Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Zenya Shiroyume    05/12/2015    1 recensioni
Tutti abbiamo in mente l'immagine, o stereotipo, dell'Eroe, non è vero?
Di solito, si tratta di una persona coraggiosa, senza macchia e senza paura, abilissimo con la propria arma e capace di farsi in quattro, pur di salvare la propria Principessa e i propri cari.
Ma se una persona del genere non ci fosse, per sconfiggere il Male che incombe su Mistral?
Questa è la storia delle (dis)avventure del pomposo e codardo Principe Elorin e di Anthel, lo sfortunato apprendista stregone, impegnati in un'epica impresa di salvataggio assolutamente fuori dalla loro portata. Infatti si ritroveranno a sostituire l'Eroe delle Leggende, tra mostri, boss, armi da potenziare e alleati ben poco raccomandabili.
Spero di avervi incuriosito e buona lettura a tutti! ^^
.
Inserimento nuovo codice html da cap.1 a cap.6
Genere: Comico, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
08

Monastero di Albia

Riesci a fare di meglio?!”
Teranis sbuffò spazientita, mentre di fronte a sé Anthel cercava di recuperare per la centesima volta la sua spada, gettata malamente dalla ragazza con un abile fendente. Erano infatti ore che i due si allenavano, era stato un ordine del Saggio del Clan della ladra che l'aveva incaricata, o costretta come preferiva lei, a seguire i due ragazzi nella loro impresa. Lei si era fermamente opposta, non voleva più avere a che fare con loro, né tanto meno dover fare loro da balia.

Può accompagnarli quel tizio!” aveva sbraitato indicando Darn, cacciato dal vecchio appena fuori la tenda. Il Generale aveva acconsentito perché avrebbe comunque seguito Elorin ovunque fosse stato costretto ad andare, ma ancora il Saggio aveva fatto finta che l'uomo non esistesse. Lo stesso Principe, che già non voleva partire per un simile viaggio, voleva che fosse il suo Generale ad accompagnarli, con la speranza che magari una delle fermate fosse appunto il Palazzo di Mistral.
M-Mi dispiace! Ma non ho capito c-come devo m-muovermi!” tentò di replicare Anthel, che incontrò ancora lo spaventoso sguardo assassino della ladra.
Come pensi di sopravvivere, allora?!”
Se non mi uccidessi ora, forse ce la farei...

Ragazzina! Lascia che lo alleni io!” fece allora Darn, notando che ormai il povero stregone era allo stremo delle forze; scosse la testa alla vista di quell'affarino così gracile e malmenato che faticava a non compatirlo.
Teranis sbuffò e propose di scambiarsi gli allievi perché tanto non se ne sarebbe stata con le mani in mano; puntò infatti la scimitarra verso Elorin e lo minacciò di mettersi in piedi. Ad occhio esterno, sembrava volerlo più uccidere, che allenarlo perché sopravvivesse. Il Principe scosse la testa e si strinse le braccia al petto, con tutta l'intenzione di stare seduto a guardare gli allenamenti del povero Anthel.

Sua Altezza, avanti! Dimostri a questa ladruncola di che pasta è fatto!” esortò il Generale mentre aiutava lo stregone a rialzarsi. Elorin sbuffò e rispose che con tutti quei guerrieri non sarebbe stato necessario imparare a lottare, lo avrebbero protetto loro, perciò decise semplicemente di mettersi comodo sulla sacca di Anthel.
Ah, con me non la passi liscia!” fece Tera, gettando ai piedi di Elorin una delle sue scimitarre. Si morse poi il labbro inferiore, vedendo il giovane principe fissare l'arma con pressappochismo e volle tanto prenderlo a calci, anche perché quella era la seconda volta che una delle sue 'bambine' veniva ignorata così brutalmente. Di nuovo, la scena lasciata in sospeso sul campo di battaglia riprese, mentre Anthel riusciva finalmente a riprendere fiato. Darn era tanto più buono e tranquillo, si sentiva al sicuro nel dover maneggiare la sua spada con qualcuno di capace e dai nervi saldi: Teranis non era infatti uno dei migliori maestri che avesse mai avuto.
Allora, Anthel! Dimostriamo a questa ragazzina quel che sai fare!”
Il giovane stregone sospirò nuovamente e si rimise in guardia, emulando i movimenti del grosso omone che aveva davanti. Purtroppo non riusciva a concentrarsi, aveva ancora in testa la strana chiacchierata all'accampamento dei ladri, dove effettivamente era custodita una delle steli di pietra che il Gran Mago voleva che trovasse.
Le parole incise su quella roccia erano ancora più enigmatiche e strane di quelle lette nella tana dell'orco: esse infatti insinuavano che l'Eroe fosse l'allievo di un Grande, un titolo che per un comune mortale poteva essere stato concesso a qualunque persona di una certa importanza, che fosse essa un Principe, un Duca o uno Stregone.
Il suo cuore... in.. vie del Regno dei Venti che, sotto la guid.. n Grande e gli insegnamenti di un Potente, lo condurr... affinché il potere... dissipare le tenebre ...i nell'anima del dis... el Maestral...
Ripeté mentalmente, attingendo i vari significati possibili dai suoi anni di studi di magia e storia antica. Sapeva che si trattava effettivamente di un Eroe proveniente da Mistral, o come minimo qualcuno che sapesse come orientarsi nel vasto Regno di Elorin, poiché in origine il nome del paese era appunto Regno dei Venti. Ma ciò che più aveva attirato la sua attenzione era la parte riguardante i cosiddetti 'Grande' e 'Potente'. Anthel si chiese nuovamente chi potessero essere i due a cui si riferiva la stele, di cui era ormai rimasto solo un mucchietto di roccia gettato a terra.
Infatti, mentre il giovane stregone analizzava la roccia, il vecchio Saggio aveva tirato fuori da una delle sue sacchette un logoro pezzo di pergamena che aveva conservato per anni, su cui erano riportate le parole che il ragazzo stava ripassando.
La grotta, nascosta dalla tenda del membro più anziano del Clan dei Ladri, era piccola e piena di muschi e muffe, ad indicare la poca manutenzione che l'anziano le aveva riservato, e sul fondo la stele, illuminata dai raggi del sole che filtravano da un buco sul soffitto.
Il Saggio aveva invitato Anthel a farsi avanti ed analizzare quello che aveva davanti, ricordandogli della missione assegnatagli dal suo 'collega' Bepharis, che probabilmente in quel momento se ne stava comodamente seduto sulla sua poltrona a sghignazzare.

Che ne dici, giovanotto?” aveva chiesto pettinandosi la barba con le dita.
Anthel non aveva saputo come rispondere, per lui bastava raccogliere i frammenti della Leggenda e riportarli al Maestro, ma a quanto pareva i due vecchietti sembravano essersi messi d'accordo per far sì che qualcosa accadesse. Cosa, il giovane dai capelli blu non lo sapeva.
Fu allora che il Saggio aggiunse qualcosa che Elorin aveva ripetuto fino allo sfinimento, sorprendendo il povero apprendista. La storia dell'Eroe si era ripresentata e il giovane aveva ricominciato a opporsi, anche perché la faccenda del Grande legata a Elorin non sembrava avere nessun tipo di logica. Il vecchietto rise all'ostinatezza del giovane e gliene diede atto, mentre dietro di lui il Principe sembrava essere lusingato dall'essere stato nominato in una Leggenda vecchia di secoli.

Va bene, ragazzo! Allora voglio dirti dove andare per trovare un altro pezzo della leggenda... Magari potrai ricrederti sulle mie parole!” aveva aggiunto alla fine , per poi ricordarsi che anche Elorin avrebbe avuto un ruolo fondamentale in quella grande impresa.
Ed eccoli, ad allenarsi per dirigersi nel lontano Monastero di Albia, nella regione dei laghi, dove a detta del Saggio qualcuno li attendeva.
Chi mi aspetta?” aveva poi chiesto Anthel, scoprendo che l'ospite tanto atteso era lo stesso Principe. Su quella parte, il vecchio fu assolutamente di poche parole, per non dire di nessuna. La missione era semplicemente andare là e basta.
Anthel! Vuoi attaccarmi?” chiese Darn, scaldandosi il muscolo della spalla sinistra in attesa dell'assalto del giovane.

Lo stregone sospirò e corse verso il Generale, che aveva deciso di insegnargli alcune tecniche per poter sopravvivere in caso fossero vittima di un'imboscata.


Basta così! Che ne dite di ripartire?” chiese Darn, di fronte ad un Anthel stanco e dolorante.
Chi ti ha detto che puoi avere il comando?!”

Teranis fissò l'uomo indispettita, nonostante lei non volesse avere niente a che fare con la missione; eppure, a darle fastidio era che qualcuno le desse degli ordini.
Elorin la guardò dall'alto in basso e si affiancò al suo Generale, per poi superarlo a testa alta, rivolgendo alla ladra, che aveva deciso di chiamare solo Tera, l'ennesima frecciatina acida.

Preferisci che sia io a comandarti a bacchetta?”
Anthel inspirò una profondissima boccata d'aria per trattenersi dal commentare la scena, poi anche lui si decise a procedere, fissando gli occhioni verde intenso sulla mappa di Mistral. Se facessi solo da navigatore, eviterei di essere coinvolto da questi due, pensò calcolando la distanza da percorrere per raggiungere il Monastero di Albia.
Il Monastero era situato a circa due giorni di marcia dal Palazzo Reale, due a cavallo e quattro a piedi, e sorgeva sulle sponde di un bellissimo lago dall'acqua cristallina, tanto chiara che nelle giornate d'estate cielo e acqua parevano mescolarsi. Lo stregone non ci era mai stato e così anche Elorin, per quanto ricordava, ma ne aveva sentito ampiamente parlare dal Maestro e da molti membri della servitù: questi raccontavano di quanto fossero ospitali i monaci, di quanto il cibo fosse buono e di come fossero belli i siti adibiti al relax dei turisti, mentre il buon vecchio Bepharis aveva più volte citato la biblioteca custodita dal Superiore del Monastero.
Anthel sospirò all'idea di potersi rilassare, dopo i quattro giorni che aveva trascorso con il 'simpatico' duo, con il rischio di farsi venire un esaurimento nervoso; la prima idea che gli balenò in mente fu quella di invitare il Principe a stare in panciolle sulla riva del lago, mentre lui avrebbe svolto le indagini che gli erano state richieste.

Allora, quanto manca?” chiese Teranis.
Se ci s-sbrighiamo, dovremmo arrivare là per il tramonto...” fece senza staccare gli occhi dalla pergamena. Ormai nemmeno distingueva più le linee e le scritte tanto il suo naso era vicino alla carta, quel gesto sembrava dargli l'illusione di potersi nascondere dai suoi compagni di viaggio e isolarlo come fosse in una bolla.
Sarà meglio per te, Anthel!”
N-Non si preoccupi, S-Sua Altezza!”

Il viaggio procedeva lento e in silenzio. Tera e Elorin camminavano a debita distanza l'uno dall'altra, con in mezzo quel grosso omone di Darn, che con la sua stazza impediva al Principe di vedere la ragazza. Invece, Anthel proseguiva a passo un po' più spedito, con in mano la sua inseparabile mappa e la spada che sbatteva dolorosamente sulla coscia destra. Gettò quindi un occhio sull'arma e pensò di cambiarle posizione, magari sulla schiena, ma preferì aspettare di arrivare al monastero per non rallentare la loro marcia.
E-Ehm, Altezza?” chiese il Generale ad un certo punto.
Che c'è?”
Come mai lei e Anthel siete usciti fuori dal Castello? Avete detto di aver incontrato questa ragazza prima della missione del Gran Mago...”

Elorin si passò una mano sul mento e si mise a riflettere. Gli ci volle un po' prima che riuscisse a ricordarsi del motivo della sua presenza là, poiché gli avvenimenti di quei giorni si erano succeduti rapidamente travolgendo il giovane senza che nemmeno se ne accorgesse.
N-Non se ne s-sarà dimenticato, vero Altezza?”
Il Principe ebbe un sussulto e arrossì violentemente, ricordandosi finalmente del vero motivo della loro missione, ossia trovare Sefia e salvarla. La reazione del Generale fu più violenta di quanto tutti si aspettassero, soprattutto Anthel che credeva di aver trovato un compagno di viaggio mentalmente stabile, e tutti per un istante ebbero paura. L'uomo urlava e sbraitava, diede la colpa a Tera per aver rallentato i due e li esortò ad abbandonare la richiesta del Gran Mago di corte per andare a salvare la Principessa.
Nessuno dei tre seppe come rispondere, Anthel provò a dire qualcosa ma i suoi occhi vennero colpiti da un raggio di sole che proveniva da un meraviglioso specchio d'acqua, su cui si rifletteva il cielo ambrato.

Beh, direi che siamo arrivati...”

*****

Anthel se ne stava sdraiato sul suo letto a fissare il soffitto di legno, sostenuto da pesanti travi che correvano da una parte all'altra della stanza. Se ne stava per conto suo, con gli occhi chiusi e le mani dietro la nuca, a godersi il silenzio di quel monastero di pietra. Elorin e Teranis erano in altre stanze, a debita distanza affinché non si incontrassero e Darn se ne stava di ronda davanti la porta della stanza del Principe.
Finalmente un po' di pace...” fece stiracchiandosi, per poi aprire gli occhioni verdi e afferrare dal comodino vicino il suo quadernino di appunti. Non lo aprì immediatamente, se lo rigirò tra le mani, fissandone il dorso di pelle logoro. In quei pochi giorni aveva scritto almeno una decina di pagine, tra incantesimi e pezzi di leggenda, un po' per ripassare, un po' per estraniarsi dai suoi compagni di viaggio. Eppure il suo chiodo fisso era Sefia, probabilmente sola e spaventata in qualche prigione in balia di mostri e affini. La voleva salvare e ormai non credeva più di potersi tirare indietro, ma il pensiero di affrontare il Signore Oscuro lo spaventava a morte. “Magari, andando in cerca della Leggenda, potrei trovare il vero Eroe che la salverà...”
Fece per aprire le pagine del piccolo taccuino ma si fermò quando sentì dei passi fuori la sua porta. Subito scattò a sedere e si mise in ascolto, cercando di capire a chi appartenessero quei passi. Per un istante pensò si trattasse di qualche monaco, ma dopo un po' arrivò alla conclusione che fuori la sua camera c'era uno dei suoi compagni di viaggio. Infatti, quando la porta si aprì, vide Teranis con le mani suoi fianchi e un'espressione indispettita sul volto.
Anthel lanciò un urletto sommesso, il suo corpo si irrigidì di colpo e temette nuovamente per la sua vita: dopotutto, quanti motivi aveva la ladra per presentarsi da lui? La ragazza si guardò attorno e entrò nella stanza con fare minaccioso, senza degnare lo stregone di uno sguardo. Questo intanto tremava e aspettava l'imminente aggressione della giovane.

P-Posso fare qualcosa per t-te?” chiese titubante lo stregone.
Tera gli lanciò un'occhiataccia e si lasciò sfuggire uno strano versetto che l'apprendista interpretò come disprezzo. È sicuramente disprezzo...
Tsk, la cena è pronta...”
Eh?”
Non farti venire strane idee! È stato quell'idiota di Elorin a mandarmi e non ne potevo più di sentirlo, perciò alza il tuo deretano e andiamo!”

La ragazza non gli diede nemmeno il tempo di metabolizzare la situazione che abbandonò la stanza con la velocità di una tigre, lasciando uno spaesato Anthel seduto sul letto. Lo stregone scosse la testa azzurra e si fiondò fuori dalla stanza, lasciando dietro di sé una scia di foglietti spiegazzati e scarabocchiati.
I-In che senso ti ha mandata Sua Altezza? -chiese boccheggiando a due passi dalla ragazza- Credevo non vi parlaste!”
Infatti, ma a quanto pare qualcuno ha deciso di giocare con la mia pazienza... Dovrebbe ringraziarmi per essermi fatta coinvolgere in questa faccenda...”

Anthel rimase in silenzio a quell'affermazione, non poteva che darle ragione, ma il pensiero di doverle dire altro lo spaventava.

Presto, i due raggiunsero una pesante porta di legno alla fine del corridoio in pietra, davanti alla quale Darn era ritto in piedi come una statua. L'uomo teneva le braccia conserte e continuava a guardare lontano, sopra le teste dei due guerrieri, attento ad ogni movimento sospetto. Pareva essersi calmato e sembrava aver accettato la situazione in cui si trovava; sicuramente stava pensando a come salvare Sefia ma ovviamente nessuno dei presenti avrebbe saputo come fare.
Eccovi qui! Entrate, io faccio la guardia qui!” disse aprendo la porta su un'enorme sala da pranzo con al centro una tavola imbandita degna di un re. A capo tavola, Elorin se ne stava seduto impugnando le proprie posate con la grazia e l'eleganza che gli erano state insegnate. Di nuovo, però, la sua espressione tranquilla venne spazzata via dal fastidio che provava per Teranis, che si diresse senza dire una parola al suo posto.
Anthel raggiunse il Principe e si sedette accanto a lui, chiedendogli spiegazioni sullo strano comportamento della ragazza; la risposta che ottenne non fu assolutamente soddisfacente, perciò il giovane stregone andò a sedersi vicino al suo sovrano.
Diede un'occhiata a ciò che Elorin aveva davanti e deglutì la saliva che gli si era formata in bocca tanto il cibo pareva buono; purtroppo per lui, del suo piatto nemmeno l'ombra, ma un monaco sulla trentina, di corporatura robusta e atletica, gli passò accanto annunciando che presto anche lui avrebbe mangiato. Decise quindi di ammazzare il tempo guardandosi attorno, partendo dalla porta di ingresso da cui intravedeva le larghe spalle di Darn, ancora fermo a fare la guardia.

Chissà a cosa starà pensando? Mi chiedo cosa ne pensi di questa storia, pensò poi. Non è stato per niente contento di sapere della Principessa.
Ovvio che non fosse contento! Nessuno sarebbe potuto esserlo. Lasciò perdere quindi il Generale e spostò la sua attenzione alla possente struttura in cui si trovava: il soffitto era massiccio e sorretto da lunghe travi di legno, mentre alle pareti erano appesi gli stendardi della famiglia reale e il simbolo della divinità dei Venti adorata a Mistral; altro non c'era, anche perché si trattava di un austero monastero pieno di monaci e studiosi.

Se mi avessero portato qui da piccolo, forse non avrei avuto tutti questi problemi con Elorin, fece guardando di sottecchi non tanto il Principe quanto il suo piatto, per poi dare un'occhiata alla ladra seduta dall'altro parte del tavolo.

Ehi!”
Dietro la ragazza un giovane monaco sulla ventina sembrò chiamare a bassa voce un suo superiore, facendo segno di avvicinarsi alla pesante colonna di pietra dietro cui si era nascosto. Anthel lo vide e inclinò la testa confuso, destando la curiosità di Teranis che si stava portando un cucchiaio colmo di zuppa alla bocca. Il giovane stregone dai capelli blu, dopo essersi morso la lingua ed evitata una lamentela per la mancanza di cibo, indicò piano alla ladra lo strano comportamento dei monaci.
Non ti voltare così!” mimò Anthel, per non destare sospetti.
Tera lo fulminò e girò piano il collo, poco interessata al discorso. Il giovane monaco pareva spaventato, forse anche preoccupato, cosa che scatenò in Anthel un brivido lungo la schiena: di solito le sue supposizioni si rivelavano abbastanza vere. Strinse gli occhi a fessura per mettere a fuoco e cercò di concentrarsi per carpire il tema principale del discorso. Non che fosse interessato, ma dentro di sé sentiva che si trattava di qualcosa di fastidioso e forse anche abbastanza pericoloso.
Teranis, invece, non ne sembrò affatto allarmata e tornò a gustarsi il suo pasto, forse migliore di quelli che aveva al suo accampamento.

Che hai?” chiese Elorin mandando giù un raffinato pezzo di filetto di manzo. Anthel gli fece segno di guardare dritto, dietro le spalle di Teranis, ma questo eseguì l'ordine con la discrezione di un cinghiale. Infatti, appena notato i due uomini di chiesa, Elorin attirò la loro attenzione agitando il braccio e chiedendo dall'altro capo della sala del perché stessero confabulando tra loro.
Lo stregone si coprì la faccia con la mano e la fece scorrere sul viso, nascondendo la sua espressione sconcertata e si fece piccolo piccolo, allungando la mano verso un pezzo di pane che inghiottì a fatica. Il monaco più giovane cercò l'aiuto del suo superiore con un'occhiata da cane bastonato; una volta ottenuto il consenso, questo si avviò verso Sua Altezza Reale.
Maestà... Non vorremmo mai d-disturbarla, soprattutto perché c-ci ha onorati di una sua visita, ma c'è un problema con l'Oracolo...”
Che problemi?” chiese Anthel, con la consapevolezza che a quella domanda non sarebbe mai arrivata una risposta positiva.
H-Ha avuto la v-visione di u-un attacco...”

*****

La splendida ragazza di fronte al Principe di Mistral sorrideva come una dea, il capo coperto da un logoro mantello di tela tipico dei monaci del Monastero. Ella fissava Elorin grata e con un dolce sorriso tutto per lui, che sapeva che quella bocca di rose non avrebbe mai incontrato le labbra di un uomo.
Il Principe sbuffò e si tirò fin sotto gli occhi il velo bianco che aveva in testa, imprecando sottovoce contro l'altra ragazza presente nella stanza.

Piantala!” sbottò dopo pochi secondi. Teranis non ce la faceva più, le risate erano talmente fragorose e convulse che le faceva male lo stomaco. Invece Anthel sembrava trattenere come meglio poteva la risata che si sforzava di tenere in fondo alla gola, nonostante guardare la ladra non gli fosse di grande aiuto.
Scordatelo!” fece Tera, rimproverata più volte dal Generale Darn.
Perché diamine devo fare io da esca?! Tera è una ragazza, non io!”

Elorin si alzò dalla sua sedia e prese con riluttanza la gonna di cotone bianco che indossava, appartenente all'Oracolo di Albia, ossia la bellissima ragazza che aveva davanti.
La giovane sacerdotessa, l'unica donna presente nel monastero e custode di uno dei tesori della Famiglia Reale, aveva avuto una terribile visione di un mostro mandato dall'Oscuro deciso a rapirla per accaparrarsi il prezioso manufatto. Ed era proprio a causa di questa visione e della poca discrezione del Principe che questo si era ritrovato a vestire abiti femminili, con la speranza di acciuffare il mostro e salvare la preziosa ragazza.

Almeno io so combattere, al contrario di qualcuno...”
Cosa vorresti insinuare? A questo punto avremmo potuto usare Anthel!”

Lo stregone sussultò e cercò di fare finta di niente, ma dietro si sé sentì Teranis dire che anche lui era in grado di maneggiare un'arma ormai e che quindi Elorin rimaneva l'unico incapace del gruppo. “E poi, tu sei biondo come lei!”
Sua Altezza, non arrabbiatevi! Ciò che state facendo dimostra il vostro immenso coraggio, perché dovrete affrontare quell'infima creatura faccia a faccia...”
Il Principe si sentì avvampare dall'ennesima giovane di bell'aspetto e si lasciò nuovamente sopraffare dal suo ego. Invece Darn pareva essere il più preoccupato di tutti, soprattutto perché la sicurezza dell'unico erede maschio veniva messa a rischio. Il Generale chiese quindi all'Oracolo più dettagli sulla sua visione e lei rispose con un sorriso.
Indietreggiò di pochi passi e allargò le braccia, per poi guardare in alto, verso il rosone di vetri colorati del Monastero. “Si tratta di una chimera dalle possenti corna di toro, la cui coda velenosa è in grado di sciogliere la spada più resistente e le mura più solide. Verrà quando la luna brillerà alta nel cielo e farà strage di coloro che oseranno andare contro il suo padrone, che stringe tra le grinfie l'erede del Maestrale!”

Visione per niente piacevole...” commentò la ladra con un leggero sarcasmo. Anthel non poté fare a meno di invidiarle il suo coraggio e la sua risolutezza. Se solo le avesse avute anche lui!
E io dovrei fare da esca a quel coso?! Darn, vai a riunire i tuoi uomini!”

Il Generale abbassò il capo e cercò di scusarsi, poiché i suoi uomini, da quanto riferito da un messaggero, erano tornati a Palazzo e non si sarebbero potuti muovere per un po'. A quanto pareva il destino di Elorin non era dei più rosei.
Non si preoccupi, Altezza! Sento chiaramente che la mia visione potrà essere cambiata dall'intervento di un valoroso, il cui volto però ora mi sfugge...” fece l'Oracolo guardando più Anthel che il Principe.
Posso farti una domanda?” esordì allora lo stregone, riguardo al valoroso nominato dalla sacerdotessa.
So che domanda mi vuoi fare, ma non è questo il momento... Prima, la vostra spada necessita di essere sguainata...”

Elorin si trovava da solo nella stanza dell'altare dove di solito stava l'Oracolo. Tremava e continuava a maledire l'artefice di quel piano, ossia la bella Teranis, che sicuramente aveva voluto fargli l'ennesimo torto. Sedeva sul gradino di fronte al tavolo delle offerte e si guardava le mani, pronto a mettersele sul viso per non vedere la creatura.
Che piano del cavolo...” fece al nulla, con il sentore di aver visto qualcosa muoversi alle sue spalle. Elorin non era mai stato un tipo paranoico, a quello ci pensava Anthel, ma in quel momento era convinto di non essere solo e che intorno a lui danzassero ombre maligne. “Non darò a Tera la soddisfazione di vedermi spaventato, perché non lo sono affatto!”
Davvero?”

Il Principe lanciò un urlo di puro terrore e due lacrimucce gli rigarono il viso, con la conseguente risata della ladra. Questa era carponi nascosta sotto alla tovaglia candida del tavolo e lo guardava sorniona, con un sorrisetto saccente. Accanto a lei, Anthel si mordeva le labbra per non ridere.
Che diavolo ci fate là sotto?!”
Teranis gli fece cenno di non urlare e di non 'sconsacrare' un luogo sacro con quel linguaggio puerile, per poi spiegargli che se i due guerrieri fossero stati altrove, Elorin sarebbe stato bello che mangiato.
Tsk, secondo me volevi solo farmi uno scherzo...”
Forse, ma adesso mettiti lì buono e aspetta il mostro! Anthel, tieni gli occhi aperti!”
S-Sissignora!”
E Darn? Poteva benissimo prendere il tuo posto...” borbottò Elorin.
Fuori, a controllare il perimetro di questa costruzione. E poi ce lo vedi qui sotto, grande e grosso com'è?! Adesso tappati la bocca e stai zitto!”

La ragazza tagliò corto e spinse lo stregone sotto al tavolo, sotto cui lo raggiunse. Intanto il tempo passava e nulla accadeva; Anthel aveva fame, non era riuscito a mangiare quasi nulla e la ladra occupava troppo spazio affinché lui riuscisse a sgranchirsi le gambe. Infatti la giovane teneva le gambe distese e si teneva a sedere come se stesse prendendo il sole, mentre le sue scimitarre occupavano tutto lo spazio accanto a lei. Invece, dal lato di Anthel c'era solo lo stregone accoccolato su se stesso a mo' di armadillo, con la spada che spuntava da dietro la schiena curva.
Nessuno dei due guerrieri parlava, Elorin continuava a borbottare e imprecare sottovoce e il tempo passava lento. Teranis si guardava attorno e sembrava essere incuriosita dal piccolo armadietto dorato appeso sulla parete dietro il tavolo.

Ehi, testa blu! -esordì con la sua solita finezza- Sai che tipo di tesoro è custodito qui?”
Anthel venne colto alla sprovvista e scattò a sedere, con l'unico risultato di colpire il tavolo con la testa e attirare l'attenzione di un spaventato, per non dire terrorizzato, Principe.
Sono cose che non ti riguardano, ladra!” urlò Elorin.
Mi interessano proprio perché sono una ladra, mio caro! Non sia mai che diventi la mia ricompensa per averti di nuovo salvato!”

Elorin fece per controbattere ma in quel momento la profezia dell'oracolo si avverò, con un enorme mostro dalla corporatura possente che sfondava la finestra principale della stanza. Il Principe si gettò quindi tra le braccia della ladra e nascose il viso sul seno di lei, che con una rapida mossa gettò il ragazzo addosso allo stregone. “Scrollatelo di dosso e dammi una mano!”
Anthel cercò di reagire il più prontamente possibile e nella sua testa pregò nuovamente il Grande Capo di graziarlo con un miracolo, o magari con l'arrivo del vero Eroe pronto a salvare tutti.

Dove diavolo è Darn?!” gracchiò l'erede di Mistral ficcandosi sotto al tavolo delle offerte.
Non c'era tempo per pensarci, perché il mostro puntò subito verso l'Oracolo e con un balzo si ritrovò immediatamente dietro al tavolo delle offerte, mentre la sua coda da scorpione si agitava in cerca della sua preda. Elorin continuava a strisciare all'indietro e finì col rotolare a testa in giù dai quattro gradini dell'altare, mentre Anthel seguiva come un segugio la ladra.
Tieni gli occhi aperti!” lo ammonì di nuovo lei, completamente assorbita dal combattimento col feroce mostro. La testa di leone sulla spalla della belva ruggì spaventosamente, facendo addirittura tremare i pochi vetri rimasti; gli zoccoli invece scalciavano e pestavano, mentre gli artigli da aquila sulle mani afferravano qualsiasi cosa si trovasse nelle vicinanze.
Ma quella non mi sembra una chimera!” urlò lo stregone, che di quelle terrificanti creature conosceva parecchio dai libri. Peccato che quella conoscenza quasi nozionistica non lo avrebbe di certo aiutato.
Sei più intelligente di quello che sembri, allora!”

Una strana voce riecheggiò per la stanza e la creatura si fermò per accogliere sulla spalla destra una figura scura, che nemmeno alla luce della luna riusciva a essere completamente distinta. L'unica cosa che lo stregone fu in grado di vedere furono delle bizzarre e lunghe zampe al posto delle mani, ricoperte di una peluria incredibilmente ispida; le braccia invece sparivano sotto a un raffinato mantello di velluto nero, ma di un nero talmente scuro che non sembrava nemmeno normale.
Improvvisamente, nella stanza tutto tacque e tutto sembrò congelarsi, tranne per quella figura attorno al quale si muovevano inquietanti fumi neri. I tre attesero che l'essere si stabilizzasse, ma quello che videro li lasciò a bocca aperta, soprattutto il secondo erede al trono di Mistral.
L'essere che si era formato dalla nebbiolina continuava a rimanere una figura indistinta, appollaiata sulla spalla della belva, mentre sul suo grembo, seduta sulle ginocchia dell'essere, compariva una figura vestita di bianco e argento.

SORELLONA!”
Sefia era stretta tra le braccia del suo presunto rapitore e fissava Elorin e Anthel, con un'espressione a metà tra la sorpresa e la preoccupazione. Non sembrava essere in pena per il fatto di essere stata rapita, anzi, la cosa che più la turbava sembrava essere la presenza fuori dal castello dei suoi due amici, per lei sempre stati come due cuccioli da accudire e tenere lontano dai guai.
Elorin, che ci fai qui? Dovresti essere a Palazzo! -rimproverò la ragazza- E perché sei vestito da donna?”
Sono davvero queste le tue priorità?!” gracchiò il Principe gattonando verso una panca di legno ormai rovesciata. Fece poi spuntare la testa fuori e prese un respiro profondo, per riuscire poi a sfoderare tutto il suo coraggio da Principe e attaccare, almeno verbalmente, la creatura che teneva in ostaggio l'amata futura regina del regno.
Chi sei? Fatti vedere!”

L'essere rise e strinse ancora più forte Sefia, per poi allargare teatralmente le braccia e far scivolare giù la ragazza che atterrò proprio sopra Anthel, avvicinatosi guardingo per riuscire a salvare la Principessa.
Sua Altezza! Che onore incontrarvi! -fece il nuovo arrivato senza accorgersi di aver perso la sua preda- Io sono colui che presto regnerà su Mistral, colui che ha tra le mani il potere della Principessa del Maestrale!”
I tre non seppero che dire, ci fu solo un lungo silenzio, in cui Anthel, con la lingua stretta fra i denti per non urlare da dolore, allontanava Sefia e la portava al sicuro. Teranis invece era intenta a fissare l'essere che continuava a ciarlare del suo immenso potere e di come avesse rapito la principessa sotto al naso di tutti. Questo è proprio un idiota!, fu il suo primo pensiero e gli altri avessero potuto leggerle nella testa, avrebbero pensato la stessa identica cosa.
... e ora sono qui per volere della mia amata. Sapete, voleva tanto vedere come se la stavano cavando i suoi salvatori! Sono un Signore misericordioso, nel profondo!”
Io direi bene!” fece Teranis, pronta ad attaccare di nuovo balzando su una panca. Intanto, Anthel era già arrivato alla porta della stanza con Sefia, che gli stringeva la mano con dolcezza. Lo stregone aveva il cuore che batteva all'impazzata, non capiva se la cosa fosse provocata dal mostro, dal Signore Oscuro o dalla Principessa per cui provava una cotta, ma sapeva che non doveva pensarci: magari ci avrebbe fatto su un pensierino una volta al sicuro.
CHE DIAVOLO! QUESTO NON VALE!” sbraitò il Nemico, che con una strana magia nera di cui nemmeno lo stregone era a conoscenza afferrò Sefia, per poi riportarla al suo fianco. La ragazza sembrò solamente sorpresa, mentre tutti gli altri guardavano interdetti l'essere in groppa alla chimera, che dalle proprie movenze pareva invitare tutti i presenti a pretendere che la scena appena avvenuta non fosse mai successa. Teranis si scambiò allora un'occhiata perplessa con Anthel, che più di tutti non si era aspettato una reazione simile, soprattutto al suo quasi completo salvataggio; aveva infatti usato tutto il coraggio che aveva per avvicinarsi a quel coso con parti di animali diverse: ritrovarsi faccia a faccia con una seconda coda di serpente che partiva poco sopra a quella da scorpione lo aveva traumatizzato, perché comunque, da una parte, sperava che quel mostro dalle caratteristiche di una chimera non fosse tanto diversa dalla creatura di cui aveva letto.
Dicevo? -mormorò il Signore del Male- Ah, sì! Vi ho degnati della mia presenza perché la mia amata voleva vedere come se la cavavano i suoi salvatori! Allora, mia Regina?”

Sefia guardò il fratellino negli occhi e sembrò implorarlo di tornare a casa e mandare qualcuno e quindi non Anthel, ma qualcuno di veramente capace di combattere. Ancora non sembrava importarle della sua sorte, ma solo di quella dei due ragazzi. Non rispose quindi alla domanda del suo futuro marito e fece spallucce, dicendo che quei due non stavano tentando di salvarla, ma bensì che stavano facendo una scampagnata tra amici; peccato per la sua bugia che fosse assolutamente poco credibile.
Oh, non prendermi in giro, mia cara...”
Non serve che sia lei a beffarsi di te, ti rendi ridicolo già da solo!”

Le mascelle di Elorin e Anthel precipitarono letteralmente al suolo alla spavalda provocazione di Teranis: insomma, che diavolo le saltava in mente? Con un simile gesto avrebbe potuto farli uccidere tutti in un istante. Il Principe corse verso di lei e le tappò la bocca, non realizzando che magari lei avrebbe potuto benissimo mordergli la mano. Dei tre spaventosi individui nella stanza sarebbe stato difficile infatti capire di chi avere più paura.
Lasciami stare!”
Ma sei pazza?! Così ci farai ammazzare!”
Con il tuo atteggiamento rischieremo lo stesso di morire, ma io penso di riuscire a cavarmela a differenza vostra!”

Il Signore del Male grugnì irritato dalle parole della ladra e ordinò al suo mostro di attaccare, mentre lui e la principessa del Maestrale si sollevavano per aria grazie a qualche magia nera. La bestia ruggì con tutte le teste che aveva scuotendo l'intero monastero, in cui probabilmente tutti i monaci erano nascosti e tremanti, al sicuro nelle loro stanze.
Beh, avevate la possibilità di salvare la principessa e ve la siete bruciata, bravissimi!”
Non credo!” fece Teranis partendo all'attacco con la sua solita nonchalance, cogliendo di sorpresa il giovane Anthel, che per correttezza seguì a ruota la ladra. Bella e letale, semmai avesse avuto una fidanzata del genere si sarebbe buttato già da un ponte. Lo stregone lasciò correre quello strano pensiero e si avviò verso Sefia, che sembrava volergli dire di fare marcia indietro e lasciare quell'ingrato compito a qualcun altro, ad esempio a Tera.

La ladra arrivò vicinissima alla Principessa, ma questa venne allontanata ancora di più, per poi sparire in una coltre di nebbia nera e densa, esattamente come era arrivata pochi minuti prima. Tera grugnì qualche imprecazione sotto voce e poi si rivolse sia ad Anthel che a Elorin: intimò loro di muoversi e pensare al mostro, che comunque voleva ancora impadronirsi del tesoro del monastero. Il Principe ebbe un istante di smarrimento, non riusciva a fare altro che balbettare e fissare il punto in cui la sorella era sparita, deluso dal fatto che il suo campione non avesse fatto niente per impedire l'accaduto. Sentiva la testa vuota e si sentiva come una volpe braccata, da una parte dalla sua irriverente compagna di viaggio e dall'altra da una chimera che non era esattamente una chimera. Elorin era talmente frastornato che non si ricordava neppure più di indossare abiti femminili, ma stranamente il suo corpo si mosse di scattò e si avviò verso la piccola celletta dietro l'altare, in cui era custodito uno dei tesori della sua famiglia con in testa il bisogno di proteggere quell'oggetto. Intanto Anthel cercava di dare man forte alla ladra, agitando la sua spada cercando di non lasciarla come aveva fatto nella sua prima battaglia seria, per non deludere anche quella volta Teranis.
Lo stregone era concentratissimo, nonostante fosse la paura a muovere il suo corpo gracilino contro la misteriosa creatura. Si stupì infatti dell'abilità, se così poteva chiamarla, che era riuscito ad acquisire con la spada nel giro di soli quattro giorni: Teranis si era stranamente rivelata un'ottima insegnante nonostante i modi a dir poco non convenzionali e fini. I suoi fendenti erano indubbiamente migliori dei primi scagliati contro l'orco, erano più precisi ma continuavano a mancare di quella forza necessaria affinché i colpi risultassero efficaci.

Sua Altezza? State bene?” riuscì a balbettare tra un colpo e l'altro. Elorin non rispose, stava ancora cercando di capire come aprire quella specie di armadietto, nonostante le mani gli tremassero convulsamente e il sudore gli appannasse gli occhi. Ci sarà pur qualcosa qui che mi possa salvare la pelle!, questo l'unico pensiero che gli attraversava la mente, ovviamente alternato ad un ormai ricorrente Dove diavolo è Darn?! Se solo il grosso generale fosse stato più smilzo probabilmente sarebbe già arrivato in soccorso del suo giovane sovrano!

Infatti l'uomo si trovava nel cortile interno del monastero, dopo essere rientrato dalla sua ronda fuori le mura a seguito del boato che aveva sentito, correndo verso la stanza dell'Oracolo sull'instabile terreno ghiaioso, con il cuore in gola e il fiatone per colpa della lunga corsa.
Queste cose non posso più farle alla mia età!” boccheggiò arrivando accanto alla fontana al centro del cortile. L'acqua scorreva piacevolmente e la luna piena si rifletteva in quel tranquillo specchio, circondata nel cielo da miriade di stelle luccicanti. Sarebbe stato uno spettacolo rilassante e rinvigorente, esattamente come il resto del monastero aperto al normale pubblico, per fermarsi a sedere e togliersi i pesanti gambali di ferro battuto per far prendere aria a dei piedi stanchi. Darn scosse la testa e cercò di allontanare quel pensiero che magari avrebbe solo potuto aspettare una trentina di minuti, al massimo un paio d'ore, per poter essere rivalutato. Nella mano destra teneva salda l'elsa della sua spada, simile a quella di Anthel e pregò che il giovane stregone riuscisse ad usare la sua arma per proteggere Sua Altezza, almeno fino a quando non li avrebbe raggiunti anche lui.
Perché ho dato retta a quella ragazzina?!” si ammonì di nuovo, ormai a pochi metri dal pesante portone di legno della cappella centrale. Si era opposto con tutte le sue forze al piano della ragazza, di cui comunque non capiva le motivazioni, visto che comunque continuava a lamentarsi del suo coinvolgimento. Era stata infatti lei a proporre Elorin come esca e lui ci era cascato per colpa del bel visino dell'Oracolo, insomma, nulla che il grande Generale Darn potesse controllare.
Spero solo che Sua Altezza stia bene!”

L'uomo arrivò di fronte al portone, ma i suoi piedi si fermarono quando dietro di sé avvertì una strana presenza, come se qualcosa fosse scattata alle sue spalle. Si girò bruscamente e non vide nessuno, il cortile era vuoto ma sul lato destro del portico ebbe l'impressione di vedere qualcuno. Si stropicciò quindi gli occhi e cercò di mettere a fuoco: c'era effettivamente qualcuno nascosto nelle tenebre che camminava a passo svelto verso di lui. Darn alzò la spada e intimò alla figura vestita di nero di identificarsi, poiché se fosse stato un monaco, avrebbe dovuto intimargli di tornare alle proprie stanze e aspettare che il pericolo finisse.
La persona non rispose, accelerò il passo e non si fece problemi a correre di fianco al Generale, rimasto a bocca aperta per la spavalderia del suo interlocutore.
Questo si avvicinò alla porta e poggiò una mano avvolta in un guanto di cuoio nero sulla porta di legno, che esaminò con tutta calma. “Sai se è aperta?” chiese tranquillamente il giovane che si rivelò essere un ragazzo. Darn fece una smorfia sorpresa e di nuovo gli chiese di identificarsi.

Se fosse aperta, mi risparmierei un sacco di fatica... -mormorò il ragazzo, facendo spallucce- Allora?”
Sei un ladro o cosa? Non ti permetterò di entrare! Devo proteggere Sua Altezza!”

Il giovane scosse la testa e spinse piano la porta, emettendo un verso soddisfatto e leggermente divertito; da sotto al mantello nero, poi, tirò fuori un'arma che Darn non fece fatica a riconoscere, lasciandolo anche abbastanza interdetto.
C'è qualcosa che devo verificare qui...”

Angolo di Zenya ^^
Salve a tutti e rieccomi con il nuovo capitolo, nonostante sia passato molto tempo dall'ultimo aggiornamento! Lo so e mi dispiace infinitamente, ma ho avuto parecchio da fare con l'università...
Nuovo personaggio dall'aspetto misterioso, che sicuramente (?) ha ribaltato un po' le carte in tavola, credo :P presto aggiornerò e detto questo alla prossima^^ span>

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Zenya Shiroyume