The Nekodachi
Ai
continuava a spostare lo sguardo prima su Conan e poi su Heiji, mentre
anche
Kaito Kid, come questi, se ne stava con la testa china con l'aria
scoraggiata.
La Nekodachi dal ciuffo ramato non voleva crederci. Non c'era davvero
speranza
per Ayumi? Si voltò indietro, verso il centro della sala del
cristallo. Senza rendersene conto cominciò a
muovere qualche passo in
quella direzione. Riusciva a vedere la Crazydachi che aveva nuovamente
buttato
a terra Elvis e tentava di tenerlo fermo mentre lui si divincolava.
-Aì! Non andare!- la voce di Conan la convinse a fermarsi,
ma lei non staccò
gli occhi di dosso alle due figure davanti a lei, lì a
qualche metro di distanza.
-Io devo fare qualcosa.- sussurrò.
Kaito Kid alzò la testa e tentò di spiegare
docilmente: -Abbiamo bisogno di
aggeggi elettronici, lo sai. Purtroppo questo tempio si trova
in mezzo al
nulla, non saprei dov-...-
-Aspetta!- lo interruppe il Lovedachi.
La scienziata si girò di nuovo verso l'amato. Conosceva bene
quel tono di voce.
Il piccolo detective aveva l'aria determinata. I tre Nekodachi lo
osservavano
attentamente. Conan non li fece attendere oltre: -Pensateci; questo
è il tempio
del cristallo. Il cristallo di Cristoforo Colombo! Ed Elvis
è il guardiano,
scelto da tutti i presidenti del mondo. Capite? Un posto
così importante deve
avere contatti con l'esterno!-
-Ma certo!- miagolò Heiji deliziato. -Tra l'altro qualcuno
deve portare viveri
e acqua a Elvis, quindi ci deve essere un qualcosa di elettronico con
cui
comunica ai pezzi grossi!-
-In... in effetti potrebbe essere...- balbettò il ladro
stupito.
Il pelo di Ai si drizzò per l'eccitazione. -Ho capito!
Dovremmo cercare la
camera usata come studio, giusto?-
-Già.- annuì Conan.
-Io potrei avere un'idea! Credo di aver visto una stanza alla sinistra
del
portone, appena entri!- Il Crazydachi col ciuffo sbarazzino
alzò la zampa per
dare istruzioni ad Ai, indicandole l'uscita della sala. -Proprio
lì fuori! Dalla
parte opposta della grande scalinata!-
-Perfetto, vado!-
-Aspetta!...-
Ai aveva fatto pochi passi verso il centro della sala, e si
fermò di nuovo per
ascoltare cosa aveva da dire Kaito Kid.
-Forse... dovrei venire con te... insomma per aiutarti...-
La scienziata scrollò la testa in segno di negazione. -No,
non ce n'è bisogno.
Sei anche ferito. Stai tranquillo, stai facendo il possibile!-
Poi schizzò via, facendo attenzione a schivare Ayumi ed
Elvis che lottavano
ancora furiosamente.
-Eh bravo il nostro ladro magico! Senza di te forse a Conan-kun non
sarebbe mai
arrivata l'illuminazione!- Heiji diede amichevolmente una pacca sulla
spalla a
Kaito Kid.
-Oh!... io...- allora comprese. -Grazie...-
Conan fissava ancora il punto dove era scomparsa Ai. Senza farsi notare
si
voltò dietro di lui, verso il cristallo. La luce non era
più accecante e
brillava dolcemente, quanto bastava per illuminare la stanza in quella
calda
notte di Settembre. Diede un'occhiata alla corta pelliccia sulle sue
zampe
anteriori, che ora era colorata di grigio e nero. Sarà la stessa cosa ora? Cosa servirà questo cambiamento alla mia situazione?
***
Fuori
dalle
finestre della grande sala della centrale di polizia era nero come la
pece. Le
stelle erano quasi invisibili e la flebile luce della luna si notava
appena
dietro a una grossa nuvola grigia. La stanza era carica di un'ansia
pesante.
Pochi minuti prima l'agente Takaji aveva convinto i bambini ad andare a
casa,
vista l'ora tarda. Il dottor Agasa li aveva accompagnati, cortesemente
aiutato dall'agente
Sato. Erano rimasti solo Ran, Kogoro, Conan e Ai. Questi ultimi
insistevano per
rimanere e avere notizie dei loro Nekodachi, ma il famoso detective
continuava
a spronarli di dargli ascolto. Doveva fare del suo meglio per usare un
tono
severo e allo stesso tempo parlare a bassa voce, visto che l'ispettore
Megure
era impegnato al telefono.
-L'ho capito che si trova in Giappone! Le coordinate! Datemi le
coordinate!-
sbraitava l'uomo.
-Ispettore, se le passano la regina d'Inghilterra faccia parlare me, io
so
l'inglese.- sussurrò Takaji all'orecchio del superiore.
Conan guardava i due con apprensione, mentre il padre di Ran non cedeva
a
tentare di convincerli ad andare a casa a dormire.
-Forse dovremmo andare, Edogawa-kun.- disse Ai alla fine.
-Cosa? Dobbiamo sapere le coordinate e-...-
-Per fare cosa? Per andare tu stesso a riprendere i nostri Nekodachi?-
-Crazydachi, semmai.-
Ai si rivolse al bambino con un'espressione indecifrabile. Conan ebbe
un
brivido quando lei rispose: -...Già.... Crazydachi, certo...-
E' sbagliato secondo lei chiamarli così? Haibara ha accettato la loro pazzia? pensò lui sgomento.
-Va bene, andiamo.- il piccolo detective cedette.
-Ohh finalmente!- sospirò Kogoro.
-State tranquilli, ci chiameranno appena scopriranno qualcosa.- disse
Ran con
la voce calda e confortante.
I quattro fecero un breve cenno ai due uomini seduti al tavolo e se ne
andarono.
Il Nekodachi dell'ispettore Megure fissava con l'aria concentrata e
corrucciata
il suo umano. Il pelo era dritto per l'agitazione.
-Presto, scrivi!- sbottò l'uomo coi baffi al suo Teemee. -Le
coordinate
sono...-
Il Nekodachi di Takaji osservò il compagno scrivere dei
numeri su un foglio di
carta. Quando ebbe finito, il felino più giovane si
girò un attimo, per puro
caso, verso la finestra più vicina. Questa aveva i vetri
messi leggermente in
diagonale, segno che era aperta. Strinse gli occhi quando colse un
movimento là
fuori. Qualcosa di piccolo e con le ali era appena volato via. Il suo
lieve
tubare si spense velocemente nella notte.
***
-Eccoci...-
mormorò la Nekodachi di Ai mentre girava la chiave per
aprire la porta davanti
alla grande scalinata. Era dovuta salire al primo piano per recuperare
le
chiavi, visto che alla sua prima visita la porta era chiusa. Si
ricordava bene
il posto in cui Elvis aveva preso la chiave per aprire la cella di
Ayumi.
L'esile porta si aprì con un cigolio. La Nekodachi
tastò il muro lì vicino per
trovare l'interruttore e accendere la luce. Una volta fatto questo, si
stupì di
fronte alla singolare stanza che aveva davanti. Si sviluppava in
lunghezza
proprio come il corridoio pieno di celle al piano di sopra, e come
quello
seguiva la linea circolare del tempio. Ma più di tutto
rimase scioccata dagli
armadi senza fine disposti nel muro a destra, pieni zeppi di libri.
Molti di
questi erano sparpagliati disordinatamente sul pavimento, e alcuni
fogli
scribacchiati erano a terra con loro. Ai dovette fare lo slalom per
avanzare.
Piena di determinazione, voleva scoprire se là in fondo
c'era qualcosa di utile
per Ayumi. Le sembrò di aver percorso quasi tutta la
circonferenza del tempio
quando vide il muro che delimitava la fine della stanza.
Sussultò quando mise a
fuoco un semplice tavolo in legno con sopra un computer
portatile nero.
Allora si mise a correre e lo raggiunse. Le sue zampe fremevano quando
tentò di
accenderlo. Ma il computer non diede cenni di vita.
-E'... è scarico?- miagolò Ai indignata.
Spostò adirata i libri che erano lì
sul tavolo, in cerca del filo del ricaricatore. Facendo questo un
grosso libro
cadde aperto sul pavimento. Si illuminò quando
trovò ciò che stava cercando, e
collegò il pc al caricatore e poi alla presa della corrente.
Muoviti... muoviti!
Ogni minuto era
prezioso, se ne rendeva conto.
Ma in quel momento focalizzò lo sguardo sul libro che era
caduto poco prima. La
scienziata lo prese e lesse silenziosamente una frase che aveva
catturato la
sua attenzione per via di una data a caratteri cubitali che la
precedeva.
"14 Marzo 2001: La svolta arriva con la teoria dell'italiano Antonino Vernini, scienziato ormai da ben trent'anni. Secondo Vernini, ogni singola creatura del nostro pianeta viene da un universo parallelo differente. Detto più chiaramente, ogni specie si è evoluta da una particolare creatura che è stata catapultata nel nostro mondo. In particolare tutto ha avuto inizio dai meteoriti schiantati sulla Terra nel corso della storia. Ma al contrario delle precedenti teorie sul meteorite come portatore di materiale biologico e mezzo della vita, Vernini afferma che semplicemente queste meteore hanno portato sul pianeta Terra dei cristalli misteriosi frammentati che hanno scatenato un fenomeno straordinario. E qui ci colleghiamo alla famosissima scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo (come gli esperti sapranno, il continente era già stato esplorato dagli uomini prima di lui, in realtà); è stato lui a interagire col Cristallo Viola e a far apparire i Nekodachi sulla Terra. Lo scienziato Antonino Vernini ha inoltre definito un esempio per farci capire parte della sua teoria. Oggi, nel 21esimo secolo abbiamo molti animali, uno di questi è il coniglio europeo (Oryctolagus cuniculus). Questo e tutte le altre specie appartenenti all'ordine dei Lagomorfi discendono da un antenato comune, chiamato da Vernini "Usagiko". Gli Usagiko secondo lui apparvero in seguito alla caduta di un meteorite nel periodo del Paleogene, circa 60 milioni di anni fa. L'instabilità del cristallo (causata dai suoi frammenti che sono legati da una forza mai vista prima al pezzo principale) che ha unito i due universi (il nostro e quello degli Usagiko) ha cambiato per sempre la vita di queste creature, che pian piano si sono evolute in lepri, conigli e pika. Questo ci porta a pensare che la comparsa dei cosiddetti Crazydachi sia la prova dell'instabilità del Cristallo Viola, e che questi un giorno si evolveranno in nuove creature..."
Ai era costernata. Non aveva mai letto niente di simile,
nonostante fosse
una scienziata anche lei. Si rese conto che probabilmente questa teoria
non era
ancora stata resa pubblica. Ma se fosse vero, questi cristalli che hanno fatto apparire tutte le creature da chi sono stati toccati? Significa che non è necessario il contatto degli essere umani con questi cristalli per attivare la reazione? Controllò quindi il titolo del libro.
Archivio teorie censurate. Anni 2000
Inarcò le sopracciglia. Ritornò quindi alla
pagina di prima, e notò una
annotazione a matita sul bordo inferiore della facciata sinistra.
"Lovedachi. Ancora nessun esemplare. Da fermare la loro venuta"
La Nekodachi ricordò le parole di Elvis. "-Purtroppo l'esistenza di quel Lovedachi ha confermato le mie paure. Ci stiamo avvicinando alla fine del rapporto uomini-Nekodachi. Se non faccio qualcosa, i Lovedachi aumenteranno e si separeranno dagli umani per sempre.-"
Il cuore
le batteva
forte e aveva uno strano ronzio nelle orecchie. Conan non aveva
accettato il
fatto di avere un Crazydachi, e non era sicura se la sua Teemee avrebbe
sopportato di vederli insieme.
Una goccia macchiò la pagina del grande libro.
....
Ok, questo è un capitolo un po' particolare... beh che dire, siamo quasi alla fine... preparate i fazzoletti...