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Autore: Seekerofdreams_    06/12/2015    5 recensioni
L'amore arriva all'improvviso, quando meno te l'aspetti e questo Liam lo sa bene.
Un viaggio attraverso la quotidianità di uno dei componenti della boyband più famosa del mondo.
E se fosse uno di loro ad innamorarsi di una fan?
Una storia romantica, a tratti emozionante, a tratti drammatica che smuoverà la vostra parte più intima.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.Epilogo.

 

 

A Liam, perché averti nella mia vita mi rende una persona migliore.

 

*

 

Il fiore si nasconde nell’erba, ma il vento sparge il suo profumo.
(Tagore)

 

*

 

Bradford, 18 anni dopo.

 

Il vento leggero scompiglia i vestiti colorati dei presenti, alcune donne cercando di tenere le proprie gonne ferme mentre con una mano stringono un piccolo libricino bianco. Mi sporgo in avanti per riuscire ad osservare meglio la folla di persone che ha invaso il giardino, camminano sull'erba alla ricerca del tavolo a loro assegnato, ridono e scherzano e il mio cuore batte all'impazzata. Sono tutti felici, dopo una cerimonia emozionante e commovente ora ridono tutti. Metto le mani nelle tasche dei pantaloni grigi, la giacca ormai abbandonata su una sedia che riesco a vedere da quassù.

Prendo un bel respiro e decido di tornare di sotto con tutti per non perdermi il loro arrivo, sistemo il gilet e la cravatta, passo la mano sul viso ormai segnato dall'età guardandomi per qualche minuto allo specchio. I capelli un po' brizzolati e le rughe in viso mi fanno sorridere, ripenso ai tempi andati e a come tutto nel corso degli anni sia cambiato. Mi do uno schiaffetto in faccia e mi dirigo verso l'uscita del bagno rischiando quasi di finire sul pavimento quando dall'esterno qualcuno spalanca la porta.

– Oddio Lee, scusa! – dice facendo un passo indietro spaventato. Scuoto la testa e lo guardo in volto, com'è possibile che per lui gli anni non sembrano essere passati? Gli stessi tratti ben marcati, i capelli ormai brizzolati e gli occhi dello stesso oro liquido di quando l'ho incontrato la prima volta.

– Tranquillo Zay – rispondo sorridendo. Ricambia il sorriso aprendo il rubinetto dell'acqua per bagnarsi un po' il viso – C'è un caldo tremendo – si lamenta e io mi ritrovo ad annuire e a fermarmi per aspettarlo. Si asciuga velocemente e dopo essersi sistemato la camicia mi segue fuori. Scendiamo le scale senza parlare, ognuno perso nei propri pensieri. Mi tornano in mente stralci di vita, momenti magici che porterò con me per sempre, dai primi passi di Allie al suo primo giorno di scuola, dai primi numeri imparati alla sua laurea in matematica, fino ad arrivare ad oggi.

Quando entra nel mio campo visivo è raggiante e bellissima, per quanto possibile lo è ancora di più degli altri giorni, con quegli occhi vispi e allegri che corrono tra i tavoli, la mano stretta in quella del suo ormai marito, compagno di vita. Sono emozionati, felici e anche se qualcuno li separa per strappare un bacio di augurio tornano a cercarsi con gli occhi qualche secondo dopo.

– Se me l'avessero detto qualche anno fa gli avrei riso in faccia – sento dire alla mia destra.

Sospiro e mi lascio andare ad una piccola risata – Non dirlo a me – ribatto. Ed è la verità, non era affatto nei miei pensieri, eppure sono davanti a noi felici ed emozionati a girare in mezzo a tavoli sui quali spiccano dei fogli con i loro nomi scritti in una calligrafia elegante e dorata: “Allie Taylor Payne e Oliver Malik”.

– Ti somiglia tantissimo – dico all'improvviso. Zayn si perde a guardare suo figlio sorridere nel suo abito tradizionale, i capelli sistemati perfettamente e lo sguardo liquido ed emozionato.

– Lei è tutta tua moglie invece – ribatte sorridendo poco dopo e io lo guardo scrollando le spalle – Vero – ammetto voltandomi poi verso mia figlia – E' bellissima – continuo.

Un sospiro, poi – Già – risponde con lo sguardo che vaga in giardino. Ecco, forse è questa la differenza sostanziale tra di noi, io non ho bisogno di cercarla, il mio cuore è proiettato sempre verso di lei. Giro la testa a destra e sorrido quando, dopo essersi liberata di uno dei tanti parenti giunti dall'Irlanda, lei alza lo sguardo verso di me.

Le sorrido ancora più forte e ormai non mi stupisco più della nostra connessione, due anime che si appartengono sono un po' come una chiave e la sua serratura, saranno sempre e solo loro, l'uno per l'altra, unici nel loro genere.

Cammina verso di me, l'abito azzurro le fascia perfettamente il corpo, si muove con eleganza riservando a tutti un dolce sorriso. Faccio qualche passo attratto da lei come una calamita e in pochi secondi le sono davanti. Le sfioro i fianchi e lei mi sorride dolcemente poggiando la testa sul mio petto mentre osserviamo entrambi Allie e Oliver.

Con una mano sfiora la mia cravatta e mi guarda dal basso con i suoi grandi occhi verdi un po' emozionati – Shh, non piangere di nuovo – la prendo in giro stringendola tra le braccia.

Tira su con il naso e si lascia sfuggire una risata mentre le faccio fare una piccola giravolta. Qualcuno ci guarda sorridendo, dall'altro lato del giardino Harry alza un calice nella nostra direzione prima che anche Emma si volti a sorriderci. Si accarezzano le mani mentre una bambina dai lunghi capelli castani gira attorno a loro con un vestito dai fiori sgargianti che la etichettano subito come una Styles. E' l'ultima arrivata in famiglia, undici anni di parlantina ed eccentricità, una perfetta combinazione dei suoi genitori, gli occhi blu di lei, le fossette sul viso di lui.

– Andiamo? – chiedo a Liz sorridendo. Annuisce felice, non è il nostro giorno questo e per una volta sono felice di non essere sotto i riflettori. Raggiungiamo il resto della famiglia e ci sediamo nei posti esterni, più vicini al tavolo riservato agli sposi, dall'altro lato Zayn ci sorride seduto accanto a sua madre prima di portare il suo sguardo al centro del giardino. Lo seguo per vedere Allie e Oliver avanzare lungo il tappeto di petali di rose posto a terra per raggiungere il tavolo centrale, i loro amici da un lato e un altro li acclamano e non avrei potuto sperare di meglio per la sua vita.

Sento un singhiozzo al mio fianco e alzo gli occhi al cielo quando Liz si asciuga l'ennesima lacrima.

– Scusa, scusa... ora smetto – dice rivolgendosi a me e io non posso far altro che scoppiare a ridere mentre Harry tira su con il naso e – Non sto piangendo – protesta. Emma lascia un bacio dolce sulle sue labbra e – Si amore, ovviamente – lo prende in giro.

Allie ci sorride passando accanto al tavolo per andarsi a sedere e i miei occhi, sono sicuro, brillano più del normale.

Il resto della giornata trascorre tra una portata di cibo e un ballo improvvisato. Niall si muove sentendosi a casa con un quarto degli invitati di origine irlandese, balla coinvolgendo le donne di tutte le età e io raggiungo Louis e Harry sul bordo della pista per osservarlo, non possiamo non ridere contagiati dalla sua allegria. Siamo stati tante cose in questi anni, amici, confidenti, fan l'uno dell'altro, abbiamo discusso alcune volte ma siamo rimasti noi e abbiamo lottato con le unghie e con i denti per guadagnarci il nostro posto nel mondo. Poggio un braccio attorno alle spalle di Louis e lo vedo sorridermi felice, non riesco a frenare il mio sguardo dal correre verso Zayn. Ci sta guardando, un sorriso accennato sul volto e un po' di nostalgia negli occhi. Muovo automaticamente la testa in un cenno per richiamarlo a venire accanto a noi, è titubante, indeciso. I rapporti con Louis non sono mai tornati gli stessi ed Harry e Niall alcune volte fingono una risata quando in realtà la ferita è ancora aperta ma è Zayn, è una parte di me e fino a quando mi reggerò in piedi sarò il collante che ci tiene uniti, un po' feriti ma pur sempre fratelli.

Ci raggiunge un po' timido e mi sembra di rivedere il vecchio lui, quello dei primi mesi ad X-Factor quando ancora doveva abituarsi a noi. Si mette accanto a me e passo l'altro braccio attorno alle sue spalle, sorride mentre Niall ci raggiunge allegro e come se non fosse passato del tempo ci ritroviamo stretti in un abbraccio.

– Papà? – mi sento chiamare, Allie ci raggiunge e si unisce a noi, ci guarda emozionata e Oliver le è subito accanto. La prende per mano e si guardano sorridenti prima di schiarirsi la voce.

– Volevamo chiedervi una cosa – inizia Oliver, lo sguardo che vaga da suo padre a me, poi agli altri tre.

– Una delle canzoni della nostra relazione è una delle vostre e vorremmo poter ballare un lento su quella – continua e io sento Louis irrigidirsi al mio fianco.

– If I could fly, zio Harry... me lo faresti questo regalo? – chiede Allie giocando sporco. Sa benissimo quanto suo zio sia facile da ammaliare con una voce dolce e uno sguardo tenero.

– Oh tesoro certo, qual è il problema, volete che la cantiamo per voi? – risponde subito e io alzo gli occhi al cielo perché so già dove andranno a parare, ci arrivano tutti piano piano e mi ritrovo a stringere le dita intorno alle spalle di Louis.

– Dovete chiedere a lui se è disposto a cantare con noi – dice senza riuscire a frenare la lingua, sospiro guardando gli occhi di mia figlia spegnersi, si morde le labbra e – Zayn, lo so che ti chiediamo tanto ma... – prova a dire, si scosta i capelli dietro un orecchio e lo guarda con gli occhi enormi, ho un brivido io e uno scossone lui, è identica ad Elisabeth e per un attimo devo distogliere lo sguardo ma riesco a sentire il suo disagio ugualmente, poi – Ok, se per loro va bene – dice, perché a quegli occhi non ha ancora imparato a dire di no.

Louis alza gli occhi al cielo mentre io guardo Niall e Harry per qualche secondo, sembrano sorpresi e timorosi ma poi annuiscono – Le conosci le parole? – chiede Louis mantenendo lo stesso tono piccato.

– Io... posso cantare nel ritornello – ribatte Zayn rivolto verso noi tre, Louis fa una faccia buffa e io sono costretto a tirargli una gomitata per farlo stare zitto.

– Ti prego Lou – sussurro al suo orecchio.

– Ok, ok va bene, facciamo questa cosa, solo perché è il tuo matrimonio – dice rivolto ad Allie e lei lo abbraccia di slancio – Grazie zio Lou, grazie, grazie... sei il migliore – ribatte e vorrei sapere da chi ha preso questo suo modo di fare, ruffiano ma dannatamente carino. Alzo gli occhi al cielo e Oliver prende per mano Allie camminando piano verso il centro della pista, fanno un cenno verso il gruppo che sta intrattenendo la festa e loro annuiscono facendoci capire che era tutto organizzato già da un po' di tempo. Cerco Liz e mi guarda emozionata, annuisce facendomi un occhiolino e vedo prevalere quel lato da fan che non l'ha mai abbandonata.

Le sorrido prima di schiarirmi la voce e raggiungere il palco. Ci siamo saliti tante volte, davanti a molta più gente, con molte più luci e telecamere eppure sento un peso nel petto. Ci portano delle sedie che somigliano molto di più a degli sgabelli, non siamo più abituati ad essere in cinque, è un tuffo nel passato e siamo tutti agitati. Harry sbottona due bottoni della camicia mentre Niall batte il piede sinistro a terra cercando di calmarsi ma – Ehi – li richiamo. Faccio cenno loro di avvicinarsi e allungo una mano verso il centro, come abbiamo fatto mille volte prima di un concerto. Li guardo uno ad uno, annuisco sorridendo e sento la mano di Niall sporgersi a coprire la mia, seguito da Harry che sorride guardando Louis. Il castano sbuffa aggiungendo la sua mano e tutti e quattro ci giriamo a guardare Zayn, sorride con gli occhi un po' lucidi prima di battere la mano sulle nostre, passano gli anni, possono esserci discussioni ma ci sono cose che non si possono dimenticare, che ti segnano e che ci piaccia o no ognuno di noi fa parte della storia degli altri quattro.

– Heigh-ho, heigh-ho – dico facendo forza per alzare le nostre mani.

– It's off to work we go – rispondo in coro tornando nella posizione di partenza per poi dividerci. La vita è strana, ci offre tante strade da prendere ma alla fine ce ne fa percorrere solo una, quella che porta verso casa. E casa è dove ci sono gli occhi di chi ami ma anche dove ci sono gli abbracci sinceri di chi ha camminato sul tuo stesso terreno e spostato i tuoi stessi sassi.

Mi tremano le mani mentre afferro il microfono che ci stanno portando, allento un bottone del gilet e vedo Louis e Niall privarsi delle giacche, ci guardiamo, non abbiamo la nostra attrezzatura, i nostri auricolari, non cantiamo questa canzone da tantissimo tempo eppure con la voce tremante la base parte e iniziamo a cantare.

 

If I could fly, I'd be coming right back home to you.

I think I might give up everything, just ask me to. Pay attention,

I hope that you listen cause I let my guard down.

Right now I'm completely defenceless.”

 

Allie e Oliver ci guardano dolcemente mentre stretti in un abbraccio si muovono, dondolano con gli occhi lucidi e un sorriso sul volto. Attorno a loro si sono riuniti in tanti, si tengono per mano e formano un cerchio iniziando a girare lentamente in senso orario. Posso vedere la maggior parte di loro cantare e quando ormai diventano troppi si dividono, un cerchio più piccolo all'interno, uno più grande fuori.

 

For your eyes only, I’ll show you my heart

For when you’re lonely and forget who you are

I’m missing half of me when we’re apart

Now you know me, for your eyes only

For your eyes only”

 

Harry canta e a me viene un tuffo al cuore quando Zayn si unisce a lui, ha sempre avuto una voce potente e maestosa e non mi stupisco quando tutti si voltano ad ascoltarlo per qualche secondo prima di tornare a girare. Incrocio gli occhi di Elisabeth e la vedo sorridere con la mano stretta in quella di Emma mentre cantano emozionate.

Continuiamo a cantare ormai a nostro agio, guardo Louis prima di armonizzare con lui nel suo assolo e gli sorrido quando giungiamo al termine. Lo vedo guardare Zayn e mi chiedo se il moro abbia mai capito che gli manca come poche cose nel mondo, ma sono troppo orgogliosi entrambi e l'orgoglio si sa, i rapporti li corrode soltanto.

Ma non è il momento di pensarci, torno a concentrarmi sul resto della canzone e quando nell'ultimo ritornello Zayn conclude con un acuto ci voltiamo a guardarlo con gli occhi spalancati.

Quando riapre gli occhi ci guarda sbattendo le palpebre – Scusate... io – dice confuso ma gli sorrido sincero e – Ci stava bene – dice Harry anticipandomi.

Zayn sorride annuendo e per un momento, un piccolo e insulso secondo è come se non se ne fosse mai andato.

Ad interrompere i miei pensieri ci pensa un – Grazie papà – sussurrato dolcemente.

– Grazie a te – dico sincero e la stringo in un abbraccio pieno d'amore. La tengo tra le mie braccia pensando che non è più la bambina che mi svegliava saltando sul letto, è una donna ed ha una sua vita ormai.

– Mia figlia non si sposerà mai – borbotta Harry al mio fianco asciugandosi una lacrima – E non sto piangendo – dice indicando Louis.

– Calma curly – lo prende in giro e io guardo Niall strabuzzando gli occhi. Dopo anni ho smesso di provare a capire il rapporto di Harry e Louis.

Alla fine scoppiamo a ridere e torniamo a goderci la festa. Zayn si volatilizza sparendo insieme a sua sorella mentre io raggiungo Elisabeth. Le sfioro la spalla nuda scostandole i capelli indietro e chiudo gli occhi.

– Siete stati bravissimi – sussurra accarezzandomi una guancia.

– Ora torna a respirare però amore – continua facendomi ridere. La stringo tra le braccia e lascio un bacio tra i suoi capelli – Si vedeva tanto che ero nervoso? – chiedo.

– No, gli altri non l'hanno notato ma io si, conosco ogni singola espressione del tuo viso – ribatte e io mi ritrovo ad annuire perché è la verità. Rimaniamo un po' in disparte, osserviamo tutto e alla fine assottiglio gli occhi e – Non ci posso credere! – dico.

– Cosa? – chiede lei preoccupata. Io scuoto la testa e le indico un punto un po' distante da noi dove mia madre sta abbracciando Zayn sorridendo.

Liz scoppia a ridere accanto a me e io mi ritrovo ad alzare gli occhi al cielo – Beh almeno ho vinto con te – le dico sorridendo e lei mi lascia un bacio tenero sulla guancia. Uno di quelli che mi fanno chiudere gli occhi e tremare il cuore per la dolcezza.

La porto a ballare, o almeno ci provo visto che a lei piace tanto, ridiamo e scherziamo. Ballo con mia figlia, brindiamo e cantiamo felici e ci godiamo questa giornata di festa tutti insieme.

– Harry? – chiedo ad Emma tornando al mio posto. Lei sorride indicandomi la pista e lo vedo stretto alla sua bambina, i piedi di lei sulle sue scarpe nere e lucide mentre si dondolano per danzare un lento – Che belli che sono – dico sorridendo e ripensando un po' a me ed Allie.

– Sono bellissimi – risponde con lo sguardo carico d'amore.

Ispeziono anche le altre coppie sulla pista, mia sorella Ruth e suo marito, mio padre e mia madre, i genitori di Liz. C'è così tanto amore oggi in questo posto che non so più chi e dove guardare.

– Sono contenta per prima – ammette sorridendomi e io annuisco – Anche io – rispondo sincero.

– Ci hanno fatto un bel regalo – continuo giocherellando con il bordo del bicchiere.

– L'hanno fatto a tutti, credimi – dice ridendo e io mi unisco alla sua risata.

Veniamo interrotti da Liz ed Harry che ci raggiungono e – Dov'è la piccola? – chiedo, Harry alza gli occhi al cielo e la indica in pista con gli altri ragazzi.

– Tutto comincia così Haz! – lo avverto e lui mi lancia un tovagliolo contrariato facendoci ridere tutti. Restiamo ancora lì a chiacchierare e non mi rendo nemmeno conto della sera che arriva e della festa che giunge al termine, troppo impegnato a tenere tutto sotto controllo.

Allie ed Oliver salutano tutti con un grande sorriso sulle labbra e quando Liz mi fa cenno di andare la guardo cercando di strappare altri due minuti in compagnia di nostra figlia ma – Devono partire tesoro, falli dormire almeno un paio di ore – dice sorridendo.

– Si, dormire – borbotto e lei ride stringendomi la mano.

– Tuo padre è un brontolone geloso – dice ad Allie quando la raggiungiamo e lei mi abbraccia forte.

– Dai papà, tra dieci giorni torno – sorride lasciandosi stringere. Evito di precisare che non tornerà a casa e che avrà una vita tutta sua e mi concedo qualche secondo con lei.

Saluto anche Oliver abbracciandolo e – Fate attenzione – mi limito a dire, so che sono due ragazzi con la testa sulle spalle e li salutiamo ancora una volta prima di andare via.

Salutiamo tutti, abbracciamo gli altri ragazzi che si fermeranno a dormire in città, Liz stringe Emma tra le braccia ancora una volta prima di raggiungermi in macchina.

– Zayn? – chiedo non vedendolo. Scrolla le spalle – Non lo so, dev'essere andato già via – risponde mettendosi seduta. Annuisco prima di accendere l'auto e partire in direzione casa nonostante la distanza.

Non parliamo durante la prima metà del viaggio, la musica ci fa compagnia mentre Liz guarda fuori dal finestrino e io fisso la strada davanti a me sperando di arrivare il prima possibile.

– Starà bene, vero? – spezza il silenzio lei.

– Starà bene – rispondo per dare conferme a lei e a me stesso.

Parliamo della festa, sperando che tutto sia andato per il meglio e che sia riuscita bene mentre Londra sembra essere in un altro continente, non sembra arrivare mai.

– Forse dovevamo riposarci almeno un po' – dice preoccupata mentre mi stropiccio gli occhi.

So che ha ragione ma voglio tornare a casa, ho questo bisogno di stare nelle mura familiari della nostra abitazione con lei che non so nemmeno spiegare. E' tardi ma va bene così.

 

*

 

Parcheggio l'auto nel garage interno rilasciando un sospiro di sollievo e aiuto Elisabeth ad entrare in casa facendola appoggiare a me mentre inizia a lamentarsi per i piedi gonfi – Odio questi tacchi – borbotta.

– Lo dici ogni volta ma finisci per metterli lo stesso – la prendo in giro e lei si blocca un attimo sull'uscio.

– Che stai facendo? – chiedo ridendo. Si accuccia per sfilarsi le scarpe e – Prendimi in braccio – dice iniziando a sbattere ripetutamente le palpebre. Scuoto la testa e mi avvicino a lei passando un braccio intorno alla sua vita, fa un piccolo saltello e riesco ad afferrarle le gambe.

– Andiamo principessa – dico facendola ridere e attraversando la porta di casa. La chiudo con un calcio e lei si sporge a chiudere a chiave senza staccarsi da me. La porto fino al salotto, la poggio delicatamente sul divano e lei lascia cadere le scarpe a terra prima di stiracchiarsi e allungare le gambe.

Le sfioro dolcemente, facendolo un piccolo massaggio mentre lei si stende per allentare la mia cravatta, rimaniamo così, seduti l'uno accanto all'altro guardando la casa silenziosa.

Le nostre foto appese al muro, foto di Allie, disegni, riviste e libri. Passo una mano sul viso e fisso il posto dove fino a ieri troneggiava un quadro disegnato da Zayn.

– Dovremmo riempire quel vuoto, ora che il quadro è ufficialmente dei ragazzi dobbiamo trovare come sostituirlo – dice Liz anticipandomi.

– Forse ho una mezza idea – dico alzandomi a fatica dal divano. Sento la stanchezza invadermi il corpo ma raggiungo il ripostiglio mettendomi a cercare una scatola in particolare.

– Eccola – dico entusiasta recuperandola. Rischio di strapparmi il vestito e tiro un sospiro di sollievo quando vedo che è tutto intatto.

Torno in salotto e poggio la scatola sul tavolo basso davanti al divano.

– Quelle sono... – dice riconoscendo la scatola.

Annuisco – Da quando ci siamo trasferiti non le abbiamo più tirate fuori e questo mi sembra il momento giusto per farlo – dico sincero alzando il coperchio e rivelando poco dopo centinaia di cartoline. In bianco e nero, a colori, di forma standard o con qualche ricamo diverso. Ricordi su ricordi, frasi e ti amo rubati tra uno stato ed un altro, tra un viaggio insieme e uno di lavoro.

C'è la nostra storia raccontata in pezzi di carta e la nostra storia merita di avere un posto speciale.

– Te la ricordi questa? – chiede alzando una cartolina che raffigura la Grecia e io annuisco ripensando alla nostra prima vera vacanza da soli, le immagini si susseguono nella mia mente, Liz con un vestito bianco e leggero per le strade ricoperte di fiori di Santorini.

– Me la ricordo benissimo – dico passando un braccio intorno alle sue spalle per guardare il contenuto della scatola. Ne prendiamo altre, dalle primissime a quelle più recenti immergendoci nel nostro passato e alla fine mi sporgo in avanti per recuperare la giacca del vestito.

– Ti ricordi quella scommessa che abbiamo fatto tanti anni fa? – chiedo rigirandomi la stoffa tra le mani. Annuisce e mi ascolta attenta.

– Volevamo superare il numero di cartoline di quel cartellone dell'agenzia viaggi a Dublino – dico sorridendo e estraendo un cartoncino dalla tasca interna della giacca.

– Avevamo iniziato alla grande poi ci siamo persi con l'arrivo di Allie, ma mi ricordo che eravamo esattamente a 127 cartoline, pari merito con l'agenzia, poi ieri quando Paddy è andato in città gli ho chiesto di fare una cosa e niente... – dico mostrandole la cartolina di Bradford tra le mie mani.

– Abbiamo vinto – sussurro. Vedo i suoi occhi velati dalle lacrime, si sporge in avanti unendo le nostre labbra e mi stringe le braccia esile attorno al corpo. Non è cambiato niente tra noi, siamo sempre gli stessi ma innamorati ogni giorno di più.

Le scosto i capelli che le ricadono sul viso e – Manca qualcosa però – dice sorridendo e io scuoto la testa.

La osservo, c'è qualcosa nei suoi occhi che continua a stordirmi, così delicata e fragile all'apparenza ma con radici salde e ben piantate a terra nella realtà. L'ho scelta tra mille altre possibilità e non mi sono pentito di averlo fatto nemmeno una volta nel corso degli altri perciò – Non manca niente – dico.

– Sei e rimarrai sempre tu il mio fiore più bello. –

 

____________________________________________________

Nda.

In questo momento sono un po' sconcertata, frastornata e piena di dubbi ad essere sincera. E' un finale che non avevo previsto ma che ho amato scrivere. Ci ho messo tanto ma è arrivato e vorrei dedicarlo a tutte voi che nel corso della storia mi avete supportata e spronata.

Anche se non avete commentato voglio ringraziarvi per averla letta e voglio dire grazie anche a chi la leggerà dopo. Grazie, perché è stato emozionante scriverla, a volte contrastante e piena di bivi, bisognava solo decidere quello giusto da prendere per concluderla e spero di non avervi delusi.

La scena del matrimonio, quando cantano tutti insieme, la porterò con me fingendo che sia vera perché Zayn in If I could fly lo avrei voluto proprio ascoltare.

Nella conclusione c'è un po' un ritorno alle origini com'è giusto che sia e vi dirò che ho un sorriso leggero sul viso e la scena ben stampata in mente. Quindi grazie di cuore, a tutti. Siete stati tutti speciali e importanti in questo viaggio, nessuno escluso.

Spero di leggere i vostri commenti conclusivi e niente, tornerò con un'altra storia su Liam, non so quando ma tornerò!

Un abbraccio e grazie ancora,

Serena.

   
 
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