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Autore: LittleDreamer90    05/12/2015    10 recensioni
Un'antica profezia ed un principe dagli occhi color dell'oro.
Il prospero regno d'Egitto, funestato da morti ed inganni, è nelle mani di un empio usurpatore, ma la vendetta dei legittimi eredi non tarderà.
Il destino è in agguato.
Il vento del deserto spingerà il principe verso il compimento di quanto è stato scritto o lo condurrà verso la felicità di una nuova vita tra sabbie e dune?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1   Il bambino dagli occhi color dell'oro.


Un'ombra oscura funesterà il regno d'Egitto,
Un'anima avida e superba sarà la rovina del regno del Sommo Faraone gentile.
La stirpe si disperderà e tutto sembrerà perduto.
Ma presto Horus risorgerà, l'occhio d'oro del falco
Schiaccerà il seme della tirannia.
E sul capo del legittimo erede tornerà la sacra corona del regno
”.


[Diciotto anni prima]

Antico Egitto, Nuovo Regno, 1232 a.C.


Il giovane principe Sesshomaru sbuffò, alzando lo sguardo annoiato dalla pagina del libro delle profezie che l'anziano scriba Myoga lo aveva obbligato a leggere.

Pur avendo nove anni possedeva un'intelligenza degna di un adulto e riteneva quell'ammasso di geroglifici una sciocchezza bella e buona. Il legittimo erede? Lui, era l'erede! Lui era il principe. Anche se…

A breve ci sarebbe stata quella scocciatura!

Una piccola ruga gli si formò in mezzo alla fronte, infastidito dal continuo andare avanti e indietro dell'imponente figura del padre.

- Mio Signore…. – titubò il vecchio Myoga, rivolto al suo re – Distraete il principe, così. Non avete motivo di paventare! Gli Dei sono con voi e con la regina. E poi, sono cose naturali! -.

Inu No Taisho osservò il piccolo uomo grassottello con la coda dell'occhio. Spostò poi lo sguardo sul suo primogenito. Infine sbuffò, rassegnato, nascondendo un sorriso: - Il tuo compito dovrebbe essere istruire a dovere il futuro principe d'Egitto, non fare la paternale al tuo faraone – lo schernì, incrociando le braccia dietro la schiena.

Lo scriba tremò, mortificato e tentò di prostrarsi.

Sesshomaru sogghignò, segretamente soddisfatto. Proprio non sopportava quel precettore chiacchierone e pusillanime.

La porta della sontuosa stanza privata del principino, in cui il padre si era rifugiato per tentare di tener a freno il proprio nervosismo, venne aperta di colpo ed una donna dall'aria affannata ma felice si prostrò sul pavimento: - Maestà, è nato! È un maschio, mio signore! -.

Un'espressione di pura gioia si dipinse sul viso del faraone, che si affrettò però a chiedere all'ancella: - E lei? Lei come sta? -.

- La regina Izayoi è in perfetta salute, mio sovrano! Il travaglio è stato lungo, ma tutto è andato nel migliore dei modi. Vi attende, ansiosa di mostrarvi vostro figlio – lo rassicurò la giovane donna.

- Lode ai supremi Dei d'Egitto! La potente Hator e le figlie della luce*, il benigno Bes e la prospera Tueret hanno vegliato su di lei! Lode a Ra, a Mehetueret e a Nut! Eccelse Meskhenet ed Heket–  iniziò a sproloquiare Myoga – Grandi Iside, Osiride e Horus -.

Sesshomaru alzò gli occhi al cielo: - Andate, padre, prima che si metta ad elencare l'intera trafila! – sbuffò.

Inu No Taisho annuì prima di dirigersi, sollevato, verso le stanze della moglie.



Adagiata tra le morbide coltri dopo le fatiche del parto, Izayoi gli sorrise: - Mio amore. Venite, mio signore. Venite a vedere – mormorò, tornando a rivolgere lo sguardo al fagottino che teneva tra le braccia.

All'improvviso però sussultò: - Per gli Dei! -.

- Che succede, mia regina? – si allarmò il faraone.

- I suoi occhi! Inu! I suoi occhi sono… -.

Fu solo quando il faraone prese tra le braccia il suo secondogenito ed il piccolo riaprì gli occhi, fissandolo, che, nella mente del supremo dominatore d’Egitto, ritornarono prepotenti le parole sussurrate solo poco prima dal figlio maggiore concentrato nella lettura.

Oro.

Il bambino concepito con la sua Izayoi aveva le iridi color oro.


 
~*~*~*~*~*~


Anno 1226 a.C., palazzo reale di Menfi.


Due piccole figure infantili sgattaiolarono lungo l'imponente corridoio.

- Inu Aspettami! Non correre! Sono stanca! – si lamentò la più minuta delle due.

Il principino Inuyasha le rivolse un'occhiata scocciata: - Shht! Zitta! Ci farai scoprire, così! BAH, femmine! -.

Notando una guardia di palazzo venire loro incontro, prese la piccola Kagome per mano, nascondendosi con lei dietro una delle grandi statue lì accanto.

- No, non tirarmi! – si lamentò lei.

- Zitta, stupida! – le sibilò l'amico.

La bambina lo fissò corrucciata, mettendosi un dito in bocca.
Il giovane principino attese che la guardia li superasse.
Non li notò, acquattati com'erano dietro il maestoso piedistallo.

- Bene! Via libera! Andiamo – la esortò poi.

- Ufaaa! Ma io volevo restare a giocare con la mamma e la Signora! -.

- Oh, ma quanto sei noiosa! Perché mi sei venuta dietro, allora! Rompiscatole! – le rispose Inuyasha, trascinandola verso la balconata ad archi che si affacciava sul cortile degli allenamenti.

Si alzò in punta di piedi, per poter sbirciare oltre il davanzale, strizzando per un attimo gli occhi abbagliati dalla potente luce solare.

Kagome gli tirò una ciocca dei lunghi capelli scuri: - Li vedi? Uffa, io non ci arrivo! Non vedo niente! -.

Inuyasha non rispose, incantato nell'osservare i riflessi del sole contro la lucida lama della spada e i movimenti fluidi del fratello maggiore che si esercitava con essa.
All'ombra di un piccolo baldacchino, il faraone scrutava attento i progressi del figlio prossimo al compimento dei sedici anni, affiancato dallo spadaio Totosai.

- Allora? Inuuu! – lo chiamò ancora la piccola Kagome.

- Nana rompiballe! Ho capito, ho capito! Vieni qui, scocciatrice! – sbuffò Inuyasha, tornando a guardarla accigliato ed infastidito.
 Ciononostante si accucciò, dandole la schiena: - siediti sulle mie spalle, ti alzo per farti vedere, contenta? -.

La bambina sorrise radiosa, abbracciandolo da dietro: - Grazieeee -.

- Uff, quanto pesi! – si lamentò il principe.

- Oohh! Li vedo! Che bravo che è il tuo fratellone! E… oh-oh! – soffiò di colpo, non appena incontrò lo sguardo accigliato del Faraone, fisso su di loro.

- Che succede? Ehi! Smettila di dimenarti! Finiremo per cadere! Kagom- Ahia!! -.

Non riuscendo più a mantenere l'equilibrio a causa dell’irrequietezza della compagna di giochi, il bambino si era sbilanciato, cadendo all'indietro di sedere e ritrovandosi Kagome addosso, in un groviglio di gambe e braccia.
Al tonfo causato dalla loro caduta scomposta seguì un acuto strillo.
A differenza dell'amico, Kagome era infatti atterrata in avanti. La presenza di Inuyasha sotto di sè le aveva attutito il colpo, ma la bambina aveva comunque picchiato il naso, scoppiando in un pianto accompagnato da urla, anche a causa dello spavento: - Ahiaaaaaaaaaaa! Mi sono fatta maleeeeeeee! -.

Inutili furono i tentativi del principe di calmarla.

Disturbato dalle grida, Sesshomaru alzò lo sguardo verso la balconata sopra la sua testa: - Maledetti mocciosi! – sbuffò – Non bastava avere tra i piedi il microbo – considerò, riferendosi al fratellastro che il padre aveva generato con la sua seconda moglie – Ci mancava solo la sua tirapiedi! -.

Kagome era infatti la figlia di quattro anni dell'ancella preferita di Izayoi, Misaki.
Anzi, la donna era la migliore amica della regina, proveniente come lei da terre straniere.
Il principino e la bambina, che avevano due anni di differenza, erano praticamente cresciuti insieme e la madre di Kagome aveva finito per diventare la balia preferita di Inuyasha.

- Per gli Dei! Kagome! Principe Inuyasha! Quante volte vi abbiamo ripetuto di non scappare via! – ansimò una donna, procedendo verso di loro.

- M-mamma!!! – pianse Kagome, premendosi le manine sul naso offeso.

Misaki sospirò rassegnata e fece per sgridare la figlia, ma fu interrotta da una risata gentile: - Non prendertela con lei! Sono pronta a scommettere che è stato mio figlio InuYasha, a voler sgattaiolare via. Kagome l'ha solo seguito, non è vero, piccola? Dove va lui, lei lo segue, da brava guardia del corpo. Ho indovinato? – le sorrise la regina Izayoi.

- Madre! Non è assolutamente vero! – tentò di giustificarsi il bambino, sgranando gli occhi color del sole per mascherare l'espressione colpevole.

La bellissima donna lo osservò con sguardo amorevole.
Oltrepassò poi la propria ancella, accucciandosi in un fruscio di pregiate stoffe, davanti alla bambina infortunata: - Fa vedere, tesoro. – le disse gentile, costringendola a scostare le mani dal volto.

Kagome puntò su di lei i grandi occhi marroni pieni di lacrime.

- Che bel naso rosso, che abbiamo qui! Dai, vieni, andiamo dalla somma Urasue a farci dare una controllata, che ne dici? – parlò ancora la regina, prendendo in braccio la bambina ed alzandosi in piedi – E tu? Sua maestà il principe sta bene, oppure anche il suo regale fondoschiena ha bisogno di una controllata? – rise, rivolgendosi al figlio.

Inuyasha arrossì e voltò il capo, offeso: - Madre! Smettetela! Non è divertente! – bofonchiò ancora, rimettendosi in piedi.

Izayoi alzò gli occhi al cielo senza farsi notare.
- Madre! - ripetè per la terza volta il bambino, guardandola accigliato.
Quando faceva così assomigliava proprio al fratello.
La regina gli fece una carezza sul capo ricoperto da folti capelli scuri, copia dei propri.

Kagome si appoggiò contro la spalla della regina, rilassandosi, cullata dal suo dolce profumo e dalla morbidezza delle lunghe chiome.
Voleva molto bene alla Signora. Era una donna dolce, gentile e molto paziente. Una vera principessa.


La tonante voce del Faraone si levò in tutta la sua magnificenza: - Tutto bene, mia regina? – chiese alla moglie, osservandola dal basso.

Izayoi si girò verso di lui, osservandolo dall’alto con sguardo sicuro ma gentile: - Niente di rotto, Vostra Maestà. Stanno bene – lo rassicurò – Perdonate l'interruzione, Sommo Sesshomaru. Non era loro intenzione disturbare i vostri esercizi. Erano solo curiosi, e volevano ammirare dal vivo la vostra abilità. Togliamo subito il disturbo – si scusò poi con l'erede al trono che considerava comunque come un figlio.

Sesshomaru mosse impercettibilmente il capo, mostrando alla matrigna di aver recepito le sue parole.

Inu No Taisho osservò con occhi pieni di amore e orgoglio l'amata sposa e proruppe in una sonora risata.

- InuYasha – chiamò non appena fu tornato serio e composto – Vieni qui, figliolo – gli propose il padre – Tuo fratello non avrà nulla in contrario se assisti ufficialmente al suo allenamento. Basta che tu stia composto ed in silenzio. Giusto, Sesshomaru? – chiese al primogenito, rivolgendogli uno sguardo tra l'ironico e il perentorio.

Quello sbuffò appena, alzando gli occhi al cielo.
Anche se avesse risposto che non voleva il microbo tra i piedi, il padre avrebbe comunque fatto di testa propria.
Il volere del supremo dominatore d'Egitto era legge.

- Davvero? Posso, padre? – domandò entusiasta il bambino con gli occhi ambrati resi ancora più luminosi dalla gioia – Arrivo! – gridò quasi, correndo verso le scale.

- Principe! No, non correte così! – tentò di frenarlo Misaki, inutilmente.

Izayoi ridacchiò appena e la sua ancella la guardò, rassegnata. Contemplò poi la figlia, ancora stretta tra le braccia della regina.
- Datela a me, vostra maestà – le disse.

- Non importa, Misaki. Non è affatto pesante e, in verità, devo confessare che non mi dispiace tenere questa bella signorina! Il mio bambino sta diventando restio a farsi coccolare – ammise, rammaricata.

Fu solo un momento, perché subito tornò serena e si voltò verso la direzione da cui erano giunte, alla ricerca della somma Urasue, l’anziana guaritrice di cui si fidava cecamente. 




Nel frattempo il principe InuYasha si era affrettato verso il cortile.

Fece per girare l'angolo ed immettersi nell'ultimo grande corridoio del piano terra che lo avrebbe condotto dal padre quando…
Impattò contro qualcosa e finì per cadere di nuovo.

Alzando gli occhi, incontrò lo sguardo ambiguo e sprezzante del nuovo grande sacerdote di palazzo.
L'uomo lo contemplò e, per un solo istante, ad InuYasha sembrò di vedere un sorriso malvagio e di scherno increspargli le labbra.

- Dovreste stare più attento, mio principe – gli disse, prima di superarlo e proseguire per la sua strada.

Una figura si stagliò in controluce, fermandosi all'imboccatura esterna del corridoio e la voce di Inu No Taisho rimbombò nel silenzio: - InuYasha, dove sei finito? -.

Naraku si arrestò, voltandosi indietro.

- Vostra Maestà – affermò, chinando il capo in modo ossequioso – I miei omaggi. Vi chiedo perdono, mio Signore. Ho involontariamente intralciato il cammino del principe -.

Il bambino, ancora seduto a terra, osservò circospetto il sacerdote.
Quell'uomo aveva un'aria sinistra, non gli piaceva affatto. In sua presenza provava sempre una strana sensazione di inquietudine e di allarme.
Si affrettò ad alzarsi e avvicinarsi al padre.

Il faraone contemplò il secondogenito: - Tutto bene, piccolo? – gli domandò.

InuYasha puntò le iridi dorate su di lui, annuendo.

- Bene. Andiamo, altrimenti tuo fratello ci sgriderà – sorrise l'uomo, prendendo il bambino per mano.

Il principino lo seguì, docile. Mentre camminavano verso l'uscita che li avrebbe condotti all'aria aperta non poté però evitare di voltarsi indietro un'ultima volta, guardando alle sue spalle.
Il sacerdote era sparito, avvolto dalla penombra e, nel corridoio, rimbombava solo il suono dei passi di padre e figlio.

 
~*~*~*~*~*~*~


In un angolo isolato del palazzo reale un tendaggio si agitò appena, come se fosse stato accarezzato dal vento.

- Ma che diavolo..? – sbuffò Tsubaki, percependo il refolo sulla pelle accaldata ed alzandosi per chiudere completamente la stoffa che fungeva da barriera tra la stanza buia e misteriosa e il palazzo pieno di vita.

- Come avrà fatto una corrente d'aria ad arrivare fino a qui? – si chiese – Questa topaia è nascosta nei meandri dell'edificio! Mah! – borbottò, tornando a riporre i vasi di terra cotta, il cui contenuto era servito per preparare un impacco per la mocciosa che la regina aveva condotto da loro.

Una nuova folata mosse con più vigore il tessuto e il fuoco posto in un alto braciere si innalzò in una funesta fiammata.

Un grido allarmò la donna, che si volse verso l'anziana guaritrice di cui era assistente.
Urasue emise un nuovo gemito, gli occhi spiritati all'inverosimile rivolti verso il fuoco, le labbra rugose contratte in una smorfia allarmata.

- Sciagura!!! Una terribile sciagura! ahhh! Il male! Il male si avvicina! Orrore! sciagura!!!– farfugliò l'anziana donna, tentando di alzarsi e rischiando di carcollare.

Tsubaki corse a sostenerla: - Calmatevi, maestra! Ecco, bevete un po' d'acqua – le disse, porgendole una scodella.

In poco tempo Urasue si quietò e la discepola la aiutò a distendersi sul suo giaciglio.

Mentre sistemava la scodella tra il vasellame da lavare, Tsubaki sorrise sorniona, osservando con la coda dell'occhio l’anziana profondamente addormentata.
Il calmante che aveva aggiunto all'acqua aveva avuto azione immediata.
Senza far rumore la donna uscì dalla piccola stanza, brandendo sottobraccio la cesta di giunchi intrecciati contenente le erbe da far essiccare al sole.

Sbucando da un corridoio secondario, intravide la figura del Gran Sacerdote procedere nella sua direzione.

Naraku le lanciò un sorriso lascivo e Tsubaki arrossì, deliziata e compiaciuta.

Notando che non era solo, chinò il capo, rendendo così omaggio al grado superiore dell'uomo.

- Capite, sommo Naraku? – gli stava dicendo Myoga.

- È un bel problema, sommo scriba – replicò quello.

Sollevato dall’accondiscendenza del sacerdote, l'anziano ometto continuò a ciarlare, incurante di ciò che lo circondava.

Nel momento in cui furono uno di fronte all’altra, Naraku e Tsubaki si guardarono negli occhi.

Fu solo un istante, ma un perfido sorriso complice incurvò le labbra di entrambi.







Note per saperne di più:
La suddivisione cronologica della storia egiziana, intesa come Antico Egitto (dal 3150 a.C. al 332 a.C.; poi, infatti, ci fu la dominazione greco-romana, l'araba, l'ottomana eccetera), è abbastanza complessa.
Si susseguirono sostanzialmente sei grandi periodi, inframmezzati da “stacchi”, chiamati periodi intermedi (3 in tutto): 

1) periodo predinastico → i sovrani egizi si dividono infatti in dinastie e tale categorizzazione classifica i faraoni dal periodo arcaico in poi.

2) periodo arcaico 
3) Antico regno
                   (primo periodo intermedio)
4) Medio regno
                   (secondo periodo intermedio, detto anche degli Hyksos)
5) Nuovo regno
                   (terzo periodo intermedio)
6) periodo tardo

Perché questa spiegazione? ^^ beh, per motivare la mia scelta di ambientare la storia nel Nuovo regno.
Mi servirà infatti per alcune cosette che spiegherò in seguito.
Per ora vi basti questo: dal Medio regno in poi ma soprattutto durante il nuovo, la casta sacerdotale che aveva il suo centro nella città di Tebe, tende ad entrare in contrasto con il potere del faraone ed innalzarsi in importanza.
(N.B. Tebe oggi non esiste più, è un sito archeologico presso le attuali Karnak e Luxor. Omero, nell’Iliade, definì Tebe “la città dalle cento porte”).
Inoltre durante il nuovo regno si ha la massima espansione dell’impero. Il sovrano acquista una connotazione di re-generale. La connotazione sacrale di Re-Dio è comunque sempre presente ma, come detto, i sacerdoti tendono a monopolizzare l'ambito sacrale e politico. Inoltre, è dal Nuovo regno che i faraoni cominciano a prendere in moglie nobili straniere (o anche donne non nobili, seppur raramente), a differenza di quanto accadeva in passato (la sposa del sovrano è scelta sempre e solo tra le donne NOBILI di Menfi, capitale e centro amministrativo dell’Egitto).

Insomma, calzava a pennello per come ho immaginato Izayoi e Inu No Taisho. ^^

Maggiori informazioni sulle dinastie, i periodi eccetera le trovate su wikipedia. 
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Storia_dell%27Egitto
E su questo magnifico sito/portale
http://www.aton-ra.com/egitto/storia-egizia/storia-antico-egitto.html



- Gli dei e le dee citate sopra da Myoga non sono scelte a caso. Tutte hanno qualcosa a che fare con il parto, la vita, la nascita o la famiglia. Inoltre la triade sacra Iside-Osiride-Horus è praticamente la.. indivisibile trinità del pantheon egizio.

Vi lascio il link (anzi, i link XD) sul marasma di divinità egizie (occhio che c’è da perderdersi, là dentro xD)

http://www.aton-ra.com/egitto/religione-antico-egitto.html

http://www.aton-ra.com/egitto/religione-antico-egitto/gli-dei-egizi.html

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Religione_egizia

unica precisazione: le Figlie della Luce*, dette anche le sette hator, sono classificate tra le divinità minori.



Angolo autrice:
Eccoci ^^ lo scenario è stato delineato. Tutto sembra tranquillo e puccioso, vero? :-P Chissà quanto durerà, però, la quiete o.o XD 

Piccola precisazione per questioni di correttezza. Come dicevo nel prologo, la vicenda si strutturerà a flashback. Tuttavia.. ho modificato un po' questa idea: la linea temporale presente (cioè l'oasi) non scomparirà, tornerà a fare capolino di tanto in tanto, in un'alternanza di passato-presente-ricordi ^^
Spero di non confondervi troppo XD 
Tenete comunque conto delle indicazioni temporali che metterò, nella speranza di aiutarvi almeno un pochino ^^
Alla prossima ^^
   
 
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