Una fiamma verde guizzava nel buio, illuminando di un bagliore spettrale il viso rugoso di Albus Silente. Sembrava invecchiato di una decina d'anni, curvo com'era sulla scrivania. La luce gli lambiva la lunga barba, le guance ispide, gli occhi azzurri e la montatura degli occhiali a mezzaluna, rendendolo simile ad uno spirito maligno dai lineamenti infossati nel cranio. Il fuoco magico scaturiva da una pila di fogli abbandonata sul bordo del tavolo, per lasciare l'intera stanza nel buio più totale; solamente le grate della gabbia dorata di Fanny rilucevano appena nell'oscurità.

«Temo» iniziò Piton, rivolgendosi a Silente con una smorfia che voleva assomigliare ad un sorriso educato. «che non abbia ben chiare le possibili complicazioni di una scelta tanto azzardata, Preside».

Al suo fianco la McGranitt alzò un sopracciglio. Per un secondo nessuno si mosse, fatta eccezione per la fiammella verde che guizzava scoppiettando nel buio sopra la scrivania di Silente. Poi Piton sembrò sforzarsi di proseguire. «Non intendo mettere in dubbio la sua capacità di giudizio, Preside» sillabò lentamente, a denti stretti, senza voltarsi. «Tuttavia, il problema persiste».

«Capisco» rispose con semplicità Silente, solo leggermente rabbuiato. Aveva un'aria stanca, sebbene gli occhi apparivano particolarmente lucidi alla luce del fuoco magico. «Mi dispiace, Severus. Non avrei mai immaginato di dover discurere proprio con te su un argomento tanto delicato». Sospirò. «Tuttavia, credo che concedere una possibilità a un mago che altrimenti non ne avrebbe sia un atto di profondo coraggio che anche tu puoi dimostrare. Non è forse così, Severus?»

«O di grande stupidità, Preside» commentò atono Piton. «Specialmente se si tratta di un Lupo Mannaro».

«Oh, suvvia, Severus. La Pozione Antilu--»

«La Pozione Antilupo non è ancora stata giudicata totalmente affidabile dal Ministero, Preside. Potrebbe non funzionare, e in tal caso...» si interruppe, mentre un orribile ghigno storto gli si faceva largo sul viso scarno. «Se la cosa dovesse giungere al fine udito di Caramell, lei sa meglio di me che la scuola finirebbe nei guai. E in grossi guai, Preside».

E cadde il silenzio. La McGranitt si aggiustò con un gesto repentino gli occhiali sul naso.

«Allora è di questo, che si tratta?» la sua voce fu scossa da un lieve tremito. «Santo cielo, Albus. Anche dopo tutte le idee più strambe che lei mi abbia mai proposto, mi permetta... Questa è semplicemente una follia».

«Preside, se il Ministero lo venisse a sapere...»

«...mettere a repentaglio l'incolumità degli studenti...»

«...Azkaban, capisce...»

«Ora basta» li interruppe Silente, sfregiandosi la fronte con una mano. «Ora basta. Minerva, Severus, vi prego. Uno alla volta».

La McGranitt serrò le labbra. Malgrado odiasse prendere le parti di Piton, in quel momento non potè fare a meno di essere d'accordo con quanto dicesse.

«Minerva?» disse Silente, cercando il suo sguardo. «Hai fiducia in me?»

«Io...» la professoressa si umettò le labbra, combattuta tra le proprie convinzioni e l'affidamento completo alle idee folli di un mago folle, consapevole che avrebbero portato solamente ad un'immenso ammontare di follie. «Certo, Preside».

Il volto di Silente si illuminò in un sorriso.



***



Il corridoio era deserto. I passi rapidi di Minerva McGranitt risuonavano nell'ampia volta del castello - e ancora la strega non riusciva a capacitarsi di come Albus Silente avesse permesso ad un Lupo Mannaro di ricoprire il ruolo di insegnante. Non aveva semplicemente senso. Si infilò in un corridoio, maledicendo in cuor suo la mancanza di giudizio da parte del Preside, e a grandi falcate raggiunse l'atrio.

«Ah, Minerva!» la accolse Silente con fare caloroso. Per l'occasione indossava una lunga veste viola, un paio di eccentrici mocassini e un cappello a punta di morbido velluto, naturalmente intonato; nulla di particolarmente bizzarro, insomma, per quanto fosse suo solito.

«Preside» lo salutò, gelida.

Il volto dell'anziano mago si aprì in un ampio sorriso. «Ti trovo in ottima forma. Hai avuto l'occasione di visitare le celebri spiagge Scozzesi, quest'estate? Pare siano piacevolmente rilassan--»

«La ringrazio, Preside» tagliò corto la McGranitt. «Possiamo procedere?»

«Certamente, certamente» disse Silente, un poco sorpreso.

Per tutto il tragitto che li separava dall'ingresso, i due insegnanti non si scambiarono neppure un cenno. La McGranitt, dal canto suo, era totalmente impegnata ad ignorare l'allegro canticchiare di Silente - cosa che le appariva estremamente fastidiosa in quel momento. Perchè diamine il più grande mago di tutti i tempi doveva sempre fidarsi di tutto e di tutti? La cosa la lasciava con il cuore appesantito dalla rabbia e, in fondo, doveva ammetterlo, anche dal dispiacere.
Per quanto Silente si sforzasse di dimenticarlo, una situazione del genere era già capitata. Un vero prodigio, le aveva detto con gli occhi che brillavano da dietro gli occhiali a mezzaluna: un ragazzino che meritava di frequentare Hogwarts e che, viste le premesse, non li avrebbe certamente delusi... Eppure, a contrapposizione degli argomenti del Preside, Minerva McGranitt aveva sempre espresso il proprio turbamento; un sospetto rivelatosi fondato solo in seguito, com'era vero che Colui-Che-Non-Dev'Essere-Nominato fosse salito al potere ben più di tredici anni prima.

L'uomo aspettava sul principio dell'ingresso, accanto ad una delle imponenti colonne che sormontavano la scalinata di marmo. Nell'avvicinarglisi affiancata da Silente, la professoressa non potè fare a meno di squadrarlo con espressione scettica. Un vecchio mantello, i capelli ingrigiti e due occhi di un azzurro gelido che illuminavano un viso giovane ma già segnato da qualche cicatrice. Non notò nient'altro di potenzialmente equivoco.

«Ah, buongiorno Remus» lo salutò cordialmente il Preside, stringendogli la mano in un gesto caloroso. «Spero tu abbia trascorso una buona estate... Minerva, questo è il nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. Remus, questa è la professoressa McGranitt, direttrice della Casa di Grifondoro.»

«Remus Lupin» si presentò l'uomo con un sorriso un po' impacciato, stringendole a sua volta la mano.

«Minerva McGranitt» rispose lei asciutta, lasciando trasparire tuttavia una certa amarezza. «Piacere di averti conosciuto, Lupin. Spero vivamente tu possa dimostrarti all'altezza delle aspettative».

«Farò del mio meglio» disse Lupin con un sorriso incerto.

Gli aveva stretto la mano con un po' troppo impeto, forse - ma sarebbe servito per rafforzare meglio il concetto, qualora se ne fosse mostrato il bisogno. Minerva McGranitt era tutto fuorchè una donna della quale tradire la fiducia, e Remus Lupin avrebbe fatto meglio a non prendere sottogamba questo aspetto.

«Molto bene!» esclamò allegramente Silente, assumendo per un istante l'espressione di un bambino che si trova all'improvviso davati ad un bacile ricolmo di Api Frizzole. «Ora che abbiamo fatto le presentazioni, direi che è giunto il momento di dare un'occhiata al castello».

Minerva McGranitt non replicò - non ce n'era alcun motivo, vista la natura dell'incontro - e affiancò gli altri due maghi senza tuttavia lasciare da parte il proprio cipiglio seccato. Non aveva senso, ripetè tra sè, non aveva alcun maledettissimo senso.




Noticine dell'autrice: Eccomi qui, sono tornata!!! Ora che ci penso non ho granchè da dire. Solo... spero che questo nuovo capitolo vi piaccia. Lasciatemi una recensioncina ogni tanto, mi raccomando! Un grazie immenso a chi mi segue, chi preferisce, ricorda o semplicemente legge ^^
Ciao!
Kway