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Autore: SofyTrancy    27/11/2015    2 recensioni
Ciao a tutti!
Questa è una FF AU sul mondo di Bravely Default, raccontata alternamente dai quattro personaggi principali!
In questa storia troverete tutti i personaggi appartententi al gioco... in vesti molto diverse dalle loro!
Curiosi? Allora iniziate a leggere!
(ATTENZIONE: Possibili SPOILER per chi non ha finito COMPLETAMENTE il gioco.)
(Coppie principali: Ringabel/Edea e Tiz/Agnés)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agnés Oblige, Edea, Ringabel, Tiz, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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~ Tiz ~

Sembrava un angelo
 

Aprii il grosso cancello del cimitero, entrando all'interno del grande giardino pieno di tombe.

Non c'era nessuno, ero solo... (o almeno così credevo).

Mi avvicinai alla tomba più piccola presente lì dentro:
 

“Til Arrior, 5 anni”

 

Osservai la foto di mio fratello, sorridente, felice, vivo.

Ricacciai le lacrime indietro che minacciavano di scivolarmi giù lungo le guance.

Non dovevo piangere.

Glielo avevo promesso poco prima della sua morte.

Una piccola e innocente vita troncata da uno stupido cancro...

Sentii un singhiozzo.

Mi toccai la guancia destra, accertandomi che non ero io a piangere.

Mi guardai intorno, cercando di capire da dove veniva quel quel lamento.

E allora la vidi.

Una ragazza piangeva, accucciata in un angolo; ciuffi castani fuoriuscivano dall'enorme cappello che portava sulla testa, il cellulare in mano.

«Tutto bene...?» domandai, avvicinandomi lentamente a lei.

Lei alzò lo sguardo di scatto.

Il capello cadde a terra, i lunghi capelli le ricaddero sulle spalle.

I miei occhi nocciola si incontrarono con i suoi, due stelle luminose sembravano brillare al loro interno.

Il tempo si fermò.

Il mondo parve farsi più... vivo.

Il mio cuore batteva all'unisono col suo.

Poi parlò:

«S-sì... mi manca s-solo la mia migliore amica... ma lei non è più q-qui.»

Quella voce.

Quella voce era così bella, così melodiosa, così perfetta.

«Ti capisco sai...?– le risposi cercando di rassicurarla –Anche a me manca tanto mio fratello. Però non piango vedi? Perché gli ho promesso che non avrei mai versato una lacrima prima della sua morte.»

Il suo sguardo si fece incerto.

Tirò su col naso, asciugandosi poi gli occhi con la manica della maglia.

«Anche io lo avevo promesso a-a Olivia...» sussurrò poi.

«Allora sorridi! Così vedi?» dissi tirandole su i lati della bocca con le dita.

Lei rise.

Dio quanto se era bella...

«Grazie mille.» disse infine raccogliendo il cappello e alzandosi.

«Prego.» le risposi.

Lei mi mostrò ancora una volta il suo bellissimo sorriso, nascondendo di nuovamente i capelli sotto il vistoso berretto.

«Allora io torno a cas...»

Il suo stomaco brontolò, non facendole finire la frase.

Il suo volto divenne rosso.

Risi.

«Andiamo a mangiare qualcosa? Ho fame anche io.» proposi.

Non volevo separarmi subito da lei.

Volevo conoscerla, volevo cercare di ottenere il suo numero...

Perché non ero perfetto come Ringabel?!

«V-va bene...» rispose lei, il viso ancora rosso per la vergogna.

Ci incamminammo lungo la via, entrando nella prima pizzeria che trovammo.

Chissà cosa avrebbe detto Ringabel dopo aver saputo che io, il suo amico incapace e non interessato alle ragazze, stava per pranzare proprio con una rara bellezza.

 

Ogni minuto che passava scoprivo qualcosa di nuovo su quella misteriosa ragazza.

Si chiamava Agnès Oblige e aveva 14 anni.

Era sbadata, come si notava dal modo in cui mangiava la pizza finendo irrimediabilmente per macchiarsi.

Ma ciò la rendeva solo più dolce di quanto non fosse già.

Inoltre era timida, veramente timida.

Era facile capire a cosa stesse pensando, era come un libro aperto.

Lei diceva di essere chiusa in sé stessa e inespressiva, ma non era così.

O forse, per gli altri non era facile capirlo, solo per me era risultato tanto semplice.

Questo pensiero mi fece piacere.

 

«Cosa fai nel tuo tempo libero?» le chiesi, sedendomi su una delle panchine lungo il fiume.

«Studio.» rispose lei, mettendosi accanto a me.

«E basta?»

«No, ma se mia madre è in casa è l'unica cosa che posso fare...»

Il suo sguardo sembrava triste.

«Allora cosa fai quando lei è fuori?» domandai sorridendole.

«Suono! Amo la musica!» esclamò lei, mentre gli occhi iniziano a illuminarsi, mostrandomi nuovamente quelle due splendide stelle.

«Anche a me piace la musica sai? Scrivo anche delle canzoni a volte.» risposi.

Lei si voltò di scatto verso di me.

Il mio cuore impazzì.

Era vicina, troppo vicina.

«Posso sentirle??» chiese, le stelle ancora più luminose di prima.

Le sorrisi.

«Un giorno te le farò sentire.»

Lei mi osservò, con sguardo incerto.

«Cosa c'è...?»

«E' da prima che volevo chiederti perché sorridi così... devi sorridere col cuore o sembri mentire...»

Fu come se una freccia mi trapassasse il petto.

Se n'era accorta?!

«Ecco...– dissi, distogliendo lo sguardo –Io... ho dimenticato come si sorride seriamente.»

Silenzio.

Ero convinto che se ne sarebbe andata.

E invece...

«Ma che sciocchezze stai dicendo?»

«Eh...?» domandai.

«Se non ti ricordassi come si sorride, non saresti stato capace di farmi tornare il buon umore no?»

Sentii come del calore intorno al cuore.

Un qualcosa di dolce, di bello, rassicurante...

«Devi fare così!!– disse lei, tirando le mie labbra con le sue dita, come avevo fatto io qualche ora prima.

Scoppiai a ridere.

Stavo ridendo.

Stavo ridendo sul serio.

Lei mi guardò, felice.

Finalmente stavo ridendo.

 

«Oddio guarda che ore sono!– esclamò Agnès poco dopo, osservando il cellulare –Devo tornare immediatamente a casa!»

La paura si impadronì di me.

E se non ci fossimo più rivisti...?

Lei afferrò un piccolo block notes a forma di orsacchiotto, scrivendoci sopra qualcosa.

Poi mi tese il fogliettino.

«Appena puoi chiamami!– disse, con quella sua bellissima voce –Ciao Tiz!» aggiunse poi iniziando a correre, scomparendo nei vicoli della città.

«Ciao!» dissi a mia volta, per poi guardare il fogliettino.

 

“Questi sono il mio numero e il mio indirizzo e-mail!

A presto♡!”

Il mio cuore accelerò.

Ero così felice.

Niente e nessuno avrebbe potuto rovinare quel momento...

«TIZ! DOVE CAZZO TI ERI CACCIATO!»

Tranne quel rompipalle di Ringabel.

Mi voltai verso il ragazzo che veniva velocemente verso di me.

«Non risponde al cellulare e non ti fai sentire per più di quattro ore! Mi stavo preoccupan...– si fermò, osservandomi meravigliato –S-stai sorridendo...?»

Sì, stavo sorridendo.

Dopotutto era grazie a quella ragazza... quella bellissima e stupenda ragazza.

«Sembrava un angelo...» sussurrai voltandomi nuovamente verso il punto in cui lei era scomparsa, lasciandomi alle spalle un Ringabel alquanto confuso.

   
 
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