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Autore: RubyChubb    21/02/2009    8 recensioni
Aspettava da un’ora, seduta sulla sua valigia grigia e rigida, tutta graffiata. Intorno a lei migliaia di viaggiatori di ogni nazionalità, persone che esibivano cartelli con strani nomi neri di pennarello e famiglie che si ricongiungevano, tra baci ed abbracci.
Ma ancora nessuno per Joanna…
Seguito di "Four Guys in her Hair" - RubyChubb & McFly
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Four Guys in Her Hair & And That's How I Realize...'
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17. My Perfect Distraction



Prese la cornetta del telefono e compose il suo numero, attendendo che Jonny rispondesse. Lo fece Arianna che, dopo averla chiamata, gliela passò dopo un saluto. Un paio di giorni non potevano esserle stati sufficienti per passare oltre la litigata con Danny, o quello che era stato. Non aveva conosciuto i particolari: Danny non glieli aveva voluti raccontare, preferendo fare l’irascibile con tutti quelli intorno a lui; Jonny aveva fatto altrettanto, isolandosi e concentrandosi sullo studio. Si chiedeva quanto a lungo potesse durare quella nuova situazione. Sperò poco, altrimenti ci avrebbe pensato lui stesso a farla affrontare ad entrambi.
Come ti senti?”, le domandò.
Stanca.”, rispose lei, con uno sbadiglio, “Il mio cervello si sta liquefacendo.”
Uhm... E’ una cosa alquanto fastidiosa.”, cercò di ironizzare con una piccola battuta ed una risata.
Abbastanza... A te come va?
Così così.”, le fece, “Potrà anche essere piena estate, ma non mi sento tanto bene.”
Hai la voce nasale, vedi di prendere meno freddo quando esci alla sera, per fare baldoria...”, lo prese in giro lei.
Lo terrò a mente.”, tagliò corto la disquisizione sul suo stato di salute, non l’aveva certo chiamata per farsi dare consigli in quel campo, “Senti, Jonny, ormai tutti noi sappiamo che sei qua... Tom ed Harry vorrebbero salutarti.”
Sono lì con te, adesso?
Non salutarti ora, per telefono.”, le fece, “Ma una di queste sere, vorrebbero sapere se possono invitarti a cena.”
Uhm...”, rifletteva, “Beh, mi piacerebbe...
No, Danny non ci sarà, te lo prometto.”, disse, roteando gli occhi con rassegnazione.
Ma non intendevo quello...”, lo corresse lei, con tono stizzito, “Va bene, ci sto. Posso dirlo anche ad Arianna?
Perché no?”, le disse, con entusiasmo, “Sarebbe un’idea magnifica!”
Guardò verso il suo soffitto, notando un ragno abbastanza gigantesco che gli camminava sopra la testa. Lo ignorò, passando oltre il suo copro ad otto zampe, e ringraziò anche il cielo per averla convinta con pochissime parole. Si era preparato ad una serie infinita di preghiere in tutte le lingue.
Quando siete libere?”, le domandò, “Per noi una serata vale l’altra, non abbiamo così tanti impegni mondani ultimante...”
Bella domanda... Ne parlo con Arianna e ti faccio sapere, va bene?
Perfetto... Aspetto una tua chiamata, non farmi crescere la barba troppo lunga!”


***


Attendevano che la porta di casa Judd si aprisse ad entrambe, che se ne stavano con un paio di bottiglie di buon vino importato tra le mani. Arianna ne approfittò per darsi una sistemata, guardandosi nel riflesso storpiato del vetro scuro e cilindrico.
Si ricorderanno di me?”, le chiese incerta, “Non è che passo per l’imbucata alla festa?”
Ci hanno invitate entrambe...”, le rammentò Joanna, “Non è una cena per pochi eletti.”
In quello stesso attimo, un Harry vistosamente sorridente le accolse.
Buonasera signore!”, esclamò, con fare elegante, “E benvenute nella mia umile dimora.”
Fece uno svolazzo con la mano, si scostò dall’entrata e lasciò libero il passo.
Judd?”, gli fece Joanna, “Tutta questa gentilezza dove l’hai trovata?”
Frugando nella borsa di Mary Poppins.”, rispose lui, imperturbabile, “Ora, vi prego, datemi le vostre cose, così le riporrò...”
Harry!”, squillò lontana ma stridula la voce di Giovanna, “Sta andando a fuoco tutto!”
Oh, cazzo!”
Fuggì verso la cucina, lasciando le due donne sulla soglia di casa, sbalordite.
Che dici, entriamo?”, disse poi Arianna.
Direi di sì...”, le rispose.
Un passo dopo l’altro, si fecero strada nel corridoio. Sentirono la risata di Dougie, poi un’esclamazione di Tom: li scovarono nel salotto, seduti sul pavimento come bimbi, intenti nello sfidarsi ad un qualche gioco di lotta all’ultimo sangue, con gli occhi fissi sullo schermo della tv e le mani impegnate con i joystick.
In cucina c’è un incendio e ve ne state a giocare alla playstation?”, li sgridò Joanna scherzosamente.
Ma quale incendio!”, rispose Dougie, “Gi voleva solo farsi dare una mano!”
Non poteva chiederglielo normalmente?”, domandò Arianna.
In questo modo si è assicurata che arrivasse.”, rispose Tom, “Harry fa di tutto per schivare gli affari di cucina.”
Non dirmelo...”, ironizzò Joanna.
Infatti, di lì a poco il batterista apparve con un grembiule rosa confetto legato in vita.
Non osate ridere!”, disse, vedendo le facce sorprese e pronte all'esplosione, ed indicandole con tono accusatorio, “Non osate ridere!”
No, non lo faremo...”, balbettò Joanna, cercando di trattenersi.
Bene!”, Harry strinse i pugni, verde dalla rabbia.
Non puoi lasciare tutto nelle mani di Giovanna!”, lo rimbeccò Tom, “Sei tu il padrone di casa!”
Fino a prova contraria, non lo nego.”, rispose Judd, “Ma non sono stato io a farle venire qua a cena!”
Beh, non ci siamo auto-invitate!”, si difese Joanna.
Sì, ma è stato Dougie a impormi di farvi venire qui!”, ringhiò lui, “E io odio cucinare!”
Suvvia...”, disse Arianna, finora stranamente a disagio, “Bevi che ti passa!”
Prese entrambe le bottiglie e gliele mise sotto il naso, con un sorriso sornione.
Con gli omaggi delle tue ospiti indesiderate!”, gli disse, invitandolo a prenderle.
Grazie del pensiero...”, borbottò l'altro, sempre scocciato.
Comunque molto piacere, io sono Arianna, ti ricordi di me?”, gli disse.
Sì, mi ricordo eccome.”, rispose Harry, “Ti trovai davanti del mio camerino che provavi ad appiccicare la stella con il mio nome sulla porta.”
Arianna rimase lievemente spiazzata, ma non tradì il suo sorriso; Harry, invece, prese le bottiglie e se ne tornò in cucina, a fare il suo dovere. Nell'attimo che seguì la sua nervosa dipartita, ci fu un breve silenzio che Tom ruppe con un abbraccio ed un 'come stai?' che scaldarono il cuore di Joanna. Poi passò ad Arianna, alla quale strinse cordialmente la mano, e Joanna fu sicura che sarebbe andata d'accordo con tutti loro; la conosceva bene e sapeva che non era difficile entrare nelle sue simpatie, ed al contempo era altrettanto semplice rimanerle antipatici.
Le due donne si sedettero poi alle spalle dei due sfidanti, che tornarono indisturbati a giocare, divertendosi.
Scusatemi!”, sentirono esclamare.
Si voltarono, trovando una Giovanna mortificata. Si scusò per non essere venuta a salutarle, incolpando Harry per la sua ben poca buona educazione, e si presentò con il suo solito entusiasmo, che colpì anche Arianna. La abbracciò e, con lo stesso calore che le aveva infuso Tom, le chiese come si trovasse.
Abbastanza bene.”, le rispose, “E tu?”
Starei meglio se venissi trattata come ospite, e non come sguattera, ma va bene lo stesso.”, borbottò Gi, “Tra poco è tutto pronto.”






L'ultimo piatto, che aveva ospitato il dolce portato da Tom e da Giovanna, giaceva davanti a tutti loro, ospitava ormai solo briciole e rimasugli vari. Buono come sempre, non c'erano dubbi, tanto che Arianna aveva proposto a Gi di farle da cuoca, ma lei aveva gentilmente rifiutato, sentendosi lusingata ma comunque più portata per la recitazione.
Tra pochi giorni ho il test di ammissione.”, spiegò Joanna, rispondendo alla domanda di Tom in argomento, “Sono abbastanza tesa.”
Sicuramente andrà bene.”, la incoraggiò Fletcher, sorridendole.
Si vede lontano un miglio che sei una secchiona...”, disse Harry, sempre educatamente bastardo nei suoi confronti.
Santa Maria!”, esclamò Arianna, “Sei un concentrato di acidità!”
Era la terza volta che glielo diceva.
Comunque non lo sono, Judd.”, lo corresse Joanna, “Me la cavo, non sempre bene ma ce la faccio.”
Sei una secchiona.”, ribatté l'altro.
Ok, una flebo di dolcezza per Harry!”, disse Dougie, scherzando.
Risero tutti insieme e fu molto piacevole. Amava stare con loro, non c'era alcun dubbio, li adorava davvero. Quasi come una fan, pensò sorridendo, ma le ammiratrici non venivano di certo invitate a cena come lei ed Arianna. Di certo, ora che si trovava così vicino a loro non avrebbe perso l'occasione di approfondire il rapporto. Lo avrebbe fatto indipendentemente da tutto.
E da tutti.
E come mai hai scelto quel particolare indirizzo?”, le domandò Giovanna.
All'inizio avevo pensato di tornare dalle lingue straniere, come ho fatto al liceo.”, le spiegò, “Poi ho valutato anche altri corsi di studio e, alla fine, ho eliminato tutto tranne quello.”
Sicuramente è molto interessante.”, disse Dougie, “E vedi di non farmi pentire!”
Joanna imbronciò le labbra, facendoli tornare a ridere.
Ok, papà.”, lo prese in giro, mettendosi una mano sul petto ed alzando la destra, a mo’ di giuramento, “Prometto che mi impegnerò per prendere dei buoni voti.”
Dio, Dougie!”, esclamò Harry, “L'unica cosa che sei capace di mantenere è il tuo rettilario, e ti sei preso la briga di pagarle gli studi? Sei pazzo!”
Volevi farlo tu, per caso?”, gli rispose Arianna, al posto del bassista.
Quel continuo ribattere alle frasi acide di Harry era stata la parte più comica della serata. Arianna si divertiva a zittirlo, lui sembrava provarci gusto nel giocare altre carte.
No, lo farò solo con i miei figli.”, disse, incrociando le braccia dietro alla testa e sbadigliando, “Se mai ne avrò uno.”
Se mai troverai qualcuno favorevole a partorire per te.”, assestò un bel colpo Arianna.
Credimi, ce ne sono migliaia.”, fece, lievemente risentito.
Escluse le fan?”, continuò lei.
Ovviamente!”, disse Harry, gonfiandosi.
Escluse tutte le cugine dal secondo grado di parentela in poi?”, aggiunse un altro filtro alla schiera di pretendenti del batterista.
Gli occhi dei quattro rimbalzavano tra i due, come se fossero stati i giocatori di una partita di tennis, e loro i giudici arbitri.
Harry, arrenditi.”, gli consigliò Joanna, “E' una che non molla...”
Era la verità, Arianna non lasciava l'osso finché non era il suo sfidante a farlo, e anche in quei casi preferiva tenerlo sopra la testa e sventolarlo in alto come una coppa di trionfo. Harry avrebbe trovato pane per i suoi denti, se avesse avuto la forza per affrontarla, oppure se non li avessero fermati, ma loro erano troppo impegnati ad ascoltare come si passassero la palla avvelenata e si divertivano a vedere Judd sbraitare come una donna con il ciclo.
Escludo le mie cugine, le amiche delle cugine e anche quelle di mia sorella, di mia madre, di mia zia e di mia nonna.”, disse, conteggiando sulla punta delle dita.
Chi altro ti rimane?”, gli domandò Arianna.
Il resto del genere femminile!”
Frequentano almeno l'asilo nido?”
Oh, mi arrendo!”, disse Harry, alzando le braccia e segnando così la fine del contenzioso, “Te la do vinta.”
Potresti pensare ad un'adozione!”, rincarò la dose Arianna.
Ok, vado a lavare i piatti!”, si inviperì il ragazzo.
In un batter d'occhio la tavola fu sparecchiata ed Harry, piuttosto che sottoporsi ancora alle angherie di Arianna, infilò le mani nude nell'acqua calda ed insaponata, strofinando via con forza tutti i residui di cibo. Nessuno ebbe il coraggio né la voglia di dargli una mano, sembrava più che autosufficiente. Presero i loro bicchieri, le bottiglie di vino e di acqua, e si spostarono dove potevano stare più comodi e non essere disturbati dal gorgogliare infastidito di Judd.
Ti trovi bene qua?”, le chiese Giovanna, una volta seduti al fresco del verde sul retro.
Quelle case inglesi erano tutte stramaledette uguali e prevedibili, pensò Joanna, che avrebbe potuto camminare ad occhi chiusi senza sbattere sugli spigoli dei mobili.
Molto.”, le rispose, “Anche se non ho ancora avuto modo di ambientarmi perfettamente, forse perché sono sempre chiusa in casa a studiare.”
Londra è caotica quanto Firenze?”, fece Tom, “Oppure molto di più?”
Per quello che ho visto, posso dirti che è come la mia città... Ma all'ennesima potenza!”, gli rispose, con occhi sbarrati al ricordo di essere stata imprigionata per un'ora in un imbottigliamento, con Arianna che imprecava come una pazza, “Ci sono milioni e milioni di auto, persone...”
Beh, quando inizierai i corsi, inizierai a farti miliardi di amici.”, le disse Dougie, “E vedi di non dimenticarti di me!”
Dougie, sei peggio di uno strozzino...”, gli fece, con una pacca sul braccio, “Metti gli interessi sui sentimenti!”
Scusami, Jo.”, la riprese Tom, “Non sono ancora riuscito a capire da quanto tempo ti sei trasferita.”
Quella domanda la spiazzò. Poteva rispondere con la verità, ma non sapeva quale effetto avrebbe sortito su di loro. Non voleva che pensassero male di lei o che fraintendessero la sua decisione. Titubò, guardando Dougie per chiedere aiuto. Lui alzò le spalle.
Cosa doveva dire allora?
Da diverso tempo, ormai...”, disse, con un sospiro e gli occhi bassi, “Da poco più di un mese...”
Al che seguì un corto silenzio, in cui si pentì di aver smascherato la sua bugia.
Me lo ha detto poco dopo, a cosa fatte.”, intervenne allora Poynter, togliendola dall'imbarazzo, “Ha avuto i suoi buoni e intuibili motivi per farlo.”
Sì, certamente, niente da obiettare in proposito.”
Tom le sorrise, ed anche Giovanna. Harry, se fosse stato presente, avrebbe borbottato una risposta delle sue; Joanna fu grata ai piatti da lavare, che lo impegnavano in cucina e lo tenevano lontano.
Vi chiedo scusa.”, disse ai due fidanzati, “Avreste dovuto saperlo.”
Non ti preoccupare!”, la rassicurò Giovanna con un sorriso, “Non è stata una decisione facile da prendere e la rispettiamo.”
E poi non siamo in diritto di dirti cosa è giusto o sbagliato.”, aggiunse Tom, “Se non volevi che Danny lo sapesse...”
Sentire il suo nome, per quei giorni taciuto totalmente, le fece fare uno sbalzo al cuore.
Grazie...”, disse loro, “Grazie di cuore.”
Le sorrisero ancora. Dougie, seduto accanto a lei, ne approfittò per strizzarle un occhiolino. Ultimamente si sentiva molto figlia di tutti, adottata da persone che si potevano classificare in ogni modo, tranne che nei limiti della normalità. Non aveva mai avuto una vera famiglia, e quella che pensava fosse diventata sua a tutti gli effetti non era composta dalle classiche figure genitoriali. Si sarebbe mai lamentata? Mai, appunto. Joanna sorseggiò un po' di acqua, si sentiva la gola terribilmente arida e secca.
Che ne dici, Tom, finiamo la partita?”, gli propose Dougie.
Ci sto!”, esclamò l’altro entusiasta.
In meno di mezzo secondo si volatilizzarono, lasciando le tre donne libere.
Mi chiedo che cosa trovino in quella Playstation.”, disse Gi, alzando le spalle con rassegnazione.
Non dice mai di no...”, fece Arianna, “Per questo rimarranno sempre fedeli a quella scatola. E non a noi.”
Già...”, si accodò Joanna, “Fortunatamente non sono macchine pensanti.”
Chi? La Playstation o quei due?”, sbuffò Arianna, ridendo, “Senza offesa...”, si rivolse a Giovanna.
Non sono mai stata d’accordo su qualcosa come questa volta!”, rispose l’altra, ridendo, “Odio quella consolle...”
Si godettero il fresco della serata inglese, guardandosi intorno.
Devo dire che sono contenta che tu sia qui, Jo.”, disse poi Gi, “Almeno porti qualcosa di diverso in questo pazzo mondo!”
Mi sa che non mi vedrai molto se continuerò a chiudermi in casa!”, le rispose.
Potresti vedermi apparire con un piede di porco alla tua porta.”, le fece l’altra, con tono fintamente saccente, “E costringerti ad uscire minacciando di scassinare la serratura!”
Sei una ragazza che non ha mezze misure. Mi piaci!”, si complimentò Arianna, anche lei sempre estremamente diretta nei modi di fare.
E’ che ho imparato ad essere abbastanza drastica, talvolta...”, continuò la ragazza, indicando con un cenno della testa la casa alle sue spalle e facendo intendere a chi si stesse riferendo, e non era Tom. Harry sembrava ancora impegnato nella pulizia della sua cucina, a sentire dalle imprecazioni arabe, che percepivano di tanto in tanto.
Ed è per questo che voglio essere ancora diretta.”, disse, con sicurezza nel tono della voce, “Cosa è successo con Danny?”
Peggio di una striscia di ceretta, pensò Joanna.
Beh... E’ successo che non succederà più niente.”, la informò, “Tutto qui.”
Giovanna sembrava abbastanza curiosa, come se avesse aspettato tutta la sera per conoscere i particolari. Ovviamente non si sentiva di parlargliene, avrebbe cercato di riferire il meno possibile sperando che non insistesse più del dovuto.
Mi dispiace...”
No, lascia perdere.”, la tranquillizzò, “Credo che sia destino che non accada niente.”
Non sono dello stesso parere.”, obiettò Giovanna, “A me piacevate insieme.”
Che cosa poteva dirle, se non anche a me?
Gli ha chiuso la porta in faccia.”, la tradì in pieno Arianna.
All’altra spuntarono due occhi avidi, come davanti ad un tesoro di monete e pietre preziose, mentre sulla faccia di Joanna c’era soltanto un’espressione stupita e quasi infastidita.
Sul serio?!”, esclamò Gi.
Sì.”, continuò Arianna, “Quel ragazzo era venuto per chiederle di dargli un’altra possibilità, e lei cosa fa?”
Arianna...”, borbottò lei, sentendosi le guance avvampare dall’imbarazzo.
Giovanna sembrava sempre più sbalordita.
Quel poveraccio ha incassato tutti i colpi, ribattendo fino allo stremo delle forze, poi se n’è andato.”, tornò imperterrita a sviolinare quello che era accaduto.
Si è presentato a casa mia ingannandomi!”, cercò di difendersi Joanna “Ha usato Poynter!”
Perché? Cosa c’entra Poynter?”, domandò Gi.
Sapendo che non le avrebbe mai aperto la porta di casa”, la anticipò Arianna, “Dougie ha prestato la sua voce al citofono.”
Giovanna alzò un sopracciglio, sintomo di una risata imminente, ma si trattenne. Poteva sembrare divertente al pensiero, ma non lo era affatto. Lei che l’aveva vissuta, non avrebbe augurato quella comparsata nemmeno al suo peggior nemico. Arianna non fu in grado di mangiarsi l’ilarità che aveva scatenato lei stessa, e le scappò una piccola risata.
Ok, prendimi pure in giro...”, le fece, innervosita, “Al mio posto non saresti stata molto contenta.”
Lo sappiamo, Jo.”, disse Arianna, “Solo che, a pensarci bene... E’ un po’... Insomma, fa un po’ ridere.”
Cercò di trovare un ipotetico lato comico, ma proprio non ci riusciva. Forse si stava prendendo troppo sul serio, o forse Arianna non era capace di capire quando lo scherzo non era appropriato.
Comunque”, Gi cercò di ristabilire la situazione, “a quanto ho capito, Danny non l’ha presa bene.”
Scosse la testa.
Potresti almeno ricambiargli il brutto scherzo!”, avanzò Arianna, “Se lo meriterebbe!”






Non aveva trovato niente di meglio da fare che appisolarsi sul divano. La televisione era accesa, riproduceva un film con Jack Nicholson che Danny aveva già visto, almeno fino a metà o poco più. Braccia incrociate sul petto, sentiva solo un lievissimo rumore di fondo, la voce gracchiante del pazzo criminale che cercava di sterminare la sua famiglia. La visione non conciliava il sonno, ma lui ne aveva tanto. Alla stanchezza, Danny poteva anche aggiungere il fatto che le serate solitarie erano noiose, non abituato. Non si era certo illuso di potersi unire al gruppo: non c’era stato bisogno di dirglielo esplicitamente, aveva capito da solo quello che era stato giusto fare. Volevano salutare una loro amica, e per questo l’avevano invitato a cena. Appunto, una loro amica, non sua. Non erano più amici, quindi non era educato che lui si presentasse. Oltretutto, non gli andava assolutamente di vederla.
Si avvicinò di un altro po’ alla spalliera, come se fosse stata l’unica cosa in grado di fargli una calda e confortevole compagnia. In un primo momento, non fu in grado di distinguere il rumore dalle urla basse del film che risuonavano nel suo soggiorno; poi riconobbe il campanello, e Danny si costrinse ad alzarsi dal comodo divano ed accogliere lo scocciatore.
Il viso sorridente di Giovanna poteva essere l’ultimo occupante della lista mentale delle facce attese, che aveva scorso rapidamente prima di girare il pomello della porta.
Hey...”, le fece stranito, “Che ci fai qui?”
L’altra alzò le spalle.
Facevo una passeggiata digestiva, mi sono chiesta cosa facevi e ti ho suonato il campanello.”, disse lei.
Gradì quella gentilezza, ma non la comprese. Non era usuale per lei suonargli il campanello con tutta quella spontaneità, ma non ci fece molto caso. Era stanco.
Stavi dormendo?”, gli chiese.
Beh... Sì.”, disse, ridendo, “Ma non ti preoccupare, mi ero solo appisolato davanti alla tv.”
Cosa guardavi di bello?”, domandò ancora.
Non poteva lasciarla ancora sulla soglia.
Entra pure, Gi.”, le fece, scostandosi dall’entrata.
Oh no, torno subito a camminare.”, rispose la ragazza, scuotendo la testa.
Non ti fermi nemmeno per qualcosa? Ti posso offrire da bere.”
Ti prego, no!”, esclamò, toccandosi la pancia, “Comunque grazie, Dan, è stato un piacere romperti le scatole mentre dormivi!”
Figurati!”, le disse, sorridendole, “Buona passeggiata!”
E chiuse la porta, più perplesso di prima. Si grattò la testa, in cerca di una giustificazione a quel gesto. Scrollò le spalle e se ne tornò sul divano; cercò di riprendere il filo del film ma fu del tutto inutile, per due motivi: il primo era dovuto al fatto che stavano scorrendo i titoli di coda. Il secondo, invece, si spiegava da solo: il campanello aveva suonato ancora. Si alzò e sbuffò annoiato. Non aveva voglia di avere delle visite, ok? C’era del male in quello? Trascinando i piedi sul pavimento, tornò alla porta.
Chi è?”, chiese, ancora prima di aprire la porta, ma non ebbe risposta.
Aggrottò la fronte. Attese qualche attimo prima di posare le dita sulla maniglia della porta ed abbassarla. Aveva quasi paura.
Stupido, hai guardato un film dove il marito cerca di uccidere il figlio con un’accetta...
Buttò indietro quella sceneggiatura, si faceva pena da solo. Non si era mai fatto impressionare dai film, e non era il caso di iniziare proprio quella sera. Aprì la porta. Gli aveva fatto molto piacere vedere la faccia di Giovanna, sorridente e contenta, ma affrontare gli occhi verdi di Joanna, che si muovevano veloci ed impauriti, come se avessero voluto essere da qualsiasi altra parte che lì, lo trapassarono da parte a parte.
Danny incrociò le braccia e abbassò lo sguardo.
Cosa fai qua?”, le chiese, come aveva fatto con Gi, ma in tutt’altro tono.
Joanna nascose una ciocca di capelli biondi dietro all’orecchio sinistro, e deglutì con forza.
Niente... Io...”, balbettò.
Niente?”, le fece, “Non si disturbano gli altri per niente.”
Si morse la lingua. Era cattiveria, ma non intendeva ritirarla.
Beh... Come stai?”, chiese ancora lei.
Molto bene. Tu?”
Joanna si strinse in un sorriso flebile, quasi forzato. Capiva che cosa c’era sotto: solamente uno stupido tentativo di rivalsa. Lui era entrato nel suo appartamento di soppiatto, sfruttando la voce di Dougie; lei, invece, aveva chiesto di farsi aiutare da Gi. Molto bene, lo riempiva di felicità.
Senti, ho delle cose da fare in studio.”, le fece, mentendole penosamente, “Degli accordi da sistemare... Cose così.”
Ok, va bene.”, rispose lei, “Scusa se ti ho disturbato.”
Cercò di non sentirsi in colpa e ne fu capace. Non era capace di trattare così freddamente una persona, ma ci stava riuscendo perfettamente.
Pensa di me ciò che vuoi, ma chiamami Little. Perché mi fa stare meglio. Molto meglio.
Ciao Joanna.”, le fece.
Si accorse subito dell’effetto che quel semplice cambiamento di nome causò in lei: Joanna rimase spiazzata e non controbattè. Danny non provò alcun piacere in quello, anzi, fece del male a se stesso, più di quanto si fosse aspettato.
Ciao...”, rispose lei.
Stammi bene.”
E chiuse la porta.
Danny lasciò la maniglia e fissò il legno davanti a sé. Ebbe un momento di smarrimento: gli parve quasi di vivere in un film, dentro ad uno dei loro video, e si trovò ad aspettare il ‘cut’ da parte del regista. Solo che quella stramaledetta parola non arrivava mai. Non c’erano ciak, non c’erano addetti al trucco, né assistenti ai cameraman. C’era solo la realtà, nessuno poteva dirgli che era stato bravo e che la scena appena girata era buona, nessuno gli chiedeva di rifarla perché aveva accidentalmente guardato dentro la telecamera.
Mi dispiace.”
Al di là della porta, Danny sentì la voce di Joanna alzarsi. Rimase in silenzio, quasi trattenne il fiato.
Danny, mi dispiace.”
Sbatté gli occhi più volte.
Danny?”, lo chiamò.
Stava per riprendere possesso della maniglia, ma non riuscì a toccarla. Se lo avesse fatto, non avrebbe risolto niente. Ci sarebbe stato solo un altro ‘mi dispiace’, e non gli bastava. Si dicevano troppo spesso parole come quelle, che perdevano così il loro significato.
Sentì Gi bisbigliarle qualcosa.
Dai... Provaci ancora.”.
No, mi sento una stupida a parlare con una porta...”, le rispose.
Sono sicura che sia lì dietro...”
Joanna sospirò.
Dan... Rispondimi, per piacere...”, la sua voce tremava, “Non so più come dirti che mi dispiace...”
E lui non sapeva più come dirle che non gli bastava. Forse era il momento giusto di farglielo capire.
Gi, andiamo.”, le fece, “Non c’è.”
Tenta ancora.”, insistette l’altra.
No, basta.”
Era il momento di farla finita.
Vi sento... Forte e chiaro.”, disse alle due ragazze, cogliendole di sorpresa.
Aprì la porta, ma non vide Giovanna. Danny dovette sporgere la testa fuori dal suo appartamento: la ragazza lo salutò lievemente imbarazzata, nascosta dal muro della facciata.
Potresti lasciarci da soli?”, le chiese.
Non marcò il tono infastidito, non ce n’era bisogno, Giovanna si allontanò salutandoli con un cenno di testa, e con un sorriso rivolto alla sua amica. Danny attese che attraversasse la strada e tornasse a casa.
Che cosa hai detto prima?”, fece a Joanna, “Non ho capito bene.”
Forse era meglio farla entrare, eppure lasciarla sulla soglia di casa creava quella specie di rapporto psicologico in cui Danny si sentiva uno scalino sopra di lei, e ne aveva bisogno. Se fossero stati allo stesso pari, molto probabilmente avrebbe finito per commettere qualche errore.
Beh... Ti ho detto che mi dispiace.”, ripeté lei.
Oh.”, fece, quasi con noncuranza, “Non mi sembri molto originale.”
Danny, per favore.”, si ribellò Joanna, “Non è facile parlare così…”
Era quello che aspettava.
Come pensi che mi sia sentito, quando sono venuto da te?”
Joanna non ebbe da controbattere, ma solo da rimanere in silenzio. Bene, si disse Danny, adesso poteva anche farla entrare ed annullare quella sorta di superiorità, si sentiva soddisfatto.
Soddisfatto un cazzo.
Sì, soddisfatto!
Si scostò e la osservò entrare: le sue braccia erano conserte sul petto, come a volersi difendere. Danny la accompagnò in soggiorno, e si sedette con lei sullo stesso sofà su cui avevano già passato alcuni momenti insieme: quando le aveva presentato Tamara, e chiesto poi cosa avesse pensato di lei; quando Joanna l'aveva sgridato perché il suono della sua chitarra, suonata piano durante la notte, l’aveva tenuta sveglia.
La fece sedere, mentre lui si accomodò dall'altro lato, il più lontano possibile; attese che dicesse qualcosa, ma niente.
Non hai... Alcunché da aggiungere?”, la esortò.
Joanna si morse le labbra, in cerca di coraggio, poi scosse la testa. Teneva gli occhi bassi, le mani unite sul grembo.
Bene.”, disse Danny, toccandosi gli occhi con aria stanca, “Mi fa molta rabbia realizzare ancora che, quando sono io ad invadere la tua vita, sei sempre pronta a tirare fuori gli artigli e combattere. Mentre quando sei tu a presentarti alla mia porta, non fai altro che rimanere in silenzio sul mio divano, in casa mia.”
Joanna prese a torturare il lembo della maglietta.
Ti comporti come una bambina.”, rincarò la dose di cattiveria nelle sue parole, “Quando gli altri toccano i tuoi giochi, strilli con tutto il fiato che hai in gola. Ma quando vuoi giocare, non hai il coraggio di sostenere il peso della partita.”
La osservava attentamente. Danny capì che tutto stava accadendo ancora, in un copione già scritto, letto e recitato. Sapeva cosa sarebbe successo, quale sarebbe stata la sua reazione, e la cosa lo fece arrabbiare di più di quanto non lo fosse stato già.
E poi ti metti piangere.”
Come non detto, Joanna asciugò subito una lacrima che era scesa silenziosa.
Questo è insopportabile.”, le disse, “Perché farmi sentire in colpa per quello che faccio è la tua tattica.”
Non è una tattica...”, rispose finalmente lei, “Credi che lo faccia apposta?”
Sì.”
Ti sbagli.”
No, non mi sbaglio affatto.”, ribatté prontamente, “E’ quello che ti vedo fare ogni volta!”
Non lo faccio di proposito!”, esclamò lei, serrando i pugni con rabbia, “Sono fatta così!”
E allora cresci!”, le disse, “Prendi la vita di petto e smettila di comportarti come una vittima del mondo! Non sei l’unica che subisce torti ogni giorno!”
Non voleva scuoterla in quel modo, non avrebbe mai provato soddisfazione nel trattarla così, ma doveva farle capire quali erano i suoi errori. Non poteva chiudersi su se stessa ed escludere il mondo, come aveva fatto per tutta la vita, per poi pretendere di essere compresa da tutti, incondizionatamente. Non era così semplice, non era così facile.
Le persone ne soffrivano e le chiudevano la porta in faccia.
Le persone come lui ne soffrivano...
Ok, ho capito.”, gli dissemJoanna, “Basta, siamo pari.”
Pari in cosa?”, le fece.
Io ho cacciato te, ora tu cacci me.”, disse Joanna, “Lo sapevo che non sarei mai dovuta venire, ma mi sono lasciata convincere lo stesso.”
Si chiese chi tra Arianna e Giovanna l’avesse spinta a quello.
Prima di trasferirmi qua, anch’io ho stabilito la mia scala delle priorità.”, si riprese lei, “Devo pensare a me. Poi ci sono gli amici e la famiglia.... E poi tutto il resto.”
La lasciò continuare.
Tu sei classificato nel resto.”, fece ancora Joanna, “Non ci si sente molto bene a scoprire di non essere speciali come si pensava, vero?”
Lo stava facendo per stupida rivalsa, ne era sicuro.
E vuoi sapere il vero motivo per cui mi sto comportando così?”
Era proprio curioso.
Avanti, dimmelo.”, le fece, incrociando le braccia.
Perché non sono mai stata davvero indipendente.”, gli disse, “Prima c’era mio padre, poi c’era mio fratello... E quando loro se ne sono andati, sei arrivato tu. Sono stufa di essere sempre legata a qualcosa, a qualcuno... E a un sentimento.”
Le chiese di spiegarsi meglio, sinceramente non la capiva.
Danny, voglio con tutto il cuore realizzare qualcosa nella mia vita. Voglio cercare di uscire fuori da quello stesso guscio in cui tu mi accusi di rimanere imprigionata.”
E allora perché non lo fai!”, esclamò.
Ormai la rabbia che provava si era trasformata quasi in calma piatta. Rassegnazione. Era stanco di combattere.
Perché sei ci sei tu, non penso ad altro.”, disse Joanna.
I suoi occhi verdi lo stavano trapassando da parte a parte, sbucavano al di là di lui stesso.
Perché mi riempi la giornata, perché mi distrai.”, continuò lei, “Perché se ci sei tu, non c’è tutto il resto. E tu non puoi essere il centro del mio mondo. Io sono il centro del mio mondo.”
Di certo quelle parole non lo fecero stare meglio, sebbene potessero illuderlo per un solo istante.
Io vorrei stare con te, Dan.”
Vorrei.
Ma devo pensare a me stessa.”
Danny appoggiò i gomiti alle ginocchia e si passò le dita nei capelli.
Non capisco il motivo per cui hai paura di me.”, le fece, “Io non ti voglio fare del male.”
Saresti una distrazione.”, ripeté lei ancora.
E’ una bugia grossa e ripetuta così tante volte che alla fine niente può togliertela dalla testa.”, borbottò Danny.
Sospirò, ormai non aveva più la forza di combattere. Aveva già perso in partenza, ancora prima di capire di essere innamorato di lei. Era inutile continuare a sbattere contro un muro che non voleva essere abbattuto, lui non era un ariete invincibile che poteva sfondare qualsiasi porta davanti a sé. Alcune di queste erano blindate all’inverosimile e la tua testa dura non poteva fare altro che scalfirle lievemente. Poteva abbandonarle, dimenticarle, fare finta che non fossero esistite.
Ma poteva anche non arrendersi. Anche le pietre potevano rompersi, anche l’acciaio poteva essere forgiato, e qualsiasi materiale aveva sempre un antagonista che poteva modellarlo a suo piacimento.
E credi di avere la forza per poterlo fare?
Ok...”, le fece, non avendo ricevuto alcuna parola in cambio delle sue ultime, “Allora credo che possiamo anche voltarci le spalle e far finta che niente sia successo.”
Per qualche attimo lei esitò.
Sì...”, disse poi, “Va bene così.”
Perfetto...”, le si avvicinò, “Posso darti un abbraccio, oppure preferisci una stretta di mano... Che so... Un cenno della testa?”
Si sentiva cattivo e si odiava. La voleva, non c’era dubbio, ma non era ricambiato. Era evidente e allora preferiva fare lo stronzo, trattarla come se fosse stato niente, perché era più facile. Timidamente, fu Joanna a fare un ultimo passo in avanti ed a stringere le braccia al suo petto.
Danny non voleva piangere, ma faceva male, cazzo se faceva male. Chiudeva gli occhi e la sentiva ancora più vicina di quanto non fosse già. Un suo braccio andò a fermarsi sulle sue spalle, ma ci rinunciò. Non ci riusciva.
Non ci riesco.”, le disse.
Quell’abbraccio era come un filo sospeso nell’aria. Lei teneva saldamente le forbici strette su di esso, prima o poi lo avrebbe tagliato e i due capi morti sarebbero caduti lontani.
E non voglio.
Per favore.”, le disse ancora.
Doveva lasciarlo. Odiava sentire il battito del suo cuore attraverso la pelle, non lo sopportava. Odiava anche sapere che le sue lacrime gli stavano bagnando la t-shirt. Odiava sapere che l’abbraccio stava facendo pesantemente vacillare le sue convinzioni.
Odiava sapere che dentro di sé voleva ancora provarci.
Odiava sapere che lei lo avrebbe sempre respinto di nuovo.


Non c’è niente di più fragile del vetro.
Puoi vederci attraverso, puoi ammirarlo
ma se lo tocchi nel suo punto più debole, va in mille pezzi.
E allora fatichi a rimetterlo in piedi, spesso nessun collante al mondo è sufficiente per unire
tutte le tessere taglienti, e qualche piccolo buco rimane sempre vuoto.
Ma se cerchi di inciderlo, di imprimere qualcosa su di esso, il vetro non te lo permetterà.
Ci vuole tempo, pazienza.
E una punta di diamante.


Con poca gentilezza si liberò dalle sue braccia, sotto gli occhi scioccati e spalancati di Joanna. Era stato travalicato un limite, una linea rossa ben precisa. Al di là di essa c’erano due scelte ben precise: una era quella voluta da Joanna, quella di cui si era convinta; l’altra era la sua. Dato che non aveva alcun potere di manomettere in nessun modo quella di lei, poteva benissimo affrontare la propria.
Le prese le guance e le avvicinò alle sue, baciandola.
Quella era la sua decisione, la sua scelta. Voleva provarci ancora ed andava avanti perché voleva dimostrarle che si sbagliava. Lui non le avrebbe fatto del male, non era una distrazione; Danny non voleva dimenticare tutto e trattarla come l’ultima di una lunga lista di ‘cose da fare’, ma non poteva imporlo a Joanna: ci aveva provato, e quale era stata la sua reazione? Lo aveva completamente escluso. Piuttosto, Danny se ne sarebbe rimasto ad aspettare, avrebbe affrontato il tempo e cercato tutta la pazienza che sapeva di possedere. Le sarebbe stato accanto, convincendola lentamente che poteva tornare a fidarsi di lui.
A fidarsi di loro due.
Forse sbagliava, forse la decisione giusta non era quella. Forse lei aveva davvero bisogno di rompere completamente i rapporti con quelli come lui, quelli da cui dipendeva. Ma anche lui dipendeva da lei, e non voleva che tutto quello cambiasse. Già una volta si era arreso davanti agli ostacoli e la sua decisione li aveva portati lì.
Non era possibile che una persona potesse essere in grado di farlo stare così male, ed al contempo così bene. Neanche Tamara c'era riuscita, Danny dubitava delle altre prima di lei. Molto probabilmente perché tutto era stato tutto più facile, dal primo momento fino all'ultimo.
Continuò a baciarla finché si sentì soddisfatto.
Sei ancora convinta che io sia una distrazione?”, le fece.
Lei lo guardò dritta negli occhi, cercando di capire il senso delle sue parole.
Sì.”, gli rispose.
Tornò a baciarla, anche più di prima. Le passò un braccio attorno alla vita e la sollevò da terra. Dal giorno successivo Danny avrebbe imparare ad aspettare, a premere il piede sul freno e lasciarle il tempo che le serviva per realizzare i suoi progetti. Non avrebbe preteso niente, tranne il pensarla sua.
E adesso?”, le domandò ancora, “Convinta del contrario?”
No.”
La posò a terra, tenendola saldamente per i fianchi, come se avesse potuto scappare sotto ai suoi occhi. Non le liberò neanche le labbra, che continuava a baciare avidamente, quasi senza respirare. Con delicatezza la costrinse ad indietreggiare, finché le sue gambe non toccarono il bordo del divano e furono costrette a piegarsi. La lasciò sedere e prese posto accanto a lei. Con la punta dell'indice le solleticò il collo, per poi marcare quella stessa linea con altri baci. La mano non l'abbandonò, ma scorse con una carezza sulla guancia, sul mento, fino a sentire il battito del suo cuore, incessante in mezzo al petto.
Vuoi che continui a distrarti?”, insistette ancora.
Voleva che gli rispondesse di sì, ma lei esitava. Era incerta, ma poteva aiutarla ad accontentarlo.
Little?”
Gli occhi giuzzarono dentro ai suoi.








Speriamo non si facciano troppo male.”, borbottò Harry, “Non ho voglia di andare a raccoglierli con la ramazza.”
Arianna gli dette una pacca sulla nuca, così forte che la testa del batterista sbalzò in avanti.
Dillo che sei geloso di quei due!”, esclamò poi la donna.
Dio... E' stato doloroso!”, protestò lui, toccandosi il collo dolorante, mentre gli altri ridevano in sottofondo.
Arianna sembrava tranquilla, sebbene avesse notato in lui una certa aria pensierosa, mentre Giovanna era anche troppo ottimista. Tom era neutrale, Harry continuava ad essere acido con tutti. Dougie pensò al futuro e a quello che avrebbero avuto davanti ai loro occhi.
Forse il suo caro batterista avrebbe davvero avuto bisogno di una ragazza, e gli dispiacque quasi che Arianna avesse avuto quasi il doppio della sua età. Il loro continuo becchettarsi sembrava provocare scintille, ma era sicuro che lei non si sarebbe mai persa dietro a qualcuno come lui. Fossero stati coetanei, sicuramente non li avrebbero visti separati per molto. Ad ogni modo, Harry sembrava felice, anche se aveva quei picchi di astio verso il mondo, erano una sua caratteristica peculiare.
Tom, seduto accanto alla sua Giovanna, le passava un braccio sulla spalla e giocherellava con una ciocca dei suoi capelli. Si chiese quando quell'imbecille di Fletcher le avrebbe chiesto di sposarlo... Forse mai, era troppo imbranato per decidersi. Gli venne da pensare a cosa avrebbe organizzato per il suo addio al celibato. Di sicuro, qualcosa con tante, tante, tante donne nude.
Arianna e il suo locale avrebbero spopolato, lei era una brava intrattenitrice di relazioni pubbliche e gli inglesi erano troppo affamati di cucina internazionale, soprattutto buona come quella italiana. Era già stato al ristorante, aveva visto come procedevano i lavori e con Arianna avevano stimato che in un mese sarebbe stato tutto pronto per l'inaugurazione.
Molto probabilmente, Jonny si sarebbe laureata con il massimo dei voti, aveva proprio l'aspetto e la maturità di una secchiona con i contro fiocchi. Poteva diventare una ricercatrice, continuando a varcare i gradini dell'università, oppure... Boh, non aveva ancora capito cosa andava a studiare, doveva chiederglielo al più presto. Era importante che scegliesse un indirizzo con un buono sbocco lavorativo, altrimenti si sarebbe trovata con un...
Si scosse, dandosi due schiaffi invisibili. Stava parlando come un adulto! Era inconcepibile!
Gli scappò un sorriso.
Si chiese davvero che cosa stesse succedendo là fuori, dall'altra parte della strada, in casa Jones. Era un po' teso, non sapeva se sperare in bene o in male... Certo, se l'avesse vista apparire sorridente avrebbe tirato un sospiro di sollievo lungo un anno intero. Ma se fosse tornata imbronciata, o in qualche modo triste, si sarebbe innervosito come poche altre volte.
E lui? Beh, lui stava bene così. Aveva avuto le sue storie, i suoi flirt, i suoi dolori, e per il momento cercava solo la pace e la tranquillità dell'essere single mentre tutti intorno a lui sembravano stare bene, da soli o in coppia. La sua famiglia si era allargata, ne era entrata a far parte anche quella piccola testarda e orgogliosa di Jonny, presto ne avrebbe dato notizia anche a sua mamma, era sicuro che le sarebbe piaciuta. Non poteva esserne altrettanto certo con sua sorella... Gran brutto carattere, ma sapeva essere affettuosa, se solo si aveva la pazienza di far uscire quel suo lato ben nascosto.
Incrociò le dita dietro alla testa.
Qualsiasi cosa il destino avesse deciso di mettergli davanti, ormai aveva intorno a sé tutto ciò di cui sentiva di aver bisogno.






Chiuse il quaderno degli appunti. Tutti i ragazzi si alzarono, come automi, e presero a stiracchiarsi. C'era chi sbadigliava, chi faceva fatica a camminare... Era lunedì per tutti loro e la baldoria della domenica era sempre difficile da smaltire, anche per lei. Sentiva gli occhi bruciare, aveva bisogno di dormire ventimila ore per riprendere tutto il sonno che aveva perso.
Kris le dette una piccolo colpo sulla spalla.
Fatto tardi ieri sera?”, le domandò.
Sì... E' stato tremendo...”
Lavorare al locale di Arianna e servire ai tavoli come una volta era molto stancante. Soprattutto quando erano assediati da loro connazionali chiassosi e mezzi ubriachi. Si ricordò perché aveva amato tanto lavorare allo Strictly English: la clientela straniera era sempre molto più educata e composta di quella italiana. Arianna aveva deciso di chiamare il ristorante con un nome alquanto bizzarro.
Mina.
Quando le aveva chiesto perché dedicarlo alla celebre cantante italiana, Arianna le aveva risposto che la cantante era venuta in sogno, dicendole che le avrebbe donato fortuna e clienti se avesse dato il suo nome d'arte al locale. Joanna aveva obiettato dicendole che la signora Mina non era ancora morta e che doveva aver avuto un'allucinazione da cibo avariato, ma Arianna si era fermamente convinta di aver ragione e, forse per dono del cielo, forse per abilità negli affari, il Mina era sempre pieno di gente.
Meglio così, si era detta, era già tanto che non avesse avuto una squallida insegna con scritto Little Italy...
Lavorare fino a tardi e poi seguire le lezioni era uno stress spesso insopportabile, ma era il suo dovere e doveva rimboccarsi le maniche per andare avanti.
Odio il mio paese!”, esclamò Joanna, “Siamo troppo irruenti!”
Kris scoppiò a ridere.
E io invece mi trasferirei in Italia anche adesso!”
Era una delle tante ragazze che aveva conosciuto frequentando i corsi universitari. Incredibile ma vero, lei che aveva sempre avuto problemi a trovarsi degli amici, lì dentro non aveva avuto molte difficoltà nell'attaccare bottone con gli altri. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, appunti dopo appunti, si era costruito un piccolo gruppo di amiche un po' più fidate, in cui Kris spiccava nel mezzo alle altre.
Lavorava anche lei al Mina, di solito nel suo stesso turno, ma non la sera precedente. Aveva chiesto di non lavorare, era il suo compleanno, e Arianna le aveva ovviamente accordato la giornata libera, da poter spendere con il suo ragazzo, Adam. Joanna la conosceva da sei mesi ormai, più o meno dal primo giorno di lezione, era stata Kris stessa a presentarsi, dopo che le aveva prestato una gomma per cancellare alcuni appunti. Fisicamente si somigliavano, solo che Kris era qualche dita più alta di lei, ed era molto più chiacchierona.
Si trovava bene anche con le altre -Mary, Karol, Brianna e Sam- ma Kris era stata la prima, e oltretutto aveva in comune con lei qualcosa di particolare.
Avanti, raccontami di ieri sera!”, le fece, esortandola a raccontarle della serata passata con Adam.
L'altra andò in brodo di giuggiole.
E' stato fantastico, Jo, non puoi immaginarlo!”, disse con voce stridula, “Non sai cosa mi ha regalato!”
Dio! Cosa?”, le chiese, curiosissima.
Te lo mostro per strada!”
Kris aveva la fortuna di avere un'auto tutta per sé. Ah, altro particolare che le aveva legate ancora di più: abitava nel palazzo davanti al suo, lo avevano scoperto per caso, dopo un mese di lezioni insieme. Così, da quel giorno Joanna aveva smesso di salire sulla metro e, d'accordo con Kris, dividevano i costi della benzina. Spesso gliel'aveva anche prestata, si fidava molto l’una dell’altra.
Camminarono, raggiungendo il parcheggio del campus e salendo in auto. Faceva freddo, era gennaio inoltrato, e non tolsero le sciarpe e i guanti che indossavano, almeno non per il momento. Kris accese il motore, permettendo così al radiatore di scaldarsi e di far funzionare tutto l'impianto dell'aria calda. Sarebbero congelate se non avessero fatto altrimenti.
Allora! Fammi vedere il regalo!”, le disse ancora.
Apri il cassetto davanti a te!”, le rispose Kris.
Allungò le dita e lo fece.
Spalancò gli occhi, poi scoppiò in una risata.
Ma così non vale!”, esclamò Joanna, “Con un regalo del genere si va sul sicuro!”
Prese la custodia del cd, scuotendo la testa. Conosceva la copertina a memoria, così come tutte le canzoni che conteneva, ed era uscito solamente il giorno precedente. Aveva avuto il privilegio di stringere tra le mani la bozza finale del nuovo lavoro dei McFly con più di un mese di anticipo su tutto il resto del mondo, fatta esclusione per gli addetti ai lavori.
Sentì di nuovo quella punta di dispiacere. Kris si fidava quasi completamente di lei, ma non riusciva a fare altrettanto... Era una vera fan del gruppo, una di quelle con tutte le lettere maiuscole che riempiva la camera dei loro poster, tanto che quando vi entrava non poteva fare a meno di sentirsi in soggezione, come se tutti quegli occhi potessero controllarla. Quando era Kris ad andare in casa sua, invece, doveva prendere la piccola precauzione di far sparire qualche fotografia, tanto che ormai neanche le riappendeva.
E' stato carino Adam, non credi?”, le domandò, tutta gongolante.
Per forza!”, esclamò, “Non parli altro che di loro!”
Non è vero!”, protestò l'altra.
Sì che è vero, me li hai fatti venire a noia!”, le fece ridendo.
Infatti tu non sei normale, sei aliena. I McFly piacciono a tutti, o almeno a quelli sani di mente!”
Ogni volta che diceva qualcosa del genere, le veniva la voglia di dirle tutto.
Ma come avrebbe reagito?
Lo hai già ascoltato?”, domandò all'amica.
Volevo farlo con te, ho dovuto resistere fino all'ultimo!”, disse, battendo le mani come una foca per la gioia, “Credo proprio che stavolta te li farò piacere.”
Dici?”
Con una rapidità impressionante, le sfilò il cd dalle dita e lo inserì nello stereo. Data l'età dell'auto, lo avrebbero ascoltato fino alla fine prima che il riscaldamento sputasse aria sufficientemente calda. Partì la prima canzone, Still Stranger, una ballata che parlava di due amanti che si incontravano dopo anni ed anni di lontananza.
Guardiamo il booklet! Voglio vedere che cosa hanno scritto nei ringraziamenti!”, disse Kris.
Conosceva benissimo chi tra i quattro era la sua fissazione. Saltò a piè pari Harry, che le stava antipatico, e dette una lettura veloce a Dougie.
Questo scarafaggio non crescerà mai...Sempre a scrivere le solite due o tre cazzate...”, sbuffò.
Le venne da ridere.
Oh, Tom ringrazia ancora la sua Gi... Ma che tenero!”, imbronciò le labbra in segno di commozione.
Tralasciò il resto, e si dedicò all'ultimo rimasto. Indicò una sua immagine
Joanna aggrottò la fronte, aspettandosi sempre un commento dei suoi.
Questo me lo devo sposare...”, disse, intristendosi, “Vediamo cosa ha scritto... Poi ti faccio vedere, ma prima tocca a me!”
Kris tornò ai ringraziamenti e lesse. Erano stati l'unica parte di tutto l’album a cui Joanna non aveva potuto dare un'occhiata, non erano stati inclusi nella bozza che aveva visto. Le avevano detto che portava sfiga.
Cosa?!?!”, esclamò con forza Kris.
Si preoccupò.
Che c'è?”, le fece, avvicinandosi a lei.
Ma che... Ma che cazzo! Non si da' proprio pace quel cristo!”
Si preoccupò ancora di più.
Cio... Cioè?”
Leggi con i tuoi stessi occhi!”
Un dito puntato sulle parole.
Vorrei sapere chi è questa qua, le tiro il collo! Ti giuro che stavolta lo faccio davvero!”
Cosa avrà scritto mai...”, le fece, con voce tremante.
Guarda! Guarda!”
Prese sbraitare come una pazza mentre lei cercava di leggere, sentendosi il cuore in gola.
Le torco i peli del culo!”, sentì dire, “E poi perché la chiama Little? Io voglio sapere il suo vero nome, così la vado a cercare!”
Era frastornata.
Grazie anche a te, Little. A volte vale davvero la pena aspettare il tuo sorriso.
Joanna sorrise, sentendosi leggera come una piuma. Se Kris avesse acceso il riscaldamento sarebbe volata via, sospinta dall'aria che usciva fuori dalle bocchette. Avrebbe volteggiato per un po', finché il vento avesse avuto voglia di portarla con sé, poi sarebbe atterrata da qualche parte. Per partire di nuovo.
Ma non lo ha capito che le donne vogliono solo sfruttarlo?”, continuò la sua amica, “Dio, dovrebbe diventare gay… Anzi, dovrebbe sposarmi!”
Balbettò qualcosa che cercava di essere sensato ma Kirs non l'ascoltava, era tutta presa ad inveire contro la nuova disgrazia che si era abbattuta sul suo doveroso matrimonio con Danny.
Credo che... Che il motore sia pronto...”, ripeté Joanna, alzando il tono della voce.
Sì, sarà meglio che andiamo!”, fece Kris, “Da te?”
Da me.”
Arrivò a casa che si sentiva ancora trasparente come l'aria, mentre quell'altra non la smetteva di ribollire come una pentola a pressione. Non le dava udienza, sebbene la stesse offendendo, talvolta anche pesantemente. Se avesse saputo...
Il destino sapeva giocare proprio dei brutti scherzi.
Dai, basta.”, le disse, mentre infilava le chiavi di casa nella serratura della porta condominiale, “A quella povera ragazza fischieranno le orecchie così tanto che...”
Spero che le esploda la testa!”, rispose Kris, incrociando le braccia, “Non vedo l'ora di dedicarmi alla storia medievale, così non penso a quella... E poi spiegami perché la chiama Little!”
Alzò le spalle, cercando di non avvampare, ma non ne fu capace.
Beh... Come faccio a saperlo io...”
Salirono le scale.
Potrei capire Tom, ha scritto Little Joanna per la sua Gi...”, riprese Kris, “Ma Danny! Che motivo ha di chiamare qualcuno in quel modo?”
Non le rispose.
Avanti, dimmelo tu che sei l'avvocato del diavolo!”, la esortò.
Joanna sospirò, chiedendosi se mai quella tortura avesse trovato una fine nei prossimi secondi.
Forse... Gli piace quel soprannome.”
Non ha comunque senso!”, ribatté Kris, “Lui deve piantarla con le donne, o almeno che scelga me, non lo farei soffrire affatto!”
Fortunatamente erano arrivati all'ingresso di casa.
Adesso basta.”, le fece, salendo gli ultimi gradini.
Ok... Non dico più niente.”
E fu di parola. Si chiuse la bocca.
Aprì anche l'ultima porta.
Arianna, sono a casa!”, esclamò entrando e sperando che ci fosse, ma venne presto smentita.
Non ricevette nessuna risposta.
Vado in cucina, ho bisogno di un po' di acqua.”, disse Kris.
Ok, ti aspetto in salotto.”
Si divisero: Kris entrò nella prima porta alla sua sinistra, Joanna proseguì per la successiva.
Non appena scorse la figura seduta sul divano, si sentì gelare il sangue.
Che cazzo ci fai qui!”, disse piano, per non farsi sentire.
Sono arrivato poco fa, mi ha aperto Arianna.”, rispose Dougie, senza preoccuparsi di abbassare il tono della voce.
Se ne stava tranquillo a guardarsi una rivista. Anzi, era uno dei suoi quaderni per gli appunti.
E lei era nella merda più totale.
C'è Kris! Devi sparire!”, gli fece, liberandosi della borsa e dei libri.
E allora? Prima o poi deve saperlo, non credi?”, disse Dougie, scuotendo la testa e tornando all'esame del suo andamento universitario, “Siamo sempre alle solite, Jonny...”
Prese un cuscino e lo colpì in testa.
Sparisci, verme! Nasconditi!”
Cercò di colpirlo una terza volta, ma un grido agghiacciante le fece drizzare i peli del collo e delle braccia.
Troppo tardi.”
Ci furono dei passi veloci.
Credo di averla uccisa...”, disse Danny, con aria preoccupata.






Presero la povera Kris, ancora svenuta, e la portarono nella sua stanza, facendola distendere sul letto. Dougie si preoccupò di prepararle un po' di acqua zuccherata, mentre loro due rimasero fuori dalla camera, in attesa che si riprendesse.
Le ho solo detto ciao...”, disse Danny, sottovoce, “Non pensavo di farle questo effetto.”
Già…”, disse Joanna, “Ti vorrebbe sposare…”
Sospirò e incrociò le braccia.
Quando eravamo in auto, ha letto i ringraziamenti sul disco.”, gli spiegò, facendo volare gli occhi altrove.
Ci fu qualche attimo di silenzio.
Tu li hai letti?”, le chiese Danny.
Annuì con un cenno di testa.
E... Cosa hai pensato?”
Sentì una forte insicurezza nelle sue parole, e notò con la coda dell'occhio che si stava torturando le dita, cercando di nasconderlo.
Joanna sospirò, poi alzò il viso.
E gli sorrise.
Danny ebbe un altro momento di incertezza, ma presto liberò con lei un sorriso liberatorio, e si avvicinò per darle un bacio.
Non era facile, non era assolutamente facile, né bello come si poteva credere. Ognuno aveva la propria vita, uno scopo da seguire, ed era complicato far coincidere il loro tempo libero. A volte passavano due settimane senza che si fossero visti, in altri casi passavano tutte le sere insieme. Potevano farci pocoe le occasioni di scontro erano frequenti, ma era stata la loro scelta, nessuno dei due si sarebbe mai lamentato.
Avevano passato il Natale insieme, in compagnia di tutti i McFly al completo, incluse le loro famiglie. Una lunga tavolata di persone che ridevano e scherzavano, bevevano e si prendevano in giro, mangiavano e si complimentavano con le cuoche. Giovanna, Arianna e Joanna, l'unione faceva la forza, non solo una simpatica rima nell'accostare i loro nomi. Non era mai stata felice come in quel momento. Aveva tutto: una famiglia, gli amici, Danny, in più anche la sua carriera universitaria, appena iniziata, ma che la appassionava come poche altre cose. C'era pure qualcuno che, da lontano, ogni tanto chiamava per ricordarle che erano lì, ed aspettava un piccolo gesto che perdonasse tutto. Non aveva fiducia in quello, ma ogni telefonata la coglieva sempre meno scocciata, forse era un buon segno.
Era riuscita a passare quasi del tutto inosservata all'occhio tipicamente curioso degli inglesi, e non sempre le rare fotografie che li ritraevano insieme riuscivano a coglierla in volto, ma già da tempo Kris sapeva che il suo Danny aveva trovato qualcun'altra, dopo Tamara. Quella frase nei ringraziamenti aveva fatto traboccare l'acqua dal vaso, colmo fino al bordo già da un pezzo.
Si sentiva felice, ed era quello che aveva pensato non sarebbe mai successo. Mai.
Andate in un albergo! Dio, fate schifo!”, li apostrofò Dougie mentre si baciavano, comparso con una smorfia ed il bicchiere di acqua zuccherata in mano.
Risero, guardandosi negli occhi.
Ce n'è voluto di tempo...
Cinque sterline!”, disse ancora Poynter.
Si voltarono verso di lui.
Cosa?”, gli chiese Joanna.
Cinque sterline.”, ripeté, con un sorriso sornione, “E' il prezzo che si paga per questo spettacolo.”
Non lo capirono.
Guardò perplessa Danny, che fece spallucce. Un sospetto si annidò nella sua mente.
Si voltò verso la camera, alla sua destra.
La bocca spalancata di Kris fu l'ultima cosa che vide, prima che questa crollasse di nuovo a terra, svenuta per l'ennesima sorpresa.
Joanna sospirò.
Credo che l'abbiamo uccisa...”, disse poi.
Danny le sorrise e le dette un altro bacio.



Little Joanna's got big green eyes
I could die lying in her arms
where castles are made of sand and we start to dance
but only the music is bleating when crickets replace the band
She will always be my sunkissed trampoline.






THE END


E sono arrivata alla fine :) Chi di voi ha pensato 'se Dio vuole'? XD

E' sempre un dispiacere arrivare all'ultimo capitolo della storia, attendere gli ultimi commenti, ma ci si ritrova presto su questi stessi schermi, tranquille. Non so di preciso quando, né con quale storia (ne ho una già finita, un'altra in via di termine... si vedrà!), ma tornerò. Non sentite troppo la mia mancanza, mi raccomando!
Ringrazio tutte le recensitrici, chi ha letto e chi si è perso per la strada, ma un abbraccio speciale va a: Ciribiricoccola, x_blossom_x, Giuly Weasley e  ludothebest, tutte mcflyane convinte come me, ed anche di più! Altrettanti baci anche a picchia, Cowgirlsara e kit2007, che sono apparse nei commenti  dell'ultimo capitolo, così come in tutti gli altri. Non dimentico chi mi ha messo tra i preferiti, quindi un grazie va anche a tutte voi!


Che dire, spero di ritrovarvi presto :)

RubyChubb


   
 
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