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Autore: Glicia    17/12/2015    1 recensioni
"Se le mie mani fossero state irreparabilmente danneggiate, non avrei più potuto fare l'unica cosa in cui davvero eccellevo, ma se fossi morto, ti avrei abbandonata di nuovo."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nana Komatsui, Nana Osaki, Nobuo Terashima, Ren Honjo, Yasushi Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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SEMPRE PIU' GIU'

NANA

Quel giorno è ancora perfettamente vivido nella mia mente.
Quando Yasu mi prese la mano, avanzai con la testa bassa, sperando quasi che nessuno mi notasse. Sentivo gli occhi di tutti puntati addosso. Percepivo lo sguardo solidale di Hachi, quello imbarazzato di Reira e quello semplicemente incuriosito del tuo staff. Sai, c'erano proprio tutti quel giorno. Erano tutti lì per te.
Lasciai la mano di Yasu e mi sedetti proprio di fronte alla porta della tua stanza.
Nonostante tutti i tentennamenti di un attimo prima, avrei solo voluto abbassare quella maniglia e venire da te, ma le mie gambe ormai, non rispondevano più ai miei comandi. Ero totalmente paralizzata dalla paura. Fissavo lo spiraglio della porta da cui proveniva la luce bianca del neon. Quant'ero vile Ren! Ma in fondo, lo sono ancora adesso. Non sono proprio cambiata eh? Possibile che tutto ciò che ho passato, non mi abbia fatto crescere neanche un po'?
Persa com'ero nei miei pensieri, non mi accorsi che Yasu si era inginocchiato davanti a me, fissandomi attraverso le sue lenti nere. Solo il tocco freddo della sua mano, mi destò dall'angosciante vortice in cui man mano sprofondavo.

<< Nana... >>

Lo guardavo, ma ero perfettamente consapevole che il mio sguardo era totalmente vuoto. 
Sai, non credo che gli occhi siano lo specchio dell'anima; se lo fossero, tutto il dolore di quel giorno si sarebbe riversato in essi e invece, si limitava a distruggermi internamente. Ogni secondo che passava, sentivo che il mio cuore veniva fatto a brandelli. Tagliuzzato in pezzettini sempre più piccoli. Ma quel dolore, Ren, mi rese consapevole di quanto fosse grande l'amore che provavo per te.
I pensieri che mi avevano attraversato la mente in quel mese di lontananza, erano solo un vano tentativo di autoconvincermi che ce l'avrei fatta anche senza di te. Quanto posso essere patetica, eh Ren?

Credevo che solo la tua morte mi avrebbe potuto provocare un dolore più grande di quello che stavo provando. Ma mi sbagliavo. In fondo, ad un grande amore corrisponde sempre un grande dolore, no?
Tutto quello che mi disse Yasu, mi attraversò il cervello in un lampo. Ascoltavo le sue parole, ma non le comprendevo, era come se mi stesse parlando in un'altra lingua.

<< ...le condizioni di Ren sono gravi, anche se per ora la situazione è stabile. I medici hanno detto che non possono fare niente se non si sveglia. Pensano che stargli vicino e parlargli  potrebbe aiutarlo. Se vuoi, puoi entrare. >>

Quasi non mi accorsi che aveva terminato di parlare. Abbassai nuovamente lo sguardo, tornando a fissare la porta.
D'improvviso, mi balenò in mente una domanda. Mi sorprendo ancora, se penso a quanto fosse stupida. Tra tante cose che avrei potuto chiedere, ho scelto proprio la più inutile.
Eppure, fu proprio in quel momento che mi resi conto dell'inconsistenza della mia vita.
Quando il pavimeno crolla, puoi solo precipitare.

<< Com'è successo? >>

Mantenni lo sguardo basso, aspettandomi una risposta altrettanto stupida, che però non arrivò.
Puntai gli occhi in quelli di Yasu. 

<< Andava troppo veloce. La strada era ricoperta di neve e ha perso il controllo. >>

Neve? 

Mi alzai. Ero pronta. Ti sarei stata accanto. Non sapevo come, ma giurai che ti avrei svegliato. Questa volta, non ti avrei permesso di fare di testa tua. E se anche avessi perso, ti avrei seguita.

<< Nana... c'è un'altra cosa. >>

Non mi girai, ero certa che qualsiasi altra cosa avesse detto, non avrebbe avuto la minima importanza. In fondo, tutto era scolorito in quella situazione. 
Mi sbagliavo.

<< Ren...si drogava. >>

Eccola. Eccola lì la prima crepa sotto i miei piedi.
Mi voltai con uno scatto improvviso. 

<< Cosa cazzo dici pelato? Ti pare che Ren non me lo avrebbe detto, o che non mi sarei mai accorta di niente? >>

<< Si vergognava Nana, non voleva che lo venissi a sapere. Voleva farla finita. Ripeteva in continuazione che avrebbe potuto smettere in qualsiasi momento, ma a quanto pare non è stato così semplice. >>

Ed ecco la seconda crepa. Il suolo cominciava a cedere.
Tacqui. Erano poche le persone di cui mi fidavo talmente tanto, da non aspettarmi mai e poi mai una delusione.
Yasu era il primo della lista.

<< Quindi tu... lo sapevi già da prima. >>

Percepii i Trapnest distogliere lo sguardo. Certamente anche loro lo sapevano da tempo.
Yasu spalancò la bocca e mi guardò fisso. Il suo silenzio non fece altro che incrementare la rabbia che man mano sopraffaceva tutta la sofferenza di un attimo prima.
In quel momento, la mia testa si svuotò di qualunque altro pensiero. Nel cervello mi rimbombavano sempre più forti le parole di Yasu. Cominciai a tremare dalla rabbia senza nemmeno accorgermene. Lo afferrai per la giacca.

<< Con che diritto mi hai tenuta fuori da questa storia? Come hai potuto non dirmelo? Hai lasciato che Ren continuasse a drogarsi senza fare niente per fermarlo. Tu e Ren mi avete tagliata fuori dalla sua vita, come cazzo hai potuto, come? >>

In quel momento non mi resi conto della pesantezza delle mie parole; avrei potuto continuare a ripetere le stesse frasi all'infinito se Nobu non mi avesse fermata.

<< Nana, andiamo un po' fuori, ti va? >>

Non capivo più nulla, sentivo che la mia testa sarebbe esplosa da un momento all'altro. I pensieri si affollavano nel mio cervello provocandomi dolori lancinanti.
Arrivai all'esterno dell'ospedale senza neanche accorgermene. Non ce la facevo più. Questa volta, Ren, avevi fatto qualcosa di molto peggiore che abbandonarmi. Mi avevi esclusa dalla tua vita. Non mi avevi permesso di aiutarti. Avevi preferito affrontare tutto da solo piuttosto che condividere questo peso con me! Che senso aveva il nostro rapporto? Solo sesso e nient'altro? Ero davvero stanca. 
Scoppiai in un pianto ininterrotto, cercando di soffocare i singhiozzi nel petto di Nobu che mi stringeva sempre più forte. 
   
 
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