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Autore: _heartbeat_    09/12/2015    0 recensioni
Se vedi arrivare i giocatori di football tutti insieme solo una può essere la scusa migliore: GRANITA...se poi ci aggiungi un incontro inaspettato nel bagno ed un Glee Club ancora da mettere in piedi il gioco è fatto.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Mercedes Jones, Quinn Fabray, Rachel Berry, Will Schuester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In casa regnava il silenzio, c’eravamo soltanto noi due e l’unica luce accesa era quella della piccola abat-jour sul mio comodino.
Mia madre era via per lavoro e sarebbe tornata dopo qualche giorno così per non rimanere sola avevo invitato Rachel da me.
Dio ero troppo agitata.
Avevo controllato che fosse tutto in ordine e a posto prima di aprire la porta e farla accomodare, avevo rifatto il letto, cambiato gli asciugamani, fatto la spesa e ordinato la cena da un take away cinese poco distante stando attenta a prendere prodotti vegani per Lady Hobbit.
Lo so che non è proprio un appellativo carino ma mi è entrato in testa  per colpa di Santana e poi pronunciato da me fa uno strano effetto e mi piace parecchio.
Rachel era strana in quel periodo, sembrava un po’ assente: a scuola era distratta e non seguiva quasi mai, scribacchiava sul suo quadernino parole incomprensibili, non mangiava quasi se non per cortesia o perchè stava per svenire e anche al Glee non era più la solita.
Mancava un po’ a tutti la sua isteria, il suo essere nervosa e competitiva e assolutamente determinata ad avere qualsiasi ruolo da solista.
Poi tutto era svanito, sembrava molto apatica quasi annoiata e un po’ preoccupata.
Avevo provato a farmi raccontare cosa le succedeva, avevo ridotto gli allenamenti allo stretto necessario per starle vicino ma lei non voleva, diceva che non ne valeva davvero la pena, diceva che perdevo solo del tempo con lei.Credeva tutto questo e forse lo crede ancora.
In realtà c’era molto di più, lei mi sconvolgeva come un uragano mi metteva a testa in giù e giocava con il mio cuore senza neanche saperlo.
Ci tenevo davvero e anche lei, vedevo i suoi occhi illuminarsi quando mi guardava e la sua mano da gelida riscaldarsi stretta nella mia.
L’amavo e l’amo ancora e forse anche per quello l’avevo invitata da me, volevo passare un po’ di tempo da sola con lei, abbracciate strette come a non voler andare via.
Era tutto diverso dalle mie precedenti relazioni,: c’era sempre un corpo ma questa volta era femminile, c’era forse più cuore e più anima e non era solo amore fisico.Per niente.
Non era ancora successo e non volevo forzare troppo i tempi, certo lo volevo con tutta me stessa ma sentivo di non essere ancora pienamente consapevole.
Mi sembrava di vivere in un sogno.
 
Quando aprii la porta e la vidi lì con una tortina in mano mi venne da sorridere, l’abbracciai ringraziandola e le diedi un bacio sulla guancia.
Lei sorrise e ricambiò il bacio.
Ora eravamo Rachel e Quinn o meglio Rach e Q.
Fuori dalla porta appesi come cappotti avevamo lasciato la Cheerleder e la Sfigata che erano dentro di noi.
Sistemai la torta sul tavolo e lasciai Rachel a girovagare per casa.Non era la prima volta che veniva ma sempre si incantava a fissare le mie foto da piccola.
Ne avevo davvero tante disseminate per l’ingresso, il salotto e la mia camera.Ormai erano parte integrante del muro, non le toglievamo mai nemmeno per pulire.
Mi avvicinai a lei senza che se ne accorgesse e la cinsi con le mie braccia appoggiando il mento sulla sua spalla insipirando il profumo di vaniglia e buccato.La sentì sorridere e abbassare la testa per trovare la mia.
-Mi mancavi- disse dopo qualche minuto ferme in quella posizione.
-Anche tu- risposi dandole un bacio semplice sulle labbra.
Rachel chiuse gli occhi e arrossì violentemente.
-Possibile che ti faccia sempre questo effetto, diventi un peperone-
Risi e lei mi guardò un po’ imbarazzata.
-Scusa è che non ci sono ancora abituata e sì cavolo, sei Quinn Fabray, sei tu e mi fa strano pensare che sei la mia ragazza cioè, insomma guardami e guardati...siamo così diverse eppure siamo quasi carine insieme-
Le diedi un altro bacio e la presi per mano trascinandola veso il divano.
-Noi siamo carine e anche piuttosto dolci a dire il vero e sì, siamo diverse ma questo mi piace e non poco- presi due coche dal frigo e le appoggiai sul tavolino del divano, era quasi ora di cena e il fattorino del cibo sarebbe arrivato a momenti.Rachel mi aiutò a portare pop corn e le tovagliette ammassando tutto davanti al televisore.
-Quindi pizza e film?- chiese e in quel momento suonarono alla porta.
-Non proprio...- aprì salutando il ragazzo coreano, lo pagai e mi chiesi perchè in un ristorante cinese il fattorino era coreano.Tornai in sala annunciata dal profumo dei nostri sacchetti –Ciese e film!-
Rachel esplose in uno yuppie mentre apriva la sua vaschetta di spaghetti di soia con le verdure.
Scegliemmo un classico che adoravamo entrambe, Sister Act: quella suora faceva morire dal ridere e poi era anche una sorta di musical quindi ci accontentava in tutto e per tutto.
Mangiammo anche la torta sbriciolando un po’ sul tappeto e verso le undici e mezza andammo a dormire.
Mi piaceva dormire con Rachel, si appoggiava sul mio petto tenendomi per mano e mi cullava con il suo respiro.Ci addormentavamo quasi sempre insieme.
Mi misi il mio solito pigiama che consisteva in una canotta bianca e un paio di pantaloncini corti scozzesi blu, lanciai una maglia larga grigia a Rachel che si raccolse i capelli in un muccio alto e disordinato, la maglia le arrivava a metà coscia, gliela davo sempre quando veniva a casa mia e poi mi piaceva sentire il suo profumo sul tessuto.
Sistemò i cuscini sulla spalliera e ci si stravaccò sopra allargando le braccia per invitarmi ad accoccolarmi.
Io obbedì.
La trovavo incredibilmente bella e anche parecchio sexy vestita così, sembrava più grande, una del college.
Le mie gambe fredde si incastrarono con le sue e la guardai per un attimo negli occhi.
Mamma mia che spettacolo, mi ci persi e ci rividi tante immagini nitide, ricordi di noi insieme, del Glee, della sua famiglia e poi una piccola lacrima le inumidì l’iride.
Mi affrettai ad asciugargliela con il pollice.
Non volevo vederla piangere, a nessuno piace veder piangere le persone a cui si tiene.
-Ehi Rach, che ti succede?-
Tirò su con il naso guardandomi.
-Vedi Q, mi sento così inadeguata, così ingenua.Sembro una bambina-
Appoggiai la testa sul cuscino e aspettai.
Non sapevo come comportarmi, entrambe sapevamo che non era vero, nessuna di noi era inadeguata, solo non sapevo come farglielo capire.
-E perchè ti senti inadeguata?-
-Perchè stiamo insieme da quanto ormai, due mesi, forse di più e non ho ancora il coraggio di andare oltre ai baci con te.Ti capirei se...-
Mi misi a sedere tornando seria, volevo mettere le cose in chiaro e subito.
-Adesso stammi bene a sentire okay?-
Rachel annuì e io continuai.
-Non me ne frega niente del sesso in questo momento, non sei pronta tu e non lo sono nemmeno io, se avessi cercato un’esperienza da una botta e via probabilmente ora non sarei qui con te e non ci sarebbe stato niente in questi due mesi, starei in un motel con Santana o con chissà quale altro ragazzo.Rachel io voglio aspettarti e aspettarmi, non devi sentirti inadeguata: sei bella, adesso ancora più che mai, sei simpatica, hai talento, e mi fai sentire felice.Con te mi sento davvero speciale.Sorridi piccolina mia-
Vidi spuntare sul suo viso una smorfia simile ad un sorriso.Io lo interpretai come un sorriso.
Le presi la mano e la strinsi forte con la mia, mi avvicinai e le diedi un bacio per ogni occhio, uno sul naso e uno sulle labbra.
Scesi sul mento e poi sul collo fino all’incavo della spalla.
La sentivo tesa.E come potevo biasimarla, sembrava mi stessi contraddicendo da sola.
Soffiai sul suo orecchio e vidi la sua pelle incresparsi di pelle d’oca
Non volevo andare oltre, poteva bastare.
Mi lasciai cadere sul cuscino e con sorpresa sentii le labbra di Rachel appoggiarsi morbide sulla pelle scoperta dalla canotta.
Non faceva niente di che, le muoveva lente lasciando dei piccoli baci qua e là.
Sospirai.
Mi guardò e sembrò soddisfatta del suo lavoro.
Appoggiò la guancia sul mio petto e ascoltò il mio respiro.
-E ora?- chiese.
Avevo un piccolo segno rossastro poco sopra la clavicola.
Rachel sorrise e mi abbracciò.
-Non lo so-
Restammo in silenzio per qualche minuto.Camera mia era illuminata dalla luce arancione e calda della lampada da comodino.
C’era vita quella sera.
Vita tra di noi.
-Come fai a capire di essere pronta?-
-Quando i brividi e le farfalle nello stomaco diventano milioni solo al sentire il nome della persona che ami; quando ti senti completa e felice allora capisci di essere pronta.Devi solo provare.Buttati- risposi pensando a come mi ero sentita io.
Capiva Rachel, aspettava di fidarsi.
-Ti senti pronta?- chiesi.
-No, non ancora-
-Sai cosa mi piace di te?-
Scosse la testa.
-Mi piace potermi addormentare tra le tue braccia e sentirmi protetta, mi piace che tu aspetti e mi piace che sei determinata.A volte vorrei capirti di più.Vorrei vederti mangiare di nuovo per piacere, cantare perchè è la cosa che sai fare meglio e sorridere perchè sei davvero bella quando sorridi-
Mi diede un bacio sulla fronte e spense la luce.
-Credo di poter dire di essere felici con te-
-Ti amo sai- dissi buttandolo fuori di getto.
Rachel sembrò sorpresa, forse non se le aspettava.
-Hmm...Anche io credo sai-
Poco dopo crollammo.
Buonanotte mondo.
  
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