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Autore: PaleMagnolia    06/03/2009    2 recensioni
Una tragedia storica di proporzioni epiche, un uomo esile e scialbo, una bambina dagli occhi pallidi: due vite cambiate per sempre da un fatale istante - brusca virata e schianto, giubbotti bianchi sotto il cielo nero, freddo.
Una piccola, perfetta bellezza dodicenne, col viso serio di una bambola di porcellana; un uomo pallido e schivo.
Quando l'amore è a prima vista, a ultima vista, a eterna vista.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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After my picture fades and darkness has
turned to gray
watching through windows
you're wondering if I'm OK
secrets stolen from deep inside
the drum beats out of time

If you're lost you can look
and you will find me
time after time
if you fall I will catch you
I'll be waiting
time after time
Cyndi Lauper


Capitolo rapido - fin troppo, lo so, ma non volevo soffermarmi troppo. Fate finta che io l'abbia fatto per non annoiarvi con le descrizioni, e non perchè voglia passare alla fase successiva della storia - cosa che, in effetti, risponde al vero.


Pochi minuti dopo, i cinque uomini e la bambina aggrappati alla chiglia della scialuppa rovesciata, esausti, paralizzati dal f

Pochi minuti dopo, i cinque uomini e la bambina aggrappati alla chiglia della scialuppa rovesciata, esausti, paralizzati dal freddo e dall’orrore, vennero raggiunti dalla scialuppa numero 14: il quinto ufficiale, il giovanissimo, slavato Harold Lowe, coi brufoli e la faccia da ragazzo (e coraggioso e determinato come pochi uomini), li prese a bordo.

Ci volle più di un’ora a trasferire i passeggeri della scialuppa su altre lance, e l’operazione, svolta di notte, fra le instabili, fragili barche a remi, nel bel mezzo dell’Atlantico, richiese un notevole sforzo – sia effettivo, che di volontà.

Con un grido di sorpresa, Howe riconobbe l’uomo che aveva aiutato Irwing ad arrampicarsi sulla scialuppa – l’ufficiale Charles Lightoller, come Irwing avrebbe scoperto – il cui accento non era irlandese, come aveva immaginato, bensì del Lancashire.

(I due non si sarebbero mai più rivisti, dopo quella notte; anche se Irwing avrebbe di nuovo sentito parlare di lui, molti anni dopo - quando, con un senso di agnizione che gli fece venire uno stupido nodo alla gola, riconobbe il suo nome fra quelli degli uomini che, durante la guerra, con le loro barche avevano aiutato gli Alleati a fuggire da Dunkirk. “Ann, tesoro, vieni qui”, avrebbe detto, porgendole il giornale. “Guarda un po’ chi ha ripreso il mare. Ti ricordi di quest’uomo?”.

Annie, con una rapida occhiata obliqua alla pagina e un vago sorriso

“Certo che mi ricordo del signor Lightoller. Sapevo che l’avrebbe fatto”, avrebbe detto; una delle sue tante bizzarre, enigmatiche asserzioni).

 

Irwing continuò a sonnecchiare, ma senza l’angoscia terribile della notte passata; mentre una luce grigiastra si diffondeva lentamente sul pelo dell’acqua, Irwing assistette all’arrivo della scialuppa, che si avvicinò con grande sciabordio di remi, rompendo quell’atroce silenzio.

In silenzio si svolse anche il trasferimento dei passeggeri che, troppo stanchi, sconvolti e intorpiditi per parlare – uno di loro sarebbe morto un’ora dopo -, si lasciavano strattonare passivamente da Lowe e dagli altri. Tre quarti d’ora dopo, furono raggiunti dal Carpathia.

 

Seduto al sole su una panca, sul ponte del Carpathia, Irwing reggeva Annie fra le braccia, coperti entrambi dallo stesso plaid di lana ruvida.

La bambina dormiva placidamente, la testa appoggiata contro la sua spalla: Irwing la fissava con un miscuglio di sentimenti, in cui si fondevano tenerezza, confusione, tristezza.

Pensò vagamente che Annie fosse bella: non alla maniera in cui di solito lo sono le bambine, ma in un suo modo solenne, come una Madonna fiamminga. Non aveva i capelli soffici che spesso si hanno a quell’età, bensì dritti e pesanti, che le cadevano intorno al viso – pallido ed eccessivamente spigoloso – come una tenda. Le lunghe ciglia nere gettavano un’ombra scura sotto i suoi occhi chiusi. Sovrappensiero, Irwing le accarezzò i capelli, ma s’interrupe subito: la bambina non era sua, si rimproverò. E lui aveva il dovere di restituirla alla sua famiglia.

Quando un ufficiale gliela tolse gentilmente dalle braccia per portarla al caldo, con gli altri bambini, Irwing lo lasciò fare – e si distese sulla panca a riposare.

Senza rendersene conto, doveva essersi addormentato – perchè a un tratto si svegliò bruscamente, con la sensazione che una mano fresca gli passasse sul viso.

Aprendo gli occhi, si trovò davanti Annie, che, l’espressione seria ma tranquilla, gli teneva una mano sulla fronte. Irwing si rese vagamente conto che la febbre gli era tornata – aveva la bocca riarsa, una sete terribile, gli occhi gli dolevano.

D’un tratto, senza preavviso, fu colto da un’ondata di nausea terribile: si girò rapidamente e vomitò un po’ di liquido acido e biancastro sul ponte. Tossì, si pulì la bocca col dorso della mano.

Annie si era ritratta con un sobbalzo e un piccolo singhiozzo di sorpresa.

“Stai male”, disse piano, dandogli del tu.

Senza una vera ragione, Irwing ne fu sorpreso: non sapeva per quale motivo, ma aveva la netta impressione che quella bambina avesse difficoltà a comportarsi con spontaneità, o naturalezza... Un po’ come l'aveva sempre trovato difficile lui, se ci pensava bene.

“Non è niente”, borbottò, imbarazzato.

Annie, con un’espressione intensa, che rese per un attimo adulto il suo viso infantile, gli mise una mano sul braccio. Lo strinse appena, con familiarità: un gesto intimo e strano, per una bambina.

“Ti vado a prendere un po’ di tè”, disse, a voce bassa e chiara. “William, caro.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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