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Autore: malefica00    03/12/2015    4 recensioni
“Non capisci... Il fatto che la lettera sia arrivata a te e non a Taehyung è un segno del destino. Rifletti, come avrebbe fatto Hoseok a sbagliare indirizzo due volte?”
Yoongi sviò lo sguardo.
“È una persona molto maldestra, l’ha detto lui stesso.”
“Nessuno può essere così incapace da sbagliare l’indirizzo due volte.”
*****
"Voglio dire, chi scrive più lettere da quando c’è WhatsApp?"
[YoonSeok] 💌
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Namjoon/ RapMonster, Min Yoongi/ Suga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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💌A LETTER FOR YOU💌

2. A Nice Start



La mattina dopo, come da copione, Yoongi si alzò tardi per merito della sua pigrizia. Fece ritardo anche alle poste ma riuscì lo stesso a spedire la lettera con l’indirizzo di Hoseok prima di andare a lavoro. A quanto pare quel ragazzo, Hoseok, viveva a Gwangju, molto lontano dalla caotica Seoul.

Da quando spedì la lettera, trascorse una settimana piuttosto silenziosa per Yoongi. Stranamente Namjoon non si era fatto sentire da quel pomeriggio da Lady Jin Jin e né lui lo aveva cercato; la settimana era stata stancante, piena zeppa di lavoro e presentazioni gastronomiche.
Con sollievo, ma anche con un po’ di rammarico, Yoongi non ricevette nessuna lettera.

Evidentemente si sarà accorto dell’errore e avrà rispedito la lettera al vero Taehyung.

E dire che in un remoto angolo del suo cuore provava una strana tristezza; A parte Namjoon, Yoongi non aveva amici così stretti con cui confidarsi o scambiarsi lettere.

Voglio dire, chi si scrive più lettere da quando c’è WhatsApp?

Gli sarebbe piaciuto scambiare quattro chiacchiere con qualcuno che non lo conosceva per la sua fama, ma bensì come Min Yoongi, appassionato di cucina ma prima di tutto un bravo ragazzo. Perché sì, prima di essere uno dei cuochi più apprezzati dalla nazione, quando era giovane e un po' meno ricco era stato un bravo ragazzo, del tipo che il voto più basso che avesse mai preso si fermava sulla soglia del 6. Yoongi era quel ragazzo appassionato di letteratura, la cui giornata ideale era sedersi fuori in veranda, nella mano destra una tazza di cioccolata calda e nella sinistra uno dei tanti libri della biblioteca della sua città. Durante la sua giovinezza visse in un piccolo quartiere insieme ai suoi genitori, non aveva fratelli e neanche un cane, nonostante l'avesse desiderato da quando era ancora in fasce.

Daegu era una città piccola e lui non aveva molti amici. Un giorno successe che per combattere la noia della domenica pomeriggio, sua nonna gli mise tra le mani un libro di cucina dicendogli di aiutarla a preparare una pietanza tradizionale per la festa cittadina.
Yoongi tutt'ora non ricorda quale fosse quella pietanza, ma ricorda benissimo che fu grazie alla nonna se lui scoprì la sua grande passione per la cucina. Passione che lo portò molto lontano. A vent'anni si trasferì a Seoul dopo aver passato il test d'ammissione alla School Of Cooking Art e grazie all'aiuto della sua famiglia e ai soldi guadagnati dalla sfilza di lavoretti part-time riuscì a pagare le prime tre tasse annuali. Fu in quel luogo che conobbe Namjoon, destinato a diventare suo compagno di stanza nel dormitorio e suo più grande, nonché unico, amico.

Sei anni dopo fu baciato dalla fama e ogni tipo di persona si avvicinò a lui: dagli approfittatori a coloro che volevano solo screditarlo. Yoongi tendeva spesso ad allontanarsi da questo genere di persone ma a volte, per causa di lavoro nella maggior parte dei casi, doveva fingersi qualcuno che non era entrando nei panni di qualcuno che non gli apparteneva. Per questo era sempre grato di avere NamJoon al suo fianco, perché così come gli era amico quando lui era nei panni di Min Yoongi il grande chef, allo stesso modo gli era amico quando era se stesso.
Pensava che tutto ciò gli andasse bene, ed era così: tutto gli andava bene così com'era, ma ci fu un attimo dopo aver ricevuto quella lettera, qualcosa si era smosso dentro di lui ed era nato il desiderio di parlare con qualcuno. Qualcuno che lo conoscesse semplicemente come una persona normale con l'interesse per la cucina e una vecchia passione per la musica.
A questo punto gli andava anche bene fingersi Kim Taehyung pur di parlare con Hoseok.

Fingersi altre persone non è un reato, vero?

Nonostante Yoongi si presentasse come uno scorbutico ragazzo al di fuori del lavoro, in realtà era felice di fare amicizia e conoscere gente nuova. Ecco, non è che la dimostrasse apertamente questa felicità.


-Ya! Tu, che fine hai fatto?- Digitò velocemente sullo schermo del suo iPhone e inviò il messaggio a Namjoon, dopo di che spense il cellulare e lo gettò dall’altro capo del divano. Si sistemò scompostamente tra i cuscini grigi sul divano e sbuffò guardando il soffitto.
Perché questo ragazzino non mi risponde?
Accese la televisione per distrarsi e si sintonizzò sul primo programma che gli passò davanti nella furia del suo zapping. Catfish. Il conduttore, Nev, aveva appena ricevuto una email dove una ragazza gli chiedeva di aiutarla a trovare il ragazzo con cui chattava da anni ma che non si era mai fatto vedere di persona né si era presentato agli appuntamenti. In quel preciso momento Nev stava blaterando qualcosa sullo stare attenti quando si parla su internet con uno sconosciuto perché potrebbe fingersi una persona perbene e poi rivelarsi un maniaco. Un brivido corse lungo la schiena di Yoongi. Si sentiva con la coda di paglia.
Io non mi fingo una persona perbene, io lo sono. E non sono un maniaco! Aish! Non posso sentirmi così per aver risposto ad una stupida lettera.

Una vibrazione ripetuta tra i cuscini scosse Yoongi che si affrettò ad afferrare il cellulare.
-Hyung, ti preoccupi per me~ Ma che carino! Comunque sono sotto, cinque minuti e sono da te♡-
Che significava quel cuore? Tutto quest’affetto. Namjoon. Tipico. Bastava un solo messaggio e te lo ritrovavi a casa.

Quando l’avrei invitato a salire?

Yoongi non fece in tempo a rispondersi che il campanello venne suonato con foga. Si alzò lentamente, con passi lenti e felpati attraversò l’ingresso e con movimenti ancora più estenuanti si limitò ad aprire il portone. Poi se ne ritornò sul divano, aspettando che la sua furia personale entrasse.
“Yoongi-yah! Perché sei così maledettamente pigro? Alza il culo che ho portato le pizze!” esclamò Namjoon entrando e posando due scatoloni di pizza sul tavolo.
“Pizza?” Yoongi annusò l’aria piena del profumo di pizza calda e si tirò su.
“Mi hai preso quella ai peperoni, vero? Altrimenti tu e le tue pizze sapete dov’è l’uscita.” “Yoongi-hyung sono sempre più commosso dalla tua delicatezza! Mi fai venir voglia di sbatterti la faccia su quella pizza ai peperoni che tra l'altro è proprio lì!” disse, puntando uno dei due scatoloni. Sulla faccia di Yoongi si dipinse un sorriso relativamente appagato e si sedette al tavolo pronto per gustarsi la sua pizza preferita.
“Di nuovo quell’espressione da orgasmo?” Yoongi smise di masticare e lo fulminò con lo sguardo.
“Cosa cavolo stai dicendo mostriciattolo?”
“Yah non dirmi che non te ne sei mai accorto! L’espressione da orgasmo è quella che hai ogni volta che infili in bocca un pezzo di pizza ai peperoni” spiegò con tutta la semplicità del mondo, come se fosse una cosa da niente.
“Taci prima che ti cacci a pedate” gli rispose Yoongi con tutta l’acidità del mondo. E si domandava come facesse Namjoon a sapere quale fosse la sua espressione da orgasmo.
A giudicare dall’occhiataccia dell’altro, Namjoon pensò che fosse meglio cambiare discorso e si diresse verso il frigo.
“Hai delle birre da qualche parte?” domandò ispezionando il frigorifero da cima a fondo ed estraendo quattro lattine di birra.
“È buffo, no? Due chef come noi che si ingozzano di pizza e birra, invece di mangiare escargot, tartufi e cose costose del genere.”
“Nam, tu sei uno chef squattrinato che lavora in un McDonald’s, dove li troveresti i soldi per andare a mangiare un piatto di escargots?” domandò Yoongi, gustandosi il formaggio filante della sua pizza. Namjoon gli sorrise mettendo in mostra le fossette che piacevano tanto al suo migliore amico.
“Bingo! È per questo che ho te. Tu mi servi. Sei ricco, la prossima volta portami in un ristorante costoso e fammi mangiare le lumache francesi!” Yoongi si limitò ad una smorfia.
Namjoon aprì la birra e ne bevve un gran sorso prima di illuminarsi improvvisamente.
“Ah giusto... quando stavo salendo, il portinaio mi ha fermato dicendo di avere questa per te..” Estrasse una busta da lettera dalla tasca della giacca di jeans e la porse al suo amico.
“Chi è questo Jung Hoseok che ti scrive lettere?”
A quella domanda inaspettata Yoongi sbiancò e la pizza gli andò di traverso. Iniziò a tossire e Namjoon gli batté una mano sulla schiena, quando si riprese e si pulì le mani unte, afferrò la lettera e se la strinse al petto come per proteggerla dalle mani dell'amico. Ciò, naturalmente, scaturì una certa curiosità d parte di Namjoon che assottigliò lo sguardo.
“Non sarà che il mio bambino si è trovato il fidanzatino?” domandò imitando alla perfezione la voce della madre di Yoongi, e quest’ultimo lo colpì in testa con la lettera stessa.
“Odio quando fai così! No, non mi sono trovato il fidanzatino. È solo…una persona qualunque.”
“Sì, e io sono stupido.”
“Ma tesoro, tu sei stupido.”
“Ya, imbecille! Raccontami tutto. Chi è?”
“Un ragazzo” rispose evasivo Yoongi.
“Questo lo so già. Va’ avanti” lo esortò l'amico, ma la verità era che Yoongi aveva troppa poca voglia di parlare, quindi decise di sbrigarsene in modo veloce.
“Ti farò un riassunto, accontentati. In pratica… è iniziato tutto una settimana fa, il giorno che siamo andati da quell’imbrogliona di Lady Jin Jin. Alla sera il portinaio mi disse di avere una lettera per me e quando la lessi scoprii che l’emittente, Jung Hoseok, aveva sbagliato l’indirizzo e, invece di mandarla ad un certo Kim Taehyung, era finita da me. Da bravo stupido io gli risposi perché… beh, perché mi faceva pena. Pensavo comunque che una volta accortosi dello sbaglio, non mi avrebbe scritto più. Invece ecco qui la sua risposta e, detto con tutta sincerità, ho paura ad aprire la busta.” Yoongi finì il suo discorso sospirando. Namjoon era completamente spiazzato.
“…Wow!” esclamò poco convinto, suonava quasi some una domanda.
“Non sai dire nient’altro?”
“È che… Wow.. la predizione di Lady Jin Jin si è avverata!” esclamò Namjoon battendo le mani energicamente.
“Cosa? Che c’entra quella?” domandò Yoongi stizzito. Lo sguardo di Namjoon balzò dalla lettera al suo amico.
“Pensaci. Lady Jin Jin ha detto che farai nuovi incontri, aveva ragione. Questo è un segno del destino. Se solo tu l’avessi lasciata parlare…”
“Nam, come puoi credere a queste cazzate? Innanzitutto io non ho conosciuto nessuno, è stato solo uno sbaglio che non accadrà più, in secondo luogo io non credo a niente di tutto quello che esce dalla bocca di quella donna.”
“Non capisci... Il fatto che la lettera sia arrivata a te e non a Taehyung è un segno del destino. Rifletti, come avrebbe fatto Hoseok a sbagliare recapito due volte?” Yoongi sviò lo sguardo.
“È una persona molto maldestra, l’ha detto lui stesso.”
“Nessuno può essere così incapace da sbagliare l’indirizzo due volte.”
Yoongi sembrò pensarci su ma poi scosse il capo. “È tecnicamente impossibile.”
Namjoon roteò gli occhi. “Fa’ come vuoi. Non vedo l’ora di sentirti dire te l’avevo detto.
“Idiota. Mangia la pizza e sta’ zitto.”
Dopo aver mangiato la pizza, e aver giocato ai videogiochi per tutta la sera, Yoongi spedì via senza troppi complimenti Namjoon, con la promessa che si sarebbero incontrati il giorno dopo.

Pulì veloce in cucina e si diresse nella sua grande stanza da letto dalle pareti dipinte di un intenso blu oceano pandan con la trapunta indaco che copriva il letto matrimoniale. Yoongi chiuse la finestra e si sedette sul letto a gambe incrociate, con la lettera ancora tra le mani. Era ancora chiusa, nonostante Namjoon l’avesse pregato più volte di aprirla perché era curioso di leggere cosa gli avesse scritto Hoseok, ma Yoongi l’aveva custodita gelosamente, tenendola lontana dalle grinfie del suo migliore amico.
Anche lui era curioso di sapere cosa ci fosse scritto ma era anche un po’ preoccupato. E se Hoseok aveva scoperto che si era finto un altro? Sarebbero stati guai.

Rigirò la lettera tra le mani per qualche minuto, combattuto tra la preoccupazione e la curiosità ma alla fine si decise e aprì delicatamente la busta tirando fuori la lettera piegata accuratamente. Si concesse un attimo per sfiorare con le dita i familiari motivetti dorati ai bordi del foglio
e quando si sentì pronto, dopo aver preso un bel respiro, Yoongi iniziò a leggere:

 
Gwangju, 17 aprile

Caro Taehyung,

come stai? Io sto bene.
Sono davvero felice che tu abbia deciso di rispondere alla mia prima lettera. Certo, ricevere una lettera da uno sconosciuto che ha spiato il tuo profilo su un’applicazione per incontri è inusuale, ma tu ti sei fidato ciecamente di me e mi hai persino risposto! Non ci posso credere! Sinceramente non mi aspettavo una risposta, infatti dopo aver inviato la prima lettera pensavo che appena l’avessi letta l’avresti buttata nel cestino, invece eccomi qua, a scriverne una seconda. Sono molto emozionato, e chiedo scusa se le mie parole sembreranno impacciate!
Tu sei lì, in India, e hai letto la mia lettera! Ti giuro che non appena ho ricevuto la risposta ero più agitato di una fangirl di fronte al proprio idol! Posso sembrarti eccessivo ma non mi è mai capitata una cosa del genere! Voglio dire, chi si scrive più lettere da quando c’è WhatsApp?
Sai, Tae-Tae (posso chiamarti così?) potremmo diventare amici, no? Insomma… se vuoi… non sono il tipo che costringe le persone a diventare amici… amici si diventa in modo naturale, senza costrizioni.
Comunque adesso è un periodo relativamente tranquillo: Jimin e Jungkook hanno smesso di attaccarsi a vicenda, per ora. Invece io passo il mio tempo ad allenarmi nella cantina di casa mia. Eh sì, niente palestra o scuola di ballo.. sono un po’ in rosso ultimamente eheheh

Ah, sono in cerca di un lavoro; l’ultimo che ho sperimentato in questo mese è stato il cameriere in un ristorante del mio quartiere. L’ho lasciato dopo soli tre giorni perché mi trattavano come uno sguattero. Gli chef sono definitivamente finiti sulla mia lista nera. È la razza più presuntuosa che possa esistere. Si sentono così superiori!
E tu, invece? Lavori? Anche tu odi gli chef? Rispondimi presto!

Hoseok.


Yoongi non se lo fece ripetere due volte, prese un foglio bianco ed una penna e scrisse immergendosi nei panni di Taehyung per la seconda volta. Era strano ammetterlo ma provava le stesse emozioni di Hoseok quando aveva ricevuto la lettera di risposta. Anche per lui quella era una cosa mai successa. Aveva un amico di penna ora. Tecnicamente le lettere non erano per lui, ma si stava lasciando lentamente questa fase dei sensi di colpa alle spalle.
 
Calcutta, 22 aprile

Caro Hoseok,

io sto bene. Hai ragione, scrivere lettere è diventata una cosa inusuale in questa generazione, ma sono contento che tu abbia deciso di scrivermi. Sì, mi piacerebbe diventare tuo amico; non ho mai avuto un amico di penna prima d’ora e sarebbe fantastico averne uno.
Mi fa piacere che tu sia più tranquillo adesso; nella prima lettera mi sembravi piuttosto agitato. Sarà perché i tuoi amici si sono dati una calmata, no?
Ti auguro di trovare presto un lavoro, magari non in un ristorante!
Sono curioso.. quanti lavori hai cambiato fino ad ora? Comunque io non credo che tutti gli chef si sentano superiori. Niente affatto, te lo posso assicurare! Io lavoro a tempo pieno, sono uno chef abbastanza affermato!

Tae-Tae.



Yoongi piegò la lettera e la chiuse nella stessa busta della lettera di Hoseok, che conservò nel cassetto del comodino. E per la seconda volta andò a letto e non riuscì a dormire. L'immagine sfocata di Hoseok vagava nella sua testa. Aveva così poche informazioni su di lui che non sapeva neanche se fosse realmente coreano. Il pensiero della lettera, di Hoseok stesso, della teoria di Namjoon e di Lady JinJin lo tormentò per tutta la notte. Si sentiva come se fosse chiuso in una palla di vetro, se la scuotevi, al posto della neve, tutti i pensieri turbinavano senza fermarsi.

E finalmente, alle 02:13 riuscì ad addormentarsi, con il pressante pensiero di chiedere nella prossima lettera una foto a Hoseok.


Dopo cinque giorni esatti, Yoongi si svegliò per andare al lavoro. Raccolse la posta di prima mattina e se la portò con sé per tutto il giorno. Se ne ricordò solo quando era sulla strada per ritornare a casa, non ce la faceva più ad aspettare, era così curioso che si fermò nel parco e si sedette su una panchina, estrasse la lettera dalla tasca della giacca e l’aprì; come al solito era decorata con gli stessi motivetti dorati. In quel momento, Yoongi si sentì davvero felice; non sapeva spiegarsi il sorriso che compariva sul suo volto ogni volta che aveva una lettera di Hoseok da leggere. Il tempo di aprirla e si ritrovò tra le mani il foglio liscio solcato dalle parole.

 
Gwangju, 27 aprile

Caro Taehyung,

omo che figuraccia! Come potevo immaginare che tu fos- No, credimi non ce l’ho con tutti gli chef.. tu sei…diverso. Non volevo generalizzare, spero di non averti offeso. Ti capirei se non volessi più parlare con me. Mi dispiace di averti offeso.

Hoseok.


Ma che cazzo.

Tutto qui?

Non sapeva spiegare il perché, ma Yoongi ci era rimasto male. Aveva aspettato cinque giorni nell’impazienza di ricevere una risposta e l’unica cosa che gli aveva scritto erano delle banali scuse? Non capiva perché il ragazzo si sentisse così in colpa! Non doveva scusarsi di niente perché niente era successo.
Sulla strada del ritorno si fermò in una tabaccheria e comprò una busta da lettera e il francobollo. Non appena arrivò a casa, si disfò degli abiti impregnati dalla puzza di frittura e dopo essersi messo comodo mandò un messaggio a Namjoon scusandosi di non poterlo incontrare quella sera. Sinceramente non se la sentiva di uscire, anche perché conosceva Namjoon meglio di se stesso e quindi, sapeva benissimo che l’avrebbe trascinato nel solito locale puzzolente di vodka dove si esibivano i peggio cantanti di strada. Adesso che ci pensava, aveva anche una cena a base di lumache da offrirgli, motivo in più per non incontrarlo.
Preferì, invece, rifugiarsi in camera sua, seduto alla scrivania con un foglio bianco davanti. Prese una penna e scrisse semplici ma concise frasi.

 
Calcutta, 2 maggio

Caro Hoseok,

la fai troppo tragica! Non mi sono offeso per niente, ognuno è libero di esprimere la propria opinione.
Stai tranquillo, io voglio ancora parlare con te!
E colgo l’occasione per chiederti di raccontarmi di te, è un buon modo per conoscersi meglio, non credi? Quindi.. parlami di te.
Rispondimi presto, e non farmi stare in ansia.

Taehyung.



Doveva chiedergli una foto ma non l’aveva fatto, era diventato un ladro d’identità ma era ancora troppo presto per diventare un maniaco.
Dopo aver scritto quelle poche righe, piegò il foglio e lo infilò nella busta da lettere, pronto per spedirla l’indomani. Accese il suo Ipod e si infilò sotto le coperte, mise le cuffiette e, dopo aver fatto partire la sua playlist preferita, si rilassò da tutta la stanchezza della giornata, mettendo lo stress da parte e cercando di prender sonno, mentre nelle sue orecchie pompavano le sua canzoni preferite.






[]
Hello everybody!
Saranno stata i Mama di ieri che mi hanno ispirata o forse il cambio di temperatura ma ecco il secondo capitolo dopo anni e anni...
Spero vi sia piaciuto e non sia stato noioso!
Una recensione è sempre ben accetta quindi non cambiate canale e scrivetemi qualcosa, non mordo mica :')
Perdonatemi il ritardo ma ormai non ho più il tempo di scrivere ricordo ancora di avere una fic degli exo da finire ma shh lasciamola lì dove sta
Adesso me ne vado e porto con me il mio disagio.. a presto <3
[]
   
 
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