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Autore: LiliFantasy    29/10/2015    1 recensioni
[ATTENZIONE: FIC IN COMPLETA E RADICALE RIVISITAZIONE]
Dal prologo:
Angeli. Creature potenti e misteriose. Buone e generose. Alcuni timidi...altri piú estroversi.
Diciamo che sono permessi i matrimoni tra angeli, c'è uno ad esempio che mi fa il filo da quando quella stupida di Eva mangió la mela...
Ma, amore tra mortali e angeli...mhm...
...L'ultima volta che degli angeli si sono innamorati degli umani decidendo di aiutarli, sono stati scagliati giú dal cielo... 
***
Ogni persona ha un angelo custode. Gli angeli sono creature misteriose che vivono tra di noi sotto forma di umano, facendo di tutto per aiutare il proprio protetto.
La regola principale?
Non innamorarsi.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dolcetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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// CAPITOLO ANCORA NON REVISIONATO \\






CAPITOLO 10

BLASFEMO



Era già mattina, avevo del sonno arretrato ed ero in viaggio. Un viaggio pericoloso e pieno di peripezie e dubbi insormontabili: ero in cammino verso il Dolce Amoris.
La mia mente, che fino a qualche minuto prima aveva viaggiato felicemente nel nulla più assoluto, ora stava analizzando dati che neanche io volevo analizzare.
Alla mia destra i cartelloni pubblicitari, alcuni dei quali erano mezzi stracciati, costituivano tutta una parete, la stessa parete che tra pochi minuti si sarebbe interrotta per regalarmi la vista maestosa dell’obbrobrioso edificio rosa confetto.
Ero uscita da casa in anticipo, per colpa di qualcuno e del suo megafono (avete capito chi è, no?).
Intanto la striscia di alberi proseguiva inesorabile verso l’orizzonte, accompagnata da una scia di frutti spappolati ai suoi piedi.
Ma io mi chiedo: perché, molte volte, gli umani mettono degli alberi da frutto, oltretutto non commestibili, in mezzo alle strade???
Non pensano al fatto che questa bella frutta un giorno possa cadere e spiaccicarsi sull’asfalto??
Bah...la risposta è sempre “bah”...a volte gli umani sembrano non riflettere sulle proprie azioni e fare tutto come gli capita.
Ma, anche persa in questi pensieri, non riescii a non notare il “verde” che mi circonda. Certo, non è meglio dell’Eden e non ci si avvicina neanche minimamente...ma era comunque apprezzabile.
Tra un albero e l’altro uno sprazzo di prato ospitava alcuni fiori. Ogni tanto, accanto ad alcuni cestini della spazzatura, si notavano delle bottiglie o lattine per terra...ma il tutto era sempre e comunque apprezzabile.
Ed ecco che, ancora una volta con la mente in viaggio su un altro pianeta, entro dal cancello principale che costituisce l’ingresso della solita piazzola delle scuole, ai piedi del portone principale.
Cominciai a guardarmi intorno, cercando di individuare la panchina e l’albero dove avevo fatto la conoscenza di Alexy.
Girai la testa a destra e a sinistra con bradipa lentezza, trovando quel piccolo luogo di pace e tranquillità posto alla mia destra.
Era facile da raggiungere, alla portata di tutti, ma sembrava avere come uno scudo repulsore: non avevo visto nessuno, apparte ovviamente Castiel, che ci si era seduto sopra...
Ispezionai l'ambiente: nessun cartello di proprietà privata...ok!
Mi avvicinai con cautela, come se avessi paura che da un momento all’altro sarebbe potuta saltare fuori una banana mutante urlante, accompagnata da una foglia di lattuga in vestito da sposa, con tanto di vermi come strascico (sì, sto facendo dei corsi di “ritrovo della fantasia”).
Raggiunta la panchina, mi sedetti mettendomi comoda.
Avevo sonno, tanto sonno. I miei occhi si chiusero automaticamente, neanche avessero attaccate delle calamite.
Ma, appena chiusi le palpebre, un rumore improvviso me le fece aprire di scatto.
Davanti a me non c’era nessuno...davanti a me, perché vicino a me si era seduto qualcuno...
-Buongiorno nana!- disse sorridendo.
Annuii, cercando di non chiudere gli occhi per la stanchezza.
Oh, ma dai! Io sono un angelo! Posso fare qualsiasi cosa!!
Mi imposi di tenere gli occhi aperti e, fortunatamente, non crollai dopo dieci secondi.
-Buongiorno Cas- risposi io, voltandomi verso di lui.
Ghignò, guardandomi divertito -Troppo stanca per litigare?-
Sorrisi -Direi proprio di sì- poi sbadigliai portandomi una mano alla bocca, per accentuare il concetto.
-Quanto sei pigra, nana!- esclamò lui ridacchiando.
-Cosa?? Io pigra?? Ci sarai te!- ribattei abbastanza irritata.
-Ahah. Parla quella che si è attaccata un cuscino sulla schiena!- rispose in tono provocatorio.
-Era un incidente!! Non l’ho attaccato mica io!!!- gridai imbarazzata.
-Giusto, tu sei talmente bassa che neanche ci arriveresti a toccarti la schiena!-
-Stupido tinto! Come ti permetti??? Io non sono bassa!!-
Mi appoggiò una mano sulla testa, scompigliandomi i capelli. Poi, sempre tenendo un braccio appoggiato alla mia testa, pescò dalla tasca del suo giubbotto un pacchetto di sigarette.
-Tu fumi?- chiesi indicando la sigaretta che si era portato alla bocca.
-Sveglia la nanerottola!- ridacchiò, accendendosela con un accendino rosso fiammante.
Ok...poteva anche non essere la domanda più intelligente del mondo...però...però cosa?? Non c’è un “però”, era una domanda semplicemente idiota, punto.
Abbassai lo sguardo. Non avevo mai visto una sigaretta da vicino...alcuni miei protetti la fumavano ma, sai...è un po’ difficile notare una sigaretta da non so quanti chilometri di distanza...
Fece un tiro. Poi aprì la bocca, dalla quale uscì una nuvoletta di fumo grigio.
La fissai curiosamente, mentre essa scompariva, portata via da un venticello per nulla piacevole, svanendo completamente.
Poi annusai l’aria. Allora era quello l’odore del fumo.
Castiel, perplesso nel vedere il mio comportamento, cominciò a fissarmi curioso -Non hai mai visto una sigaretta, piccola?-
-Ancora con questo piccola “piccola”...- borbottai infastidita.
-Cosa “ancora con questo piccola”??- chiese, ovviamente, non capendo il senso della frase.
-Beh...anche un’altra persona mi chiama “Piccola”...e...non mi piace più di tanto come nomignolo...ecco-
-Chi ti chiama così??- chiese corrugando le sopracciglia in un misto di curiosità e irritazione.
Ok...io non capisco ancora quante personalità abbia Castiel: per un attimo è menefreghista, poi diventa improvvisamente gentile, poi provocatorio, curioso, simpatico, incavolato, irritato per chissà che cosa...ma quale problema ha questo ragazzo??
Va bene, diciamo che so parte della sua storia, della sua vita...gli Arcangeli hanno ritenuto necessario informarmi di alcune cose...ma anche del fatto che degli argomenti “delicati” li avrei dovuti ricavare da sola e avrebbe dovuto scegliere lui se raccontarmeli o no...e bla bla bla... (ovviamente no? Perché che cosa costava a quei babbei dire qualche parola di più??)
Peccato che con Einstein non è stato così.
Sapevo già del suo stato di sanità mentale, del suo essere giocoso mantenuto anche a cinquant’anni, del suo profondo odio contro i parrucchieri e qualsiasi genere di pettine...e del suo modo di esprimersi attraverso la “linguaccia”, espressione con cui adorava farsi foto e selfie, come a voler dire “Hey! Ieri ho mangiato lo spezzatino, puoi controllare se ho dei rimasugli incastrati tra i denti, mentre scrivo questa formula ultra complicata e generata dalla mia innata genialità?”
Ok, sinceramente io ammiravo Einstein, e non credo che gli serviva qualcuno per individuare un pezzo di carne tra i denti...
Ma, ritornando a noi... (mi sarei potuta soffermare sul pezzetto di spezzatino tra i denti di Albert, ma credo che questo racconto sia un argomento ben più allettante per voi lettori, quindi...)
-Un...mio amico- risposi, confusa dal tono di voce che aveva usato poco prima il rosso.
-Uhm- mugugnò lui, quasi in un sussurro e trovando improvvisamente interessante il tabacco della sua sigaretta che andava sgretolandosi e cadendo a terra.
Poi, con un espressione strana, si voltò nuovamente verso di me.
Era impossibile capire cosa pensasse, attraverso quegli occhi così meravigliosi, ma così enigmatici.

POV CASTIEL
-Oggi in classe avrai una sorpresa- dissi sorridendo nuovamente.
Perché quel giorno sorridevo così tanto?? Mi riesce così bene quella mia espressione severa e enigmatica...perché con lei funzionava due volte su quattro??
E’ così facile rispondere alle domande con altre domande...avrei un “perché?” su tutto.
A volte il mondo è strano. La vita è strana...o forse sono strano io??
Lei intanto continuava a fissarmi incuriosita -Che genere di sorpresa?-
Riavvicinai la sigaretta alle labbra, portando lo sguardo a terra -Lo scoprirai- risposi solamente.
Angel mi osservò con un espressione strana: un misto tra curiosità estrema (devo dire la verità...metteva quasi paura...) e perplessità rabbiosa.
Mi voltai verso di lei per scoprire a cosa stesse pensando. Pure un babbuino riuscirebbe a decifrare gli occhi che hanno le persone...sono...così semplici...
Io ci riesco sempre.
Mi devo ricredere...quasi sempre.
Angel ha degli occhi così belli...ma al tempo stesso complessi...
Era impossibile capire cosa pensasse, attraverso quegli occhi meravigliosi, ma così enigmatici.

POV ANGEL
Aveva dei lineamenti così...così...”mascolini” (sembro una psicopatica).
Mi sentivo attratta da quel viso così perfetto...e devo dire che quei capelli rosso fuoco  gli donavano personalità e lo facevano sembrare più...affascinante...
E, analizzando ogni dettaglio di quel volto e di quegli occhi tempestosi, il tempo volò. Credo fossero passati due minuti, più o meno, da quando avevamo cominciato a fissarci (ripensandoci, sembravamo veramente dei maniaci...!) e devo essere sincera...(anche perché, in determinate circostanze, se non lo fossi verrei disintegrata molecolarmente dal Signore...) Castiel era davvero molto bello.
Altre volte (come qualche minuto fa) avevo pensato che fosse attraente, ma solo in quel momento, in quei due minuti, mi accorsi che non era solo attraente, ma era anche e soprattutto bellissimo.
Ma a cosa mi metto a pensare?? Sono un angelo, cavolo!...
Mi ridestai per prima da quei pensieri, mentre Castiel era ancora intontito da chissà quali profonde riflessioni.

POV CASTIEL
Non so dire per quanto tempo restammo lì, a guardarci negli occhi, imbambolati come due bambini in una fabbrica di Sweet Goodness.
(Non sono fissato con quei dolci. Se scopro che avete anche solo potuto pensarlo, vengo lì e vi getto dalla finestra)
Speravo solo che non passarono più di uno o due minuti...altrimenti sarei sembrato più maniaco di quanto non lo fossi già realmente...
Ma, la cosa che mi turbava maggiormente era che l’unico pensiero che si ostinava a passare per il mio cervello era rivolto a quanto il suo viso, i suoi lineamenti, la sua corporatura snella...fossero perfetti.
Oh, ma che diavolo!?...
Mi diedi due schiaffoni mentalmente.
...Ma come mi vengono in mente certi pensieri assurdi??!

POV ANGEL
Scossi leggermente la testa, come per scrollarmi di dosso l’immagine del viso di Castiel che continuava costantemente a fare cu-cù nella mia testa.
Cercai di mascherare l’imbarazzo che mi aveva dipinto le guance di un leggero rossore, con un’espressione indifferente, ma non mi ero accorta che a tradirmi c’era un sorriso, comparso inconsciamente sulle mie labbra.
Ancora intontita, diedi un fugace sguardo all’orologio.
Le 7:30.
Non ero solo in anticipo, ma ero abbondantemente anticipo.
Dio non era solo stupido, ma era abbondantemente stupido.
“Hey! Non ti rivolgere a me in quella maniera, maleducata!”
-E’ ancora presto- borbottai scocciata.
-Sei così impaziente, perché sei venuta in anticipo?- chiese il mio partner di panchina ridacchiando.
-Sapessi...- mormorai in tono abbastanza alto da permettere a Castiel di sentirmi, perché altrimenti sarei sembrata una che parla da sola...e io non sono una che parla da sola, vero??
(Tutti i pensieri espressi in queste righe, benché falsi, vengono dal profondo del mio cuore...per cui farmi capire che tutto questo è solo un’illusione di Mr. Orgoglio potrebbe rappresentare un male per voi e per le vostre ispirazioni, che non saranno più disponibili per un bel po’...)
Castiel buttò quell’involtino di tabacco a terra, schiacciandolo con un piede e, con un’espressione abbastanza strana se paragonata alle solite espressioni Castiellistiche, chiuse gli occhi portando la testa all’indietro.
Dal canto mio, non mi importava se si addormentasse o meno...l’importante era che fosse restato al sicuro sotto *coff coff* la mia ala protettiva...
“Ma che cosa fai?? Devi essere più convincente!!”
-Ma come faccio io a- sobbalzai, sentendo Castiel mugugnare e, pensando che lui avesse potuto sentirmi mentre mi facevo un’amorevole chiacchierata con me stessa, decisi di prendere provvedimenti.
Gettai la tracolla a terra e cominciai a rovistare disperatamente, in cerca del mio cellulare.
Una volta trovato, lo portai all’orecchio e cominciai a conversare con “Voi Sapete Chi”, fingendo di parlare al telefono con qualcun altro che fosse...un normale e semplice umano.
-Come faccio ad essere convincente con una frase del genere?!- esclamai.
“Deve essere una frase ad effetto!...ed invece tu hai fatto una frase a cetriolo!”
-Ehh?? A “cetriolo”???-
“Sì! Proprio cetriolo!”
-Ehm...Ma perché cetriolo??- chiesi incerta, mettendomi di nuovo seduta sulla panca e ignorando la borsa abbandonata a se stessa sul pavimento, come una sogliola...
“E tu invece, “Come una sogliola”?? E’ per ottenere questo che ti mando a scuola di Ritrovo della Fantasia??”
-Hey! Che hai contro le sogliole??-
“Niente...sono sempre figlie mie...forse un po’ timide...ma sempre figlie mie!”
-Quindi sono...- spalancai gli occhi -...le sogliole sono mie sorelle!!-
“Tan-tan-taaan...”
Scrollai la testa, liberandomi dal quel pensiero insulso (tranquille sogliole, niente di personale...beh, forse un po’ sì...)
-Tu non mi hai ancora spiegato che centra il cetriolo!-
“Mhm...non centra particolarmente...ma suona bene!”
Sbuffai, facendomi cadere stancamente il telefono sulle gambe.
Mi accucciai per raccogliere la tracolla da terra, per poi riadagiarmi sulla panchina infilandomi gli auricolari nelle orecchie. Collegai quest’ultimi (gli auricolari e non le orecchie...ahaha!...ah...ah...ah...non fa ridere, vero?) al telefono e, quando mi fui messa comoda, cliccai “play”.
Subito una canzone conosciuta solo da me e da pochi eletti risuonò come un tuono in una sala vuota e silenziosa.
Era una delle poche canzoni di quei tempi, quando avevo ancora il coraggio di guardare in faccia il passato e fargli una pernacchia...
Un assolo di chitarra mi risuonò nelle orecchie. Mi chiesi se le cuffie fossero potute scoppiare per sovraccarico, perché la musica era troppo alta.
Ma d'altronde io ascolto musica a questo volume da una vita e non mi è ancora successo niente (escluso ovviamente quel timpano rotto...ovviamente)
E, con le note di quella canzone, scivolai nel sonno.
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Mi svegliai qualche minuto dopo: avevo avvertito una strana sensazione, simile alla “pelle d’oca” che viene ai comuni mortali...simile, perché quella sensazione era peggio.
Era come terrore allo stato puro. Una macchia di odio e terrore puro...che cammina.
La sentivo distintamente entrare nel liceo. Avevo ancora gli occhi chiusi, ma la sensazione era forte e passava oltre le palpebre.
Aprii gli occhi lentamente, come per paura di veder ciò che non volevo vedere...ma davanti a me non c’era nessuno.
No, sto dicendo cavolate: diciamo pure che ero praticamente circondata da persone che aspettavano ansiose il suono della campanella (io non ho mai capito perché quasi tutti i mortali si accalcano davanti alla porta d’ingresso delle scuole, dando spinte come se non ci fosse un domani...aspettando poi il suono di un oggetto tanto insulso!)
Fatto sta che mi alzai di scatto voltandomi nervosamente da una parte all’altra, cercando qualcuno riconducibile a quella “macchia di odio”...
Poi, veloce come un fulmine geneticamente modificato, un pensiero parecchio pessimista mi passò per la mente, facendomi provare un terrore che non avevo più provato da quel giorno...
-E se fosse...-
“No!”
-Mhm?-
“Non lo dire...cerca di non pensare subito al peggio!”
-E-era una sensazione strana...che altro può essere se non quello?!-
“Non dirlo comunque”
Annuii, ancora nervosa, e mi sedetti nuovamente.
Ad un tratto fui presa da uno stato d’angoscia terribile...dov’era Castiel???!!
Mi voltai velocemente e tirai un sospiro di sollievo.
Il mio protetto era ancora lì, addormentato. Fortunatamente.
Mi lasciai andare a peso morto sullo schienale della panca, portando le mani dietro la testa a mo’ di cuscino. Sospirai.
Anche se era solo uno stupido tinto rosso, dovevo proteggerlo...a tutti i costi.
Fino a quel momento avevo lasciato che i giorni andassero avanti, che le ore proseguissero, che le persone a cui tenevo e a cui cominciavo ad essere legata mi ignorassero (Rosa esclusa); non mi ero resa conto che in quei giorni avevo conosciuto persone...persone che mi avevano resa felice...
La mia squadra di basket, ad esempio. Non li avevo più cercati...non ero andata più agli allenamenti...
Poi Lys...non lo avevo più sentito.
E ancora Nathaniel, Alexy, Violet, Iris, Ambrottola... (No, Ambrottola poteva pure gettarsi dalla finestra, per me)
“Abbi rispetto del prossimo!”
Armin...e...ODDIO! KEN! NON AVEVO PIÙ RIVISTO KEN!!
Avevo passato tutto il tempo a pensare a me, alla scuola e ai problemi che mi creavano quegli stupidi Arcangeli, che non avevo dedicato attenzione alla mia natura, al mio destino di angelo protettore...
Ed un angelo protettore deve proteggere il proprio protetto...(e anche tutti gli umani in generale)
-Bah...da questo momento in poi rispetterò i miei doveri e porterò a termine il mio lavoro...- indurii lo sguardo -...fino alla fine-
E la Paladina della Giustizia (ovvero io) promise di aiutare le persone fino alla morte (apparte il fatto che non posso morire) e difendere chiunque anche a colpi di cetriolate...
“Vedi?? I cetrioli suonano bene nelle frasi!”
-Stai zitto...devo finire il mio monologo mentale-
“Ok ok...”
...e fino alla fine, proteggere chiunque, che sia ricco o che sia povero, dalle grinfie di cattivoni mascherati da ninja!
“Tu ti vedi troppi film”
E anche se la bontà nella gente scarseggia e il numero di corrotti aumenta, ella riuscirà a trovare, con parole convincenti e cetrioli oliati al punto giusto, un minimo di felicità nella vita per far sbocciare un arcobaleno dove regna l’ombra!
“Il tuo discorso non ha un filo logico”
-Fatti gli affari tuoi-
Ma, proprio quando la Paladina stava per entrare in azione, un suono acuto e sinistro rimbombò nella sua mente e nel suo cuore e...
“Sta suonando la campanella...sveglia Castiel”
-...Guastafeste...- brontolai, avvicinandomi al ragazzo.
-Castiel- sussurrai, sfiorandogli la spalla.
Lui non solo non si muoveva di un millimetro, ma non dava neanche segni di vita.
Sbuffai -Quindi sei uno di quelli che si sveglia solo con il suono delle trombe...- mi avvicinai di più -Castiel- ripetei con un tono di voce un po’ più alto del normale.
Non si muoveva, ma anzi, continuava a ronfare alla grande.
Cominciai a scuoterlo, continuando a ripetere il suo nome ad alta voce.
Dopo un po’ sembrò risvegliarsi dal suo mondo di colline colorate e alberi arcobaleno, e aprì gli occhi.
-Mamma?- chiese innocente.
Mi sbattei una mano sulla fronte -No! Allora sei proprio tonto!-
-Zio?- chiese ancora.
-Noo...io sono Ang- lui mi interruppe, abbracciandomi forte.
-Papà!- gridò contento.
In un primo momento mi irrigidii a quel contatto così improvviso, poi le mie guance cambiarono colore, mimetizzandosi in mezzo ai suoi capelli...e infine, ma solo infine, mi resi conto che Castiel, essendosi ammalato di qualche disturbo mentale ancora ignoto all’umanità, mi aveva scambiata per suo padre.
-Castieeeel!!- urlai. Lui si staccò all’improvviso.
Ad un tratto sembrò tornare in lui. Corrugò la fronte, le guance si imporporarono -Perché mi hai abbracciato?- chiese arrossendo sempre di più.
Trattenni a stento le risate -1) Io non ti ho abbracciato, semmai sei stato tu a farlo; 2) La campanella ha suonato qualche minuto fa; 3) Wow...quindi tu sai arrossire!-
Sgranò gli occhi -Io ti ho abbracciata??...Quando?!-
Scoppiai a ridere -Poco fa...ma apparte il fatto che mi hai scambiata per tuo padre, non mi ha dato particolarmente fastidio-
-IO TI HO SCAMBIATO PER CHI??!- urlò in preda al panico.
-Stai bene?- chiesi preoccupata.
Lui si immerse in chissà quali pensieri...sembrava un comportamento abbastanza Lysandresco...per niente da Castiel.
Ero sicura che non centrava il fatto che mi aveva scambiata per un uomo, o perché mi aveva abbracciata...piuttosto ero preoccupata perché ero a conoscenza delle sofferenze che aveva dovuto sopportare per molti anni...e nell’argomento, suo padre era il protagonista...
-Castiel? Stai bene??- chiesi poggiando le  mie mani sulle sue spalle.
Lui si girò, guardandomi negli occhi -Sì...sì, non preoccuparti- rispose fingendosi calmo.
-Sicuro di stare bene?- domandai ancora.
-Certo nana! Sarai mica diventata sorda?!- si stava decisamente innervosendo...e in quel momento decisi di non rischiare rimettendoci la pelle.
Lo guardai negli occhi per un po’ -Allora entriamo?- indicai la porta d’ingresso spalancata.
Annuì, con il suo solito broncio. Si alzò e, infilando le mani nella tasche dei pantaloni, mi superò, facendosi seguire da me all’interno dell’edificio.
Mi accompagnò alla mia classe per qualche oscuro e misterioso motivo.
Come poteva Castiel essere diventato improvvisamente gentile??
I Castiel che abitavano la terra all’epoca degli uomini di Neanderthal, erano scontrosi...io li ho visti...giocavano con le mazze in modo improprio e passavano tutto il tempo a cacciare (prima che scoprissero la tintura per capelli e il tabacco).
Comunque...
Mi accompagnò davanti alla porta, poi, senza dire una parola, se ne andò.
Io mi ritrovai da sola davanti ai miei peggiori incubi...ci avrei dovuto fare l’abitudine...
Bussai.
-Prego signorina Heaven, entri- ormai anche loro ci avevano fatto l’abitudine: se non ero ancora in classe mi trovavo fuori, intenta ad avvicinare la mano chiusa a pugno alla porta dell’aula.
Appoggiai la mano alla maniglia della porta, aprendola lentamente e facendo ingresso nella tana del leone.
Dopo aver ascoltato un discorso sull’arrivare presto e sul rispetto degli insegnanti, riuscii a sedermi vicino alla mia migliore amica.
-Buongiorno Rosa- sussurrai sedendomi. In risposta ricevetti un sorriso meraviglioso e un abbraccio stile boa constrictor.
Era l’ora di religione...purtroppo...
La professoressa si alzò dalla cattedra -Oggi avrete una sorpresa...-
Nel sentire quelle parole, mi tornò in mente la frase di Castiel... “Oggi in classe avrai una sorpresa” aveva detto.
-Un alunno di questa scuola ha avuto dei...ehm...problemi con i propri insegnanti e in particolar modo con la sua professoressa di religione...che ha avuto un esaurimento nervoso- sospirò -E per questo la preside l’ha trasferito nella nostra classe...-
La prof sembrava talmente depressa nel dire quella notizia che, se non si fosse laureata in teologia e religione cattolica, non oso immaginare cosa avrebbe potuto fare...
Ma in quel momento riuscivo a chiedermi solo una cosa...forse un paio:
- Chi cavolo è questo tizio??
- Che cosa ha fatto per far avere l’esaurimento nervoso ad una professoressa di religione???...Di religione!
Ma, le mie riflessioni e le preghiere della prof, furono interrotte dal rumore della porta che veniva aperta. I miei occhi si spalancarono, così come la mia bocca...
Era lui che sarebbe stato trasferito nella nostra classe???
-Bene...ora, signorino, vista e considerata la sua carenza in questa materia...vada a sedersi vicino alla signorina Heaven, che si da il caso sia la migliore di tutta la scuola nella materia “religione cattolica”-
Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva -COSA???!-
Ma la professoressa era così infelice che non fece neanche caso a me, povero angelo semi-svenuto sulla propria sedia...
-Ma poi...lui come può essere trasferito in una 4° quando va in 5°??- chiesi incredula alla professoressa.
-Il signorino non va in 5°-
-Ma...ma...ma lui...- mi voltai verso il ragazzo. Stavo per chiedergli spiegazioni, quando mi ricordai un particolare: lui era stato bocciato in 1°... (a qualcosa le informazioni degli Arcangeli erano servite...)
-Ahhh...ora ho capito...- borbottai -Ma...Rosa?- mi girai verso l’albina, che in quel momento stava trucidando con lo sguardo il ragazzo che si sarebbe dovuto sedere vicino a me.
-Castiel...- sussurrò lei, imbufalita -Se mi tocchi Angy sei finito- lo minacciò, alzandosi.
Rosalya prese tutte le sue cose e si andò a sedere al banco vuoto alla nostra sinistra, in modo da poter controllare tutte le mosse del rosso...mentre io ero intenta a allungare teatralmente le braccia verso di lei, come se non l’avessi potuta più rivedere...
-Ora si sieda, signorino Robinson- disse la Evans (ovvero la prof...sono sempre molto banale eh?) in tono abbastanza scocciato.
Castiel ghignò, adagiandosi poco elegantemente sulla sedia.
Mentre si metteva comodo, si avvicinò a me -Sorpresa!- sussurrò, soffiandomi nell’orecchio. Rabbrividii, irrigidendomi leggermente.
Sentii una voce, proveniente dalla mia sinistra, che sussurrava frasi del tipo “La mia piccola Angy!” o “Alla fine dell’ora lo dissanguo”...era Rosa.
Il rosso sembrò sentirla, perché si allontanò leggermente, spaventato da quella macchina da guerra albina...
La professoressa cominciò a parlare dell’immensa Misericordia di Dio (certo...davvero immensa) e io stavo per mettermi comoda per cercare di ascoltare il meno possibile, quando fui catturata da un particolare interessante...Castiel.
Era mezzo sdraiato, con le cuffie nelle orecchie.
-Cas- lo richiamai, scostando delicatamente gli auricolari. Lui si voltò verso di me -Non l’ascolti la lezione?- chiesi abbastanza perplessa...d’altronde io non conosco tutte le usanze degli umani...
Assottigliò gli occhi -Tzè! Non pensavo fossi una studentessa modello...cerca di non rompere- fece per riprendersi le cuffiette, ma io lo fermai.
-Neanche io sto ascoltando la lezione, figuriamoci se sono una studentessa modello...ma ho dei motivi per farlo...-
Castiel sembrò incuriosirsi -E quali motivi avresti, nana?-
Feci per rispondere...ma mi bloccai, pentendomi di quello che avevo appena detto...non potevo mica dirgli che ero un angelo!
-Ehm...perché...- poi mi venne il colpo di genio -Mio padre conosce un tizio che conosce un altro tizio che è il cugino di un tizio che fa l’esorcista...-
“L’esorcista???...Non potevi dire semplicemente “mio padre conosce un parroco”? Oppure “Mio zio è un parroco”??...Dovevi per forza uscirtene con un’altra figura di cetriolo???”
-L’esorcista?!- chiese Castiel a bassa voce, incredulo.
Beh, Angel...quel che è fatto è fatto...
-Ehm...sì...e conosco questo esorcista da quando ero piccola...e quindi l’argomento “Angeli e Diavoli” lo conosco bene e non serve che segui la lezione...- spiegai poco convinta.
-Mhm...buon per te...ma ora dammi le cuffie- disse in una mezza specie di ordine.
-Eh? Io non ti do le cuffie se prima non me lo chiedi gentilmente!- risposi a tono.
Lui sbuffò irritato. Doveva piacergli parecchio quella musica...chissà cosa ascoltava...
“Perché non le metti e lo scopri da sola??” Dio...sempre il solito...e poi mi vengono a dire che dovrei ascoltare una lezione su quanto è misericordioso??
Ma, in effetti aveva ragione...senza chiedere il permesso, impugnai le cuffie e me le infilai nelle orecchie...
MI PENTIRO’ PER SEMPRE DI QUELLO CHE HO FATTO...ecco, questo è il riassunto della canzone che stavo ascoltando...
Non solo andava contro il cattolicesimo...ma andava contro qualsiasi altra religione e, se gli alieni avessero una loro credenza religiosa, andrebbe contro anche a quella...
Era un gruppo metal (ok, a me piace il rock, il metal...ma quello era ostile a ogni mio principio di vita).
Come potevo essere l’angelo custode di un mortale che ascolta canzoni del genere?? Sembro razzista? Sarà pure...ma quelle canzoni erano dedicate solo e solamente a Satana.
-Ma...queste canzoni sono blasfeme...- sussurrai sconvolta.
Mi guardò irritato -Non esistono solo canzonette di bambole e orsacchiotti rosa-
Ero ancora spaventata da quello che avevo sentito...quella musica avrebbe attirato letteralmente il male -Tu non credi, vero?- chiesi fredda.
Lui sembrò essere confuso dal mio improvviso cambio di umore, ma si vedeva che era ancora arrabbiato per le mie critiche verso quel complesso -Non credo a cosa?-
Sollevai il viso, guardandolo negli occhi e intristendo lo sguardo -A Dio-
Distolse lo sguardo, afferrò le cuffie dalle mie mani e, rimettendosele con indifferenza rispose semplicemente con una parola, una sola parola, che mi fece crollare il mondo addosso.
-No-

*ANGOLO DELLA SCRITTRICE*
Weee! Ciao!! ^^
Questo è un'altro dei miei capitoli e...ci stiamo avvicnando sempre di più al cap X!! Evvivaaa!! Sono euforica...da quel momento in poi la storia si smuoverà un po'...non vedo l'ora! *-*
Cooomunque...siccome in ogni "Angolo della scrittrice" non so mai cosa dire, ne approfitto per dire qualcosa con lo scopo di far passare più tempo possibile e chiudere questo benedetto capitolo  ringraziare tutti i lettori...
Un grazie ai lettori silenziosi, che leggono la mia storia di nascosto senza farsi scoprire da mamma Lili, che sene sta sempre lì, con un computer e un mestolo in mano, pronta a darvelo in testa se fate qualcosa di sbagliato (no, scherzo). Ma un grazione speciale a coloro che leggono, seguono e commentano, rendendomi tanto felice!!
Detto questo, vi saluto e me ne vado!...ciao!!
 

   
 
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