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Autore: Tress    15/11/2015    2 recensioni
Raven è scomparsa, gli altri Titans fanno il possibile per trovarla e riportarla a casa ma non riescono neanche a parlarle.
Che cosa sta succedendo? Perché Raven non vuole tornare a casa?
Dal testo:
"Creò un portale nero sotto di lei e quando furono troppo vicini si lasciò cadere con gli occhi lucidi guardandoli con disperazione e rassegnazione.
-Addio-"
Genere: Mistero, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La cercarono per giorni, ancora e ancora, continuarono anche quando ormai tutti erano senza speranza; quando ormai tutti avevano rinunciato. Era passato quasi un anno.

Dopo degli avvistamenti in quella zona avevano deciso di andare a controllare e in meno di una decina di minuti furono in Alaska in una piccola cittadina a nord. Appena scesi cercarono informazioni chiedendo ai negozianti, nessuno seppe dire niente su di lei, tranne un vecchio signore che possedeva un piccolo negozietto di articoli vintage. Indicò ai giovani la direzione presa da quella strana donna e loro si incamminarono nella neve.Erano disperati.

Dopo così tanto tempo finalmente la videro, una piccola sagoma scura traballante in un immenso mare di neve;  erano andati in ogni angolo del mondo per cercarla da quando se n’era andata senza dire una parola, nemmeno al suo fratellone, né alla sua migliore amica, al leader del gruppo che ormai era diventato il suo migliore amico e nemmeno a lui.  
 Lui, le aveva dato tutto, il suo amore, la sua vita. A quanto pare non le bastava. Eppure non riusciva a credere che se ne fosse andata così, che colei che aveva sempre ammirato per la sua forza fosse scappata a quel piccolo ostacolo.

Poteva rifiutarlo.
Certo avrebbe fatto male,  ma sarebbe comunque stato meglio della fuga.

Corsero da lei, tutti e quattro per riabbracciarla perché dopotutto le volevano bene, anche se li aveva abbandonati, volevano che lei tornasse da loro.

Erano sempre più vicini e correvano come non avevano mai fatto, sentivano le membra pesanti e il respiro affannato ma continuavano, era troppo importante per fermarsi , ora che l’avevano trovata. Ormai riuscivano a vedere le pieghe del mantello svolazzante e le candide gambe di lei che quasi si confondevano con il paesaggio, il cappuccio calato e testa rivolta verso l’orizzonte a osservare il tramonto.

Sapeva che stavano arrivando, ma lei non era pronta per raccontare tutto e neanche per chiedere scusa, si odiava per quello che aveva fatto e per quello che era obbligata a fare, comunque voleva bene a ognuno di loro e volle concedersi un ultimo sguardo prima di sparire di nuovo e stavolta per molto più tempo. Forse per sempre.

Si voltò, e li vide, con gli occhi lucidi mentre correvano da lei.

Gli mancavano. Si, gli mancava tutto di loro: le grida, i litigi, perfino i piatti tutt’altro che deliziosi dell’amica ma soprattutto le mancavano gli scherzi del suo fratellone e di colui che aveva fatto soffrire così tanto e che si rendeva conto solo ora di amare.

Li guardò uno per uno.

Il leader, con i capelli neri più arruffati del solito leggermente umidi per via della neve, un sorriso in volto che era sicura coinvolgesse anche gli occhi nonostante coperti dalla mascherina; mano nella mano con la sua migliore amica con i capelli rossi e occhi che brillavano dalla felicità, notò che aveva cambiato uniforme  per una sua versione più invernale che le stava benissimo (ovviamente), la fece sorridere, chissà quante ore per scegliere quel vestito. Di fianco a loro c’era il suo fratellone sorridente, con le parti di metallo lucide e di un azzurro che ben si intonava al candore della neve,  non vedeva l’ora di riabbracciarlo.

Di fronte al gruppo un ghepardo verde con il manto cosparso di minuscoli cristalli di ghiaccio, sapeva bene chi era in realtà, lo riconosceva perfettamente tramite il colore degli occhi di smeraldo e dall’insolito colore della pelliccia sottile. Si soffermò su di lui, osservando  quegli occhi e a pensare a quanto fosse stata ingiusta, non si meritava tutto questo, lei non voleva assolutamente ferirlo, ne è stata costretta. Dopotutto lo amava.
Li osservò un ultima volta, stavolta tutti e quattro insieme; si chiese come avrebbe fatto senza di loro, senza di lui..

 Non poteva restare e loro l’avrebbero sicuramente convinta del contrario. Ma stavolta non poteva cedere.

Creò un portale nero  sotto di lei e quando furono troppo vicini si lasciò cadere con gli occhi lucidi guardandoli con disperazione e rassegnazione.

-Addio-

E un'unica piccola lacrima scese fino ad arrivare al mento, la prima della sua vita, mentre le tenebre che conosceva così bene l’avvolgevano gelide più della neve stessa.
 
 
 
 
Non so come possa essere venuto fuori, spero vi piaccia e dalle recensioni vedrò se continuare o no, non ho la più pallida idea di come verrà una volta finito ma era da troppo tempo che volevo fare una cosa del genere.
Spero davvero che vi sia piaciuto, recensite e fatemi sapere se ci sono errori, se volete che continui o se è meglio che io mi dia all’ippica e che smetta di scrivere.
Grazie mille per aver letto questa mia piccola storia, fatevi sentire.
 Tress
   
 
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