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Autore: DigiPokeLover    17/12/2015    1 recensioni
Per Mirkho, 17 anni, un ragazzo italiano, è un giorno come gli altri. Ma quel giorno, la sua vita cambiò in un modo che non avrebbe mai potuto immaginare. Un nuovo mondo... nuovi amici. Amici molto speciali. Un sogno divenuto realtà. Un'avventura da iniziare... un mondo da conquistare. Col sostegno dei suoi amici... ce la può fare!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arceus, Ash, Celebi, Prof Oak, Team Rocket
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Furry | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon The Challengers'
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Si parte per Johto

Stagione 1 Episodio 3

27 giugno 2011. Quando apro gli occhi, alle 8 e mezza, provo un’incredibile sensazione di piacere che si prova molto raramente, se non mai, nella vita. No, non stavo facendo sesso con Renamon. Tra uno sbadiglio e l’altro ci alziamo, Riolu è felice e saltella un po’ ovunque, e le dico perciò di smettere, perché sennò rimbomba tutto di sotto. Puntualmente ricevo una chiamata sul telefono: è l’Yle. Fortuna che era lei, perché se mia cugina mi chiamava dal piano di sotto scendevo e le facevo ingoiare il cellulare.
«Mirkho, sei sveglio?»
«Sì, ci siamo svegliati adesso. Non ci mettiamo molto, ci cambiamo, al massimo faremo un veloce check-up alla casa e arriviamo»
«Sì sì, tranquillo, fai con calma, pure noi non è che siamo svegli da tanto, mio fratello è sempre lento quindi anche noi ci metteremo un po’. E tua cugina?»
In sottofondo sento arrivare una frase in romagnolo che traduco direttamente: “fatti i cazzi tuoi”. Ridacchio un po’, poi rispondo:
«Bho, adesso vedo, prima mi preparo, poi vado da lei. Io gliel’ho detto che ci svegliavamo a quest’ora, se dorme ancora allora sarà proprio invornita»
«Ok. Ci vediamo alle 9 per strada allora. Possiamo aspettare fino alle 9 e mezza, ok?»
«Bravissima Yle, tu sì che sei capace a pianificare le attività! Guarda, c’è un posto libero come segretaria del gruppo, ti va?»
«Bè, dai, non sarebbe male, ah ah… comunque sì, mi va, aspetta che prendo un quaderno vuoto dove segneremo tutte le vostre avventure»
«Grande! Giuro, ti voglio bene, Yle!»
«Anch’io, anch’io… dai, vi aspetto giù allora, vai a chiamare la Giulia»
«Provvedo subito. Ci vediamo»
Afferro il mio zaino, lo appoggio sul letto e ci do una veloce controllatina, e lo stesso fa Renamon. Ci diamo un bacetto e andiamo a fare colazione con del tè. Poi ci cambiamo, io metto una maglietta a maniche corte e dei pantaloncini blu con lo stemma del Rimini, Renamon una maglietta gialla e dei jeans corti, fino a poco prima del ginocchio. Andiamo in giro a staccare bene tutte le prese della luce e controlliamo che sia tutto a posto. Prendiamo qualcosa da mangiare e lo mettiamo negli zaini, e anche un bel po’ di moneta da convertire in Poké. Alla fine, verso le nove e un quarto, scendiamo da mia cugina. Ci apre e ci fa notare che è bella pronta anche lei (per fortuna!). Dopo 5 minuti scendiamo, e diciamo a mia nonna (sempre in piedi questa!) che partiamo per una vacanza. Mentre Giulia va a chiamare l’Yle e Renamon comincia a radunare delle bici, Riolu attira ancora una volta la mia attenzione.
«Che c’è, tesoro? Tutto ok?» le chiedo abbassandomi.
Il mio Pokémon mi mette una zampa sul petto e da esso parte una luce blu, che ci circonda. Per un attimo ho gli occhi sbarrati, ma poi mi emoziono, perché Riolu, tramite la sua aura, mi ha fatto rivedere il momento in cui, dopo la schiusa dell’uovo, mi mette a posto il sacco a pelo e ci si infila dentro, con tanto di abbraccio. Questo lo interpreto come una prova di quanto mi vuole bene, ma anche di quanto le nostre aure siano molto simili. Commosso, la abbraccio e la riempio di bacetti, dopodiché si mette a saltellare un po’ qua e là, mentre io mi avvicino al cancello dell’Yle ansioso del responso sul segnale di vita delle due damigelle (-.-). Mi raggiunge anche Davide che, dopo aver salutato Riolu, mi dà il cinque. Gli mostro il medaglione che useremo per andare nel mondo dei Pokémon. Proprio mentre le ragazze escono dalla porta assieme a Jacopo, arriva Lucia in macchina con sua mamma, che quasi mi investe; cominciamo bene. Ora ci siamo tutti. Io, Jacopo, Ylenia, Giulia, Renamon, Lucia e Davide, tutti cogli zaini in spalla. Un bel sole che si sta innalzando nel cielo comincia a scaldare lievemente l’aria coi suoi raggi, il tutto accompagnato dalla classica leggera brezza mattutina estiva, e tutto ciò ci fa sentire veramente bene. Tutti abbracciamo a turno i vari genitori. Mancano i miei, perché mia madre ha preferito rimanere a Serravalle Sesia, e mio padre ha trovato un lavoro sempre là. Finita la fase dei saluti, ci mettiamo in riga, stile militare.
«Jaco, siam pronti. La prima città della regione di Johto è…?»
La sapevo qual era, volevo solo farlo dire a lui.
«Borgo Foglianova»
«Perfetto! Tenetevi pronti»
Il cuore mi batte forte, quando prendo il medaglione in mano. Pronuncio “Borgo Foglianova”, e subito si apre il portale. I genitori sono stupiti, ma cominciano comunque ad applaudire felici.
«Se volete, la prossima volta che ci vedremo vi racconteremo le cose fin dall’inizio come stanno veramente!» dico loro.
Li salutiamo tutti colle mani un’ultima volta, poi saliamo sulle bici e ci lanciamo nel portale. Tutti urlacchiano un po’, come se fossero sull’iSpeed o sul Katun a Mirabilandia. Io no, perché ci sono abituato, essendo andato e tornato con quel portale almeno una decina di volte. Ci ritroviamo in breve tempo nella piazza principale del piccolo paesino, che sarà grosso più o meno come Rivabella e Viserba insieme. Meno male che ho deciso di partire la mattina presto, così nella nostra via non ci vedeva nessuno, e anche qui a Borgo Foglianova non c’è praticamente nessuno. Io, che ero atterrato facendo un bel volo in avanti colla bici (fortunatamente eravamo parzialmente nascosti da un casolare e perciò nessuno ci ha notati), mi rialzo ripulendomi le mani. Aiuto anche gli altri a rialzarsi (solo Ylenia era rimasta bene in sella… le donne e il loro spiccato senso dell’equilibrio!), dopodiché, bici alla mano, entriamo in piazza. Traggo un bel respiro.
«Amici (e cugina), - annuncio - benvenuti a Borgo Foglianova»
Osserviamo con piacere il paesaggio molto bello, tipico perlopiù di una cittadina di campagna, nonostante il mare sia poco vicino. Fermiamo un passante, e ci facciamo indicare il laboratorio del professor Elm.
«È proprio quell’edificio là davanti a voi»
«La ringraziamo» risponde Ylenia.
«Ditemi, volete diventare allenatori, giusto?»
«Sì, è il nostro sogno» rispondo.
«Spero che facciate una bella esperienza. Vi giuro che imparerete molto di più sulla vita con un Pokémon accanto. Vi auguro buona fortuna»
«Grazie mille, arrivederci»
Se solo anche nel nostro mondo la gente fosse così gentile! Comunque, sono le 10 meno 20, ci fermiamo davanti alla porta del laboratorio, parcheggiamo le bici e bussiamo. Ci apre la porta un giovane scienziato che ovviamente non è Elm.
«Buongiorno, ditemi»
«Vorremmo vedere il prof. Elm se possibile, vorremmo diventare allenatori» fa Jacopo.
«Bene, seguitemi. Siete arrivati al momento giusto, è il suo momento libero»
Ci porta in una stanza piena di macchinari dove, seduto a una scrivania a leggere un giornale, c’è il prof. Elm, capelli castani corti, classici occhiali da scienziato, giaccone bianco e jeans.
«Professore, qui ci sono dei ragazzi che desiderano diventare allenatori»
Il professore ci guarda tutti e si alza.
«Fantastico, altra gente che ama i Pokémon pronta per allenarli! Allora… uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette… perfetto! Venite qui, ragazzi»
Ci fa avvicinare a una vetrina con molte Pokéball. Io mi faccio avanti subito, ma non per prendere un Pokémon:
«Mi scusi, professore, a me non lo dia, ne ho già uno, l’ho avuto da un uovo che mi hanno regalato» gli ho dovuto dire una palla per forza.
«Nessun problema. Ditemi come vi chiamate»
Ognuno fa il suo nome, dopodiché il professore tira fuori a caso sei Pokéball dalla vetrina e da esse fa uscire, su un tavolo, i rispettivi Pokémon: ci sono un Cyndaquil, un Totodile, un Chikorita (per l’appunto, i tre starter di Johto), un Eevee, un Pidgey e un Hoppip. Che bella rosa! L’Eevee e il Cyndaquil mi piacciono molto! Si fa avanti Ylenia, che sceglie Eevee. Il prof. Elm lo fa rientrare nella Pokéball e glielo consegna. Si fa poi avanti Davide, che sceglie Hoppip. Jacopo sceglie Pidgey, Renamon si prende Cyndaquil, Lucia si prende Chikorita e a Giulia rimane Totodile. Le andava bene lo stesso, perciò non ha fatto storie. Finita la distribuzione dei Pokémon, il professore ci da un altro fantastico oggetto che ci piace un sacco: il Pokédex! Fantastico, è tutto touch-screen!
«Basta accenderlo, posizionarlo davanti al Pokémon del quale volete sapere le informazioni e lui fa tutto il resto. Come vedete, è molto semplice» ci spiega.
Ci dà anche una “Pozione” spray, utile per curare le ferite e delle Pokéball per catturare i Pokémon. Non occorreva che lo dicesse, io mi sono sorbito tutti i giochi sui Pokémon che sono usciti finora… anzi, sì, non c’eravamo solo io e Jaco, gli altri non ne sanno un tubo… che testa.
«Renamon, scusami… tu non sei umana… da dove arrivi? Sei un’aliena?» le fa il professore.
Toh, ecco la prima persona che se ne accorge… per trovarla sono dovuto venire nel mondo dei Pokémon!
«No, no… sono una Digimon»
«Come, scusa? Una Digimon? Ne ho sentito parlare, anni fa… esseri non umani in grado di parlare, anch’essi dotati di poteri…»
«Già… comunque non sono pericolosa, potete mettervi l’anima in pace»
«Bene. Ragazzi, abbiate molta cura dei vostri Pokémon, spero che possiate stringere un bel rapporto. Buona fortuna, ogni tanto fatevi sentire! Ciao»
«Certamente, professore! Arrivederci!»
Usciamo dal laboratorio tutti felici.
Ci sediamo su una panchina e ognuno fa uscire il proprio Pokémon. Yle e il suo Eevee sono accanto a me.
«Ma come sei carino» fa Ylenia, accarezzando Eevee, che si struscia.
«Ragazzi, che ne dite di una lotta? Qualcuno si offre?» chiedo.
«U-Una lotta? Non siamo tanto esperti… guarda, che dici di fare tu e Jacopo, che siete bravi? Vi guardiamo e impareremo» risponde Lucia, come se si sentisse tirata in causa per forza.
«Eh, va bene… Jaco, che dici?»
«Massì… procediamo»
Non appena tiriamo fuori le Pokéball, ci ferma l’agente Jenny:
«Scusatemi, ma non potete combattere qua in piazza. Vi consiglierei di uscire dalla città, ci sono dei prati non molto lontano da qui»
«Ah ok, ci scusi tanto, ci eravamo fatti prendere… è la nostra prima lotta» rispondo timidamente.
«Ah sì? Buona fortuna, allora… divertitevi»
«Grazie… arrivederci» fa Jacopo.
Mi volto verso gli altri e faccio, allargando le braccia:
«Mah, che dire… traslochiamo»
Riprendiamo le bici e ce le portiamo a mano, mentre passeggiamo. Per curiosità, accendo il Pokédex per vedere com’è fatto, e dopo la schermata di avvio, mi compare un messaggio:
“Ciao Mirkho, vi diamo il benvenuto nel nostro mondo. Sui vostri Pokédex abbiamo inserito un programma che vi indicherà dove si trovano le macchinette per cambiare denaro. Tanti auguri per una serena avventura e buon divertimento. Dialga e Palkia”
«Oh cazzo… - guardo in giro - ehi raga, Jaco, venite subito qui, Dialga e Palkia mi hanno inviato un messaggio sul Pokédex!»
«Eh?? Cosa?»
Leggiamo il messaggio e rimaniamo tutti increduli.
«Ma non è che per caso è uno scherzo di qualcuno? Non credo che i Pokémon mandino messaggini»
«No Yle, te lo dico io, sono loro… li ho incontrati già due volte, sono in grado di parlare per telepatia. E poi sono due leggendari, loro possono tutto! Sono quelli che controllano il tempo e lo spazio, è grazie a loro se qua tutto scorre, e forse anche nel nostro mondo, perché vedi, in un modo o nell’altro sono collegati»
«Ah ok, non dovrò mettere più in dubbio la tua parola, sei tu l’esperto, scusami»
«Il fatto che io sia esperto non vuol dire che ho sempre ragione… ci sono quelle volte in cui sparo delle emerite cazzate… dai, proviamo a vedere dove sta ‘sta macchinetta, così se vi prende la mania dello shopping almeno siete accontentate voi donne. Ehi, raga, un momento però… lo voglio provare ‘sto Pokédex… Riolu, vieni qui un attimo, voglio solo fare una prova»
Punto il Pokédex su Riolu e subito parte una voce: “Riolu, Pokémon Emanazione. Comunica coi suoi simili attraverso l’aura, tramite la quale è anche in grado di percepire i sentimenti di esseri umani e Pokémon anche a distanza. È capace di correre fino a due giorni senza fermarsi”. Il tutto corredato da due o tre foto.
«Apperò, che figata! Bellissimo… dai, andiamo a ‘sta macchinetta allora»
Nella sezione “mappa” del Pokédex compare un puntatore rosso. Pian piano lo seguiamo, finché non ci conduce in un vicolo cieco. Lì troviamo delle lastre poggiate una sull’altra in verticale, in un angolino mezzo nascosto da delle piante (tra cui la solita edera!). Una a una le togliamo, finché non scoviamo una macchinetta verde.
«È questa» affermo con sicurezza «Dai, cambiamo i soldi prima che ci veda qualcuno! Dialga e Palkia mi hanno detto che solo noi dobbiamo sapere l’ubicazione di queste macchinette, intesi?»
Pian piano tutti cambiamo. Chi ha cambiato di più è mia cugina, che ha messo dentro 40 €, al contrario di Lucia, che ne ha cambiati 15. Io ne ho cambiati 20. Ricopriamo velocemente tutto e montiamo in sella. Appena usciti dalla cittadina, le ragazze stendono un lenzuolo sul primo prato libero che troviamo e noi cominciamo a combattere, dopo che Jacopo aveva verificato sul Pokédex le mosse del suo Pidgey.
«Pidgey, Azione!» inizia lui.
«Riolu, salta in alto e usa Codacciaio»
Detto fatto, Riolu fa un salto bello alto, due o tre capriole e colpisce Pidgey colla coda. L’uccellino si rialza e, su ordine di Jacopo, usa ancora Azione. Questa volta colpisce il mio Riolu, che cade per terra ma che per fortuna si rialza senza problemi. Andiamo avanti per quasi una decina di minuti, finché Pidgey non crolla esausto dopo un Forzasfera.
«Cazzo Mirkho ma il tuo Riolu sa usare Forzasfera??? Mi sembra sia una mossa che impara dopo l’evoluzione in Lucario!»
«Eh, lo so, ci sono rimasto così anch’io la prima volta che l’ho visto usarla… non te l’avevo già detto?»
Interviene mia cugina:
«A me l’avevi detto»
«Ah già… vabbè, allora te lo dico… tu lo sai il discorso dell’aura, che Riolu e Lucario possono…»
«Sì, ho visto il film (Pokémon 8 – Lucario e il mistero di Mew, N. d. R.), la roba dell’aura la so… e pure quei due episodi dove c’è Riolu, di quel regno… (S11 E28 e 29 del cartone, N. d. R.)»
Accarezzo Pidgey e lo do a Jacopo.
«Bingo! È proprio lì che volevo arrivare… all’inizio avevo ipotizzato che l’uovo da dove è nato Riolu provenisse dal Regno dell’Aura (mi sono informato su quel regno), ma non saprei con esattezza… è nata con me, di sicuro lei non si ricorda»
«Eh certo… comunque dai, non mi hai ancora detto di quando ha sparato la prima Forzasfera»
«Ah giusto… scusami, mi sono dilungato un po’… allora, è successo la sera prima del giorno della riunione, Giulia, ti ricordi? Eravamo andati a Viserba col tuo ragazzo e l’Aksenia…»
«Ah sì»
«Quella notte mi sono svegliato che erano le 2 e mezza/tre perché sentivo casino… vedo Riolu in piedi sul parapetto, mi avvicino e vedo due ladri che stavano cercando di salire… mi sono messo a ridere, vedendo Riolu che li ha spediti a casa loro a suon di Forzasfere nel culo!»
«Ah ah ah no… non ci credo… quindi Riolu ti ha salvato la vita?»
«Sì. E non finirò mai di dirgli grazie, se non ci fosse stata lei non so che fine avremmo fatto io e la casa»
Abbraccio Riolu, che a sua volta struscia il suo musetto sulle mie guance, per poi salirmi in spalla.
«Questo conferma che senza Pokémon la nostra vita sarebbe uno schifo»
«Bè, non abbiamo deciso di diventare allenatori per niente, no?»
«È vero, Mirkho, hai ragione»
Proviamo a far combattere mia cugina e Lucia, combattimento che vede trionfare mia cugina dopo una buona mezz’oretta. Poi decidono di combattere tutti quanti insieme.
«Guardate che le battaglie Pokémon non sono un “tutti contro tutti”! Le sfide si hanno sempre e solo tra 2 allenatori! Quindi selezionatevi e combattete. E vedete di non metterci molto, è quasi mezzogiorno ed io avrei un po’ di fame»
«Ma tu hai sempre fame, Mirkho!» mi fa mia cugina.
«Non è un problema mio»
«Ah non è tuo? E di chi è allora? Di mia nonna in carriola?»
«Di Bin Laden»
Giulia mi manda a quel paese con una risatina. Ma torniamo alle lotte. Faccio combattere la mia ragazza con Davide, e Jacopo ancora con Yle. Finisce tutto dopo una ventina di minuti, vincono Jacopo e Renamon. Mezzogiorno e un quarto, rientriamo nel paesino e troviamo un ristorante. Apriamo il menù curiosi di sapere cosa si mangia da queste parti. C’è una bella gamma: spaghetti con baccamodoro (il problema è sapere che bacca è perché non me le ricordo tutte), un panino alla baccaperina, un formaggio che sembra squaquerone… io scelgo gli spaghetti e un succo di baccarancia, mentre Yle è sempre attaccata alle verdure come mia cugina, Jaco prende il paninozzo, Renamon sceglie un’insalata di bacche, Davide si prende una bella pizzona (sì, ci sarebbe pure quella, ma io la pizza a pranzo non riesco proprio a mandarla giù), Lucy si prende dei formaggi locali. Diamo luogo a una bella mangiata, gli spaghetti sono fantastici, e il succo di baccarancia e squisito. Il cameriere ci porta il conto: 68 Poké (più o meno 85 €), che paghiamo un po’ tutti. Usciamo subito dopo, e decidiamo di metterci in cammino per la città dopo che, controllando sulla mappa, è Fiorpescopoli. Pedaliamo felici tra campi coltivati e verdi distese, un profumo dolce aleggia nell’aria. In cielo, tanti bei cumuli circondati di blu. Dopo 5 minuti, incrociamo un passante, che si ferma davanti a noi e ci invita a lottare. Mi offro io, dopo essermi messo d’accordo cogli altri.
«Io sono Jack» si presenta.
«Io Mirkho, piacere»
Ci stringiamo la mano, dopodiché ci mettiamo a lottare. Jack tira fuori dalla Pokéball un bell’Umbreon.
«Caspita che bello! Complimenti, davvero!»
«Allora, cominci tu?»
«D’accordo. Riolu, tocca a te!»
Faccio uscire il mio Riolu, e Jack si stupisce:
«M-Ma questo Pokémon… sbaglio o è di Sinnoh?»
«Sì. Ti piace?»
«Bello. Mio zio è stato nella regione di Sinnoh l’anno scorso e ne ha visto uno simile!»
«Ok, combattiamo. Riolu, Azione!»
Riolu prende la rincorsa e carica, ma viene fermato da una Palla Ombra.
«Cucciola, ci sei? Stai bene?»
Riolu si rialza subito, mi guarda e fa il suo verso convinta.
«Bene! Riolu, usa Codacciaio, mira bene!»
Questa volta la velocità di Riolu è sorprendente, e colpisce Umbreon.
«Umbreon, usa ancora Palla Ombra!»
«Riolu, schivalo, e usa Forzasfera!»
Le mosse di tipo lotta sono super efficaci contro i tipi buio. Dopo essere stato colpito, si rialza malconcio.
«Umbreon, ce la puoi fare! Usa Azione!»
Non fa neanche in tempo a iniziare a correre che Riolu lo colpisce ancora con Codacciaio. Umbreon crolla a terra, esausto.
«Vittoria!» io e Riolu ci abbracciamo, poi sentiamo gli applausi del resto del gruppo.
«Siete in gamba, davvero! Mi stupite, sono sicuro che avrete una gran bella carriera!»
«Grazie!» accarezzo il suo Umbreon per rassicurarlo un po’, dicendogli pure delle parole dolci.
«Sei anche molto gentile e sincero. Tieni, questo è per la lotta»
Jack tira fuori un pezzo da 50 Poké.
«Sono tuoi, non ti preoccupare. Ti saluto, spero di incontrarvi ancora»
«Anche noi. Ciao Jack, stammi bene»
«Altrettanto, ciao»
Proseguiamo la pedalata. Mi metto nel portafogli la banconota color verde chiaro, colla striscia olografica e il numero 50 disegnato come i classici ghirigori delle ragazze.
«Il prossimo che incontriamo lo sfidi tu, Giulia, ok?»
«Io? Perché io? Cioè, non è perché non ho voglia, non fraintendermi»
«Se volete guadagnare, questo è l’unico modo. Quindi tenetevi pronti e studiatevi le mosse dei vostri Pokémon. Avete visto, no? Sono più difficili le verifiche di matematica dei combattimenti Pokémon»
«Ah, questo sicuro» aggiunge Jacopo.
Pedaliamo silenziosamente per mezzo minuto, poi mi viene in mente una cosa che già avrei dovuto verificare prima:
«Ehi… per la faccenda della scuola avete deciso?»
«Eh… ancora no… ci stiamo ancora pensando» fanno Davide e Lucia. Lo stesso per gli altri (tranne Renamon che, ovviamente, non va a scuola). Quindi sono ancora io l’unico ad aver deciso di interrompere gli studi.
«Sarà meglio che ci pensiate bene eh… è per voi non per me. Io la mia decisione l’ho presa»
«Sì, sì, tranquillo» mi fa Ylenia.
Raggiungiamo poco dopo un cartello, che ci dice che mancano 15 km a Fiorpescopoli. Contenti, proseguiamo. Yle si porta il suo Eevee nel cestino della sua bici, cosa piuttosto carina. Lo farei anch’io, ma ho come bici quella di mia nonna senza un bel niente, che ho deciso di usare per evitare un arrugginimento precoce. Tenere Riolu sul ferro centrale della bici non è la cosa migliore, perché non è una delle migliori sensazioni, l’ultima volta che l’ho fatto io ho dovuto fermarmi dopo 2 minuti perché il culo mi bruciava come non mai. Jacopo ogni tanto parte a fare delle impennate mostruose… solo lui riesce a farle.
Dopo una decina di minuti, scoviamo un Pokémon esanime per terra. Subito ci fermiamo, io mi avvicino e mi sincero delle sue condizioni. È un Sentret. Lo giro delicatamente e scopriamo che ha una brutta ferita sul ventre.
«Forse è stato aggredito da qualche altro Pokémon» penso.
«Oh, poveretto… mi dispiace tanto per lui» fa Ylenia accarezzandolo delicatamente sulla testa. Il poveretto mugola lievemente.
«Aspettate, provo a dargli questa»
Prendo la Pozione e do due spruzzi sulla ferita. Osserviamo con piacere che la ferita si cicatrizza in una velocità impressionante, dopo meno di mezzo minuto non si vedeva quasi più niente.
«Minchia, portentosa ‘sta roba!» commento.
Il Sentret riapre gli occhi e ci osserva un po’ terrorizzato. Per fargli capire che eravamo buoni, allungo lentamente una mano verso di lui, che la annusa leggermente.
«Tranquillo, non avere paura, ti abbiamo trovato per terra e perciò ti abbiamo soccorso. Non temere, sei in buone mani. Su, tieni questa»
Gli porgo una baccarancia. Sentret se la mangia tutta in un secondo.
«Ti senti meglio?»
Sentret si struscia su di me tutto contento, è tornato in forma.
«Appartieni già a un allenatore? Ti sei perso?»
Lui fa due volte il suo verso e mi guarda cogli occhi tristi.
«Ok, faremo in modo che tu e il tuo allenatore vi possiate ritrovare»
Sentret mi salta addosso, poi mi monta sulle spalle. Saliamo di nuovo in bicicletta e proseguiamo la strada.
«Mirkho, adesso cosa vuoi fare con Sentret?» mi fa mia cugina.
«Prima di tutto, quando arriviamo a Fiorpescopoli lo porto in un Centro Pokémon, poi sentirò alla polizia»
«Ah ok, perfetto. Quanto manca a Fiorpescopoli?»
Controllo la mappa sul Pokédex.
«Non molto, una decina di chilometri scarsi»
Poco più in là incontriamo una signora col figlio in carrozzina, la salutiamo e proseguiamo la nostra pedalata. Cinque minuti dopo, un Pokémon ci taglia la strada alla velocità della luce. Io e Jaco lo riconosciamo subito, con molto stupore:
«Ma… ma quello è…»
«… Suicune!»
Prendo il binocolo:
«Uh… sì sì è proprio Suicune… incredibile…»
«Dove corre, Mirkho?»
«Non so, Jaco, lo sto osservando… eh, si è seduto, laggiù… ci guarda! Ora si è sdraiato…»
«Che vuoi fare?»
«Ah, sicuro non andiamo a rompergli i coglioni adesso… lasciamolo tranquillo. I Pokémon Leggendari sono molto potenti, se ci tenete alla vita lasciateli stare. Mi ha quasi buttato giù dalla bici, è arrivato proprio a una ventina di centimetri dalla ruota! Comunque sia è un Pokémon che amo tanto, semplicemente fantastico»
Ricevo poi una chiamata. Prima mi volto verso mia cugina, per assicurarmi che non sia lei (non si sa mai), poi guardo il mittente: Silvia, una mia ex compagna di classe alle elementari.
«Oi Silvietta, dimmi»
«Ciao Mirkho! Sono venuta a casa tua, ma non ci siete né tu né tua cugina… ho trovato la Michela che mi ha detto che siete andati nel mondo dei Pokémon… io ci sono rimasta così… spero sia uno scherzo, conoscendola…»
«È una lunga storia, Silvia, ti spiegherò appena posso… comunque dimmi, che c’è?»
«Volevo sapere se eravate interessati a una cena di classe, fra una settimana o due… tu che ne dici?»
«Uhm… sì, sono d’accordo, adesso sento cogli altri e ti farò sapere»
«Va bene… ehi, ho suonato anche da Davide e dall’Yle ma non ci sono… dove siete finiti tutti??»
«Sono tutti con me»
«Con te nel mondo dei Pokémon?»
«Eh… sì. Per un po’ non ci faremo vedere»
«Oh cazzo… non ci credo… e per la cena allora?»
«Sta’ tranquilla che torniamo, dicci solo il giorno»
«O-Ok… va bene»
«Guarda, ti faccio mandare qualche foto… ehi Giulia, tu che hai l’opzione per gli MMS, manda alla Silvia delle foto coi Pokémon, così sta tranquilla… ok, tu dimmi il giorno e ti farò sapere il prima possibile»
«A posto allora… ti manderò un messaggio… ciao e divertitevi»
«Grazie Silvia, ciao ciao»
Riattacco, metto in tasca il telefono e mia cugina mi fa:
«Sentiamo, come l’ha presa?»
«Mi ha detto che era venuta da noi e ha trovato la Miki che le ha detto che siamo andati nel mondo dei Pokémon e ci è rimasta non proprio benissimo… le ha chiesto se stava bene…»
«E lo credo! Anche lei sa che mia sorella è rimbambita!»
«Comunque… ascoltate tutti, la Silvia vorrebbe fare una cena di classe con tutti noi delle elementari, comincio a chiederlo a voi che siete qui… Lucy, Yle, Davi, Giulia, Renamon se vuoi venire ti accogliamo volentieri… che ne dite?»
«Per noi va benissimo, basta che ci dica il giorno in cui la vuole fare… tanto non abbiamo un tubo da fare quest’estate» risponde Ylenia.
«È quel che dico anch’io, bisogna sapere il giorno… Renamon, tu avresti voglia?»
«Certo che ho voglia, tesoro» mi dà un bacetto sulla guancia.
Giulia non è mai stata mia compagna di classe, essendo mia cugina (se si è membri della stessa famiglia non si può stare nella stessa classe, per fare un esempio Amanda, un’altra mia cuginetta, non è stata messa tra gli alunni di mia zia, – per parte di madre – insegnante elementare), ma viene alle cene solamente perché ci sono tutti gli altri, ma non è affatto un problema, anzi, sono felice che ci sia anche lei.
«Ok, aspettiamo allora che ci comunichi data e luogo, poi pianificheremo meglio»
Ci rimettiamo in marcia. Ormai non manca molto a Fiorpescopoli, si cominciano a intravedere i primi palazzi. Ogni tanto qualcuno mangiucchia qualcosa, un sacchetto di patatine, o un panino portato da casa imbottito di un’intera industria di mortadella (!), o delle baccarance a volontà (io).
«Dai, vediamo di essere a Fiorpescopoli prima di cena eh… è tutto il pomeriggio ormai che pedaliamo… io tra l’altro ho pure il Sentret sulle spalle, che non è proprio leggerissimo»
«Massì, massì…» mi fa mia cugina facendomi cenno di proseguire.
Dopo un paio di curve, intravediamo un personaggio conosciutissimo:
«Guarda quella ragazza, Jaco… è Misty!!»
«Wow… sì è proprio lei! La andiamo a salutare?»
«Certo!»
Diamo due colpi di pedali e ci fermiamo accanto a lei:
«Ciao! Tu sei Misty, vero?»
«Sì, sono io… ma come fai a sapere il mio nome?»
«Sono un amico di Ash, mi ha parlato di te, non vedevo l’ora di incontrarti!»
«Ah sì? Wow, bene… e Ash come sta? Ho sentito che sta sfidando le palestre della regione di Sinnoh»
«Sta benone… ha vinto la sua ottava medaglia di Sinnoh, sai? Tra un po’ andrà a fare la Lega, e gli piacerebbe se lo andassi a trovare»
«Sicuro, ci sarò. Tu sei…?»
«Io mi chiamo Mirkho, piacere»
Si presenta anche Jacopo.
«E questi appena arrivati sono i miei amici… insieme stiamo facendo il nostro viaggio per Johto»
«Wow, vi auguro buona fortuna, e salutatemi Ash se lo rivedete»
«Certo! Ah, Misty, hai voglia di sfidare uno di noi?»
«Va bene. Chi ha voglia?»
«Ah, scusami, se te ne propongo uno che ha il tipo erba non è un problema, vero? Abbiamo appena iniziato, almeno loro non sono tanto esperti…»
«No affatto, fate pure. Dopotutto, sono un’ex capopalestra, no?»
«Ok. Davide, allora, tocca a te, buona fortuna»
«Va bene, eccomi»
Si presenta, dopodiché fa uscire il suo Hoppip. Misty, invece, manda in campo Starmie. Mentre loro iniziano a combattere, io sussurro a Jacopo:
«Sai? Staryu e Starmie non li ho mai capiti fino in fondo»
«Eh, nemmeno io… sono alquanto enigmatici e ambigui»
«Tra l’altro, quando sono esausti “bippano” come il sensore di parcheggio delle macchine»
«Quello sì… è l’unica cosa che forse abbiamo capito!»
Quando, dopo qualche minuto, noto che Davide non fa altro che usare Azione, cerco di dargli una dritta:
«Davide, scusami, ma non è possibile che Hoppip sappia usare solo Azione. Controlla il tuo Pokédex, il professore non te l’ha dato per niente»
«Già, scusatemi. Allora… ah, ecco, Azione, Paralizzante e Frustata»
«Cazzarola! Paralizzante e Frustata fanno un bordello coi tipi acqua! Forza, su!»
Meno male che gliel’ho detto, perché dopo che sono intervenuto prima ha paralizzato Starmie con Paralizzante, poi lo ha finito con Frustata. Davide è tutto contento, giustamente (ma grazie al mio aiuto!).
«Il vostro amico è bravo, davvero» commenta Misty, raggiungendoci.
«Eh, pian piano impariamo»
«Già, ogni cosa ha il suo tempo. Da che città arrivate?»
Le rispondo con un po’ di pacatezza:
«Bè, veramente noi… arriviamo dal mondo reale…»
«Cosa??? Dal mondo reale?! Wow, ho sentito parlare di quel mondo dal prof. Oak… ho sempre desiderato conoscere gente del mondo reale, grazie per avermi fermata, eh eh! Comunque, sono stata battuta da uno di voi, quindi deduco che siete davvero formidabili. Mirkho, quel Sentret è tuo?»
«Eh? No, no, lo abbiamo trovato poco tempo fa ferito per strada, la nostra intenzione è portarlo al Centro Pokémon di Fiorpescopoli per metterlo a posto e ridarlo al suo allenatore»
«Questa è una buona cosa, bravi. Chissà, magari ci rivedremo, un giorno»
«Lo spero. Noi proseguiamo per Fiorpescopoli, allora, è ormai ora di cena e ho una fame mica da ridere… ciao Misty!»
«Ciao, ragazzi, ancora buona fortuna! Arrivederci!»
Misty prosegue il suo cammino, e noi rimontiamo in bicicletta. Finalmente, dopo altri 10 minuti, entriamo nella città di Fiorpescopoli. La prima cosa che facciamo è, come deciso, di andare in un Centro Pokémon per curare Sentret. Mentre aspettiamo, io e Jacopo decidiamo di andare a usare il videofono per chiamare Ash.
«Ma ti ha dato il numero?»
«E certo, sennò non lo chiamerei»
Digito il numero, e dopo pochi secondi risponde:
«Ehi Mirkho… che piacere rivederti! Dove sei di bello?»
«Sono a Fiorpescopoli, nella regione di Johto»
«Ah sì? Allora cominci da Johto?»
«Sì. Ho portato dal mio mondo dei miei amici interessati a fare la mia stessa avventura»
«Wow, bene»
«Uno, come vedi, è qui. Lui è Jacopo»
«Ciao Ash, piacere di conoscerti» fa lui, rimasto tutto il tempo a spalleggiarmi per farsi vedere.
«Ciao, Jacopo, piacere mio. Buona fortuna anche a te per la tua avventura»
«Grazie Ash»
«Gli altri, invece, sono ancora là a mangiare. Stanotte dormiremo qui al Centro Pokémon»
«Va bene, sarà tutto il giorno che siete in cammino, un riposo ve lo meritate»
«Grazie. Ah, per la strada abbiamo incrociato Misty, ti saluta»
«Sì? Contraccambio, come sta?»
«Benissimo. Uno di noi l’ha pure sfidata e battuta!»
«Caspita! Ce ne vuole per batterla!»
«Ok. Ti saluto, Ash, ho delle faccende da sbrigare. Chiudo, ci sentiamo»
«Ciao, Mirkho, vi auguro tutta la fortuna del mondo per le lotte in palestra! Ciao Jacopo, salutate tutti»
«Sarà fatto! Ciao» chiude Jacopo.
Chiudiamo il collegamento e ci andiamo a risedere. Proprio quando finiamo di mangiare, l’infermiera Joy mi chiama e mi restituisce il Sentret. La ringrazio, dopodiché io e Jacopo usciamo, dopo aver detto agli altri di rimanere lì. Andiamo alla centrale di polizia, che sta a circa 200 metri dal Centro Pokémon.
«Agente Jenny» la chiamo.
«Ditemi»
«Abbiamo trovato questo Sentret lungo la strada per Fiorpescopoli. Era ferito e svenuto a terra. Vorremmo sapere se è possibile contattare il suo allenatore per fare in modo che si ritrovino»
«Mmmhh… ok, fatemi dare un’occhiata all’elenco delle denunce di scomparsa… allora… – sfoglia un po’ di pagine – vediamo… ah ecco! Un certo Alfredo di Amarantopoli ha denunciato la
scomparsa di un Sentret ieri, forse è questo. Aspettate, lo contatto subito»
«Grazie, agente Jenny»
«Figuratevi»
Alza la cornetta del telefono della centrale e digita il numero scritto accanto al nome del proprietario del Sentret.
«Signor Alfredo? Salve, sono l’agente Jenny. La sto chiamando dalla centrale di Fiorpescopoli, dei ragazzi hanno ritrovato il suo Sentret mentre stavano arrivando in città, e ce l’hanno portato qui da noi… attendiamo il suo arrivo. Arrivederci»
«Allora?»
«Sta arrivando. Ragazzi, vi ringrazio molto per ciò che avete fatto»
«Grazie, cerchiamo solo di renderci utili. E comunque, se il suo allenatore è di Amarantopoli, certo che si è fatto un bel po’ di strada ‘sto Sentret… quella città non è mica dietro l’angolo»
«Già, deve aver faticato e sofferto non poco…» commenta Jacopo.
Passano meno di 5 minuti e un signore sulla cinquantina si presenta alla centrale.
«È lei Alfredo?» fa l’agente Jenny.
«Sì, sono io… dov’è il mio Sentret?»
Mi faccio avanti:
«Eccolo qui, sano e salvo»
«Oohh… sì è proprio lui…»                                      
I due si abbracciano felici. Dopodiché, il signore viene verso di noi:
«Non finirò mai di ringraziarvi… ero preoccupatissimo… mi devo sdebitare, tenete, sono 100 Poké a testa, ve li siete proprio meritati»
«Wow, grazie infinite!» gioiamo entrambi.
«Non ringraziate, va bene così»
Accompagnandolo fuori dalla centrale, scopriamo che è arrivato a Fiorpescopoli a bordo di un Pidgeot. Mentre decolla, sussurro a Jacopo:
«Guarda che un giorno ti dovrai gestire quel bestione eh…»
Sì, perché Pidgeot è la forma evoluta finale di Pidgey.
«Non vedo l’ora! Poter volare da un posto all’altro quando voglio… entusiasmante!»
«Va bene, ma non è che devi sfruttare i Pokémon sempre e solo per i comodi tuoi eh… sono i nostri amici, e sono anche più buoni degli umani!»
«Sì sì lo so, scusami ma non mi sono espresso bene, è ovvio che hai ragione»
Torniamo contenti al Centro Pokémon, dove troviamo gli altri a giocare ad Angry Birds coll’iPad di Jacopo, che giustamente dice loro che lo potevano anche avvisare. Dopo qualche minuto, l’infermiera Joy annuncia:
«C’è una chiamata per Mirkho! Una chiamata per Mirkho!»
La raggiungo:
«Sono io»
«Hai una chiamata da parte di Corrado, capopalestra della città di Arenipoli a Sinnoh»
«Ah sì? Magari vorrà salutarmi…»
Arrivo al videofono:
«Ciao Corrado, è un piacere rivederti… come va?»
«Ciao Mirkho… alla grande, tu?»
«Benissimo… come ti avevo già detto, sono insieme ai miei amici del mondo reale»
«Wow, sei in compagnia, allora. Casomai farete tappa a Sinnoh un giorno, io sono qui ad aspettarvi»
«Sicuro, un giorno o l’altro arriveremo! Piuttosto… come facevi a sapere che ero qui?»
«Me l’ha detto Ash, l’avevo chiamato per sentire se lui sapeva dov’eri, giacché fino a qualche giorno fa eravate insieme»
«Ah già… mi ero unito a loro tre perché, essendo allora appena arrivato in questo mondo, volevo sapere… diciamo… come vanno le cose»
«Hai fatto bene, Ash, Brock e Lucinda sono tre bravi ragazzi»
«Bene, dimmi, sono tutt’orecchi»
«Ascolta, Mirkho… ultimamente il mio Jolteon è diventato un po’ nostalgico… credo che tu gli manchi… è sempre triste»
«Uh… credi?»
«Sì, credo di sì, per questo volevo sapere se per te non è un problema prendertene cura…»
«Io? Cioè… lo vuoi dare a me?»
«Certo, se è per il suo benessere, sono felice di regalartelo»
«E tu poi cosa farai con un Pokémon in meno?»
«Non ti preoccupare, ho le mie riserve, penso di sostituirlo con un bel Magnezone»
«Ah ok allora»
«Che dici, procedo col trasferimento?»
A destra dello schermo noto quel macchinario per “teletrasportare” le Pokéball.
«Ok, procediamo»
«Bene, guarda sulla tua destra, in qualche secondo ti dovrebbe arrivare»
In meno di una decina di secondi, da un raggio rosso compare una Pokéball.
«È arrivata. Grazie mille, Corrado»
«Di niente. Buona fortuna a tutti quanti»
Dopo che si chiude il collegamento, faccio uscire Jolteon.
«Ciao, cucciolo mio, ci rivediamo!»
Jolteon, come suo solito, mi salta addosso e mi stende.
«Ah ah no basta… sta buono, Jolteon… da adesso faremo il viaggio assieme, contento? Non ci separeremo mai»
Quello continua a leccarmi. Poi accorre Jacopo, attirato dai versi di Jolteon:
«Mirkho, che sta succedendo? Stai facendo sesso con quel Jolteon?»
«Cazzo dici, scemo… questo Jolteon è il mio nuovo Pokémon»
«Ah, ne hai già preso un altro? E non ci hai detto niente?»
«Non l’ho preso… me l’hanno regalato»
«E chi te l’ha regalato?»
«Corrado, il capopalestra di Arenipoli»
«Cazzarola! L’hai conosciuto?»
«Sì! Il giorno stesso della mia prima volta in questo mondo! Mi ricordo che io e Jolteon ci eravamo affezionati subito… poi poco fa Corrado mi ha chiamato dicendomi che Jolteon non stava bene senza di me e ci siamo messi d’accordo… dai Jolty ora alzati però eh»
Mi rialzo e insieme a Jolteon torniamo dagli altri, a cui lo presento. Lo faccio rientrare nella Pokéball, dopodiché esco per farmi un giretto nella città. Da una cartina deduco che Fiorpescopoli è grossa più o meno quanto il centro storico di Rimini. Arrivato nella piazza principale della città, ho l’onore di incrociare Valerio, il capopalestra di Violapoli! Subito lo fermo:
«Ciao! Sei tu Valerio, il capopalestra di Violapoli?»
«Sì, sono io. Dimmi»
«Ecco, ti vorrei sfidare per la medaglia quando arriverò a Violapoli»
«Bene. Oggi sono a Fiorpescopoli perché c’è la festa cittadina ed io non voglio mancare… ci ritroveremo a Violapoli»
«Va bene. Ah, Valerio, non ci sono solo io, siamo in sette che ti vorremmo sfidare»
«Oh Arceus Divino… he he… tranquilli, per fortuna ho la settimana libera. Tu sei…?»
«Mirkho»
«Mirkho… giuro che non ho mai sentito nessuno chiamarsi così… vabbè, ci sentiamo quando arrivate a Violapoli, intesi?»
«Intesi»
«Poi coi tuoi amici pianificheremo la settimana, ok?»
«Ok. Ciao Valerio»
«Ciao Mirkho, mi raccomando preparati»
«Sicuro!»
Rientro subito al Centro Pokémon e do la notizia agli altri:
«Ehi, raga, ho incontrato il capopalestra di Violapoli»
«Ah sì? Che tipo è?» fa Lucia.
«Capelli blu, giovanotto, l’ho visto che aveva dei vestiti mica male… lui ha i Pokémon di tipo volante»
«Ah, quindi? Che Pokémon è meglio usare?»
«I Pokémon perfetti contro i tipi volante sono i tipi elettro, come il mio Jolteon, ma sono buoni anche i tipi fuoco, se messi bene. Da evitare, perché in svantaggio, sono i tipi lotta, come il mio Riolu, o i tipi erba come il tuo, Lucia, e quello di Davide. Bè, nulla vieta che li potete usare, ma è difficile vincere con un Pokémon in svantaggio di tipo»
«E quindi ci suggerisci di catturarne altri?» mi chiede Davide.
«Sì, decidete voi, sicuramente non sono io a dirvi che Pokémon catturare. Naturalmente per poterli catturare dovete prima batterli, i Pokémon selvatici, poi lanciar loro la Pokéball»
«Ok, grazie dei consigli. Non ti dispiace se usciamo a cercarne un po’, vero?»
«Fate pure, basta che tornate per quando andiamo a letto»
«Certo che torniamo… non possiamo restare senza di te»
«Ah ah ah, spiritosa!»
Ylenia, Renamon, Lucia e Davide escono. Io e Giulia usciamo e sfumacchiamo una sigaretta, mentre Jacopo se ne sta dentro a giocare ancora coll’iPad.
«Secondo te, troveranno qualcosa?» mi chiede Giulia.
«Lo spero per loro. Si sta facendo buio, non so per quanto hanno intenzione di rimanere fuori»
«Per me, se aspettavano domani o un altro giorno era meglio»
«È evidente che non vedono l’ora… e si vogliono preparare al meglio. Anch’io sono un tantino nervoso, pensando che dovrò sfidare il primo capopalestra, ma bene o male riesco a contenermi. Tu, invece, sei bella lì, rilassata, non dai segni di nervosismo»
«Per forza, sto fumando e sono rincoglionita marcia, dopo la gran pedalata di oggi… sembrava di fare il Giro d’Italia…»
«Eh, lo so che è dura, io che sono sempre stato un fancazzista, poi… ma per i Pokémon questo ed altro. Vediamo di adeguarci, ché d’ora in poi sarà così quasi ogni giorno»
«Uff… vabbè, rientriamo e facciamo compagnia a Jacopo»
Ci mettiamo a giocare insieme a Fruit Ninja, in cui asfalto il record di Jacopo. Poi, lasciando giocare gli altri due, chiedo all’infermiera Joy informazioni riguardo a questa festa cittadina.
«È la festa dell’estate, la facciamo ogni anno a fine giugno, ci sono danze, concerti e tanti mercatini»
Ah, ecco perché uscendo ho trovato delle bancarelle e dei tendoni in allestimento…
«Ok, non vedo l’ora di parteciparci»
Decido di non sistemare completamente la roba, dopodomani, finita la festa d’estate, ripartiremo. Sistemo solo il cellulare sul comodino e in un cassetto metto il mio computer portatile. I letti sono disposti uno affianco all’altro nella nostra stanza (ci sono 2 piani con tre stanze, ciascuna con 5 letti a castello, quelli che adoro tanto, facendo un conto finale ci sono ben 60 posti letto), me ne scelgo uno e mi sistemo, infilo il vestiario nei cassetti e nell’armadio e appoggio il mio zaino accanto al comodino. Io ho sempre voluto stare di sopra nei letti a castello, mi trovo più comodo. Poi scendo e accendo il televisore, curioso di sapere cosa trasmettono in questo mondo; l’unica cosa che mi rende più sollevato è che non c’è la Rai. Giro un paio di canali e trovo un programma che mi sembra di conoscere:
«Massì! Questo è il famoso Pokémon Talk del prof. Oak… bè, famoso… almeno io lo conosco»
È un programma dove il prof. Oak, massimo esperto mondiale di Pokémon, spiega la natura dei Pokémon nei minimi dettagli. Sto a seguirlo per 2 minuti, poi giro canale per vedere cos’altro c’è. Trovo, dopo qualche canale, la diretta di una partita di calcio dove, fra i giocatori, trovo anche alcuni Pokémon in sembianze umane. Casco dal pero, giuro, finora li avevo visti solo nei disegni, quand’ero nel mondo reale. Cerco di capire che partita è:
«Mmmhh… “Fps”… che sia Fiorpescopoli? E “Mog”… Mogania?»
Trovo la conferma delle sigle un minuto dopo, quando compare sul basso il punteggio coi nomi: la partita è, come pensavo, Fiorpescopoli – Mogania, e sta vincendo per 2-1 Fiorpescopoli. Che bello, hanno un campionato di calcio anche qui, e non ci sono Pay TV come Sky o Mediaset Premium, tutto gratis. È ovvio che qui sono più intelligenti che nel mondo reale. Mi dispiace, egregio prof. Oak, ma se c’è una partita di calcio non mi ci schiodo. I miei occhi si puntano su un Umbreon umanoide che gioca in attacco nel Mogania, e che proprio in questo momento becca una traversa con un tiro da fuori area. Lo inquadrano e compare il suo nome: Kuro Umbreon.
«Wow, Kuro… che nome… chissà se potesse venire a giocare nel Rimini, ce lo immagino molto bene»
Poi compare un simbolo, prima di un replay, con un cerchio sbarrato diagonalmente da destra a sinistra e colorato a sinistra di verde e a destra di arancione, con scritto “PokéLeague 1”.
«“PokéLeague 1”? Mah… forse è la nostra Serie A…»
Poi finisce il primo tempo, e io ne approfitto per sistemare il pigiama e il letto. Fuori è ormai buio.
«Mi auguro davvero che le ragazze tornino, è buio ormai…»
Proprio mentre mi alzo, arrivano Jacopo e Giulia.
«Apperò… che bella stanza» fa mia cugina.
«Ah, stai guardando la TV? Che roba c’è?»
«Stavo guardando una partita di calcio, è appena finito il primo tempo, Jaco, la partita è Fiorpescopoli – Mogania e stanno vincendo i padroni di casa per 2-1»
«Wow, hanno un campionato di calcio anche qui?»
«Eh, sembra di sì, anche se non capisco come mai giocano a fine giugno… forse il loro calendario sportivo comprende l’anno solare»
«E tu quindi vuoi guardare la partita?»
«Non mi sento obbligato… su un altro canale c’è il prof. Oak col suo Pokémon Talk, se ti interessa gira pure»
«Ma no… per ora no, guardo anch’io la partita, vediamo com’è il calcio di questo mondo»
«Spero che almeno qui non ci siano Calciopoli, partite truccate o cosa… ma sono fiducioso, queste sono cose tipiche del nostro mondo. Comunque, anche se siamo qui, qualche telegiornale me lo vorrei anche vedere, adesso casa nostra è questo mondo, quindi…»
«Sì, ti ho capito. Però non esagerare, tu che sei un maniaco delle notizie»
«Vivi tranquillo…»
Sento poi ballare il letto, mi alzo e vedo che i miei Pokémon, che nel frattempo avevo lasciato liberi, stanno giocando sul materasso.
«Riolu, Jolteon, non sul letto per favore. State per terra se volete giocare»
Li aiuto a scendere e riprendono a giocare sul pavimento. Comincia il secondo tempo della partita, e Jacopo perciò si accorge dei Pokémon umanoidi.
«Oh cazzo… ma i Pokémon possono assumere la forma umana???»
«A quanto vediamo, sembra di sì… ma chissà quali misteri ci sono dietro, se mi ci metto a ragionare sopra finisco col beccarmi un ictus… viviamo la vita da allenatori finché possiamo»
Al 10’, il Mogania pareggia proprio col “mio” Kuro.
«Oh guardalo… io ce lo porterei volentieri al Rimini, questo… Jaco che dici?»
«Ah… eh, mica male»
Successivamente arrivano su anche gli altri.
«Oh buonasera… cosa avete di nuovo?»
«Guarda cos’ho trovato» mi fa Davide che, lanciandomi la Pokéball quasi addosso, fa uscire il suo nuovo Pokémon.
«Dai… un Pichu? Che carino…»
Lo prendo in braccio e me lo coccolo un po’, poi anche Lucia vuole presentarmi il suo. Afferra la Pokéball, ma prima di lanciarla le cade dalla mano.
«Ambè, cominciamo bene…»
Lo tira fuori, quello che ha catturato non è uno dei miei Pokémon preferiti, però va bene lo stesso.
«È un Elekid, bene. Allenateli con cura e scoprite le loro mosse, vi ricordo che dovete sfidare un capopalestra» fa Jacopo.
«E tu, tesoro? Che hai trovato di bello?» chiedo a Renamon.
Lei si siede su di me e fa uscire il suo: un bellissimo Vulpix!
«Caspita! Che bello anche il tuo! Ti vuoi specializzare nei tipi fuoco, Rena?»
«Eh, non sarebbe male, vedremo»
Vulpix sale sulle gambe della mia ragazza e ce lo coccoliamo.
«Questo quando si evolve diventa un Ninetales… Pokémon mica da ridere eh! Come il tuo Cyndaquil, la sua forma evoluta finale è una bestia assurda, di una potenza micidiale»
«Lo so. Spero di far bene»
«Yle, manchi tu… sei andata a segno?»
«Certo, ho preso un Voltorb»
«Voltorb??? Oh santa Maremma… se lo fai uscire… per favore, non farlo esplodere qui»
«Perché?»
«Jaco, diglielo tu…»
«Ah eh… perché Voltorb, quando s’incazza, fa saltare in aria tutti»
«Oh mamma… farò attenzione allora»
Mi alzo e, sempre cogli occhi incollati alla partita, dico agli altri:
«Che ne dite se andiamo a letto? È buio ormai, non è consigliabile uscire, oggi abbiamo fatto una gran pedalata, e io sono stanco»
«Va bene…» concordano tutti.
Mentre ognuno sistema la roba nell’armadio e nei comodini, io mi ficco il pigiama e mi infilo sotto le coperte, girato con Jolteon sotto il mio braccio e Riolu su di me. In poco meno di cinque minuti spengono la luce e, finita la partita, anche la TV (ah, il Mogania poi ha vinto, grazie a Kuro!). La nostra prima notte nel mondo dei Pokémon… ripenso alla giornata passata, da quando ci siamo svegliati a quando abbiamo salutato i genitori, da quando abbiamo attraversato il portale ad adesso. Ed è solo il primo di una lunga serie di giornate da passare qui. Alla fine di questo pensiero, mi parte un’emissione non proprio gradevole dal fondoschiena. Jacopo attacca a ridere come un pazzo, ma cugina, invece, è sempre seria:
«Vedi di non farci morire asfissiati»
«D’accordo. Almeno spero…!»
Alla fine ci addormentiamo felici. Jolteon e Riolu dormono già, do loro un bacetto e chiudo gli occhi. Domani, non ho proprio voglia di perdermi questa festa d’estate. Voglio ballare.
FINE
   
 
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