Capitolo
1 - Partenza
Il treno rosso stava
partendo e per la prima volta in vita mia mi stavo allontanando dalle persone
più importanti della mia vita per un periodo infinitamente lungo. Vidi la mamma
asciugarsi gli occhi con un fazzoletto, mentre papà le poggiava una mano sulla
spalla, e il mio fratellino e la mia cuginetta guardarmi imbronciati per il
solo fatto di non poter venire con me. Anche lo zio guardava, già pieno di
tanta nostalgia, il treno sul quale ci trovavamo io e gli altri due miei cugini.
Avrei appreso tanto laggiù, dove mi stavo dirigendo e di questo ero entusiasta.
Ma la paura era tanta. Temevo di sentirmi sola in quel posto che aveva
significato molto per i miei genitori. Ma che sciocca che ero ... C’erano i
miei cugini con me e loro mi avrebbero aiutato a rendere questa esperienza
indimenticabile.
Quando non riuscii
più a vedere i miei cari a causa della lontananza, mi riscossi da quei
pensieri. James, il mio cugino più grande, che poco prima si era allontanato in
cerca di un posto nel treno, ricomparve d’improvviso.
“Rose! Albus! Siete ancora qui?” disse tra il divertito e lo
scocciato a me e ad Albus, il suo fratellino.
“Stavamo salutando.”
risposi io, con le braccia incrociate.
“Hehe!”
rise James “Mammoni!”
“Non c’è niente da
ridere, James.” lo rimproverai io, arrabbiatissima.
“Certo, certo!
Venite! Ho trovato uno scompartimento libero.” continuò lui, facendo cenno di
seguirlo.
Gli andammo dietro
fino a quando non si fermò davanti ad uno dei tanti scompartimenti. Albus se ne stava in silenzio. Odiava quando James lo
prendeva in giro, ma non aveva mai il coraggio di ribattere. James dal canto
suo era molto più coraggioso e carino, ma quel che era peggio era che lui aveva
ereditato il carattere pestifero dello zio George, uno dei fratelli più grandi
di papà.
Entrammo nello
scompartimento. Dentro non c’era nessuno, eccetto che per un ragazzo biondo,
che guardava fuori dal finestrino – a me sembrava di averlo già visto da
qualche parte.
“Beh! A parte lui,
questi posti sono sgombri.” annunciò James, in tono solenne.
“Ma potrebbero essere
occupati.” dissi io.
“Ma va!” rispose lui,
poi si rivolse al ragazzo biondo “Hey, amico,
possiamo sederci?”
Il ragazzo volse la
testa, mostrando uno sguardo severo e glaciale – infatti aveva gli occhi di un
colore grigio azzurrino – e fece un brusco cenno di assenso con la testa.
“Visto?” ci disse
James con un falso sorriso, leggermente spaventato dallo sguardo del biondino.
Tutti ci sedemmo e
rimanemmo in silenzio a lungo. Il ragazzo biondo tornò di nuovo a guardare
fuori dal finestrino. Sfortunatamente il posto accanto a lui era capitato a me.
Io oltretutto mi ero ricordata subito chi fosse e ciò incrementava la mia
agitazione. Papà poco prima che salissi sul treno mi aveva espressamente
raccomandato di non avere niente a che fare con quel tipo. Sì, lui era Scorpius Malfoy, il figlio
dell’acerrimo nemico di papà. Ormai lo sapevano tutti che la famiglia Weasley e la famiglia Malfoy
erano in lotta da sempre. Basta ricordare che nonno Arthur e il signor Lucius Malfoy e che, nella
generazione successiva, papà e il signor Draco Malfoy si odiavano. Insomma sono esempi fondamentali per
capire da quanto durasse quella contesa.
Malfoy Junior, accortosi
che il mio sguardo era fisso su di lui da più di dieci minuti, si girò a
guardarmi.
“Ti occorre
qualcosa?” mi chiese quasi in un sussurro.
A quelle parole
sobbalzai come se un granchio mi avesse pizzicata. Scorsi lo sguardo spaventato
di Albus. Probabilmente anche lui si era accorto di
chi fosse quel ragazzo, o forse era semplicemente spaventato dal suo sguardo
glaciale.
“No ...” gli risposi,
imbarazzata.
Ecco, ho sempre
odiato terribilmente questa caratteristica di me. L’ho ereditata da papà.
Praticamente, un Weasley arrossisce anche per piccole
cose come questa. E poi non sono mica solo le guance a diventare rosse ... No,
anche le orecchie ... Odio quando succede ...
“Bene.” mi rispose
lui, tornando alla sua occupazione.
Come avremmo potuto
resistere a quello strazio, in silenzio, terrorizzati, per tutta la durata del
viaggio? Ma, come ho detto prima, il più coraggioso di tutti noi era James.
Infatti fu lui ad intraprendere un discorso in quell’atmosfera lugubre.
“Allora, Al?” chiese
rivolgendosi al fratello “In che casa avevi detto di voler andare una volta
arrivato a Hogwarts?”
Ecco che ricominciava
a stuzzicare Albus. Era il suo passatempo preferito. Ma
possibile che non aveva nient’altro da fare?
“Mi accontento di
tutto ... Ma non voglio andare a Serpeverde ...”
sussurrò lui preoccupato.
“Che peccato! Sai,
credo proprio che tu stia a pennello con i Serpeverde.
Haha!” rise James.
“E dai, Jamie, finiscila!” dissi io, stufa di vedere il viso di mio
cugino triste.
“Anche tu, Rosie, finirai a Serpeverde.”
continuò cacciandomi la lingua.
“Sì. Certo, James.
Hai perfettamente ragione.” dissi sarcastica.
“Uffa! Con te non c’è
sfizio, Rose ...” si lamentò James – questo metodo funzionava sempre per
tenergli testa.
“Non ti preoccupare,
Al.” lo consolai io “Nessuno di noi due finirà a Serpeverde.
Te lo prometto.”
“Grazie, Rosie ...” mi sorrise Albus.
I suoi sorrisi erano
sempre così dolci, forse perché aveva gli occhi di quel verde smeraldo
meraviglioso. Anche zio Harry aveva gli occhi verdi e, a sentire papà, li aveva
ereditati dalla madre. A quanto pareva Albus era
l’unico ad avere gli occhi dello zio Harry. James invece aveva gli stessi occhi
castani della zia Ginny.
“Uffa! Che noia ...”
disse James, sbadigliando e stiracchiandosi, poi continuò a parlare rivolto a
me e a suo fratello “Se capitate a Grifondoro, vedete
di non farci perdere punti. Quest’anno dobbiamo di nuovo battere quelle odiose
serpi.”
Già, serpi... Era
così che James definiva quelli di Serveverde. Per
l’amor del cielo, era un soprannome azzeccatissimo,
però a me non pareva proprio il caso di parlarne davanti a un futuro Serpeverde.
“Quest’anno poi
entrerò a far parte della squadra di Quiddich!”
continuò James soddisfatto “Voglio assolutamente disputare una partita con
quegli idioti di Serveverde.”
Ed ecco la cosiddetta
goccia che fa traboccare il vaso. Il “ghiacciolo”,
che era di fianco a me, a quel punto non ci vide più dalla rabbia, si alzò e
prese James per la collottola.
“Che ne sai tu dei Serpeverde!?” urlò a mio cugino.
Io per lo spavento mi
alzai. Volevo dividerli, ma non sapevo dove mettere mano. Non potevo permettere
che James si mettesse nei guai mezz’ora prima che fosse cominciata la scuola,
per giunta scatenando una rissa con il figlio dell’acerrimo nemico di papà e
dello zio Harry. Sì, perché non vi avevo detto che il signor Draco Malfoy era anche l’acerrimo
nemico dello zio – anche se lo zio dice che non ha più rancore nei suoi
confronti.
“Lo sapevo che prima
o poi sarebbe andata così ...” sussurrò Albus
sull’orlo delle lacrime, rannicchiato in un angolino del sedile per tenersi a
debita distanza dal pericolo.
“Ma guarda ...”
rispose James tutto tronfio a Malfoy “E così aspiri
ai Serpeverde tu?”
“E’ ovvio!” esclamò
il futuro Serpeverde “Tutti i Malfoy
come me erano dei Serpeverde.”
A quell’esclamazione
di Malfoy, James rimase di sasso, come se gli si
fosse bloccato qualcosa in gola.
“Malfoy?”
sussurrò.
“Esatto!” disse
freddamente Malfoy.
Io, riscossami dalla
scena coinvolgente, presi la decisione di fare qualcosa.
“Su, non litigate ...”
dissi sorridendo.
Malfoy si voltò di scatto
verso di me rivolgendomi uno sguardo agghiacciante.
“Tsk!
Al contrario di voi ...” cominciò a dire, lasciando andare James, con un
sorriso gongolante sulle labbra “... io so benissimo chi siete.”
Fece una pausa e si
avvicinò a me, quanto bastava perché i miei occhi si specchiassero nell’argento
dei suoi.
“Capelli rossi, ...”
cominciò a elencare squadrandomi “... Lentiggini e una vecchia toga di seconda
mano ... Tu sei sicuramente la figlia di Weasley e Granger. Mezzosangue anche tu.”
Ero ormai diventata
completamente paonazza, non perché fossi imbarazzata – in quel momento ero
tutt’altro che imbarazzata – ma perché ero arrabbiata. Come si era permessa
quella serpe ambulante di chiamarmi Mezzosangue?
“Hey!
Ritira ciò che hai detto!” esclamò James furioso.
Se c’era una cosa che
non sopportava James, era che qualcuno offendesse i suoi amici e i suoi
parenti. Diceva sempre che solo lui poteva avere il lusso di prenderli in giro.
“Beh ...” rispose Malfoy “Non ho iniziato io ad offendere, Potter.”
E così dicendo uscì
dallo scompartimento sbattendo la porta. Avevamo iniziato proprio bene l’anno
scolastico. Litigare con Scorpius Malfoy,
insultandoci a vicenda. E meno male che la mamma aveva detto a papà di non
metterci l’uno contro l’altro prima ancora di cominciare la scuola. Insomma, ci
eravamo dati da soli la zappa sopra i piedi. Rivolsi uno sguardo di rimprovero
a James, che ricambiò guardandomi innocentemente.
“Mica lo sapevo io
che era Malfoy.” si giustificò lui.
Io sospirai
esasperata.
“Se fossi stato
presente prima della partenza, avresti saputo chi fosse.” gli dissi.
“Ma stavo salutando i
miei amici ...” rispose lui scocciato.
“Vabbé!
Ormai il danno è fatto ... Anche per questa generazione esisterà l’odio tra Weasley e Malfoy ...” sospirai
io.
“E Potter!” aggiunse
James.
“Già ...” piagnucolò Albus.
In quel momento io e
James ricademmo pesantemente sul sedile.
“Beh, se non altro
non daremo un dispiacere allo zio Ron.” disse ancora James facendo cenno di sì
con la testa.
Io gli rivolsi un
altro sguardo in tralice. Poi mi sistemai vicino al finestrino, dove prima
stava seduto Malfoy, e cominciai a contemplare le
colline, che scorrevano veloci davanti ai miei occhi. Beh ... Almeno non avevo
più nostalgia di casa.
Una mezz’oretta dopo,
il treno arrivò alla stazione di Hogsmeade.
Albus era ancora rannicchiato
sul sedile e dormiva profondamente. James si alzò e iniziò a contemplare il
fratellino – io credo – in cerca di un idea per svegliarlo nel peggiore dei
modi. Infatti dopo due minuti di riflessione, gli avvolse il collo con un
braccio e cominciò a spettinargli i capelli con l’altra mano.
“Sveglia, Al!” urlò a
mo di sveglia.
“Come sei delicato ...”
commentai io, con le mani sui fianchi.
“Beh ... Mica vorrà
rimanere qui per tutta la durata dello smistamento?” chiese lui sarcastico,
mollando un buffetto ad Albus.
“E dai, lascialo in
pace.” gli dissi io “Non so proprio come fa Al a sopportarti tutto il giorno a
casa?”
“Hey!
Che vorresti dire?” mi domandò James, con gli occhi ridotti a due fessure.
“Nulla, nulla!” lo
rassicurai io “Forza, andiamo.”
E così uscimmo dallo
scompartimento. In quel momento, io mi guardai in giro tra i tanti ragazzi che
si affrettavano a scendere dal treno, forse in cerca di Malfoy.
Beh, fatto sta che non lo vidi. Ma tanto che m’importava di quell’odiosa serpe ...
“Ci vediamo dopo!”
disse James, mentre correva da un suo compagno.
Io e Albus scendemmo dal treno. James aveva detto che avremmo
raggiunto Hogwarts in barca, ma io non vedevo nessuna
barca. Poi sopra le teste di noi studenti si accese la luce di una lanterna,
tenuta in mano da un omone enorme.
“Primo anno!” chiamò
una voce grossa in lontananza “Da questa parte!”
Vidi che era stato Hagrid a parlare. Hagrid era un
mezzo gigante ed era stato – e lo era ancora – un grande amico del papà, della
mamma, dello zio Harry e della zia Ginny. Aveva una
folta barba e dei lunghi e crespi capelli neri, che gli coprivano quasi tutta
la faccia, e un grosso pastrano indosso.
“Tutti qui, quelli
del primo anno!” urlò ancora incitando tutti coloro che si sarebbero apprestati
a frequentare il primo anno della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts a seguirlo.
“Andiamo.” dissi ad Albus, che mi rispose con un cenno di assenso.
Ci avvicinammo al
gigante, che si girò subito – probabilmente aveva visto il colore rosso
sgargiante dei miei capelli.
“Salve, Al!” salutò,
rivolto a mio cugino.
“Ciao, Hagrid.” rispose lui, leggermente imbarazzato, poiché molti
ragazzi si erano girati a guardarlo, stupiti che conoscesse quel grosso tipo.
“E tu sei Rose,
vero?” continuò Hagrid, rivolto a me.
“Oh, sì!” gli risposi
io.
“Sei cresciuta
tanto.” continuò lui “L’ultima volta che ti ho visto c’avevi sei anni. Ci
somigli sempre di più a Ron ...”
Fece una pausa.
“... A parte per gli
occhi. C’hai gli occhi e, per quanto mi hanno detto, anche il cervello di Hermione.”
“Grazie.” risposi io
compiaciuta del complimento.
“Bene. Credo che sia
ora di andare.” annunciò il gigante, poi urlò ai ragazzi “Seguitemi! Attenti a
dove mettete i piedi!”
Così seguimmo Hagrid, fino ad arrivare ad un sentiero ripido, stretto e
scivoloso. Il buio era molto fitto, forse perché il sentiero era fiancheggiato
da folti alberi.
“Fra un attimo avrete
una vista panoramica di Hogwarts!” annunciò Hagrid “Ecco, dopo questa curva!”
Svoltammo la
cosiddetta curva e dalle prime file della folla si innalzò un coro di “Oooh!”.
Eravamo sul bordo di
un grande lago nero. Davanti a noi, appollaiato in cima a un’alta montagna, con
le finestre illuminate che brillavano contro il cielo stellato, si stagliava un
grande castello con molte torri e torrette. Era spettacolare.
Finalmente avvistai
le barchette che ci avrebbero portato a Hogwarts.
“Non più di quattro
per battello.” avvertì Hagrid indicando la flotta di
piccole imbarcazioni in acqua, vicino alla riva. Io e Albus
salimmo su una delle barche, seguiti poi da due ragazzi che non conoscevamo.
“Possiamo?” domandò
uno di loro.
“Certo!” assentì Albus, facendo loro cenno di sedersi.
“Tutti a bordo?”
gridò Hagrid che aveva un’imbarcazione personale
“Bene ... Si parte!”
E così le tante
barchette si staccarono dalla riva, scivolando sul lago liscio come vetro. Io
mi guardai attorno. Scorsi Malfoy in lontananza. Era
insieme a tre ragazzi, ma pareva che non li conoscesse, poiché era indifferente
ai loro animati discorsi. A un certo punto alzò lo sguardo verso di me. Il suo
sguardo agghiacciante sembrò sorpreso. Io distolsi lo sguardo arrossendo
violentemente.
“Tutto bene, Rose?”
mi chiese Albus, notando la mia agitazione.
“Sto bene!” urlai io
sobbalzando, mentre anche le mie orecchie andavano in fiamme.
“Che carina ...” sentii
sussurrare i ragazzi che erano in barca con noi – la mia faccia ormai era
completamente rossa.
“Giù la testa!” gridò
Hagrid quando le prime barche raggiunsero la
scogliera; io e tutti gli altri ragazzi obbedimmo e i battelli ci trasportarono
attraverso una cortina d’edera che nascondeva una grande apertura davanti alla
scogliera stessa. Poi attraversammo un lungo tunnel buio, che sembrava portare
dritto sotto il castello, e infine raggiungemmo una sorta di porto sotterraneo.
Io e Albus scendemmo dalla barchetta, preceduti dagli
altri due ragazzi, e ci arrampicammo tra scogli e sassi. Poi proseguimmo per un
passaggio nella roccia, preceduti dalla lampada di Hagrid,
e finalmente emergemmo sull’erba morbida e umida, proprio all’ombra del
castello.
Salimmo la scalinata
di pietra e ci affollammo davanti all’immenso portone di quercia.
Voltando leggermente
la testa vidi che Scorpius Malfoy
era a pochi metri da me e che mi stava fissando. Tornai di scatto a guardare,
più indifferente possibile, davanti a me, dove c’era Hagrid
che alzò il pugno gigantesco e bussò tre volte.
… to be continued …
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Salve a tutti!
Sono Vale-chan e sono qui su EFP a presentarvi una mia ficcy su Harry Potter, incentrata sulla New Generation!
Quei mocciosetti sono così lovvosi!!
*.*
Ringrazio tutti coloro che commenteranno,
metteranno tra i preferiti o anche solo leggeranno questa ficcy!
E aspettando un vostro giudizio, mi metto a lavorare sul prossimo chappu, in modo da non lasciarvi per troppo tempo in sospeso.
With Love,
Vale-chan