Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: MartinaIorio96    04/11/2015    0 recensioni
Veronica ha 25 anni, due lauree, un lavoro che ama tantissimo e il ragazzo dei tempi del liceo.
Sembra avere tutto ciò che ha sempre desiderato : soldi, un ampio loft tutto suo nella Città Eterna, amici e colleghi che l'adorano, una bella famiglia e finalmente una bella moto.
Ma cosa accadrà se per uno strano gioco del destino ottiene un colloquio nella sua lontana e magnifica Los Angeles?
Sarà disposta a cambiare vita proprio ora che ha ottenuto tutto ciò che vuole per seguire il sogno di sempre, ovvero vivere negli States e lavorare nel mondo della moda?
Riuscirà a lasciare tutto, abbandonando la sua vecchia vita per una nuova?
Mantenere una relazione a distanza è difficile, non le sono mai piaciute ed il destino non sembra aiutarla: si sa LA è la città dei surfisti e degli attori.
Sarà in grado di non cadere in tentazione del suo gentile e bel vicino, un surfista che di T-shirt non sa nemmeno l'esistenza, e dell'affascinante per quanto odioso "figlio del capo".
Questo viaggio la cambierà profondamente, scoprendo nuove sensazioni e aspetti. Deve solo capire chi amare e dove vivere, capendo l'importanza e il potere dei sogni.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

THE POWER OF DREAMS


 
1. INDIPENDENZA


~~Rigiro tra le mani la prima fotografia che ho fatto trasferendomi definitivamente qui e ripenso a quell’ euforia e allegria assaporando per la prima volta l’indipendenza. Io, Veronica,  dopo 23 anni che ho vissuto con la mia famiglia vado a vivere in un loft quasi al centro della Capitale tutta da sola. Ancora non mi capacito come i miei mi abbiano concesso di farlo nonostante noi abitassimo ad un ora e venti di treno dalla città. Sarà che hanno visto con quanto impegno e dedizione io abbia conseguito entrambe le lauree nei tempi stabiliti e con il massimo dei voti, ottenendo il lavoro che ho sempre sognato meritatamente, con tutte le carte in regola e senza l’aiuto di nessuno. Sono orgogliosa di me stessa e di dove sono arrivata, ne ho fatta di strada e  nonostante sia stato un percorso stressante, pesante, difficile e anche costoso lo rifarei altre mille volte.
Mentre mi perdo a guardare le altre foto tutte incorniciate di nero che spiccano sulla mensola bianca, racchiudendo i momenti più significativi della mia vita, qualcuno suono insistentemente al citofono. Sbruffando mi avvicino ad aprire e non appena lo faccio come un uragano la mia amica Patrizia inonda il mio salotto che in realtà è anche la mia cucina. È tutto un open space ad eccezione per la sottospecie di “camera da letto” che è oscurata ,per avere un po’ di privacy dato che affaccia alla sala, con un bellissimo separé grigio per impedire ai miei ospiti che sono qui ahimè tutti i giorni , di vedere come e in quali condizioni si trovi il letto matrimoniale e tutti i miei vestiti.
-“ Non ce la faccio più! Quel babbeo me la pagherà cara , quanto è vero dio gliela farò pagare a quell’ idiota che altro non è!” urla la mia amica.   Si è lasciata con il suo caro Marco per motivi ancora senza senso qualche giorno fa , ma come ho sempre pensato “il troppo stroppia” e così è stato. Nonostante il primo anno in cui sono stati insieme, gli altri 4 li hanno passati vedendosi ogni giorno e andando a convivere. Convivenza che non ha aiutato a rallentare la loro “voglia di stare insieme” ma che ha peggiorato quel rapporto troppo appiccicoso e noioso. Ma alla fine uno dei due , se non entrambi, ha aperto gli occhi assaggiando un po’ di libertà.
-“  È uno stronzo! Dio, noi partiamo per 5 giorni e quando torna lui che fa?! Mi lascia?!” sbraita tirando un cuscino sulla parete per scaricare la tensione. Purtroppo si, è stato Marco a lasciarla non appena siamo tornate dalla mini vacanza che ci prendiamo ogni anno. Dopo qualche giorno che eravamo ritornate dalla visita a Ginevra per vedere la nostra amica Alice, Marco le ha dato il ben servito ritrovandomela in lacrime seduta sul mio tavolo non appena sono arrivata a casa. Ad aprirle era stata mia madre che, una volta al mese ,viene a pulire il mio loft poiché è a conoscenza del mio odio verso le pulizie e per far sì che sua figlia non viva in una pattumiera. Venendo una volta al mese mi obbliga( e non scherzo) a mantenere per lo meno pulito passando di tanto in tanto un’ aspirapolvere giusto per non morire soffocata dagli acari.
La delicatezza non ha mai incontrato Patrizia né nei modi, né nel linguaggio. Lei è più la classica tipa che si sveglia con un caffè e un “Vaffanculo” rivolto al mondo. Come anche lei stessa ammette “è una principessa alla quale  è caduta la corona, o che non l’ha mai avuta !”
Il fatto che il suo ora ex-fidanzato le abbia rifilato la storia del «prendere una pausa per avere i nostri spazi » non ha aiutato a farle acquisire un po’ di femminilità.
Prendo coraggio e fermo il flusso di coscienza con il quale sta deliziando il mio povero cuscino torcendolo sotto le sue piccole mani. «Patri, non fare così che non serve a niente. Si è vero hai ragione è stato un idiota e anche stronzo per averti lasciato appena siamo tornate..» perdo tempo scrutando il suo volto e notando che ha smesso di torturare il mio povero cuscino rosso, torno a dire «però devi riconoscere che anche tu a Ginevra* hai detto che la vostra sembrava una relazione di una coppia sposata da anni. Forse è meglio se..» non finisco la frase perché c’è qualcun altro che suona al campanello. Che diamine succede oggi? Sono abituata ad avere gente in casa, dato che da quando mi sono trasferita ogni giorno il mio loft accoglie i miei amici che misteriosamente, dandosi il cambio, si imbattono accidentalmente per la mia via e una forza a me ancora sconosciuta, li spinge a fare pressione sul citofono, sacrificandosi ad entrare e ad autoinvitarsi per un aperitivo o una cena, divorando ogni forma di cosa commestibile. Sono famosa in tutto il vicinato per i miei aperitivi e cene flash e improvvisate, ma soprattutto per i miei dolci, tanto che  la signora Maria, che abita non appena due porte più in là della mia, ogni qualvolta mi incontra mi invita ad aprire un’ agenzia di catering!
Con riluttanza mi trascino al portone mentre Patrizia si è chiusa in bagno per evitare di farsi vedere da chiunque sia il mio ospite inatteso e per lei indesiderato. Con mia grande sorpresa scorgo le figure di Sara, Cristina e Roberta davanti a me con in mano tre vaschette di gelato, un barattolo di Nutella e stranamente il gioco da tavola Tabù.
Senza farmi sentire da Patrizia mormoro un «entrate svelte, è in bagno» e senza darmi il tempo di dire altro entrano chiudendo la porta, e sistemando le varie cose sul tavolo. Dal bagno si sente una voce ovattata dire «chi era Vero?» per poi scoprire la risposta da sola entrando nella stanza. Non le danno neanche il tempo di parlare che subito si lanciano verso di lei abbracciandola, riempendola di baci e di domande del tipo «tutto bene?» «hai mangiato?» «perché non hai risposto alle nostre chiamate?» «ci hai fatte preoccupare scema, da quanto sei qui?».
Mi dispiace richiamare le mie amiche ma se non lo faccio rischiano di soffocarla, così ad alta voce chiedo «come facevate a sapere che era qui?» domanda sciocca dato che so già la risposta, ma Cristina  ha capito il mio intendo e staccandosi da Patrizia, gesto che imitano anche le altre due, risponde «se non è a casa è qui, quando una di noi ha un problema è facile trovarla» sorride. Beh è vero, sono sempre a casa mia o per una cosa o per un'altra, quando cercano conforto o per chiedere il mio papere su una questione. Sanno che sono sincera e dico ciò che penso veramente quindi per loro sono una buona consigliera sulle relazioni e sull’ abbigliamento.
Interviene Sara  invitandoci a prendere posto sul divano, prendendo le vaschette di gelato che erano sul tavolo e andando a prendere cinque cucchiai dal cassetto della cucina, della serie “no, no fai pure come se fossi a casa tua” penso seguendo ogni suo movimento. Sentendosi osservata si gira verso di me e per scusarsi sorride parlando di qualcosa di incomprensibile, finché non capiamo che stava alludendo al fatto che aveva appena fatto sesso e quindi aveva fame.
Roberta rivoltando gli occhi al soffitto sbuffa un «ninfomane» facendoci ridere tutte, compresa Patrizia, il nostro nano da giardino, chiamata così per la sua scarsa altezza.
Le guardo mentre si posizionano sul grande divano,ognuna ai loro posti e penso a quanto siamo diverse ma proprio per questo così unite, un amicizia vera che ha superato tante, moltissime difficoltà.
Ci siamo conosciute quando avevamo più o meno 16/17 anni grazie ai nostri ragazzi di quegli anni che erano amici e d’allora siamo inseparabili. Non nel senso che stiamo sempre tutte insieme ogni giorno, ma che ognuna c’è per l’altra quando ha bisogno e per una bella sbronza da sabato sera siamo sempre tutte presenti!
Mentre raggiungo le altre tiro fuori dalla tasca il mio iphone e digito il testo del messaggio da inviare a Gianmarco “sono a casa con le altre. Urgenza Patrizia, ti chiamo dopo “ con un cuore finale.
Dopo tre ore e tanto gelato e nutella dopo, le altre mi salutano congedandosi e tornando ognuna verso casa sua.
Salgo sopra e mi dirigo verso il mio amato letto, sdraiandomici sopra, e compongo il numero di Gimmy.
Risponde al terzo squillo «ehy tesoro, tutto bene? Se ne sono andate le altre?»
«si, ho appena chiuso la porta »
«certo che siete tornate da neanche quattro giorni e già di nuovo insieme state? E poi tutte a casa tua ogni volta? Noi ancora ci dobbiamo vedere se non consideriamo i 10 minuti dell’altro giorno» risponde stizzito, «si da il caso che il tuo amico Marco abbia lasciato Patrizia solo perché mentre noi eravamo da Ali si è accorto di quanto era cretino, quindi hanno tutto il diritto di venire qua dato che sono l’unica che vive da sola tra noi, eccetto Ali che vive a Ginevra, pertanto a meno che non prendano un aereo per andare da lei, la mia casa rimane la più sicura e vicina » dico tutto d’un fiato irritata, calcando ogni nome.
«Dai lascia stare non litighiamo, ci vediamo a cena amore?» e dopo un po’ aggiunge «così stiamo un po’ da soli ma non facciamo tardi, anzi mi fermo da te a dormire se va bene»
«Sì, certo ci vediamo allora tra un paio d’ore?»
«Certo, a dopo » e richiude la chiamata.
Sarò anche brava a ripartire consigli alle altre ma con me non ha mai funzionato. Ho conosciuto Gianmarco quando avevo 15 anni e nonostante ne siano passati 10 siamo ancora qui, insieme, anche se ne sono successe di cose che hanno e ci hanno cambiato. Siamo cresciuti insieme, abbiamo imparato ad amare, abbiamo cercato di allontanarci ognuno avendo un’altra relazione, ma siamo finiti con tradire i nostri partener ad una festa di Mattia, un altro nostro amico, e da un anno a questa parte sembri filare tutto liscio. Lui non vive fisso da me ma almeno tre volte a settimana rimane a dormire qui e ci vediamo spesso anche se non sempre, così che manteniamo i nostri spazi. Adoro vivere da sola ed avere quell’indipendenza che ho sempre sognato, non la cambierei per niente al mondo!

 

Ciao a tutte, questa è la mia prima storia che scrivo. Era da un po' che volevo scrivere ma tra il tempo e altro non l'avevo mai fatto. Raccogliendo alcune idee buttate giù e aiutandomi con alcuni aspetti e personaggi autobiografici sono riuscita a mettere su una storia (almeno nella mia testa!) A breve aggiornerò con altri capitoli Un bacio :*
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MartinaIorio96