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Autore: Ormhaxan    12/11/2015    2 recensioni
Inghilterra, 1471. Dopo la sanguinosa battaglia di Barnet, in cui Edward IV ha perso la vita, la corona passa a suo fratello minore Richard. Re severo ma giusto, Richard prende in moglie - sotto consiglio del fratello Edmund, Arcivescovo di York - Anne Neville, vedova del suo nemico Edouard di Lancaster, Principe del Galles.
Il matrimonio, però, non sarà inizialmente felice e Richard dovrà fare i conti con una giovane e fredda sposa, un regno in tumulto e dimostrare che anche un "sole di mezzanotte" può essere caldo e luminoso come un sole splendente.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Edmund Plantagenet, Elizabeth Woodville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Londra, Gennaio – Marzo 1485






Le feste natalizie erano trascorse in pace e serenità, e con l’avvento del nuovo anno la corte si era riunita per celebrare le nozze della sedicenne Katherine Plantageneta, primogenita legittimata del Re, e William Herbert, Conte di Huntigdon, di nove anni più grande, che per sette aveva vissuto alla corte di Ludlow come ciambellano del Principe del Galles.
Ancor prima di questo matrimonio, solo qualche settimana prima, la diciannovenne Elizabeth di York era partita con le sue dame più fidate alla volta del Portogallo, dove avrebbe sposato Manuel D’Aviz, Duca di Beja e fratello della Regina Eleonora.
Come rappresentante della corona, incaricata personalmente dalla stessa Eleonora che molto a cuore aveva il nipote, era giunta a corte Joana di Portogallo, sorella dell’attuale sovrano e donna pia e dall’animo gentile che conduceva una vita semplice e aspirava a diventare suora presso le monache del convento di Avero, luogo in cui si era stabilita dopo la breve reggenza che l’aveva vista sul trono del suo paese in assenza del padre.


“Kat è bellissima. Non trovate anche voi, madre?” chiese Dickon, prossimo ai nove anni, seduto alla destra della madre.
Il secondogenito dei sovrani aveva sempre avuto un ottimo rapporto con la sorellastra: quest’ultima, infatti, si era trasferita a corte su richiesta di Anne quando lui aveva da poco più di cinque anni e i due avevano instaurato un legame molto forte nonostante i molti anni che li separavano.
“Una bellissima sposa, mio tesoro. – concordò con un sorriso – Sono certa che la nostra Katherine renderà fiero tuo padre e suo marito, darà a quest’ultimo molti figli sani e forti.”
Per Richard non era stato facile lasciare andare sua figlia, guardarla mentre recitava le promesse a quell’uomo molto più grande di lei, ma sapeva anche che William era una persona dal carattere nobile e gentile e che mai e poi mai l’avrebbe maltrattata.
Insieme sarebbero stati felici, come lui lo era con Anne, e presto la sua adorata Kat lo avrebbe reso nonno di molti bambini.
“Isabella ha dato alla luce una bambina, - sussurrò Richard all’orecchio della moglie, riferendosi a Isabella di Trastamara, Regina di Castiglia e moglie di Ferdinando – e i miei ambasciatori in Spagna mi hanno informato che sia lei che il suo consorte sono interessati ad un’unione inglese.”
“Appena nata e già venduta come una bestia da soma. - notò Anne, che mai in tutti quegli anni passati sul trono si era abituata all’idea delle alleanze tramite i figli che aveva dato alla luca – Presumo tu voglia darla in sposa al nostro Edward.”
Aye, è così. – confermò lui – E non dimentichiamoci che la neonata Caterina discende direttamente da John di Gaunt attraverso la di lui figlia di cui la piccola porta il nome.
In ogni caso, - proseguì – il matrimonio non avverrà prima dei suoi quattordici anni.”
“Per allora Ned avrà più di vent’anni, sarà un uomo fatto e finito, e temo la profonda differenza d’età che li separerà.”
“Vi preoccupate troppo, ma belle, e questo non vi fa bene. – le baciò la fronte, notando solo in quel momento quanto fosse accaldata, pallido il colorito della moglie – Mia adorata voi scottate, siete pallida, e le vostre mani sono gelide.”
“Sono solo molto stanca. – minimizzò lei – Queste giornate di festa mi hanno provato, ho bisogno di riposo, tranquillità. Forse dovrei andare a Windsor per qualche tempo.”
“Non con questo freddo, Anne, no. – si oppose Richard – Darò disposizione alle vostre dame di prendersi cura di voi, che nessuno vi disturbi, e quando vi sarete completamente rimessa in forze andremo insieme a Windsor.”


 
**



Ma Anne non riprese le forze, anzi divenne ogni giorno più debole, scossa da febbri che la costrinsero a letto e una brutta tosse che degenerò quando i suoi fazzoletti iniziarono a macchiarsi di sangue.
Richard ordinò immediatamente di tenere lontano dalle stanze della madre Dickon e la piccola Joan, e chiamò i migliori medici di Londra affinché si prendessero cura di lei e la guarissero dal male che la stava lentamente consumando.
Infine, a metà di Febbraio, i dottori dovettero ammettere la loro sconfitta e confessare con il cuore pesante che la Regina era affetta da tubercolosi; oltre a questo proibirono a Richard di dividere con lei il letto, per non rischiare il contagio, ed evitare quanto più possibile di visitare le stanze della donna.
Se entrambi avessero contratto il morbo, fossero andati incontro alla morte, il regno sarebbe passato nelle mani di un ragazzino di dodici anni troppo giovane e inesperto per governare, l’Inghilterra sarebbe caduta rovinosamente nel caos.

“Come sta Anne?” chiese Edmund, giunto quella mattina da Ludlow per stare vicino a suo fratello, dargli la forza che in quel momento necessitava.
“Sempre più debole… - rispose con voce rotta – I medici vorrebbero impedirmi di starle accanto, mi rimproverano ogni volta che mi vedono al suo capezzale, ma io non posso lasciarla sola. Lei è tutto il mio mondo, il mio cuore, la mia stessa vita.”
“Mi hanno riferito che Isabel Neville è giunta una settimana fa da Tewkesbury, portando con se delle lettere di sua madre la Contessa e dei rimedi naturali per curare la sorella, che non la lascia mai sola.”
Aye, ti hanno detto il vero. – confermò atono – Isabel le da forza, il legame che le lega è forte nonostante le vicissitudini che in questi anni le hanno divise, la fa sorridere.
Nonostante il parere dei medici sono convinto che Anne si rimetterà e presto tornerà a governare al mio fianco l’Inghilterra.”
“Pregherò Dio giorno e notte affinché sia così.”
Edmund sorrise al fratello minore e, per la prima volta dopo tanti anni, lo abbracciò stretto permettendogli di trovare in lui la forza di cui aveva bisogno.



 
**



Isabel uscì dalla stanza di Anne con occhi rossi e scossa da tremiti, incontrò immediatamente lo sguardo di Richard, anche lui in attesa di far visita alla sua adorata moglie.
Era arrivato Marzo, e le condizioni di Anne non erano migliorate, il Dottor Hobbys e i medici concordavano sulle poche settimane di vita che attendevano la Regina, e persino la loro madre Nan, Contessa di Warwick, era giunta al capezzale della figlia.
“Non avrei mai voluto questo. – disse Isabel con voce rotta dal pianto – Ho pregato per lei giorno e notte, non ho mai smesso di pregare per la sua salute, Dickon. E nonostante i nostri trascorsi, l’odio che per anni ho provato per voi, voi che mi avete strappato l’unico uomo che abbia mai amato, vostro fratello George, non ho mai desiderato questo.”
“Lo so, Isabel, lo so. – Dickon cercò di rassicurare la maggiore delle sorelle Neville, benché nel suo cuore non avesse più parole di conforto o di speranza – Promettetemi soltanto che starete vicino ai miei figli quando, quando…”
“Nessuno lascerà da solo voi o i vostri figli, vostra madre è pronta a lasciare il convento se servirà, e la mia si trasferirà a corte non appena voi darete l’ordine.”
“Grazie, Isabel… - sorrise con non poco sforzo – Posso vederla?”
La donna annuì e, fattasi da parte, osservò con il cuore pieno di dolore il fantasma di quello che un tempo era stato un sovrano e un uomo pieno di vigore sparire tra le ombre della stanza da letto.

“Non dovreste essere qui… - lo rimproverò dolcemente Anne quando lui si sedette sul bordo del letto e la prese tra le sue braccia – I dottori…”
“All’inferno i dottori, non mi importa delle loro preoccupazioni, delle loro parole.”
“Hanno paure che anche voi veniate infettato, per il regno, i nostri figli… - Anne sorrise al pensiero di Ned e Dickon, immagini di loro due che giocavano spensierati a Middleham durante l’estate appena passata ritornarono alla mente, così come quelle di Joan e delle sue prime parole. – Come stanno i bambini?”
“Credo che Ned abbia capito, nonostante voglia venire a Londra gli ho proibito di lasciare il Galles, mentre Dickon chiede spesso di voi. Joan, d’altra parte, è troppo piccola per rendersi conto di quello che sta succedendo.”
“Mia madre non lo accetta, sapete? Non riesce a farsene una ragione, anche se in mia presenza cerca di essere forte, proprio come Isabel.”
“Prego ancora affinché voi vi rimettiate, non importa quello che dicono i dottori, io continuo a pregare perché… - la voce di Richard si spezzò – Ho giurato di prendermi cura di voi, Anne, e in questi anni ho davvero pensato… Ho creduto di potervi tenere al sicuro da tutto il male che c’è in questo mondo, dalle sofferenze e dai lutti, e…”
“E lo avete fatto, amore mio, lo avete fatto. – gli accarezzò una guancia – Voi mi avete dato una seconda possibilità, rendendomi regina e vostra pari dopo la caduta di mio padre e di Edouard mi avete regalato una seconda vita, una vita piena e felice. E dei figli, dei bellissimi bambini che mi hanno resa orgogliosa e che un giorno diventeranno importanti per l’Inghilterra e l’Europa, dei sovrani illuminati.”
“Anne, mia amata…” Richard la strinse più forte, non sapendo cosa dire, cosa fare per alleviare il dolore al centro del suo petto.
“Sono serena, Richard, non ho paura: il dolore sta passando, e anche la febbre, e so che presto riabbraccerò mio padre. – sospirò – Ho solo paura per voi, mio caro, per il vostro futuro. Promettetemi giuratemi che andrete avanti per i nostri figli, che darete loro un futuro fatto di pace e giustizia e che farete di tutto per essere nuovamente felice.”
“Nessuno potrà mai rendermi felice come voi, Anne, mai.”
“Eppure il paese avrà presto bisogno di una nuova regina, e i nostri figli di una madre, qualcuno che li amerà e…”
“Basta, Anne, vi supplico! – esclamò stringendola più forte – Non voglio parlare di questo, non di questo, non con voi. Tutto ciò che voglio è stringervi a me e farvi sentire amata.”
Sorrise e annuì, stanca, cercando di combattere il sonno che pian piano la stava inghiottendo e bearsi ancora per qualche istante di Richard, del suo profumo, della morbidezza di quei capelli che aveva sempre amato; si accoccolò a lui, permettendogli di accarezzarle i lunghi capelli ramati sparsi sul cuscino e sulle sue deboli spalle, concedendosi un ultimo atto di egoismo prima della fine.

Anne Neville, Regina d’Inghilterra e Irlanda, spirò il 16 Marzo del 1485, mentre fuori il sole veniva oscurato da un’eclissi simbolo di sventura e cattivo presagio, poco dopo aver ricevuto il rito dell’estrema unzione da Edmund stesso.
Quando la luce tornò nella stanza, l’anima di Anne era volata via, lasciando nel cuore di tutti un vuoto che mai nessuno avrebbe colmato.
Nel cuore di Richard la luce non ritornò mai.


 


*


Angolo Autrice: Quanta tristezza! Scrivere questo capitolo non è stato affatto facile, di sicuro non ve lo aspettavate e ora sarete sconvolti, ma purtroppo è così che mi sono immaginata la fine della storia sin da subito e questo evento era inevitabile.
Siete liberi, dunque, di prendermi a male parole. Vi autorizzo! ç.ç
Il prossimo, e ultimo, sarà un breve epilogo in cui si ricopriranno velocemente gli ultimi anni di regno di Richard e ciò che accadrà dopo.

Alla prossima,
V.
  
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