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Autore: ABlueBox    08/11/2015    0 recensioni
E se Deathmask avesse avuto un figlio... come sarebbero andate le cose.
E se le origini del saint del cancro fossero più oscure di quanto non si pensasse?
Nell'oscurità qualcuno ha già iniziato da tempo a muoversi e, la pace al Santuario verrà nuovamente rotta.
NB. Tutti i gold saint sono tornati alla vita dopo la guerra contro Hades, compreso Shion.
Genere: Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cancer DeathMask, Gold Saints, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grecia,
Santuario di Atena,
Quarta Casa



“Accidenti!” esclamò Deathmask.
Non ce la faceva più, se sarebbe andata avanti così la faccenda, lui avrebbe dato di matto.
Si tappò d’impulso le orecchie, per non sentire più quel dannato casino, ma tutto inutile: quella vociana acuta gli perforava ancora i timpani.
“Ma quanto piangi, tu?!” sbottò verso il figlio, che era adagiato sul letto del saint del cancro.
Il piccolo non poteva avere più di una settimana, ma aveva dei polmoni eccellenti.
Il giorno prima, il cavaliere del leone, era corso alla sua casa per sapere chi emettesse quei terribili lamenti. Deathmask lo aveva dovuto cacciare a suon di minacce di morte.
“Ohi, Death!” qualcuno entrò in quel momento nella casa del cancro. Al saint non servì nemmeno analizzare il cosmo del cavaliere: poteva essere solo una persone.
“Ehi, Aphro!” disse cercando di sovrastare il pianto del bambino.
Il saint dei pesci si affacciò sulla soglia della stanza da letto “Che cazzo hai fatto a quel piccino?”
Deathmask assunse un’espressione offesa “Io proprio niente. E’ lui che continua a piangere interrottamente da venti minuti”
Aphrodite sbuffò “Hai provato a cambiargli il pannolino?”
“Sì” annuì l’italiano.
“E il latte?”
“Non lo vuole”
“Allora ha sonno” concluse lo svedese.
“Ma se ha dormito tutta la mattina!” protestò il saint di cancer.
Aphrodite voleva darsi uno schiaffo in faccia: come avrebbe fatto quel bambino a crescere con un padre del genere?! “Death, il bambino è ancora piccolo, passerà intere giornate a dormire!”
Il saint della quarta casa fece per ribattere, ma chiuse la bocca e si voltò a guardare il figlio che ancora piangeva. Allungò le braccia e prese il bambino in braccio cercando di cullarlo, ma non sortendo alcun effetto.
“Da’ a me, dai” sospirò lo svedese, prendendo tra le braccia il figlio del suo migliore amico.
Nel giro di pochi minuti e il bambino dormiva sereno.
“Come hai fatto?” disse sottovoce Deathmask, sorpreso –anche un po’ seccato- che il custode della dodicesima casa fosse più bravo di lui con il suo bambino.
Aphrodite roteò gli occhi “Con la delicatezza!” il saint si lasciò cadere su una poltrona posta in un angolo della stanza “Cosa che tu, ovviamente, non possiedi!”
“Scusa!” esclamò l’italiano “Non tutti possono essere Lady Oscar!”
Il saint dei pesci si trattenne dall’impiantare una rosa bianca nel cuore del compagno: non poteva rendere orfano il bambino anche del padre.

Ci fu un momento di silenzio, nel quale Aphrodite spostò lo sguardo da Deathmask al bambino che teneva tra le braccia.
Il cavaliere era perso nel contemplare quella piccola figura che teneva i pugnetti chiusi e, che i ciuffi neri gli ricadevano sulla fronte.
Il cavaliere della quarta casa, invece, si buttò seduto sul letto e guardò in silenzio l’amico. A volte non riusciva proprio a capacitarsi di come uno come Aphrodite potesse essere del sesso maschile!
Innanzitutto i tratti del viso erano tipicamente femminili, per non parlare dei lunghi boccoli biondi e degli atteggiamenti da prima donna del compagno d’armi.
“Hai scelto un nome?” ruppe il silenzio il saint dei pesci, che ripuntò lu sguardo negli occhi dell’italiano.
“Ci stavo ancora pensando…” borbottò quello in risposta.
“Oh, insomma! Non può continuare ad non avere un nome!” disse contrariato lo svedese.
Deathamask rimase zitto per un momento, poi borbottò qualcosa di incomprensibile.
“Come scusa? Che hai detto?” si accigliò il biondo.
“Zoi, il bambino si chiamerà Zoi” disse ad alta voce Deathmask.
Aphrodite guardò un’ attimo sorpreso l’amico, poi spostò lo sguardo sul bambino che teneva tra le braccia “Vita, eh?”










Angolo autrice
Scusatemi se vi ho fatto attendere così tanto, ma vi avevo avvertito al primo capitolo.
Voglio ringraziare tutti quelli che leggono la fanfiction, spero che la storia vi piaccia e che andrete a vanti a leggerla.

ABlueBox

   
 
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