Γαμβρός [-οῦ, ὁ]: cognato
 

Why so Greek?
Greetings, perchè ormai le fanfaronate di qualcuno mi hanno contaggiato. Sono Bakura e vi invito ad andare a leggere la shot di Malik per capire come funziona il GI Project. La prima parola che abbiamo scelto è "cognato". Funzionerà? Scopriamolo subito: ghigliottina! 

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*sbam!!*

... Con mio grande disappunto, "cognato" è proprio la parola di questa sera.
Godetevi dunque il nostro Shika alle prese con le tiranneggianti richieste della sua ragazza, mentre lei gli impedisce per l'ennesima volta di diventare un tutt'uno con le nuvole e l'entropia del cosmo. Io andrò a fare danni altrove.

Bakura

Cognato 

Anche i capelli.

Neppure quelli andavano bene.

«Hai messo la maglietta che ti avevo messo sul divano? Non avrai mica preso quei sandalacci dell’ultima volta? Se te li rivedo addosso butto via te e loro. Ah, e un’ultima cosa, levati quel codino che sei ridicolo».

Ridicolo. La situazione era ridicola, altroché. Non che il concetto di ‘vestito delle grandi occasioni’ gli fosse del tutto ignoto, ricordava ancora i ridicoli alterchi fra i suoi genitori e i patetici tentativi di suo padre di difendere i propri pantaloni da lavoro. Capiva il senso di tutta questa messinscena: parare la faccia, dare importanza alle apparenze, dimostrare rispetto e tutta quella roba, non la condivideva ma, come per molte altre cose, la capiva. Era il modo in cui si muoveva il cosmo, che, nonostante la propria tendenza all’entropia assoluta, trovava divertente inframezzare il proprio percorso verso il caos a battibecchi familiari rivolti alla ceca adozione di ogni più piccola norma dell’etichetta.

Impomatato, coi capelli sciolti e le orecchie pulite, Shikamaru era probabilmente al suo punto di massima distanza dall’entropia dal momento in cui era nato. Tuttavia, non era una vera e propria sorpresa, era semplicemente seccante. Previsto, anticipato, accettato, eppure seccante. Ma non per via dell’atto in sé. Non appena sua padre consegnava le armi al termine di ogni alterco, anche lui veniva costretto a piegarsi alle dittatoriali richieste della madre. Temari non era molto diversa in fondo. Forse i capelli biondi erano l’unico tratto davvero differente fra lei e sua madre.

No, ciò che trovava davvero seccante era che questa battaglia contro l’entropia non avesse alcun senso.

Dov’era il nesso nel vestirsi in tiro per andare a conoscere i cognati?

«È una formalità, Shika, non fare il pignolo».

Sì, ma lui li aveva già conosciuti. Si conoscevano da anni. Avevano combattuto insieme, perché avrebbe dovuto importargli delle apparenze? Perché Gaara era kage? Avevano visto come andava in giro Naruto? Non era ancora kage, certo, ma dopo averlo portato per quasi vent’anni, tutta Konohoa aveva ormai rinunciato all’idea che la piantasse di andare in giro in arancione. E non cominciamo a parlare dei gusti stilistici di Kankuro: non aveva mai visto un solo altro burattinaio indossare quelle mise da pulcinella emo.

Erano argomentazioni che aveva buttato in campo per il puro gusto di polemizzare. Dei vestiti non gli importava e Temari lo sapeva bene, e, del resto, non aveva dubbi sul come sarebbe andata a finire la faccenda. Di fatto, era stato sconfitto, i suoi capelli impomatati e il suo fondoschiena costretto a muoversi verso Suna.

Ed era una seccatura, una pura e semplice seccatura.

Note introduttive (quelle vere e credibili):

Greetings mortals!

Io sono la vera e unica e inimitabile Malik e vi invito a visitare anche la mia storia! E le mie non sono fanfaronate my Fluffy friend! Pigra come sempre vero? Passate dalla magnifica me per qualche delucidazione, che se aspettate Bakura...

Vi aspetto numerosi! E lasciate qualche recensione mi raccomando! Vi aspettiamo numerosi!

Malik Ishatar