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Autore: Lady K    09/12/2015    3 recensioni
AU, ma non troppo: in questo mondo parallelo di Detective Conan tutti gli esseri umani sono accompagnati da piccole creature simili a gatti chiamate Nekodachi. I gatti come li conosciamo noi non sono mai esistiti.
Tutto ha inizio col Nekodachi di Conan. Mentre intorno a lui si diffondono i misteriosi Crazydachi, lui deve combattere con i suoi sentimenti.
Quello che prova è sbagliato? E' anche lui un Crazydachi, come Heiji o Jodie?
...E dopo un piccolo gesto, lì su quel divano, tutto cambiò...
Tributo alla AixConan, 1999-2004.
Rating giallo per la lieve presenza di sangue/ferite in alcune scene.
[FF restaurata: è stata ripulita da errori di grammatica/battitura/codice html e altro.
Lo stile di scrittura rimane comunque quello vecchio.]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Quasi tutti, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Scusate il ritardo, è che ho iniziato l'università...


The Nekodachi

Capitolo 13


Ai continuava a spostare lo sguardo prima su Conan e poi su Heiji, mentre anche Kaito Kid, come questi, se ne stava con la testa china con l'aria scoraggiata.
La Nekodachi dal ciuffo ramato non voleva crederci. Non c'era davvero speranza per Ayumi? Si voltò indietro, verso il centro della sala del cristallo. Senza rendersene conto cominciò a muovere qualche passo in quella direzione. Riusciva a vedere la Crazydachi che aveva nuovamente buttato a terra Elvis e tentava di tenerlo fermo mentre lui si divincolava.
-Aì! Non andare!- la voce di Conan la convinse a fermarsi, ma lei non staccò gli occhi di dosso alle due figure davanti a lei, lì a qualche metro di distanza.
-Io devo fare qualcosa.- sussurrò.
Kaito Kid alzò la testa e tentò di spiegare docilmente: -Abbiamo bisogno di aggeggi elettronici, lo sai. Purtroppo questo tempio si trova in mezzo al nulla, non saprei dov-...-
-Aspetta!- lo interruppe il Lovedachi.
La scienziata si girò di nuovo verso l'amato. Conosceva bene quel tono di voce.
Il piccolo detective aveva l'aria determinata. I tre Nekodachi lo osservavano attentamente. Conan non li fece attendere oltre: -Pensateci; questo è il tempio del cristallo. Il cristallo di Cristoforo Colombo! Ed Elvis è il guardiano, scelto da tutti i presidenti del mondo. Capite? Un posto così importante deve avere contatti con l'esterno!-
-Ma certo!- miagolò Heiji deliziato. -Tra l'altro qualcuno deve portare viveri e acqua a Elvis, quindi ci deve essere un qualcosa di elettronico con cui comunica ai pezzi grossi!-
-In... in effetti potrebbe essere...- balbettò il ladro stupito.
Il pelo di Ai si drizzò per l'eccitazione. -Ho capito! Dovremmo cercare la camera usata come studio, giusto?-
-Già.- annuì Conan.
-Io potrei avere un'idea! Credo di aver visto una stanza alla sinistra del portone, appena entri!- Il Crazydachi col ciuffo sbarazzino alzò la zampa per dare istruzioni ad Ai, indicandole l'uscita della sala. -Proprio lì fuori! Dalla parte opposta della grande scalinata!-
-Perfetto, vado!-
-Aspetta!...-
Ai aveva fatto pochi passi verso il centro della sala, e si fermò di nuovo per ascoltare cosa aveva da dire Kaito Kid.
-Forse... dovrei venire con te... insomma per aiutarti...-
La scienziata scrollò la testa in segno di negazione. -No, non ce n'è bisogno. Sei anche ferito. Stai tranquillo, stai facendo il possibile!- Poi schizzò via, facendo attenzione a schivare Ayumi ed Elvis che lottavano ancora furiosamente.
-Eh bravo il nostro ladro magico! Senza di te forse a Conan-kun non sarebbe mai arrivata l'illuminazione!- Heiji diede amichevolmente una pacca sulla spalla a Kaito Kid.
-Oh!... io...- allora comprese. -Grazie...-
Conan fissava ancora il punto dove era scomparsa Ai. Senza farsi notare si voltò dietro di lui, verso il cristallo. La luce non era più accecante e brillava dolcemente, quanto bastava per illuminare la stanza in quella calda notte di Settembre. Diede un'occhiata alla corta pelliccia sulle sue zampe anteriori, che ora era colorata di grigio e nero. Sarà la stessa cosa ora? Cosa servirà questo cambiamento alla mia situazione?

***

Fuori dalle finestre della grande sala della centrale di polizia era nero come la pece. Le stelle erano quasi invisibili e la flebile luce della luna si notava appena dietro a una grossa nuvola grigia. La stanza era carica di un'ansia pesante. Pochi minuti prima l'agente Takaji aveva convinto i bambini ad andare a casa, vista l'ora tarda. Il dottor Agasa li aveva accompagnati, cortesemente aiutato dall'agente Sato. Erano rimasti solo Ran, Kogoro, Conan e Ai. Questi ultimi insistevano per rimanere e avere notizie dei loro Nekodachi, ma il famoso detective continuava a spronarli di dargli ascolto. Doveva fare del suo meglio per usare un tono severo e allo stesso tempo parlare a bassa voce, visto che l'ispettore Megure era impegnato al telefono.
-L'ho capito che si trova in Giappone! Le coordinate! Datemi le coordinate!- sbraitava l'uomo.
-Ispettore, se le passano la regina d'Inghilterra faccia parlare me, io so l'inglese.- sussurrò Takaji all'orecchio del superiore.
Conan guardava i due con apprensione, mentre il padre di Ran non cedeva a tentare di convincerli ad andare a casa a dormire.
-Forse dovremmo andare, Edogawa-kun.- disse Ai alla fine.
-Cosa? Dobbiamo sapere le coordinate e-...-
-Per fare cosa? Per andare tu stesso a riprendere i nostri Nekodachi?-
-Crazydachi, semmai.-
Ai si rivolse al bambino con un'espressione indecifrabile. Conan ebbe un brivido quando lei rispose: -...Già.... Crazydachi, certo...-
E' sbagliato secondo lei chiamarli così? Haibara ha accettato la loro pazzia? pensò lui sgomento.
-Va bene, andiamo.- il piccolo detective cedette.
-Ohh finalmente!- sospirò Kogoro.
-State tranquilli, ci chiameranno appena scopriranno qualcosa.- disse Ran con la voce calda e confortante.
I quattro fecero un breve cenno ai due uomini seduti al tavolo e se ne andarono.
Il Nekodachi dell'ispettore Megure fissava con l'aria concentrata e corrucciata il suo umano. Il pelo era dritto per l'agitazione.
-Presto, scrivi!- sbottò l'uomo coi baffi al suo Teemee. -Le coordinate sono...-
Il Nekodachi di Takaji osservò il compagno scrivere dei numeri su un foglio di carta. Quando ebbe finito, il felino più giovane si girò un attimo, per puro caso, verso la finestra più vicina. Questa aveva i vetri messi leggermente in diagonale, segno che era aperta. Strinse gli occhi quando colse un movimento là fuori. Qualcosa di piccolo e con le ali era appena volato via. Il suo lieve tubare si spense velocemente nella notte.

***

-Eccoci...- mormorò la Nekodachi di Ai mentre girava la chiave per aprire la porta davanti alla grande scalinata. Era dovuta salire al primo piano per recuperare le chiavi, visto che alla sua prima visita la porta era chiusa. Si ricordava bene il posto in cui Elvis aveva preso la chiave per aprire la cella di Ayumi.
L'esile porta si aprì con un cigolio. La Nekodachi tastò il muro lì vicino per trovare l'interruttore e accendere la luce. Una volta fatto questo, si stupì di fronte alla singolare stanza che aveva davanti. Si sviluppava in lunghezza proprio come il corridoio pieno di celle al piano di sopra, e come quello seguiva la linea circolare del tempio. Ma più di tutto rimase scioccata dagli armadi senza fine disposti nel muro a destra, pieni zeppi di libri. Molti di questi erano sparpagliati disordinatamente sul pavimento, e alcuni fogli scribacchiati erano a terra con loro. Ai dovette fare lo slalom per avanzare. Piena di determinazione, voleva scoprire se là in fondo c'era qualcosa di utile per Ayumi. Le sembrò di aver percorso quasi tutta la circonferenza del tempio quando vide il muro che delimitava la fine della stanza. Sussultò quando mise a fuoco un semplice tavolo in legno con sopra un computer portatile nero. Allora si mise a correre e lo raggiunse. Le sue zampe fremevano quando tentò di accenderlo. Ma il computer non diede cenni di vita.
-E'... è scarico?- miagolò Ai indignata. Spostò adirata i libri che erano lì sul tavolo, in cerca del filo del ricaricatore. Facendo questo un grosso libro cadde aperto sul pavimento. Si illuminò quando trovò ciò che stava cercando, e collegò il pc al caricatore e poi alla presa della corrente.
Muoviti... muoviti! Ogni minuto era prezioso, se ne rendeva conto. Ma in quel momento focalizzò lo sguardo sul libro che era caduto poco prima. La scienziata lo prese e lesse silenziosamente una frase che aveva catturato la sua attenzione per via di una data a caratteri cubitali che la precedeva.

"14 Marzo 2001: La svolta arriva con la teoria dell'italiano Antonino Vernini, scienziato ormai da ben trent'anni. Secondo Vernini, ogni singola creatura del nostro pianeta viene da un universo parallelo differente. Detto più chiaramente, ogni specie si è evoluta da una particolare creatura che è stata catapultata nel nostro mondo. In particolare tutto ha avuto inizio dai meteoriti schiantati sulla Terra nel corso della storia. Ma al contrario delle precedenti teorie sul meteorite come portatore di materiale biologico e mezzo della vita, Vernini afferma che semplicemente queste meteore hanno portato sul pianeta Terra dei cristalli misteriosi frammentati che hanno scatenato un fenomeno straordinario. E qui ci colleghiamo alla famosissima scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo (come gli esperti sapranno, il continente era già stato esplorato dagli uomini prima di lui, in realtà); è stato lui a interagire col Cristallo Viola e a far apparire i Nekodachi sulla Terra. Lo scienziato Antonino Vernini ha inoltre definito un esempio per farci capire parte della sua teoria. Oggi, nel 21esimo secolo abbiamo molti animali, uno di questi è il coniglio europeo (Oryctolagus cuniculus). Questo e tutte le altre specie appartenenti all'ordine dei Lagomorfi discendono da un antenato comune, chiamato da Vernini "Usagiko". Gli Usagiko secondo lui apparvero in seguito alla caduta di un meteorite nel periodo del Paleogene, circa 60 milioni di anni fa. L'instabilità del cristallo (causata dai suoi frammenti che sono legati da una forza mai vista prima al pezzo principale) che ha unito i due universi (il nostro e quello degli Usagiko) ha cambiato per sempre la vita di queste creature, che pian piano si sono evolute in lepri, conigli e pika. Questo ci porta a pensare che la comparsa dei cosiddetti Crazydachi sia la prova dell'instabilità del Cristallo Viola, e che questi un giorno si evolveranno in nuove creature..."

Ai era costernata. Non aveva mai letto niente di simile, nonostante fosse una scienziata anche lei. Si rese conto che probabilmente questa teoria non era ancora stata resa pubblica. Ma se fosse vero, questi cristalli che hanno fatto apparire tutte le creature da chi sono stati toccati? Significa che non è necessario il contatto degli essere umani con questi cristalli per attivare la reazione? Controllò quindi il titolo del libro.

Archivio teorie censurate. Anni 2000

Inarcò le sopracciglia. Ritornò quindi alla pagina di prima, e notò una annotazione a matita sul bordo inferiore della facciata sinistra.

"Lovedachi. Ancora nessun esemplare. Da fermare la loro venuta"

La Nekodachi ricordò le parole di Elvis. "-Purtroppo l'esistenza di quel Lovedachi ha confermato le mie paure. Ci stiamo avvicinando alla fine del rapporto uomini-Nekodachi. Se non faccio qualcosa, i Lovedachi aumenteranno e si separeranno dagli umani per sempre.-" Il cuore le batteva forte e aveva uno strano ronzio nelle orecchie. Conan non aveva accettato il fatto di avere un Crazydachi, e non era sicura se la sua Teemee avrebbe sopportato di vederli insieme.
Una goccia macchiò la pagina del grande libro.

....

Ok, questo è un capitolo un po' particolare... beh che dire, siamo quasi alla fine... preparate i fazzoletti...
  
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