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Autore: Mumei    19/12/2015    0 recensioni
Storia di un ordinaria vita di una teenager che punta a diventare straordinaria. Amore amicizia lacrime dolore angoscia illuminati da qualche raggio di felicità e piccole gioie quotidiane. La ragazza trova una nuova se stessa plasmata dalle persone che incontrerà nell'arco della storia, che inizia col ritrovamento della fede che la porta a fare alcune conoscenze che le porteranno inizialmente gioia, ma che la faranno poi sprofondare in un abisso.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quell'anno scolastico fu un vero e proprio inferno. Ero passata piuttosto bene dall'esame di terza media eppure in materie in cui di solito riuscivo ad arrivare ad un 8 durante quell'anno a stento raggiungevo il 5. Ero molto frustrata, e poi avevo troppi impegni;scuola, catechismo, teatro. Quest'ultimo avevo deciso di intraprenderlo grazie alla mia sorellina. Era il teatro annesso alla chiesa ma partecipava anche chi non ne faceva parte e infatti mia sorella vi aveva preso parte l' anno prima quando ancora non frequentava la parrocchia, e dopo essere andata allo spettacolo mi è venuta voglia di partecipare anche a me. Il primo incontro a cui partecipai ero un po' nervosa, mia sorella ancora non era arrivata e io non conoscevo praticamente nessuno. Timidamente poggiai la mia borsa su una sedia e mi avvicinai ad un gruppo di persone dove ci intravidi un ragazzo che veniva a scuola con me l' anno prima, feci un respiro di sollievo, almeno qualcuno con cui parlare ce lo avrei avuto. Mentre mi avvicinava al gruppetto delle ragazze che ne facevano parte si voltarono verso di me"sei la sorella della Niki?"sorrisi"emh...si" una ragazza alta e mora mi si avvicinò indicando la mia collana"oh mai hai la collana di hunger games!!io lo adoro!Niki lo aveva detta che ti piaceva!"ad un tratto una ragazza secca bionda e con gli occhi verdi mi si avvicinò impetuosamente e mi indicò dall'alto in basso con espressione seria stile sergente militare"tua sorella ha detto che ti piace Harry Potter, è vero??!!"aveva degli occhi stranissimi, aveva le pupille così dilatate che il verde dell' iride faceva solo da piccola cornice, li trovai molto forti"ehm...si"un sorrisetto prese il posto dell' espressione seria precendente"si fantastico!!"mi stette subito simpatica, anche se la trovavo piuttosto strana. A distanza di pochi mesi quella curiosa ragazza dagli occhi pazzeschi sarebbe diventata una delle mie migliori amiche. Lei non è stata la sola importante conoscenza che ho fatto a teatro, dopo qualche incontro infatti, ci fu una cena proprio lì, e mi avvicinai parlando con un' amica al pianoforte, dove c'era un ragazzo che schiaccava i tasti annoiato, ma con una precisione inaspettata. Non ricordo esattamente come sia andata, ma iniziammo a chiaccherare e a ridere come dei matti, tanto che non mi accorsi che la mia amica se ne era andata già da un pezzo quando dopo più di mezz'ora passata a dialogare con il "ragazzo del pianoforte", gli poggiai una mano sulla spalla e chiesi"ok, ora che abbiamo parlato per mezz'ora te lo posso chiedere: ma tu come ti chiami??!!"il ragazzo scoppio a ridere girandosi di lato barra all'indietro per coprirsi,(è un gesto che poi ho scoperto facesse di frequente),poi mi guardò ancora in mezzo alle risate e disse"Michal"risi anche io"ok,io Cassandra". Era questa la mia vita a quel tempo:scuola impossibile, catechismo, teatro. Questi ultimi due erano la mia via di fuga dalla scuola e dai problemi, spesso legati alla scuola, e spesso a mio padre alcolista che aveva denunciato mia madre per sequestro di minori, cosa assolutamente falsa, fortuna che mamma si era risposata e aveva avuto un altra figlia, almeno poteva essere felice, ma questa è un altra storia. Un evento che mi ha segnata particolarmente si è verificato a novembre: il ritiro di catechismo. Ero così emozionata all'idea!!Il viaggio di andata lo avevo fatto insieme alla ragazza con gli occhi verdi di teatro, cui nome si è rivelato essere Caroline,e altre tipe fortissime che mi aveva presentato proprio lei, erano tutte e due more con gli occhi castani, entrambe molto belle e molto spiritose, una era più piccola di me di un anno, l'altra più grande di 2. Si chiamavano Mckey e Allison. Arrivate al luogo del ritiro abbiamo scaricato i bagagli, e chiaccherammo insieme per un po', poi dovetti salutare (almeno fino a sera) Caroline e Allison, poiché loro facevano parte del dopocresima mentre io e Mckey eravamo nel corso precedente, e dovevamo fare attività diverse dalle loro. Gli animatori ci condussero in una stanza sotterranea abbastanza grande e scendendo riinconcrocia uno sguardo, lo sguardo del ragazzino con la voce roca da vecchio, Hayden. "Ehi"sorrise"ehi ciao"indicai col capo la sedia vuota accanto a lui"posso?"il ragazzino sorrise quasi stupito della mia richiesta"ma certo!" ci diedero un libretto con delle domande da compilare, ma io non ci badai molto"ti piace Harry Potter?"dissi notando il simbolo dei doni della morte che Hayden sacarabocchiava sul suo libretto"ah si anche a te??!!"mi guardò con occhi sgranati e un sorriso quasi speranzoso, e così ebbi modo di guardarlo meglio, prima non ne avevo avuto l' occasione. Aveva degli occhi giganteschi castano chiaro, le labbra piccole e rosa un po' gonfie,e capelli biondo scuro. Nel complesso, sia per l'altezza, quegli occhi giganteschi e il sorrisino furbetto sembrava proprio un bambino cresciuto, carino certo, ma per sempre un bambino. Ci divisero in gruppi e teoricamente capirammo separati, ma lui si infilò nel mio gruppo di nascosto per stare con me, e questo mi fece molto piacere, nessuno aveva mai fatto niente del genere per me, di solito non piacevo come persona, quello era il primo anno che interessavo a così tante persone (per erano tante) e mi sentivo così bene! Nell'arco della giornata ebbi modo di scoprire che Hayden era un po' un bambino anche dentro, ma un bambino un po' al limite del ragazzino che vuole fare il grande, ma mi stette subito simpatico, e mi fece quasi tenerezza quando abbassando la testa con un filo di voce mi chiese"ma a cena ci sediamo accanto?" accetai subito, ma gli animatori avevano un programma diverso e ci divisero in gruppi, ma ci saremmo rivisti il giorno dopo, e fu proprio il giorno dopo a essere quello che rese così speciale quel ritiro. Infatti fin ora quel ragazzino dalla voce da vecchio mi era sembrato solo un tipetto forte, ma quel giorno scoprii in lui una profondità che non mi aspettavo, legata ad una sua esperienza personale, che mi spezzo il cuore. E tale esperienza si rivelò quando ci chiesero di pensare a quando non avevamo dato amore, a quando non ci eravamo impegnati abbastanza ad amare, e lui mi chiese se il mio pensiero era profondo. Il mio pensiero era riferito alla mia prima cotta in assoluto, morta di cancro prima che potessi dirgli ciò che provavo. Quindi gli risposi un un si automatico"e il tuo?"sospirò abbassando lo sguardo"si.....se me lo chiedono mi metto a piangere..."lo sentii tremare, e a quel punto feci una cosa che non mi sarei mai sognata di fare, che non avevo mai fatto prima, soprattutto considerando che una ventina di persone e più poteva vedermi, appoggia delicatamente la mia mano sulla sua e lui me la strinse con dolcezza di rimando"oh, Hayden..."e lo guardai in viso con un espressione di vera tristezza, lui si sottrasse al mio sguardo ostinandosi a guardare il pavimento, ma non mi mollo la mano, la strinse di più. Poco dopo Hayden mi spiegò che suo padre era scappato di casa quando lui era appena un bambino, abbandonando lui e sua madre, e che il suo più grande rimorso era non essere riuscito a fermarlo. Non provai nemmeno a spiegarli che non era colpa sua, perché ero certa lo sapesse, e che non voleva sentirselo ripetere per l' ennesima volta, e io lo capivo, mio padre era un alcolizzato pazzo in fin dei conti. Io e lui condividemmo le nostre storie fra noi, il tribunale con cui dovevo avere a che fare a causa di mio padre, e il dolore che doveva sopportare lui per l' assenza del suo. Durante l' arco della giornata mi riprese per mano più volte senza motivo, la prima volta lo respinsi imbarazzata perché c'era gente che ci guardava, ma mi feci perdonare afferandogliela durante il pranzo, dove nessuno poteva vedere le nostre mani unite sotto la tovaglia. Fu li che capii, capii che in quel ragazzo c'era qualcosa di speciale, qualcosa che mi univa a lui, ma ancora non avevo capito cosa.
   
 
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