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Autore: ChibiNekoChan    28/10/2015    3 recensioni
[Crossover AU - Canons: Detective Conan, Kaito Kid, Lupin III, Catherine]
A tokyo è il panico dopo le diverse morti senza spiegazione di uomini tutti della stessa spanna di età (dai 30 ai 50 anni) ritrovati senza vita nel loro letto.
Ad approfittare dello scalpore di queste morti sono Kaito Kid e Lupin, che, pensando che avrebbero distratto l'attenzione dal furto, pianificano di rubare lo stesso misterioso oggetto nello stesso giorno.
Tutte le migliori polizie e detective sono chiamati ad aiutare, ed il nostro Conan non sarà da meno.
Nel frattempo, Vincent continua ad avere degli strani incubi e non sa come spiegarseli, finché un giorno qualcosa cambia.
Genere: Angst, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Vincent era seduto sul divano dell’agenzia investigativa Kogoro, le mani tenute fra le gambe come a farsi piccolo piccolo, ogni tanto le strofinava come si fa quando si sente freddo. Si strinse nelle spalle.
Ci volle qualche minuto perché Kogoro posasse la sua tintinnante lattina e si alzasse per avvicinarsi al cliente, finendo per sedersi sulla poltrona accanto al divano. Gambe incrociate e mano sul mento. Conan intanto si era sistemato anch’egli seduto sul divano, accanto a Vincent ma sempre a distanza di sicurezza.
Ran era andata in cucina a preparare del thé caldo per accogliere l’ospite.
L’imbarazzante silenzio fu rotto dal detective dormiente, che emise un verso impacciato.
- Uuh… dunque. Cosa ti porta qui?
Vincent strabuzzò gli occhi e alzò lo sguardo verso l’uomo, Conan rimaneva in silenzio ma attento.
- Riguarda quelle morti avvenute questa settimana. - Mormorò con voce roca, Kogoro si sporse per avvicinarsi a Vincent, interessato.
Si sentì qualche rumore metallico sparso dalla cucina, probabilmente dovuto al trafficare di Ran.
Vincent continuò - Ecco, vede… credo di esserne collegato. Non so bene come ma… dal giorno esatto in cui è iniziata questa tragedia, i miei sogni si sono fatti strani. Cruenti, terribili. Ed in questi… - si schiarì la voce che aveva cominciato ad affievolirsi - una voce squillante e femminile mi parla di come tutti coloro che sono “finiti lì” pagheranno, mi fa i nomi delle vittime… anche prima che esse divengano tali… e le dichiara, beh, usa il termine “agnelli da macello”. Ed in questi sogni ho sempre la sensazione di rischiarci la vita… e mi preoccupa. Per favore, mi aiuti lei. Non so cosa significhi ma dev’essere collegato. - sospirò -  Deve esserlo. La prego.
Kogoro stette in silenzio, con lo sguardo fisso sul cliente e le mani giunte davanti alla bocca.
All’improvviso scoppiò a ridere sguaiatamente, così forte da far sussultare sia Vincent che il bambino.
- Tu non ci stai con la testa! - si asciugò una lacrimuccia - Suvvia, avrai visto qualche telegiornale di troppo al massimo! - Annaspò di quanto aveva riso - Dai, non farmi perdere tempo, su.
Vincent non ebbe il tempo di rispondere che il telefonino di Kogoro squillò, lui alzò la mano come a simboleggiare “aspetta un attimo”.
- Pronto? - Rispose, e subito si precipitò nell’altra stanza per restare in privato - Si, si.
Presto non si riuscì più a distinguere cosa diceva.
L’uomo con l’afro cacciò un sospiro avvilito.
Cominciò a toccarsi le mani e pizzicarsele probabilmente per l’ansia.
- Hey. - Abbozzò Conan, Vincent alzò lo sguardo - Parlando d’altro… ho notato… - fece una pausa per raccogliere coraggio, poi riprese - … assomigli molto a Lupin.
L’uomo annuì - … E’ mio fratello. Ma, ecco, non ci sentiamo da tanto. - Si passò una mano fra i capelli, appoggiandosi poi completamente sullo schienale e assumendo una posizione più rilassata, lo sguardo puntato verso il tetto e le braccia dietro la testa. Incrociò le gambe e cominciò a dondolarne una - Nemmeno tu mi credi, non è così?
Conan fu preso alla sprovvista da tutta quella sincerità, e scrutava Vincent con perplessità.
Scosse la testa - A dire il vero… ti sbagli. Mi interessa molto ciò che hai detto.
- Devi credermi, - ribadì il trentenne - ne va della mia stessa vita.
- Ti credo.
Vincent prese qualche respiro - Non so come avvenga, ma sono collegate… le morti e i miei sogni. Dev’essere così, per forza. - Strinse i pugni.
La porta della cucina si aprì, spezzando la pesante aria di tensione che si era formata.
Ran entrò radiante e posò un vassoio di thé fumante sul tavolo davanti al divano, procedendo poi col telecomando ad accendere il televisore - Rilassatevi pure. - Sorrise.
Sia Vincent che Conan presero una tazza fra le mani facendo attenzione a non scottarsi, soffiarono e poi scrutarono al suo interno quel liquido trasparente e scuro.
Kogoro tuonò nella stanza chiudendo con astio la chiamata al telefonino, poi sbuffò e si andò a sedere dov’era prima. Lo sguardo corrucciato.
- Ascolta. Non so chi tu sia né quanta sanità mentale ti manchi, ma non possiamo escludere nessuna pista. Mi vedo costretto a chiederti il numero, e ti prego di rimanere reperibile nei prossimi giorni.
Mentre i due si scambiavano i numeri, Conan prestava una vaga attenzione al televisore, senza neppure guardarlo. Ran fece lo stesso.
- Come sempre San Valentino si avvicina! E le vendite della nuovissima collana in edizione limitata si impennano--
Conan gettò lo sguardo verso i due uomini, distogliendo per un istante l’attenzione.
- Comprate anche voi al vostro amato o alla vostra amata il Regalo dei loro Sogni! Questa fantastica collana può essere vostra per un prezzo davvero modico! - Il bambino sbarrò gli occhi - Ispirata direttamente dall’inestimabile collana conservata con cura al Dream Palace Hotel, è il regalo ideale per dimostrare il vostro amore!
Ran osservava la TV, e pensava al suo Shinichi. “Si sta avvicinando davvero la festa degli innamorati” pensava, “ed io non ho ancora deciso cosa prendergli…” Si sedette accanto a Conan e prese anche lei una tazza di thé. Le sembrò di vederci i lineamenti del volto del suo amato. Sorrise malinconica.
“Il regalo dei sogni, huh…” Conan prese un sorso dalla tazza ancora fumante, pensieroso.
Vincent si schiarì la voce e si alzò, ringraziando per l’ospitalità. Si fermò sull’uscio - Comunque… grazie per avermi creduto, almeno un po’. Ora ho altro da fare, ma ci rivedremo presto. - Uscì senza salutare. Kogoro sbuffò - Tutti a me gli strambi.


Sera.
Un mantello bianco si agitava svolazzante grazie alla forza del vento, illuminato dal chiarore lunare, in contrasto col limpido cielo blu scuro. Una figura tutta in bianco era appiattata sulla finestra del modesto appartamento di un palazzo, non si distingueva l’espressione a causa della poca luce.
- Finalmente ci si incontra, Kaito Kid. - Commentò una voce maschile da dentro l’appartamento.
- Dovevi aspettartelo, Lupin. - Rispose con tono di sfida il giovane.
L’uomo, in pigiama e poggiato con la schiena sul muro opposto alla finestra, un braccio dietro la testa, rise.
- Si, dopotutto si.
Il ragazzo entrò finalmente, chiudendo la finestra alle sue spalle, la sua figura non era ancora chiaramente visibile. Lupin usò la sua mano libera per accendere l’interruttore. La lampadina scattò un paio di volte emettendo un ronzio, per poi illuminare la stanza di una pallida luce gialla.
- E così hai davvero intenzione di rubarlo? Hai intenzione di sfidarmi? - Chiese Kaito, serio.
- Non era abbastanza chiaro dalla mia interruzione?
Il ragazzo digrignò i denti, ma poi sorrise - D’accordo. - Sibilò, eccitato per la sfida.
- E poi ci si potrebbe fare un bel gruzzolo, considerando le gemme.. - Sogghignò Lupin, staccandosi dal muro per accendersi una sigaretta - Perché mai dovrebbe interessarti un oggetto del genere?
- Il mio motivo è sempre lo stesso. - rimase vago - E non sono tenuto a dirtelo. - rispose secco.
- Capisco. - Aspirò dalla sigaretta Lupin.
Il fumo si riversò a nuvoloni dalla sua bocca. Abbozzò un mezzo sorriso, tenendo lo sguardo basso.
- In ogni caso, non pensare che solo perché tu abbia più esperienza sarà una passeggiata, io non--
Il telefono di Lupin squillò, egli troncò la discussione e gli intimò di far silenzio. Rispose.
Kaito strinse i pugni, sentendosi quasi offeso, ma stette zitto.
- Si? - Asserì Lupin.
Una voce estremamente familiare chiamò il suo nome con ansia. Lui sgranò gli occhi.
Ascoltò attento. A tratti annuiva.
Kaito Kid cercava in maniera assillante di comprendere con chi stesse parlando, ma senza successo.
Lupin sospirò - Adesso sono occupato.
Chiuse la chiamata e il telefono emise un bip sommesso.
Il ragazzo lo interrogò con gli occhi, ma incontrò lo sguardo intenso dell’uomo.

- Non era nessuno di importante. - Tagliò corto - Dicevi?




 

- Angolo autrice -
Che dire, eccoci con un altro nuovo capitolo.
Mi scuso per un particolare importante: mi ero dimenticata
di aggiungere OOC agli avvertimenti. Mi dispiace.
In ogni caso non i personaggi non sono particolarmente
out of character, vi ho soltanto messo del mio. Spero non dia fastidio.
Cosa vorranno rubare i due ladri? E chi mai avrà chiamato Lupin?
Come si concluderà il tutto? Cosa si nasconde dietro i sogni di Vincent?

Alla prossimo capitolo: "Fra Tradimento e Perdono"!

  
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