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Autore: Kessi    13/11/2015    4 recensioni
[SPOILER 3x13]
POST FALL
“Sto bene. Mentre tu eri incosciente ho provveduto anche a me stesso. Il proiettile è fuoriuscito. Dolarhyde non voleva uccidermi” disse il dottore atono ma Will sapeva che era infastidito.
“No, voleva solo farti assistere alla mia morte”.
“Sì. Un atto di crudeltà ingiustificabile”.
“Atto di crudeltà, Hannibal?”.
“Far assistere qualcuno all'omicidio della persona amata, è l'atto più crudele che possa esistere”.
Will sussultò a quelle parole, ricordando che Bedelia gli aveva detto che Hannibal era innamorato di lui.
“Tu.. Sei innamorato di me?”. La risposta era piuttosto ovvia e Will la conosceva già ma voleva sentirlo dire da lui.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.


Il profumo che lo circondava era inebriante e Will pensò che in altre circostanze avrebbe mangiato il cibo con gusto. Ma la sua mente gli ricordò che quello che stava per mangiare era un essere umano e non un essere umano qualsiasi ma Bedelia Du Maurier.
“La nuova moglie di Barbablù” gli disse la donna ora che si era risvegliata dal sonno provocato dal cocktail di farmaci che Hannibal le aveva somministrato.
“Non voglio che soffra inutilmente. La carne avrebbe un sapore più aspro” aveva detto Hannibal e Will aveva provato un senso di fastidio perchè infondo sapeva che il dottore teneva alla sua ex psichiatra.
Il profiler sorrise sarcastico “Credevo che te fossi la moglie di Barbablù, dottoressa Du Maurier”.
“Le circostanze in cui ci troviamo dimostrano il contrario” gli rispose con la voce ancora impastata.
La sala da pranzo era solo illuminata dalle luci delle candele che Hannibal aveva acceso subito dopo aver tagliato la gamba alla donna.
“Io l'avevo avvertita che la carne sarebbe stata nuovamente sul menù e di fare i bagagli”.
Bedelia annuì acconsenziente, come se stessero parlando semplicemente del tempo, e non del fatto che presto i due uomini si sarebbero mangiati una parte di lei.
“Ed era ovvio che tu avresti aiutato Hannibal Lecter. D'altronde si aiuta sempre l'uomo che si ama, no?”.
Will si irrigidì sentendo le parole della donna. Non gli piaceva quando la psichiatra parlava di innamoramento tra lui e Hannibal. Era una cosa così nuova, non sapeva nemmeno lui dargli una definizione … E soprattutto era un sentimento che concerneva solamente Will ed Hannibal e nessun altro.
“Non è forse il sentimento che provavi anche tu?”.
La dottoressa lo guardò “Amore? Oh no. Io non sono così folle da amare Hannibal Lecter. Non provo quello che tu provi per lui e quello che lui prova per te. Lo trovavo un uomo affascinante, questo non lo metto in dubbio. Non puoi biasimarmi, no?”.
Will strinse i denti. Stava marcendo di gelosia al suo interno.
“Credo che non siano affari tuoi, dottoressa Du Maurier.”.
“I poeti dicevano che fosse l'amore a muovere il mondo ma io non la vedo così. È la gelosia che muove il mondo e tu sei così geloso di lui, signor Graham. Ma sai bene che anche Hannibal è possessivo e geloso nei tuoi confronti. Non ha forse scatenato il Drago sulla tua famiglia per averti solo per sé? Nella gelosia c'è più egoismo che amore.”.
Sapeva che la donna aveva ragione. Avrebbe dovuto sentirsi in collera con Hannibal e invece sentiva tutto tranne che rabbia nei suoi confronti. Non biasimava lo psichiatra per le sue azioni. Lui non aveva fatto forse lo stesso? Non l'aveva cercato fino in Italia per riportarlo in America, per riportarlo da lui?
Il profiler non disse nulla e si alzò dal tavolo, troppo turbato dalla conversazione appena avuta.
Si recò in cucina dove Hannibal si stava lavando le mani e aggiustando la camicia ed era così.. attraente. Will non si era mai sentito attratto da un uomo ma con lui era tutto così diverso e confuso. Non si sentiva nemmeno in colpa o strano a sentirsi attratto da un uomo. Eppure si sentiva stabile e al sicuro con Hannibal Lecter come non lo era mai stato prima d'ora.
“Ho notato che Bedelia ama giocare con te, Will” disse l'uomo voltandosi verso di lui.
“Non è l'unico a cui piace giocare con le persone mi sembra”.
“Io non ho mai giocato con te. Ho sempre voluto solo il meglio per te”.
Hannibal alzò una mano per posarla sulla guancia di Will, proprio come aveva fatto quella sera prima di accoltellarlo, prima di sentire il suo cuore -quel cuore che non sapeva più d'avere- in frantumi per la consapevolezza di essere stato tradito dall'uomo che credeva un suo eguale. Gli scostò un riccio dietro l'orecchio e lo guardò negli occhi.
Will non distolse lo sguardo: era l'unico con cui il contatto visivo non provocava imbarazzo. Sentì il suo cuore accelerare e desiderava che Hannibal si avvicinasse ancora di più a lui ma non lo fece. Si limitò ad abbozzare un sorriso e ad allontanarsi di un passo. “Andiamo, non vorrai fare diventare fredda la cena?”
“Non sia mai” fece Will sarcastico.
Quando tornarono in sala da pranzo, Hannibal era davanti a lui. Will vide subito la mancanza della forchetta accanto al piatto della dottoressa Du Maurier e notò di come l'avesse nascosta, tenendola con la mano, sotto la sedia. Non appena Hannibal si avvicinò a lei, la donna fece per piantargli la forchetta nel collo ma Will fu più veloce e la fermò, afferrandole con forza il braccio.
Probabilmente le sarebbero venuti dei lividi.
Hannibal sorrise “Grazie per essere stato così premuroso con me” disse guardandolo negli occhi “Ma avevo visto quello che stava per fare”.
“I due innamorati che si salvano la vita a vicenda” li schernì la donna dopo aver posato la forchetta accanto al suo piatto “Che ritratto romantico! Se solo non foste due assassini ...”.
I due uomini non dissero nulla.
Hannibal si sedette davanti a Bedelia, a capotavola, servendo la carne nei loro piatti.
Lo vide addentare con gusto il piatto che aveva preparato con tanta cura, notando il luccichio nei suoi occhi, quel luccichio che aveva solamente quando consumava un altro essere umano.
“Ti prego, Bedelia. Mangia. Sono certo che lo troverai delizioso” la incitò il dottore.
“Credo che aspetterò il dolce” disse con tranquillità.
“Potresti non vivere tanto a lungo” intervenne Will con astio. Quella donna gli aveva sempre dato sui nervi.
“Non essere così avventato, Will. Ogni cosa a suo tempo”.
“Che cosa intendi dire?”.
Lo psichiatra posò il calice di vino “Uccidere Bedelia ora è rischioso. Farà capire a tutti che siamo ancora vivi. Dobbiamo aspettare”.
“Non intendi ucciderla?” chiese Will con una nota di fastidio più che di sollievo.
“Non stasera” gli rispose il lituano, alzando il calice verso Bedelia che annuì.
Will notò quel loro scambio di sguardi e si sentì un fuoco dentro, notando quanto fossero complici. Doveva assolutamente superare sentimenti così banali come la gelosia.
“Ma presto torneremo, Bedelia” intervenne ancora Hannibal “Te lo prometto ed io mantengo sempre le mie promesse”.
“Sbaglio o ne hai ancora una in sospeso con la dottoressa Bloom?” chiese la donna.
“Manterrò fede anche a quella”. Hannibal si alzò e raccolse il suo piatto e quello di Will che lo seguiva con lo sguardo. Notò quanto si avvicinò alla donna e sentì cosa le stava sussurrando all'orecchio “Ho mantenuto questa promessa. Ho gustato il tuo sapore e prima o poi tornerò per ucciderti, cara” e detto questo posò un bacio sui capelli biondi della donna.
Per Will fu troppo. La razionalità ed il controllo svanirono da lui e con un movimento repentino si alzò con tanta violenza da fare cadere la sedia a terra.
“Se volete posso lasciarvi soli” ringhiò tra i denti.
Bedelia soffocò una risata “La moglie di Barbablù si fa prendere da un impeto di gelosia”. Assottigliò lo sguardo “Hannibal non ti ha raccontato di quanto intimi siamo stati io e lui a Firenze?”.
L'ex agente strinse i pugni. Erano le stesse parole che lei gli aveva detto a proposito di lui ed Hannibal e su quanto Molly sapesse di loro due.
“Non ti conviene stuzzicare il leone che si è appena svegliato” suggerì Hannibal.
“State zitti o giuro su Dio che non rispondo delle mie azioni!” sbottò Graham “Io non sono una marionetta che potete manovrare”.
Hannibal si allontanò dalla donna per avvicinarsi a lui “No, hai ragione. Tu sei nato come marionetta, sei il Pinocchio che con tutti gli eventi che ha passato è riuscito ad acquisire l'indipendenza e che con l'uccisione di ieri notte si è trasformato in un bambino vero”.
“Credi che una metafora basti per allietarmi?”.
“Con te, Will, i metodi tradizionali non sono sufficienti. Sei un essere umano così singolare” sussurò Hannibal, come se stesse parlando tra sé e sé, come se stesse ammirando una grande opera d'arte.
“Chissà come mai con te mi sento sempre come una formica posta sotto una lente di ingrandimento”.
“Tu sei molto più di questo”. Hannibal lo prese per un polso e lo attirò a sé, soprendendo il più giovane. Lo abbracciò e Will si lasciò stringere. Come un serpente che avvolge la sua prede, ma non così tanto da ucciderlo .. Solamente per reclamare il suo possesso. “Non essere geloso di alcun altro, William” gli sussurrò il dottore chiamandolo con il suo nome intero “Te sei l'unico essere umano a cui ho dato la possibilità di conoscermi e di vedermi dopo Mischa. Ti basta a farti sentire meglio?”.
Will cercò di rallentare il battito del suo cuore che la vicinanza con il suo psichiatra gli provocava.
Quando rispose, quello che gli uscì fu un flebile “Sì”.



Note: Here I'm again!
Pubblicato altro capitolo, spero vi piaccia e che lascerete qualche recensione!
<3
xx

  
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