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Autore: Mao chan    28/02/2009    2 recensioni
Siamo nell'epoca Sengoku.
Nulla è ciò che sembra, tutto può rivelarsi un'illusione. Io uccido senza provare pietà. Lo faccio senza una ragione. Nulla mi tiene legat* alla vita.
Era l'unico modo per sfogare l'odio che teneva in corpo.
L'unico modo…
I capelli completamente viola… Lo sguardo completamente viola… Grandi orecchie e coda da lupo, a simboleggiare la sua natura angelica, voglie nere sul volto a simboleggiare quella demoniaca.Il fischio della frusta nel vento demoliva alberi e rocce. Il piacere di saettare nell'aria, e il vento che le scompigliava gli empi capelli.
«Così è questo il motivo per cui non potevi venirmi a trovare sta notte.»
Si fermò improvvisamente e si girò di scatto, le liquide iridi d'ametista atterrite.
Era stata scoperta.

Questa è la storia di anime guidate dal destino. Chi non ha mai pianto imparerà a piangere, e chi non ha mai amato forse imparerà ad amare.
Crossover con Saiyuki.
Genere: Azione, Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zakuro Fujiwara/Pam
Note: AU, Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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« È stata una pessima, pessima idea

Chap. 9

Angels and devils

Written by Mao chan

 

« È stata una pessima, pessima idea. »

Hakkai ridacchiò.

« Io lo trovo divertente. »

« Solo tu potresti. »

Jeep sottolineò quell’affermazione, contrariato.

Sanzo, le cui vene si contraevano continuamente in pulsazione inquietanti, doveva sorbirsi la piccola Purin, che pareva divertirsi un mondo nel saltellare dal suo grembo al cofano mentre Hakkai spingeva la macchina alla massima velocità.

« Ahh, Venerabile Sanzo. » lo canzonò Gojyo, da dietro. « Sembra che le scimmie nutrano un affetto particolare per te. »

Partì un colpo di pistola, e il mezzo demone, per scansarlo, rovesciò Retasu e Ichigo, incastrate dietro. Avevano davvero poco spazio a disposizione, perché a Berii era stato concesso di mettersi distesa.

Ryo, si tolse le cuffie collegate al portatile con uno scatto furioso.

« Potete quanto meno provare a fare meno casino?! »

Era seduto dietro, in bilico tra la chiusura del bagagliaio e l’asfalto rovente, eppure, nonostante mantenesse la sua forma umana, lavorava tranquillamente sul suo portatile.

Mint era vicino a lui, ma si teneva soltanto agganciata a Jeep, sfruttando i suoi poteri per fluttuare nell’aria.

Certo, avrebbero dato parecchio nell’occhio se il posto non fosse stato deserto.

Avevano avuto l’accortezza di uscire dalla cittadina prima di usare il potere speciale del draghetto*.

« Ci proveremo, boss, ma non ti assicuro niente. » replicò il rosso, ironico.

« Quanto mancaaa? » si lamentò Goku, schiacciato dietro tra il compagno e Ichigo. « Sto morendo di faaamee»

« Questa è una domanda che devi rivolgere al nostro caro Ryo. » rispose Hakkai, allegro.

Il ragazzo abbassò nuovamente le cuffie, che non gli avevano impedito di seguire le parole di quegli improvvisati compagni di viaggio.

Osservò il punto lampeggiante sulla schermata del computer.

« Non dovrebbe essere troppo lontano. Ancora un paio d’ore al massimo. »

« Un paio d’ore?! Ma io muoio… Muoio di sicuro! Sanzooo»

Mentre Goku attaccava con una lamentosa nenia rivolta al bonzo, Ryo studiò meglio la situazione sul computer.

Aggrottò le sopracciglia, affilando gli occhi limpidi.

Espressione che non sfuggì a Gojyo.

« Che succede? »

« Manca davvero poco. » considerò il biondo. Sembrava parlare più a se stesso che al rosso.

« E allora? »

« Troppo poco. Il Castello di Hoto è nell’India occidentale, qui non siamo nemmeno usciti dalla nostra provincia, sebbene sia solo deserto. È strano che abbiano portato qui Zakuro. »

« Perché? » chiese Purin, sporgendosi dalla spalla di Sanzo.

« Perché non ha senso che la tengano lì. »

« Se è per questo, non ha senso nemmeno che Kougaiji l’abbia rapita. » intervenne Hakkai.

Ryo annuì, assente.

Ha molto più senso di quanto possiate immaginare.

 

« Ehi. » Gojyo si accese una sigaretta. « Hai detto che il segnale deriva dal dispositivo istallato nel collare delle ragazze, dico bene? »

« Sì. » rispose Mint per lui. « Serve se una di noi è in pericolo o affronta missioni solitarie. Si è rivelato utile più di una volta. »

« Allora non possiamo sapere se effettivamente Zakuro lo stia ancora indossando. »

« Kami-sama, non ha torto! » esclamò Ichigo, portandosi una mano alla bocca.

« Ci avevo pensato. » disse Ryo « Ma ci sono due cose che mi fanno supporre che l’abbia ancora addosso. »

« Ovvero? »

« Beh, innanzitutto il fatto che non si muova da più di tre giorni. Trovo strano che gliel’abbiano rimosso a metà strada, non avrebbe avuto senso. »

« Potrebbero essersene accorti. »

« Non vedo in che modo. Seconda cosa, non potrebbero comunque essersi allontanati troppo da quel punto. »

« Ma sono passati quattro giorni! » osservò Goku in tono lamentoso.

«e loro hanno a disposizione dei draghi volanti. » completò Ryo « Ma evidentemente non li hanno usati. »

« Come puoi dirlo? »

« Non riceverei più il segnale. »

« A meno che non le abbiano tolto il collare. »

« Il segnale avrebbe dovuto perdersi e ricomparire. A meno che non l’avessero tolto subito, ma allora non si sarebbe mai mosso. »

« Sei un tipo sveglio. » commentò Gojyo dopo una pausa.

« Sì, lo so. » disse lui, prima di tornare a dedicarsi al suo portatile.

 

Si fermarono poco prima della meta per riempirsi lo stomaco, sotto l’esasperante insistenza di Goku, che non aveva fatto altro che saltellare qua e là mugolando che aveva fame, non poteva aspettare o sarebbe morto.

Il che, su un fuori strada con dieci passeggeri tutti a strettissimo contatto fra loro, non è certo il massimo.

Fu più che altro per questo che preferirono fermarsi invece che lasciarlo morire di fame.

« Bisogn afere la puncia fiena fer combattere come si defe! » disse il demone, sputacchiando semi di riso tutt’intorno (in ordine: su Ichigo, Retasu, Purin e Mint).

« Manda giù il boccone e poi parla, per favore. » ribatté la neko, seccata.

Lui ingoiò in fretta.

« Guarda che non scherzo, Kougaiji non è certo un nemico qualunque! »

« Tu l’hai già affrontato? » chiese innocentemente Purin.

« Certo, e l’ho anche sconfitto! »

Gli occhi della bionda, uniti a quelli di Retasu, brillarono.

« Davvero?! Hai sconfitto il grande principe dei demoni? »

Mint sbuffò, reclinando elegantemente il capo dalla parte opposta.

« Un misero demone scimmia come te non potrebbe avere mai l’ardire di sconfiggere il principe Kougaiji. Non dovete ascoltarlo. »

Lo sguardo di Retasu assunse una sfumatura dispiaciuta.

« Guarda che è la verità! » protestò Goku. « Solo che ero senza dispositivo di controllo. »

Lei lo ignorò.

« Se quello che dici è vero, » intervenne Ichigo « allora tu lo hai incontrato molte volte. »

« Certo. Siamo anche amici, in un certo senso. »

« Ragazze, non vedete che vi sta prendendo in giro? Quello che dice è assurdo! »

L’angelo lorichetto era indignata.

Sul serio non capiva come le sue compagne potessero credere a chiacchiere così banali.

Si alzò dalla macchia d’erba nella quale stavano sostando e si avvicinò al gruppetto formato da Ryo, Hakkai, Sanzo, Gojyo e Berii, rimasti a pranzare sulla jeep.

« Perché non mi crede? » chiese Goku dopo che se ne fu andata.

« È della famiglia reale. » spiegò Purin pratica, come se la cosa chiarisse tutto.

Il ragazzo restò invece a fissarla con la faccia da ebete.

« I membri della famiglia reale sono tutti altezzosi e scorbutici. Essendo anche Kougaiji un principe, in qualche modo lo sente come suo pari, e di conseguenza incapace di mischiarsi con quelli come voi. » disse Ichigo.

« Ah. » fu la risposta poco convinta del demone.

« Ad ogni modo, dicevi di conoscerlo. » mormorò Retasu, ansiosa di tornare sull’argomento. « È così pericoloso come si dice in giro? »

« Eh? Beh… Sì, penso di sì. »

La ragazza si rannicchiò su se stessa, abbracciandosi le ginocchia al petto e giocherellando con una lunga treccia verde.

« Non possiamo sconfiggerlo… »

« Sì che possiamo! » esclamò Ichigo, alterata. « Non dimenticare che è stato Kougaiji stesso a chiederci di eliminare il Sanzo Ikkoku! Questo significa che ci riteneva in grado di riuscire dove lui ha fallito! »

Retasu non replicò, limitandosi ad annuire lievemente.

« Perché vi scaldate tanto? » chiese a un tratto l’angelo scimmia, come se si fosse risvegliata da un sonnellino. « Finché c’è Zakuro in pericolo, non possiamo perdere giusto? Lei deve tornare con noi, e noi dobbiamo salvarla! »

Le altre due la fissarono.

« Purin»

« Poi loro vogliono aiutarci, e sono forti-forti! » continuò la bambina con un gran sorriso. Sorriso che contagiò inevitabilmente anche loro.

« Certo! Noi vi aiuteremo a recuperare la vostra compagna, perché Gojyo si è preso una cotta! »

Al rosso, poco lontano, fischiarono fastidiosamente le orecchie.

« Mi dispiace per lui. » bofonchiò la neko.

« Perché? »

« Perché Zakuro non è esattamente il tipo da “relazione”. »

Il modo in cui Ichigo disse la parola “relazione”, insospettì Goku.

« Vuoi dire che è come Sanzo? »

« Non lo conosco abbastanza, ma direi che come impronta ci siamo. »

« Naa, Gojyo non potrà mai stare con una col carattere di Sanzo. Anche perché nessuno è come Sanzo. Però devo ammettere che è la prima volta che vedo Gojyo così interessato a una ragazza. »

« Questo perché sono entrambi figli della proibizione. » chiarì Retasu.

« Davvero? Anche Zakuro lo è? Ma allora perché non ha i capelli rossi? »

« Perché è l’incrocio tra un demone e un angelo. I figli di quest’unione illegittima hanno occhi e capelli viola. »

« Oh. »

Goku si accorse che entrambe le ragazze avevano assunto sguardi assenti.

Nervoso, come un cucciolo che non riesce a capire lo stato d’animo di chi gli sta intorno, gettò occhiate qua e là e si agitò sull’erba.

« Forse… vi manca casa vostra? »

I due angeli sussultarono, sorprese.

« No… Non proprio. Non a me, almeno. Io sono qui per scelta. » rispose Ichigo. « Certo, mi piacerebbe vedere la mia famiglia e i luoghi in cui sono nata, ma… ecco, da quando sono qui… Non lo so, ma è come se non nutrissi più molta fiducia verso il mio paese. »

Retasu trasalì.

« Ma che diavolo dici, Ichigo! » sibilò Berii, avvicinatasi al gruppetto « Sai che non puoi dire cose del genere…! »

« Cosa c’è che non va? » chiese Goku, confuso.

« Io non intendevo… È il mio popolo, la mia razza… »

« Appunto! Il Paese degli Angeli è il luogo più puro di questo mondo, il più vicino al Regno Celeste! Lì le leggi divine sono applicate nella loro essenza, non devi dimenticarlo! »

La castana fissava il terreno.

« Hai ragione Berii-chan, scusa. Non capiterà più. »

La bionda aprì la bocca per replicare, ma la chiuse subito.

Esitò ancora un istante, poi si allontanò.

« Non potete parlare male del vostro paese? » fece il demone.

« Il Mondo Angelico è anche chiamato Light World, Mondo della Luce, ma è regolato da leggi molto severe. Per ottenere il permesso di venire sulla Terra abbiamo dovuto superare durissimi esami e selezioni. Sotto la guida di Ryo, siamo diventate uno dei gruppi più importanti del Togenkyou. Siamo qui per “pulire” il mondo degli umani dalle creature impure… » spiegò Retasu.

« Come voi. » aggiunse allegramente Purin.

« E lo facevate anche prima che le vibrazioni negative facessero impazzire i demoni? »

Ichigo si morse il labbro.

« In verità » continuò l’angelo neofocena « io non potrei neanche essere qui a parlare con te. Dovrei eliminarti. Ora, subito. »

Il ragazzò cambiò del tutto espressione.

« Allora, perché non lo fai? »

Il vento soffiò freddo tra il silenzio e i loro capelli.

Poi Hakkai suonò il clacson.

« Ehi, voi! » gli gridò Gojyo « Vedete di sbrigarvi, si riparte! »

 

*

 

Zakuro si morse le labbra più a fondo.

« Scusami, bambolina. Questo dispositivo di controllo proooprio non vuole venir via. »

Quelle dita viscide armeggiavano intorno al suo ombelico. Spesso scivolavano sulla sua pelle liscia.

Finalmente, dopo altri minuti, lo scienziato le tolse il dispositivo.

La trasformazione fu immediata, e lui la osservò avidamente.

« Bellissima. » sussurrò poi, sfiorandole una guancia.

Le passò un polpastrello sulla coscia, e il corpo di lei sussultò, impotente.

« Un ibrido di un angelo e un demone. Sei una creatura unica, lo sai? »

« Crepa. » sputò lei, in un sibilo.

« Oh, come siamo astiose, piccolina. » disse lui, solleticandole un fianco.

Un rivoletto di sangue sfuggì dalle labbra della ragazza.

« Vedrai che ci divertiremo. » la rassicurò lui « Puoi starne certa. »

 

« Era proprio una bella ragazza. »

Kougaiji alzò gli occhi viola sull’amico.

« Come? »

« Quella che abbiamo sottratto a mio fratello. Un esemplare non indifferente. »

Il demone lo fissò.

« So cosa vuoi dire. Credimi, provo disgusto quanto te, e mi odio per avergliela consegnata. Tuttavia, non potevo fare altrimenti. »

« Lo so. Sai… stavo pensando a Yaone. Se qualcuno… »

« Lo ucciderei. » disse il principe « E non sarei veloce, nel farlo. »

Dokugakuji sorrise.

« Anch’io. »

Il rosso rimase in silenzio alcuni istanti, poi fermò una serva di passaggio.

« Chiamami Lirin. »

« Subito, principe. »

L’altro demone alzò un sopracciglio.

« Che intendi fare? »

« Forse c’è un modo per aiutare quella ragazza. » sorrise lui « Infondo, qualcuno la starà cercando, dico bene? »

Perché, sì, Ni Jeni era un bastardo.

Ma Kougaiji no.

 

*

 

« Ferma. » disse Ryo, sporgendosi verso l’area anteriore dell’auto « Ci siamo. »

« Ci fermeremo solo quando lo dirò io. » tagliò corto Sanzo, freddo.

Hakkai sospirò.

« Guardate, vedo un palazzo! » esclamò Purin eccitata, appoggiandosi al parabrezza.

Mint, dietro di loro, aguzzò lo sguardo.

« Ma quell’edificio… »

Il biondo accanto a lei le fece cenno di tacere con un rapido movimento del capo.

« Sì. » confermò.

I due si scambiarono un’occhiata.

« Di che parlate? » s’intromise Gojyo, sospettoso.

« Non sono cose che ti riguardano. » tagliò corto l’angelo.

Prima che il ventiduenne potesse replicare, alcuni alberi intorno a loro cedettero di schianto, costringendo Hakuryu a sbandare per evitarne i tronchi.

« Ma che diavolo succede?! » gridò Berii aggrappandosi al braccio di Gojyo, che in quel momento le sembrava la cosa più salda presente accanto a lei.

Hakkai riuscì a portare la jeep fuori dalla macchia erbosa, ma non poté evitare il testacoda che quasi li portò a spiaccicarsi contro le mura bianche dell’edificio.

Quando l’autovettura si fu fermata, quasi tutti i presenti tirarono un sospiro di sollievo.

« Che cosa è stato? » chiese Ichigo, appena si fu ripresa.

Ryo balzò fuori dalla macchina.

« YuhuuuPelato-Sanzooo!! »

Il monaco lasciò crollare il capo verso il basso.

« Non è possibile… »

« Temo proprio che la risposta sia arrivata. » ridacchiò Hakkai, sereno.

Lirin li salutava vivacemente dalla cima di un albero superstite.

Gojyo si portò una mano a massaggiargli la fronte.

« Ci mancava solo questa… »

« Chi è? » chiese Retasu, muovendo qualche passo sull’erba verso i demoni.

Saranno stati anche “esseri impuri”, come amava definirli il suo popolo, ma la rassicuravano tremendamente, con i loro muscoli, il distacco del vero guerriero e l’estrema fiducia che riponevano in loro stessi.

« Un demone! » ringhiò Mint, sfoderando l’arco.

« Cosa? » Goku sorrise, esasperato « No, quella è solo Lirin. »

« Come sarebbe a dire “solo Lirin”? » sbuffò arrabbiata la rossa, lasciandosi cadere a terra, proprio davanti a loro.

« Pagherai questo affronto, scimmia! »

« Scimmia a chi?! »

Gojyo scrollò le spalle.

« Beh, allora è deciso. Noi andiamo avanti, te la vedi tu con lei. »

« Cosa?! Non ci penso neanche! »

Ryo inarcò un sopracciglio.

« Scusate… » intervenne timida l’angelo neofocena « Potreste spiegarci chi è questa bambina? »

Il Sanzo Ikkoku la guardò.

« Una seccatura. »

« Goku al femminile. »

« Che hai detto?! »

« La sorella minore di Kougaiji. »

« La sorella minore del principe Kougaiji?! » scattarono insieme Mint, Ichigo e Berii « Ma perché si trova qui? »

Lirin, che si stava già preparando ad attaccare, si bloccò folgorata.

« Ah, già! »

Goku si girò verso di lei.

« Che c’è adesso? »

« Me ne stavo quasi dimenticando! Il mio fratellino mi manda a dirvi di fare attenzione alle illusioni. »

Sfoderò un sorriso ampio e innocente, poi con un balzo sparì di nuovo fra le fronde degli alberi.

« Ci vediamo dentro. »

Un venticello freddo si sollevò sull’erba secca che il prato, diradandosi, aveva abbandonato davanti al palazzo in rovina.

« Sbaglio o il buon Kougaiji ci ha mandato un aiuto? » chiese il mezzo demone, voltandosi verso i compagni. »

« Probabilmente è una trappola. » constatò il master degli angeli, scrutando guardingo il paesaggio circostante.

Purin scrollò le spalle e saltò davanti alla porta di metallo arrugginito.

« Tanto bisogna entrare, no? » trillò con la sua vocetta acuta. « Andiamo! »

L’angelo lorichetto rinfoderò cautamente l’arco, e Hakkai allargò le braccia.

« Temo abbia ragione. In ogni caso, teniamo gli occhi aperti. Hakuryu, tu resta qui ad aspettarci. Hai fatto un ottimo lavoro. »

Il traghetto di ritrasformò repentinamente, mugolò soddisfatto e si andò ad appollaiare sui rami più bassi di un pino.

« Ora la sfondo! » annunciò Goku « Nyoibo! »

Il bastone appena materializzatosi tra le sue mani, si allungò.

« Aspetta! » esclamò Berii.

Il demone aveva già preso slancio, tanto che, per fermarsi, inciampò su se stesso e cadde faccia a terra.

« Cosa diavolo c’è?! »

« Qui, guardate. »

La bionda spolverò con i guantini candidi l’angolo più in basso della porta.

« C’è un incisione. Si vede poco, ma… »

« Non conosco questa scrittura. » la interruppe Ichigo, studiandone i contorni. « Se solo ci fosse qui Zakuro»

« Ma è proprio lei che stiamo andando a salvare! » l’angelo con i capelli scuri la fece scostare, altezzosa. « Ryo, pensaci tu. »

Il ragazzo sospirò, alzando gli occhi al cielo, poi si chinò.

«La Palude Limacciosa dei Nodi di Pensiero

Ti allagherà gli occhi, ti taglierà il respiro.

Limacciosa Palude dai Nodi di Pensiero.»

« E com’è che sei in grado di leggerlo? » azzardò Gojyo.

Ryo alzò le spalle.

« Sembra una filastrocca per bambini. » commentò il demone più giovane.

« È un’antica formula che i demoni arcaici usavano per evocare uno spazio illusorio. » disse Sanzo, poggiato alla parete. « In lingua originale somiglia molto alle invocazioni di Kougaiji. »

« Potrebbe assomigliare persino ai sacri Sutra. » sibilò l’altro biondo.

Il monaco diresse verso di lui i suoi gelidi occhi viola.

« Bene, penso che la faccenda sia chiara. » sorrise Hakkai, battendo le mani per focalizzare l’attenzione collettiva su di sé. « Ora, che ne dite di cominciare? »

Goku assunse un’aria più rilassata. Finalmente si tornava a ciò che sapeva fare meglio.

« E adesso fate largo! » gridò, mentre abbatteva la porta con un colpo micidiale.

Continua…

 

* Per chi non conosce Saiyuki: nella versione animata, Hakuryu è un piccolo traghetto bianco capace di trasformarsi in jeep, che funge da mezzo di trasporto per i protagonisti.

Nel manga, viene chiamato appunto “Jeep”.

 

Special thanks to:

 

Kaho_chan: Sì, Tasuku non ha un ruolo propriamente centrale in questa fic (oserei dire anche “per fortuna”, perché nonostante il personaggio mi piaccia, come molte fan di Tokyo Mew Mew, non ho adorato la seconda serie…) però mi sembrava adatto per svolgere questo compito.^^

Così abbiamo evitato che Sanzo eliminasse Gojyo una volta per tutte.

Interazione dei due gruppi non troppo disastrosa, almeno per ora. Devo dire che maneggiare tutti e dieci i personaggi contemporaneamente non è cosa facile! XD

Ancora pochi scorci di Zakuro, e ho paura che sarà così anche nel prossimo capitolo.

Mint rimane sempre la stessa, quasi l’unica, insieme a Purin, non troppo soggetta all’influenza di Sanzo e co.

Grassie mille cara. ^///^ *blush*

Spero di non averti delusa, anche perché qui lascio sempre mesi e mesi di attesa. *sigh*

Anyway, sarei onorata di leggere una tua spin-off, se mai ti coglierà l’ispirazione! *_* Lo sai che ADORO i tuoi lavori! Comunque vai scialla che non ci sono mica vincoli, eh.

Bacissimo e grazie ancora per tutto!

 

Esha: Che dire se non GRAZIE MILLE di tutti i tuoi complimenti? Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Felicissima che il pairing ti piaccia, pensa che io sto sclerando per convincere qualcuno a farmi una fan art! XD Mi sa che mi devo rivolgere alle deviants!

Bacione!!

  
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