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Autore: Lady Hamamelis    04/11/2015    0 recensioni
Nel tempo delle dame e dei cavalieri, un salice ridente vive in un bosco del nord, lontano dalla sua terra d'origine e i suoi simili. Pur essendo tanto solo, è sempre contento della sua vita, finché un giorno una bambina dagli occhi azzurri visita il bosco e riempirà quella solitudine. Poi succede qualcosa che cambierà a entrambi le loro vite tranquille...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In uno di quei giorni autunnali, dopo alcune gocce della prima pioggia fresca e la comparsa delle nuvole sulla terra, il sole fece capolino tra le nubi. Il salice si scosse dal suo torpore e ricominciò a sorridere, ringraziando il sole di quegli ultimi raggi caldi colorando le foglie con i colori caldi dell’estate passata. Nel godersi quella bella luce, non si accorse subito che tra le altre piante c’era fermento. La betulla cominciò ad argentare le foglie al sole, l’olmo si raddrizzò imponente, l’abete affilò i suoi aghi. Tutti si stavano abbellendo.
Chiese al castagno suo vicino se conoscesse la causa di quel trambusto: sì, la felce dabbasso gli aveva detto che c’era un ospite colorato tra loro che non avevano mai visto e che si aggirava fra i cespugli; che cosa facesse o come si chiamasse però, nessuno lo sapeva.
Proprio allora si sentì una vibrazione tra le foglie di tutte le piante: era una melodia diversa dal canto degli usignoli, meno acuta e con molti suoni; era il canto di una bambina.
Il salice provò a scorgere tra gli alberi più alti da dove provenisse quel canto così dolce. Tutto il bosco era in silenzio, persino le acque del fiume diventarono meno rumorose per ascoltare meglio il canto della bimba.
Poi finalmente la vide e si stupì che fosse così piccolina. Portava un cestino più grande di lei che faceva dondolare al suo fianco, pieno di palline rosse e nere. Subito non capì cosa fossero, poi comprese che si trattava dei frutti di bosco. Come avrebbe voluto poter dare qualcosa anche lui alla piccola bambina! Invece adesso aveva solo foglie gialle e rosse.
Ma quando quella arrivò a raccogliere le fragoline poco sotto di lui e lo vide, rimase a bocca aperta dallo stupore.
“Che bell’albero!”, esclamò affascinata, guardando all’insù con i suoi occhioni azzurri, “non ne ho mai visto uno così prima”, e si mise ai piedi del salice a contare i suoi frutti e canticchiare. Il salice si sentì così onorato per quella considerazione che avrebbe fatto dei fiori dall'emozione. Era davvero contento che tra tutti i begli alberi del bosco avesse scelto proprio lui sotto il quale sedersi. 

Dopo un po’ la bimba si alzò, guardò il salice e disse: “Come ti sentirai solo caro albero, sei l’unico diverso qui. Vorrei fossi nel giardino del convento così giocherei sempre con te”.
La piccola bambina era un’orfanella abbandonata davanti al convento di suore vicino al bosco, e lì era sempre cresciuta senza molti divertimenti e affetto. Il suo unico svago era di andare a raccogliere i frutti del bosco nelle varie stagioni e mangiarne poi la marmellata una volta portati alla cuoca del convento. Si accontentava di poco, ma le mancava sempre un babbo e una mamma. 

Da quel giorno si vide molto spesso quella graziosa bimba nel il bosco, alle volte col cestino, altre senza. In ogni caso si concedeva sempre un momento con il salice ridente, tanto che aveva messo un altalena appesa a uno dei suoi rami più resistenti, cosicché potessero stare in compagnia l’uno dell’altra in modo ancora più piacevole.
Le altre piante erano gelose del trattamento di favore che la bambina riservava per il salice e presto le loro lamentele arrivarono anche alla sua chioma. “Non m’importa di quello che pensate”, rispondeva il salice orgoglioso, “voi avete le vostre famiglie con cui stare, io sono l’unico della mia specie in questo bosco e sono sempre stato solare e gentile con voi, lasciatemi almeno l’affetto di questa bambina”. E si zittirono. 

Gli anni passarono e la bambina venne sempre nel bosco a giocare con il salice e a raccogliere frutti o fiori. L’inverno era l’unico periodo nel quale non la si vedeva, ed era meglio così visto che tutto il bosco dormiva profondamente, compreso il salice.
Piano piano le stagioni passarono e la bimba smise di giocare con l’altalena, ma non rinunciò mai la visita al suo vecchio amico. Ora si portava dietro libri da leggere, oppure cestini da intrecciare ai piedi del salice. Era diventata una graziosa fanciulla dai capelli dorati e gli occhi azzurri, alla quale piaceva la poesia e i romanzi cavallereschi -sebbene le fosse proibito leggere quel genere di cose dalle suore. Ben presto cominciò a fantasticare sul suo futuro. Desiderava incontrare un cavaliere, coraggioso e intelligente, che la portasse via da quel luogo così noioso e andare in giro per il mondo a vivere nuove avventure. Credeva che fuggendo dalla sua realtà sempre uguale potesse trovare la felicità, non accettando di entrare a far parte nell’ordine delle care suore che l’avevano accolta.

  
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