Disclaimer: I personaggi citati appartengono a Masashi Kishimoto, che ovviamente
si prende tutti i diritti del loro uso. La canzone su cui si basa la songfic è The geeks get the girls,
degli American Hi-Fi, il cui ascolto durante la lettura è praticamente TASSATIVO.
Quando gli aveva esposto il suo
piano, Kiba era quasi svenuto.
"CHI?"
Imperturbabile, Shino aveva ripetuto il nome.
"Quella?!" Se possibile Kiba
era ancor più incredulo e sconvolto, era perfino impallidito.
"Ma è un cesso!" era esploso infine.
Shino era un tipo di poche parole:"De
gustibus, Kiba, de gustibus."
Choji e Naruto
erano rimasti a bocca aperta per una mezz'ora intera.
"Chi, scusa?" aveva pigolato l'Uzumaki.
"Potresti ripetere?" gli aveva fatto eco un altrettanto scioccato Choji, che per lo stupore aveva lasciato cadere il suo
sacchetto di patatine.
Paziente, Shino aveva ripetuto il nome.
Naruto si era dovuto aggrappare all'amico perchè gli
mancava il respiro, tanto gli era inconcepibile l'idea di Shino
Aburame e una ragazza, Shino
Aburame e un qualunque essere vivente di sesso
femminile, Shino Aburame e
un qualunque essere vivente di sesso femminile che non fosse
un coleottero xilofago.
"...Quella?" sibilò Choji, dopo un attimo
di smarrimento.
E Naruto trasecolò definitivamente:"Quel
sorcio di biblioteca con gli occhiali da nonnetta?!?"
Shikamaru Nara era stato l'unico a non meravigliarsi
più di tanto: si era limitato a scuotere lugubremente il capo, dopo
un'indifferente spallucciata. Reazione che peraltro manifestava di fronte a ogni avvenimento che non fosse una partita a Shogi.
Fumò con calma la sua sigaretta, borbottando anatemi diretti al genere
femminile e in particolare a chi non lo faceva fumare in santa pace, poi
commentò con un leggero sorriso pensoso:"Mi batte
sempre al sudoku, sai?"
The geek gets the girl !
Tonight tonight,
he's gonna get it right
Even losers can get lucky sometimes
All the freaks go on a winning streak
In a perfect world all the geeks get the girls
"Ino, ma che
diav-"
"Ssssh, non una parola!"
Sakura Haruno, Chuunin molto poco paziente e allieva
Medic-ninja, era appena stata trascinata dietro l'angolo del cortile del Dipartimento di Criminologia
della Foglia, con una mano sulla bocca e l'imperativo di non fiatare neanche in
caso di soffocamento.
L'azione era
stata compiuta col massimo dell'efficienza e scioltezza da un'altra Chuunin, Ino Yamanaka, che si
professava sua migliore amica nonchè migliore allieva
di Ibiki Morino, astro
nascente della Squadra di Tortura e Interrogazione della Divisione ANBU.
"Stupida Scrofa, vuoi lasciarmi andare o-"
"SSSSST! Guarda laggiù!" furtiva Ino le
indicò, dall'altra parte della strada, la sagoma di una persona seminascosta
tra l'ombra di un lampione e lo sbocco di un vicolo strettissimo e privo di
illuminazione.
"Misterioso, in incognito, appostato, camuffato, giacca pesante tirata sul
viso e occhiali neri: ti dice niente?" continuò sullo stesso tono la Yamanaka, il viso corrucciato.
"Shino Aburame,
Squadra Dieci, nostro stesso anno ed erede dell'omonimo Clan" Sakura inarcò un sopracciglio con sufficienza, ma l'altra
la interruppe di nuovo:"Che tutti i santi giorni
alla stessa ora piantona quell'angolo di strada, proprio di fronte al MIO posto
di lavoro!" esclamò teatrale, le mani verso il cielo:"Non ti sembrano
un po' troppe coincidenze?!"
"Mi sembra che tu stia vaneggiando."
"Ma non è logico! Sono almeno tre settimane che lo vedo appostato
laggiù, proprio lungo la strada che faccio per tornare a casa! Sono
terrorizzata, terrorizzata: cosa potrebbe volere da me?"
Sakura si morse la lingua per trattenere una risposta
pungente e tentò di farla ragionare:"Quante donne
lavorano qua dentro? Una cinquantina? Di più?
E per quale motivo, se la tua ipotesi fosse esatta, tra tutte quante dovresti essere proprio tu?"
Il ragionamento di Sakura non faceva una grinza; Ino,
riflettendo, distese il volto in un sorriso che aveva qualcosa di luciferino:"Che intuito, mia cara, sono davvero
strabiliata, dietro quel frontone di tempio allora c'è un cervello pulsante!
Dunque cherchez la
femme, consigli tu..." tamburellò le dita
affusolate, pensierosa:"Perfetto. Prima di avvisare Shikamaru
e Choji che quello là mi importuna,
noi verificheremo il suo obiettivo" trillò in un lampo di gioiosa
determinazione.
"Non sono sicura di voler sapere come" ribattè
gelida Sakura
"Oh sì che lo sei, ragazza dalla fronte spropositata" mormorò Ino
candida, prima di scompigliarle i capelli:"PE-DI-NA-MEN-TO!"
"Non se ne parla," sbottò la Haruno
stizzita:"Ho il turno di notte 'sta sera, non voglio sprecare la mia pausa
per nient'altro che non sia una cena. Hai barato, vigliacca!"
"Potrai anche ritardare cinque minuti per una volta, non scappa mica dal
letto, quello! E poi con lui c'è Naruto."
"Che l'ultima volta ha tentato di defenestrarlo."
"Andiamo, non si sono mai uccisi a vicenda!" rise nervosa
Ino.
"Certo, come no. Devo ricordarti in che
condizioni erano dopo l'ultimo scontro?"
"Sakura, piantala, lo
sai anche tu che non vedi l'ora di scoprire il segreto dell'Uomo Blatta. E non fare quella faccia, su, farai in tempo per cambiare il
pappagallo a Sasuke-kun!"
"INO!"
"Beh? Che ho detto?"
"Chiudi il becco e concentrati. Aspettiamo."
"Roger!"
Mezz'ora dopo, Ino si riscosse alla gomitata di Sakura, che le fece sbaffare lo
smalto che si stava passando sulle unghie della mano destra e rotolare la
boccetta color verde acido fino alla grata di un tombino.
Ma non fece in tempo a rimproverare l'amica:"Il
soggetto si è mosso" sentenziò Sakura solenne.
Impercettibili scivolarono lungo i muri delle case, i sensi
all'erta e lo sguardo fisso sulla sagoma che, avvolta nel pesante cappotto
invernale, dava loro la schiena.
Si arrampicarono senza fiatare sul filo di una grondaia, muovendosi
silenziosamente nell'intricata giungla urbana, agili e flessuose come gli occhi
del buio che stava calando, e soltanto in un soffio Ino riuscì a chiedere:"Chi sta seguendo?"
"Non so come si chiama" replicò Sakura a
mezza voce. Allora la Yamanaka si sporse in punta di
piedi, aggrappandosi a un camino, e con fatica riuscì
a identificare la figura mingherlina che svelta e impettita camminava a una
decina di metri di distanza dall'Aburame.
Per poco non perse l'equilibrio: Sakura dovette
trattenerla per un braccio, mentre paonazza Ino si
sforzava di non gridare:"LEI?!?"
Il piano di Shino, a differenza di quello che aveva raccontato a Kiba, non era così definito: avrebbe dovuto avvicinarla
subito, non appena l'avrebbe vista salutare i colleghi e uscire dal
Dipartimento, ma qualcosa gli aveva suggerito che saltar fuori
da un vicolo oscuro col colletto della giubba a coprirgli metà viso e
gli occhiali scuri, non sarebbe stata una mossa vincente.
Parlando francamente, lei sarebbe scappata a gambe levate.
Dunque il piano aveva subito un'istantanea e improvvisa modifica: la strada che
faceva per andare a casa passava giusto di fronte a un
piccolo locale all'aperto, in cui non avrebbe corso il rischio di trovare quel decerebrato dell'Inuzuka in
compagnia di Naruto, Nara, Akimichi
e un barile di sakè, perciò quello sarebbe stato il
luogo adatto per rivelarsi.
Magari, ecco, avrebbe potuto allentarsi il colletto. Un pochino, diciamo,
giusto per non sembrare un maniaco.
Rallentò il passo, quando vide la ragazza davanti a lui fermarsi appena per
gettare un'occhiata rapida ai bonbons ricoperti di
glassa verde esposti in una vetrina, e in un balzo dovette appiattirsi nel vano
di un portone quando lei fece il gesto di voltarsi,
cercando nella sacca un fazzoletto per pulirsi gli occhiali.
Chi parlava di missioni suicide non doveva aver mai
tentato di chiedere a una ragazza di uscire insieme, come Shino
Aburame si proponeva di fare.
L'aveva notata, quasi per sbaglio, il giorno che Kurenai-sama
l'aveva mandato al Dipartimento per un sigillo da sciogliere su uno degli
innumerevoli codici ninja segreti. Doveva rivolgersi
a Mizoguchi-sama e gli avevano indicato quella porta.
Porta che era stata prontamente spalancata, rivelando
dietro di sè un nodo di nervosismo, riservatezza e
competenza che, in sette minuti, gli aveva consegnato la chiave di decriptazione con un sorriso modesto e, in qualche modo,
dimesso.
Uscendo dlal'ufficio, senza riflettere aveva cercato
il suo nome sulla porta, ma non c'erano targhette nè
iscrizioni, perciò aveva dovuto ricavare quella preziosa informazione da
qualche sporadica conversazione con gli altri Chuunin,
ovviamente senza dare nell'occhio.
Shino amava parlare soltanto quando
era sicuro di ciò che doveva dire, perciò aveva aspettato molto tempo prima di
spiegare ai compagni il suo piano.
Aveva anche saputo, per puro caso ovviamente, che quelli del
Dipartimento staccavano circa alle otto e mezzo, proprio l'ora in cui di solito
lui terminava gli allenamenti con la Squadra, da quando
Kurenai-sensei si era ritirata a causa dell'arrivo
imminente del bambino.
Fosse o non fosse stato il Destino, Neji Hyuuga non avrebbe saputo dirlo
meglio.
Concentrato, evitò i sassolini sparsi lungo il marciapiede e la lattina
accartocciata che, se colpita, avrebbe potuto fare rumore e attirare la sua
attenzione, circospetto e cauto come la migliore delle spie: superarono anche
il ponte, e Shino istintivamente s'irrigidì allo
scricchiolio delle tavole di legno sotto i suoi piedi, ma lei parve non notarlo
neppure.
L'aveva seguita altre volte, non gli piaceva l'idea di
vederla scorrazzare da sola per il villaggio, perdipiù
di notte, e con lo spirito dell'entomologo l'aveva studiata.
La sua andatura, il suo passo leggero e veloce, i suoi
capelli arruffati che neppure il buio riusciva a spegnere, le cose che lungo la
strada attiravano la sua attenzione, quelle che la lasciavano indifferente.
E l'aveva stupito dal profondo l'idea di interessarsi a
una persona - lui, a una persona! -, così come si interessava
a lei.
All'inizio l'aveva giudicato uno svago, un passatempo, una sua bizzarra trovata
per non rimanere solo coi suoi pensieri, ma a poco a
poco si era trovato a fare i conti con questa scomoda, insperata verità: gli
interessava. Gli interessava lei.
Voleva studiarla alla luce del sole, passeggiarle accanto e notare ogni singola
cosa che suscitava la sua meraviglia, e voleva fare tutte queste cose insieme
a lei.
Rendersene conto l'aveva lasciato stranito e confuso, e se c'era una cosa di
cui Shino si vantava era di non avere mai alcun
dubbio.
...Ecco, erano a pochi metri da quel ristorante, un
passo, due passi, tre passi, quattro passi e...
( Chiudi gli occhi, Shino )
"Shiho."
Sentendosi chiamata si voltò di scatto, sorpresa, la luce calda del locale che
giocava coi suoi capelli.
Il ragazzo si fece avanti e mosse qualche passo verso di lei, senza batter
ciglio:"Mi chiamo Shin-"
"Aburame Shino"
con una voce un poco stridula lo anticipò, a disagio, e scosse il capo per
spostare una ciocca color rame dalla fronte.
"Lo sapevi già?" fu il turno di Shino di
stupirsi, e non poco, a giudicare dalla vena incerta che risuonava nella sua
voce.
Shiho annuì con un piccolo sorriso, poi, resasi conto
di ciò che aveva involontariamente ammesso, si morse un labbro,
incarnazione vivente dell'imbarazzo.
Il piano di Shino nel frattempo si modificò una
seconda volta: quella ragazza gli aveva appena rubato una battuta fondamentale.
Dannazione.
Nel frattempo Shiho si schiarì la gola, e dovette
intrecciare le mani dietro la schiena per smettere di tormentarsele:"Volevi chiedermi qualcosa?" fu il suo
incoraggiamento nervoso, lo sguardo nascosto dalle enormi lenti degli occhiali
da vista, che per Ino Yamanaka rappresentavano la
negazione del senso estetico.
"Sì" ripresosi, l'Aburame assentì serio,
muovendo un altro passo in avanti.
Chissà se, seduti ai tavolini, gli avventori del locale contemplavano
quell'insolita scena, meravigliati quanto le spie che, appollaiate
sul tetto, seguivano ammutolite il dialogo fra i due ragazzi, ignari dei tanti
occhi posati su di loro.
Shiho si strinse nelle spalle:"Che
cosa, allora?" gli concesse, un barlume di tesa allegria.
Kiba gli aveva consigliato di chiamarla baby e
di parlare con voce roca e seducente, che in verità gli ricordava quella di un
fumatore accanito, Naruto di gridarle a squarciagola
che l'amava alla follia, Choji
di prenderla per la gola e Shikamaru di essere se stesso,
ma loro non sapevano una cosa.
Una cosa fondamentale.
E cioè che anche Shino Aburame, come ogni ninja che si
rispetti, aveva la sua arma segreta.
Con lentezza si sfilò gli occhiali neri, che portava da
quando aveva imparato a camminare, alzò lo sguardo su Shiho, in attesa di fronte a lui, e con naturalezza le fece
la fatidica domanda.
"Volevo
chiederti se ti andava di cenare insieme a me questa
sera, e anche domani sera, e dopodomani sera...
insomma, finchè ne avrai voglia."
Silenzio.
Shiho era arrossita fino alla radice dei
capelli.
Con gli occhi spalancati e paralizzate dallo stupore, Ino e Sakura non furono in grado di elaborare una frase
intelligibile per i successivi cinque minuti.
La prima a riacquistare l'uso della parola fu, inaspettatamente, Sakura, che riprese a parlare con voce rotta e incerta:"Dimmi che ho visto davvero Shino Aburame
e quella là entrare mano nella mano in quel locale."
"Si chiama Shiho" corresse meccanicamente
Ino.
"Quel che è.
Dimmi che hai visto anche tu quello che ho visto io, che non sto sognando nè leggendo "L'amore ai tempi dei nerd"
o una cosa simile.
Dimmi che hai sentito anche tu Shino
Aburame (Shino Aburame, per l'amor del cielo!) chiedere di uscire a
una ragazza e, colmo di tutti i colmi, riuscire nel suo intento!" sbattè le palpebre più e più volte, ancora incapace di
credere alla realtà.
"Credevo le piacesse Shikamaru" commentò
distratta Ino.
"Secondo me siamo in Paradiso o nella Città dei
Matti" mormorò Sakura, restia a convincersi
della veridicità di ciò che aveva appena visto.
"Chissà se lui ha lasciato a casa gli insetti, per l'occasione..."
"UGH! Ma è disgustoso!"
"E chissà se lei imparerà a farsi la piega senza sembrare una scopa di
saggina..."
"Tutto ciò ha dell'incredibile" sottolineò
la Haruno sgranando ogni singola sillaba della
parola, il viso stravolto.
"Già" Ino annuì vigorosamente, scuotendo la lunga coda di capelli
color grano, e si sistemò la divisa lisciandosi in un batter d'occhio la corta
gonna viola:"Fronte Spaziosa, in piedi, è tempo
di agire!"
"Ossantissimo..." l'altra
si coprì il viso con le mani, prevedendo il disastro imminente, ma Ino non la
calcolò neppure di sfuggita, presa com'era dal celebrare il suo
trionfo:"E' arrivata l'ora che il mondo intero sappia quello che sappiamo
noi! Tutti quanti devono sapere! Dobbiamo immediatamente correre ad avvisare Shikamaru, e Choji, e Naruto, e Sasuke-kun, e Sai-kun, e Kiba-kun, e Hinata, e Tenten, e Rock Lee, e Neji-kun, e..."
"Ino."
"Sakura, dobbiamo dirlo a tutti, la notizia deve
girare in tutto il villaggio, tutti quanti devono sapere!"
"Ino."
"Devono saperlo tutti quanti, devono sapere che ogni tanto anche per gli stramboidi arriva la botta di culo,
nessuno l'ha mai creduto e invece si sbagliavano di grosso, quei due l'hanno
appena dimostrato!"
"Ino!"
"Perciò preparati a diffondere la notizia in ogni dove, tutti quanti
devono essere al corrente di questa novità terrificante, sarà uno shock
tremendo ma devono saperlo, il dovere di cronaca ce lo impone, dobbiamo
raccontare a tutti di questa rivelazione, di quest'esplosiva
verità! E' arrivato il momento di gridarlo a gran voce per le strade, finchè la gola non ci farà male!"
E Ino, con un gesto da primadonna e col viso acceso dal furore drammatico,
abbracciò tutto il cielo notturno:"...IL
SECCHIONE HA LA RAGAZZA!!!"
Last night he finally got it right
Even losers can get lucky sometimes
All the freaks go on a winning streak
Shout it all around the world 'cause the geeks get the girls!
Fin
Note
dell'Autrice
Non sarà mai Canon? Chissenefrega.
Il nome è uno scioglilingua? E' uno dei motivi per cui
insieme li amiamo.
Sono orribili? Non capite l'arte.
Io li ADORO profondamente.
Bene bene, se questa coppia vi ha incuriosito,
ecco il link alle storie della Green Fortnight pubblicate fin'ora: Kokky, Kaho_chan, Rory_chan, AtegeV (<3 Aka), LalyBlackangel, Bambi88, Mala Mela, Paccy, Lulls, Elwerien, e infine Eleanor89.
...'Cause glasses
rule!
A rapporto,
Maggiore Coleottero Tya