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Autore: Katonoffirecrow    04/11/2015    1 recensioni
Questa storia tratta della seconda parte di Equilibrium dove dopo gli eventi di distorsione e liberazione, nuovi e vecchi personaggi si apprestanto a tornare sull'orlo di un evento storico che i pony devono assolutamente evitare, per il bene dell'armonia
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Dunque ha deciso di agire in questo modo, ha fatto proprio una bella mossa non c'è che dire..ti ha proprio fregata in questo caso Rain. » disse con voce ironica una figura umana celata nell'oscurità del cosmo nel quale la suprema stava galleggiando osservando con leggero disappunto ciò che si stava formando in modo definitivo in un cratere lunare.

« Sarebbe molto semplice distruggerlo ora mentre si sta ancora generando. Ma-»

« Ma sai bene che non ci è più permesso interferire negli affari dei mortali ammenoché non minaccino l'esistenza del pianeta delle razze presente su di esso. » disse l'essere facendo comparire una fioca luce viola attorno alla ragazza, in un misto di ammonimento e conforto.

Quest'ultima sospirò leggermente senza lasciar fluire alcuna emozione dal suo volto, tenendo lo sguardo fisso sulla sostanza nera presente sulla luna, che di colpo si concentrò tutta in un unico punto, cominciando a raggrumarsi cambiando la propria forma.

« Ci siamo. Tra poco vedremo la creatura di Imperius. Sono proprio curioso di vedere cosa si sarà inventato quel mattacchione. »

« Sono certa nulla di buono, ma obbedirò alle regole. » rispose Rain, mentre la massa in costruzione di colpo di bloccò, formando una grossa sfera che, prima che i due esseri potessero accorgersene, sparì nel nulla con un bagliore magico viola, lasciandoli solo con una flebile traccia magica che pareva farsi più forte verso Equestria, dove poi pareva svanire, come se fosse ovunque ed in nessun luogo.

« Beh che dire, non mi sarei mai aspettato un cosa di questo tipo, non riesco proprio a capire in che punto del regno si trovi quell'essere. »

« E la cosa non ti preoccupa ? » chiese Rain, cominciando nel frattempo a muoversi verso il pianeta facendo ondeggiare i propri lunghi codini.

« Onestamente no, ho piena fiducia in te piccoletta. E poi anche ammesso che qualcosa andasse storto ora Equestria è affidata a te, quindi io non c'entro nulla.

Bye bye Rain. » disse svanendo la voce dell'essere supremo, con un tono minaccioso, che fece scorrere un leggero brivido nel corpo della ragazza, che però non volle far mostrare alcun segno di debolezza in se, concentrandosi sul sondare coi propri poteri il pianeta, in attesa di un segno, mentre la grande battaglia per i Nexus aveva appena avuto termine, con la sconfitta del male.

Nello stesso istante, all'interno di una grotta nelle Badlands, un cupo suono di zoccoli stava rintoccando nel buio di quell'anfratto.

Un essere si stava lentamente muovendo in quel territorio avverso, del tutto incurante della miriade di sguardi azzurri che lo stavano fissando da ogni fessura del territorio attorno a se.

« Questo luogo...questi esseri...sono così...così colmi di inutilità. » disse l'essere con voce profonda, mentre il suono degli zoccoli si fece più flebile, lasciando spazio ad un leggero sospiro, che venne seguito da una strana nebbia violastra fitta che in pochi istanti ingolfò tutto l'ambiente circostante impedendo ai vari changeling di vedere ed avvertire la presenza di quella che secondo loro sarebbe stata la loro prossima preda.

All'interno della foschia che era venuta a formarsi non vi era alcuna visibilità, tanto da far calare su coloro che vi si trovavano all'interno una grande tristezza e solitudine, cominciando a farli tremare al pensiero di ciò che poteva trovarsi al suo interno.

Strani suoni e sussurri parvero provenire dalla fitta massa gassosa, che pareva quasi nella sua movenza ricreare volti famigliari agli esseri, mentre nelle loro menti il pensiero del motivo per cui erano in quella situazione era ormai svanito, esso tornò a farsi presente più forte che mai, quando dopo una sequela di sibili nell'aria, una verso di dolore si udì seguito da un tonfo e poi nuovamente silenzio.

« Cessa la tua esistenza in pace, e riporta all'oscuro mietitore chi ti ha gentilmente concessa la propria pietà, in attesa che anche i tuoi fratelli ti seguano. » disse con voce celata l'essere nella nebbia, mentre i restanti changeling cercarono di fuggire in modo disordine.

Ma ciò fu del tutto inutile, di secondo in secondo un nuovo sibilo seguito da un verso di dolore si udiva nel tetro tessuto viola.

Ma proprio quando il silenzio pareva essere calato, dalla nebbia un ultime superstite, ansimando e col corpo pieno di tagli fuoriuscì da quell'incubo trascinandosi con gli arti anteriori, all'esterno con le lacrime agli occhi, come se avesse visto la sua più grande paura all'interno di quel banco nebbioso.

« Non andartene. Dovresti saperlo ormai che non vi è più speranza, che la fine è ormai prossima. Dunque perché scappi e non l'abbracci ? La morte è un così dolce riposo dove non vi è alcuna sofferenza, si tratta solo di abbandonare la crudele vita, e proprio perché voi effimere creature non ne siete in grado che io condivido la mia pietà con voi, aiutandovi a liberarvi da questo fardello. » disse l'essere nato da poco, fuoriuscendo dalla nebbia mostrandosi alla luce del giorno rivelando il proprio aspetto.

Si trattava di un pony di media stazza, dal manto nero pece, visibile solo da parte degli arti e del muso, la cui punte terminavano un forte bianco che gli tingeva gli zoccoli, ed il volto fino quasi agli occhi in parte celati dall'abbigliamento che lo copriva.

A coprirgli la groppa facendo il giro attorno al petto si trovava una sorta di armatura leggera in cuoio rosso con rifiniture dorate, che pareva quasi essere parte del suo corpo.

Questa gli copriva in parte il volto grazie ad un cappuccio che terminava a punta sul volto, celando in parte lo sguardo totalmente viola del pony la cui criniera bianco latte scendeva dai lati del volto e del collo, fuoriuscendo leggermente dalla copertura.

In fondo l'abito terminava con delle semplici fibre sfilacciate come fossero usurate, riuscendo però a celare il cutie mark dello stallone, la cui coda bianca aveva la forma di una perfetta mezzaluna.

Lo stallone lento ma inesorabile cominciò ad avvicinarsi al malcapitato changeling, che continuava a trascinarsi sul terreno, incapace di comprendere la motivazione di cotanta cattiveria, dimenticandosi che se non fosse stato proprio per tale comportamento probabilmente lui ed i suoi simili lo avrebbero divorato in modo ben peggiore.

« Coraggio, ora fermati, che motivo di fuggir ormai non vi è più. O forse vuoi che ti ricordi nuovamente quanto doloroso è il fardello che tu chiami stupidamente vita ? » chiese il pony, fermandosi qualche istante illuminando di colpo gli occhi viola.

D'un tratto la nebbia come fosse viva cominciò a muoversi e mutare, comprimendosi in quattro lunghe catene che andarono ad agganciarsi agli arti dell'insettoide, per poi stringerglisi attorno come le spire di un serpente vorace.

Quest'ultimo con il corpo che cominciò a scricchiolare sotto la stretta della nebbia cominciò nuovamente a far scendere lacrime lungo il suo volto, mentre il pony aggressore, lo aveva raggiunto e lo stava osservando da davanti, fissando i suoi occhi azzurri con i suoi viola.

In volto non aveva un espressione irata o malvagia, ma una di pura tristezza e solidarietà.

« Povero essere in pena...non temere, ora io ti libererò da tutto questo. » sostenne, sollevando lo zoccolo destro verso il pony, mentre una parte di nebbia si avvolse intorno all'arto generando una lama violacea che lentamente venne avvicinata al collo del changeling che ormai preso dal panico fece l'unica cosa che gli restava da fare, cominciando a mutare il proprio aspetto in una giumenta dal manto rosa e dal crine biondo, cercando di fare pietà al pony, che in quell'istante si fermò.

Aveva un espressione piuttosto stupita in volto osservando ciò che era appena accaduto, mentre il suo prigioniero per un attimo fu certo di averla scampata, visto che la lama posta sul suo collo scomparve divenendo nuovamente parte delle catene che lo costringevano.

« A quanto pare sbagliavo. Tu non necessiti di della mia pietà, ma bensì...DELLA MIA IRA !! » tuonò il pony mentre le catene si strinsero in modo anomalo attorno al malcapitato lussandogli gli arti impedendogli di respirare.

« TU SEI UNA DI QUELLE DANNATE CREATURE CHE RIESCONO A GENERARE LA VITA, E PERTANTO MERITI SOLTANTO INFINITA SOFFERENZA E NULLA PIU' !! QUINDI ORA SUBISCI CIO' CHE MERITI, E PENTITI DEI TUOI CRIMINI CONTRO LA PIETA' SUPREMA !! » sentenziò con un grido di rabbia lo stallone balzando indietro, mentre la nebbia si fece più densa attorno al changeling che di colpo prese ad urlare disperato, mentre ogni traccia di lui veniva coperta da quella fitta foschia violastra che gli turbinava attorno come una tempesta fino a quando ogni singolo suono cessò.

A quel punto, con un forte inspiro, il pony incappucciato richiamò a se la densa nube che scomparve all'interno delle sue narici, lasciando cadere al suolo il povero malcapitato, che per causa dell'inconsapevolezza aveva richiamato su di se l'ira dell'essere che gli si parava difronte che lo aveva colpito con tutta la sua furia.

I suoi occhi erano ormai quasi del tutto spenti, ed il suo animo prosciugato, senza sentimenti o volontà.

L'unica cosa rimasta nella sua mente era il vuoto più totale.

« Questo è ciò che ti meriti, genitrice del male. Assapora appieno la tua punizione, mentre proseguo solo il mio cammino, lontano dalle disgraziate come te. E ricorda, se mai avrai intenzione di porre ammenda ai tuoi errori potrai sempre abbracciare la pietà del requiem, in tal caso, ricorda di dire che a purificarti è stato Spellmist. » disse con tono calmo lo stallone, voltandosi verso il cammino che si inoltrava nel territorio delle Badlands, lasciandosi dietro quel povero malcapitato che pochi istanti dopo riprese la sua forma normale, continuando a tremare senza riuscire a pensare ad altro se non la paura della morte di soffrire di nuovo e di ciò che aveva visto e patito in quella nebbia.

  
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