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Autore: galvanix    31/10/2015    6 recensioni
Un'oscura presenza rischierà di mettere in serio pericolo la vita della piccola Bra, soltanto per vendicarsi del Principe dei Saiyan.
Riuscirà Vegeta a proteggere sua figlia?
A volte l'angoscia e la paura possono essere cattive consigliere...
“Ti conviene tornare a casa in fretta Vegeta, altrimenti tua figlia rimarrà davvero male del tuo comportamento, soprattutto nel giorno del suo compleanno” concluse il saiyan voltando le spalle all’amico per andarsene.
Goku riuscì a fare soltanto due passi bloccandosi alla rivelazione dell’altro:
“Ho una strana sensazione Kakaroth, riguardo Bra e non mi piace per niente” disse Vegeta con tono angosciato.
“Di cosa stai parlando, Vegeta?” chiese seriamente Goku.
“Ho come l’impressione che qualcosa stia per accadere…”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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                         CAPITOLO VENTIDUESIMO 
                                 Ritorno sulla Terra 
                                     -Ultima Parte-

 


 

           
                   


Era trascorsa quasi un’ora dall’entrata del saiyan nella stanza che condivideva con la compagna e, da quel momento, la donna sembrava lentamente calmarsi.
Erano ancora distesi sul letto, abbracciati silenziosamente, e nessuno dei due aveva ancora proferito parola.
La turchina, ora, si sentiva decisamente più leggera, anche se particolarmente spossata.
Non era nel suo carattere scoppiare in un pianto dirotto, come era accaduto qualche istante prima, ma non era riuscita a trattenersi, quando aveva scorto il compagno.
Era stata una vera e propria necessità quella di liberarsi delle lacrime che la opprimevano già da tempo e non poteva più rimandare.
Ora, tra le braccia del suo uomo, si sentiva libera da ogni peso e questo, sicuramente le avrebbe facilitato il compito di doversi chiarire con lui.
Sapeva che, in fondo, Vegeta non l’avrebbe mai giudicata sulla reazione appena avuta perché comprendeva il suo stato d’animo, ma si sentiva, tuttavia, in dovere di spiegargli cosa le era realmente accaduto.
D’altro canto, il saiyan era lì che attendeva una chiara risposta e se non avesse fatto lei il primo passo, sicuramente, ci avrebbe pensato il sottoscritto.
Sinceramente era rimasto spiazzato dall’improvviso pianto emotivo della donna, ma, evidentemente, sopportare una tale situazione l’aveva logorata nel tempo, rendendola, infine molto vulnerabile.
Non doveva essere stato facile, per lei, vedere nuovamente sua figlia strappata alla vita ed essere cosciente di non poter fare nulla per salvarla.
Fortunatamente tutto si era risolto per il meglio e Bra aveva, ancora una volta, sfidato la Signora in nero, beffandola egregiamente.
Probabilmente era stato proprio questo a sconvolgerla maggiormente e, ovviamente, non poteva biasimarla, ma ora era giunto il momento di riprendersi e tornare a vivere, anche se sospettava ci fosse dell’altro.
Non riusciva davvero a sopportarla in quello stato, forse perché vederla così debole, e sin troppo sensibile, lo toccava sin dentro al suo essere, infastidendolo ulteriormente.
Notando si fosse calmata, decise di intervenire per chiarirsi definitivamente e risolvere il problema una volta per tutte.
Così, tenendola ancora stretta tra le sue braccia, le domandò con tono profondo e autorevole:

“Allora donna, mi vuoi spiegare cosa ti è successo?”
“Io…credo di essere arrivata al limite.
Nell’ultimo periodo sono accadute tante cose e questo è stato l’unico modo che avevo per sfogarmi completamente.
Io so bene di averti spiazzato, ma non sono riuscita davvero a trattenermi e mi dispiace, un po’, per questo.
Forse non sono così forte come credi” rispose lei amareggiata.
“E’ vero, mi hai spiazzato con il tuo atteggiamento, ma non vuol dire che mi hai deluso… in fondo sei una terrestre, cosa potevo aspettarmi?” asserì il saiyan beffandola.
“Che vorresti dire, sentiamo?” replicò la compagna indignata.
“Che siete una razza debole e tu ne fai parte.
Non c’è altro da aggiungere”.
“Ma, davvero? E tu appartieni ad una razza di scimmioni maleducati”.
“Si, ma lo scimmione ti piace…non è così?” chiese lui sarcastico e soddisfatto di vederla ribattere come una volta.
“Sei proprio uno sciocco, Vegeta”.
“No Bulma, la sciocca sei tu. Dovevi subito parlare con me, invece di nasconderti” ribadì lui con tono serio.
“Lo so, ma l’improvvisa morte di Bra mi ha sconvolta e ho reagito di conseguenza”.
“Sei sicura che centri solo questo o c’è dell’altro?”
“Che vuoi dire?”
“Lo sai dove voglio arrivare, donna” esclamò sostenuto l’uomo.
“E va bene, lo ammetto. La trasformazione di Bra in super saiyan mi ha un po’ impressionata, anche se non conosco bene il motivo.
In fondo dovrei esserci abituata, ma non è così.
In verità, quando Trunks si è trasformato per la prima volta, non ho avuto problemi a riguardo, ma ora, con Bra è diverso”.
“Cosa ci sarebbe di diverso? Trunks è sempre tuo figlio.” chiese determinato il saiyan, intuendo già la sua risposta.
“Non lo so…per me, i miei due figli, sono uguali e non potrei mai voler bene più ad uno rispetto all’altro, ma non posso nasconderti che vedere la mia bambina trasformata non mi abbia fatto un certo effetto.
Il punto è che Trunks ha sempre avuto il desiderio di diventare un grande guerriero come te, sin da piccolino, e non lo hai mai nascosto, mentre Bra non ha mai avuto tanto interesse per questo genere di cose.
Malgrado ciò, nonostante questo, è diventata, comunque, una super saiyan” replicò lei pensierosa.
“Davvero ti disturba così tanto la sua trasformazione?” domandò seccato il compagno.
“No, non fraintendermi…in fondo è anche tua figlia ed era inevitabile che, prima o poi, accadesse, ma non immaginavo così presto. So bene quanto tu sia orgoglioso di lei e devi credermi, quando ti dico che per me è lo stesso”.
“Allora dimmi qual è il tuo problema, donna”.
“E’ ancora una bambina, Vegeta, ed io vorrei tenerla ancora un po’ con me. Ho paura che cresca troppo in fretta e non voglio che succeda anche a lei”.
“Credi sia accaduto questo a Trunks?” chiese scettico l’uomo.
“Si, in fondo è così. Lui è cresciuto, quasi venerandoti, cercando sempre la tua approvazione, ancora oggi, e questo lo ha spinto ad allenarsi giorno dopo giorno, mettendo da parte il suo essere bambino.
Sei stato molto duro con nostro figlio, forse perché è il tuo primo erede maschio e hai voluto sempre il massimo, ma lui, per non deluderti, non si è mai tirato indietro” ribadì, con tenerezza, la scienziata alzandosi e appoggiando le mani sul petto dell’uomo per poterlo guardare in viso:
“Ascolta, Vegeta, ho solo una richiesta da farti…se hai intenzione di allenare Bra ti chiedo soltanto di aspettare ancora un po’, in fondo è così piccola ed io non sono pronta per vederla piena di tagli e lividi…ti prego”.
“Io l’addestrerò unicamente se sarà lei a volerlo e non la forzerò, se rifiuterà di farlo, ma se accetterà potrò aspettare qualche anno, non uno di più.
L’allenamento saiyan prevede che s’incominci in tenera età, quando il fisico è ancora acerbo e permette dei movimenti flessibili. Per tale motivo non posso attendere molto e spero tu possa comprenderlo” affermò conciso il saiyan.
“Si, lo capisco…se e quando ti domanderà di prepararla al combattimento, riuscirai davvero a colpirla?
Perché, secondo me, avrai qualche problema in proposito”.
“Cosa vorresti dire? Non mi farò mettere k.o. dal suo dolce visino” asserì, con finta sconsideratezza, l’uomo.
“Ma, Vegeta, lei ti ha già messo al tappeto, anche se non vuoi ammetterlo” elargì, la turchina, sorridendo.
“A si? Questo è tutto da vedere” esclamò lui ribaltando le posizioni e ritrovandosi sopra di lei.

Il Principe la osservò a lungo, non lasciandosi sfuggire nulla di lei, e all’improvviso la baciò con la stessa passione che sempre lo contraddistingueva.
Ogni volta che la guardava non riusciva a resisterle e probabilmente Bra aveva ripreso esattamente dalla madre perché ogni volta si ritrovava ad accontentarla.
Erano davvero furbe, forse perché sapevano davvero come prenderlo e lui, alla fine, cedeva.
Non avrebbe mai immaginato che, un giorno, si sarebbe ritrovato “sottomesso” da due donne, ma i fatti parlavano chiaro e lui, per quanto potesse nasconderlo, doveva accettare la dura verità.
Dopo aver assaporato a lungo le labbra della compagna, il saiyan le sfilò la felpa dedicandosi completamente al suo collo depositando così una lunga scia di baci fino ad arrivare al suo prosperoso seno.
In quel punto dedicò particolare attenzione, beandosi degli ansiti della scienziata e lentamente scese lungo il suo ventre accorgendosi dei brividi di piacere che le procurava.
Infine le tolse frettolosamente i jeans e si preparò per giungere nel suo posto più sensibile.
Riprese a baciarle il ventre incoraggiato dalla donna ormai ansimante:
“Ti prego, non smettere”.
Mentre si dirigeva verso il basso, pronto per toglierle gli slip, venne distratto da altro e, con immenso dispiacere, si allontanò dalla compagna decisamente seccata del suo brusco ed improvviso distacco.
La turchina fissò perplessa il suo uomo e, alquanto contrariata, domandò:

“Vegeta, perché hai smesso?”
“Lo capirai molto presto” replicò lui indignato per essere stato costretto a fermarsi.
La donna stette per ribattere, ma fu anticipata da una vocina sin troppo familiare…
“Mamma, papà posso entrare?”
“Oh, Bra…che tempismo” aggiunse Bulma rassegnata prendendo velocemente una vestaglia, dal cassetto del comodino, per poterla indossare.
“Credo lo faccia di proposito” proferì seccato l’uomo.
“Si, come no…entra pure tesoro”.

Appena udì la voce della madre, la piccola aprì lentamente la porta e dopo averla richiusa si gettò, come di consueto, sul letto dei suoi genitori.
Era davvero contenta che quel maledetto incubo si fosse concluso e che fosse ritornata sana e salva dalla sua famiglia.
Durante il viaggio di andata verso Arlia le erano mancati terribilmente i suoi cari, ma, fortunatamente, Nemesis le era stato accanto come un vero amico ed ora le dispiaceva non poterlo più rivedere.
Non era riuscita neanche a dirgli addio e questo l’addolorava enormemente.
Un velo di tristezza attraversò i suoi occhi, oscurandoli, e questo non passò inosservato ai suoi genitori.
Bra era sempre stata una bambina allegra, solare, con una certa parlantina e vederla così taciturna, triste li impensierì notevolmente.
La donna lanciò un’occhiata d’intesa al compagno e, dolcemente, chiese alla figlia:

“Tesoro, c’è qualcosa che non va?”
“No mamma, sono contenta di essere tornata da voi anche se un po’ mi dispiace di non poter più rivedere Nemesis.
Lui era mia amico e non era davvero cattivo…io lo so”
“Ti credo, Bra. Anch’io la penso esattamente come te e sono sicura che ora, il tuo amico, si trovi in un bel posto dove regna la pace” disse la madre rassicurandola.
“Dici sul serio, mamma?”
“Sì, piccola mia” concluse la turchina abbracciando teneramente la figlia.
“Mamma?”
“Dimmi pure”
“Quando torniamo a casa facciamo i dolcetti insieme?”
“Certo, perché no?”

Alla domanda posta dalla bambina, il saiyan accennò ad un sorriso rammaricato, forse perché sperava che la richiesta della figlia fosse un’altra.
Probabilmente Bra era ancora piccola per potersi dedicare al combattimento, in fondo era una femmina e aveva, senz’altro, interessi diversi.
Sapeva che quella brutta esperienza l’avesse, in qualche modo, segnata a vita, ma sperava che potesse essere di monito per il futuro, però, evidentemente, si sbagliava.
Forse non era pronta per quel tipo di insegnamento e difficilmente lo sarebbe stata.
Ovviamente non l’avrebbe forzata a combattere, nel caso non avesse voluto, ma un po’ci aveva decisamente fantasticato.
Mentre rifletteva sulla questione, si ritrovò la piccola accoccolata sul suo torace e prima che potesse aggiungere una parola, la bambina lo bruciò sul tempo, avanzando una richiesta che non si sarebbe mai aspettato:

“Papà?”
“Mhm”
“Quando torniamo a casa  mi insegni a diventare forte come te e Trunks?”
“Cosa?” chiese il padre stupito.
“Ti prego, papi…lo farai?”
“Ne sei davvero sicura, Bra?
Sarà un duro allenamento lo sai questo, vero?” esclamò serio il padre, ma sinceramente contento della sua pretesa, anche se tentava di nasconderlo.
“Lo so papà, ma io sarò forte come su Arlia…te lo prometto”.
“Bene, allora è deciso, ma aspetteremo ancora qualche anno, d’accordo?”
“Perché? Io volevo cominciare subito” disse lei perplessa.
“Il tuo fisico deve abituarsi gradualmente ad un allenamento simile e, per te, è ancora presto, ma sono convinto che tra qualche anno sarai più che pronta” elargì autorevole il genitore, mantenendo così la promessa fatta alla compagna.
“Va bene, per me è lo stesso” replicò contenta la piccola, abbracciando teneramente il saiyan, per poi aggiungere:
“Posso dormire con voi, papà?”
“Mi sembra che tu lo stia già facendo”.
 
Dopo tali parole, Bra, si addormentò placidamente tra le braccia del padre suscitando un sorriso da parte della madre che non passò inosservato al Principe.
Vegeta, accortosi, avanzò irritato per essersi fatto scoprire in intimità con la figlia:

“Cos’hai da ridere, donna?”
“Ho ragione io, mio caro, lei riesce sempre a metterti k.o.
La tua è una battaglia persa ed è meglio che lo ammetti” replicò soddisfatta la scienziata coricandosi accanto al suo uomo.

Lui sapeva perfettamente che, la turchina, avesse decisamente ragione, ma non sarebbe mai riuscito ad ammettere l’evidenza.
Quando la piccola gli aveva chiesto di allenarla non poteva crederci…stava effettivamente perdendo le speranze, ma, in realtà, così non era stato.
In fondo era la figlia del Principe dei Saiyan e, in lei, doveva scorrere quel senso di rivalsa e ribellione che aveva sempre caratterizzato la sua razza.
Era stato così per Trunks e per la bambina non poteva andare diversamente.
Era stato uno stolto a pensare che sua figlia si rifiutasse di allenarsi.
Si era lasciato condizionare dalla richiesta che aveva fatto poco prima alla madre, in fondo non poteva biasimarla perché, in realtà, era per metà una terrestre e a volte lo dimenticava.
Tuttavia, l’importante, era che lei avesse deciso di sua spontanea volontà di voler conoscere da vicino l’arte del combattimento e lui le avrebbe insegnato tutto ciò che conosceva, senza esitazione.
Ora che la teneva stretta tra le sue braccia sapeva cosa doveva fare.
Niente e nessuno le avrebbe fatto più del male perché, la sua bambina, aveva la stoffa per diventare una grande guerriera.
 


Era trascorso quasi un mese dalla loro partenza da Arlia e l’intera compagnia era ormai giunta sul pianeta Terra.
Finalmente quel lunghissimo viaggio era terminato e tutti poterono ritornare alle proprie vite.
Prima che Goku ed i suoi figli se ne andassero, Vegeta, aveva provato, in qualche modo, a ringraziarli del loro contributo, ma il suo orgoglio glielo aveva proibito.
Tuttavia il capo famiglia Son, intuendo il suo sforzo, intervenne in suo aiuto:
“Non sforzarti troppo, amico, non è nelle tue abitudini ed io poi potrei abituarmici”.
Dopo tale intervento il Principe non poté fare altro che rispondere con uno di suoi soliti ghigni.
Appena rientrati in casa, Trunks e Bra si fiondarono nelle proprie stanze, mentre i genitori rimasero, per un momento, come in contemplazione.
In passato avevano dato per scontato avere una casa confortevole, munita di ogni agio, ma ora si rendevano conto di quanto fossero fortunati a possederne una.
Quel viaggio aveva cambiato tutti, in qualche modo, forse li avevi resi più consapevoli di ciò che avevano e di quello che stavano per perdere.
Fortunatamente tutto si era concluso per il meglio, ma quella esperienza sarebbe rimasta impressa nella memoria di tutti.
Lentamente calò la sera e, dopo essersi saziati con un abbondante cena, i Brief ritornarono pian piano alle proprie abitudini, ma per quella sera fecero tutti un’eccezione...
La stanchezza del viaggio li aveva decisamente spossati, così tutti si ritrovarono a varcare la soglia della propria stanza per riposare le proprie membra.
Intanto, mentre i figli erano già nel mondo dei sogni, la scienziata, una volta rassettata la cucina, decise di recarsi anch’essa nella camera da letto sistemandosi per la notte.
Una volta giunta a destinazione pensò bene di usufruire del bagno interno rilassandosi sotto una bella doccia calda.
Si sfilò lentamente i vestiti e subito dopo entrò nel box immergendosi nel tepore che emanava il getto dell’acqua.
Rimase dentro a lungo godendosi la pace che la circondava e beandosi di quel momento di estrema tranquillità.
Mentre era immersa nei suoi pensieri si sentì afferrare la vita, da dietro, da due possenti braccia.
Lei comprese subito chi fosse e, appoggiandosi completamente a lui, esclamò con voce suadente:

“Cosa vuoi, saiyan?”
“Davvero non lo hai ancora capito?” ribatté con tono profondo il compagno baciando la spalla della scienziata.
“Si, ma preferisco il letto…è molto più comodo”
“Non ho intenzione di perdere altro tempo, visto le volte che siamo stati interrotti recentemente.
Non intendo aspettare oltre” replicò deciso il saiyan voltando la turchina verso di sé e baciandola con passione.

Mentre la baciava ardentemente, il Principe esplorò ogni centimetro del suo corpo, con estrema passione, facendo gemere di piacere la compagna.
Bulma sapeva di non poter resistere al suo uomo, in fondo era da tanto che non si concedevano qualche momento di intimità ed ora non intendeva rinunciarci.
Vegeta, compiaciuto dell’effetto che aveva su di lei, la strinse maggiormente a sé e, avvicinandosi ad un suo orecchio, le sussurrò rocamente:
“Ti voglio, donna”.
A quel punto, il saiyan, intuendo il tacito assenso di lei, la penetrò all’istante facendola di nuovo sua.
Entrambi goderono intensamente di quel momento come fosse l’ultimo.
L’acqua scivolava sui loro corpi rendendoli ancora più roventi, mentre la scienziata si aggrappava tenacemente al suo uomo, vinta da tanta passione.
In poco tempo il bagno si riempì di ansiti e gemiti, spinta dopo spinta, soprattutto quando l’orgasmo li travolse contemporaneamente lasciandoli alquanto soddisfatti ed appagati.
La turchina si abbandonò completamente al compagno ed il saiyan, accorgendosi della sua stanchezza, chiuse il getto dell’acqua e sollevò la donna tra le braccia avvolgendola con un asciugamano.
Per velocizzare il processo di asciugatura, incrementò leggermente la sua aura ed asciugò entrambi in un istante.
Infine si recarono nella loro stanza dove lui adagiò la scienziata quasi addormentata.
Aprì un cassetto del comodino, che aveva accanto, per prelevare dei boxer ed una volta indossati s’infilò subito nel letto stringendo a sé la sua donna.
Gli erano mancati notevolmente quei momenti così intimi con la sua compagna.
Da quando Bra era stata rapita non avevano avuto più occasione di stare insieme in quel modo per via dell’apprensione che li aveva divorati, ma ora avevano tutto il tempo per recuperare.
Quando si voltò, notò il viso addormentato, ma sereno della turchina e, dovette ammetterlo, lo rincuorò a sufficienza.
Era, ormai, dallo loro partenza dalla Terra che non aveva più rivisto il suo sorriso, ma ora, fortunatamente, tutto era ritornato alla normalità e con esso anche la felicità della sua “pazza” scienziata.
Con quel pensiero, depositò un leggero bacio sulla fronte della consorte e, dopo tanto tempo, anche lui si lasciò tranquillamente “cullare” tra le confortevoli braccia di Morfeo.
Qualche ora più tardi, Vegeta si svegliò perché raggiunto da un forte senso di arsura, così, cercando di non destare la compagna, la scostò delicatamente da sé ed uscì silenziosamente dalla stanza.
Mentre percorreva il lungo corridoio si accorse che la camera della figlia era ancora illuminata, così, pensando fosse rimasta accesa la luce, si apprestò a raggiungerla.
Quando entrò per spegnerla notò la piccola ancora sveglia e seduta sul letto con un’espressione piuttosto malinconica.
Vedendola in quelle condizioni, il padre decise di intervenire e con tono severo, ma celato da un’ombra di preoccupazione, domandò:

“Bra, cosa fai sveglia a quest’ora della notte?”
“Non riesco a dormire”
“Suona piuttosto strano, se detto da te.
Avanti, dimmi qual è il tuo problema, ma fallo in fretta” ribadì lui con tono serio.
“Papà, perché Nemesis è morto?
Lui è stato buono con me e non meritava quella fine.
Era mio amico” esordì, piangendo, la piccola lasciando spiazzato il padre.

Vegeta sapeva che il mago si era preso cura di lei, durante la sua assenza, ma non pensava che avessero legato in una maniera così forte.
Bra aveva un carattere piuttosto socievole, quindi non aveva mai avuto difficoltà a fare amicizia, ma non credeva possibile che tra loro si fosse instaurato un rapporto di così grande fiducia…evidentemente si era sbagliato.
A quel punto, pur di non vederla piangere, decise di fare una cosa che mai avrebbe immaginato di compiere e che, probabilmente, non avrebbe più avuto il coraggio di adempire.
Si avvicinò alla bambina e la prese in braccio avvolgendola con la coperta che si trovava adagiata sul letto.
Spalancò la finestra della cameretta e, con la piccola tra le braccia, si alzò in volo uscendo all’aperto.
Il saiyan s’innalzò per alcuni metri, allontanandosi di poco dalla loro abitazione, e stringendo a sé la figlia per non farle prendere freddo.
La bimba, non riuscendo a comprendere le gesta del genitore, gli chiese perplessa:

“Papà, perché siamo usciti?”
“Guarda il cielo con attenzione, Bra” rispose autorevole l’uomo.
Lei, dopo aver eseguito alla lettera il suo consiglio, aggiunse curiosa:
“Dove devo guardare? Ci sono solo le stelle”.
“Esatto, ma, come immaginavo ti è sfuggita la cosa più importante”.
“E sarebbe?”
“Lassù c’è una stella che è la più luminosa di tutte.
Credo sia proprio il tuo caro amico” disse lui con tono serio.
“Dici davvero?” chiese eccitata la piccola.
“Ti sembra stia scherzando?”
“E’ davvero molto bella quella stella.
Anche se non riesco a vederlo, potrò parlarci?” asserì lei speranzosa riferendosi a Nemesis.
“Nessuno te lo vieta”
“Va bene, allora voglio soltanto che lui sappia che sarà, per sempre, il mio migliore amico”
Dopo tale affermazione, Bra, vide l’astro illuminarsi intensamente come se avesse recepito la sua frase.
“Papà, hai visto come brilla? Nemesis mi ha sentito”

Il Principe fece un cenno di assenso con il capo e la piccola, rassicurata dal padre, si rasserenò in un attimo ritornando la bimba solare di sempre.
A quel punto, la figlia, sentendosi protetta tra le braccia paterne, si addormentò sorridendo proprio come sua madre.
Constatando tale fatto il saiyan non poté trattenere un celato sorriso e, prima di rientrare in casa, si ritrovò anche lui a fissare il firmamento con un unico pensiero in mente…
Per la prima volta si ritrovò a ringraziare un estraneo, un “nemico” che, non solo aveva cercato di salvare la vita di sua figlia, ma che aveva fatto molto di più...
Il sorriso che vedeva, ora, stampato sul volto di Bra era tutto merito di quel mago, un po’ misterioso, ma che nascondeva un grande cuore.
 

 

                           
                                                                               
                                                                                                                                                 FINE…

 

 

 

 

 



ANGOLO DELL’AUTRICE

Ciao a tutti e scusate per l’immenso ritardo, ma tra gli impegni di lavoro e problemi vari, non ho più avuto il tempo per postare.
Finalmente sono riuscita a pubblicare l’ultima parte della storia e, sinceramente, devo ammettere che un po’ mi dispiace, non solo perché il racconto è terminato, ma anche perché ricevere, ogni volta, le vostre recensioni è stato, per me, un grande piacere.
Grazie a voi sono riuscita a migliorare e di questo ve ne sono veramente grata.
Volevo ringraziare, in prima persona, SSJD, non solo per aver commentato ogni mio singolo capitolo, ma anche per i suoi preziosi consigli e tutti gli altri recensori che mi hanno accompagnato sinora.
Ogni vostra singola recensione è stata, per me, davvero speciale e di questo, non finirò mai di ringraziarvi.
Ognuno di voi è stato davvero importante...
Infine un grande ringraziamento, non solo a tutti i lettori silenziosi che mi hanno seguita finora, ma anche chi ha inserito la storia tra le preferite, seguite e ricordate.
GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!
Ci sentiamo presto…ho in mente già altre storie da scrivere e chissà, probabilmente, persino una os che si ricollegherà con questo racconto.
A Presto!! 
Un Abbraccio.

GALVANIX

  
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