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Autore: _Fedra_    23/10/2015    7 recensioni
Giurereste mai che le ragazze che abitano al piano di sopra siano in realtà due spietate cacciatrici di demoni?
Con l'arrivo di Claire e Teresa in uno squallido appartamento alla periferia di Roma, la Città Eterna si trasforma in un teatro gotico in cui nulla è più come sembra e anche il più candido angelo di pietra può trasformarsi in un mostro assetato di sangue.
Riuscirà il giovane Raki a sopravvivere in questa nuova realtà?
DAL CAPITOLO 1:
Un'ombra scura si allungò sulle gradinate della Facoltà di Lettere e Filosofia, salendo lentamente le scale che conducevano all'ingresso.
Claire osservò compiaciuta gli sguardi dei presenti che si spostavano per lasciarla passare.
Sui loro volti poteva leggere le espressioni più diverse: stupore, curiosità, invidia, timore.
Le sembrava di poter fiutare la paura nascosta dietro quelle maschere malcelate, come se in fondo il loro istinto animale gli stesse suggerendo che ciò che temevano di più al mondo si trovava proprio davanti ai loro occhi.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire, Priscilla, Raki, Teresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi d'argento'
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Trentasette.
Il punto debole
 
 
*

 

 

 

 

La Città Universitaria appariva in tutto il suo freddo splendore, come se la scia di sangue che stava sconvolgendo la città non avesse minimamente toccato i suoi muri bianchi.
A Claire ricordavano tante enormi lapidi cubiche che si elevavano contro l’immensità del cielo azzurro e perfetto.
Era di nuovo tornata lì, dopo un tempo che le era sembrato interminabile.
Nel momento in cui risalì la scalinata di fronte alla Facoltà di Lettere e Filosofia, nulla le sembrava cambiato dal giorno in cui vi aveva messo piede per l’ultima volta.
Solo quando incrociò i volti della massa umana che si accalcava per i suoi corridoi marmorei si rese conto che in realtà la vita era continuata durante la sua assenza.
 
L’edificio sembrava molto più affollato del solito e ovunque regnava un’aria di irresistibile frenesia.
Molti studenti apparivano vestiti di tutto punto, di colpo tramutati in persone adulte.
L’abbigliamento di tutti i giorni aveva lasciato il posto ad abiti scuri e formali, i capelli scompigliati avevano tutta l’aria di essere freschi di parrucchiere.
Anche gli sguardi non sembravano più stanchi e spauriti, ma fieri e consapevoli.
Uno stuolo di parenti, capeggiato da un enorme nonno che si faceva largo tra la folla minacciando di investirla con il suo imponente deambulatore blu, sembrava aver letteralmente invaso la Facoltà, recando con sé tonnellate di cartoni e involti pieni di pizza e altre cose da mangiare.
Più di uno non si preoccupava di nascondere alla vista le bottiglie di spumante.
Evidentemente, quel giorno ci sarebbero state delle lauree.
 
Claire si fece largo a fatica tra la folla, raggiungendo finalmente il suo piccolo Dipartimento.
Era difficile riconoscerlo, con tutta quella gente stipata in attesa dell’appello.
Due delle tre aule erano state sgombrate per permettere la discussione delle tesi e lungo le finestre erano già stati predisposti i buffet per i festeggiamenti successivi.
Una ragazza dai capelli scuri e la frangetta spettinata continuava a camminare su e giù in evidente stato di disagio nel suo corto tubino nero e i tacchi alti, stringendo al petto la sua tesi rilegata di fresco.
Al suo fianco, una coppia di fidanzati che sembravano appena usciti da una rivista di gossip si baciava appassionatamente, pregustando di raggiungere insieme quell’ambito obiettivo.
Al lato estremo del corridoio, una ragazza bionda salutava e abbracciava appassionatamente i parenti accorsi per festeggiare la prima laureata della famiglia.
 
Claire li oltrepassò a fatica, le sopracciglia aggrottate.
Per lei, era difficile concepire tutta quella euforia per conquistare quello che in realtà era solo un pezzo di carta.
A che serviva farsi chiamare Dottore, se avevi dozzine di demoni da sterminare a colpi di spada?
Cercando di ignorare la calca, la guerriera si fermò davanti all’Aula 2, scorrendo gli orari appesi alla porta.
Entro pochi minuti, avrebbe dovuto svolgersi la lezione di Arte Contemporanea.
Sbirciò dentro nervosamente, lo stomaco immediatamente stretto in una morsa d’acciaio.
Di lui nessuna traccia.
 
Ritirò la testa di scatto, sbuffando delusa mentre una lieve sfumatura di rossore si arrampicava lungo le sue guance.
Mi sto comportando da idiota, pensò furibonda.
Eppure, nel momento in cui era tornata in quella casa sulla Tangenziale, non era riuscita a resistere.
Lei doveva vederlo.
Ne aveva bisogno più di ogni altra cosa.
Il suo cuore sobbalzò nel momento in cui notò una ragazza dai capelli tagliati a caschetto, neri e lucidi come le piume di un corvo.
Giulia.
Se era venuta a lezione, voleva dire che da qualche parte doveva esserci anche Raki, ne era sicura.
 
“Ehi!”, salutò.
Per un attimo, la ragazza ricambiò il suo sguardo protetto dalle lenti a contatto scure, prima di oltrepassarla ed entrare nell’aula come se niente fosse.
Che razza di stronza!, pensò Claire, ripensando all’umiliazione di quella sera in discoteca.
Si mise a passeggiare su e giù davanti all’aula, per quanto la calca glielo permettesse, lottando contro il dubbio amletico sul seguirla o meno.
A pochi metri da lei, un gruppo di persone si era avvicinato alla laureanda con la frangetta, che li stava salutando uno a uno.
L’unico maschio del gruppo le presentò una ragazza molto carina che portava sottobraccio.
Lei le sorrise imbarazzata, stringendole la mano in evidente contrasto con la sfumatura lapidea assunta improvvisamente dal suo volto.
Un attimo dopo, la ragazza schizzò fuori dal corridoio, le mani incrociate sullo stomaco.
Non sapeva come, ma nel vederla Claire fu assalita da un pensiero sinistro quanto squallido.
 
Subito dopo, un rumore di passi attirò la sua attenzione.
Il cuore della guerriera sobbalzò per la seconda volta nel momento in cui incontrò gli occhi color del miele di Federica, che in quel momento arrivava di corsa con lo zaino che le sobbalzava sulle spalle esili.
Non fece in tempo a salutarla, che la ragazza era già sparita all’interno dell’aula, sedendosi vicino a Giulia.
Claire soffocò un’imprecazione, riprendendo a camminare su e giù.
Nel mentre, la studentessa dai capelli scuri era ritornata nel corridoio, mentre il ragazzo aveva preso a pomiciare appassionatamente con la sua compagna senza degnarla minimamente di uno sguardo.
Ogni minuto che passava, la guerriera sentiva il crescente bisogno di spaccare tutto e andarsene via da quel posto deprimente.
 
Le sue intenzioni cambiarono improvvisamente nel momento in cui nel suo campo visivo comparve il profilo esile di Silvia, che attraversava il corridoio a passo di marcia, i lunghi capelli scuri stretti in una coda di cavallo.
Questa volta, Claire agì senza nemmeno pensare.
“Ciao!”, esordì, bloccandole il passo.
La ragazza si fermò davanti a lei, scrutandola con i piccoli occhi castani incorniciati da un abbondante strato di matita nera.
“Oh, ciao”, disse dopo qualche istante necessario a capire chi avesse di fronte.
“Ehm, ti ricordi di me?”, avanzò Claire, profondamente imbarazzata.
“In effetti, hai un’aria familiare. Per caso frequentiamo qualche corso insieme?”.
È incredibile come gli umani dimentichino in fretta, osservò l’altra mordendosi il labbro inferiore.
“Ero alla festa di Halloween con Raki”, rispose di getto.
Nel sentire il nome del ragazzo, l’espressione sul volto di Silvia mutò all’istante.
“Oh, è vero! Scusami”, esclamò sorridendo. “Stai aspettando per la lezione?”.
“Sì”.
“Allora conviene accomodarci, prima che finiscano i posti”.
 
Sorpresa per quell’esplicito invito a unirsi all’inaccessibile gruppo di Raki, Claire la seguì all’interno dell’aula.
Nel vederla arrivare insieme a Silvia, Giulia e Federica le rivolsero un’occhiata a metà strada tra il sorpreso e l’irritato.
Dal suo canto, la guerriera non si preoccupò di rispondere con un’occhiata di sfida.
Evidentemente, quelle arpie non erano poi così smemorate come sembravano.
“Ciao”, la salutarono entrambe, schioccandole un rapido bacio sulle guance diafane.
Se solo potessi, vi staccherei la testa con una mano sola, pensò Claire avvertendo il leggero contatto delle loro labbra umide sulla sua pelle.
“Posso sedermi vicino a voi?”, domandò subito dopo, neanche stesse chiedendo loro chissà quale piacere.
Giulia e Federica si scambiarono una rapida occhiata, prima che la seconda si decidesse a rispondere come se la cosa le costasse un’immane fatica:
“Va bene. Tanto non credo che Raki venga, oggi”.
 
Ci fu un attimo di sospeso imbarazzo, nel quale Claire fu sicura che quelle tre stessero aspettando che lei girasse i tacchi e se ne andasse nel momento in cui avrebbe capito che il motivo per cui era venuta fin lì non si sarebbe presentato.
Come se lei potesse piegarsi a una simile umiliazione.
In tutta risposta, la guerriera abbozzò un sorriso e si sedette, gustandosi l’espressione interdetta sui volti di quelle tre un attimo dopo.
Appoggiò lo zaino a terra, raccattando il solito taccuino completamente intonso e fingendo di prepararsi ad assistere alla lezione.
In realtà, non perdeva di vista i movimenti delle ragazze con la coda dell’occhio.
 
“Come mai Raki oggi non viene?”, si decise a domandare dopo alcuni minuti.
Federica smise all’istante di parlare con le altre per voltarsi verso di lei, un’espressione avida dipinta negli occhi.
“Oh, a dire il vero sono diversi giorni che non si presenta a lezione”, disse in tono grave. “Non so se hai saputo, ma ha perso entrambi i genitori qualche settimana fa”.
“Sì, me l’ha detto”, rispose Claire in tono di sfida.
“Ah, bene”, fece Federica, visibilmente irritata per non avere l’esclusiva su quella terribile notizia. “E sai anche che ha rischiato di finire dentro?”.
A quelle parole, la guerriera sgranò gli occhi.
“Che cosa?”, esclamò.
“Già. Pensavano che fosse lui, l’assassino che sta terrorizzando Roma. Tutte cazzate, ovvio. La polizia l’ha rilasciato subito”, si affrettò a precisare Federica.
 
“Secondo me, il maniaco che stanno cercando è il solito extracomunitario”, fece eco Giulia, con il tono di chi la sa lunga. “Vedrete che lo prenderanno e poi lo lasceranno andare subito con qualche scusa. Chissà, magari dopo qualche tempo potremmo scoprire che è diventato ricco sfondato a forza di scrivere libri e a partecipare a talkshow in sua discolpa mentre noi che ci facciamo un culo così se ci va bene camperemo con due soldi al mese…”.
Spero che lo yoma vi trovi, vi sbrani e si strozzi, pensò Claire disgustata, ribadendo ciò che aveva detto di quelle tre scimunite la sera in cui le aveva conosciute.
“Chissà, magari invece è proprio Raki. Ce lo vedo, a fare il serial killer”, commentò Silvia ridacchiando.
“Ma no, che dici! Raki è così…puccioso!”, rispose Federica, ammiccando.
Le altre risero, mentre Giulia aggiunse:
“Ma sono proprio quelli insospettabili come lui a essere i più pericolosi!”.
 
“Ah, ah, ah! Cucciolo!”, esclamò Federica. “Però, ragazze, è un secolo che non lo sentiamo. Perché un giorno di questi non lo invitiamo a prendere un aperitivo con noi?”, aggiunse subito dopo, dando deliberatamente le spalle a Claire, che in quel momento era sul punto di vomitare.
“Sì, sì! Mandiamogli subito una foto su Watsapp!”, esclamò Giulia, brandendo il cellulare. “Ehi, tu! Non è che potresti…?”.
“Sì, sì, sì. Dammi qua”, ringhiò la guerriera, afferrando il telefono e impostando l’inquadratura.
Ridete, ridete. Tanto sono io l’unica ad averlo baciato ed essere ancora viva, brutte troie!, pensò in tono di trionfo, mentre immortalava le loro espressioni sciocche con una generosa pressione del pollice sullo schermo.
“Grazie!”, trillò Giulia mentre si rimpossessava gelosamente del cellulare e si apprestava a spedire a Raki un messaggio denso di faccine e cuoricini.
Claire si voltò prontamente dall’altra parte, lottando contro la voglia irresistibile di voltarsi e prenderle a schiaffi.
 
In quel preciso istante, la docente entrò nell’aula.
Le luci si spensero e la lezione iniziò.
Per tutto il tempo, Claire non prestò attenzione a una sola parola di quanto detto, limitandosi a scarabocchiare distrattamente sul suo blocchetto.
Nemmeno le sue tre compagne di corso sembravano interessate alla lezione.
Per tutto il tempo, non fecero altro che scriversi messaggi sui bordi della pagina del quaderno di Silvia, che si passavano a turno.
Solo quando ci fu la pausa, gli occhi di Claire vi caddero distrattamente sopra.
Il suo stomaco si strinse nell’ennesima morsa nel momento in cui vi riconobbe una grafia minuta e tondeggiante, che poteva appartenere a una sola persona.
Al suo fianco, due cuoricini con la scritta Sei speciale.
E Raki, a sua volta, aveva risposto con altri due cuori, piccoli e tondi.
 
“Che fai, te ne vai già?”, domandò Silvia, alzando lo sguardo su di lei.
“Tra poco devo andare al lavoro”, rispose Claire levandosi in piedi e raccattando la sua roba. “Ci vediamo in giro, ragazze”.
Le tre stettero a fissare la Claymore con aria interdetta, mentre lei usciva dall’aula e si avviava all’esterno con la testa bassa e le mani affossate nelle tasche.
Nel corridoio, la festa continuava.
La ragazza con la frangetta era attorniata dai parenti festanti, una corona di alloro sui capelli scuri.
Sembrava l’unica a non essere felice di essere appena diventata Dottoressa.
Claire incrociò per caso il suo sguardo.
Lei le rivolse un timido sorriso, mentre la guerriera si limitò a passare oltre.
 
Superò quell’aria di festa, uscendo all’esterno.
Un vento pungente le pizzicò le guance e le scompigliò i capelli mentre scendeva le scale e si avviava lungo la strada costeggiata da edifici bianchi e squadrati.
In quel momento, l’unica cosa che voleva era fare a pezzi più yoma possibile.
Era stata via solo poche settimane, ma era evidente che molte cose fossero cambiate.
E che quella fosse l’ennesima dimostrazione di quanto fossero fragili gli esseri umani.
Ora più che mai, Claire avrebbe voluto tornare ad essere come loro.
Fragile.
Ignara.
Felice.
La guerriera si incamminò verso l’uscita della Città Universitaria, lo sguardo gonfio d’odio e di tristezza.
In fin dei conti, aveva perso fin troppo tempo con quelle squallide creature.
Era giunto il momento di tornare al lavoro.




Buonasera, belve! :) Come state?
Spero che non siate già andati tutti a dormire, perché purtroppo (ringraziando come sempre Trenitalia e la totale mancanza di Wi-fi nel mio Dipartimento) sono riuscita ad aggiornare solo ora...
Per questo, chiedo venia se dopo 12 ore fuori casa da stamattina alle 6 sono meno loquace del solito XD

A proposito di università, che ne pensate di questo colpo di testa da parte di Claire? 
Vi avverto: nei prossimi capitoli, la nostra numero 47 si abbasserà non poco al livello degli umani, sicura che essi siano disposti a fare lo stesso per lei...e il prezzo da pagare sarà altissimo!
Mai fidarsi del prossimo, questo è risaputo...specie se attualmente se la sta spassando con un Risvegliato * vero, Raki? *
A proposito del nostro crostaceo, avrei voluto inserire le sue prodezze già da questo capitolo, ma come vedete la Sapienza è riuscita a risultare troppo irruente anche qui. Rimedierò venerdì prossimo, non vi preoccupate, anche se per i dettagli dell'aggiornamento vi dovrò tenere informati perché prevedo un weekend moooolto movimentato.
Facendo un piccolo sondaggio: quanti di voi preferirebbero leggere il nuovo capitolo giovedì?
Ditemi voi come vi è pi comodo.
Nel frattempo, vi consiglio comunque di tenere d'occhio la mia pagina Facebbok per qualsiasi comunicazione: https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra 

E ora, via con i ringraziamenti! :)
Per le recensioni, il mio grazie più grande va alla mia sorellona Angelika_Morgenstern e ai mitici AlanKall, DeadNote666, bienchen e SognatriceAocchiAperti.
Un grazie particolare va anche a mio marito Xephil, che si affretta a farmi la sua dettagliatissima recensione per via telefonica prima ancora che per via telematica.
Un grazie infine ai miei tanti lettori silenziosi, che spero sempre si facciano vivi di tanto in tanto ;)

Ci vediamo dunque la prossima settimana, prima o dopo venerdì :)
Io ora filo sotto le coperte...non avete idea di quanto abbia bisogno di dormire in questo momento, dopo una settimana infernale!
Prometto che nei prossimi giorni sarò più carica XD

A presto, gente meravigliosa! :)
Vi voglio bene.

Vostra,
Fedra




 





 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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