Capitolo
2 - Lo smistamento
Il grosso portone di
quercia si aprì, emettendo un acuto scricchiolio, che mi fece sobbalzare. Vidi
un uomo nell’ombra, che sorrideva in modo sinistro. Sentii Albus
tremare al mio fianco.
“Gazza!”
disse Hagrid, rivolto all’uomo “Accompagna i mocciosi
alla Sala Grande per lo smistamento.”
Ora
che mi veniva in mente, papà mi aveva detto che Gazza era il custode della
scuola, un uomo che aveva sempre cercato di mettere i bastoni fra le ruote a
lui, alla mamma e allo zio Harry.
“Venite!”
disse bruscamente, avviandosi dentro.
Noi
tutti lo seguimmo in silenzio. Anche se non mi voltai a guardare indietro,
sentii comunque lo sguardo gelido di Malfoy su di me,
quasi volesse divorarmi. Camminai insieme agli altri, salendo le scale
illuminate dalla fioca luce delle candele. Dopo parecchio cammino, arrivammo
davanti a un altro grosso portone.
“Aspettate
qui! A breve arriverà il vicepreside.” disse Gazza con una smorfia di
disappunto, mostrando i suoi denti gialli.
Quando
rimanemmo soli, tutti i ragazzi ricominciarono a chiacchierare. Io cominciai a
guardarmi intorno. In quella folla non riuscii a vedere Scorpius
Malfoy. Continuai a girare la testa a destra e a
manca, cercandolo, fino a quando Albus non mi tirò
una manica della divisa per attirare la mia attenzione.
“Qualcosa
non va, Rose?” sussurrò con la voce tremante.
“Ehm
... No! Piuttosto mi sembra che tu abbia qualcosa che non va.” dissi notando la
sua faccia pallida.
“E’
che comincio ad avere un po’ paura ...” mi rispose lui con sincerità.
“Andrà
tutto bene, Al!” lo rassicurai io sorridendogli, al che mi rispose con il suo
solito sorriso innocente.
A
quel punto, il portone si aprì, tanto poco da lasciar passare un uomo un po’
grassottello. Tutti tacquero e da dentro si sentì un rumoroso vociare. Egli
richiuse il portone e fu di nuovo silenzio.
“Salve,
ragazzi!” rispose l’uomo con tono gentile “Io sono il vostro professore di Erbologia, Neville Paciock, e
sono anche il vicepreside della scuola.”
Sì!
Ora che mi ero calmata un po’, mi ero resa conto che quell’uomo era davvero
Neville Paciock, il signore che ci veniva a trovare
spesso a casa. Era stato un compagno di scuola di papà, della mamma e dello zio
Harry, lo conosceva anche la zia Ginny. Era
praticamente uno di famiglia.
“Ora
entrerete nella Sala Grande e sarà messo sulla testa di ognuno di voi il
cappello parlante, che vi smisterà nelle case a cui siete destinati.
Seguitemi.” dopo aver detto ciò, aprì il portone e tutti lo seguimmo nella Sala
Grande, che come dice il nome, era davvero enorme. Un sacco di ragazzi ci
guardavano curiosi mentre attraversavamo i tavoli. Sentivo i bisbigli dei
ragazzi e delle ragazze creare una gran confusione. Avvistai James, che mi
salutava sorridente, agitando le braccia in aria. E finalmente, giungendo
davanti al tavolo dei professori, la fila di neo-arrivati si fermò. Il
professor Paciock a quel punto avanzò verso uno
sgabello su cui era poggiato un cappello da strega.
“Prima
di tutto, ragazzi miei, ...” parlò il professore “ ... vorrei presentarvi la
preside di questa scuola ... Annabel Roswell.”
Una signora sulla
cinquantina d’anni, con i capelli biondi raccolti in una crocchia e un vestito
lungo ed elegante color verde acqua, si alzò dal tavolo degli insegnanti per
poi dirigersi al fianco del professor Paciock. Lui le
fece un cenno d’intesa, come per invitarla a parlare. Lei assentì e volse il
suo sguardo dolce, che sembrava quello di una madre verso i suoi figli, a noi
ragazzi.
“Buonasera a tutti
voi ...” cominciò la preside Roswell con la voce
flebile dall’emozione “Come molti di voi sanno, io sono diventata preside di
questa scuola solamente l’anno scorso. Tuttavia spero vivamente che si istauri
un buon rapporto tra me e voi, anche se non avrete a che fare con me spesso, e
che vi troviate bene qui. Voglio dare un benvenuto a voi neo-arrivati e un ben
ritrovati ai vecchi studenti. Ora lascio tutto al professor Neville Paciock, che effettuerà lo smistamento.”
“Grazie,
preside Roswell. Ora vi chiamerò ad uno ad uno e
verrete smistati nelle vostre case.” annunciò, sorridendo dolcemente per
rassicurarci, accortosi probabilmente che la maggior parte dei ragazzi fossero
agitati – me compresa.
Prese una pergamena,
poggiata sul lungo tavolo al quale sedevano i professori, insieme al preside.
“Amadeus
Cornelia!” lesse Neville, ehm ... il professor Paciock.
Dopo
aver ascoltato il primo nome della lista, mi immersi nei miei pensieri. Mi
voltai di soppiatto, in cerca di Malfoy. Incontrai
gli sguardi ebeti di quei due che erano venuti in barca con me ed Albus. Questi ultimi subito distolsero lo sguardo
imbarazzati.
“Cassio Robert!” disse per la seconda volta il professore,
al che uno dei due ragazzi, che erano arrossiti alla mia vista, corse dal prof.
“Grifondoro!” urlò il cappello. Il cappello? Il cappello da
strega ora aveva una faccia e parlava. Incredibile ...
Il
ragazzo di nome Robert si andò a sedere al tavolo dei Grifondoro.
Seguirono
un paio di ragazzi che finirono a Tassorosso. Altri
due, e precisamente quelli che erano stati in barca con Malfoy,
che andarono a Serpeverde. Poi l’altro ragazzo che
era stato in barca con me e Albus, il cui nome era Ginger
Alamis, andò a Corvonero. E
poi fu il suo turno ...
“Malfoy Scorpius!”
Mi
voltai di scatto. Il suo sguardo gelido e inespressivo incontrò il mio. Avanzò
e i ragazzi, credo per la paura, gli aprirono il passaggio. Non smise di
guardarmi, fino a che non mi superò. Io lo seguii con lo sguardo. Arrivato dal
professor Paciock, si sedette sullo sgabello e si
pose lo strambo cappello in testa. A quanto sembrava di vedere, il cappello
stava indugiando molto sulla scelta da fare. Continuò a parlottare a Malfoy, fino a che lui non lo interruppe dicendo qualcosa.
“Serpeverde!” urlò il cappello mentre acconsentiva, come se
fosse stato Malfoy stesso a suggerirgli la casa in
cui mandarlo.
Lui
si tolse il cappello e si diresse a passo lento verso il tavolo dei Serveverde. Mentre camminava volse lo sguardo verso di me e
mi sorrise in modo sadico.
Seguì
qualche nome con la N e con la O, mentre mi arrovellavo su quella sua
espressione.
“Potter
Albus!” gridò il professore, con l’espressione di chi
è curioso di vedere cosa sarebbe successo di lì a poco.
“Vai,
Al!!” si sentì urlare James dal posto in cui era seduto.
“Coraggio.”
gli dissi io, risvegliandomi dai miei pensieri.
Albus mi guardò, assentendo con espressione coraggiosa.
Deglutì e avanzò verso lo sgabello, tremante. Si sedette e il professore gli
fece indossare il cappello.
“Grifondoro!” gridò il cappello quasi subito.
Il
professore glielo tolse, soddisfatto della sicurezza che aveva avuto il
cappello.
Quando
Albus giunse dal fratello, lui lo abbracciò quasi
commosso.
Seguirono
altri nomi e quando finalmente giunse il mio, mi diressi fermamente verso il
cappello. Mi sedetti e me lo misi in testa.
“Oh,
ecco un altro Weasley. La figlia di due grandi Grifondoro.” mi sussurrò “E tu ovviamente non potrai essere
altro che ... Grifondoro!”
Io,
strafelice, mi tolsi il cappello e corsi dai miei cugini. James mi strinse
forte, forte, felice di avermi nella sua squadra.
“Siamo
insieme!” disse Albus, tirandomi leggermente una
manica della divisa.
Sì, siamo insieme ...
… to be continued …
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Ciao a
tutti!!
Questo
secondo chappu, lo so, è un pochino breve, ma è già
qualcosa.
Inoltre so
che la maggior parte di voi si aspetta che Albus vada
tra i Serpeverde, ma io ce lo vedo con i suoi cugini,
a Grifondoro!!
Riguardo al preside,
non sapevo proprio a chi farlo fare, la Rowling non ci ha lasciato detto niente
riguardo la sua identità. Per i nomi dei ragazzi non sapevo cosa inventarmi… :P
Un
ringraziamento ai “recensori” del chappu precedente: Pan_Tere94
e altovoltaggio. Un
grazie anche a coloro che hanno messo tra i preferiti la ficcy
e a coloro che l’hanno solo letta.
Ora vi lascio ai vostri affarucci! Un bacione!
Vale-chan