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Autore: HatoKosui    18/11/2015    1 recensioni
Nishiyoshi Mayori è una studentessa dello Yosen. Dalla fervida immaginazione e dal carattere diretto e diffidente, se ne sta sempre sulle sue, fa poca attenzione al mondo che la circonda ed ancora di meno ai ragazzi che le parlano. A malapena ricorda i loro nomi.
O almeno questo accadeva prima di conoscere Kise Ryouta. Travolta dal modello durante un viaggio in bus si ritrova a dover resistere ai suoi corteggiamenti... e come se non bastasse, sembra che la coach del club di basket della sua scuola la voglia in squadra ad ogni costo come manager.
Mayori è una ragazza semplice.
O almeno credeva di esserlo prima di innamorarsi di... di chi, esattamente?
Genere: Erotico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Murasakibara, Nuovo personaggio, Ryouta Kise, Tatsuya Himuro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Premessa: Allora, premetto una piccola cosa come sempre. Il capitolo era venuto fuori di 5 o sei pagine, il che era troppo, quindi l'ho diviso in due, spero che vi piaccia!

Ringrazio tutti coloro che seguono/recensiscono/leggono la storia e coloro che l'hanno messa tra le seguite/ricordate/preferite!

Baci :*

 

 

 

 

CAPITOLO 4: E' SEMPRE STATO QUI?

 

 

Le lezioni iniziano un bel po' dopo la scomparsa di quel ragazzo, Himuro. Per tutto il tempo ho tenuto la testa bassa, poggiata sul banco, senza vedere o sentire nessuno. Ed ho sonnecchiato. Io la mattina non riesco a rimanere sveglia neanche se ci provo.

Quando tiro su la testa la campana è suonata e sento la voce di qualche compagno che urla: “In piedi”

Allora sono costretta anche io ad alzarmi per salutare il prof per poi rimettermi seduta.

In realtà continuo a dormire in piedi, perché non so neanche che professore abbiamo, finché qualcosa mi colpisce.

-Il mio nome è Kojiro, sono il vostro nuovo insegnante di fisica. Ora farò l'appello e ognuno di voi si alzerà in piedi e dirà qualcosa su di se... in questo modo impareremo a conoscerci.

Io alzo gli occhi dal banco e lo guardo perché non ricordo il volto del precedente insegnate. Alla fine la fisica è una materia che odio e con lei anche il professore, quindi probabilmente non cambierà nulla. Poggio la testa sulla mano e sento il prof scorrere la lista dei nomi. Le persone prima di me si alzano in modo fiero, composto e veloce, dicono subito il proprio nome e parlano di loro, mentre io li osservo e penso a cosa dovrei dire di me.

Forse qualcosa come “Sono pigra, amo dormire e odio la verdura”.

E se poi lui fosse un'appassionato di verdura? Non voglio scatenare la sua antipatia prima del previsto.

Dovrei provare con qualcosa del tipo “Sono una ragazza, mi piace mangiare e giocare alla play”.

Ma queste sono cose strane, così attirerei troppa attenzione. Mi domando perché tutta questa gente parli così tanto di se. Non si potrebbe solamente dire una parola? È così necessario indagare su di se?

Sto quasi per distrarmi ancora, ma sento qualcosa che mi colpisce.

-Il prossimo è... Murasakibara Atsushi.

Quel nome riecheggia nelle mie orecchie e colpisce il cervello come Gundam colpiva i suoi nemici.

Mi giro verso la figura che si alza, proprio dal banco accanto al mio e inizio a fissarlo probabilmente con un'espressione ebete dipinta sul volto. Ha i capelli lunghi per essere un ragazzo e li porta scapigliati che gli coprono a volte anche gli occhi ambrati. Dalla mia postazione sembra molto più alto della media, ha delle spalle enormi e altrettanto enormi solo le mani.

Sembra annoiato e risponde con tono atono e cadente.

-Sono Murasakibara Atsushi, faccio Basket.

E si risiede subito, ma il prof non lo lascia andare.

-Oh, Murasakibara! Ho sentito che sei formidabile nel tuo sport...

Lui lo fissa.

-Mmmh, si...

Il professore allora sorride e si appoggia alla cattedra, incrociando le braccia.

-Quest'anno ho sentito che c'è una nuova squadra molto forte, il Seirin... ci avete già giocato?

Lui sembra fulminarlo con lo sguardo.

-No -Dice solamente ed il professore sembra ridere sotto i baffi.

-Naturalmente non perderete, con Araki non si scherza!

E si libera in una risata schernente, quasi stesse prendendo in giro qualcuno. Mi fermo a pensare a quel nome, che in qualche modo mi suona famigliare, ma non ricordo molto a riguardo.

Murasakibara rimane in silenzio, forse annoiato ed il prof passa oltre. Il gigante allora lascia cadere le braccia lungo i fianchi, appoggiandosi in modo scomposto alla sedia, mentre io prendo a fissarlo e non riesco a smettere.

È sempre stato qui accanto a me?

Ed io davvero non me ne sono accorta?

Ma poi, è normale avere delle braccia così lunghe?

Naturalmente mi viene da pensare a quanto sia facile per lui giocare a basket con quel fisico. Non mi accorgo di star squadrando anche il suo corpo, oltre al viso, finché il prof non mi richiama.

-...Nishiyoshi-san? Vuoi ancora qualche minuto per fissare tutto il tuo compagno o puoi dedicarci qualche secondo di attenzione?

Io salto completamente dritta, facendo quasi cadere la sedia. Il professore sembra sorridere e dalla classe si eleva un bel brusio divertito. Io arrossisco un po'.

-N..no, mi scusi.

-Tranquilla, è normale. Dicci pure qualcosa di te.

“È normale cosa? Mi ha preso per una pervertita?!”

La classe sembra ridere sotto i baffi, le due ragazze davanti alla mia fila si scambiano battutine sicuramente stupide così mi faccio predente dall'istinto.

-Il mio nome è Nishiyoshi Mayori, sono silenziosa e odio le persone che non si fanno i fatti loro.

E mi permetto di fissare malissimo quelle due ochette bionde davanti a me, che, gelate, si girano alzando le spalle. Il professore osserva la scena, poi sorride.

-Molto diretta. Bene. Il prossimo è...

Mi rimetto seduta e tutti fanno finta di non seguirmi, poi sposto l'attenzione ancora verso il gigante viola, ma incontro il suo sguardo. Mi sento stranamente sotto pressione come se anche lui mi stesse ridendo dietro, anche se la sua faccia non dice nulla del genere, anzi è atona.

Di scatto sposto lo sguardo e fisso il mio quaderno, sentendo le gote andare in fiamme e non so perché.

“Quel professore mi ha fatto fare una figuraccia! Lo odio!”

Mi dico, poi sento che la ragazza davanti a me si alza, mentre il professore dice il suo nome, Okari Hashi.

Naturalmente non so chi sia, visto che non presto molta attenzione ai miei compagni, ma lei mi sembra piuttosto pallida e insicura. Ha i capelli neri legati in due codine basse, gli occhiali grandi che coprono gli occhi chiari – di non so quale colore.

-P...piacere, il mio nome è Hashi, sono originaria di Hokkaido.

Dice solamente ed io la guardo, come un po' tutti. Inconsciamente penso di aspettarmi qualcos'altro, ma lei rimase in silenzio così il prof passa oltre, chiamando l'ultimo dell'elenco.

Sono confusa, arrabbiata e non mi va di fare fisica.

In più Murasakibara continua a fissarmi insistentemente, la ragazza davanti a me è talmente pallida da sembrare un cadavere – mette angoscia solo a guardarla – e metà della mia classe ora mi ritiene pervertita, oltre che strana.

La giornata è iniziata malissimo, direi.

 

°°°

 

La fine delle lezioni mattutine arriva lentamente e al suono della campanella tutti i miei muscoli ringraziano chiunque sia lì su nei cieli. Murasakibara è spiaggiato sul banco con la testa abbassata proprio come se fosse morto. E come dargli torto.

Mi stiracchio sulla sedia, tirando indietro le braccia quanto mi è possibile e mi sento meglio. Fisso il Gigante, vorrei dirgli qualcosa, magari salutarlo per Kise, ma non so come attaccare bottone. In realtà non l'ho mai fatto con nessuno e mi rimane piuttosto difficile. Per questo prendo in considerazione l'idea di ignorare lui e la richiesta di Kise, ma la cosa non regge per molto, perché dalla porta della classe entra proprio il ragazzo di questa mattina, Himuro.

Faccio finta di non vederlo ed apro il mio pranzo, ma lui mi chiama.

-Ehi.

Dice, ed io sono costretta a girarmi. Il gigante si tira su e lo fissa anche lui, poggiandosi sull'avambraccio.

-Muro-chin, vi conoscete?

Io fisso il moro e cerco di essere educata per non so quale motivo -Ciao.

Dico con un breve cenno del capo. Lui sorride di poco e guarda l'amico.

-Ci siamo conosciuti questa mattina presto, prima che arrivassi tu, Atsushi.

Io li fisso e penso che per chiamarsi per nome si devono conoscere davvero bene. Atsushi mi guarda ed io sorrido, per quel che riesco.

-Anche tu arrivi presto come lui?

Mi chiede -No, non sono stupida.- Mi fissano ed io sono costretta a correggere il tono acido involontario -Cioè, di solito non vengo così presto perché mi annoierei e perderei importanti ore di sonno.

Himuro prende una sedia e la gira, sedendosi tra il mio banco e quello di Murasakibara.

-Infatti non ti ho mai vista la mattina.

Io inizio a mangiare facendo spallucce. Vedo Murasakibara che mi fissa così inizio a fissarlo anche io.

-Ah, Atsushi, questo è il tuo pranzo

E gli porge un bento piuttosto gigante, anche se mi viene da pensare che sia proporzionato alle sue dedizioni.

-L'hai cucinato tu?

Domando io ed il moro sorride imbarazzato. -Oh, no no. Non cucino così bene... l'aveva solante dimenticato a casa sua e così gliel'ho portato.

Mi infilo un calamaro in bocca -Sei gentile.

Dico, ma in realtà penso che sia stupido prendersi tante responsabilità per gli altri.

-Muro-chin a volte sembra mia madre...

Mi viene da ridere. Himuro lo guarda imbronciato, anche se le sue espressioni non sono così chiare, infatti non riesco a capirle bene come mi capitava con Kise.

-Ehi, è un complimento spero...

Il gigante fa spallucce. Allora io riprendo a mangiare ed il mio sguardo cade per sbaglio sulla figura seduta davanti a me, quella ragazza mora dell'appello.

È seduta con le mani sul petto, da un lato del banco e guarda dalla nostra parte furtivamente, tanto che quando incontra il mio sguardo lei sembra trasalire e si gira altrove.

Io rimango ferma mentre mastico e Himuro segue il mio sguardo fino a lei, poi di nuovo verso di me.

-La conosci?

-No, è la prima volta che la guardo.

Murasakibara ci interrompe. -Ma viene in classe con noi?

Himuro aggrotta le sopracciglia -è una compagna dall'inizio dell'anno e non te ne ricordi per nulla?

Lui scrolla le spalle – Non devo ricordarmi di persone così

Io mi immetto, mentre finisco il mio pranzo -è una cosa così strana?

Himuro mi guarda sorpreso -Anche tu non te ne ricordavi?

-Ehm... no

Incontro lo sguardo di Atsushi, che mi guarda dalla sua sproporzionata altezza e dice: -Visto Muro-chin?

Il moro ci guarda sconsolato.

-Non pensavo che esistesse qualcun altro così

Dice, ma tutti lasciamo correre.

  
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