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Autore: MikaMika    17/11/2015    3 recensioni
Louis conosce il mondo del Sovrannaturale, Harry ne fa parte.
Louis lotta per distruggere il Male, Harry ne fa parte.
E' una Larry ispirata all'universo di Supernatural, dove una profezia incombe e il male è radicato ovunque e le alternative sembrano essere infelicità o morte. Ma davvero le cose andranno così?
Louis !Hunter; Harry !Vampire;
L'obiettivo è azione, mistero, pericolo e un po' di movimento!
Genere: Angst, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Chapter XIII-  Hope



L’atmosfera nella stanza era completamente ovattata.
Louis sentiva i polsi e le gambe dolere a causa della posizione scomoda. Non sapeva quante ore fossero passate, forse più di un giorno. Non lo avevano nutrito, ma era troppo stanco per avere davvero fame. Inoltre, lo scagnozzo di Zayn non si era trattenuto mentre cercava di convincerlo a collaborare. Lo stesso Zayn si era lasciato andare parecchio nel torturarlo. E Louis credeva di essere più forte. Ma era stanco. E nei momenti come quello, quelli in cui era da solo, non riusciva neanche a capire se fosse cosciente o meno.
Galleggiava.
Galleggiava in un limbo dove la speranza si affievoliva passo passo, mentre le uniche parole che riecheggiavano nella sua testa erano “per lui non conti niente”.  Non lo avrebbero mai cercato. E anche quelli che lo avrebbero fatto, non sarebbero mai riusciti a trovarlo. O peggio, si sarebbero fatti uccidere nel tentativo di capire dove lo avessero nascosto. Louis si sentì male. Era impossibile non preoccuparsi per gli altri, persino in quel momento. Ma che nessuno osasse dire che la sua fosse generosità o un’altra qualche forma di affetto. No. Era egoismo il suo. Quell’eccentrica forma di egoismo di cui in pochi erano capaci. Quella  che urlava non lo faccio per te. Lo faccio per me. Perché vederci felice mi rende felice. Perché se tu stai male, io sto male. Lo faccio per me. E questa era senza dubbio una forma di egoismo che solo un egocentrico era in grado di vedere.
Di tanto in tanto, tentava di tirare le catene, pur non covando veramente la speranza di liberarsi. Lo faceva più che altro per dettare ritmo al tempo, o per capire se fosse davvero sveglio. Dopo uno devi vari tentativi, un rumore lieve sembrò rimbombare nel silenzio spento della stanza.
Louis alzò gli occhi, con la solita sensazione di torpore addosso. Non riusciva ad impedire al suo corpo di reagire spaventato all’idea che i suoi carcerieri tornassero a fargli visita. Odiava che loro fossero in grado di sentire il battito del suo cuore accelerare. Era stanco. Psicologicamente era anche pronto a morire, ma l’umano istinto di sopravvivenza lo costringeva a reagire come una preda.
Non distingueva neanche più l’incubo dalla realtà. Non sapeva neanche quale fosse più spaventoso.
Quando alzò gli occhi, ci mise un po’ a mettere a fuoco la sagoma che gli si parava davanti.
Questa era una novità. Ne incubo, ne realtà. Un sogno.
Restò in silenzio, e si morse il labbro inferiore mentre l’altro non incrociava il suo sguardo. Guardava i segni sul suo torace, ancora non completamente guariti. Scrutava le condizioni del suo corpo. Aveva la mascella serrata nel farlo, e un’espressione dura sul volto bellissimo.
“Ti ha toccato?” non un saluto. Tipico.
Louis occhieggiò le ferite che decoravano il torace “No! Me li sono fatti da solo questi..” almeno non aveva perso il suo sarcasmo abituale. L’altro non riuscì a trattenere un sorriso mentre finalmente incrociò i loro sguardi.
Non è reale.  Non doveva permettersi di credere che fosse reale. Non poteva consentire alla sua mente di giocargli quello scherzo.
 Dopo appena un istante, il sorriso scomparve, ed Harry strinse i pugni di nuovo teso, non appena intravide dei lividi dall’aspetto decisamente inequivocabile sul petto del cacciatore.
“Sai cosa intendo, Louis!” lo rimproverò “Ti ha messo quelle sudice mani addosso? Ti ha baciato?” Louis stentava a crederci. Davvero, il vampiro non aveva alcun diritto di fare quel genere di domande.
“Ti sembra il momento per fare una scenata?” subito dopo si morse la lingua. Non che ci fosse un momento in cui il Vampiro avesse diritto di fargli una scenata, comunque.
“Rispondi!” ribatté secco, mentre le dita sfioravano piano le ecchimosi.
Louis deglutì “Sì”.
E di versi spaventosi il cacciatore ne aveva sentiti tanti, ma il ringhio che uscì dalla gola di Harold Styles in quel momento, davvero, era anni luce dall’essere anche solo minimamente umano. Il vampiro prese a calci il carrello con gli strumenti di tortura che era vicino a Louis, facendolo rovinare a terra. E Louis era sconcertato che quel fracasso e tintinnio di acciaio non avesse spinto Naughty ad entrare, doveva essere oltre la porta dopotutto.
Poi si ricordò.
Non era reale.
Ma lo sembrava maledettamente.
“Liberami Haz” Non era reale, ma era troppo debole per non cedere alla tentazione che gli si presentava davanti. Lo sapeva che poi sarebbe stato peggio. Lo sapeva che la speranza era la più subdola delle minacce. Che nessun coltello, nessuna frusta sarebbe mai riuscita a provocargli un dolore altrettanto grande di quello che avrebbe dovuto sopportare una volta che fosse tornato alla realtà. Ma ne aveva bisogno comunque. Come un assetato che finisce col bere l’acqua del mare. Come un drogato. Perché seppur finto, il suono roco di quella voce cancellava le parole di Zayn. Quelle in cui non poteva credere. Non voleva credere. Restò in bilico per un attimo, prima di decidere definitivamente di essere stupido.
“Non posso farlo, Cristo!” Harry era frustato, e aveva le mani nei capelli. Per quanto cercasse di non farlo, gli occhi finivano sempre con il tornare sulle ferite del cacciatore.
“Vuole legarmi.. lui..” Louis fece una pausa cercando di non far spezzare la sua voce “Lui mi ha morso”
A quelle parole, la testa di Harry scattò. Digrignò i denti furioso.  In un attimo gli fu davanti e gli prese il volto tra le mani guardandolo negli occhi. Il verde era praticamente divorato dal nero della pupilla, il tono quello di un generale che impartiva un ordine essenziale.
“Tu non lo farai, okay? Non ti legherai ..”
“Mi sta minacciando .. io …”
Il vampiro sbuffò frustrato “Louis, non devi farlo..”
“Pensi che io voglia farlo?” strillò cercando di muovere le mani, con l’unico risultato di ferirsi di più i polsi “Pensi che mi piaccia quando fa quelle cose?”
Harry chiuse gli occhi e si massaggiò le palpebre prima di parlare nuovamente. Louis aveva il sospetto che non lo stesse ascoltando.
“So che può essere attraente e che tu potresti essere tentato, ma ti sta usando..”
“Io non sono tentato!” era sconvolto “Cosa cazzo dici? Non provo niente! Non è come..” di nuovo si morse la lingua.
“Come cosa … ?” ed eccolo lo scintillio malizioso che fino a quel momento non aveva brillato nei suoi occhi. Louis lo odiava. Davvero. Lo odiava. E avrebbe voluto cavarglieli quegli smeraldi, ma non c’era tempo da perdere nei loro giochetti.
“Dio! Lo sai cosa, Harry. Ti sembra il momento?”
Harry gli accarezzò la guancia, dove la barba aveva cominciato a crescere. Gli sorrise, avvicinandosi al suo orecchio. E Louis sapeva che stava per fare una delle sue tipiche battute. Ma poi si irrigidì.
“Posso sentirti la sua puzza addosso”
“Seriamente, Harry, mi ripeto! Se non puoi liberarmi che cazzo sei venuto a fare?  Una scenata di gelosia? Sei serio?”
Avrebbe voluto picchiarlo, davvero. Stava ardentemente desiderando di essere libero per poterlo picchiare, ma forte. Quando il Vampiro si allontanò.
“Il nostro tempo è finito, raggio di sole! Devi svegliarti ..”
E Louis lo sapeva. Lo sapeva ma si sentì morire lo stesso. Lo sapeva ma aveva deciso, come un idiota, di sperare. E come tutti gli illusi, si maledisse per aver ceduto. Come da bambino, quando si concedeva di sperare che la madre lo avrebbe difeso. Che Mark si sarebbe comportato da padre, una volta tanto. Ed esattamente come da bambino, sfiancato dalla prigionia, non riuscì a mascherare la delusione, negli occhi, nella piega delle labbra, nella voce, nelle dita che si arricciavano come a voler inconsciamente trattenere la sensazione dolce della speranza che invece scivolava via.
“Non sei reale. Sei solo nella mia testa”
E vide il Vampiro sorridere, mentre la sua sagoma si faceva sempre più sfumata, e la voce sempre più lontana.
“Certo che sta succedendo dentro la tua testa, Louis. Ma perché diavolo dovrebbe voler dire che non è vero?”
“Non ci credo. Harry Potter.” E lo disse ad alta voce, aprendo le palpebre pesanti, fissando una stanza vuota.









 
 
 


Harry aprì gli occhi, ancora seduto sul divano. Gemma era davanti a lui, appoggiata al tavolo, che dondolava una gamba avanti ed indietro in attesa che tornasse con lei. Non si stupì di trovarla lì. Ma non voleva darle spiegazioni, non doveva farlo. Quindi tacque, limitandosi a recuperare il bicchiere che aveva lasciato sul pavimento al suo fianco.
“Come sta?”
“Non bene” non aveva bisogno di chiederle di cosa stesse parlando, e non aveva senso negare che la sua “gita” fosse stata ancora una volta nei sogni di Louis. Sapeva che la sorella lo conosceva troppo bene per lasciarsi ingannare, e voleva essere onesto almeno tanto quanto lo fosse con se stesso.
“Sai che non dovresti impicciarti, vero?” la tensione era palpabile nel salotto finemente arredato.
“Tu non hai idea di quello che sta accadendo Gemma!” sbottò il Vampiro lanciando il bicchiere a terra in uno scatto d’ira.
“Lo so fin troppo bene, invece! Quel ragazzo è pericoloso, Haz! Sua madre è stata uccisa perché stava per passargli delle informazioni che il Consiglio non voleva dargli”
“Che ne sai tu!?” le cose cominciavano a non tornargli. Non tanto per il fatto che Gemma sapesse. Era piuttosto ovvio. La notizia della morte di Jay doveva essersi diffusa rapidamente, e Gemma occupava comunque una posizione di vertice nella loro comunità, sebbene di solito tendesse a lasciare che lui prendesse le decisioni in quel settore, preferendo occuparsi di altro. La cosa che lo inquietava, però, era il modo in cui la vampira avesse pronunciato quelle parole. Il tono fin troppo consapevole. E l’ombra di indecisione che continuava ad aleggiare su di lei.
“Me lo ha detto Nick..” Gemma distolse lo sguardo.
“Da quanto lo sai?”
“Io.. Tu non sei lucido in questa situazione Haz.. te ne rendi conto?”
Gemma si sentiva divisa a metà. In quei giorni, aveva passato molto tempo a riflettere. Quando l’anno prima la notizia del programma per la costituzione del nuovo ordine l’aveva raggiunta, era stata entusiasta. Ma poi, anche grazie ai dubbi del fratello, aveva visto le ombre di quel piano. Non che questo fosse comunque sufficiente a farle prendere una decisione definitiva. Gemma era sempre stata un’indecisa cronica, da che ne aveva memoria. Con l’arrivo dell’arma, poi, tutto si era complicato. Perché quel ragazzo era estremamente pericoloso, e lei lo sapeva che avrebbe dovuto risolvere il problema in via definitiva, ma d’altro canto, Harry non era mai stato così coinvolto in qualcosa o da qualcuno dopo la morte di Brandon. Lo aveva beccato qualche volta a sorridere, immerso nei suoi pensieri. E non poteva trattenersi dal pensare che il fratello meritasse di “sentire” di nuovo qualcosa. Per questo continuava ad agire per limitare i danni da una parte, e a tergiversare per non compiere nulla di irreparabile dall’altra.
“Da quanto lo sapevi?” ripeté il ragazzo facendo un passo in avanti.
“Da prima che accadesse”  ammise alla fine “La tenevamo d’occhio da un po’”
“L’hai uccisa tu?”
“No” la risposta fu secca e piatta. E Gemma era brava a mentire. E, per la prima volta, Harry non sapeva se crederle o meno. Questo lo spiazzava. Si fidava del fatto che Gemma avrebbe sempre agito per il suo bene. In quelle ultime settimane, soprattutto, si era reso conto del fatto che fosse particolarmente attenta a lui. Il problema era che non era certo che avessero la stessa visione di ciò che fosse bene e ciò che fosse male. Il pensiero che sua sorella potesse essere coinvolta nella morte della madre di Louis cominciò a grattare le pareti del suo cervello fastidiosamente. Era un problema che avrebbe dovuto affrontare. Non dovevano esserci segreti tra loro. Ma Harry sapeva bene che aggredirla sarebbe stato inutile ed anzi, l’avrebbe ancora di più messa sulla difensiva.
“Dobbiamo sottrarre l’arma a Malik!” sentenziò cercando di rimanere il più neutro possibile.
“Perché, Harry?”
Il vampiro ignorò la certezza che, ancora una volta, Gemma volesse sottintendere che il suo giudizio fosse offuscato dai suoi sentimenti. Non era così. La sua non era gelosia, né affezione. Era strategia militare. Punto. E, ovviamente, l’eventualità che Zayn riuscisse a scoparsi Louis sarebbe stato inaccettabile. Strategicamente parlando. Era ovvio. Ed evidente. Sotto gli occhi di tutti, proprio.
“Sai perché Louis è un’arma, Gemma?”
La ragazza scosse la testa. A lungo si era domandata perché quel ragazzo fosse così importante e pericoloso. A lei era sembrato un cacciatore come tutti gli altri. Magari bravo, coraggioso, determinato, ma nulla che un buon numero di soldati non avrebbe potuto risolvere.
“L’ho scoperto recentemente” iniziò Harry mentre prendeva posto sulla poltrona “Louis è un esperimento, Gemma. Un esperimento ad opera del suo stesso padre. Troy Austin.”
La ragazza si sedette sul divano, sporgendosi verso di lui, interessata, senza aggiungere una parola.
“Ha fatto delle cose, quell’uomo! Delle cose orribili, prima ancora che Louis nascesse. Il risultato è che Louis ha una capacità incredibile. Mai vista nel nostro mondo. La multiessenza. Di fatto, può diventare un ibrido. Ha sangue di demone, di vampiro, di mannaro, di mutaforma. E chissà quali altre cose. Tutte queste nature, devono solo essere attivate, affinché diventi una vera e propria macchina da guerra. E Malik, ha già cominciato questo processo. Lo ha morso”
Gemma trasalì. Non aveva immaginato nulla del genere. Nella sua vita, non aveva mai sentito nulla del genere. Ci mise qualche secondo a riprendersi.
“Per quanto sia potente, non può fronteggiare da solo un esercito di creature sovrannaturali, Harry! E’ impossibile!”
Harry sorrise scuotendo la testa. Aveva avuto lo stesso pensiero all’inizio. Aveva capito perfettamente perché Louis fosse un’arma, ma non capiva come potesse bastare solo lui a vincere l’apocalisse. Poi sfogliando il diario di Troy Austin, si era imbattuto in un incantesimo di attivazione. E aveva capito.
“Non è solo questo. Il vero potere di Louis non sta solo nel fatto che possa usare tutti i nostri talenti. Sta in un incantesimo scritto da Jay, che risveglia il suo essere un alfa naturale. L’unico alfa. Capisci?”
“Non può essere!”
“Può essere, invece!”
“Ma Johanna è morta! Questo risolve il problema,no?” la vampira gli afferrò le mani in ansia, e sul volto di Harry si aprì un sorriso finto e stanco.
“In realtà no, finché è nelle mani dei lupi!” la guardò negli occhi “Zayn Malik sa tutte queste cose, Gems. Non so come, ma le sa! E mentre noi siamo qui a parlare  e discutere, lui sta cercando di legare Louis. Sai cosa accadrebbe?”
“Diventerebbe il suo omega” Harry annuì “Sarebbe un’arma nelle mani dei mannari!” continuò Gemma. Aveva gli occhi sbarrati, consapevole ogni secondo di più di cosa significasse questo.
“Una volta finita l’apocalisse, Malik avrebbe un’arma che risponde ai suoi comandi, che gli permetterebbe di prendere il sopravvento sulle altre creature. Su di noi. Per questo dobbiamo portarglielo via”
Gemma annuì.
“Lo farò io”
Harry la guardò dubbioso.
“Ti sei già esposto abbastanza, Harry. Nessuno ti accusa di niente, ovviamente” lo rassicurò interrompendolo ancora prima che iniziasse a parlare “ma le persone chiacchierano. E’ meglio che lo faccia io, comunque!”
Il riccio si arrese all’evidenza e Gemma si alzò, dirigendosi verso l’ingresso. Quando stava per solcare la porta si fermò. Le parole le scivolarono dalle labbra, pianissimo, senza neanche voltarsi.
“Non sono più convinta che ci convenga vincere questa guerra …”
Harry puntò gli occhi sulla sua schiena e annuì senza rispondere. Sapeva cosa avrebbe dovuto fare. Ma prima, Malik doveva essere privato del suo giocattolo.
Prima doveva essere certo che Louis fosse al sicuro.
 
 
 




 
 
 
“Comincia ad annoiarmi tutta questa resistenza, Lou!” Zayn  pulì il sangue dalla lama su un panno sudicio, alzando gli occhi al cielo. Louis non rispose alla provocazione, nonostante il tono che il lupo usava con lui lo infastidisse terribilmente. Non poteva smettere di mordersi il labbro, altrimenti era certo che avrebbe urlato e non voleva dare al lupo quella soddisfazione.
“Cosa devo fare per convincerti che lo faccio per noi?” chiese a se stesso “Ferirti, fa più male a me che a te” pronunciò quelle parole spingendo un dito nella ferita ancora aperta sul costato del cacciatore che, quella volta, non riuscì del tutto a trattenere un lamento “o forse no.. “ aggiunse ridacchiando.
Louis tacque ancora, mentre il moro si voltava verso il carrello per scegliere che strumento utilizzare per la sua opera di convincimento “Il tuo sciopero del silenzio rende tutto meno divertente..” alzò gli occhi al cielo.
Il trapano gli sembrava un’ottima idea. Doveva cominciare a fare sul serio. Il ragazzo era un osso duro, se lo aspettava, ma niente che un po’ di sano dolore non avrebbe potuto piegare alla fine. Soprattutto se unito alle costanti minacce di portargli i cadaveri dei suoi amici che teneva d’occhio. Se non lo aveva ancora fatto, era solo per paura di dover dare spiegazioni al Consiglio, di destare sospetti. Ma se Louis avesse continuato così, beh a mali estremi, estremi rimedi.
Stava per afferrare il trapano, quando la porta si aprì e Naughty Boy fece irruzione nella stanza.
“Signore…”
“Cosa c’è?” rispose infastidito “Lo sai che odio essere interrotto mentre scambio effusioni con il mio cucciolo..” accarezzò Louis con lo sguardo, che si limitò ad evitare di incrociarlo voltando la testa di lato.
“C’è qualcuno che insiste per vederti..”
Zayn lo guardò interessato.
“La vampira” spiegò lo scagnozzo e le sopracciglia del lupo di inarcarono al massimo. “Tienilo d’occhio” disse prima di oltrepassare la porta. Quella sì che era una visita inaspettata.
 
 
 
 
 
 



Gemma era infastidita da tutto in quel posto. Dall’odore. Dall’arredamento. Dai Lupi. Lanciò uno sguardo alla tenda pesante dietro di sé.  Portava i capelli sciolti, di tanto in tanto vi affondava il naso per respirare in suo odore, sperando che la puzza non le si fosse già attaccata addosso.  Cercò di sopprimere il ricordo del fatto che un tempo non le importasse. Che c’era stato un tempo in cui le era piaciuto.
“Cosa ci fa qui la reginetta delle sanguisughe?”
“So che hai qualcosa di interessante per le mani…” non lasciò che l’entrata di scena del lupo la distraesse o la cogliesse di sorpresa. Sapeva benissimo come funzionavano le cose con Zayn, ogni minima mossa doveva essere perfetta.
“Oh! Tuo fratello ancora piange come una ragazzina adolescente?”
Gemma rispose con un sorriso, senza staccare gli occhi da quelli del lupo.
“Sta cercando di darsi un contegno”
“Bene!” rise Zayn avvicinandosi a lei.
“Posso vederlo?” Zayn si morse le labbra e scosse la testa senza distogliere lo sguardo. Le dita scivolarono sul braccio esposto della vampira, che rabbrividì.
“Non mi fido di te, G”
Lei strinse i pugni mettendo su un broncio.
“Dimmi cosa hai in mente, Zay” l’uso del nomignolo fece ridacchiare il lupo. Erano secoli che non glielo sentiva pronunciare.
“Di nuovo, non mi fido di te, bambolina” sorrise sghembo, ripagandola con la stessa moneta. Gemma addolcì lo sguardo e sorrise, afferrando il bicchiere che lui le stava porgendo e portandoselo alle labbra.
“Fai male!” lo informò leccandosi le labbra “Perché sarei disposta ad aiutarti” si avvicinò a lui, per parlargli all’orecchio “E il mio aiuto ti farebbe comodo, lo sai..”
“E perché lo faresti, uhm?”
Gemma sbuffò, esasperando la frustrazione del non essere creduta, poi prese a parlare gesticolando accorata “Sono stanca del comportamento di H, e non mi piace l’effetto che quel marmocchio ha su di lui, e qualcosa..” prese a girare intorno al ragazzo che continuava a sorridere “qualcosa mi dice che tu abbia le carte in regola per vincere. Per uscire potente da questa guerra. Ed io voglio salire sul carro del vincitore. Sai che mi piace..”
“Pensavo che..” prima che il lupo potesse rispondere, un rumore sordo all’interno della stanza affianco lì interruppe. Immediatamente Zayn si diresse verso la stanza, e Gemma ne approfittò per andargli dietro.
Quando entrarono nella camera, Gemma cercò con tutta se stessa di trattenere l’orrore. Il lupo all’interno stava colpendo un ragazzo legato: Louis. I colpi erano sordi, e quello non si fermò neanche quando aveva sentito la porta aprirsi, limitandosi a biascicare un “mi ha morso” come giustificazione.
Zayn sbuffò annoiato “Non sul viso Naughty.. sai che mi piace che sia carino!”
Louis lo odiava. Odiava tutto di lui. Dalla voce, alla sensazione delle sue mani che toccavano, alla sua faccia. Tutto. Alzò lo sguardo verso Zayn, nonostante il suo scagnozzo continuasse a colpirlo. Voleva dimostrargli che non lo avrebbe mai piegato. Avrebbe dovuto ucciderlo, ma non lo avrebbe mai avuto. E Louis era pronto a morire. Era pronto a morire da quando aveva intrapreso quella vita. Era la prima cosa da fare quando si diventava cacciatori. Accettare che tutto potesse finire in qualsiasi momento.
Quando alzò gli occhi, però, la figura di una ragazza alle spalle di Zayn catturò la sua attenzione. Aveva un’aria familiare. La pelle nivea. Gli occhi grandi. In un momento, la consapevolezza si fece largo dentro di lui. E avrebbe voluto essere più forte mentre l’ennesimo pugno allo stomaco gli spezzava il fiato. Ma non ce la fece. Ancora una volta, era abbastanza forte da vincere tutto, ma non la speranza.
“Tu sei la sorella di Harry” e la voce era talmente roca che un essere umano forse non farebbe riuscito a captare quelle parole. O il tono disperato. Gemma si irrigidì un momento avvertendo la disperazione. Non sapeva cosa rispondere. Non  era certa che sarebbe riuscita a suonare indifferente dopo il modo in cui il nome di suo fratello era stato pronunciato.
“E tu sei patetico, Louis!” fortunatamente l’affermazione annoiata di Zayn la tolse dall’impaccio di rispondere. Doveva ricordarsi quale fosse il suo compito e non farsi distrarre. Non c’era spazio per la compassione.
“Vuoi ucciderlo, Zayn? E’ questo che hai in mente? Mi deludi..” 
Zayn rise, lanciandole un’ulteriore occhiata.
“Oh no, Gems! Non ucciderò questo bocconcino. Piuttosto credo che mi sarà molto utile, quando tutto questo sarà finito. Mi sarà davvero molto utile per mettere quello stronzo di tuo fratello al suo posto, e per far in modo che, nel nuovo ordine, noi licantropi saremo tenuti molto più in considerazione! Dunque ti basti sapere che non ho intenzione di svelare le mie carte con te, tesoro. Ma sì, qualcosa ho in mente!”
Il sorriso sul volto di Gemma si ampliò. Incrociò le braccia al petto e parlò con un tono di voce completamente diverso da poco prima. Più freddo. Più vittorioso.
“Oh, credo proprio che tu abbia detto abbastanza Zaynee!” in quel momento, delle figure incappucciate uscirono dall’ombra. Avevano le tuniche porpora tipiche dei membri del consiglio. Zayn spalancò gli occhi.
“Credo proprio che dovremmo toglierle la custodia di questo ragazzo, Mr Malik!” disse uno, mentre un altro raggiungeva il corpo stremato di Louis per slegarlo.
Il lupo soffocò un ruggito in gola, spostando lo sguardo sprezzante su Gemma.
“Sei una stronza. Come sempre”
“Oh no. Non fare il modesto e prenditi i tuoi meriti!” ribatté lei tra i denti, appena prima che il lupo lasciasse la stanza.
Gemma deglutì costringendosi a non seguirlo con lo sguardo.
“Signorina Styles” il consigliere aveva un espressione solenne. Parlava piano e lentamente. “Sapete bene quanto sia delicato il ruolo di questo cacciatore nella nostra missione. Non possiamo permettere che i sentimenti di vostro fratello interferiscano..”
Per un secondo, spostò lo sguardo verso il ragazzo che, nonostante le ferite continuava a divincolarsi, gridando di lasciarlo andare.
“Signorie, se vi state riferendo a quello che ho detto a Malik prima, volevo solo avallare i vaneggiamenti di quel cane” disse sprezzante “vi assicuro che Harold non cova alcun sentimento per questo umano. Non vedete? Non è nemmeno venuto di persona..”
Louis continuava ad agitarsi.
Era vero. Non era neanche venuto di persona. Ma era stufo di tutto. Era stufo di sentirsi ripetere che al vampiro non importasse niente di lui, non perché la cosa ferisse i suoi sentimenti, ovviamente, ma perché feriva il suo orgoglio. Perché lui lo sapeva. Lo sapeva che non era vero. Ma soprattutto era stufo delle reazioni che aveva quando si trattava di lui, quando si parlava di lui. Ed era furente per il fatto che la sola idea che lo avrebbe rivisto di lì a poco lo mandasse fuori di testa.
Perché ovviamente Louis era contento di non essere più tra le grinfie di Malik, ma non voleva essere prigioniero di qualcun altro. Neanche di Harry. Soprattutto di Harry. Perché dove Zayn non era riuscito a piegarlo, dove Louis era riuscito a mantenere il punto, senza arretrare neanche di un millimetro. Beh non era certo che sarebbe riuscito a fare lo stesso con Harry.
Per questo continuò ad agitarsi, sperando che, almeno, il consiglio rifiutasse di consegnarlo a Gemma. Ma le parole che l’uomo in porpora pronunciò immediatamente dopo, smorzarono immediatamente le sue speranze.
“Cercate solo di renderlo un po’ più mansueto”
“Senza dubbio, signore!”
 
 
 
 
 
 



Aveva mangiato e bevuto. Si era lavato. Era stanco e avrebbe voluto solo dormire, ma era giunto a quel livello di stanchezza che non gli permetteva di abbandonarsi. Nonostante le condizioni della sua prigionia fossero notevolmente migliorate era, comunque prigioniero. Tenuto in ostaggio in una stanza lussuosa. Profumata. Con un enorme letto al centro che sembrava solamente invitarlo a stendersi. Ma non riusciva a farlo. Non poteva farlo. Non ancora. Non dopo aver passato tutto quel tempo incosciente tra le mani di Malik.
Louis non riusciva a scrollarsi addosso l’ansia. Continuava a camminare avanti ed indietro nella stanza nella quale Gemma lo aveva condotto, senza che nessuno dei due dicesse una parola lungo tutto il tragitto.
Solo alla fine, prima di chiudere la porta, la ragazza aveva deciso di parlare.
“Non c’è modo che tu possa scappare, dunque ti consiglio di non sprecare energie a provarci. Lui arriverà presto”
Louis non aveva neanche risposto.
Non le aveva urlato che sarebbe morto piuttosto che accettare di essere tenuto in ostaggio, e non le aveva chiesto quando fosse “presto”.
Ora però, se ne stava pentendo.
Il nervosismo gli impediva di riposare. Non che ci avesse provato, ma era certo che l’adrenalina non glielo avrebbe permesso. E poi doveva parlare con Harry. Oh lo avrebbe costretto a parlare, perché ormai era chiaro che praticamente tutto il mondo sapesse più cose su di lui di quante ne sapesse egli stesso ed era certo che il vampiro potesse dargli tutte le risposte di cui aveva bisogno. Avrebbe usato qualsiasi mezzo per farlo parlare. Lo avrebbe picchiato e minacciato, qualsiasi cosa.
Stava curiosando nella libreria, alla disperata ricerca di qualcosa che lo intrattenesse, quando sentì bussare. Immediatamente si voltò. “Non sapevo che si bussasse alle porte delle celle!” si lamentò polemico. La porta si aprì, rivelando Harry, con un sorriso divertito stampato sul volto. Era al solito bellissimo ed elegante, i capelli ricci gli cadevano morbidi sulle spalle, e le dita erano adornate da anelli. Louis lo guardò da capo a piedi, violentandosi per mantenere un’espressione contrariata mentre si domandava se per caso le sue gambe si fossero allungate nell’arco di quei giorni, o fossero solamente quei dannati pantaloni.
“Considerati i soldi che ho speso per arredare questo posto, chiamarlo cella mi sembra un insulto”
“Considerato che sono relegato qui dentro, non mi viene un’altra definizione..”
“Hai anche il bagno in camera.. preferivi stare legato come un salame?”
Louis ignorò la domanda.
“Perché mi tieni prigioniero?” Harry canticchiò un motivetto senza rispondere alla domanda, si avvicinò e prese ad esaminare il volto di Louis, cercando qualche segno delle violenze subite.
“Rispondimi!” Harry alzò gli occhi al cielo.
“Ti dirò tutto, raggio di sole. Ma non ora! Credo che tu debba dormire! Prego, comunque” il più basso inarcò le sopracciglia “è stato un piacere trarre in salvo la damigella in difficoltà!”
“Mi dispiace farti notare che non sei stato tu a salvarmi ma tua sorella. E poi non mi sembra di essere in salvo, visto che sono costretto qui!”
Non è nemmeno venuto di persona.
Le parole di Gemma gli risuonavano nella testa. Per un momento, si sentì debole, al punto da barcollare. Immediatamente, Harry lo afferrò per la vita tenendolo in piedi.
“Stai bene?” Louis annuì, alzò gli occhi per incontrare lo sguardo preoccupato dell’altro.
“Non è niente!”
“Smettila di fare l’eroe e mettiti a letto!”
“Non prendo ordini da te. Voglio delle risposte!” il tono e lo sguardo di Louis non ammettevano repliche. Il riccio sbuffò di frustrazione passandosi una mano tra i capelli. Si sedette sul materasso, facendo segno a Louis di accomodarsi accanto a lui. Il cacciatore lo guardò con sospetto, ma alla fine decise di non replicare e si sedette al suo fianco, cercando quanto più possibile di mantenere una certa distanza mentre il vampiro non si sforzava minimamente di trattenersi dall’ammiccare.
“Okay, ti concedo una risposta. Poi lascerai che io ti rimbocchi le coperte e dormirai da bravo bambino” Louis digrignò i denti. Quello continuava ad irritarlo terribilmente ogni volta che apriva bocca ma, discutere sarebbe stato controproducente. Così ingoiò l’ennesimo rospo.
“Cinque”
“Tre” concesse Harry.  Louis annuì. Si torturò le dita prima di fare quella domanda. Gli sembrava stupida. Suonava stupida, ma ormai non era più sicuro di niente. Prese e parlò.
“Cosa sono io esattamente?”
Harry, si leccò il labbro inferiore e sorrise “Un ragazzo impertinente”  rise per l’occhiata esasperata del cacciatore. “Avrai una risposta a questa domanda, Louis. Ma non ora. Domani”
Louis era stanco. Avrebbe voluto insistere, ma si massaggiò gli occhi decidendo che avrebbe affrontato il discorso il giorno successivo.
“Perché mi avete portato via da lì..”
“I piani di Malik andavano contro i nostri interessi..”
Il cacciatore indurì la mascella.
“Cosa c’è? Preferivi restare lì? O sei deluso perché volevi sentirti dire che non potevo sopportare di saperti in pericolo?”
Louis si lasciò andare ad una risata amara. “Non credo che tu sia in grado di fregartene davvero di qualcuno, Harry, visto che sei un mostro. E non hai bisogno di sottolineare il concetto, comunque. Perché siete tutti così preoccupati di ripetere che non ti importa, eh? Tu, Gemma, il Consiglio.. anche Zayn..” si sentì un po’ stupido, quando nel pronunciare quel nome si accarezzò il labbro inferiore con la lingua. Giusto per il capriccio di infastidire Harry. Anche se, teoricamente, quello se ne fregava, no?  No. A giudicare dalla linea dura della mascella proprio no. Molto bene!
“Me lo ripeteva spesso, mentre cercava di persuadermi.. come se sperasse che in qualche modo quelle parole potessero convincermi a cedere alle sue lusinghe ed accettare quello che mi proponeva..” sussurrò, dritto al suo orecchio. Bene, Harry faceva lo stronzo? I piani di Malik gli rompevano le uova nel paniere? Ottimo! Non ci sarebbe stato niente di male nel prenderlo un po’ in giro, o no? Attese, accennando un sorriso, che la domanda arrivasse, e non dovette aspettare molto.
“E ti hanno convinto?”
“O no, quello non mi ha convinto..” sottolineò la parola quello, lasciando appositamente intendere che qualcos’ altro avrebbe potuto averlo fatto.
“Non hai accettato”
“Ne sei sicuro? Ero solo. Mi ha minacciato. Mi ha torturato. Avrei potuto accettare..” si accarezzò il mento con la mano sorridendo.
Harry rise, più per mascherare la tensione che per il fatto di essere davvero divertito.
“Non è da te.. sei più forte di così. O sbaglio?”
“Oh, sì. Ma tutti hanno le loro debolezze. E tu non puoi sapere quanto io sia sensibile ad un certo tipo di fascino.. e Zayn …” Louis sospirò, ma non riuscì a terminare la frase. Improvvisamente si ritrovò sdraiato sul materasso con il corpo del vampiro sopra di lui a bloccarlo. Lo guardò negli occhi, bruciavano.
Cercando di contenere la soddisfazione tentò di muoversi appena,   finendo con lo strusciarsi accidentalmente contro l’erezione che si andava formando nei pantaloni del vampiro.
Ah. Indifferente un par di palle! Ora però levati! Più o meno, questi erano i pensieri del cacciatore.
 Harry avvertì una scossa di desiderio trapassarlo.  Desiderio e furia. L’idea che Malik avesse ottenuto quello che voleva lo faceva impazzire. Il fatto che Louis subisse il suo fascino. Il fatto che gli stesse esplicitamente dicendo che trovava il lupo più attraente di lui, non era accettabile.  Immagini che non avrebbe mai voluto evocare gli si formarono nella mente, mentre riconosceva, dopo lo smarrimento iniziale, la soddisfazione farsi largo sul volto del ragazzo sotto di lui.
Era questo che voleva Louis?
Voleva giocare? Bene, allora avrebbe giocato! Infondo non aveva mai negato di trovarlo piacevole, di essere fisicamente attratto da lui. E divertirsi un po’ insieme non avrebbe significato niente. Non avrebbe certo dato ragione a Gemma.
“Non è intelligente da parte tua provocarmi così..” gli fece notare.
Louis ridacchiò, mentre sentiva la presa ferrea di Harry stringersi. Voleva innervosirlo e ci stava riuscendo. Doveva solo continuare a provocarlo, ignorando la gola secca, o il cuore che scoppiava, o il sangue che affluiva in basso. Perché magari, ignorando i sintomi, la malattia se ne sarebbe andata.
“Perché? Cosa potresti farmi? Non puoi neanche bere il mio sangue senza collassare..”
“No” concesse Harry stringendo la mano ferrea sul suo fianco e facendo rabbrividire il liscio. Era così vicino. Così vicino dall’assaggiare di nuovo quelle labbra “Ma potrei perdere la ragione e diventare rude..”
E Louis non seppe cosa gli prese. Non si rese neanche conto delle parole che gli scapparono, ed era talmente vicino al riccio che poteva quasi vederle appoggiarsi sulla bocca dell’altro “mi piace rude..”
Se avesse avuto il tempo, probabilmente, si sarebbe sotterrato. Ma non registrò nemmeno i movimenti del vampiro mentre quello catturava le sue labbra. Louis spalancò la bocca quasi subito, permettendogli di approfondire il bacio. Non sentiva più la stanchezza, o il dolore nei punti in cui era stato colpito. Sentiva solo una sensazione magnifica come un grande flusso di aria dopo aver passato una quantità inaudita di tempo in apnea. Eppure, tecnicamente, quel bacio lo stava lasciando senza fiato. Era uno scontrarsi di labbra e lingue. Un disordinato mangiarsi l’un l’altro. Le mani di Harry raggiunsero la sua maglietta strappandogliela di dosso senza la minima fatica. Qualcosa cresceva dentro di lui secondo dopo secondo. Mentre la parte onesta di se stesso veniva fuori prepotente e gli urlava quella verità che Louis proprio non voleva vedere.
Lo vuoi.
Lo vuoi e lo stai per avere. Qui ora.
I fianchi di Louis scattarono in alto alla ricerca di una maggiore frizione mentre le mani raggiungevano i capelli ricci e le dita si infilavano nel mezzo per attirarlo più vicino.
Harry si allontanò sorridendo, mentre Louis boccheggiava alla ricerca d’aria incapace di smettere di muovere i fianchi. Per un momento, posò gli occhi lungo tutto il torso nudo.
“E’ questo il tipo di fascino a cui sei sensibile, Louis?” gli chiese mentre si abbassava di nuovo e poggiava delicatamente le labbra sul collo, fino alle clavicole. Un gemito roco fuoriuscì dal retro della gola del cacciatore.
Il vampiro si tirò su, allontanandosi, e accarezzò il torace dell’altro. Le mani scivolavano leggere. Era più il fantasma di un tocco che un toccarlo vero e proprio. E Louis era frustrato. Sentiva l’erezione dolorante nei pantaloni mentre il vampiro lo guardava con la solita faccia da schiaffi, ma Louis non riusciva ad esserne davvero infastidito in quel momento. L’unica cosa che davvero gli importava era risolvere il problema nei suoi pantaloni.  Era pur sempre un uomo. Un povero essere umano di sesso maschile condannato a non poter usare il cervello quando gli veniva duro. Quindi non era colpa sua.
Come se avesse letto i suoi pensieri, Harry costrinse i pantaloni di Louis a fare la stessa fine della maglietta, lasciandolo completamente nudo. Sorrise malizioso lanciando uno sguardo all’erezione che svettava e passò le dita su tutto il suo corpo, evitando con attenzione le parti più sensibili. Quando terminò con le mani, fu il turno delle labbra. E Louis si sentiva ridicolo. Per il modo in cui tremava o gemeva.
Quando vide Harry spalancargli le gambe ed abbassare la testa quasi pensò che sarebbe morto. Quando poi sentì la lingua dell’altro leccare la pelle sensibile tra le sue natiche mentre le mani le stringevano, già immaginò il necrologio.
Louis Tomlinson. Intrepido cacciatore. Ha vinto innumerevoli battaglie. Ucciso da una seduta di rimming.
Che poi non è che fosse un brutto modo per morire, eh!
Più Harry si avvicinava alla sua parte sensibile, più Louis non riusciva a fermare il bacino, spingendolo verso di lui. Conservava ancora un briciolo di dignità che gli permetteva di non mettersi ad implorare, ma non riusciva a controllare il suo corpo che bramava un contatto più profondo.
Ma quando la bocca di Harry raggiunse la sua entrata, quello vi posò un bacio sopra prima di allontanarsi.
“Voglio sentirtelo dire..”  e il fiato di Harry gli vibrava contro.
“Co..cosa?”
“Quello che vuoi da me..” per un momento tutto tacque. Louis si morse le labbra, nel tentativo di ingoiare la supplica che gli si arrampicava sulla gola. Ma Harry tirò fuori la lingua, leccandolo appena e lui si lasciò scappare un grido.
“Per favore.. per favore”
“Cosa?”  si portò la mano alla fronte sudata prima di arrendersi definitivamente “Leccami” ed Harry sorrise sulla sua apertura prima di iniziare a lavorarla con la lingua, con un intensità e una velocità che chiaramente non erano umane. E Louis non poteva fare altro che affondare le dita tra i ricci e strattonarlo di tanto in tanto, perché gli sarebbe stato impossibile seguire veramente il ritmo al quale Harry si muoveva. Da parte sua, Harry si accendeva ad ogni suono che lasciava le labbra del cacciatore. Più volte gemette egli stesso, quando i lamenti dell’altro erano troppo acuti per essere reali. Quando Louis sentì le dita del vampiro intrufolarsi dentro di lui per allargarlo spalancò gli occhi e lo guardò gemendo.
Harry annaspò sotto quello sguardo lucido. Era bellissimo. Qualcosa quasi impossibile da guardare senza ferirsi gli occhi. Era certo che se avesse aspettato ancora, se avesse dovuto sopprimere ancora la voglia di prenderlo,  probabilmente avrebbe finito con lo strapparsi la pelle di dosso per la frustrazione. Aveva le guance arrossate, le labbra rosse e gonfie per quanto le aveva morse, i capelli spettinati. Il blu lucido degli occhi era come un naufragio bellissimo, una tempesta contornata da ciglia nere e lunghe. Ed era disperato. E voglioso. Di lui.
Si tirò su senza dire una parola, togliendosi i vestiti più veloce che poteva. Mentre sentiva le mani di Louis toccarlo, cercare di afferrarlo senza un senso. Forse per portarlo indietro.
Quando rimase nudo, si fermò un attimo davanti a lui. E quello che successe lo lasciò senza parole. Se avesse potuto, sarebbe arrossito. Perché niente, nulla,  nessuna cosa,lo aveva mai fatto sentire come essere guardati in quel modo da Louis. Si sentiva il sole. Si sentiva un Dio. Ed aveva sempre saputo di essere bello, ma non si era mai sentito così bello. Bruciava.
E Louis. Louis si ricordò di averlo sognato. Ma in alcun modo il sogno poteva avergli reso giustizia. Anche perché non esisteva niente che fosse giusto in Harry Styles. Non era giusta la pelle bianca e perfetta, né il torace largo, né la V che sembrava come una freccia enorme e dispettosa, puntata dritta dritta su quella cosa magnifica. Louis voleva piangere. Voleva morire. Ma dopo.
“Sbrigati” gli intimò impaziente il cacciatore ed Harry sorrise, riconoscendo in lui il solito sgarbo. Prese posto tra le sue gambe e appoggiò la sua punta all’apertura dell’altro, tenendolo il più fermo possibile. Non voleva torturarlo, anche perché aveva tanta voglia quanto lui, forse di più, sicuramente di più. E davvero, l’ultima cosa che voleva era rallentare, ma c’era qualcosa che voleva che lui dicesse. Qualcosa che doveva urlare. E ripetere fino allo sfinimento. E non dimenticare mai più. MAI. Avvicinò le labbra  a quelle di Louis che si lasciò baciare, oramai arreso.
“Lo hai fatto?” soffiò. E Louis lo guardò confuso. Non aveva minimamente idea di cosa stesse parlando.
“Ti sei lasciato legare?” con un colpo di reni, Harry si spinse dentro il cacciatore, che aprì la bocca lasciando che un no strozzato vibrasse nell’aria.
Harry sorrise.
“Preferiresti che fosse quel cane a scoparti stanotte?” un’altra spinta. Più forte ancora.
Louis gemeva.
“Rispondi” la spinta successiva fu ancora più violenta della precedente. Louis annaspò prima di urlare senza senso a pieni polmoni “No! Te! Voglio te!” .
Ed Harry lo ricompensò, mordendo appena il collo, senza trapassare la pelle.
“Dillo ancora..”
“Voglio te. Solo te” e non poteva trattenersi. Perché si sentiva riempito e sull’orlo di un meraviglioso baratro.
“Gemevi così anche con lui, uhm? Ti faceva godere allo stesso modo?”
“No. Mai. No” gridò più forte “Taci e fottimi, Harry”
Come incitato da quelle parole, Harry spinse sempre più forte senza staccare gli occhi dal volto di Louis sul quale campeggiava una smorfia di piacere. Una lunghissima cantilena di Harry presero a scivolare dalla sua bocca quando il vampiro centrò il suo punto. Ed era così giusto. Nessun altro nome doveva uscire da quella bocca. Soprattutto non mentre gemeva. Soprattutto non mentre veniva.
E bastarono un altro paio di spinte per far venire entrambi.
Harry rotolò sulla schiena, sfilandosi dal corpo del l’altro, che sembrava galleggiare in un mondo tutto suo. Non appena aveva terminato di cavalcare l’orgasmo, tutta la tensione si era allentata, e la stanchezza dovuta a tutto quello che aveva vissuto in quei giorni lo colse all’improvviso. Era confuso, appagato, stanco.
“Non cambia niente” biascicò nel mezzo di uno sbadiglio facendo ridere Harry che, senza pensarci, gli accarezzò la testa.
“Litigheremo domani. Adesso dormi” e Louis era già mezzo addormentato quando inconsapevolmente rotolò su un fianco appoggiando la testa al petto del vampiro.
Harry sospirò. C’era qualcosa di profondamente sbagliato in quello che stava accadendo.
 
 
 
 
 
 
 
 

Quando bussò alla porta era notte fonda.
Era rimasto un paio d’ore nel letto con Louis, prima di decidere che fosse tempo di agire.
Quella notte il cielo era insolitamente sereno ed il vento calmo. Quando la porta si aprì, si ritrovò davanti una ragazza con i capelli lunghi che già sbraitava “Chi cazzo è a quest’or…” poi lo guardò e si bloccò “Oh ma prego accomodati!”
Harry fece un passo avanti e proprio in quel momento, un’altra ragazza molto simile alla prima, sbucò dal corridoio “Iola sei impazzita? E’ un estraneo!”
“Dico, lo hai visto?”
“Non è una motivazione valida!”
“Ma porta una camicia a righeee!”
Harry restò per un attimo spiazzato dall’alterco, fino a che non riconobbe la voce di Liam provenire dal salotto.
“Che succede?”
“Succede che mia sorella forse dovrebbe farsi una sana scopata così eviterebbe di lasciare entrare estranei in casa!”
“Mi offro come volontario!” la voce di Niall arrivò direttamente dalla cucina.
Nessuno dormiva. Avevano passato tutto il giorno a cercare Louis. Erano preoccupati, pur sapendo che il ragazzo sapeva cavarsela da solo. Inoltre, non era la prima volta che Louis spariva di punto in bianco per poi risbucare in un paio di giorni. L’unica che veramente era andata fuori di testa, era Mary.
“Chi sei tu? Cosa vuoi?” Milly gli puntò il dito contro, proprio in quel momento, Liam sbucò fuori e si bloccò. Nell’arco di un secondo, tirò fuori dal nulla una pistola e gliela puntò contro.
“Allontanatevi, tutte e due!”  intimò Liam proprio mentre Mary si affacciava per vedere cosa stesse accadendo.
“Oh mio Dio! Liam togli la pistola!”
“No! Lui è..”
“Lo so chi è! Togli la pistola!” strillò come un’isterica per poi voltarsi verso il vampiro “Dov’è Louis?”
Una volta che Liam  ebbe abbassato l’arma, Harry si lasciò andare ad un sorriso.
“Louis sta bene” assicurò “forse domani sarà un po’ dolorante ma sta bene!” si lasciò scappare ridacchiando.
“Ti prego. Non voglio sapere”
“Io sì”
“Zitto Niall!”
“Signori, devo parlarvi” si voltò verso le streghe, prendendo Iola per mano “C’è qualcosa che voi due dovreste fare per me, per favore” sorrise e tirò fuori il taccuino in pelle. 

ANGOLO DI MIKA:

Salve gente! Allora, che dire? Non lo so, sti commenti a fine capitolo non mi vengono molto bene!
Spero che la piega che prendono le cose sia di vostro gradimento!

Di tutto il capitolo, in realtà, c'è tipo una sola frase di cui sono davvero soddisfatta :) Ma va bene!
Aspetto di sapere che ne pensate voi!
All the fucking love!

 
  
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