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Autore: Dadina91    08/11/2015    4 recensioni
"E' stata lei stessa a chiedermelo.
Forse perché anche lei, come me, si era accorta che quel pensiero costante, col passare del tempo, la stava logorando fino a farle perdere la lucidità delle sue azioni.
Non voleva perdere la sua umanità, non era da lei bramare vendetta, non ne era mai stata capace, mi disse.
Doveva trovare un modo per andare avanti. Doveva farlo per sé stessa, per preservare la sua integrità, sia mentale che spirituale.
Fu in quel momento che la sua mente partorì quell'unica, drastica, soluzione: "Ti prego, cancella tutto"."
Genere: Azione, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Nuovo personaggio, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Rotta.
È così che mi sento.
Una bambola rotta, gettata via senza remore perché ormai obsoleta. Inutile.
L’impatto con una realtà che ho sempre negato a me stessa è stato troppo duro da sopportare.
…mi sono rotta in mille pezzi.
Che senso ha la mia esistenza?
 
Rifiutata.
Rifiutata dall’uomo che amo.
Dall’uomo che aveva promesso di proteggermi, di vendicarmi.
Che mi aveva giurato di non aver mai smesso di pensare a me, non un solo giorno.
Colui per il quale ho dato la vita e sarei stata disposta a rinunciare ai miei voti di sacerdotessa, alla mia posizione, a tutto…
…pur di condividere una vita da comune mortale al suo fianco.
Quell’uomo, è lo stesso che stanotte mi ha riversato addosso il suo disprezzo.
Senza freni. Senza pietà.
Come se fossi la più infima forma di vita sulla faccia della Terra.
Come se per lui non avessi mai rappresentato nulla.
 
“Tu.mi.disgusti.”
 
Ogni sillaba è stata perfettamente scandita affinché non potessi fraintendere.
Ogni singola parola sapientemente soppesata al fine di ferire.
E ci è riuscito egregiamente…
 
Nel corso della mia breve esistenza terrena credevo di aver sperimentato ogni genere di dolore. Ingenuamente, mi sono illusa che il mio cuore fosse ormai temprato da tutte le nefaste esperienze che ho vissuto…
…ma non ci si abitua mai a soffrire.
Ho scoperto a mie spese che un cuore può ancora sanguinare anche quando smette di battere.
“Mi sono innamorato di Kagome. Me ne sono innamorato perché lei è tutto ciò che tu non sei più, o che probabilmente non sei mai stata.”
 
COME OSA PARAGONARMI A QUELL’INSULSA RAGAZZINA?!
 
In un moto di rabbia scaglio un potente fascio di luce violacea verso la foresta che viene immediatamente scossa da un violento boato. Pochi istanti dopo, quando la coltre provocata dall’impatto si dirada, ciò che resta è solo un paesaggio desolato fatto di terra bruciata.
Ed è proprio così che immagino il mio cuore in questo momento.
 
Arido.
 
Sono tornata in vita mossa esclusivamente dal desiderio di vendetta. Prima verso Inuyasha, poi verso Naraku.
Ma adesso non è il loro viso che bramo di vedere stravolto dalla disperazione…
 
Kagome.
 
Quella piccola presuntuosa mi ha portato via tutto.
L’amore, l’identità, il ruolo di custode della Sfera dei Quattro Spiriti…
Ogni cosa.
 
Ma non resterò con le mani in mano a fare da spettatrice ad una vita che doveva essere mia.
Se non posso averla io…non l’avrà nessun altro.
 
Ho bisogno di restare sola coi miei pensieri e riflettere sul da farsi, non posso tornare da Inuyasha e gli altri…non ancora.
Non in questo stato.
 
Proprio mentre mi accingo a cercare un luogo che per stanotte possa ospitare il mio animo tormentato, tuttavia, un vociare in lontananza attira la mia attenzione.
Dal tono concitato si direbbe una discussione piuttosto accesa...
Ma chi si inoltrerebbe in una foresta a quest’ora di notte per litigare?
Rimango immobile senza fiatare, nel tentativo di captare qualcosa, combattuta tra i miei progetti solitari e la brama di conoscenza…
 
Ma si sa…la curiosità è donna.
E dopo qualche attimo di esitazione, mi accorgo che le mie gambe hanno già cominciato a muoversi in direzione di quel vociare. Man mano che mi avvicino cerco di attenuare il più possibile il rumore dei miei passi mentre i suoni iniziano a farsi sempre più chiari e…
…spiacevolmente familiari.
 
Kagome?!
Che diavolo ci fa qui?
E soprattutto, con chi sta parlando?
 
Non ci vuole molto prima che un timore inizi a farsi strada nel mio cuore.
Che si tratti di….Inuyasha?
Per quanto cerchi di scacciarla, l’immagine del mezzo demone che dopo avermi lasciata col cuore infranto, corre da Kagome per confessarle i suoi sentimenti, prende forma con insistenza nella mia mente, sino a farsi sempre più plausibile. Quasi tangibile.
Ma nonostante il dolore causatomi da quel pensiero, le mie gambe continuano imperterrite ad avanzare senza il minimo indugio.  
A volte credo di essere un’inguaribile masochista.
Sempre facendo la massima attenzione, mi avvicino ulteriormente, fermandomi a diversi metri di distanza in modo da non essere notata. Scosto con cautela alcune foglie che mi ostruiscono la visuale, pronta a vedersi palesare i miei peggiori incubi.
Ma quel che vedo mi lascia interdetta.
 
Hideki?
 
Non riesco a non trattenere un sospiro di sollievo alla vista della chioma fiammeggiante del demone che mi dà le spalle.
Kagome non è in compagnia di Inuyasha, e la cosa non potrebbe rendermi più felice.
Tuttavia questo non ha placato la mia sete di conoscenza.
Cosa ci fanno qui?
E perché quei toni accesi?
E così, anziché accontentarmi di aver confutato i miei timori, decido di restare in ascolto, nel tentativo di scoprire il motivo di tanto riserbo.
Da dove mi trovo riesco a vedere chiaramente solo Kagome, e resto attonita quando mi accorgo che il suo viso è rigato dalle lacrime: particolare che desta, se possibile, ancora di più il mio interesse.
Quando finalmente inizia a parlare, trattengo il respiro pur di non lasciarmi sfuggire neppure una parola.
 
-“N-non merito le tue scuse Hideki. Non le merito affatto… Sono io piuttosto a doverti chiedere perdono.”
-“Kagome ma che stai dicendo?! Tu hai cercato in tutti i modi di evitare la lite, sono stato io a provocarti! Non hai motivo di sentirti in colpa.”
 
Dalle loro parole non ci metto molto a capire che si stanno riferendo alla lite avvenuta stamani, durante la quale Hideki l’ha accusata di non essere più la stessa, insinuando che qualcosa sia accaduto tra lei e Inuyasha all’interno della caverna in cui li abbiamo ritrovati.
Non ho affatto dimenticato le sue parole.
In quel momento il mio cuore si è fermato all’istante.
Infondo che motivo avrebbe avuto di mentire?
Era chiaro che quel pensiero lo facesse soffrire.
Bisognerebbe essere ciechi per non accorgersi che, anche lui, è innamorato di quella ragazzina.
Con un moto di stizza, faccio per allontanarmi, per nulla intenzionata ad apprendere i particolari del loro incontro. Ma le parole di Kagome hanno il potere di trattenermi.
 
-“E invece un motivo c’è eccome! Mi sono resa conto che avevi ragione Hideki. Ragione su tutto! Ho cercato ad ogni costo di evitare un confronto solo perché temevo che ti accorgessi di quanto le tue accuse fossero fondate. Sono cambiata Hideki…sono cambiata e la cosa mi terrorizza. E quel che è peggio è che il motivo…temo sia proprio Inuyasha…”
La voce di Kagome mi giunge ovattata, distante: sono pietrificata.
La consapevolezza di quella realtà mi colpisce come un macigno, mentre le braccia mi ricadono inermi lungo i fianchi.
 
Nonostante i tentativi di Naraku per separarli, nonostante l’amnesia…nonostante tutto…
Kagome si sente ancora legata a doppio filo a Inuyasha.
 
Un calore inaspettato mi percorre rapido la guancia per terminare la sua corsa lungo la curva del mento.
Sto piangendo.
Ma questa volta non si tratta di lacrime di rabbia. No.
Queste gocce salate, che così di rado hanno bagnato il mio viso, racchiudono la mia rassegnazione.
 
Tuttavia, i miei piedi restano saldamente incollati al terreno, avvalorando la mia tesi.
Sono proprio un’inguaribile masochista.
Continuo ad osservare la scena incapace di reagire, quasi volessi mettere alla prova il mio cuore e constatare quanto dolore sia in grado di sopportare.
Osservo Kagome riversare tutta la sua frustrazione sul demone che le sta difronte come se si stesse finalmente liberando di un fardello che da tempo la opprimeva, ignara del fatto che ogni sua parola sia per me una stilettata dritta al cuore.
Per tutto il tempo le sue mani non si sono discostate neppure un attimo dal viso, fornendole uno scudo immaginario difronte a quello che immagino essere lo sguardo inquisitore del suo compagno di viaggio. O forse dovrei dire ex…
 
Improvvisamente, però, è Hideki a prendere in mano la situazione. Con uno scatto repentino afferra i polsi di Kagome in una presa decisa e al contempo delicata, facendo riemergere quel volto oramai stravolto dal pianto e trascinandola in un abbraccio al quale lei pare non essere intenzionata ad opporsi, pur non nascondendo la sorpresa.
Le parole rassicuranti di Hideki hanno il potere di placare l’animo tormentato della ragazzina del futuro, che a poco a poco smette di tremare, lasciandosi andare tra le braccia del demone.
 
-“Ti prometto che non durerà per sempre. Io ti aiuterò. Farò quanto in mio potere per far sì che tu non debba più soffrire a causa sua.” afferma risoluto.
 
Quelle stesse parole, tuttavia, sortiscono il medesimo effetto su di me, regalandomi un inaspettato sollievo: infondo, io e lui non siamo poi così diversi.
Abbiamo entrambi un obiettivo comune: far sì che il rapporto tra Inuyasha e Kagome non torni ad essere quello di un tempo.
 
Completamente immersa nei miei pensieri, mi accorgo solo ora di non essere la sola spettatrice nascosta nell’ombra.
È piuttosto distante, ma non ho dubbi al riguardo.
Alle spalle di Kagome, un altro paio di occhi osservano la scena con la stessa attenzione.
Ci metto un po’ a mettere a fuoco la figura che si staglia tra la foschia, ma quando finalmente la riconosco, il mio cuore perde un battito.
 
Inuyasha!
 
Da quanto si trova lì?
E cosa ha sentito?
Un fremito mi scuote le gambe che minacciano di cedere da un momento all’altro.
Se Inuyasha dovesse cogliere una falla nello stato di amnesia di Kagome, sono certa che ci si aggrapperebbe con tutte le sue forze. Infondo è solo l’incertezza dei sentimenti che questa Kagome prova nei suoi confronti ad avergli impedito finora di far leva sui ricordi legati al loro rapporto.
Inuyasha non deve venire a conoscenza del potere che ancora esercita sul cuore di Kagome.
 
Senza rendermene conto, ho smesso di respirare, pronta ad assistere a quella che sarebbe stata la prossima mossa di Inuyasha. Già me lo figuro interrompere quel romantico quadretto, come era solito fare con Koga, forte delle parole pronunciate poco prima da Kagome.
Ma ciò che vedo mi lascia l’illusione di poter ancora sperare.
 
Inaspettatamente Kagome si libera dall’abbraccio, alzandosi sulle punte sino a portarsi all’altezza del viso del demone per posarvi un casto bacio sulla guancia.
 
-“Grazie Hideki, non so cosa farei senza farei senza di te…tu sei il solo di cui mi fidi.”
 
È un attimo, e di Inuyasha non vi è più alcuna traccia.
Sorrido compiaciuta. Cosa può fare la prospettiva!
 
Resto nascosta ancora alcuni istanti, finché finalmente Kagome si allontana lasciandomi sola col mio inatteso alleato.
 
-“Bene, bene. A vedersi pare proprio che qualcuno si sia preso una bella cotta per la nostra Kagome.” affermo, cercando di celare il mio fastidio dietro una nota di sarcasmo. Che diavolo avrà mai di tanto speciale quella mocciosa!
Riesco a scorgere un barlume di sorpresa in quegli occhi color del sole prima di essere accolta da un ringhio gutturale che farebbe desistere anche l’uomo più spavaldo.
Mi studia in silenzio per diversi secondi, come a voler valutare il grado di ostilità. Poi finalmente parla.
-“Da quanto tempo sei qui, sacerdotessa?” mi domanda sulla difensiva, chiaramente infastidito per essere stato colto impreparato. Cosa che, ne deduco, accada di rado.
-“Abbastanza da accorgermi che Inuyasha non è il solo a sospirare per la piccola Kagome”
-“Dev’essere degradante per una sacerdotessa del tuo rango ridursi ad origliare nascosta tra i cespugli.” risponde sprezzante, assumendo un atteggiamento di sfida. L’attacco è, come sempre, la miglior difesa.
-“Non hai motivo di nasconderlo. Anzi, trovo che i tuoi sentimenti siano nobili...e da quanto ho potuto vedere Kagome sembra ricambiarli.” provo conciliante, sperando che questo lo spinga ad aprirsi.
-“Non so di cosa parli, ma ti posso assicurarti che non c’è niente tra me e Kagome. E anche se fosse non vedo perché dovrei parlartene.”
-“Con me non hai motivo di mentire…capisco perfettamente cosa provi. Dev’essere dura averla ogni giorno al tuo fianco e non poterle confessare i tuoi sentimenti. Ti senti in dovere di proteggerla e di custodire i suoi ricordi, e temi che se le dicessi ciò che provi questo minerebbe irrimediabilmente il vostro rapporto di fiducia.”
 
Dal suo silenzio comprendo di aver colpito nel segno.
Facendosi scudo dietro alcune ciocche vermiglie, il demone abbassa la testa mantenendo lo sguardo ostinatamente fisso sul terreno, come se temesse che attraverso i suoi occhi possa trovare conferma alle mie parole. Ma non ne ho bisogno: ho già le mie risposte.
Mi avvicino con cautela e sperando che il mio tono non tradisca le mie reali intenzioni, inizio a parlare.
-“È evidente quanto tu tenga a lei…ma lo è altrettanto da parte sua. In questi anni hai rappresentato tutto il suo mondo. L’hai salvata, l’hai difesa da sé stessa, l’hai resa più forte, le hai dato una nuova vita… Tutto quello che hai fatto è stato solo ed esclusivamente nel suo interesse e in cambio non hai mai chiesto nulla. Ti sei guadagnato la sua fiducia a poco a poco, senza mai farle pressione. Una volta guarita dalle ferite infertele da Naraku avrebbe potuto lasciarti in qualsiasi momento. Era libera, eppure ha deciso di restare al tuo fianco. Questo dovrà pur significare qualcosa, non credi?”
 
Il demone non ha ancora mosso un muscolo, né aperto bocca. Lo sguardo sempre celato dietro la folta chioma.
La sua scarsa partecipazione sta seriamente iniziando a darmi sui nervi!
Ho bisogno del suo aiuto.
Ho bisogno di lui se voglio tenere lontana quella ragazzina da Inuyasha!
 
Sto per spezzare quel mutismo insensato, quando mi accorgo che il corpo di Hideki è scosso da un lieve tremore. E adesso che gli prende?
 
-“Hideki?...” lo chiamo incerta, mentre i fremiti si fanno via via sempre più evidenti.
Non mi accade spesso, ma non so davvero come comportarmi.
Non riesco a dire nulla neppure quando una sonora risata squarcia il silenzio.
Amara. Sardonica. Umiliante.
Resto inerme anche quando finalmente il suo sguardo impertinente incontra il mio.
 
-“Che nobiltà d’animo! Non sapevo che impicciarsi degli affari altrui rientrasse tra i doveri di una miko! Da dove nasce quest’improvvisa apprensione nei miei confronti? No, aspetta! Non dirlo, provo ad indovinare. Pensavi che spingendomi a confessare i miei presunti sentimenti per Kagome, questo avrebbe messo in discussione il suo legame col mezzo demone, lasciandoti così campo libero. Ho indovinato?”
 
Non riesco a replicare difronte alla veridicità delle sue affermazioni. Ogni risposta suonerebbe solo come una patetica scusa e non voglio umiliarmi più di quanto non sia già.
 
-“Beh in effetti il merito non è solo mio. Devo ammettere che i miei poteri hanno avuto la loro parte nello smascherare il tuo trucchetto. Credevi davvero che mi sarei lasciato abbindolare dalle tue belle parole? So benissimo chi sei e di cosa sei capace. Infondo l’hai detto tu stessa: io sono il custode dei ricordi di Kagome, e proprio per questo so che sei sempre tu stata la causa delle sue sofferenze. Quindi non reputo che tu sia la persona più adatta a dispensare consigli.” asserisce in tono sprezzante, facendomi sentire, se possibile, ancora più sciocca.
 
Come in un bizzarro gioco dei ruoli, ora sono io a non avere il coraggio di alzare lo sguardo dal terreno. Troppo umiliata per potermi confrontare ad armi pari.
Il mio silenzio decreta la fine della nostra conversazione e anche se non lo vedo, riesco chiaramente a sentire i suoi passi allontanarsi.
Ed è allora che l’umiliazione si trasforma in rabbia. Una rabbia che fa male per il semplice fatto di essere stata repressa.
 
No…
Non può finire così…
Non me la dà a bere…
Non sono idiota!
 
-“QUINDI PER TE VA BENE COSì?! NON T’IMPORTA CHE SI RICORDI DI INUYASHA?! NON T’IMPORTA CHE LUI TE LA PORTI VIA COME SE NULLA FOSSE?! Potrai pure mentire a te stesso, ma non puoi ingannare me! Ho visto come la guardi. È lo stesso modo in cui io guardo ormai da tre anni l’uomo che amo. Così vicino, ma allo stesso tempo irraggiungibile. Non so quanto sia profondo il legame che ti unisce a Kagome, ma so che anche tu non sei contento di questa situazione. E non ho bisogno di leggerti nel pensiero per esserne certa. Quindi te lo ripeto: TI VA BENE CHE LE COSE RIMANGANO COSì?!” gli domando furente, mentre l’eco delle mie parole risuona incessante nell’aria come un monito.
Mi dà le spalle, ma so che le mie parole non l’hanno lasciato indifferente.
Lentamente si volta quel poco che basta per permettermi di scorgere il suo viso.
 
-“Certo che no.” mi risponde lapidario, come se la mia fosse la domanda più stupida che abbia mai udito.
-“E allora perché te ne stai con le mani in mano?!”
-“Perché sono certo che una volta riacquistata la memoria, le cose tra lei e Inuyasha non saranno più le stesse. Recuperando i propri ricordi, Kagome ricorderà inevitabilmente anche il tradimento di Inuyasha, e questo finirà per farli allontanare una volta per tutte.”
 
Questa volta sono io a sorridere.
Nel mio sorriso, però, non c’è ilarità. Solo un’amara rassegnazione.
La sua ingenuità mi fa quasi tenerezza.
-“So di essere l’ultima persona dalla quale accetteresti consigli, ma te lo dirò lo stesso: se non fai qualcosa di questo passo la perderai. Per quanto vengano separati, quei due riescono sempre a ritrovarsi. Te lo dico per esperienza”.
 
A quel punto realizziamo entrambi che la nostra conversazione è giunta al termine: non abbiamo nient’altro da dirci infondo.
Credo che ormai abbia capito anche lui che non tornerò all’accampamento insieme agli altri.
Mi allontano da quel luogo che ha visto spegnersi l’ultima speranza di riprendermi Inuyasha. Se non posso stare con lui, non ha senso continuare questo viaggio.
La voce di Hideki mi raggiunge quando ormai sono già lontana.
-“Dove te ne andrai?”
-“Non lo so, ma ho bisogno di restare sola.” rispondo atona senza neppure voltarmi, scomparendo nella foresta così come sono venuta, e lasciando il giovane demone in balìa dei suoi pensieri.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il cielo si è appena tinto di un tenue azzurro quando ci rimettiamo in viaggio. La quiete che si respira a quest’ora del giorno ha sempre il potere di rilassarmi e svuotare la mia mente da ogni pensiero.
Ma non questa volta.
Per quanto ci provi, non riesco a smettere di pensare a quanto è accaduto ieri sera.
 
Quando ho fatto ritorno all’accampamento Inuyasha era già lì, ma la scena che mi si è presentata dinanzi mi ha subito suggerito che qualcosa non andava.
Inuyasha se ne stava seduto in disparte, poco lontano dal resto del gruppo, lo sguardo completamente celato dietro la frangia argentea, mentre Miroku e Sango lo osservavano con apprensione, senza osare avvicinarglisi. La tensione che aleggiava nell’aria era palpabile.
Tuttavia un particolare non è sfuggito alla mia attenzione.
 
Kikyo non era tornata con lui.
 
Cercando di non infrangere quella calma apparente, mi sono avvicinata alla sterminatrice che sembrava essersi accorta solo in quel momento della mia presenza.
-“H-hey Kagome! Tutto bene?” mi chiede colta alla sprovvista.
-“Si, tutto risolto. Io e Hideki ci siamo finalmente chiariti.” rispondo abbozzando un sorriso e pregando i Kami che non mi faccia altre domande al riguardo. Ma la domanda della sterminatrice sembrava per lo più dettata dalla cortesia che dal reale interesse.
Sapevo che la cosa non mi riguardava, ma questo non mi ha comunque dissuaso dal porre la fatidica domanda.
-“Piuttosto…che succede qui?”
-“Non lo sappiamo…è in quello stato da quando è tornato.”- a rispondere era stato Miroku che continuava a osservare preoccupato il suo amico –“Inoltre, Kikyo non è con lui, e questo non mi lascia presagire il meglio…”
-“Abbiamo provato a chiedergli cosa fosse successo, ma tutto quello che ha saputo dirci è stato di “averla persa” e poi si è chiuso nel mutismo. Non sappiamo cosa pensare…” ha concluso infine Sango.
Quando finalmente anche Hideki è tornato all’accampamento ci ha informato di essersi imbattuto in Kikyo sulla via del ritorno e che quest’ultima gli aveva riferito che non avrebbe continuato il viaggio insieme a noi.
Non so spiegare il perché, ma in quel momento ho avuto l’impressione che nel racconto di Hideki mancasse qualcosa, come se stesse volutamente tralasciando qualche particolare. Prima che potessi chiederglielo, però, la voce di Inuyasha ci ha interrotti. Sembrava che le parole di Hideki lo avessero ridestato dallo stato di trance in cui era caduto. Il suo sguardo era finalmente visibile: non avevo mai visto un’espressione tanto triste, ma allo stesso tempo c’era qualcosa in quegli occhi ambrati che mi diceva che la sua mente era lontana da lì.
-”Per caso ti ha detto dove fosse diretta?”
-“No, mi ha solo detto che aveva bisogno di restare da sola.”
-“Capisco…quindi se n’è andata anche lei…”
 
Anche lei?
 
Come se mi avesse letto nel pensiero, Inuyasha mi ha rivolto uno sguardo indecifrabile. Ferito. Prima di dileguarsi nella foresta, avvertendoci che per quella notte avrebbe dormito altrove.
 
Ed ora eccoci qua.
In viaggio nel silenzio più assoluto. Ognuno visibilmente assorto nei suoi pensieri.
E io inspiegabilmente inquieta a causa di quello sguardo ferito che mi ha lacerato l’anima.
Cosa mi aspettavo infondo? Kikyo non ha mai fatto segreto del fatto che lei e Inuyasha fossero una coppia. Quindi…credo sia normale che lui ne senta la mancanza…
Quello che non mi spiego è…perché provo anch’io questa profonda tristezza?
Di certo non è per l’assenza della sacerdotessa, anzi…
Non vorrei sembrare insensibile, ma non mi ha mai fatto una buona impressione. E stando alla nostra ultima chiacchierata, la cosa mi è parsa reciproca.
No, il motivo è un altro.
Vederlo così solo e ferito, e sapere che quello sguardo era rivolto a un’altra donna…mi ha fatto male. Un dolore quasi fisico…
…che tuttavia aveva un retrogusto familiare.
 
-“Ragazziiiiiiiii! Ho avvistato un villaggio a qualche chilometro da qui! Dovremmo raggiungerlo verso ora di pranzo, che ne dite di fermarci per uno spuntino?”
Di ritorno dalla sua spedizione esplorativa in sella a Kirara, la voce squillante del piccolo Shippo ci desta dal torpore di quel viaggio infernale.
-“Bell’idea piccoletto! Ho una fame da lupi!” prorompe Hideki partendo a passo di carica. Ora che Inuyasha ha deciso di viaggiare in coda al gruppo, crede spetti a lui la posizione di leader.
-“Hideki ti ricordo che non sei da solo! Non puoi decidere per tutti.” lo riprendo piccata, ricevendo per tutta risposta un’espressione scocciata.
A volte sa essere proprio infantile!
Quando poi sente la parola “cibo” non capisce più niente.
-“Trovo anch’io che sia un’ottima idea! Infondo dovremmo comunque fermarci per cercare del cibo, quindi quel villaggio fa proprio al caso nostro!”- interviene entusiasta il monaco visibilmente sollevato al pensiero di poter interagire con altre persone.
Sbuffo impercettibilmente, mentre mi arrendo al furor di popolo.
“Ora come ora ho tutto meno che fame” penso tra me e me lanciando una rapida occhiata al mezzo demone alle mie spalle che sembra così distante dai nostri futili discorsi.
 
 
 
Sulla strada per raggiungere la nostra meta, abbiamo appreso da alcuni contadini che quello verso il quale ci stavamo dirigendo era il villaggio di Gokayama.
Il nome mi è immediatamente parso familiare.
Tempo addietro, infatti, avevo sentito dire che quel villaggio era stata una comune cittadina come molte altre, ma che negli ultimi anni aveva goduto di un’inattesa prosperità. Pare che Gokayama fosse divenuta famosa per aver dato i natali ad una bambina che, nonostante la giovane età, possedeva già i poteri di una sacerdotessa e che questo avesse contribuito ad alimentare il crocevia di persone che si recavano al villaggio per renderle omaggio, farsi curare, scacciare il malocchio e molto altro ancora. Si diceva anche che la giovane miko non volesse denaro per i suoi servigi, ma che nonostante ciò in molti ignorassero le sue volontà e che quindi quei soldi fossero divenuti il sostentamento della comunità che, a dispetto di tutto, aveva continuato a mantenere lo stile di vita umile che l’aveva sempre contraddistinta.
Ma ora che la vedo…
…inizio a dubitare della veridicità di quelle parole.   
Lo scenario che ci si presenta dinanzi agli occhi è ben lungi dal fulgore che veniva narrato nelle storie.
Ciò che resta della ridente Gokayama non è altro che un ammasso di macerie. Solo poche case sono rimaste in piedi, se così si può dire.
 
Che ne è stato di questo posto?
 
Mentre procediamo in quello scenario di desolazione scorgiamo qua e là alcuni abitanti intenti a ricostruire le proprie abitazioni alla bene e meglio con le macerie rimaste.
In pochi sembrano accorgersi della nostra presenza e quei pochi non sembrano darci peso.
Neppure la presenza di due demoni come Hideki e Inuyasha sembra scalfirli. Il che è piuttosto singolare.
Basta una rapida occhiata a Miroku e Sango per capire che anche loro sono sorpresi quanto me; in quanto a Inuyasha, invece, sembra che lo spettacolo non lo riguardi.
La sua passività sta iniziando a darmi sui nervi!
 
-“Se siete venuti per Chiyo-sama avete fatto un viaggio a vuoto. Lei non si trova più qui.”
All’improvviso una voce amara ci costringe a voltarci. L’uomo dinanzi a noi avrà sì e no una trentina d’anni, corti capelli corvini, fisico robusto e un portamento autoritario dal quale intuisco che deve trattarsi del capo villaggio.
-“Chyio-sama? No no deve averci confusi per qualcun altro!” si affretta a chiarire il monaco in tono conciliante –“Siamo solo dei viandanti. Abbiamo avvistato il vostro villaggio in lontananza e pensavamo di fermarci per recuperare un po’ le forze, ma da quanto vedo forse siamo noi a dover aiutare voi…cos’è successo qui?”
-“Niente che possa interessare a dei semplici viandanti che viaggiano in compagnia di due demoni.” replica secco l’uomo, come se non vedesse l’ora di liberarsi di noi.
-“E’ opera dei demoni?” azzarda Sango, accennando alle macerie che fanno da scenario alla nostra chiacchierata.
Dopo qualche attimo di esitazione l’uomo ci risponde enigmatico.
-“I demoni sono l’ultimo dei nostri pensieri…..è stata la cupidigia degli uomini a ridurci in questo stato.”
-“Sono stati degli uomini a fare tutto questo? Per quale motivo? Cosa volevano da voi? Denaro? Gioielli?”
-“No.” scuote leggermente la testa dando l’impressione di portare sulle sue giovani spalle un fardello troppo pesante per la sua età - “…qualcosa di molto più prezioso.” termina con un filo di voce inabissando lo sguardo nel terreno.
-“Chyio-sama?”
La mia domanda ha l’effetto di uno schiaffo sul pover’uomo che, privo di forze, si accascia al suolo singhiozzando.
 
Come sospettavo, era sua figlia.
 
 
 
 
 
 
 
-“Mi dispiace per il modo in cui vi ho accolti. Vi posso assicurare che un tempo il nostro villaggio era molto noto per la sua ospitalità.” si scusa Mitsuhito-san abbozzando un sorriso, mentre accende la brace al centro della stanza.
La capanna in cui vive è tra le poche sopravvissute all’attacco. L’arredamento è piuttosto scarno, ma nonostante ciò è ben visibile il tocco di una donna.
-“Non deve assolutamente preoccuparsi, Mitsuhito-san. Immagino che sia stato soggetto a un forte stress negli ultimi tempi in qualità di capo villaggio” lo rassicura il monaco mentre ci accomodiamo a terra.
Anche Inuyasha, nonostante la reticenza iniziale, alla fine ha accettato l’invito del capo villaggio, e ora se ne sta in un angolo ad osservare la scena senza proferir parola.
Poco fa, quando Hideki ha preso posto al mio fianco, per un attimo mi è parso che il mezzo demone gli rivolgesse uno sguardo truce…
…ma forse mi sbaglio.
-“Ve la sentite di raccontarci cos’è successo? Chi è stato a ridurre il villaggio in questo stato?”
-“Beh…Dovete sapere che Gokayama era ben diversa da come la vedete ora. Era uno dei villaggi più prosperi della regione meridionale e per questo motivo siamo sempre stati abituati a fronteggiare gli attacchi di briganti che cercavano di impossessarsi delle nostre ricchezze. Io e alcuni degli uomini che avete visto là fuori eravamo a capo di un piccolo esercito formato da valorosi combattenti. Niente di eccezionale, certo. Ma siamo sempre riusciti a respingere tutti gli attacchi con minime perdite.
Ma questa volta è stato diverso…” si sofferma come se cercasse le parole adatte.
-“Perché questa volta l’obiettivo era Chiyo-sama…ovvero vostra figlia?” suggerisco, attirando l’attenzione di tutti i presenti. Soprattutto quella del capo villaggio che mi fissa sconvolto.
-“Voi c-come…come fate a…?”
-“Avevo già sentito parlare di un villaggio che aveva fatto la sua fortuna grazie a una bambina dotata di grandi poteri spirituali. Si diceva che in molti, da ogni parte della regione, venissero a renderle omaggio sperando in una pronta guarigione o per richiedere esorcismi, e che il denaro ricavato dai suoi servigi venisse utilizzato, su sua richiesta, per il bene di tutta la comunità di Gokayama. Quando siamo arrivati al vostro villaggio sono rimasta sconvolta nel vedere che il prospero villaggio del quale mi avevano parlato versasse in queste condizioni. Quando vi ho visto e ci avete chiesto se fossimo qui per vederla, non mi ci è voluto molto per collegare il tutto e giungere alla conclusione che Chiyo-sama fosse proprio la bambina-sacerdotessa e che voi foste suo padre. Posso leggervi in volto tutto il dolore che state provando…” concludo con dolcezza, posando leggera la mia mano sulla sua.
 
Di fronte alle mie parole il giovane padre della piccola Chiyo non può far altro che annuire mentre cerca, senza successo, di ricacciare indietro le lacrime.
Anche se non li vedo, so che Miroku, Sango e Hideki, e probabilmente anche di Inuyasha, mi stanno ancora fissando increduli chiedendosi come facessi a conoscere la storia di Chiyo-sama e del suo villaggio.
Beh, per me non c’è niente di straordinario. Semplicemente quando io e Hideki ci fermavamo in qualche locanda in cerca di informazioni, mi ritrovavo spesso a prestare ascolto ai racconti da bancone di qualche vecchio avventore. Non sempre si trattava di storie vere, ma nonostante ciò ne restavo sempre inspiegabilmente affascinata.
Mi trasmettono una sensazione familiare. Come se un tempo fossi abituata ad ascoltare le storie di qualche simpatico nonnino che mi ha trasmesso questa passione.
Sorrido tra me e me.
Che assurdità.
Io non ho un passato. Quel poco che ricordo è legato ai miei genitori e, col tempo, anche i loro volti stanno cominciando a perdere nitidezza nella mia memoria. Come se non fossero mai esistiti.
 
Quando finalmente riprende a parlare, la voce di Mitsuhito-san è rotta dal dolore.
-“E’ successo alcune settimane fa. Io e i miei compagni siamo stati raggiunti da un emissario di un villaggio vicino che ci chiedeva aiuto per scacciare una banda di briganti che bazzicavano in quella zona. Ordinaria amministrazione, non ci avrebbe preso più di mezz’ora. Tuttavia, quando siamo giunti sul luogo abbiamo fatto l’amara scoperta: l’emissario era stato corrotto e ad attenderci c’era un’armata di briganti che ci superava di gran lunga in numero.
Era una trappola.
Ci avevano attirati allo scoperto lasciando indifeso il villaggio.
Mentre parte di loro ingaggiava uno scontro con noi, gli altri si dirigevano verso Gokayama.
Ho perso molti uomini in quella battaglia: non si trattava di comuni banditi.
Erano assetati di sangue. Ogni fendente che andava a segno disegnava sul loro volto un ghigno malefico. Erano alla stregua delle bestie…non ho mai visto niente del genere…”
A quel ricordo Mitsuhito indugia qualche istante prima di riprendere a parlare. E io non posso fare a meno di notare che tutto il suo corpo è scosso da brividi che cerca inutilmente di dissimulare.
-“Grazie al sacrificio di alcuni compagni che mi hanno coperto le spalle, sono riuscito a fuggire in direzione del villaggio giusto in tempo per vedere il capo dei banditi, un certo Razan, che si portava via la mia Chiyo…. Gokayama non esisteva più.” termina l’uomo con un fil di voce.
-“Mi state dicendo che non li avete inseguiti? Che non li avete affrontati per riprendervi vostra figlia? Li avete semplicemente lasciati andare?!”
Lo sdegno nelle parole di Hideki è palpabile, e del tutto fuori luogo. Per lui è tutto facile! O bianco o nero. Impavidi o vigliacchi, nessun compromesso.
Non si può certo dire che sia empatico…ma questa volta ha decisamente esagerato!
 
-“HIDEKI!” esclamo furiosa sottolineando la sua totale mancanza di tatto.
Ma prima che possa proseguire, Mitsuhito-san mi fa cenno con la mano.
 
-“Non ce n’è bisogno.” mi rassicura calmo, rivolgendo poi l’attenzione al mio compagno –“Certo che no. Li ho inseguiti e sono riuscito a scoprire dove si trovasse il loro nascondiglio. Quando però sono tornato indietro per raccogliere un po’ di uomini, in molti avevano già deciso di abbandonare il villaggio. Sapevano che il rapimento di Chiyo avrebbe segnato la fine di quel periodo di prosperità: presto o tardi Gokayama avrebbe patito la fame.”
-“Che bastardi…” sussurro di fronte all’egoismo di tale gesto.
Ma la risposta di Mitsuhito-san mi lascia senza parole.
-“Io invece non li biasimo… Infondo in passato molti di loro avevano già espresso la propria volontà di andarsene, dato che purtroppo il nostro villaggio non offre molto. È solo grazie a Chiyo se la nostra comunità non si è disgregata. Se non fosse stato per lei Gokayama sarebbe scomparsa già molti anni fa.
Quelli che avete visto prima sono gli abitanti che tenevano davvero a Chiyo, al di là di quello che lei ha rappresentato per questo villaggio, e tanto mi basta. A causa di Razan e i suoi scagnozzi, mia moglie si è gravemente ammalata per il dispiacere, e dopo un calvario durato alcune settimane si è spenta: mi avevano portato via tutto, prima mia figlia e adesso mia moglie. Credevo che non mi sarei mai più ripreso, ma loro non mi hanno mai abbandonato e mi sono sempre rimasti vicino. Sono stati loro la mia forza. E col passare del tempo ho abbandonato l’idea di fare irruzione nel nascondiglio dei banditi…ma non per codardia.
Se dipendesse da me non esiterei un solo secondo a impugnare la spada.
Tuttavia…non posso permettermi di essere egoista. Sono il loro capo villaggio ed è mio compito mantenere vivo quel poco che resta di Gokayama. Se dovessi morire nel tentativo di salvare mia figlia, sarebbe alla stregua di abbandonarli…
…e io non posso ripagarli così dopo quello che hanno fatto per me.” conclude l’uomo, lasciandoci tutti ammutoliti. Persino Hideki è incapace di ribattere di fronte ad una tale nobiltà d’animo.
 
-“Ma perché volevano proprio vostra figlia? Non capisco… Forse sperano di arricchirsi grazie ai suoi poteri?” domanda improvvisamente la sterminatrice, dando voce ai pensieri di tutti i presenti.
A quella richiesta di spiegazioni l’uomo fa un respiro profondo, come se si stesse preparando a liberarsi da un fardello che lo sta opprimendo.
-“Non l’ho mai raccontato a nessuno…sapevo che prima o poi qualcuno avrebbe voluto sfruttarla per i suoi loschi scopi…”
-“A cosa vi riferite?” domando confusa dall’ambiguità delle sue affermazioni.
-“Dovete sapere che le abilità taumaturgiche e gli esorcismi non sono gli unici poteri di Chiyo….
Lei…ecco…crescendo ha sviluppato una predisposizione particolare a percepire i frammenti della Sfera dei Quattro Spiriti.”
 
COSA?!
 
Restiamo imbambolati per diversi secondi mentre cerchiamo un modo razionale per elaborare la notizia.
 
Lei è in grado di percepire i frammenti della Sfera?!
È incredibile che una bambina della sua età goda già di un tale potere spirituale.
…ora però si spiegano molte cose.
 
-“È molto approssimativo!- si affretta a precisare l’uomo dinanzi alle nostre facce sconvolte.- “Può solo percepirne la presenza quando si trovano nelle vicinanze…” puntualizza, come se questo servisse a sminuire le capacità della figlia. Poi prosegue.
-“Quando mia figlia ha manifestato questa sua capacità, io non avevo mai sentito parlare della Sfera dei Quattro Spiriti. È successo alcuni anni fa, quando un misterioso viandante si è fermato qualche giorno presso il nostro villaggio. Era un individuo singolare. Nessuno conosceva la sua identità. Se ne stava sempre per conto suo e non parlava mai con nessuno. Un giorno, però, Chiyo prese coraggio e gli si avvicinò per chiedergli cosa trasportasse con sé. La domanda mi lasciò stranito, così come il viandante che sulle prime le rispose seccamente che, come poteva vedere, non stava trasportando nulla. Ma prima che potessi intimare a mia figlia di non importunare il signore, lei gli spiegò che non si riferiva a qualcosa di visibile, ma a una qualche sorta di oggetto che teneva nascosto e che emanava un forte potere spirituale.
A quelle parole l’atteggiamento del viandante è mutato in modo sinistro, mostrandosi stranamente disponibile nei confronti di Chiyo.
Ricordo ancora le sue parole.”
 
 
 
 
-“Ti riferisci forse a questo?” chiese il viandante, estraendo da sotto il suo mantello una piccola gemma sferica incompleta.
-“Sì! Cos’è?”
-“È la Sfera dei Quattro Spiriti. Un gioiello molto potente che concede a chi lo possiede un immenso potere.”
-“E tu vorresti diventare più forte?” chiese la piccola con l’innocenza che contraddistingue i bambini.
Una risata da far accapponare la pelle tagliò l’aria.
-“Diciamo di sì.”
-“Allora la devono volere in tanti!”
-“Esatto. È per questo che devo tenerla al sicuro.”
-“Capisco… Come mai le mancano dei pezzi?”
-“Devi sapere che tempo fa la Sfera è stata rubata e distrutta in mille pezzi da un gruppo di persone malvage, e io ora sto cercando di ricomporla. Ma è un compito molto arduo, sai? Io non riesco a percepire la presenza dei frammenti mancanti come invece fai tu. Il tuo è un dono molto raro…
e allo stesso tempo pericoloso.”
-“Perché?” rispose in allerta la bimba che aveva sempre creduto che i suoi poteri fossero volti solo al bene.
-“Perché come hai detto tu, in molti vorrebbero completare la Sfera e un potere come il tuo potrebbe anche far gola a qualche malintenzionato. E non parlo solo di comuni criminali. Anche i demoni sono interessati alla Sfera.” asserì con voce maligna.
Le parole dello sconosciuto ebbero il potere di terrorizzare a morte la piccola che scoppiò in un pianto disperato.
 
 
 
-“Avendo assistito a tutta la scena, scacciai immediatamente il viandante in malo modo. Allora mia figlia aveva solo sei anni e quel fanatico la stava terrorizzando con discorsi assurdi! Prima di andarsene, tuttavia, l’uomo incappucciato mi ammonì con queste parole: “I poteri di vostra figlia, prima o poi, condurranno Gokayama alla rovina”. E guardandomi attorno, ora credo di capire a cosa si riferisse.”
 
Le parole del capo villaggio mi giungono come un eco lontano.
Il tempo si è fermato nell’istante in cui ha menzionato il misterioso individuo che possedeva la Sfera incompleta.
Non c’è alcun dubbio.
 
Quel viandante era Naraku.
 
Un brivido mi corre lungo la schiena.
Non solo quel bastardo è stato qui, ma a questo punto è chiaro che sia anche implicato nel rapimento della piccola Chiyo.
Dannato…
 
All’improvviso il suono di un colpo secco dà voce alla mia frustrazione.
Ci voltiamo tutti di scatto, appena in tempo per vedere Inuyasha in un angolo, pronto a sferrare un secondo pugno contro la parete della capanna che già oscilla pericolosamente.
-“Basta così Inuyasha. Non credo che gli abitanti di Gokayama abbiano bisogno di un’altra abitazione ridotta in macerie, quindi vedi di darti una calmata.”
Il tono calmo ma risoluto del monaco sembra avere effetto sui bollenti spiriti del mezzo demone che ritira lentamente il pugno già pronto a colpire. Ma la sua ira è tutt’altro che placata.
-“COME CAZZO FACCIO A CALMARMI?! Quel bastardo è sempre un passo avanti a noi! Siamo dei burattini nelle sue mani, lo sai anche tu Miroku!” sbotta Inuyasha livido di rabbia.
 
Purtroppo ha ragione. Naraku ci ha già dimostrato di essere in grado di anticipare le nostre mosse.
 
-“N-non capisco…che succede? Voi sapete qualcosa?”
La richiesta spassionata del capo villaggio ci riporta alla realtà.
Adesso c’è una questione più urgente della quale occuparsi: la piccola Chiyo.
 
-“Mitsuhito-san… Crediamo di conoscere l’identità del viandante misterioso che anni fa voi e Chiyo avete incontrato. Il suo nome è Naraku e noi gli stiamo dando la caccia ormai da tempo.”- spiega il monaco soppesando le parole per non allarmarlo più del dovuto – “Da quel che ci avete raccontato, pensiamo che lui c’entri qualcosa col rapimento di vostra figlia: Naraku potrebbe volersene servire per sfruttare la sua capacità nel percepire i frammenti della Sfera, così da riuscire a completare il gioiello. Il nostro obiettivo è proprio quello di impedire che ciò accada.”
-“E allora cosa c’entrano Razan e i suoi?! Se il suo obiettivo era Chiyo perché allora non rapirla lui stesso quel giorno, quando ne aveva la possibilità?!”
 
Le domande del giovane capo villaggio sono più che lecite…ma purtroppo destinate a non trovare risposta. Nessuno di noi sa con certezza cosa passi nella mente contorta di Naraku.
 
-“Purtroppo ancora non lo sappiamo, ma siamo certi che quel giorno si trattasse di lui.” risponde pacato Miroku. –“Ma non dovete preoccuparvi, ce ne occuperemo noi. Metteremo a punto un pia-“
 
-“Andrò io.”
 
Com’era prevedibile la mia affermazione fa calare un silenzio innaturale tra i presenti che con lentezza esasperante si voltano nella mia direzione. Persino Inuyasha.
 
-“Kagome… Non credo sia saggio introdurti da sola in un covo di banditi. È vero, si tratta solo di esseri umani, ma se le nostre supposizioni sono fondate potrebbero essere affiliati di Naraku….e noi tutti sappiamo che lui non è affatto uno sprovveduto.” afferma Miroku pacato, anche se posso chiaramente scorgere nella sua voce una nota di inquietudine.
-“Lo so, ma è l’unico modo per farci riconsegnare la piccola Chiyo incolume.”
-“Cosa intendi?” domanda confusa la sterminatrice.
-“Voglio dire che se tentassimo un attacco diretto, o anche li circondassimo mettendoli alle strette, non sappiamo come potrebbero reagire…”- lascio volutamente le ultime parole sospese nell’aria affinché entrambi ne colgano il significato implicito: qualunque sia la nostra scelta, Chiyo rischierebbe di rimanere ferita. –“La nostra priorità è l’incolumità di Chiyo.......e io credo di sapere come fare.”
-“Non so perché, ma ho un brutto presentimento…” borbotta Hideki contrariato, lanciandomi un’occhiata scettica.
Ignoro di proposito le lamentele del demone – chiaramente scaturite dal suo ego ferito a causa dell’impossibilità di mettersi in mostra - mentre mi appresto ad illustrare il mio piano.
-“Mitsuhito-san, dovete sapere che vostra figlia non è la sola in grado di percepire i frammenti della Sfera. Anch’io come lei posseggo tale capacità, ma a differenza sua riesco anche a localizzarli.” - spiego rivolgendomi al giovane capo villaggio che finora si è limitato ad osservarci, forse ancora sconvolto dalle troppe informazioni per riuscire ad aprir bocca –“In ogni caso quei banditi hanno bisogno di vostra figlia e non la cederanno facilmente. A meno che…”
-“A meno che, cosa?” incalza Hideki, sempre più contrariato.
 
-“…a meno che non gli proponiamo uno scambio.” replico con tutta la naturalezza di cui dispongo.
 
 
 
-“NON SE NE PARLA!”
 
 
 
Inuyasha, che finora è rimasto in silenzio come se la questione non lo riguardasse, è ora in piedi di fronte a me, livido di rabbia, pretendendo di avere voce in capitolo.
Nonostante la sorpresa iniziale, riacquisto immediatamente il mio proverbiale autocontrollo rivolgendomi al mio acceso interlocutore.
-“Hai forse un’idea migliore?” domando, lasciandomi tradire solo da una lieve nota di stizza.
Il mezzo demone, interdetto, non ha ancora aperto bocca, così decido di proseguire nell’esposizione del piano.
-“Mitsuhito-san ha affermato di conoscere l’ubicazione del luogo in cui si nascondono Razan e i suoi, quindi una volta mostratami la loro base, chiederò di essere ricevuta. Una volta dentro potrò sincerarmi delle condizioni della piccola Chiyo, e a quel punto proporrò loro lo scambio. Sono sicura che una volta venuti a conoscenza della mia capacità di localizzare la Sfera, non esiteranno ad accettare. Quando Chiyo sarà in salvo io avrò la possibilità di raccogliere informazioni su Naraku. Dove si trova, quali sono i suoi piani. E una volta appurato, potrete entrare in azione. Non agite finché non ricevete il mio segnale.”
-“E come pensi di riuscire a mandarci un segnale se ti trovi lì dentro?” replica Hideki con un tono supponente che sta mettendo a dura prova la mia pazienza.
-“Quando entrano in contatto con una persona dotata di poteri spirituali, i frammenti della Sfera sprigionano un’intensa luce che viene trasmessa a tutti gli altri, ovunque essi si trovino. Il vostro compito sarà quello di tenere d’occhio i frammenti di Inuyasha finché non si illumineranno. Sarà quello il mio segna-.”
 
Non faccio in tempo a terminare la frase che ancora una volta vengo interrotta da Inuyasha che sembra aver ritrovato il dono della parola.
 
-“STRONZATE! Questa storia si rivelerà l’ennesima perdita di tempo! Non sapremo niente da quei banditi. Naraku non è così sciocco da rivelare i suoi piani a dei semplici tirapiedi! Quel bastardo è sempre un passo avanti a noi e possiede già la maggior parte dei frammenti della Sfera, se non ci sbrighiamo a individuare i rimanenti gli daremo solo un altro vantaggio!”
 
Adesso basta. Ho sentito abbastanza. Essere depresso per l’assenza della sua amata non gli dà il diritto di comportarsi da stronzo!
Senza pensarci due volte scatto in piedi, portandomi all’altezza del mezzo demone.
Faccia a faccia. Solo pochi centimetri a dividerci.
 
-“Allora mettiamola così, Inuyasha: io-non-intendo-abbandonare-delle-persone-in-difficoltà. Sono stata abbastanza chiara?” - sillabo in modo che non possa fraintendermi. – “Se però è quello che desideri, tu e il tuo egoismo siete liberi di andare e inseguire i frammenti della Sfera come avete fatto finora.”
 
Da questa distanza riesco chiaramente a vedere quelle meravigliose pupille ambrate dilatarsi leggermente per lo stupore. Non credo si aspettasse una reazione del genere.
Nonostante il fascino emanato da quegli occhi così particolari, unito a quella fragranza mascolina che avevo già avuto il piacere di sperimentare, mi impongo di restare lucida, continuando a sostenere con fierezza il suo sguardo.
Restiamo così per diversi minuti. Entrambi risoluti a non cedere di un passo sulle rispettive posizioni. Finché, come al solito, è Miroku a salvare la situazione.
 
-“Inuyasha, capisco il tuo punto di vista. Naraku e la raccolta dei frammenti della Sfera sono sempre la nostra priorità.”- asserisce condiscendente il monaco – “Ma Kagome ha ragione: non possiamo voltare le spalle a questa gente. Soprattutto ora che sappiamo che Naraku è implicato in qualche modo in questa faccenda. Potremmo non scoprire niente…..ma è anche possibile il contrario.” conclude con un sorriso conciliante, prima di aggiungere una frase che sulle prime non comprendo –“Sai che lei lo avrebbe voluto.”
 
Colto di sorpresa dalle parole del suo compagno, Inuyasha boccheggia qualche istante prima di chiudersi in un mutismo ostinato.
 
…Lei?
Lei chi?
Stanno forse parlando di Kikyo?
 
Ma è la reazione del mezzo demone a parlare per lui.
Con uno scatto repentino si volta, dandoci le spalle.
 
-“Fate come volete.” afferma lapidario prima di dileguarsi oltre la soglia.
 
 
Forse sono stata troppo dura...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dannato Miroku.
Appena siamo soli lo ammazzo. Come ha potuto farmi questo!
Non c’era bisogno che mi rammentasse quanto quella situazione somigliasse a molte altre già vissute in passato: Kagome che, nella sua immensa generosità, si autoproclamava paladina dei deboli e degli oppressi e io che ritenevo la cosa solo l’ennesima perdita di tempo.
 
…alla fine, però, era sempre lei a vincere.
 
Non ho mai saputo resistere a quella sua passione. A quell’animo gentile che metteva sempre la felicità degli altri al primo posto.
Ed è stato così anche questa volta: è riuscita a portare tutti dalla sua parte.
Ma se in un certo senso il pensiero che questo lato della sua personalità sia rimasto intatto mi rincuori…
…dall’altro mi terrorizza.
Questa volta io non potrò essere al suo fianco per proteggerla.
Questa volta è determinata a entrare da sola nella tana del lupo.
…e io questo non posso accettarlo.
NON LO ACCETTERÒ MAI!
 
Stringo i pugni sino allo spasmo, lasciando che l’odore del mio stesso sangue mi inebri i sensi.
Odio questo senso di impotenza.
Odio la frustrazione che mi provoca.
Odio…che lei non abbia più bisogno di me.
 
Quando finalmente decido di fermarmi, non so dire per quanto tempo ho vagato senza meta.
Prestando maggiore attenzione a ciò che mi circonda, mi rendo conto di non riconoscere quel luogo: una radura solitaria che si estende a perdita d’occhio, rischiarata da calde tinte che preannunciano il crepuscolo.
 
Perdermi, infondo, non è stato così male.
Lascio che quella quiete quasi innaturale mi avvolga, come se potesse fungere da balsamo per il mio animo tormentato…. Ma ben presto quella calma lascia il posto alla tempesta, quando sento la sua voce chiamare il mio nome.
 
-“INUYASHA!”
 
Kagome?
È lontana, ma la sua dolce fragranza già mi inebria i sensi.
Come ho fatto in questi anni a vivere senza?
Ricordo ancora il momento in cui realizzai che non l’avrei più sentita. Di come il peso di quella consapevolezza mi schiacciasse a terra, mentre il dolore prendeva il sopravvento sulla ragione.
Non voglio mai più sentirmi così…
 
-“Finalmente ti ho trovato!”- esclama il centro dei miei pensieri che nel frattempo mi ha raggiunto. –“Ti senti bene? Mi sembri un po’ pallido...” domanda studiandomi attentamente.
Mi rendo conto solo ora che da quando abbiamo intrapreso il viaggio insieme, questa è la prima volta in cui riusciamo a rimanere un po’ da soli.
…e la cosa mi rende inspiegabilmente nervoso.
 
-“N-no sto bene, non ti preoccupare. Piuttosto, come hai fatto a trovarmi? Non so neanch’io come sono arrivato fino a qui.” domando abbozzando un sorriso e sperando che questo distolga l’attenzione da me e dai miei pensieri malinconici.
Anche se poco convinta dal mio goffo tentativo, Kagome si limita a rispondere lanciando un’occhiata eloquente al taschino del mio hitoe, dove tengo i frammenti della Sfera.
-“Ah…giusto…” convengo, dandomi mentalmente dello stupido per non esserci arrivato prima. –“Ad ogni modo, come mai mi stavi cercando?”
 
Adesso è lei a darmi l’impressione di sentirsi a disagio.
 
-“Ecco…vedi…” – temporeggia, arrotolandosi nervosamente una ciocca di capelli tra le dita – “Io…volevo chiederti scusa per le cose che ti ho detto prima. Sai…l’averti dato dell’egoista e tutto il resto…”
 
Le gote leggermente arrossate le conferiscono un’aria talmente innocente, che non posso fare a meno di sorridere dinanzi a quell’adorabile tentativo di fare ammenda.
Pensa davvero che sia per quello che me ne sono andato?
Beh…
È di certo una spiegazione più plausibile rispetto al motivo reale…
Infondo…perché mai dovrei preoccuparmi per la sua incolumità?
So di non potermi esporre, quel damerino è stato fin troppo chiaro al riguardo…ma non voglio che mi reputi tanto infantile da prendermela per una sciocchezza simile.
Se solo ricordasse alcuni dei nostri abituali battibecchi, capirebbe che questo è nulla in confronto.
-“Non preoccuparti, non è per quello che me ne sono andato...” la rassicuro, cercando di rimanere sul vago e soprattutto di non incrociare il suo sguardo: temo che se lo facessi non sarei più padrone delle mie azioni.
Ma è proprio a quel punto che la conversazione prende una piega inaspettata.
 
-“È per Kikyo non è vero?” domanda all’improvviso, cogliendomi di sorpresa.
-“C-cosa?”
-“Scusa, non volevo essere indelicata…ma non ho potuto fare a meno di notare che sei di pessimo umore da quella sera.” azzarda titubante.
 
Quella…sera…?
Con prepotenza, le sue parole mi riportano alla mente gli eventi della sera in cui Kikyo se n’è andata.
…e inevitabilmente anche lo spettacolo al quale ho, mio malgrado, assistito.
 
Quasi senza accorgermene serro i pugni, mentre il dolore di quel ricordo riapre una ferita ancora fresca. Le preoccupazioni di quelle ultime ore avevano contribuito solo a sopire momentaneamente i sentimenti scaturiti da quella visione.
Vorrei tempestarla di domande. Chiederle cosa ci sia in realtà tra lei e Hideki. Se ne è innamorata.
Ma la verità è che…
…sono troppo terrorizzato al pensiero di conoscere la risposta.
Sono passati tre anni. Tre maledettissimi anni. E razionalmente so che non dovrei biasimarla per essersi innamorata di un altro…
Ma l’amore non ha niente a che vedere con la razionalità.
 
Scambiando il mio silenzio per un’ammissione, la fanciulla resta interdetta per qualche istante prima di riprendere a parlare.
-“Lo so, non sono affari miei, ma…Mitsuhito-san e la piccola Chiyo non ne hanno colpa. Quindi, per favore, non prendertela con loro. Ora come ora siamo la sola possibilità di salvezza per quella bambina e non possiamo tirarci indietro! È vero, si tratterebbe di fare una piccola deviazione dal nostro piano originale, ma guardiamo in faccia la realtà: finora non abbiamo avuto nemmeno uno straccio di prova che quella che stiamo seguendo sia la strada giusta. Tutto quello che ci limitiamo a fare è cercare di impossessarci dei frammenti prima che lo faccia Naraku.” – si interrompe un istante come a voler soppesare le parole – “Ma se sulla strada per completare la Sfera, lasciassimo indietro qualcuno in difficoltà……non saremmo poi tanto diversi da lui. Non credi?”
 
Mi limito ad annuire a testa bassa, incapace come al solito di ribattere alle sue argomentazioni.
Certe cose non cambieranno mai.
 
-“Non so cosa sia accaduto tra te e la miko, ma di qualunque cosa si tratti sono sicura che si aggiusterà.” – afferma fiduciosa nel tentativo di tirarmi su il morale. – “Se ce l’abbiamo fatta io e Hideki può farcela chiunque! Sai, lui è davvero una testa calda e questo ci porta spesso a scontrarci, ma alla fine-“
 
-“NON MI INTERESSA!”
 
Quasi senza quasi rendermene conto, parole cariche di rancore mi scivolano dalle labbra, smorzando una volta per tutte il tono conciliante della conversazione.
Non ce l’ho fatta. Quando ha pronunciato il nome di quel figlio di puttana non ci ho più visto.
Non voglio sapere come fanno pace. Purtroppo ne sono già stato testimone involontario.
Un tempo ero io la testa calda che la faceva arrabbiare. Ero io quello con cui litigava.
…Ero io quello con cui faceva pace.
So che dovrei trattenermi……ma giunti a questo punto non posso più fermarmi.
Sempre evitando di incrociare il suo sguardo, lascio che sia la frustrazione trattenuta fino ad ora a parlare per me.
…e quando finalmente me ne rendo conto, ormai è troppo tardi.
 
-“Non mi interessa sapere quanto tu e il pel di carota siate affiatati. Non ho bisogno dei vostri consigli di coppia. Che diritto hai di ficcare il naso in questioni che non ti riguardano?! Non sai nulla, quindi tieni pure per te le tue belle parole.” sibilo sprezzante, maledicendomi subito per non aver tenuto a freno la lingua.
 
Non faccio in tempo a voltarmi per constatare i danni provocati dalla mia impulsività, quando un dolore acuto alla base della tempia mi costringe a farlo, scontrandomi con una Kagome che ancora stringe tra le mani la mia ciocca di capelli.  
 
-“Forse non avrò alcun diritto di ficcare il naso in questioni che non mi riguardano…ma credo di poter ancora pretendere di essere almeno guardata in faccia quando parlo.” sussurra a pochi centimetri dal mio viso, incatenando i nostri sguardi. Basterebbe un solo movimento per azzerare quella distanza…ma resto paralizzato quando vedo quei caldi occhi color cioccolato velarsi di malinconia.
–“Forse ho sbagliato a giudicarti…”
 
Resto immobile anche quando il silenzio assordante della radura mi avverte che se n’è andata, lasciandomi solo con l’eco di quelle parole amare.
 
Dannazione…
 
 
 
 
 
 
 
 
-“Non sciò davvero come ringraziarvi, ragazzi…hic…. Non poscio ancora credere che rivedrò la mia piccola Chyio. Hic! Ed è sciolo merito vostro…hic!” sbiascica Mitsuhito-san a qualche centimetro dal mio viso, esprimendo per l’ennesima volta la propria gratitudine e al contempo regalandomi una zaffata d’alcol che mi incendia le narici.
A quanto pare, durante la mia assenza, la notizia si è diffusa tra i sopravvissuti di Gokayama che hanno insistito per dare una festa in nostro onore.
Posso solo immaginare i tentativi di resistenza di quel monaco depravato.
Purtroppo per me, gli abitanti erano stati talmente bravi a nascondere le scorte di sakè – dalle quali ricavavano enormi profitti – che quello era tutto ciò che era sopravvissuto alla razzia di Razan e i suoi. E l’euforia generale ne è il risultato.
Sono inoltre venuto a sapere da Sango che, sempre in mia assenza, erano stati ultimati i dettagli del piano e che Kagome avesse ritenuto necessario agire il più presto possibile, ovvero l’indomani mattina, alle prime luci dell’alba.
 
Maledizione…
Perché deve essere sempre così avventata!
 
Lascio correre lo sguardo sulla misera folla che si è raccolta per osannarci, ma di lei nessuna traccia. In compenso, però, scorgo due occhi gialli che mi fissano con astio.
 
Che diavolo vuole ora quel bell’imbusto?
 
Per il breve tragitto che ci separa, non lo perdo un attimo di vista mentre mi si avvicina con l’aria di chi non vede l’ora di attaccar briga.
Se è lo scontro quello che cerca, ha trovato pane per i suoi denti!
 
-“Hey cagnolino! Come mai già sulla difensiva?”
-“Non lo so, pel di carota, dimmelo tu!”
-“Caspita devi avere proprio la coda di paglia per essere così prevenuto.” - mi stuzzica abbozzando un sorrisetto irritante – “Beh dato che possiamo saltare i convenevoli, che ne dici di dirmi cos’è successo tra te e Kagome?”
-“Cosa vorresti dire?”
-“È inutile che fai il finto tonto, botolo, so che Kagome è venuta a cercarti dopo che te ne sei andato. Quindi ora te lo ripeto per l’ultima volta: cosa le hai detto?”
Quel suo tono insolente mi farebbe venire voglia di cancellargli una volta per tutte quel ghigno dalla faccia, se non fosse che le sue parole mi hanno messo in apprensione. Non ho tempo da perdere con lui, ho bisogno di trovare Kagome!
-“La cosa non ti riguarda, damerino. E ora se vuoi scusarmi, ho già perso fin troppo tempo…” taglio corto, superandolo.
Ma a quanto pare il mio interlocutore non è dello stesso avviso.
 
In una frazione di secondo mi ritrovo scaraventato contro un albero, le mani artigliate strette attorno al bavero della casacca. Sul suo viso non vi è più alcuna traccia di sarcasmo.
Anche l’atmosfera gioiosa di poco fa si è raggelata, e ora tutti ci osservano senza osare muovere un muscolo.
 
-“Ascoltami attentamente, mezzo demone, perché non lo ripeterò una seconda volta: non me ne starò con le mani in mano mentre Kagome soffre a causa tua. L’ho già vissuto e puoi stare certo che non lascerò che accada di nuovo. Perciò se ti azzardi a farla piangere, io-”
-“Lei...stava…piangendo?” domando sconvolto, mentre il ricordo di quegli occhi malinconici mi colpisce come un pugno in pieno stomaco.
-“No.” – replica lapidario il demone, assottigliando lo sguardo come se stesse valutando la mia sincerità – “…ma sembrava sul punto di farlo.”
 
Devo trovarla!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Chiudo gli occhi mentre mi lascio cullare dal fruscìo delle onde che si infrangono contro la scogliera.
Niente da fare…
Sospiro dinanzi a quel vano tentativo di trovare un pizzico di sollievo. Neppure salire fin quassù si è rivelato utile. Le parole di Inuyasha continuano a rimbombarmi in testa senza sosta…e più ci ripenso, più fa male.
 
“Che diritto hai di ficcare il naso in affari che non ti riguardano?! Non sai nulla, quindi tieni pure per te le tue belle parole.”
 
È vero…non so nulla….
Ma mi piacerebbe.
Vorrei sapere tutto di lui. Quello che pensa, quello che prova.
…Eppure ogni volta che ci provo, lui si chiude a riccio. Come se cercasse a tutti i costi di tenermi fuori. Come se…qualcosa gli impedisse di aprirsi più del dovuto…
 
Ma cosa sto dicendo?
 
Non è da me crucciarmi per dettagli tanto insignificanti.
Normalmente se qualcuno mi avesse risposto come ha fatto lui, non mi sarei fatta scrupoli a fargli passare la voglia. Invece la sua risposta...mi ha ferita. Ferita nel profondo.
 
Non capisco…
 
Da quando viaggiamo insieme non mi riconosco più…
Ho deciso di unirmi al suo gruppo senza consultarmi con Hideki. Ho pianto quando l’ho visto privo di sensi dopo che si è gettato dalla cascata per salvarmi. E adesso questo…
 
È…
È possibile che…
 
Non faccio in tempo a finire di formulare quell’assurda ipotesi, che in un attimo mi accascio a terra in preda a delle fitte lancinanti che mi costringono ad afferrarmi con forza la testa tra le mani. Mentre soffoco a stento un grido di dolore.
 
C-che…che diavolo mi sta succedendo?
F-fa male…
 
 
 
-“Kagome!”
 
 
 
 
Q-questa voce…
Un brivido mi corre lungo la schiena quando avverto le forti braccia di Inuyasha cingermi delicatamente le spalle per sostenermi. In pochi istanti, così come sono comparse, le fitte svaniscono, spazzate via dalla calda voce del mezzo demone che sta monopolizzando i miei pensieri.
-“Kagome che succede? Ti senti bene? Sei ferita?” mi domanda a raffica, cercando di dissimulare con scarsi risultati l’apprensione che scaturisce dal suo tono di voce. Ma è solo quando alzo lo sguardo che mi accorgo che il suo bel viso è stravolto da una smorfia di paura.
 
Possibile che si sia preoccupato per me fino a questo punto?
Come un fulmine a ciel sereno, il ricordo delle parole che mi aveva rivolto qualche ora prima riporta a galla la delusione e il risentimento che avevo cercato di reprimere fino a quel momento.
Con un gesto stizzito mi allontano da lui quel tanto che basta per riprendere il controllo di me stessa. Non posso lasciarmi abbindolare dal suo aspetto da Adone…
 
-“Non è nulla, sto bene.” replico più scostante del dovuto. Forse è solo una mia impressione, ma per un attimo giurerei di aver scorto un lampo di delusione in quegli occhi color ambra.
Ma si può sapere cosa vuole da me?!
Prima mi scaccia come se fossi un insetto fastidioso, accusandomi di essere una ficcanaso, e ora ci resta male se io faccio lo stesso con lui?!
-“Se permetti quello non mi sembrava affatto nulla.” - ribatte duro il mezzo demone, avvicinandosi di qualche passo.
-“Ma guarda, sembra che tutt’a un tratto i ruoli si siano invertiti. Chi è ora il ficcanaso?”
 
Colpito nel vivo dal tono sprezzante delle mie allusioni, Inuyasha abbassa lo sguardo afflitto.
E adesso che gli prende?
 
-“Il pel di carota mi ha detto che non eri in vena di festeggiamenti…”
Dannato Hideki! Da quando in qua si è trasformato in una vecchia pettegola?!
-“Hideki dovrebbe imparare a tenere la bocca chiusa, anziché parlare a sproposito.” rispondo visibilmente piccata dal “tradimento” del mio compagno – “Per caso c’è altro di cui ti ha informato?”
Osservo l’espressione del mezzo demone farsi più dura, visibilmente offeso dalle mie insinuazioni.
Ma sinceramente non mi importa.
-“Nulla che non sappiano già tutti.” ribatte sprezzante, fulminandomi con lo sguardo.
-“Sarebbe a dire?”
-“Per esempio l’aver deciso di agire così presto.” mi rinfaccia, alludendo alla mia decisione di anticipare a domani il salvataggio di Chiyo.
È ormai chiaro la nostra non è più una chiacchierata di cortesia – sempre che lo sia mai stata.
-“Ah allora è questo il problema! Beh chiedo scusa per non averti avvisato, ma sai, mentre noi discutevamo sul da farsi tu eri troppo impegnato a fare il lupo solitario!” gli rinfaccio forse accalorandomi un po’ più del dovuto.
-“Non è questo il punto! Trovo che sia tutto troppo avventato! Non possiamo lasciare nulla al caso, ti ricordo che stiamo parlando di Naraku!”
 
Ma per chi diavolo mi ha preso?!
 
-“Credi che sia una sprovveduta!? Ci ho già pensato! Ma non possiamo continuare a tergiversare! La piccola Chiyo si trova già da troppo tempo nelle mani di quegli uomini, e come hai detto tu: è di Naraku che stiamo parlando.” replico dura.
-“Non è nemmeno questo il punto!” ribatte a sua volta, avvicinandosi ulteriormente e ritrovandoci così faccia a faccia senza nemmeno rendercene conto.
-“E allora qual è il dannato punto?!” sbotto esasperata.
-“Non capisco perché diavolo devi andarci da sola!
 
La sua affermazione mi provoca un tuffo al cuore, lasciandomi tuttavia interdetta per la sua illogicità.
Che diamine significa?
Perché la cosa lo dovrebbe interessare?
L’importante è il risultato, no?
Resto in silenzio alcuni istanti prima di riacquistare a fatica la lucidità; ma a quel punto tutta la spavalderia che ostentavo fino a qualche attimo prima, si è come dissolta.
 
-“T-te l’ho già spiegato quando eravamo nell’abitazione di Mitsuhito-san!” - replico cercando di mantenere un tono più distaccato possibile – “Non possiamo sapere come reagirebbero se si sentissero minacciati. So anch’io che un attacco diretto sarebbe la soluzione più rapida ed efficace, ma non possiamo correre il rischio finché hanno in ostaggio la piccola Chiyo. Rischieremmo una carneficina, e io ho promesso a suo padre di riportarla da lui sana e salva.”
-“Non è comunque una buona ragione per andare da sola! Potremmo per lo meno andare in due. Verrei io!” propone speranzoso.
-“Un demone non è mai un buon biglietto da visita. Capirebbero immediatamente le nostre intenzioni! Non c’è altro modo, devo andare io. Devono sentirsi talmente sicuri di sé da abbassare la guardia. E quale cosa migliore di una fanciulla indifesa!”
-“È proprio per questo che è troppo pericoloso! Non puoi entrare da sola in un covo di banditi assetati di sangue! Per giunta seguaci di Naraku!”
-“Ho affrontato di peggio.” - replico punta nel vivo dalle sue insinuazioni – “E in ogni caso si può sapere a te che importa? Me la sono sempre cavata anche senza la tua supervisione, quindi continua pure ad ignorarmi come hai fatto finora, e io farò lo stesso!”
 
Sto per allontanarmi da lui e dai suoi timori assurdi, quando all'improvviso sento afferrarmi per un braccio. Non ho neppure il tempo di voltarmi per realizzare ciò che sta accadendo, che in pochi istanti mi ritrovo schiacciata tra la parete rocciosa alle mie spalle e…
…il corpo di Inuyasha.
Resto immobile mentre la stretta attorno al mio corpo si fa sempre più possessiva, quasi dolorosa.
 
C-cosa…?
 
Anche se non posso vederlo, so che il suo viso è nascosto nell’incavo del mio collo. Riesco a percepire chiaramente il suo respiro caldo infrangersi contro la mia pelle, provocandomi un brivido di piacere che si espande lungo tutta la schiena.
È un abbraccio così intimo, così…disperato, che, senza rendermene conto, una lacrima sfugge al mio controllo.
In quel contatto tanto agognato c’è qualcosa di nostalgico…di familiare, al quale non riesco in nessun modo a sottrarmi.
 
Sto forse impazzendo?
 
Restiamo così. Immobili.
Non saprei dire per quanto.
Attimi. Forse ore.
Finché è la sua voce a ridestarmi da quel senso di beatitudine.
 
-“Perché?” – domanda improvvisamente rompendo il silenzio – “Perché ti rifiuti di ascoltarmi? Perché, dannazione, perché? Cosa devo fare per convincerti a cambiare idea?”
Ad ogni parola sento la sua presa aumentare attorno al mio corpo in modo spasmodico.
 
Perché la mia incolumità è così importante per lui?
 
Improvvisamente, però, qualcosa nel tono della sua voce cambia. Rendendola più fredda.
-“Cambierebbe qualcosa se te lo chiedesse quel damerino?”
La sua domanda mi lascia interdetta. E adesso che gli prende?
-“Cosa c’entra adesso Hideki?” domando confusa dal suo repentino cambiamento d’umore.
 
Non capisco dove voglia arrivare…
Ma la risposta non tarda ad arrivare.
 
-“Sei innamorata di lui?” domanda secco, pronunciando quelle parole tutte d’un fiato; forse sperando che non riesca a coglierne il significato.
...Purtroppo, però, ho sentito benissimo.
-“Si può sapere che stai blaterando?!” ribatto furiosa e, se possibile, sempre più confusa.
-“Non hai motivo di fingere…vi ho visti.”
-“Visto COSA, di grazia?” replico irritata da tutto quell’alone di mistero.
Sto seriamente iniziando a perdere la pazienza.
-“Quella sera…la sera in cui tu e lui vi siete allontanati per parlare. Vi ho visti….”
-“COSA?!” sbotto mentre inizio a sudare freddo al ricordo della mia confessione a cuore aperto riguardo il mezzo demone che mi sta difronte. Che abbia sentito tutto?
-“Io…vi ho visti mentre……vi baciavate.” ammette come se pronunciare quelle parole gli costasse una fatica immane.
 
C-COSA?!
Immediatamente un flash di quella sera mi torna alla memoria: io che piango tra le braccia di Hideki dopo avergli confidato i miei timori. Il mio compagno che mi confessa di essersi sentito trascurato a causa del mio comportamento. E infine io che, in uno slancio di tenerezza, lo rassicuro con un bacio sulla guancia.
Con uno scatto repentino sciolgo, mio malgrado, quell’abbraccio morboso nel quale mi aveva imprigionata. Non riesco a decifrare l’espressione sul suo viso, ma non ho dubbi sul fatto che la mia sia di pura sorpresa.
Mi sento violata. Tradita.
-“T-tu eri lì? Ci stavi spiando?” domando attonita, mentre la sorpresa lascia il posto all’ostilità.
-“NO! Non è andata così! Cioè…in pratica sì…ma non era mia intenzione!” - tenta di giustificarsi in vano –“Ero venuto a cercarti…Miroku e Sango mi avevano detto che vi eravate allontanati, allora io-“
-“ALLORA TI SEI SENTITO IN DIRITTO DI VENIRE A SPIARCI?!” concludo al suo posto, ormai su tutte le furie, cercando di divincolarmi dalla sua stretta ancora salda attorno alle mie braccia.
-“Ero preoccupato…” confessa atterrito mentre le sue candide orecchie canine si abbassano impercettibilmente. Ma ormai neppure la tenerezza involontaria di quel gesto è in grado di dissolvere la rabbia che provo in questo momento.
-“Preoccupato di cosa?! Di quello che è il mio compagno di viaggio da tre anni a questa parte?!”
A quelle parole la sua espressione muta in una smorfia di dolore.
-“…qualcosa di più di un semplice compagno di viaggio, a quanto pare…” sussurra tra sé e sé, ma naturalmente da questa distanza mi è impossibile non sentire.
Non riesco a spiegarmelo…ma qualcosa in quelle parole mi ferisce.
Non me lo spiego…
Ma…
Nonostante la rabbia che provo nei suoi confronti…
Sento dentro di me la necessità impellente di rassicurarlo. Di dissipare i suoi timori infondati.
 
Timori dettati da cosa poi?
Assurdo…
Siamo due estranei…gelosi l’uno dell’altra.
 
Come se l’ira di quegli istanti si fosse dissolta, lascio cadere le braccia lungo i fianchi, costringendo le mani di Inuyasha a liberarmi dalla sua stretta.
Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi. Anzi, credo che da oggi in poi non riuscirò più a guardarlo come prima, memore di questo abbraccio così intimo e al contempo…così disperato.
Senza proferir parola mi allontano di qualche passo, dandogli le spalle.
Non riesco a vederlo, ma lo immagino ancora immobile nella posizione in cui l’ho lasciato, con lo sguardo celato dietro la frangia argentea.
 
-“Non so neppure perché te lo sto dicendo, ma… posso assicurarti che non era un bacio quello che hai visto. Non c’è nulla tra me e Hideki, se non una profonda amicizia.” asserisco risoluta senza neppure voltarmi, prima di sparire in tutta fretta in direzione del villaggio.
 
Non so perché.
Ma mentre corro a perdifiato attraverso il bosco…
…il mio cuore è finalmente più leggero.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il mattino seguente un raggio impertinente che filtra tra le assi di legno dell’abitazione di Mitsuhito-san, mi avverte che è giunta l’ora.
Per tutta la notte non sono riuscita a chiudere occhio, presa com’ero dai miei pensieri.
La gelosia di Inuyasha.
L’abbraccio.
Le fitte lancinanti alla testa.
 
È come se in qualche modo tutto fosse legato…
Ma per quanto ci abbia provato, non sono riuscita a venire a capo di nulla.
 
 
 
Quando finalmente anche gli ultimi dettagli sono ultimati, mi accingo a partire in direzione del covo dei banditi in compagnia di Mitsuhito-san.
Come avevo previsto mi ci è voluta tutta la mia arte persuasoria per convincere Inuyasha e Hideki che non era una buona idea accompagnarmi nei pressi del loro nascondiglio: era possibile infatti che Chiyo fosse stata istruita affinché avvertisse Razan e i suoi della presenza di demoni o altre presenze ostili. E noi non potevamo rischiare di essere scoperti ancor prima di avvicinarci.
Giunti nei pressi della grotta che funge da rifugio per la banda di Razan, Mitsuhito-san si congeda augurandomi per l’ennesima volta buona fortuna e premurandosi di farmi promettere che saremmo ritornate entrambe sane e salve.
 
Rimasta sola, studio accuratamente la zona.
Due uomini si trovano a guardia di quello che, a una prima occhiata, sembra essere il solo accesso.
Esco allo scoperto, dirigendomi senza esitazione verso i due scagnozzi che dal canto loro, anziché mettersi in posizione di difesa, si leccano le labbra in modo lascivo – e disgustoso – come due lupi affamati.
-“Ma guarda guarda…cosa abbiamo qui? Una ragazza che vaga sola soletta per la foresta…” – domanda il più alto dei due lasciando scorrere i suoi occhi lussuriosi su tutto il mio corpo, mentre l’altro – più basso e in carne – si limita a schioccare ritmicamente la lingua in segno di approvazione – “Per caso hai bisogno di aiuto, bellezza?”
Senza lasciarmi scomporre, mi avvicino ulteriormente mentre li osservo farsi sempre più spavaldi.
-“A dire il vero sì…” ammetto candidamente sfoderando il mio miglior sorriso disarmante.
-“Tutto quello che vuoi, dolcezza” ammicca il più basso iniziando già a strofinarsi le mani.
-“…Vorrei incontrare il vostro capo, Razan.”
 
Colti alla sprovvista dalla mia richiesta, i due si scambiano un’occhiata, indecisi sul da farsi. Dopo qualche attimo di esitazione, infine, è il più alto a prendere in mano la situazione…
…scoppiando in una sonora risata.
-“Hai sentito Doppo? La fanciulla vorrebbe incontrare il capo! Lascia perdere bellezza, piuttosto non preferiresti divertirti insieme a noi?” domanda l’allampanato poggiandomi una mano sulla spalla con fare amichevole.
 
Pessima mossa.
 
Con il minimo sforzo afferro la mano dell’uomo che, in una frazione di secondo, si ritrova a terra col braccio dolorante.
 
-“Ti ringrazio per l’offerta, ma ho proprio bisogno di vedere il vostro capo. Ho un affare da proporgli che potrebbe interessarlo…”
 
 
 
 
Pochi minuti più tardi vengo ricevuta al cospetto di Razan, scortata dai miei due “amici” Doppo e Bakin – che ancora si lamenta per il dolore al braccio.
Per un attimo resto sorpresa dalla vastità di quel luogo. Le pareti rocciose della grotta emanano un tanfo di umidità insopportabile, mentre l’unico spiraglio di luce in quell’antro buio è rappresentato da un piccolo cratere circolare sul soffitto che illumina proprio il “trono” di Razan, sul quale siede quest’ultimo affiancato da una bambina che avrà sì e no dieci anni.
Chiyo.
A una prima occhiata, seppure spaventata, sembra versare in buone condizioni.
 
-“Bene bene. Chi abbiamo qui?”
-“Il mio nome è Kagome e sono qui per proporti un affare.” asserisco senza troppi rigiri di parole.
Razan, il capo dei briganti che avevano raso al suolo Gokayama, è un uomo dalla figura tanto imponente da sembrare a stento umano. I capelli biondi e gli occhi color ghiaccio creano un contrasto quasi innaturale con la pelle abbronzata, segnata da innumerevoli cicatrici. La più visibile delle quali solca il suo viso dall’occhio destro fino alla guancia, conferendogli un aspetto ancora più inquietante.
-“Un affare dici eh?” – mi fa eco il capo dei briganti, strofinandosi la mano contro il mento come a voler valutare l’attendibilità della mia affermazione. –“E cosa mai potrà avere una ragazza come te da offrire a qualcuno come me?” domanda sardonico, suscitando l’ilarità dei suoi scagnozzi sparsi per tutta la grotta.
-“Io una mezza idea ce l’avrei, capo!” suggerisce qualcuno dalle retrovie, alimentando l’ironia generale.
-“Fate silenzio, branco di idioti!” sbotta secco Razan riportando immediatamente l’ordine, prima di rivolgermi nuovamente l’attenzione – “Prego, prosegui pure. Sono tutto orecchi.” mi sprona con quel ghigno impertinente sempre stampato sul viso.
-“Come dicevo, sono qui per proporti un affare. Uno scambio.”
-“Spiegati meglio.” mi intima visibilmente confuso.
-“Desidero barattare la libertà della piccola Chiyo con la mia.” affermo risoluta, attirando su di me gli sguardi sbigottiti di tutti i presenti. Compresa la stessa Chiyo che naturalmente è all’oscuro delle ragioni che stanno dietro la mia proposta.
Finché all’improvviso una fragorosa risata squarcia il silenzio.
 
-“E io cosa ci ricaverei?” - domanda divertito il capo dei briganti – “Non mi fraintendere tesoro! Per te avrei già in mente qualcosina di molto divertente…” - afferma con fare allusivo, passandosi la lingua sulle labbra – “Ma per quanto mi piacerebbe, non posso proprio lasciare andare la nostra Chiyo. Sai lei è…speciale!” ammette mellifluo mentre accarezza la testa di una Chiyo decisamente terrorizzata.
Assisto alla scena con una smorfia di disgusto, trattenendo a stento un moto di rabbia.
Bastardo.
Appena Chiyo sarà fuori di qui non avrò un briciolo di pietà.
Imponendomi di mantenere la calma, faccio un respiro profondo e riprendo a parlare.
-“Sono a conoscenza degli straordinari poteri di Chiyo-sama. Ma so anche che a voi ne interessa uno in particolare.” – mi soffermo un istante per valutare la reazione di Razan che si è improvvisamente fatto serio –“A voi interessa solo la sua capacità di percepire i frammenti della Sfera, non è forse così?”
 
Anche se per un attimo, scorgo una strana luce negli occhi del capo dei banditi, che tuttavia viene ben presto sostituita dall’ennesima risata beffarda.
-“Ora capisco…. È stato quel codardo di Mitsuhito a mandarti!”
 
Al nome del padre, gli occhi della piccola Chiyo si illuminano di speranza, iniziando a vedermi non più come un’estranea ma come un’inattesa alleata.
 
-“Sì, ho incontrato Mitsuhito-san e sono venuta a sapere dell’attacco a Gokayama e del rapimento di sua figlia, ma non è stato lui a mandarmi. Che tu ci creda o no si è trattato di una scelta volontaria.”
-“La cosa ti fa onore…” replica con finta ammirazione il capo dei banditi, sempre con quel sorrisetto beffardo stampato sul viso –“Tuttavia non mi hai ancora detto cosa avresti da offrirmi in cambio della bambina.”
 
Alla sua domanda, però, sono io a sorridere compiaciuta.
 
-“I miei poteri.” affermo risoluta.
 
Una risata più fragorosa delle altre scuote Razan, che sembra sul punto di soffocare, seguito a ruota dai suoi scagnozzi.
 
-“E tu vorresti farmi credere che anche tu possiedi i poteri di una miko?” domanda il capo dei banditi ancora scosso dalle risate.
-“Non ho mai detto questo.” replico pacata. La sua reazione era più che prevedibile.
-“Allora mi stai dicendo che anche sei in grado di percepire la presenza dei frammenti della Sfera?”
-“No. …So fare molto meglio.”
-“Ovvero?”
-“Io posso vedere i frammenti della Sfera”
 
Le risate cessano all’istante grazie a un cenno della mano di Razan, che ora mi osserva con divertito interesse.
 
-“Dimostramelo.” mi sfida con aria supponente –“Se sei davvero in grado di vedere i frammenti della Sfera, ti sarai sicuramente già accorta che in questa stanza c’è una di quelle gemme.”
Con la coda dell’occhio vedo gli scagnozzi di Razan scambiarsi delle occhiate confuse.
A quanto pare neanche loro lo sanno.
-“Puoi scommetterci.” replico, ricambiando il ghigno di sfida.
-“E dunque?”
 
-“Il frammento si trova dietro il tuo occhio destro.”
 
Un brusio generale si diffonde nelle retrovie, confermandomi l’ipotesi che neppure i suoi tirapiedi ne fossero a conoscenza. Tuttavia, tutto tace nel momento in cui Razan si alza con calma studiata dal suo trono, fermandosi proprio davanti a me.
Da questa distanza mi è impossibile non notare il ghigno famelico che accompagna la scintilla di avidità che illumina quegli occhi gelidi.
Osservo immobile la sua mano sollevarsi fino all’altezza del mio viso per poi posarsi sotto il mio mento. Il contatto con quella pelle ruvida mi provoca un brivido di ribrezzo che corre lungo tutta la schiena, ma cerco di dissimularlo.
Devo resistere ancora un po’, e poi finalmente cancellerò per sempre quel ghigno dalla sua faccia.
Con lentezza esasperante avvicina il viso al mio quanto basta per sentire il suo respiro sulla mia pelle.
 
-“Affare fatto, dolcezza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino dell’autrice:
Ciao a tutte fanciulle!!! <3 no, non sono un miraggio, sono proprio io!!
Come vi avevo anticipato nello scorso capitolo è passato un po’ di tempo dall’ultimo aggiornamento…>___<
Beh…per lo meno ho mantenuto la promessa! ;)
Non starò qui a giustificarmi come al solito perché sto iniziando a diventare ripetitiva, quindi passiamo direttamente al capitolo!
Come avete potuto notare abbiamo diverse new entry: la piccola Chiyo, suo padre e Razan e i suoi scagnozzi. Vi anticipo già che non si tratterà di personaggi che ricorreranno nei prossimi capitoli (eccezion fatta per il successivo e forse quello ancora dopo): tuttavia avranno una funzione molto importante ai fini della storia ;)
Nella sua staticità possiamo dire che in questo capitolo sono successe diverse cosucce:
-KIKYO SI E’ FINALMENTE TOLTA DALLE BALLE! Tirate fuori coriandoli, mortaretti e stelle filanti! *-*
……ma sarà vero?
-Kagome sta pian piano prendendo coscienza dei suoi sentimenti per Inuyasha, ma……cosa significheranno quelle fitte lancinanti?
-Inuyasha proprio non riesce a fare finta di niente e a mettere da parte la sua apprensione nei confronti di Kagome, il che lo spinge a gesti impulsivi come l’abbraccio che ha mandato Kagome in brodo di giuggiole *-*
-Abbiamo avuto inoltre modo di vedere una Kagome molto cambiata, più spericolata ma allo stesso tempo più consapevole della propria forza e dei propri poteri (anche se dalle sue parole possiamo dedurre che sia all’oscuro del suo ruolo di sacerdotessa), in grado di tenere testa a una banda di briganti sanguinari.
Non so voi ma io ho sempre sognato di vederla così *-*
Comunque per ora sembra che tutto stia procedendo secondo i piani per la nostra Kagome……ma sarà davvero così?
-Infine abbiamo fatto la conoscenza di Razan, un personaggio ambiguo che sembrerebbe affiliato a Naraku e che….rullo di tamburi…possiede un frammento della Sfera! Ma per saperne di più dovrete aspettare il prossimo capitolo ^-^
 
Vi posso solo anticipare che ci saranno degli imprevisti che manderanno in fumo il piano di Kagome, mettendola in una brutta situazione…….
Ma non posso dirvi altro! ^-^
 
Spero che nonostante i tempi biblici la storia desti ancora il vostro interesse >_<
Da parte mia, come ogni volta, non sono soddisfatta di come è venuto fuori il capitolo, quindi mi rimetto a voi! ^-^ Accetterò ogni critica e consiglio! ^-^
Grazie a chi continua a seguirmi, a commentare, a supportarmi o anche solo a leggere senza esprimersi! <3
Ps: spero non ci abbiate trovato troppi errori >.< purtroppo non ho avuto modo di revisionarlo prima di pubblicarlo…mi ci sarebbero voluti altri giorni e stavo cominciando a diventare impaziente! In ogni caso provvederò nei prossimi giorni! ^-^
Un bacione enorme! <3
 
Dadina91
  
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