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Autore: MaraWP    03/11/2015    0 recensioni
Era una fredda giornata d'autunno, l'estate era appena finita, il caldo torrido dell'Egitto e le altissime piramidi erano ormai un ricordo, un doloroso ricordo che mai sarebbe stato cancellato dalla mente della giovane amazzone. Olimpia era salpata da un porto egiziano, uno di quei posti poco raccomandabili per una fanciulla carina e senza compagnia ma ormai poco importava, tutto ciò per cui aveva sempre combattuto non esisteva più, quindi perché preoccuparsi della propria vita. Il viaggio fu lungo. Una nuova terra l'aspettava, nuove avventure e un nuovo nemico che messun mortale può affrontare ma forse uno spirito chissà. Un ritorno della Principessa Guerriera? Una nuova guerriera? Oppure solo un brutto sogno?
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, FemSlash | Personaggi: Aphrodite, Ares, Gabrielle, Xena
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Le foglie iniziavano a cadere, si staccavano da ciò che le aveva create e dolcemente, come se danzassero, si lasciavano trasportare dal vento fino a toccare terra, le une accanto alle altre. I prati perdevano colore, i fiori cominciavano ad appassire e il cielo si scuriva sempre di più. Questo era il paesaggio che si prostrava davanti ad Olimpia mentre in sella ad Argo percorreva la Danimarca. Era arrivata sulla costa ormai, poteva riconoscere l'odore del mare a km di distanza, così con la stessa fretta di un bambino di fronte ad un regalo, spinse il cavallo al galoppo. L'aria le sventolava i biondi capelli, sembrava una dea a cavallo del vento, era così splendida. Giunse in prossimità della costa, su una parete che cadeva a strapiombo sul mare. Quella visione per lei fu un paradiso, il blu del mare era così intenso da farla rabbrividire seppur la giovane poetessa avesse incontrato l'oceano negli occhi della Principessa Guerriera. Occhi indimenticabili. Mentre Olimpia ammirava il paesaggio, fu interrotta da alcune urla provenire da dietro alcuni alberi li intorno. Senza pensarci si lanciò al galoppo alla ricerca di risposte, superò quel piccolo boschetto e quello che si trovò davanti non fu più il paradiso ammirato poco prima. Un villaggio in fiamme, persone spaventate a morte che cercavano di fuggire da ogni parte e poi... Guerrieri armati dalla testa ai piedi, col volto coperto da una maschera terrificante, occhi rossi come il fuoco e una forza paragonabile a quelli di un ciclope. Nonostante fosse spaventata prese in mano il Chakram e lo lanciò. Il cerchio cominciò a rimbalzare a destra e sinistra fino ad andare a colpire la gamba di una piccola cisterna d'acqua che a causa del troppo peso cadde sul villaggio inondandolo e spegnendo le fiamme più alte. Mentre il cerchio era tornato in mano ad Olimpia, i guerrieri avanzavano verso di lei con fare minaccioso. Temendo per la vita di Argo, scese da cavallo e si gettò nella mischia della battaglia. Man mano che affrontava quei guerrieri si accorgeva che le sue armi erano praticamente inefficaci, i nemici non mostravano il minimo accenno di fatica e quando Olimpia affondò uno dei suoi sais nel ventre di uno di loro, la reazione fu scioccante. Non una goccia di sangue era rimasta sulla sua arma, nessuna ferita nell'armatura del guerriero che invece di accasciarsi per il dolore, riprese a combattere con ancora più grinta. Le forze della poetessa cominciavano a scarseggiare mentre i guerrieri sembravano rinvigorirsi dopo ogni affondo di spada. A quel punto non restava che andarsene, da sola non sarebbe mai riuscita a sconfiggerli, nessun mortale poteva farlo. Con un fischio richiamò Argo e appena salita in groppa, si allontanò da quel luogo il prima possibile. Trovò riparo in un anfratto sotto la parete rocciosa, li di certo non l'avrebbero trovata. Acceso il fuoco, si sedette li accanto e cominciò a pensare a chi potessero essere quei guerrieri. Mai prima d'ora li aveva visti e mai ne aveva sentito parlare. Assomigliavano ai guerrieri di Intrajit, ma questi erano molto più forti e robusti e poi l'India era lontana. La sera si stava avvicinando e con esso anche il desiderio di mettere qualcosa sotto i denti. Aveva ancora alcune provviste nella sacca fatte i giorni precedenti, sarebbero bastate per riempirle la pancia dopo quel combattimento. Con la luna ormai alta nel cielo Olimpia ne approfittò per dormire e riprendere le forze. "Olimpia...Sta attenta a quei guerrieri, sono molto pericolosi, non esitano ad uccidere, non provano compassione e non sono umani. Non affrontarli corpo a corpo, dammi ascolto! Vattene da lì, non voglio che ti accada nulla". Olimpia si svegliò di soprassalto. Era stato solo un sogno, eppure sembrava così reale, Xena era di fronte a lei che le parlava, sembrava vero. Quella voce calda e rassicurante, quegl'occhi così profondi e intensi... Riuscì a stento a trattenere le lacrime mentre Argo la guardava come se provasse la stessa sensazione. Andò ad accarezzargli il muso e mentre lo faceva non riuscì a non parlare ad alta voce :" Ho sognato Xena, mi metteva in guardia da quei guerrieri che ho affrontato oggi. Dice che dovremmo andarcene da qui prima di combinare guai. Si preoccupa sempre per me anche se non è qui... Però io voglio saperne di più su quei guerrieri, non posso andarmene sapendo che stanno facendo del male a quelle persone! Tu che ne pensi? ". Il cavallo sbuffò." Splendido, parlo anche con i cavalli adesso" aggiunse Olimpia con tono sarcastico. Il mattino era arrivato, il sole, anche se nascosto dietro le nuvole, annunciava il nuovo giorno. La poetessa fece su le sue cose e montò in sella per dirigersi sul luogo dove il giorno prima aveva visto i guerrieri. Erano rimaste solo le ceneri del villaggio, alcuni corpi giacevano a terra inermi, tra loro anche un fanciullo accanto ad una donna, forse la madre. Scese da cavallo in cerca di prove o indizi su quei guerrieri ma non c'era nulla, ne orme, ne brandelli di armatura. Zero. A quel punto le informazioni doveva cercarle altrove. Riprese in mano le redini e si allontanò da lì per raggiungere un altro villaggio in cerca di risposte. Nel tragitto non incontrò anima viva, ne uomini al lavoro ne donne e questo la insospettí,eppure aveva quella strana sensazione come se qualcuno la stesse osservando da lontano. Senza farsi notare troppo si guardò in giro ma non vide nessuno. Poco dopo arrivò al villaggio, assomigliava molto all'altro però c'era qualcosa di diverso, sembrava disabitato anche se sia le case che i recinti erano in buone condizioni. Scese da cavallo per proseguire a piedi tra le case in cerca di qualcuno. Bussò alla taverna senza ricevere risposta. Spinse la porta e questa si aprí cigolando rumorosamente. All'interno tutto era in ordine, le candele accese e... Un ombra stava ferma dietro il bancone,immobile. Olimpia cautamente si avvicinò a questa, fino a vedere che in piedi non era altro che l'oste. "Scusate, non sono di queste parti e mi chiedevo se.." Olimpia venne interrotta ancor prima di fare la domanda. " Loro non vogliono stranieri che fanno domande, andate via prima che vi uccidano" disse l'oste. "Loro chi? State parlando dei guerrieri mascherati?" chiese Olimpia. L'oste con lo sguardo perso nel vuoto ripeté:" Loro non vogliono stranieri che fanno domande, andate via prima che vi uccidano". Olimpia non insistette e uscì dalla locanda ancora più insospettita. Mentre camminava, sentí una voce che la chiamava proveniente da una casa :" Ei fanciulla, cosa fai da queste parti da sola? Vieni dentro forza! ". La poetessa vedendola come un'opportunità per fare domande, legò Argo ed entrò in casa. All'interno oltre alla donna che l'aveva fatta accomodare, vi erano due fanciulli seduti accanto ad un uomo."Vi ringrazio per avermi fatto entrare, ma perché non c'è nessuno per le strade? Da cosa vi nascondete?" chiese Olimpia. La donna dopo aver richiuso la porta dietro di sé rispose:" Non da cosa ma da chi! I guerrieri resuscitati, è da loro che ci nascondiamo.. Tu piuttosto, come ti chiami?", Olimpia dopo aver sentito quella frase, rimase un attimo imbambolata poi rispose:" Mi chiamo Olimpia, non sono di queste parti, arrivo dalla Grecia", "Olimpia? La poetessa??" la interruppe la donna. " Mi conoscete? Io non sono mai venuta qui" ribatté Olimpia. La donna con gli occhi pieni di lacrime prese Olimpia per un braccio e la fece accomodare su una sedia, le tolse la giacca umida e le mise sulle spalle una coperta, poi si sedette di fronte a lei e con voce entusiasta disse:" Lo sapevo che qualcuno avrebbe ascoltato le mie preghiere, tu sei venuta a salvarci, e insieme a Xena ci libererai da questo incubo! ". A quelle parole Olimpia cambiò espressione, un velo di tristezza comparve sul suo volto. Un silenzio di tomba calò nella stanza. Dopo alcuni secondi Olimpia si fece coraggio, ma solo tre parole uscirono dalla sua bocca prima che le lacrime le impedirono di continuare :" Xena è morta".
   
 
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