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Autore: Rohchan    23/02/2009    9 recensioni
Cosa succederebbe se una stella cadente potesse esaudire un desiderio tenuto in fondo al cuore?
E se chi desidera sono Inuyasha e Kagome?
Se vi ho incuriositi abbastanza...buona lettura...
ULTIMO CAPITOLO ON LINE
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti!
La Rohchan Produzioni è lieta -ma forse non troppo- di informarvi che la corsa sulle montagne russe sta per terminare.
Contrariamente alle solite montagne russe, questa non farà un'inchiodata brusca a fine corsa, ma planerà dolcemente su un enorme materasso di piume, abbastanza grande per tutti quanti.
Siete tuttavia pregati di non slacciare le cinture prima della fine della corsa...^^

Scherzi a parte, ragazzi...terz'ultimo capitolo.
Ho già la lacrimuccia pendente, all'idea che presto sarà tutto finito.
54 settimane di aggiornamenti, più di un anno che vado avanti con questa storia. E voi che continuate a seguirmi.
Sapete che mi gira la testa tutte le volte che controllo quanti siete?
ç.ç Mi commuovo sempre...lo so già che piangerò tutte le mie lacrime, con il ringraziamento che è già bell'e pronto...sigh sigh sigh

MA...

non è ancora il momento di frignare come la peggiore delle eroine manga^^...quindi...

l'angolino dei GRAZIE:

RYANFOREVER visto? Questo è il micidiale zucchero di produzione casalinga Rohchan...anche se ho ancora qualche freccia al colesterolo per voi, nella mia faretra...^_^ (In realtà non è suo. Eros è venuto a chiedere indietro il suo arco almeno 40 volte dall'inizio di questa storia nd Sesshoumaru) Ne vedrai ancora delle belle...ma prepara i fazzoletti^^

ONIGIRI grazie, grazie davvero... Sono contenta che questo capitolo ti piaccia tanto, e ti ringrazio anche per "Chiudi gli Occhi". E' veramente spettacolare. Arriverai in alto, me lo sento...^^
Le scene del risveglio di Inuyasha...ci credi che avevo anche io un po' di batticuore a scriverle? E il sorriso scemo sulle labbra, ovviamente...
Certo, Rin, Mekura e Sesshoumaru compaiono ancora...e non solo qui...^^
grazie, grazie davvero. Che farei senza i tuoi commenti? ^_^

LE_MONTAGNINE, VAMPYRE93 anche per voi, recuperate l'insulina e i fazzolettini...altri proiettili dolcezza in arrivo...^_- e grazie di seguirmi sempre...^^

ACHAORI sì cara, più o meno ci hai preso in tutto...a te il nuovo capitolo, e grazie del commento...^*^

KRIKKA86 vero che Myaku è un amore? *.* Io vado in brodo di giuggiole tutte le volte che la penso...*ç*
Le nagauta sono delle specie di filastrocche, un po' come le nostre ninne nanne, di solito in rima...a te il nuovo capitolo^^

Bene, spigolino finito...
Buona lettura a tutti, e grazie davvero di seguirmi così in tanti...siete delle persone fantastiche...

la vostra Rohchan
-che caccia indietro la lacrimuccia da fine incombente...-

54- Obon

Una volta uscito da quel sonno pernicioso, Inuyasha si riprese piuttosto in fretta.
Dopo appena una settimana dal suo risveglio brontolava con Kagome, che- a suo dire- era intenzionata a farlo morire di fame dandogli soltanto minestre e latte, nemmeno fosse stato un bambino.
Ma i brontolii cessarono quando, dopo una cena succulenta a base di carne di cervo, Inuyasha passò tre giorni con la febbre, per via di un’indigestione.

I suoi progressi erano sorprendenti, anche per la sua natura semi demoniaca; tornò prestissimo a camminare, e spesso stava fuori dalla capanna, nella luce del sole di Luglio, a guardare la foresta ed i suoi colori, oppure a portare a passeggio Myaku per il villaggio.
Tutti i suoi abitanti si dimostravano gentili col mezzo demone, e se poteva, Inuyasha dava volentieri una mano.
La lunga inattività gli aveva indebolito i muscoli, ma lentamente, con il giusto esercizio fisico, tutto tornò come prima.

***

Alla festa di Obon, Kagome, Inuyasha, Myaku, Sango e Miroku si recarono al piccolo tempio shinto del villaggio per rendere omaggio alle tombe erette in memoria di Kohaku e Kikyo.
Era una sera tranquilla, con una luna brillante come una moneta d’argento alta nel cielo, una cascata di stelle simili a frammenti di cristallo sul velluto nero della notte ed il frinire tranquillo di grilli e cicale nell’aria calda di metà Agosto.
Nei canali del villaggio vennero posizionate delle lanterne di carta; a decine, ognuna con il nome di un defunto scritto su ogni faccia, in modo che, seguendola via dall’abitato, l’anima ad essa legata potesse raggiungere il nirvana.
- Mi spiace che Kohaku sia morto- sussurrò Inuyasha, con la figlia tra le braccia. Da quando era stato abbastanza in forze da poterla tenere, raramente la lasciava, anche alla madre.
- Va bene così, Inuyasha. Lui…se ne era già andato da tempo.- rispose Sango, cullando uno stanchissimo Shippo. Kirara, sulla sua spalla destra, faceva le fusa soddisfatta.

La notte era calda e piacevole, ed i quattro ragazzi rimasero a lungo a parlare seduti sulla sponda del grande canale che tagliava il villaggio in lunghezza, scherzando e ridendo, facendo progetti sul futuro che, ormai sembrava essersi disteso davanti a loro come un rassicurante nastro verde speranza.
Le ultime lanterne scivolavano pigre sull’acqua scura, quando ad un tratto, Kagome notò due figure solitarie sulla sponda opposta procedere lentamente verso il centro dell’abitato.
Una era piccola, quasi sicuramente una bambina, mentre l’altra camminava con l’aiuto di un bastone.
Indicò le due figure ad Inuyasha, ed egli si accorse che erano Rin e Mekura.
Non volendo svegliare con le loro grida tutto il villaggio, i quattro si alzarono ed attraversarono il ponte di assi poco più avanti, raggiungendo la sponda opposta; di lì a poco, anche le due ragazze si ritrovarono accanto al ponte, e Sango chiese stupita come mai fossero ancora alzate nonostante l’ora tarda.
- A Mekura san piace il profumo della notte- disse Rin, a bassa voce- così abbiamo fatto una passeggiata per il villaggio. Non volevamo disturbarvi.-
- Nessun disturbo, Rin…-le rispose Kagome, che teneva Myaku in braccio, al caldo sotto il kimono di hinezumi.
Inuyasha non le aveva permesso di toglierlo nemmeno quando aveva saputo della morte di Naraku.
- Piuttosto…è strano.- le interruppe il mezzo demone- Sento…l’odore di Sesshoumaru qui.-
- Tuo fratello Sesshoumaru? Ma andiamo, Inuyasha…è impossibile!- lo rimbrottò scherzosamente Miroku- Lui odia gli esseri umani…-
- In effetti è così…-disse una voce poco distante dal monaco, che sobbalzò sorpreso.
Nella luce splendente della luna, il demone Sesshoumaru procedeva lento verso di loro, sbucando da una macchia di eucalipti poco distante.
Gli occhi di tutti si allargarono per distinguere meglio la figura nera muoversi sulla lavagna della notte, e le mani di Mekura strinsero più forte il bastone…un gesto che non sfuggì a Rin, che le era accanto.
- Nobile Sesshoumaru…perdonatemi. Non volevo mancarvi di rispetto…- si scusò Miroku, facendosi all’improvviso piccolissimo.
- Fa’ silenzio, umano. Farò finta di non aver sentito ciò che hai detto poco fa, e che, comunque, risponde a verità. Ditemi…dove posso trovare la vostra Sacerdotessa?-
Inuyasha guardò il fratello in tralice.
- La Sacerdotessa? Fratello, deve esserti accaduto qualcosa…- disse, ironico.
- Sta’ zitto, Inuyasha. Il fatto che tu sia diventato padre non significa che io abbia rinunciato ad ucciderti…-
I due fratelli minacciavano di darsi battaglia, ma Kagome intervenne subito, mettendosi tra loro.
- Perché cerchi Kaede sama, Sesshoumaru?-
- La vecchia Sacerdotessa non mi interessa. Voglio parlare con la ragazza.-
Miroku stava per dire qualcosa, ma un pestone di Sango gli impedì di cacciarsi nei guai.
- Mizuumi..a quest’ora sarà a dormire…come mai hai così urgenza di parlarle?-
- Se è già a dormire, tornerò domani. Addio.- Sesshoumaru si volse e ritornò verso la foresta, lasciando tutti tra lo stupito e l’incredulo.
- Ma si può sapere che diavolo gli è preso?- brontolò Inuyasha, incrociando indispettito le braccia al petto.
- Io lo so…-
La voce sottile di Mekura attirò la loro attenzione.
La ragazza aveva il viso rivolto verso il basso, e lunghe ciocche di capelli le ricadevano in avanti lungo il corpo, scivolando morbide sulle braccia che reggevano il bastone.
- Sesshoumaru…ha deciso di lasciarci qui.-

***

Il mattino successivo, Kagome fu svegliata dalla figlia che piagnucolava nella sua culla di vimini.
Ancora troppo intontita dal sonno per produrre qualunque pensiero logico, la ragazza si sollevò lentamente sui gomiti, meditando il da farsi.
Accanto a lei, Inuyasha dormiva respirando tranquillo, il braccio destro possessivamente avvolto intorno alla sua vita.
Kagome sorrise quando, mentre cercava di liberarsi, la stretta si fece più salda ed Inuyasha aprì gli occhi per vedere cosa stava succedendo.
- Tua figlia piange…-gli sussurrò, posandogli un bacio leggero sulle labbra.- Ha fame…-
- Ah…e così è mia figlia quando fa qualcosa che non va, vero?- rispose lui, gli occhi ancora carichi di sonno e la mano destra che andava lenta su e giù lungo il fianco di Kagome.
- Mi sembra ovvio…-scherzò lei, divincolandosi dall’abbraccio ed agguantando una sottoveste leggera che era rimasta poco distante dal letto.
Inuyasha la osservò alzarsi ed andare dalla figlia, prenderla tra le braccia e riportarla verso il calore del letto.
Si sollevò sui gomiti per salutarla, e Myaku vagì soddisfatta quando finalmente Kagome le porse il seno perché potesse fare colazione.

Per Inuyasha era meraviglioso poter vedere Kagome che allattava sua figlia. Ogni gesto di lei era una risposta ai bisogni della bambina, e lui era, in qualche modo, geloso di quel rapporto privilegiato.
Spesso si era fermato a guardare mentre fingeva di fare altro, finchè Kagome, un giorno, non gli aveva detto che non c’era nulla di imbarazzante o sbagliato nel guardarla allattare.
Myaku mangiava afferrando l’aria nei piccoli pugni, movendo piano i piedini, ed Inuyasha si sentì sciogliere di tenerezza.
Quando la bimba ebbe mangiato a sufficienza, Kagome si ricompose velocemente e se la poggiò sulla spalla sinistra, dandole leggeri colpetti sulla schiena con la mano libera, mentre continuava piano a dondolare a destra e sinistra.
Una volta fatto anche il ruttino, Myaku fu sistemata tra loro due, che si godettero ancora per un poco il calore del futon.
- Credi davvero che Sesshoumaru abbia deciso di lasciare qui Rin e Mekura?-chiese Kagome, mentre giocava distrattamente con una mano della figlia.
- Che mio fratello non ami gli esseri umani non è un mistero, ma anche a me sembra strano. Insomma, avrebbe potuto lasciarle molto tempo fa, invece di aspettare adesso.- le rispose il mezzodemone, guardandola dall’alto. Si era messo su un fianco, e poggiava la testa sulla mano destra, mentre con la sinistra tamburellava le dita sul lenzuolo. Myaku lo guardava ad occhi spalancati.
- Secondo me non l’ha mai fatto prima perché, in fondo, sentiva il dovere di proteggerle. Soprattutto Rin.-
- Sì…forse hai ragione. Può essere vero per Rin, ma Mekura…era uno strumento di Naraku. Mio fratello dev’essere cambiato molto con lei, per non avere ucciso quella ragazza quando ha scoperto che era in combutta col suo nemico.-
- Mekura non sapeva che Naraku fosse malvagio…-replicò Kagome- e comunque, temo non avremo risposte se stiamo qui invece di andare da Mizuumi sama…- concluse, scivolando fuori dal letto.
Inuyasha aveva iniziato a muovere piano l’indice davanti al naso di Myaku, che cercava di afferrarlo con le mani piccole e cicciotelle.
Si era fatta una splendida bambina di cinque mesi, coi capelli neri come la notte e gli occhi castano chiaro, la pelle liscia e rosea e le ciglia folte e nerissime.
La boccuccia sembrava un bocciolo di rosa, sempre teso come a schioccare baci da un momento all’altro.
Ciangottava felice, agitava i piedini, e sorrideva al padre che le faceva piccole smorfie per farla divertire.
Kagome era intenta a raccogliere i vestiti sparsi in giro.
Inuyasha era tornato davvero quello di prima…
- Kagome! Guarda!- la chiamò ad un tratto lui.
La ragazza, leggermente agitata per il tono di voce che il mezzodemone aveva usato, si voltò di scatto mentre chiudeva il kimono arancione che indossava ogni giorno sotto l’abito di hinezumi. Somigliava a quello di Sango, tranne per il colore.
Inuyasha era ancora sotto le coperte, con accanto la piccola Myaku che stringeva trionfante il suo indice tra le mani.
Il mezzo demone tentava di ritrarsi delicatamente, ma più cercava di sottrarsi alla presa, tanto più Myaku stringeva e si agitava per costringerlo a rimanerle accanto.
- Ti sta dicendo che non ti lascerà andare mai più…-disse Kagome, sorridendo.
- Ti sbagli…io non la lascerò andare mai più…-ribattè Inuyasha, serio.
Kagome conosceva quello sguardo.

Era lo stesso che Inuyasha aveva la notte delle stelle cadenti, un anno prima.

Era lo stesso di quella mattina in cui si era svegliata col kimono macchiato di sangue e l’obi ridotto in stracci.

Lo stesso di quando, mentre lei era preda della gelosia e del dolore, lui le aveva detto di amarla davvero.

Lo stesso di quando aveva accettato il fatto di diventare padre, di quando l’aveva accompagnata alla prima visita, di quando le aveva portato i fiori nel cuore della notte, di quando le aveva chiesto di diventare sua sposa.

Era lo sguardo che le regalava sempre ogni volta che decidevano di non dormire subito, dopo essersi messi a letto.

Era lo sguardo di un amante, possessivo, geloso, forte, gentile, protettivo.

Lo sguardo di colui che lei amava.

- Bene…allora…visto che non la lascerai andare mai più…-disse Kagome, lasciando i pensieri a navigare nell’aria- alzati e cambiala. Suppongo ne avrà bisogno.-
- Cosa?!- ribattè lui, in un grido strozzato- Ma…ma…non sono capace…-
- Oh, coraggio…non c’è nulla di difficile…-ribattè Kagome sorridendo, finendo di allacciarsi l’obi del kimono arancione.
Si avvicinò al futon mentre Inuyasha si scioglieva delicatamente dalla presa di Myaku, che prese a piagnucolare.
Il mezzo demone si alzò e vestì in fretta, mentre la ragazza badava alla figlioletta, giocandoci e facendola scoppiare in piccole risa gorgoglianti.
Quando lui fu rivestito, Kagome gli porse la figlia e gli indicò il letto.
- Coraggio…poggiala sul futon.-
- Kagome…sei sicura? È così piccola e fragile…ho paura di farle male…-
- Non dire sciocchezze. Non è fatta di vetro…vedrai…andrai benissimo.- lo rassicurò.
Inuyasha fece come Kagome gli aveva detto.
La ragazza andò a prendere il secchio dell’acqua ed un cambio per la bambina, e poi tornò dal mezzo demone, che faceva smorfie a Myaku per farla ridere.
- Toglile le fasce…bisogna lavarla, prima di cambiarla. E cerca di non stracciare tutto..-lo ammonì, leggermente divertita dalla fatica di Inuyasha nello svolgere le fasce della figlia.
- Ecco…e ora?- chiese lui, sforzandosi di non fare smorfie strane mentre toglieva i panni sporchi alla bambina.
Kagome gli porse un panno umido.
- Ora lavala…con delicatezza…-
Inuyasha prese il panno in una mano, guardando poi Myaku che lo osservava agitando le gambe, mordicchiandosi le dita.
- Avanti…-
Kagome gli mostrò come doveva fare, e dopo un tempo considerevole, Myaku era lavata e cambiata, felice come sempre.
Solo Inuyasha sembrava reduce dalla più tremenda delle battaglie, e Kagome glie lo fece notare mentre metteva a Myaku un vestitino di tela leggera.
- Fai presto a dire, tu…-sbottò Inuyasha- siete voi donne ad avere l’istinto per badare ai bambini…-
- Andiamo, Inuchan..sei sopravvissuto dopotutto, no?- chiese Kagome, con l’aria di porre una domanda con una risposta più che ovvia.
- Andiamo….si è fatto giorno, ormai…- rispose Inuyasha, troncando la discussione.
Non l’avrebbe mai ammesso, ma nonostante la fatica e l’imbarazzo, era stato felice di occuparsi di sua figlia.

Quando giunsero alla capanna di Kaede e Mizuumi, i due trovarono la ragazzina intenta a lavarsi il viso al pozzo lì vicino.
Indossava le vesti sacerdotali, ed i capelli castani erano raccolti in una coda bassa e morbida. Il sole appena sorto giocava tra quei riccioli morbidi, illuminandoli di riflessi dorati.
- Buongiorno, Mizuumi…-la salutò allegramente Kagome. Portava Myaku seduta sull’avambraccio sinistro, e le circondava la vita con l’altra mano. La bimba era sveglia e allegra.
- Buongiorno Kagome..Inuyasha..-salutò la miko, mentre si avvicinava a Kagome per salutare la bambina.
- Mio fratello è già stato qui?- chiese Inuyasha, guardandosi intorno.
- No…non sapevo volesse parlarmi.- rispose Mizuumi, una nota di spavento nella voce.
- Sembra che abbia deciso di lasciare qui Rin e Mekura…-rispose il mezzo demone, fissandola.
Mizuumi si sentì tremare le ginocchia sotto quello sguardo dorato.
- Kaede sama dorme ancora?- le chiese Kagome.
- Sì…ultimamente è sempre molto stanca, non ho avuto cuore di svegliarla…-rispose la giovane.
- Arriva…-disse semplicemente Inuyasha, puntando lo sguardo verso la strada.
Sesshoumaru procedeva a grandi passi, seguito dagli sguardi curiosi di qualche abitante del villaggio particolarmente mattiniero.
Mizuumi trasse un profondo respiro, non sapendo bene come comportarsi.
Le avevano insegnato che doveva esorcizzare i demoni, distruggerli…ma quell’essere emanava una tale potenza demoniaca, che sospettava non sarebbe riuscita nemmeno a sostenere il suo sguardo.
- Sei tu quella che chiamano Mizuumi?- chiese il demone, senza troppi preamboli, giungendo accanto a loro.
- Buongiorno anche a te, fratello…-disse Inuyasha, come sempre ironico.
- Era un buongiorno finchè non ti ho incontrato, mezzo demone…-ribattè l’altro, secco.
- Per favore, non iniziate a discutere già al mattino così presto…-intervenne Kagome, esasperata.
- Sono io Mizuumi…-rispose la giovane miko, tentando di sedare gli animi.
Gli occhi di Sesshoumaru si posarono su di lei all’istante, come a valutarla. Lei cercò di sostenere quello sguardo indagatore al meglio delle sue possibilità.
- Sono venuto a chiederti un posto qui al villaggio per le due umane che viaggiavano con me.- disse, dopo quello che alla ragazzina sembrò un secolo.
- Perché vuoi che restino qui?- gli chiese, sforzandosi di assumere un tono deciso della voce.
- Non voglio che mi seguano oltre. Il pericolo è passato, il mezzo demone che chiamavano Naraku è stato distrutto, ed io voglio tornare tra le montagne a nord. Non voglio che loro mi seguano.-
- Forse loro vorrebbero, però…-intervenne Kagome.- Ci hai pensato?-
- Non sto parlando con te, donna.- ribattè lui, secco.
Inuyasha fece per scattare in avanti, ma uno sguardo di Mizuumi lo bloccò.
- Dobbiamo a Kagome la salvezza delle vite di tutti. Ha il diritto di parlare quanto me.- disse la miko al demone.
Sesshoumaru la guardò senza ribattere.
Avrebbe potuto ucciderla con un solo colpo degli artigli affilati, ma sembrava che qualcosa lo frenasse, anche se non si riusciva a capire cosa fosse.
Forse, rispetto per la sua potenza spirituale, o più semplicemente, una briciola minuscola di pietà mischiata all’indifferenza per quelle forme di vita così fugaci che erano gli esseri umani.
- Non mi interessa sapere cosa pensano. Io non voglio più che mi seguano, e questo posto mi sembra adatto a loro. Se non vuoi che rimangano, le condurrò in un altro villaggio.-
- La loro presenza non mi infastidisce, nobile Sesshoumaru…-rispose Mizuumi, con un tono di voce un po’ più pacato di prima- sono lavoratrici volenterose, ed ottime compagne per i bambini del villaggio. Soprattutto la giovane cieca mostra una spiccata attitudine ad occuparsi dei bambini, raccontar loro favole e tessere al telaio.-
- La bambina invece è inutile?- chiese il demone.
- La bambina crescerà. Ha già espresso il desiderio di diventare una miko, ma io credo che la sua strada sarà un’altra…potrebbe comunque diventare una guaritrice. Viaggiando con te ha imparato molte cose.-
Sesshoumaru la guardò in silenzio per un poco.
- Allora possono rimanere qui?- chiese.
- Io non ho nulla in contrario, ma vorrei che tu parlassi con loro. Non voglio che siano infelici rimanendo qui.-
- Vado io a chiamarle.- disse Kagome, visto il cenno d’assenso quasi impercettibile di Sesshoumaru.
Si allontanò velocemente, dopo aver affidato la figlia ad Inuyasha, e di lì a poco fu di ritorno con Rin e Mekura.
Rin fu molto felice di rivedere Sesshoumaru, e gridò di gioia correndo verso di lui.
Il demone strinse indispettito gli occhi d’oro. La voce di quella ragazzina, sebbene si fosse abbassata di un tono, continuava a rimanere troppo squillante per le sue orecchie delicate.
- Signor Sesshoumaru, siete tornato! Che bello rivedervi! Andremo via di qui?- chiese, fermandosi di fronte a lui e alzando il viso per vederlo bene.
- Vorrei che rimaneste qui, tu e Mekura, Rin.- le rispose il demone, pacato.
Il sorriso e la gioia svanirono dal viso della bambina, come se qualcuno, dispettoso le avesse cancellato con una spugna ogni espressione dal viso di cera.
- Perché dobbiamo rimanere qui, signor Sesshoumaru? Non siete più contento di viaggiare insieme a Rin e a Mekura san?-
- Il vostro posto è qui, Rin. Io devo tornare tra le montagne a nord.-
- Ma…-
- Basta, Rin. Il signor Sesshoumaru ha deciso così, noi non possiamo fare altro che obbedire.- disse Mekura, dolcemente.
La ragazza cieca guardava nella direzione di Sesshoumaru, gli occhi spalancati sul nulla, e stringeva il suo bastone di betulla con forza nella mano destra. La sinistra stava tormentando la manica del kimono verde che indossava quella mattina.
- Io non voglio rimanere qui…-disse Rin, gli occhi colmi di lacrime- io voglio viaggiare col signor Sesshoumaru…non voglio rimanere qui…-ribadì, prossima alle lacrime.
Kagome si sentì spezzare il cuore nell’osservare quella scena, accanto ad Inuyasha.
Il mezzo demone, stupito, osservava quella bambina che, solo con uno sguardo, era capace di ammorbidire la natura granitica del fratello.
- Rin, devi rimanere qui. È troppo pericoloso viaggiare con me, ora.-
- Lo era di più quando c’era Naraku, signor Sesshoumaru…voi non volete più bene a Rin, non è vero?- ormai la bambina piangeva triste.
Grosse lacrime le scivolavano sul viso, schiantandosi a terra in piccole macchie scure sul terreno.
- Non c’è più Jaken che possa occuparsi di voi, Rin. Ed i demoni della mia razza sono in subbuglio. Devo tornare per mettere a posto le cose.- rispose Sesshoumaru, insolitamente ragionevole.
Inuyasha sgranò gli occhi.
Suo fratello…
Si stava GIUSTIFICANDO con una bambina umana?
- Allora…tornerete a trovarci, signor Sesshoumaru? Non andrete via per sempre?-
- Ma no, Rin…vedrai…-intervenne Kagome, dolcemente- il signor Sesshoumaru tornerà di sicuro per il nostro matrimonio…-le disse sorridendo.
Sesshoumaru si voltò a guardarla interrogativo, mentre Inuyasha tratteneva il fiato.
Era impazzita? Suo fratello non sarebbe mai…
- E’ vero, Rin. Tornerò per il matrimonio di Inuyasha…smetti di piangere.-
La bambina si asciugò in fretta gli occhi.
- Va bene, smetto…non piango più…sarò buona e mi impegnerò tanto, signor Sesshoumaru…quando tornerete sarete fiero di me.-
Il demone la guardò abbozzando un mezzo sorriso.
Inuyasha era sempre più confuso.
Ma che stava succedendo?!
- Sta’ attenta a Mekura, Rin…bada che non si faccia del male e sii obbediente. Io tornerò presto.- le disse, carezzandole grossolanamente la testa.
La bambina annuì, rincuorata. Tirava ancora su col naso, ma aveva smesso di piangere.
- Addio, Mekura. Abbi cura di te.- disse poi alla ragazza, avvicinandolesi.
Inuyasha rinunciò a capire, mentre Kagome e Mizuumi guardavano in silenzio.
Mekura sollevò la mano libera, scivolando sulla manica del kimono del demone e correndo verso il suo viso.
Si posò delicata sulla sua guancia, sorridendo lieve.
- Addio, signor Sesshoumaru. Abbiate cura di voi….e grazie…di avermi salvato la vita.-
Sesshoumaru scivolò via da lei con grazia, salutando con un cenno del capo Kagome e Mizuumi. Ignorò invece bellamente Inuyasha, che era rimasto in silenzio a fissarlo, del tutto sbalestrato.
Stare troppo con quella bambina aveva fatto male al fratello.



***

OBON è una festa che si svolge tra il 14 ed il 16 Agosto di ogni anno.
Conosciuta dagli stranieri come la famosissima ‘Festa delle Lanterne’, ricorda la ricorrenza di Ognissanti del mondo occidentale.
Gli spiriti degli antenati morti fanno visita agli altari a loro dedicati nelle case dei loro discendenti, dove vengono preparate per loro offerte di cibo. Al tramonto del 16 del mese le lanterne di carta colorata vengono accese e lasciate sui fiumi affinché proteggano gli spiriti durante il viaggio di ritorno alla terra dei morti. In vista dell’Obon, le case ed i cimiteri vengono puliti e si acquistano decorazioni, cibo ed offerte nei mercati allestiti per l’occasione.
Le decorazioni sono costituite da rami di pino e sakaki, piante sacre, insieme agli omochi (riso bollito e lavorato a palline), frutta ed incenso.
Nei templi e nei cortili delle scuole si fa una danza detta Bon Odori (danza Bon), i cui movimenti sono scanditi da canti e da un grosso tamburo. Di solito i partecipanti a questi eventi indossano lo yukata (un kimono fatto di stoffa leggera, da usare d’estate).
I bimbi amano gli hanabi, piccoli petardi accesi in occasione del ritrovo in famiglia.

ANTICIPAZIONI:
55- Il Rosario Spezzato

Una follia...
un amore oltre il tempo e lo spazio...
un sogno...
un desiderio...
una stella cadente...
e la finale realizzazione di quel sogno.

  
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