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Autore: piccolo_uragano_    11/12/2015    3 recensioni
(Missing Moments di 'ti amo più di ieri ...')
Come nacque l'amicizia tra James e Martha?
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“La tua amica è insopportabile, Padfoot.” Esordì James, sedendosi sul letto.
“Quale amica?” domandò Sirius, guardando Prongs esausto dopo solo mezz’ora di lezione.
“La Redfort!” esclamò. “Voglio dire, lo sai che tifa Puddlemore, vero?”
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“Dì al tuo orgoglio che il mio gli chiede scusa.”
“Il tuo orgoglio parla?” domandò Martha in risposta. “Che simpatico.”
James scosse la testa. “Io non ti piaccio, vero, Redfort?”
Martha si voltò, per squadrarlo. “Ehm, no: scusa, ma non sei proprio il mio tipo.” Rispose, storcendo il naso.
“Non ti stavo per chiedere di uscire, sai? Non penso solo a quello.”
“Oh, no: anche al Quidditch.” Rispose lei, secca.
“Pensavo che visto che stai diventando molto amica del mio migliore amico, potremmo provare ad andare d’accordo.”
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Genere: Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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"Non importa il sangue, Sirius. Io e te siamo fratelli senza essere il sangue del sangue di nessuno."
James Potter, 'ti amo più di ieri e meno di domani', capitolo 35


Martha, imbronciata, uscì dall’aula di Artimanzia. Era la seconda volta che scontava la punizione della professoressa  Vector, e aveva già ribadito che era colpa di James, solo colpa di James. Lui sembrava ricambiare la sua antipatia, ma allo stesso tempo sembrava divertirsi a darle fastidio.
“Redfort?” la chiamò, uscendo.
“No.” rispose, categorica.
“Ma non sai nemmeno cosa volessi chiederti!” si lamentò, chiudendo la porta.
“Mi stai per chiedere perché Lily ti odia?”
“No.”
“Perché io ti odio?”
“Tu no mi odi, Redfort, noi siamo amici.”
“Oh, e questo quando lo avresti deciso?” Martha abbassò la voce, perché si rese conto che, a pochi metri da loro, una ragazza si stava lamentando.
James si irrigidì, esattamente come lei, ma con cautela la invitò a nascondersi momentaneamente. Martha si ritrovò costretta a respingere il chiaro impulso di correre verso la ragazza, perché non era difficile capire che tre – tre! – ragazzi si erano avvicinati a lei con la chiara intenzione di farle del male. era più alti di lei, più grossi, e dalla voce le loro intenzioni erano tutt’altro che buone.
“Non devi farti vedere.” Le sussurrò James. “Dobbiamo prima capire chi sono.”
“Lei è Mary MacDonanld.” Rispose Martha, sicura, quando lei urlò di nuovo. “Expelliarmus.” Sussurrò, e la bacchetta del primo ragazzo volò lontana.
Lui sembrò irritarsi parecchio. “CHI C’È?” urlò.
Quella voce fu una rivelazione. Amadeus Mulciber.
James  uscì dal nascondiglio, insieme a Martha. “Chi non vorresti mai, Mulciber.” Rispose, a pochi metri da loro.
“Oh, chi abbiamo!” rispose il Serpeverde. “Un altro bel bocconcino!”
“Non osare, Mulciber.” Lo avvertì James.
“Allontanati da lei.” Gli ordinò Martha.
“Altrimenti che ci fai?” domandò il Serpeverde in risposta.
“Non credo tu lo voglia sapere.”
“Oh, no, invece: sono proprio curioso! Pietrificus Total-“
Martha fu più veloce. “Confundus!” sussurrò, e Mulciber lanciò l’Incantesimo della Pastoia a uno dei suoi compagni. “Mary, scappa, va’ da Silente!” le ordinò.
Lei fece per darsela a gambe, ma Mulciber le afferrò il braccio. “Tu non vai da nessuna parte, non ho ancora finito!”
“Hai finito eccome, Mulciber.” Sentenziò James. “Monstrum!”
In un secondo, una serie di spettri si abbatterono sul ragazzo, attaccandolo e regalando al suo viso un’espressione di terrore puro.
“Mary, va’!”  le ordinò di nuovo Martha. Lei approfittò della distrazione di Mulciber per correre via, ma inciampò dopo meno di due metri. Si rialzò, piangendo, e Martha la guardò sparire dietro l’angolo del corridoio, sentendo comunque i suoi singhiozzi, mentre James aveva immobilizzato Mulciber con delle corde.
Martha stava per chiedersi per quale motivo non avesse ancora attaccato il terzo ragazzo, quando, soffermandosi a guardarlo, la risposta le si mostrò chiara e limpida. Quello non era un Serpeverde qualunque: quello era Regulus Black, il fratello minore di Sirius. lo capì dal portamento fiero, perché anche solo la sua ombra assomigliava a Sirius.
“Vattene, Regulus.” Gli disse James. “Sei ancora in tempo: non ti attaccheremo alle spalle.”
“Oh, non credo proprio.” Rispose lui. “Dismundo.”
Fu un attimo: James iniziò a vedere tutto girare, per poi vedere un mondo in cui nulla esisteva. Non esistevano i Malandrini, non esistevano le loro risate, era tutto buio, lui era chiuso in una stanza piena di pipistrelli che lo stavano ammazzando.
Cadde a terra, imponendosi di non strillare, perché sapeva benissimo che era tutto finto, che Regulus lo aveva attaccato ma lui non era stato in grado di rispondere, perché aveva usato un incantesimo potente e Oscuro.
Così, quando Martha urlò Stupeficium, lui si concesse di chiudere gli occhi.

“Vattene, Brianna.”
Martha irruppe in Infermeria con la solita grazia di un troll.
La ragazza seduta accanto al letto di James, bionda e altissima, guardò Martha con astio. “Io devo stare qui con lui.” Rispose, indicando il letto in cui James era steso.
“No, non devi.” Rispose Martha.
“Si, invece!” si impose lei. “Noi siamo amici, e …”
“No, Clark, voi siete amici di sesso, e gli amici di sesso non fanno questo genere di cose.”
La ragazza sembrò offesa da quell’affermazione. “E tu con quale titolo saresti qui, scusa?”
Martha scosse la testa. “Perché io e lui non siamo amici, e sicuramente non facciamo sesso.” Precisò. “Sirius mi ha chiesto di badare a lui, quindi ora per favore, vattene.”
Brianna, cercando di conservare un minimo di dignità, raccolse le sue cose e si alzò. Prima di andarsene, però, posò un bacio accanto alle labbra di James. Poi, passò accanto a Martha con aria di superiorità. Lei sorrise e scosse la testa, osservando James, ancora addormentato.
Si avvicinò al suo letto, sedendosi accanto ai giganti piedi puzzolenti del Capitano, con un gesto della bacchetta si sfilò le scarpe e posizionò i suoi piedi accanto al braccio di James, afferrando una confezione di Lumache Gelatinose tra le mille cose inutili che, in meno di una notte di degenza, James si era guadagnato. Rimase a guardarlo dormire per qualche minuto, pensando che da addormentato sembrasse quasi simpatico.
Il suo respiro era regolare, leggero e calmo.  Così, addormentato, sembrava quasi un angioletto, con la pelle rosastra e i capelli spettinati. Sembrava innocuo, non sembrava lui. Perché James non era innocuo. James era un tornado, James era energia pura, James era l’amico perfetto e l’amante che ogni donna avrebbe dovuto avere. Martha era quasi sicura che, come Sirius, James portasse la corazza da duro solo per nascondere un grande cuore e un’anima fragile.
Fece uno strano verso, e poi mosse una mano. “Remus, ancora cinque minuti!” mugugnò.
Martha sorrise. “James, è ora!” scherzò. “Dobbiamo scendere a colazione!”
“No, Redfort, è ancora presto!” rispose lui. Dopo qualche secondo, aprì gli occhi di scatto, come se si fosse ricordato quanto era realmente successo. “Redfort!” esclamò. “Redfort, i Serpeverde, e la MacDonald, e …”
“No, Potter, è tutto finito.” Lo tranquillizzò lei. “Guardati intorno, siamo in Infermeria.”
“Perché?” domandò lui mettendosi a sedere. “Chi si è fatto male?”
Martha allargò le braccia. “Secondo te?” poi indicò il fatto che fosse lui, quello steso nel letto dell’Infermeria.
“Oh” disse, quando si rese conto della cosa “e che è successo?”
“Regulus Black ti ha lanciato un incantesimo Oscuro, tu sei caduto a terra e io l’ho Schiantato. Ti stavo raccogliendo, quando è arrivato Silente e mi ha ordinato di chiamare Sirius.”
“E lui dov’è?”
“Calmati Potter, capisco che Sirius sia la sola persona che vorresti vedere, ora, ma quell’idiota è andato a prendersela con suo fratello, e …”
“Ora è in punizione, vero?”
Martha annuì. “Mi ha chiesto di farti da badante, in poche parole. Quindi eccomi qui.”
“Gli ha fatto del male, a Regulus?” domandò.
“Non ci è dato saperlo, ma il giovane Black aveva un occhio nero, a colazione.”
“Colazione? Che ore sono?”
“Ora di pranzo.” Rispose lei, alzando le spalle.
“E perché non sei a pranzo?”
“Perché Sirius mi ha chiesto di badare a te.”
“E perché lo avrebbe fatto?”
“Perché giochiamo al gioco dei perché?”  domandò lei, irritata.
“Non lo so.” Rispose James. “Perché mangi le mie Lumache?”
“Perché io amo le Lumache Gelatinose. Sono le mie preferite.”
Lui rise, afferrando gli occhiali dal comodino. “Seriamente?”
Lei rispose al sorriso. “Perché non dovrei essere seria?”
James scosse la testa. “Perché sono anche le preferite di Sirius.”
Martha lo scrutò. “Davvero?” domandò. Lui annuì. “Allora gliene lascio un paio.”
“Ehi!” protestò James. “A lui si e a me no? Perché?”
“Ci sono troppi ‘perché’ nella tua vita, James Potter.”
“Ah, certo. Perché la Evans mi odia?”
“Troppe domande, Potter!” rispose lei.
“Dimmi perché mi odia.”
“Smettila di pensare che io abbia le risposte ai tuoi mille perché, Potter, è nauseante.”
“Sai cosa è nauseante? Il fatto che tu abbia finito una confezione intera di Lumache.”
“Oh, ho fatto anche di peggio.” Rispose. “Tu sei un Purosangue, non conosci la Nutella.”
“Che roba è?” domandò lui, rivolgendole uno sguardo curioso.
“Una crema, diciamo, buonissima.”
Il suo sguardo sembrava perso. “Redfort?” disse,come in trance.
“Perché mi fissi così?”
“Redfort, di che colore sono esattamente i tuoi capelli?”
Martha sorrise:quando era bambina, i suoi capelli erano biondissimi. Tutti le dicevano che era strana, una bambina con gli occhi così verdi e i capelli così biondi. Con il passare degli anni, però, i capelli si erano scuriti e ora erano più vicini al castano che al biondo.
Alzò le spalle. “Castani chiari, o biondi scuri: che importanza ha?”
“Li trovi bellissimi.” Le disse lui. “Non quanto quelli della Evans, ma …”
“Oh, beh, Lily ha sempre avuto dei capelli bellissimi.” Gli diede retta lei.
“Non avevo mai fatto caso ai tuoi, però. Sono … particolari.”
“No, Potter, sono capelli normali.”
Lui si avvicinò. “E hai gli occhi verdi! Ha ragione Sirius!”
Martha sorrise. “Non credo siano propriamente verdi, voglio dire, sono anche un po’ castani …”
Lui sbuffò e alzò gli occhi al cielo. “Insomma, Redfort, vuoi smetterla di considerarti così ordinaria?”
Lei alzò di nuovo le spalle. “Non lo sono?”
“Sei tutt’altro che ordinaria. E sai che ti dico? Troverò il nome del colore dei tuoi capelli.”
“Perché?”
“Per dimostrarti che non sei ordinaria.”
Martha non fece in tempo a rispondere, perché Sirius fece irruzione in infermeria, seguito da Remus e Peter. Sembrava davvero furioso, e aveva perso completamente il sorriso che rivolgeva solitamente a Martha e James.
“Ehi, Prongs.” disse, avvicinandosi al letto. Posò un leggero bacio sulla fronte di Martha e si sedette sul letto accanto. “Non ti preoccupare, ho sistemato l’idiota che ti ha colpito.”
“Sirius” lo richiamò Martha. “quell’idiota è …”
“Non dirlo” la bloccò lui. “non dire che in teoria sarebbe mio fratello, perché mio fratello è il ragazzo seduto davanti a te ora.”
Martha passò lo sguardo da un Malandrino all’altro, arrivando a comprendere, piano piano, il loro magico legame.
E, nascondendo un sorriso, si disse che erano loro quattro ad essere tutt’altro che ordinari.


Grazie mille di cuore a felpato8 e Distretto_9_e_34, per le recensioni allo scorso capitolo... grazie davvero!
Spero di aver reso l'idea di questo legame che nasce. 

Fatto il misfatto,
Claude
   
 
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