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Autore: Rohchan    02/03/2009    11 recensioni
Cosa succederebbe se una stella cadente potesse esaudire un desiderio tenuto in fondo al cuore?
E se chi desidera sono Inuyasha e Kagome?
Se vi ho incuriositi abbastanza...buona lettura...
ULTIMO CAPITOLO ON LINE
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti!!
Questo è uno dei miei capitoli preferiti...(chissà poi perchè....-nd Sesshoumaru)
Segreto segretuccio. Nella stesura originale, questo doveva essere l'ultimo capitolo.
Ma.
Ma.
Ma siccome non mi piaceva la chiusa, ce n'è ancora uno. Che sarà l'ultimo sul serio, e poi giuro non vi tedierò più.
Mi sembra di avervi già tormentati abbastanza con questa storia...^^ Sono veramente sbalordita dall'affetto e dall'attenzione con cui mi seguite...alcuni di voi sono diventati una presenza costante, tanto da poter esere definiti amici.
Grazie, grazie davvero.

Però, prima del grazie cumulativo, che arriverà col prossimo capitolo - o forse no? Metti che mi viene un'idea malata...?^^-, il nostro consueto angolino dei GRAZIE:

KAGOME19, LE_MONTAGNINE, KRIKKA86 grazie grazie grazie. Siete sempre gentili...^*^

EVILCASSY O_O SANTO CIELO!!!! L'autrice di This Time Around e La Complainte de la Butte che commenta la mia fic...*_* grazie, grazie, GRAZIE DAVVERO dei complimenti...anche tu sei molto brava. Davvero. This Time Around l'ho DIVORATA, e la Complainte promette altrettanto bene. Sei bravissima anche tu, davvero. Grazie mille...ç_ç

ONIGIRI sono contenta che Inuyasha non sia OOC...ho sempre cercato di evitarlo, ho fatto molta attenzione, ma i findo...beh, io vivo su una nuvoletta rosa. E' normale -temo- che qualcosa della mia natura filtri nelle cose che scrivo...^^anche se non sono degli originali.
Ehehehehe...hai visto che entrata ad effetto ho dato a Sesshoumaru?
Sapessi quanto è difficile per me riuscire a matenerlo IC...la tentazione di 'piegarlo' è forte, ma...diciamo che *qualcuno* mi ha insegnato che la natura di un demone non si può cambiare. E non è nemmeno giusto farlo...^_- Noi sappiamo chi, eh? ^^
La scena in cui Inuyasha cambia Myaku...l'ispirazione per il suo modo di fare mi è venuta ricordando un pezzo comico che avevo letto EONI fa, sui padri che badano ai bimbi piccoli. Non lo ricordo più esattamente, ma ricordo benissimo che stavo piangendo dalle risate...e così...>.> ho inserito il pezzetto comico...^^
Ecco, lo vedi? Alla fine con Sesshoumaru sono scivolata nell'OOC...come su una buccia di banana. Sob. Lo sapevo che avevo esagerato...ma sono felice di avreti scaldato il cuore...^^
E non credere di essere meno brava di me, stellina. Ti giuro che mi stai sorpassando a vele spiegate...^_^

RYANFOREVER eh sì cara...con questo aggiornamento, -1...però non preoccuparti...vi lascerò con lo zucchero...^^ è un sacchisimo di tempo che vado avanti con questa storia, giuro che è dispiaciuto anche a me mettere la parola fine...ma andava messa. In fondo, ogni cosa ha il suo posto...ho cercato di tirare i fili del racconto meglio che potevo, e non mi resta che sperare di aver fatto un lavoro accettabile...^^ Grazie mille dei complimenti...^*^

ACHAORI per sapere non ti resta che leggere, cara..^^ grazie mille dei complimenti, e buona lettura...spero che il pc sia tornato in salute...^*^

MOON_FLOWER felice che l'introspezione ti sia piaciuta così tanto...io adoro scrivere pezzi come quello. Pezzi di vita come fotogrammi di un film, che ti passano davanti agli occhi quando ti sei presenta un deja-vù...li amo, li amo, li amo...grazie del commento! ^*^

X_MOKONA purtroppo non seguo Full Metal Alchemist, anche se in tanti mi hanno detto che è molto bello...anche questo Edward è un papà? ^^ Già ti immagino a saltellare per casa modello ninfa dei boschi, spargendo petali di fiori...^^ Buona lettura!!

Bene, spigolino finito...vado a preparami pane e Nutella per ovviare al dispendio di zuccheri che è questo capitolo, e vi lascio in santa pace alla lettura...
I fazzoletti di carta serviranno al prossimo aggiornamento...
Baci a tutti!!!

Rohchan sweet mode on on on^^

55- Il Rosario Spezzato

“ Something in your eyes,
makes me want to lose myself,
in your arms.
There's something in your voice,
That makes my heart beat fast.
Hope this feeling lasts,
the rest of my life.
If you knew how lonely
my life has been,
And how low I've felt so long.
If you knew how I wanted
someone to come along,
And change my life the way you've done...”

RAITT BONNIE “Feels Like Home”

I preparativi per il matrimonio di Kagome ed Inuyasha occuparono i quarantacinque giorni successivi la visita di Sesshoumaru; la data era stata fissata al 30 Settembre, e tutto il villaggio lavorava alacremente perché tutto fosse pronto per quella data.
Kagome, Sango, Rin e Mekura erano occupate a fare progetti per la cerimonia, e sognavano mazzi enormi di fiori e rampicanti lungo tutto il palchetto rialzato- in legno chiaro, aveva detto Rin- su cui si sarebbe svolta la cerimonia.

Nel frattempo, Inuyasha e Miroku cercavano di rimanere tranquilli, e facevano finta di non ascoltare quello che le ragazze dicevano…per loro era molto meglio andare a pesca, o a caccia, ovunque fosse possibile sfuggire a sguardi sognanti e richieste strane.
- Allora..pronto?- chiese sornione Miroku all’amico, mentre questi si districava da un antipatico cespuglio di rovi nel folto del bosco. Le spine stavano rovinando la casacca del nuovo abito che Kagome aveva intessuto e cucito per lui.
- Ovviamente…e tu? Quando pensi di diventare finalmente una persona seria e rinunciare alla tua natura libertina, Miroku?- chiese l’altro, caustico.
Miroku accusò il colpo, aiutandolo a liberarsi.
- Pensavo di proporle una data la sera del vostro banchetto…fare i nostri due matrimoni insieme mi sembra davvero esagerato. Troppa dolcezza tutta insieme è fastidiosa…-
- Già…- sospirò Inuyasha, mentre finalmente si liberava dai rovi.

***

Le giornate scivolavano pigre verso un nuovo autunno. Presto l’aria si fece carica del profumo della pioggia, e le foglie iniziarono ad ingiallire sui rami degli alberi del bosco.
Kagome tornava dalla sua famiglia una volta la settimana, con Inuyasha e Myaku, e quelle visite rallegravano soprattutto il nonno, che per la nipotina aveva un amore sviscerato e senza limiti.
Fu in occasione di una di queste visite che fu stabilito che il nonno di Kagome avrebbe celebrato le nozze dei ragazzi insieme a Kaede.

Kagome avrebbe desiderato una cerimonia tradizionale; tre giorni di festeggiamenti, scanditi ognuno da un kimono diverso simbolo del suo passaggio da donna nubile a sposata. Bianco per simboleggiare la purezza e l’intenzione di entrare nella famiglia del marito, rosso per la fertilità e il buon augurio e nero come da tradizione, per le cerimonie importanti…ma sua madre la fece desistere dall’idea.
- Non puoi indossare un kimono bianco, Kagome..-le aveva detto, una punta d’amarezza nella voce- è una tradizione molto antica, che richiede la totale purezza della sposa. Ma tu…hai già addirittura una figlia. Ed inoltre, non possediamo kimono simili…-
E così avevano stabilito che sarebbe stata una cerimonia informale, ma non per questo meno bella.

Comprare un kimono era assolutamente proibitivo…costavano troppo cari.
Uno di quei meravigliosi dipinti da indossare poteva costare quanto lo stipendio di dieci anni di lavoro, e al tempio non c’era una somma simile; tuttavia, con sua grande sorpresa, Kagome scoprì che la madre ne teneva uno meraviglioso nascosto in fondo all’armadio, custodito gelosamente in una scatola di cartone spesso con borchie di metallo.
Era uno splendido kimono arancione pallido, con disegni di foglie di acero rosso, fili sottili di fiumi azzurro cielo e giovani arbusti argentati sparsi ovunque. L’obi era verde con ricami argentati a motivi fluidi come il volo delle farfalle.
- Mamma! Ma è…bellissimo! Quando pensavi di mostrarmelo?- chiese Kagome, allibita, accecata dalla bellezza dell’abito.
- Esattamente quando mi avresti detto che ti saresti sposata, cara. Era della bisnonna della nonna di tuo padre…ed io lo indossai il giorno delle mie nozze.-
- Che splendore…- Kagome carezzava la stoffa con dita leggere, seguendo la traccia sottile dei ricami.

Ed i giorni, dapprima veloci, presero a volare, e prima che se ne potessero rendere conto, il giorno delle nozze era arrivato.
Il villaggio era un trionfo di colori nella luce calda e dorata del primo sole d’autunno; un palco largo e basso era stato costruito sotto il Goshinboku, e tutte le capanne erano adornate con nastri colorati, lanterne di carta e simboli di buon augurio. Tutto era in grande fermento, mentre i due sposi, in case separate, si preparavano per la cerimonia.
Sango e la madre di Kagome aiutavano la ragazza nella vestizione del kimono, mentre Mekura teneva tra le braccia Myaku. La bambina, nel suo abitino grigio perla osservava la scena allegra, ridendo ed emettendo versi e gridolini di gioia, mentre la stanza era piena del cicaleccio femminile, del fruscio della stoffa e del profumo degli ultimi fiori d’estate.
- Non stringete troppo!- ansimò Kagome ad un certo punto- Mi sento soffocare!-
- Silenzio! Devi essere splendida per la cerimonia…-borbottò Sango, impegnata a tenere fermo l’abito mentre la signora Higurashi stringeva l’obi attorno alla vita della figlia.
Sango indossava un kimono tinta zafferano, con un paesaggio fantastico adagiato tra le nuvole ricamato in colori pastello. I bordi delle maniche ed il collo erano adornati con piccoli fiori e foglie d’acero su cui delicate api e farfalle intessevano una rete di movimento, perdendosi tra le soffici nubi che sembravano ragnatele.
Portava i capelli raccolti in una crocchia morbida alta sulla nuca, fermata dal pettine di madreperla dono di Miroku e da una grossa spilla con un gabbiano e quattro fili di perle cangianti, che tintinnavano dolcemente ad ogni movimento del capo.
- Mamma…ti prego…- protestò Kagome.
- Ho quasi finito cara…solo un attimo…-le rispose la madre, aggiustando il nodo a tamburo dell’obi e sistemando il sottile cordone di nastro rosso che lo decorava.
La madre di Kagome indossava un tradizionale kimono scuro, con i bordi ricamati in argento ed un obi in contrasto. Il leggero strato di trucco ringiovaniva un poco il viso da donna matura, senza tuttavia nascondere le piccole rughe che cominciavano a fare capolino su quella pelle liscia.
Quando Kagome potè guardarsi in uno specchio, rimase senza fiato.
L’abito la fasciava come una seconda pelle, valorizzando il colore del viso e della mani, uniche cose che rimanevano visibili sotto i tre strati di stoffa che lo componevano, e dei quali l’ultimo, il kimono della madre, poggiava elegantemente a terra. La linea gentile e flessuosa del collo spariva nel colletto del kimono, mentre una piccola ciocca di capelli neri sfuggita alla crocchia decorava quell’alabastro.
In testa aveva tre fiori di ibisco, che la madre aveva portato dall’epoca moderna, fissati con delle forcine e un nastro rosso, e il pettine che sua madre le aveva regalato più di un anno prima.
A Kagome sembrava impossibile che fosse già trascorso tutto quel tempo.
Un leggero velo di trucco completava il tutto, ingentilendole il viso, donandogli una sfumatura di pesca.
- Tieni, Kagome..manca ancora questo…- le disse Sango, porgendole il kimono di hinezumi da indossare sopra il tutto.
Kagome le sorrise, ringraziandola.
Sì, con quello come kimono iro-uchikake sarebbe stata perfetta.

Nel frattempo, nella nuova capanna di Sango e Miroku, un Inuyasha piuttosto irritato faceva avanti e indietro sulle assi di legno del pavimento.
Indossava un tradizionale kimono scuro, con la casacca nera e i pantaloni grigio scuro, molto simili a quelli del suo kariginu.
Miroku e Sota, accanto a lui, lo osservavano camminare in silenzio, sorridendo sotto i baffi.
Ad un tratto, la campana del villaggio rintoccò di una nota bassa e prolungata.
Nella capanna di Kagome ed Inuyasha, un ventaglio colorato cadde a terra per colpa di mani troppo emozionate.
In quella di Miroku e Sango, un mezzo demone fece fatica a conservare la maschera di controllo che si era imposto.
E lentamente, come trattenuti da corde robuste ed invisibili, i due sposi si avviarono al Goshinboku.

***

Il palco di legno era chiaro, proprio come Rin l’aveva immaginato, e cosparso di rampicanti verde scuro e fiori, foglie d’acero rosso e piccole bacche, come voleva Sango.
Kagome, tremante ed eccitata al punto che credeva che il cuore le sarebbe esploso nel petto, camminava a testa alta tra la gente del villaggio riunita per l’occasione.
Inuyasha, seguendola di poco, non le staccava gli occhi di dosso; l’aveva vista uscire, ed era entrato in una sorta di stato catatonico molto simile a quella sera del dieci Agosto di appena un anno prima.
Sospirarono, imponendosi di restare calmi, inconsapevoli di compiere lo stesso gesto.

Il nonno di Kagome, la vecchia Kaede e Mizuumi li attendevano sul palchetto, silenziosi ed immobili.
Una brezza gentile soffiava tra gli alberi del bosco, mischiando i profumi e facendo frusciare le foglie, strappandone alcune che cadevano a terra danzando un lento.
Giunti davanti ai sacerdoti, i due ragazzi si fermarono, in silenzio. La tensione passava tra loro come le scariche elettriche nelle nubi di un temporale, mentre la signora Higurashi già si asciugava una lacrima dispettosa.
I tre sacerdoti adempirono al rito di purificazione, lavandosi accuratamente le mani, e recitarono le preghiere di rito, poi Mizuumi porse ai due sposi un vassoio con due piccole coppe colme di sakè e una ciotola di riso, da cui essi bevvero e mangiarono per tre volte.
Nulla si muoveva nella radura; sembrava che il mondo si fosse fermato per vedere infine la piena realizzazione di quell’amore.
Quando anche l’ultimo sorso rituale di sakè fu bevuto, Inuyasha trasse un profondo respiro.
Come sposo, toccava a lui pronunciare per primo il giuramento.
- Su tutti i kami…su ogni goccia d’acqua che cade dal cielo ed alimenta questo mondo…su ogni creatura che abita questa terra, adagiata sul mare come foglie gettate da un vento capriccioso…io ti giuro, Kagome Higurashi, che ti amerò con tutto me stesso, ti sarò accanto fino alla fine dei miei giorni ed anche oltre, e che ti proteggerò anche oltre i confini della vita. E ti chiedo di essere mia sposa.-
Kagome lo guardava rapita, il cuore ormai ben oltre la soglia dell’infarto, le gambe molli ed un rivolo piacevolissimo di sudore gelato lungo la schiena.
Inuyasha le sorrise leggero, invitandola a pronunciare il suo giuramento, mentre Kaede ed il nonno della ragazza offrivano sacrifici ai kami per propiziare l’unione.
- Su tutti i kami.. su ogni goccia d’acqua che cade dal cielo ed alimenta questo mondo…su ogni creatura che abita questa terra, adagiata sul mare come foglie gettate da un vento capriccioso…io ti giuro, Inuyasha, che ti amerò con tutta me stessa, ti sarò accanto fino alla fine dei miei giorni ed anche oltre, e che avrò cura di te e dei tuoi figli anche oltre ai confini della vita. E ti chiedo di essere mio sposo.-
La madre di Kagome soffocò un singhiozzo, mentre Kaede porgeva ai due giovani gli anelli.
Il vecchio Higurashi pronunciò il giuramento dei due sposi per i kami battendo il ventaglio in testa ad entrambi, guadagnandosi un’occhiata truce di Inuyasha, subito bloccata da uno sguardo di Kagome.
Le mani di entrambi tremarono, mentre si mettevano gli anelli a vicenda.
Poi, Mizuumi diede ai ragazzi due rami di bambù benedetti, decorati con nastri colorati e piccole bacche, da offrire ai kami.
Quando entrambi ebbero poggiato i rami votivi sul piccolo altare approntato per l’occasione, tutti i presenti scoppiarono in urla di gioia, in barba al rigido rituale che prevedeva, subito dopo le offerte votive, il brindisi dei parenti degli sposi.
Kagome ed Inuyasha ricevettero auguri e doni da ogni parte; sembrava che, magicamente, gli abitati del villaggio si fossero moltiplicati a dismisura. Stavano per dirigersi ai tavoli preparati per il banchetto nuziale, quando la piccola Rin, avvolta in uno splendido kimono rosa pesca ricamato con motivi di fiori e giovani arbusti dalle foglie verde tenero lanciò un gridolino di gioia.
Procedendo nella direzione opposta a quella in cui tutto il villaggio si muoveva, Sesshoumaru camminava maestoso verso la coppia di sposi.
La bambina, incapace di trattenersi e sorda ai richiami di Mekura gli si gettò in braccio, piangendo dalla gioia.
- Signor Sesshoumaru…-singhiozzò, il viso perso nella folta pelliccia del demone- siete tornato davvero…-
- Ho mai mancato la parola, Rin?-
La bambina alzò il viso verso di lui, guardandolo con occhi colmi di ammirazione e rispetto.
- No, signor Sesshoumaru…-rispose, riprendendosi in fretta. Dietro di lei, accanto a Kagome e Sango, Mekura attendeva in silenzio.
- E tu sei stata buona?- chiese il demone.
- Sì, signor Sesshoumaru. Anche Mekura è stata buona, siamo state buone e gentili entrambe. Rimarrete con noi, signor Sesshoumaru?- gli chiese, tirandolo per una gamba dei pantaloni verso gli abitanti del villaggio, che si erano ritratti impauriti e rispettosi.
- Bentornato, Sesshoumaru…-lo salutò Inuyasha, mettendo da parte, solo per quel saluto, il tono caustico che usava di solito.
- Auguri, fratello…- rispose lui, con un tono meno freddo, quasi inusuale.
La folla riprese a muoversi, e ben presto il villaggio dimenticò che in quel matrimonio particolare lo sposo era un mezzo demone ed uno degli invitati un demone che, se avesse voluto, avrebbe potuto ucciderli tutti semplicemente movendo una mano.

I festeggiamenti si conclusero solo a notte fonda, quando la luna e le stelle brillavano alte nel cielo libero da nubi.
Dopo aver riaccompagnato indietro la sua famiglia e averli osservati attraversare il pozzo con una ciocca di capelli di Myaku, Kagome, accompagnata da Inuyasha, Sango e Miroku tornò verso casa.
La figlia dormiva beatamente, con la piccola bocca leggermente aperta ed i pugnetti chiusi sul petto, coccolata dal calore della madre sotto il kimono di hinezumi.
Shippo era rimasto a dormire nella capanna di Mizuumi e Kaede, e quando finalmente si separarono, giunti alle rispettive case, l’alba era quasi prossima.
Entrati nella capanna, Kagome depose Myaku nella sua culla, traendo poi un profondo respiro.
Era stanca, ed ogni fibra del suo corpo chiamava il letto a gran voce. L’avevano fatta bere parecchio, ed aveva l’impressione che la testa le galleggiasse ad una spanna dal collo, mentre la stanza prendeva a vorticare furiosamente.
Si appoggiò con la schiena ad Inuyasha, che la sorresse, solido come una roccia contro il vento.
- Sei molto stanca?- le chiese, a voce bassa.
- Un po’…ma c’è ancora una cosa che voglio fare…- gli rispose, voltandosi lentamente verso di lui.
Inuyasha avvertì il suo respiro caldo sul collo, mentre Kagome si aggrappava a lui, annebbiata dalla gioia dei festeggiamenti.
Le mani della ragazza scivolarono sul suo kimono nero, leggere come una farfalla, incendiando la sua pelle quando questa veniva sfiorata da quel tocco gentile.
Kagome cercò con le dita sottili il grosso rosario che Inuyasha portava al collo da ormai cinque anni, e lo strinse forte.
Una luce rosata si diffuse nell’ambiente, mentre con piccoli tonfi secchi le perle e le zanne che componevano il gioiello cadevano a terra, liberando il mezzo demone.
- Ecco…- gli disse, carezzandogli il viso con mani tremanti- non dovrai indossarlo mai più…-
Inuyasha non disse nulla. Si limitò a fissarla negli occhi, annegandola in due pozze dorate calme come sabbie mobili, ma proprio come sabbie mobili in grado di ghermirla ed imprigionarla per sempre.
Kagome sorrise, baciandolo leggera ed un po’ timida, e mentre gli ultimi grilli frinivano nella notte stellata, il fruscìo della stoffa che cadeva a terra nella capanna si confondeva con il soffio gentile del primo zefiro autunnale.




***
Il 'sansankudo' è il nome del matrimonio tradizionale giapponese.
Prima dell'inizio della cerimonia, solitamente la coppia usa accogliere ogni singolo invitato (tra i 20 e i 200).
Dopo di ciò v'è la presentazione dello sposo e della sposa.
E' curioso come durante la cerimonia entrambi gli sposi usino cambiarsi d'abito molto spesso, sino a due o tre volte.
La cerimonia di solito viene presieduta dal kannushi (l'officiante shintoista, una specie di prete giapponese).

La tenuta della sposa :
- tre kimono uno sull'altro: quello più esterno è l'uchikake (in questo caso iro-uchikake, cioè colorato), in pesante broccato con orlo imbottito, che non viene legato in vita. Sotto si porta il kakeshita, tipo di furisode (kimono leggero) che viene legato in vita ma lasciato lungo a terra, senza ripiegarlo per non farlo strisciare per terra. Sotto ancora, un furisode indossato normalmente. Durante il banchetto la sposa può indossare un furisode nero da sposa o un abito di stile occidentale.
- lo shiromuku, cioè tre kimono come nel primo caso, ma tutti e tre candidi e con una serie di accessori (ventaglio, obijime imbottito, borsetta, fermagli per capelli) tutti ugualmente candidi. Sul capo la sposa porta un copricapo bianco anch'esso, il cui nome significa "coprire le corna"… cosa questo simboleggi, non oso pensarlo...In realtà, il bianco simboleggia la purezza e la disposizione della sposa a far proprie le usanze della famiglia del marito, ad essere insomma come una tela candida pronta per essere dipinta, ed il copricapo simboleggia anch'esso la sua volontà di temperare il proprio carattere. Tradizionalmente remissività ed obbedienza erano le doti di una buona moglie giapponese... al ricevimento l'uchikake bianco può essere sostituito da uno colorato.

L'uomo indossa invece l'iro-uchikake, per tutta la durata della cerimonia.
L'abito è composto dai classici hakama legati dietro la vita che possono variare dal grigio al nero (sempre sulle tonalità scure) il byakue (immagino sia la casacca) e il kamon (parte superiore). Solitamente il kamon possiede ai lati del petto due sottospecie di 'pon-pon' bianchi e al centro, legato in vita una sottospecie di coccarda. C’è anche una specie di cappello tradizionale, ma non si usa più da secoli.

Passiamo alla cerimonia vera e propria.
Il kannushi entra nella sala a passo lento, lento, lento, e si para dietro un altare basso (hokora), diverso dai nostri occidentali.
I due sposi si posizionano l'uno di fronte all'altra, (in ginocchio e in piedi), e celebrano il giuramento dinanzi ad una coppa e una brocca ricolme di sakè e riso, simbolo della fedeltà e della lunga vita e/o purezza. (il nome delle coppe è Sakazuki, la brocca è detta Chooshi, e il contenitore in legno per le offerte rituali è Sanboo)
Il rito della 'bevuta' viene ripetuto per tre volte da entrambi i coniugi.
Tre ovvero :
Fedeltà, amore, ricchezza/purezza.
L'officiante pronuncia il giuramento, talvolta battendo una sorta di ventaglio sul capo degli sposi come buon augurio. Dopo la nenia del kannushi si passa allo scambio degli anelli, tradizionalmente legati da una sorta di filo bianco tra di loro.
Sopra gli sposi vengono posti dei rami di bamboo o comunque di piante sempre ben auguranti e che allontanino gli spiriti. La cerimonia di solito si conclude col discorso dell'intermediario, ovvero colui che ha permesso l'unione dei due sposi. In antichità era il padre, giacchè i matrimoni erano sempre e solo combinati. A questo punto, i parenti brindano alla salute degli sposi, bevono il sakè e vengono presentati dai padri degli sposi.

Oggi, invece, le cerimonie di nozze si svolgono spesso in hotel altamente specializzati nell’organizzare matrimoni. In effetti in Giappone questa industria è molto sviluppata e la pressione esercitata sulle ragazze affinché si sposino il prima possibile è alta. L’intera cerimonia si svolge nell’arco di mezz’ora e si conclude con la foto di gruppo (kinen shashin).
Successivamente gli invitati firmano il libro degli ospiti e presentano i loro doni in denaro all’interno di una busta.
Le ragazze nubili invitate alla cerimonia indossano il furisode, quelle sposate il kurotomesode (kimono leggero nero) se parenti di primo grado della sposa, altrimenti l’irotomesode (kimono leggero colorato).

ANTICIPAZIONI:
56- Epilogo

" So somebody bring up the lights, I want you to see...
my life's turned around, but I'm still livin' my dreams...
I've been trough it all, I've hit 'bout a million walls...
but welcome to my truth...
I STILL LOVE..."
Anastacia "Welcome to My Truth"

  
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