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Autore: carmilla1324    06/03/2009    3 recensioni
Un amore, due ponti. Harry e Draco, Londra e Istanbul.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10.

Fu facile trovare la sala Thompson e ancora più facile fu trovare luogo di ristoro indicato da Rachel.
Harry non badò a Neville che lo seguiva e andò al bacone a fare la sua ordinazione.

La colazione (quasi un banchetto) arrivò in fretta e quando gli chiesero a quale delegazione apparteneva e chi fosse, per abbeditare il suo pasto, lui rispose solo che avrebbe pagato subito.
Non era per niente dell'umore adatto per sopportare le esagerate reazioni che ancora la gente aveva quando sentiva il suo nome.
Il cameriere rispose che il sistema di pagamento per la riunione internazionale era basato su...eccetera eccetera. Harry stava per rispondere, di sicuro in maniera poco garbata, quando da dietro la spalle Neville parlò per lui:
"Neville Paciok, delegazione Inglese. Aggiunga, per favore, anche un caffè e un paio di quei deliziosi dolcetti turchi al miele e pistacchi. Grazie!"
Il cameriere annuì, completò l'ordinazione dando poi ad Harry e Neville in vassoio per uno con le rispettive ordinazioni.

Si sedettero ad un tavolino lontano dagli altri ospiti del ristoro.
"Allora, che hai?" chiese Neville sorseggiando il suo caffè.
"Niente. Ho solo fame," rispose poco prima di mettersi in bocca un' abbondante forchettata di uova strapazzate.

Neville tentò svariate volte di intavolare una conversaziove, ma il suo interlocutore non sembrava dell'uomore adatto.
Quando però Harry si alzò di scatto con il vassoio in mano, ormai privo di qualsiasi cosa commestibile, senza nemmeno rivolgergli uno sguardo o un saluto decise che ne aveva abbastanza.
"Ehi, torna qui e mettiti a sedere!" disse serio, con un tono che non ammetteva repliche.
Harry si fermò guardandolo stupito.
Sapeva che Neville era un ottimo capo per la sezione gallese, ma non si aspettava che potesse incutere tanto timore...anche a chi aveva affronatto Voldemort.

Poggiò il vassoio su un tavolo vicino e si sedette di nuovo di fronte al suo vecchio amico.
Neville bevve l'ultimo sorso del suo caffè, laccando via dalle dita un po' di miele, e poi chiese:
"Si tratta di Draco?"
Era inutile girare intorno alla questione.
Harry annuì.
"Allora?" insistette Neville.
Harry a fatica gli raccontò quello che era successo il giorno precedente, la notte e la discussione della mattina passando dall'euforia alla rabbia man mano che il racconto giungeva alla fine.
"Non ha senso!" concluse frustrato battendo un pugno sul tavolo.
"Certo che ne ha!" disse Neville che non aveva aperto bocca per tutto il resoconto dell'amico.
Harry spalancò gli occhi.
"Oh, Harry, non fare quella faccia. Draco ha ragione e lo sai anche tu. Vi amate e volete stare di nuovo insieme. Fare pace col passato e affrontare i rispettivi sensi di colpa sarà difficile, ma è necessario se non volete farvi sfuggire un'altra occasione per cotruirvi una vita insieme."

Neville aveva ragione, pensò Harry fissando il tavolo, ma era difficile, stressante e aveva paura di quel confronto.
E se ritornare sulle questioni irrisolte del passato non avesse fatto altro che allontanarli definitivamente l'uno dall'altro?
E se non fossero arrivati ad un compromesso, ad una fine, ad una soluzione?
E come avrebbero fatto a stare insieme se uno viveva a Londra e l'altro a Edimburgo?
A pensarci bene quello sarebbe stato l'ultimo dei suoi problemi, si sarebbe trasferito subito se Draco glielo avesse chiesto e lo sapeva bene, ma accumulare ostacoli su ostacoli sulla strada per la sua, la loro felicità, in quel momento gli veniva più facile.

"In più io ne ho le palle piene di voi due e degli altri, quindi fatela finita." Disse Neville incamminandosi verso l'uscita, lasciando Harry al quanto interdetto. Cosa intendeva Neville con "gli altri"?


* * *

Durante l'assenza di Harry, Draco ebbe dei seri problemi a mantenere il controllo. Avrebbe voluto seguirlo per
parlare con lui, ma sapeva che Harry aveva bisogno di tempo per riflettere.
Non aveva pensato nemmeno per un secondo di chiedere scusa per quello che aveva detto e neppure di non affrontare più la questione. Aveva bisogno di sapere perchè Harry lo aveva lasciato andare senza nemmeno provare a fermarlo, senza cercare un compromesso, una soluzione, un modo per rimanere insieme nonostante i chilometri di distanza...che per un mago alla fine, non erano niente.
Dentro di sé aveva una paura fottuta che sarebbe successo di nuovo.

Economicamente parlando, voleva delle garanzie.

Era sicuro di voler stare con Harry e in verità lo era anche quando si separarono anni prima e si sarebbe impegnato al massimo per far funzionare le cose, ma voleva che Harry desiderasse le stesse cose con la stessa intensità.

Quando lo vide tornare in sala con Neville che gli teneva una mano sulla spalla come per fargli coraggio, il suo cuore prese a battere all'impazzata...per amore e per paura.

Harry si sistemò al suo posto senza scambiare neppure uno sguardo con lui, ma Neville gli fece l'occhiolino e un rassicurante sorriso quindi si tranquillizzò...più o meno.

* * *

Intervento dopo intervento anche quella riuniuone finì ed arrivò il fatidico momento.
Fino a qualche ora prima l'idea di passare l'intero pomeriggio da soli a visitare quella fantastica città era sembrato un inaspettao regalo, ora invece era solo una fonte di sconfinata preoccupazione.
Era inutile però inventare scuse.

Dopo aver salutato alcuni dei presenti, compagni di delegazione compresi, nella sala rimasero soltanto loro due.
Draco guardava il vuoto, mentre Harry cercava di chiudere la valigetta che aveva portato con sé.
Finita questa "faticosa" operazione si voltò verso Draco che sentitosi osservare ricambiò lo sguardo indeciso sul da farsi.
"Andiamo?" chiese Harry dolcemente indicando l'uscita.
Draco senza nemmeno accorgersene fece cenno si sì con la testa e seguì Harry che era si era già incamminato.
"Harry..." Draco non sapeva di preciso cosa voleva dire, ma Harry capì lo stesso.
"Sarà un lungo pomeriggio per noi due..." disse sorridendo.

* * *

In sole arrivava caldo attraverso i rami spostati da una leggera brezza che odorava di mare.
Tutto intorno era tranquillo ed ispirava serenità e una sorta di sacralità.
Seduti su delle panchine dai cuscini decorati d'oro, nel cortile di un'antica scuola coranica trasformata in una splendida sala da te, Harry e Draco si godevano quell'atmosfra di pace...prima della tempesta.
Avevano scelto di andare nella parte babbana della città, considerandola come una specie di zona franca, lontana dalla magia.

"E' bellissimo!" sussurrò Draco guardando i muri bianchi dell'adificio.
"Già è bellissimo," gli fece eco Harry.

Stettero in silenzio, osservando ogni particolare di quell'edificio e anche della vicina moschea un po' per curiosità, un po' per perdere tempo.
Fu l'arrivo di un cameriere ad interrompere "l'esplorazione dell'ambiente".
In un corretto inglese dall'accendo arabeggiante chiese loro cosa volevano ordinare.
I due si guardarono indecisi.
"Lei cosa ci consiglia?" chiese Draco.
"Qui, al Sehzade, non potete che fumare un buon narghilè, signori. Potete scegliere tra più di cento gusti."
"No, no, no!" disse Draco con un deciso movimento della testa.
"Perchè no?" gli chiese Harry.
"Io non fumo!" Disse perentorio.
"Se mi permette, signore. Fumare il narghilè, non è come fumare una semplice sigaretta. Voi siete inglesi, vero?"
I due annuirono.
"Bè, fumare il narghilè qui è come per voi, bere il tea. O come bere una birra. Voi andate in locale e ordinate una birra, qui andate in un locale e ordinate un narghilè."
Draco sembrava ancora poco convinto, mentre Harry non vedeva l'ora di trovarsi davanti quell'aggeggio.
"Quali gusti avete?" chiese infatti.
"Cioccolato, menta, fragola, agrumi, cappuccino, Coca Cola..."
"Cosa? Cappuccino?" lo interruppè Draco.
"Si, signore. Cappuccino."
"A me ispira la menta..." disse Harry.
"Cappuccino e menta, signori?"
"Michiati insieme?" chiese Draco con aria schifata.
"Assolutamente no, signore. Un narghilè per ogni gusto."
"Per me va bene," disse Harry con un gran sorriso.
"Anche per me," disse Draco...un po' meno sorridente.

* * *

Il cameriere arrivò con tutto il necessario. Mise due grandi narghilè, uno dal vetro verde e l'altro dal vetro blu, ai lati della panchina su cui si erano accomomodati Harry e Draco e sistemò la brace all'interno dell'apposito contenitore.
Prima di lasciarli spiegò loro come fumare il narghilè e li salutò augurando loro una buona permanenza.

Continuarono per un po' a rimanere in silenzio cercando di non soffocarsi con il fumo aspirato male...
"Buono, però!" Disse Harry dopo tossito per circa 10 minuti.
"Si, decisamente. Non credevo..." concordò Draco.

* * *

Silenzio, silenzio e ancora silenzio.

"Vogliamo evitare l'argomento ancora a lungo?" chiese Draco guardando Harry negli occhi.
"Finora è stato facile," rispose Harry ironico guardando il cielo azzurro.

"Da dove iniziamo?" chiese Draco.
"Dal ponte."
"Cosa?"
"Cominciamo dall'ultima volta che siamo stati sul Tower Bridge."
"Era una notte bellissima."
"Già."

"Perchè non hai voluto provarci, Harry?"
"A fare cosa?"
Draco sbuffò.
"A stare insieme nonostante i chilometri."
Harry sospirò.
"Perchè ti amavo."

* * *

Harry era su quel ponte da quasi un'ora quando finalmente Draco lo trovò.

La notizia della sua partenza per Edimburgo non l'aveva colto di sopresa come tutti avevano pensato.
Aveva capito da tempo che Draco era attratto dal quella specializzazione e nel suo appartamento gli opuscoli informativi sulla scuola scozzese ce n'erano a bizzeffe. Anche un Tassoroso avrebbe capito.
Aveva anche origliato una conversazione tra Draco ed un professore alla scuola per Auror e da quel momento aveva capito quanto fosse importante per lui quella specializzazione.
Non riguardava soltanto la personale passione per quella branca della lotta contro la magia oscura, ma aveva a che fare anche con una sorta di riscatto, una rivalsa. Sembrava che riuscire a completare gli studi ed arrivare ad essere considerato un buon mago, affidabile, senza legami con un passato che non sentiva suo, per Draco fosse fondamentale...e con lui come distrazione, non ci sarebbe riuscito.
Se n'era convinto da tempo Harry e non riusciva a trovare nessun altro tipo di alternativa. Per questo motivo non aveva interferito, non si era messo in mezzo e non aveva nemmeno tentato di impedire la partenza della persona che amava.

Molto tempo dopo se ne penti', ma all'epoca era troppo tardi per tornare indietro.



Continua...



  
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