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Autore: MartaJonas    01/11/2015    1 recensioni
Penelope si disse che ormai era un caso perso, e nonostante tutto qualcosa li continuava a far incontrare ancora e ancora, e non importava quanto tempo passasse, non importava cosa stesse accadendo nella sua vita o cosa fosse accaduto in passato, non poteva far a meno di essere felice accanto a quel ragazzo.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We Come Back Every Time'
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Capitolo 2
 
Sorry

 
«Allora, giornalista, cosa mi racconti di bello?» chiese il cantante sedendosi accanto alla ragazza. Joe aveva insistito affinché Penny fosse andata con lui e i suoi amici nel suo hotel per un aperitivo in camera sua, qualcosa rimediato su due piedi, anche se tutto ciò continuasse ad essere ai livelli dell’hotel in cui alloggiavano, il Westin Palace.
La camera del cantante era qualcosa di enorme, formata da un letto matrimoniale, un paio di comodi divani, qualche sedia e un tavolo, il tutto ovviamente lussuoso e impeccabile. Penelope viveva lì a Milano, e sì era entrata altre volte in quell’hotel per conferenze e cose del genere, ma non era mai stata in una camera, e non l’avrebbe mai immaginata così … bella.
«Niente di che, faccio un traineeship al quotidiano la Repubblica, uno dei maggiori in Italia, ma questo te lo avevo già accennato qualche tempo fa. Mi occupo di spettacolo, quindi musica, cinema, teatro e cose del genere. La buona notizia è che se tiro fuori una buona storia nel prossimo mese posso sperare in un contratto e soprattutto in una trasferta a New York, per la recezione degli spettacoli in programma a Broadway. » rispose felice Penny, mantenendosi il più formale possibile, era davanti a tanta gente che non conosceva per niente, e anche se Jack, Cole e JinJoo sembravano dei ragazzi simpatici e molto alla mano, Penelope aveva comunque bisogno di tempo per sciogliersi un po’.
«E perché non me lo hai detto prima? Potremo vederci a New York!» la rimprovera per l’ennesima volta il cantate.
«Ehi ehi, calma! Tutto ciò se riesco a tirar fuori una buona storia, altrimenti addio New York!» lo fermò la ragazza.
«Ce la farai sicuramente, non è questo il problema.» minimizzò il cantante.
«Non ci giurerei» rispose scettica Penelope.
«Staremo a vedere» disse il cantante. Ci fu un attimo di silenzio, e Penelope decise di buttarsi, perché sapeva che se non lo avesse fatto in qual momento non lo avrebbe fatto mai più, tanto che si ritrovò a parlare senza che se ne accorgesse prima.
«Ah …. » si fermò non appena si rese conto che stava parlando, chiedendosi se avesse dovuto dirglielo, ma capì che era troppo tardi per cambiare idea.«esco con un ragazzo, cioè stiamo insieme»
«Cosa?» chiese conferma Joe completamente esterrefatto, con una espressione tra l’arrabbiato, lo sconvolto, e il dispiaciuto e magari sembrava anche un po’ divertito, forse pensava fosse uno scherzo.
«Sì, l’ho incontrato per caso, me l’ha presentato la mia migliore amica. È un bravo ragazzo, così siamo usciti qualche volta e ora stiamo insieme. Si chiama Andrea.» riassunse brevemente Penelope, notando l’espressione stranamente infastidita del ragazzo.
«Beh sono contento per te!» Joe si costrinse a fingere felicità, con scarsi risultati, e Penelope si chiede il motivo di tutto ciò. «Vado a vedere cosa stanno combinando quei due con l’aperitivo» così dicendo, mise una mano sulla spalla a Penny e indicando Jack e Cole e dirigendosi verso di loro.
Penelope non fece in tempo neanche a rispondere che già Joe era andato via. Cosa gli era preso? Perché ha avuto una reazione del genere?
«Ci è rimasto male.» disse una voce a poca distanza da Penelope, che alzò lo sguardo. Era JinJoo. «Scusa se ho ascoltato la conversazione, ma non ho potuto farne a meno.»
«Figurati, non era niente di importante .. cosa dicevi?»
«Che ci è rimasto male. Joe fa sempre così quando qualcosa non gli quadra, prende e si allontana, ci pensa e poi torna. Poi non hai visto come ha cambiato espressione quando glielo hai detto?»
Penelope fissò JinJoo accorgendosi soltanto in quel momento che ciò che stava dicendo era vero.
«Ma … ma … perché dovrebbe esserci rimasto male? Cioè, lui è fidanzato, con Gigi Hadid addirittura. Io che c’entro?» chiese sconvolta Penelope.
«Questo chiedilo a lui.» disse alzando le mani « però ci è rimasto male, poco ma sicuro.»
«Stai dicendo che è … geloso?» chiede sconvolta e anche un po’ divertita Penny, mentre una vocina dentro di lei le rivelava che tutto ciò non era completamente da escludere.
«L’hai detto tu.» sorrise JinJoo.
 
*
 
28 Ottobre 2013
 
La ragazza si girò e cominciò a camminare verso l’uscita dell’aeroporto di Venezia.
Sentì prendersi per il polso della mano destra, e poi avvertì il tocco delle labbra del ragazzo, che aveva davanti a lei, sulle sue. Joseph non era riuscito ad andarsene senza farlo, senza baciarla. Neanche loro stessi riuscivano a comprendere cosa stesse davvero accadendo tra loro due. Era stato qualcosa di più forte di loro. Joe non riusciva a capire se quello che stava facendo era giusto o meno, ma sapeva che era quello di cui aveva bisogno, e adesso aveva bisogno di Penny. Dall’altra parte Penelope era completamente spiazzata, non si sarebbe mai aspettata qualcosa del genere, soprattutto in una situazione come quella, ma non poté negare che stava adorando quella sensazione che si era formata all’interno del suo stomaco. Era pazzesco, completamente pazzesco. Joe si staccò da quel bacio dolce, e così pieno d’amore.
-Ti chiamerò molto presto, perché avrò bisogno di te, Penny,  più di chiunque altro. – le rivelò Joseph all’orecchio, in un sussurro. Gli occhi di Penelope si velarono di lacrime. Joe le rivolse un altro sorriso, e scomparve ancora una volta tra la gente. Ma qualcosa di lui era rimasto lì con lei, il suo profumo. Il suo profumo, la sua essenza si era attaccata alla felpa della ragazza, tanto che, per un attimo, le sembrò di averlo accanto. 
 
*
 
«Bene ragazzi, io penso di tornarmene nella mia stanza, ho bisogno di una doccia!» disse Cole, che fu subito seguito da Jake e JinJoo e in poco Penny rimase sola con Joe.
«Magari ti lascio riposare anche io» disse Penelope alzandosi dal divano su cui era rimasta a sedere per tutto il tempo.
«No, aspetta, non andare! È proprio fuori discussione che tu te ne vada, poi scappi e non ti fai più ritrovare» rispose il ragazzo posizionandosi proprio davanti alla ragazza.
«Per una volta che non ti ho scritto, tutto questo casino? Dai, almeno ti puoi fare una doccia e stare tranquillo»
«La doccia me la posso fare anche con te»
«Scusa?» chiese Penny cominciando a ridere
«Cioè …» provò a giustificarsi per la sua frase uscita male, mentre aveva già cominciato a ridere «Volevo dire, posso farmi la doccia anche se tu rimani nella mia stanza. Lo so suonava strana come frase » disse il ragazzo cominciando a ridere
«Va bene, va bene, come ti pare.» disse la razza ridendo e scuotendo la testa, osservando quanto potesse essere testardo quel ragazzo.
Joe entrò in bagno per fare la doccia, dopo averle promesso di fare in fretta. La ragazza sospirò e si sedette su uno dei due posti del divano, e prese il suo cellulare. L’apparizione della foto del blocco schermo che la ritraeva con Andrea la fece tornare alla realtà, e fu pervasa da una strana sensazione, come se stesse facendo o stesse per fare qualcosa di sbagliato. Voleva bene ad Andrea. Era un ottimo cuoco e un dolcissimo ragazzo, peccato tutti quei viaggi di lavoro. Sarebbe tornato la settimana dopo. Le mancava, in quel momento, come quasi per la maggior parte del tempo. Era poco il tempo che riuscivano a trascorrere insieme, purtroppo.
In meno tempo di quanto si aspettava Joe era già fuori dal bagno, con solo un asciugamano attaccato in vita. Penelope non riuscì a far ameno di buttare un occhio su di lui, e per evitare di rimanere a fissarlo con una espressione meravigliata e buffa - che già aveva assunto involontariamente -  chiuse gli occhi,e quando li riaprì si curò di averli puntati sullo schermo dell’iphone.
Nel frattempo Joe si stava procurando i vestiti necessari.
«Che dici, quale metto?» le chiese il cantante facendola sobbalzare e poi obbligandola a guardarlo mentre teneva in mano due tshirt. Penelope cercava di mantenere uno stato di completa atarassia, ma fu completamente tradita dalla sua espressione del viso che se non si fosse trattenuta sarebbe scoppiata in una risata. Cercò di coprire la sua bocca, mentre la sua mente era attraversata da pensieri fin troppo inappropriati, soprattutto se a proposito di un ragazzo che non era il suo.
«Quella nera» sbiascicò facendosi aiutare dalle indicazioni della mano che teneva in mano il cellulare.
«Sì, anche a me piace più questa» rispose guardandola. Allora perché me lo hai chiesto? Mi volevi far soffrire? «Torno subito, eh» e tornò in bagno.
«Tranquillo» rispose fingendo noncuranza Penelope. Quando qualche minuto dopo Joseph uscì dal bagno era asciutto e vestito.
«Stasera vieni con noi all’Hollywood?» esordì Joseph, poi sedendosi sul divano a fianco alla ragazza.
«Cosa? Ma non ci pensare per niente» rispose con una risata isterica la ragazza.
«Perché no? Dai, una botta di vita Penny! Non mi fare la persona triste, non ti va di stare con me?» la stuzzicò.
«Ma io sono una persona triste! E poi devo pure lavorare, l’articolo su di voi non si scriverà da solo e lo devo fare entro domani; quindi stasera pigiama, coperta e computer»
«Non è vero. Daaaaaaai vieni!» disse avvicinandosi a Penny appoggiandosi completamente a lei, cercando di fare gli occhi dolci, ai quali Penny rise« O stasera o domani lo passi tutto con me. Che poi non ci rivediamo per anni e anni»
«Prima di tutto vacci piano signorino, se trovo una bella storia da raccontare presto ci vedremo a New York. Poi se la metti in questo modo preferisco passare tutto domani con te.»
«Allora domani mattina appena mi sveglio ti chiamo, così ci vediamo. Poi ovviamente verrai al nostro concerto dietro le quinte»
«Va bene, va bene. Te lo prometto. Ora posso andare a casa? Ho necessita del mio pigiama» chiese il permesso ridendo tentando di alzarsi fu trattenuta dal ragazzo che le prese la mano
«Aspetta» ci fu silenzio, e Penelope guardò il viso del ragazzo incuriosita, perché aveva cambiato completamente espressione. «Ho sempre voluto dirti delle cose, ma non l’ho mai fatto perché sono uno scemo, ma ora ho bisogno di farlo e devo farlo»
Penelope assunse una espressione interrogativa, che pregava di continuare ciò che stava dicendo. Si sedette di nuovo su quel divano, aspettando una spiegazione.
«Prima di tutto grazie. Senza di te non sarei qui, o forse non ci sarei proprio. Tu ci sei sempre stata per me, e non so come avrei fatto altrimenti.» confessò il ragazzo.
«Ma figurati Joe» disse seria Penny, appoggiando la sua mano su quella del cantante, «avevi solo bisogno di qualcuno con cui parlare, ce l’avresti fatta comunque anche da solo»
«Questo non è vero. Sei venuta a trovarmi, e sei rimasta lì, nonostante il mio stato, mi hai aperto gli occhi e dato un motivo per lottare» controbatté il ragazzo, mentre Penny carezzava la sua mano.
«Ma …» provò a dire Penelope, ma fu interrotta.
«Aspetta, fammi finire.» continuò il cantante «C’è un’altra cosa che devo dirti. Scusa. Scusa perché ciò che è successo a Venezia, è rimasto lì, nonostante le mie promesse. Non hai avuto neanche una spiegazione da me, e se dovessi dartela adesso, non ne saprei il motivo. Quindi scusami, scusami per non averti chiamato …»
«Smettila» lo pregò la ragazza, non era ancora pronta per quel discorso, era esattamente ciò che stava cercando di evitare fin dal primo momento.
«Scusa per essere sparito, e non averti accolto bene quando sei venuta tu da me»
«Smettila Joe, ti prego» disse ancora Penelope, ma non fu ascoltata, e il cantante poggiò le mani sulle sue.
«Scusa per ciò che non ti ho detto, e per quando non ero presente quando eri tu ad aver bisogno di me»
«Basta Joseph» lo pregò alzando un po’ la voce ormai un po’ incrinata dalle lacrime che le offuscavano la vista. Ecco perché non voleva vederlo, e lo avrebbe volentieri ignorato alla press conference. Ci era stata male, per tanto tempo. Non glielo aveva mai rivelato, ma aveva sofferto per ciò che gli aveva fatto, per come l’aveva trattata. Non voleva perderlo, così aveva sempre continuato a sopportare senza mai farglielo pesare, senza mai rimproverarlo o dirgli ciò che veramente stava provando, perché gli voleva fin troppo bene.
 
 
*
 
30 Novembre 2013
 
Penelope lo stava aspettando già da un po’ nello Starbucks a Time Square. Cercava di occupare il tempo picchiettando le dita contro il tavolo da pranzo.
«Ti avevo detto di non venire» disse la sua voce, mentre il ragazzo si metteva a sedere di fronte alla giovane.
«Joe» esclamò sorpresa Penny e felice, affrettandosi a intrecciare una mano con quella del ragazzo. «Come stai?»
«Male» tagliò corto il ragazzo.
«Quindi stai a casa, possono seguirti anche da casa, no?» chiese tentando entusiasmo.
«Sì, sto a casa, prigioniero a casa mia.» sbuffò «Ti avevo detto di non venire, non volevo che tu mi vedessi in questo stato»
«Non ti devi preoccupare per me. Ti voglio bene, e quindi voglio starti vicina quanto posso, soprattutto se non sei in buono stato.»
Il cantante scosse la testa, sospirando. «Se mi vedessi avere una crisi di astinenza non saresti della stessa opinione» disse evitando in tutti i modi il suo sguardo.
«Pensi che a me faccia piacere vederti in questo stato?» Penelope scosse la testa «Ma non mi importa di me e di cosa possa provare io, se quel poco che posso fare io per te, può fare la differenza per te. L’unica cosa che posso fare è starti accanto, nel bene e nel male. Ma se non vuoi, basta dirmelo, torno in Italia, così come sono arrivata qui» disse con voce incrinata, e con occhi velati dalle lacrime.
«Non voglio» sentenziò il ragazzo, che fu tradito dalla sua voce, che si ruppe all’ultima sillaba, e dalle lacrime, che gli riempirono gli occhi.
Ci fu silenzio, Penelope sospirò, poi disse un’ultima frase prima di scappare via «Va bene. Ma chiamami se cambi idea, io non scappo»
 
*
 
«Quindi mi perdoni?» chiese Joseph intrecciando la sua mano con quella della ragazza che cercava di asciugarsi le lacrime con la mano libera. Lo stava odiando per averla fatta scoprire così.
«Sì, Joe, certo. Lo so che non è stato un buon periodo per te» rispose «Non per questo ti toglierò il saluto o smetterò di volerti bene»
Joe sorrise e la spinse verso di sé, abbracciandola. Le era mancata, eccome se le era mancata.
 
Was it the things I said?
Can I take them back
Baby, cause without you there’s nothing left of me
 
What can I do to show you I’m sorry?



 
Angolo dell'autrice
Buonasera! Ecco sono davvero contenta per anche l'unica recensione ricevuta nel primo capitolo. Se qualcun'altro sta davvero leggendo questa cosa, ricordate che a me farebbe piacere qualsiasi tipo di commento, anche negativo ovvimente. Vi dico che forse avrà più di 4-5 capitoli, ancora non so di preciso come finira o cosa accadrà.Ovviamente non serve neanche dirlo, ma ci tengo, è una fan fiction, non penso che niente del genere riguardo a Joseph possa accadere. La situzione qui raccontata, come ho già detto, si può capire di più leggendo Invisible Cry, ma la ff si può leggere anche senza. 
Grazie a chiunque abbia letto, e a chi ha lasciato la recensione, davvero!
A presto, si spera,  
Marta. 
  
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