Senza veli, né difese, Frederick. - la giornalista annuì impercettibilmente - Inerme e per questo assolutamente amabile. Ferito, ma sopravissuto. Ogni cicatrice, ogni pezzo mancante, a testimonianza delle sue straordinarie doti di adattabilità e sopravvivenza».

Il dottore non disse nulla. Era già in punto di alzarsi e congedarla, ponendo fine a quella ridicola messinscena traboccante falsità e condiscendenza, quando Freddie Lounds gli strinse con delicata fermezza il braccio. Chilton spostò lo sguardo dalla porta del suo ufficio alle dita bianche ed affusolate che ora gli tendevano la manica della giacca, agli occhi della donna – era malizia quella che ora sembrava animarli di una luce nuova? -, chiedendosi cosa ancora volesse e perché diavolo lo stesse toccando
«Scommetto che lei è un bell’uomo, Frederick.» Freddie Lounds lo disse piano, in un tono che non aveva più nulla di accondiscendente, facendo una pausa per rivolgergli un sorriso sbieco ed insistente.
«Anche dove non permette che la si guardi.»  Detto ciò, gli lasciò il braccio senza smettere di sorridergli e fece per sistemarsi la gonna, mentre un sottile e pungente senso di imbarazzo si insinuava nel dottor Chilton, costringendolo ad allentarsi leggermente il colletto della camicia. Fu un attimo, prima che con uno sbrigativo gesto della mano la invitasse ad andarsene dal suo ufficio.
«Arrivederci, signorina Lounds.» La vide raccogliere le sue cose e lasciare la stanza – che stesse ancheggiando impercettibilmente più del solito? –, seguì la cascata di ricci fulgenti scomparire dietro la porta e le sorrise forzatamente, con le labbra serrate, quando lei si girò a lanciargli un’ultima rapida occhiata. Gli sembrò che gli stesse ammiccando mentre richiudeva delicatamente la porta in uno scalpiccio di tacchi.
Finalmente il dottor Chilton si lasciò sprofondare nell’elegante poltrona di pelle, prendendo a mordere la penna com'era solito fare e sollevando le lustre scarpe di cuoio nero sulla scrivania.

Piccola stronzetta insolente” esalò infine, a metà tra un sorriso e un sospiro di sollievo.

 
 
  
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