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Autore: DigiPokeLover    19/12/2015    1 recensioni
Per Mirkho, 17 anni, un ragazzo italiano, è un giorno come gli altri. Ma quel giorno, la sua vita cambiò in un modo che non avrebbe mai potuto immaginare. Un nuovo mondo... nuovi amici. Amici molto speciali. Un sogno divenuto realtà. Un'avventura da iniziare... un mondo da conquistare. Col sostegno dei suoi amici... ce la può fare!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arceus, Ash, Celebi, Prof Oak, Team Rocket
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Furry | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon The Challengers'
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Lady Gaga alla festa d’estate di Fiorpescopoli
 
Stagione 1 Episodio 4


28 giugno 2011. La mattina mi sveglio coi raggi del sole che entrano dalla finestra. Jacopo è già in piedi coll’iPad in mano. Mi stiracchio, poi davanti a me guardo Jolteon, con gli occhi sfasati.
«J-Jolteon…»
Il mio Pokémon mi guarda e mi sorride.
«Jaaaal!»
«È… è stato un sogno stanotte o è stato reale? Non so, era così realistico…»
Jolteon mi lecca una mano. Poi sento qualcuno venirmi sui fianchi: è Riolu, che arriva a strofinare il suo musetto sulle mie guance. Le do un bacetto, poi prendo il mio cellulare e lo accendo.
«Raga, siete svegli?»
Sento le voci di Jaco, Giulia, Ylenia e Davide che dicono di sì.
«Amore, dammi la manina…»
Dall’alto vedo penzolare la mano della mia ragazza, che afferro dando un bacetto. Mi alzo dal letto e vado a spalancare la finestra, dicendo che fa un caldo allucinante. Mi cambio mettendo gli stessi vestiti di ieri, finché non si sporcano in maniera evidente, li tengo per buoni. Mentre anche coloro che stavano ancora dormendo fanno notare la loro presenza, sentiamo bussare alla porta. Apro e mi trovo davanti l’infermiera Joy:
«Salve, ragazzi, avete passato una buona nottata?»
«Massì, non c’è male. I letti sono comodi, si sta bene» rispondo.
«Sono contenta. Tra dieci minuti, se volete, prepariamo la colazione, giù al piano terra»
«Ok, ci siamo»
«Va bene, vi aspetto»
L’infermiera Joy se ne va. Faccio rientrare un attimo Riolu e Jolteon nelle Pokéball.
«Ragazzi, vado un attimino sotto, devo sbrigare una cosa. Torno subito»
Scendo e afferro subito la postazione del videofono; chiamo Corrado:
«Ciao, Mirkho, dimmi, hai bisogno di qualcosa?»
«C-certo che ho bisogno! Si tratta di Jolteon!»
«Che è successo? Qualcosa non va?»
«Senti, Corrado… stanotte è successa una roba pazzesca… all’inizio credevo avessi sognato, ma quando ho trovato i peli di Jolteon sul mio comodino e nel bagno, ho capito che è stato tutto vero… Jolteon stanotte ha… ha…»
«Che ha fatto? Mamma mia, Mirkho, sembri sconvolto»
Mi guardo velocemente in giro.
«Stanotte è diventato umanoide e ci siamo “divertiti”, se vogliamo dirlo così, in bagno!!» sussurro col cuore a mille.
«Cosa? Non ci posso credere… davvero???»
«Davvero davvero!!! All’inizio non riuscivo a focalizzare le cose, ma come ti ho detto, quando ho trovato dei peli e delle tracce che adesso non sto ad esplicitare, ho capito tutto! Stanotte ero rimbambito marcio, non ero in me stesso, per questo ho fatto fatica a ricordarmi tutto! Te lo giuro, mi ero svegliato in una sorta di stato confusionale»
«Caspita, Mirkho, quello che mi stai raccontando sembra un mix tra la trama di un film dell’orrore e un porno… stai bene?»
«Sì, sto bene… la prossima volta ti mando delle foto, ok?»
«Non è a me che le devi mandare, ma al professor Oak, ho sentito che sta iniziando una ricerca su quest’argomento»
«E va bene, appena avrò l’onore di trovarmelo di fronte ci penserò. Intanto ti saluto, ciao Corrado»
«Ciao, buona giornata, e stai tranquillo»
«Altrettanto»
Riaggancio e torno su di sopra dagli altri.
«Si può sapere cos’era di tanto urgente?»
«Niente, Giulia, non ti preoccupare. Piuttosto… mi sono portato dietro tutta la discografia di Lady Gaga, volete favorire?»
«No, ti prego, tutto tranne Lady Gaga, per favore, con tutte le canzoni che ci sono…»
«Cuginetta cara, scherzavo… volevo farti imbestialire. Comunque sia, raga, Lady Gaga regna!»
«Ma se è più truccata Lady Gaga dei trucchi stessi … io gradisco roba originale. Mettiamo su quelle bulgare che mi ha dato l’Aksenia?»
«Mi piacerebbe tanto, Giulietta, ma dobbiamo andare sotto a fare colazione»
«Ah, già… andiamo allora»
Al piano terra alcuni bevono del caffè, altri del cappuccino (con latte di Miltank, per essere precisi), io mi bevo due tazze di succo di baccarance, non so farne a meno.
«Scusi, infermiera Joy, a che ora inizia la festa?»
«Alle sei»
Finita la colazione, mentre gli altri tornano di sopra, io, Giulia e Renamon usciamo fuori a fumare. Fuori c’è un sole pazzesco, meno male che avevo in tasca gli occhiali da sole.
«Che si fa oggi, ragazzi?»
«Non so, Rena… la festa comincia alle sei, come hai sentito… mah, un modo per arrivare alle sei lo troveremo!»
«Io vado sopra a prendere il telefono… sento con la Silvia se ha trovato un giorno, ok?»
«Oh brava. Io penso di farmi un giro qua fuori città, giusto per arrivare all’ora di pranzo»
«Vorrei venire con te, Mirkho, ma non mi sento proprio al 100%…»
«Non stai bene?»
«Eh mi sento un po’ spossata»
«Sarà il caldo… dai, vai su a riposarti»
Ci abbracciamo, ci baciamo, dopodiché Renamon torna in stanza. Poi ci va Giulia, intenzionata a fare quanto menzionato. Avverto il resto del gruppo, afferro le mie Pokéball, prendo la bici e parto. Esco dalla città dalla stessa strada colla quale ve ne eravamo entrati. Accanto a me, sia a destra sia a sinistra, un’alternanza di alberi e grandi prati. Alla mia destra, in lontananza, si vedeva il mare. Ogni tanto tiro ad annusare l’aria, si sente parecchio che non è l’aria inquinata tipica ormai del nostro mondo. Dopo qualche minuto, i miei pensieri vengono interrotti da un lamento parecchio potente. Pianto una di quelle inchiodate colla bici tali da derapare. Dopo averlo sentito nuovamente, accerto che viene da dietro un grosso cespuglio. Appoggio la bici per terra e mi metto a correre come un matto. Quando giro dietro il cespuglio, non credo ai miei occhi: steso a terra, con una zampa infilata in una trappola, c’è Suicune!!! Per un attimo, mi metto le mani nei capelli.
«Oh mamma mia, Suicune… che ti è successo?!»
Lo accarezzo sul collo per calmarlo.
«Ehi, stai calmo… ti aiuterò io»
Lui mi guarda cogli occhi pieni di lacrime. Provo a levare via la trappola, ma è molto dura.
«Saranno stati quei rotti in culo dei bracconieri, sicuro. Chi altri, se non loro…»
Provo un’altra volta a tirare via a mano la trappola, senza successo.
«Idea! Un attimo!»
Prendo la sfera di Riolu e la faccio uscire.
«Riolu, presto, usa Codacciaio su questa trappola, dobbiamo liberare Suicune!»
Detto fatto, Riolu fa roteare la coda e colpisce il sostegno della trappola, che si spezza in due.
«Bravissima Riolu. Ora, Suicune, potrebbe farti un po’ male, ce la fai a resistere un po’?»
Pian piano estraggo la zampa del Pokémon Leggendario, poi, con altri due Codacciaio, Riolu distrugge definitivamente il macchinario. Suicune giustamente caccia un paio di forti urli, ma sotto le mie carezze si calma subito. Ora la sua zampa blu è tutta irrorata di sangue; non ci penso due volte, la pulisco tutta e poi ci spruzzo sopra la Pozione. Come col Sentret, si cicatrizza subito.
«Stai meglio, ora?»
Dopo un paio di minuti, Suicune si rialza. Mi alzo anch’io, ma ci rimango per poco, perché mi salta addosso contento.
«Sono lieto di averti aiutato»
Mi metto seduto, e Suicune si struscia leccandomi la faccia. Io lo abbraccio.
«Sai, Suicune… io vengo dal mondo reale»
Suicune mi guarda e mi sorride, poi si siede accanto a me.
«Sono venuto qui… perché amo molto i Pokémon, e vorrei diventare un allenatore. È stato il grande sogno di tutta la mia vita, e ora che me lo sono visto realizzare, sono davvero molto felice. Sono stati Dialga e Palkia, con un portale dimensionale, a portarmi qui. Prima sono venuto io, poi mi hanno seguito dei miei amici d’infanzia. Tu, Suicune, sei uno dei miei preferiti, e non mi vergogno a dirtelo. Ho appena iniziato il mio viaggio, siamo arrivati giusto ieri, ma sono fiducioso. Tu, ieri, quando ci sei passati davanti all’improvviso, mi hai fatto prendere un gran bell’infarto, sai? Ma non è quello che importa. Vederti già al nostro primo giorno qui mi ha reso molto felice. Sono sicuro che quest’avventura m’insegnerà molte cose sulla vita; circondarmi di nuovi amici e preziosi alleati non posso far altro che sentirmi tranquillo e protetto»
Suicune appoggia la testa sulle mie gambe, e si lascia coccolare. Vorrei sdraiarmi, ma mi suona il cellulare. Suicune mi osserva portarmi il telefono all’orecchio.
«Dimmi… oddio, di già? Arrivo, allora… sono poco fuori Fiorpescopoli, due minuti e sono lì»
Mi rimetto il telefono nella tasca.
«Era mia cugina. Amico, è ora di pranzo, e c’ho una fame boia. Devo rientrare in città. Grazie mille per essere stato con me, e lasciami dire ancora una volta che sono felice di avere risolto il tuo problema. Spero di rivederti presto, ciao»
Lui mi porge una zampa, gliela accarezzo e poi se ne va velocemente. Io raggiungo la mia bici e torno indietro al Centro Pokémon, davanti al quale trovo mia cugina.
«Dai, 10 minuti e mangiamo, mi ha appena avvertita l’infermiera Joy»
«Gli altri sono qui?»
«Sì, mancavi solo tu»
«Ok, aspettiamo la pappa allora. Piuttosto, la Silvia ti ha detto un giorno per la cena di classe?»
«Sì, ha proposto il 21 luglio»
«Il 21? Sarei disponibile, ma perché così tardi?»
«Non mi rompere ancora con ‘sto benedetto Pokémon Day a Mirabilandia…»
«No no, c’entra un cazzo il Pokémon Day… ormai quello è andato, non ci sono potuto andare»
«Perché?»
«Lo sai che sono stato rimandato… quel giorno avevo il primo dei tre giorni del corso di recupero»
«Ah… ma non avevi deciso di farla finita con la scuola?»
«Ci ho ripensato, la lettera non l’ho mai inviata, mi mancano due anni, non credo che abbia molto senso interrompere tutto dopo aver fatto anni e anni di scuola dalle elementari fin adesso, quando mi mancano 2 annetti… porterò pazienza e continuo. Ma finita la 5a superiore, mi trasferisco perennemente qua, è chiaro»
«Veramente?»
«Veramente. E ne ho più di un motivo. Non che odio Rimini, per l’amor di Dio, tutto il contrario»
«Per quanto riguarda me, non credo proprio che mia madre mi lasci andare a vivere da sola, per di più in un altro mondo, ogni giorno mi sta dietro al culo dicendomi che non sarei in grado di fare un tubo… e in che città vorresti andare a vivere?»
«Mi piacerebbe Arenipoli, nella regione di Sinnoh. Sono stato in quella città nel mio primo giorno in questo mondo, quando ancora non capivo che mi stava succedendo… in meno di mezza giornata mi sono ritrovato dal telegiornale su Rai 3 delle 2 e 20 alla battaglia in palestra di Ash… ah, che giornata!»
«Ah wow, interessante… comunque, tornando alla cena, mi ha detto anche che ci sono l’altro Mirco, le due Arianne e Alby, e sta sentendo per Marco e Michela. Non mia sorella eh… la tua ex compagna di classe»
«Giulia, c’ho 17 anni, cretino ancora non sono! Ci arrivo anch’io che non è tua sorella, apparte che non mi sognerei mai di invitarla ad una cena»
«E fai bene… dai, andiamo a mangiare»
Salgo in camera per verificare lo stato di salute della mia dolce metà:
«Tesoro, stai meglio?»
«Un pochino… dai, è accettabile»
«Hai voglia di mangiare qualcosa?»
«Sì, un po’ di fame ce l’avrei. Guarda… hai un rasoio? C’ho un caldo… vorrei rasarmi tutto ‘sto bosco sul petto, così magari mi sento più leggera»
«Certo. Ecco qui»
«Grazie. Ne approfitto anche per lisciarmi un po’ la pelliccia, almeno sul piano estetico sono a posto»
Le porgo il mio rasoio elettrico a 3 testine più lametta, ci baciamo e poi lei si chiude in bagno.
«Amore, l’infermiera Joy ha chiamato»
«Scendi pure, non c’è problema, sono a buon punto. Vi raggiungo dopo, cinque minuti»
Vabbè… scendo e mi siedo al tavolo coi miei amici.
«Dov’è Renamon?» chiede Ylenia.
«Si sta radendo la peluria sul petto, e forse è meglio, sennò crepa dal caldo, adesso arriva»
Mentre i camerieri portano degli squisiti piatti di pastasciutta in tavola, Renamon arriva e si siede.
«Wow, stai molto bene così!»
«Grazie» mi fa lei.
«Buon appetito, amici»
«Grazie, Lucy, altrettanto» rispondiamo tutti.
Dopo cinque minuti Yle, vedendo Jacopo sempre a testa china, gli fa:
«Jaco, stai bene? Oilà!»
Un paio di secondi dopo lui alza un pugno in aria e fa “gol!!”, e la sorella capisce tutto:
«Spegni ‘sto cazzo di affare a tavola!!»
Ecco, stava giocando coll’iPad!
«E basta… sei mica mia madre» le risponde lui.
Ylenia si alza e glielo tira via.
«No, Yle… dovevo battere un rigore!»
«Te l’ho messo in pausa, continui dopo» e se lo ficca nella borsetta.
Mangiamo e ogni tanto parliamo di qualcosa. Giulia annuncia agli altri quello che aveva detto a me sulla cena di classe, e sono tutti d’accordo: la cena sarà il 21 luglio alle ore 20:30 al “The Barge”, un pub mica male vicino al porto, sul lungomare Tintori. Mangiamo lautamente, alla fine ammetto che non mi sono mai sentito così bene… mangiare qui non è come mangiare nel nostro mondo, qui fa tutto un altro effetto, davvero. Per digerire, esco e mi siedo su una panchina antistante la piazza, ovviamente dopo essermi preso il computer portatile. Lo avvio con l’intenzione di mettermi a scrivere qualcosa con Word.
«Ma quel sistema operativo… tu vieni dal mondo reale?»
Mi volto di scatto, e guarda un po’ chi mi trovo davanti…
«M-Ma tu sei… Kuro?»
«Sì, sono io. Mi conosci?»
Sì, è proprio lui, Kuro Umbreon! Incredibile…
«Ho visto la partita ieri, in TV… caspita che doppietta che hai fatto! Congratulazioni!»
Lui mi sorride e mi fa:
«Grazie, sei gentile, eh eh…»
«Comunque, vengo dal mondo reale»
«L’ho intuito. Ti rivelo un segreto… quel sistema operativo lo usa il prof. Oak nel suo laboratorio a Kanto»
«Cosa?? Sul serio?»
«Te lo giuro, l’ho visto coi miei occhi»
Perfetto, mi mancava soltanto sapere che il prof. Oak usa Windows 7.
«Wow… e come l’ha avuto?»
«Non ne ho idea… ha solo detto che è il migliore per gestire le sue ricerche»
«Bene, sono felice che qualcuno di questo mondo lo conosce»
«Da quanto tempo sei qui, nel nostro mondo?»
«Stabilmente da ieri. Abbiamo appena iniziato il nostro viaggio»
«“Abbiamo”? Non sei solo?»
«No, c’è anche mia cugina, la mia ragazza e dei miei amici d’infanzia»
«Buona fortuna, allora»
Si siede accanto a me e mi mette una mano sulla spalla.
«Il mio nome è Mirkho. È un piacere conoscerti, Kuro»
«Il piacere è tutto mio, Mirkho»
«Dimmi, Kuro… da quando hai assunto la forma umana?»
«Sono diversi anni ormai… uno dei motivi per cui l’ho assunta è perché volevo imparare a giocare a calcio, è uno sport che mi appassiona molto, era il mio desiderio»
«E ci sei riuscito alla grande, visto come giochi»
«Ehi, adesso esageri, eh eh»
Tiro fuori un foglio di carta e glielo porgo:
«Mi fai un autografo, Kuro? Ti prego»
«Molto volentieri. Ecco qua»
Ci facciamo anche una foto insieme.
«Vai a Violapoli, poi?»
«Certo, lì sfiderò la prima palestra»
«Ancora una volta buona fortuna, a te e ai tuoi amici»
«Grazie mille. E tu? Contro chi giocate la prossima?»
«Siamo in casa coll’Azalina, seconda in classifica. Facciamo il turno infrasettimanale giovedì»
«Spero che vinciate. Guarderò la partita facendo il tifo per voi»
«Mi metti in imbarazzo, Mirkho… siamo solo una formazione di centro classifica, non abbiamo ambizioni internazionali»
«Non c’entra. Ora sono un tuo fan e amico e quindi tiferò per voi»
«Ancora grazie. Ora devo andare, ho un appuntamento con la società. Spero di rincontrarti un giorno di questi»
«Anch’io. Ti saluto, ciao Kuro, stammi bene»
«Ciao, Mirkho, anche tu»
Kuro se ne va, e io rientro al Centro Pokémon.
«Yle… che facciamo ora?»
«L’idea mia e di tua cugina sarebbe quella di girare un po’ per i negozi, per passare il tempo»
«Figuriamoci… non mi sarei aspettato altro da voi due»
«Eddai, magari trovi qualcosa di interessante anche te»
«Magari… vado sopra a prendere il telefono e arrivo»
Entrando nella mia stanza, sento una voce elettronica:
“Vulpix, Pokémon Volpe. Quando viene attaccato da Pokémon più grossi, si finge ferito per ingannare l’aggressore e fuggire”. Trovo la mia ragazza, infatti, che stava controllando sul Pokédex ulteriori dati del suo Vulpix.
«Tesoro, sei interessata ad un giro per negozi?»
«Che ore sono?»
«Ormai sono le due passate»
«Sì, arrivo»
Ripone il Pokédex in tasca dei pantaloni e fa rientrare Vulpix nella Pokéball.
«Come tutte le donne…» commento.
Renamon mi dà un bacio sulla guancia e poi, mano nella mano, scendiamo. Usciamo tutti insieme dal Centro Pokémon, uno accanto all’altro. Facciamo molte foto alla piazza e ai palazzi, alcuni antichi. In fondo alla piazza notiamo ormai tutti i tendoni e il palco completamente montati. Come nel nostro mondo, anche qui ci sono i ristoranti che sistemano le panche e le tende per cenare lì.
Giriamo negozi su negozi. Le donne del gruppo cominciano a comprare vestiti, scarpe, Renamon si prende pure una borsa nuova e un portafogli. Io mi compro solo un cappellino, odio comprare vestiario. Io, Jacopo e Davide ci fermiamo in un negozio di articoli sportivi. Io mi compro una maglia del Mogania Calcio proprio di Kuro, rimasta lì dalla partita di ieri. Davide, invece, compra un casino di roba: due palloni da calcio (che dice di voler dare al fratellino Ricky), delle scarpe da calcio, due o tre cappellini, ed è meglio se finisco qui l’elenco perché sennò finisco stanotte.
«Davi, ma quanti soldi hai? Ora che ci penso… ieri Misty quanto ti ha pagato?»
«Eh, un bel po’… 650 Poké»
«Eh??? 650 Poké?! Ma chi è quella, Bill Gates travestito?»
«In effetti mi ha pagato un casino… bè, dopotutto l’hai detto tu che i capipalestra pagano non poco»
«Ma quella non è più capopalestra da anni ormai, ammesso che le cose siano andate come nell'anime»
«Ah, non dirlo a me»
«Comunque sia, non fare lo spendaccione come mia cugina, tieni i soldi anche per le cure dei Pokémon! Ci sono anche gli antidoti per l’avvelenamento, gli antiparalisi, gli antiscottature e simili, devi pensare anche a quelli»
«Hai ragione, lo so. Tanto adesso ho finito, quando passeremo al Pokémon Market li comprerò»
Continuiamo il giro andando a dare una sbirciatina dietro al palco. Noto delle persone con dei mixer e mi avvicino:
«Salve, che musica darete stasera?»
«Eh… siamo indecisi… se hai tu qualcosa in più lo possiamo mettere, ti va?»
«Certo, molto volentieri»
Mi giro e vedo gli altri intenti ad osservare altro. Ne approfitto per tirare fuori dallo zaino due album di Lady Gaga.
«Ecco a voi. Bellissime canzoni di ritmo sostenuto ad alta qualità. Provate a mettere queste per prime»
«Ti ringraziamo. Dove ti possiamo trovare per riportarteli?»
«Qua al Centro Pokémon»
«Va bene. Grazie mille»
Raggiungo il mio gruppo. Voglio vedere la faccia di mia cugina quando sentirà echeggiare per tutto il paese le canzoni di Lady Gaga!
Alle sei e mezza mia cugina e l’Yle hanno i borsoni. La festa sta cominciando, cominciano con uno spettacolo di magia del Casanova locale (con tutto il rispetto per il caro Antonio, a questo i trucchi riescono sempre bene). Aiuto le ragazze a sistemare nello zaino la loro roba, poi scendiamo e ci sediamo a vedere lo spettacolo. Mi diverte il momento in cui fa uscire un Oddish dal cappello! Fa di tutto e di più, anche con l’aiuto di alcuni suoi Pokémon. Dopo mezz’ora, finisce tutto. Mentre la gente pian piano si mette a sedere intorno ai tavoli dei ristoranti, noi rientriamo al Centro Pokémon e, fatta richiesta all’infermiera Joy, ci facciamo sistemare il tavolo sul grosso terrazzo della nostra stanza (è lungo tutto l’edificio, di conseguenza è condiviso anche dalle altre stanze) con vista su tutta la piazza. Dopo poco tempo ci portano le cibarie: pasta in bianco e marmellate di varie bacche.
«Ma di solito danno la minestra qui?» chiede Ylenia.
«Non credo - rispondo io - e meno male. A me girano le balle a mangiar sempre minestra la sera»
«Anche a me» aggiunge Jacopo.
Dopo un paio di minuti, sento lo speaker che parla dal palco:
«Salve, gente, mentre mangiate, saremo felici di allietarvi con della buona musica»
“Eh eh… e che musica!” penso io, facendo una risatina.
Ed ecco: oh-oh-oh-oh-oh oooohh-oh-oh-oh caught in a bad romance… oh-oh-oh-oh-oh oooohh-oh-oh-oh caught in a bad romance… rah-rah rah-ah-ah-ah roma- roma-mah gaga uh la-la-ah want your bad romance…
Guardo subito mia cugina: appena s’accorge della musica guarda il palco inorridita!
«M-Ma come cazzo fanno ad avere ‘sta musica?»
«Semplice: gliel’ho data io ‘sto pomeriggio»
«Oddio, Mirkho… quindi me la devo sorbire per forza?»
«Finché mangiamo sì, poi puoi fare quello che vuoi»
Io e Jacopo ridiamo come pazzi, poi vedo dei ragazzi, alcuni della nostra età più dei bambini, che cominciano a ballare divertiti davanti al palco.
«Guarda, Giulia. Sembra che qua piaccia a tutti»
Finito di mangiare, io, Yle, Jaco e Davide ci mettiamo a ballare, a volte anche con dei ragazzi delle altre stanze. Giulia si è subito chiusa in camera colle sue cuffie, ovviamente. Nei minuti successivi dei camerieri ci portano altro da mangiare casomai ci venisse fame durante la serata. Caspita, sembra di essere in discoteca, e vedere tutti che si divertono mi rende felice al massimo.
Comincia a soffiare un venticello che mi fa rilassare; il sole è ormai tramontato e la notte diviene sempre più imponente. La sfilata delle canzoni di Lady Gaga continua, la piazza è un pullulare di persone danzanti, più qualche bravissimo ballerino di break dance. Poi mi metto a ridere contento quando vedo che anche alcuni Pokémon iniziano a ballare: un Typhlosion che balla col suo allenatore dalla capigliatura un po’ strana (una ciocca di capelli che da un buco del cappellino gli arriva davanti alla faccia) e un Hitmontop che fa il bey-blade come al solito.
«Ragazzi, andiamo di sotto?» propongo.
«A far che?» mi risponde mia cugina da dentro.
«A trinkare un po’… spero che abbiano qualche cocktail qui»
«Va bene, scendiamo in piazza, allora» interviene Lucia battendo le mani.
Tutti insieme scendiamo e, usciti, ci fermiamo al primo bar che incontriamo.
«Scusi, avete dei cocktail alcolici?»
«Certo, ne abbiamo quanti ne vuoi, ditemi pure»
Quando leggo “Vodka sour” non ci vedo più… prendo quella. Solo Davide non beve nulla, giustificandosi che non è un patito dell’alcool, non sa che si perde! E poi qui sono molto più economici: il mio l’ho pagato 2,90 ₱, che in euro sono più o meno 3,60 €, almeno in Italia costano tutti tra i 4 e i 10 euro! Ci sediamo ad un tavolo; vedo la mia ragazza che viene verso di me con un Angelo Azzurro in mano.
«Amore… che dici, scaldiamo la serata?»
Renamon siede in braccio a me.
«Certo!»
Cominciamo a baciarci ripetutamente, non so per quanto, ci fermiamo solamente dopo che le ho chiesto di smetterla perché grazie al contatto colla sua pelliccia stavo crepando dal caldo. Intanto cominciava Marry the night.
«Ah, proprio la canzone giusta per questa sera»
«Già… rispecchia proprio questa fantastica notte»
«Non farmi parlare…»
Mi giro e appoggiata a un palo c’è mia cugina.
«Ma tu cosa vuoi? Cuginetta mia adorata, vai ad ubriacarti coll’Yle, ah ah»
Giulia scuote la testa, mi fa un gesto per dirmi “tu sei fuori” e se ne va. Faccio uscire Riolu e Jolteon, per far loro assaporare un po’ di clima festivo. Passiamo le due ore successive a ballare in mezzo alla piazza. Jacopo fa dei movimenti strani, si sbraccia come se stesse tentando di spiccare il volo, si mette a saltare e a fare dei versi strani.
«Questo è già fuori come un balcone… Riolu, Jolteon, queste sono cose da non fare»
Riolu stava ad osservare il povero Jaco colla testa inclinata. Finisco il mio drink e vado a buttare il bicchiere. Verso mezzanotte io vado su al Centro Pokémon e do un’occhiata alla mia roba controllando che sia tutto a posto, perché la mia intenzione, che ho già spiegato agli altri, sarebbe quella di mettersi in cammino, domattina, subito dopo fatta colazione, per Violapoli intenzionati più che mai a conquistare la prima medaglia (sperando ovviamente di aver smaltito la sbornia per quando ci arriveremo, perché non oso immaginare cosa accadrebbe se sfidassi Valerio con un tasso alcolemico da carcere a vita…). Dopo qualche minuto mi raggiungono tutti gli altri.
«Ah, siete arrivati…»
«Ti abbiamo visto entrare nel Centro Pokémon e abbiamo pensato di raggiungerti, dopotutto siamo anche un po’ stanchini» fa Ylenia.
«Già… io non mi reggo in piedi» commenta la mia ragazza tra due sbadigli.
«D’accordo, andiamo a letto»
Poco dopo sentiamo ancora lo speaker:
«Gente! Siamo arrivati alla conclusione di un’altra fantastica festa di inizio estate! Allora, vi è piaciuta la musica di questa nuova artista chiamata Lady Gaga??»
E tutto il pubblico urla di gioia e applaude.
«Lo sapevo che vi era piaciuta! Grazie mille a tutti voi, siate puntuali l’anno prossimo! Ci si vede gente!!»
E giù ancora un’altra bordata di applausi. Io poi mi ricordo di una cosa:
«Oh mamma! Ragazzi devo tornare là a farmi ridare i dischi… ci metto un attimo, voi andate pure a dormire se ne avete voglia»
Nella fretta quasi inciampo, e mia cugina ne approfitta per un altro dei suoi commenti inopportuni:
«Bevi meno vodka, ubriacone, meno male che non hai ancora la patente»
«Giulia, ma perché perdi sempre l’occasione per tenere la bocca cucita? Non sono sbronzo!»
«Eh no…»
La ignoro e corro fuori dal Centro Pokémon, e quando raggiungo gli addetti, chiedo loro i dischi.
«Certo, eccoteli pure, sei stato un grande, questi CD con la musica un po’ strana sono stati un successone, ti ringraziamo, se la serata è stata bella è merito tuo! Non abbiamo neanche avuto bisogno di mettere la nostra!»
«Si figuri, è stato un piacere. Lady Gaga è une delle migliori artiste di sempre, garantito»
«Ah, non lo mettiamo in dubbio… ballavano pure i Pokémon! Ah ah, ciao e grazie ancora»
Contraccambio, e mi avvio verso il Centro Pokémon.
«M-Ma tu sei Mirkho! Non ci credo, sei tu???»
Ma io ‘sta voce la conosco… ho un presentimento… quando mi giro, rimango a bocca spalancata e cogli occhi fuori dalle orbite…!!
“Non… non è possibile… ma questa è la mia prof di meteorologia!!! Che ci fa qui? Oh santa maremma… oddio” penso, sconvolto e col cuore che batte all’impazzata.
Quella si ferma davanti a me. Sì, è proprio la mia insegnante alle superiori!
«Ciao, Mirkho! Cosa ci fai qui? Giuro che non mi aspettavo di trovarti qui!»
Ah, nemmeno io!
«P-Prof… è proprio lei o è una sua sosia…?!»
«Sono io! Dai, dimmi cosa fai qui nel mondo dei Pokémon»
«B-Bè veramente io… è una lunga storia, io ho sempre desiderato di diventare un allenatore… penso che questo lo abbiano in qualche modo saputo Dialga e Palkia, non so se li conosce, che tramite un portale mi hanno portato qui»
«Apperò… comunque sì, li conosco, anch’io mi sono avvalsa del loro aiuto per venire nel tuo mondo»
«Ecco, e ho provato una gioia incredibile perché finalmente posso realizzare il sogno della mia vita… ma aspetti un momento, perché sono sbronzo e non so se ho capito bene… lei ha detto “per venire nel mio mondo”?»
«Sì, eh… ti confido un segreto, ma che resti fra me e te… io in realtà sono nativa di questo mondo, per essere precisi di Amarantopoli»
In un attimo mi sento impietrito, e mi sento cascare in avanti.
«È… è… incredibile… non…»
«Lo so, è difficile da credere, spero che questo non rovini i rapporti»
«No, no, non si preoccupi… è solo l’alcol che sta facendo effetto… ma perché è venuta da noi?»
«Volevo vedere questo vostro mondo, e per “mascherarmi” ho deciso di fare la prof di meteo, essendo esperta di questa materia. E tu sei uno dei miei migliori alunni»
«Lo credo… con lei mai un’insufficienza»
«Hai dei Pokémon?»
«Sì, guardi»
Faccio uscire Riolu e Jolteon.
«Wow, carini, mica male»
«E lei cos’ha?»
«Adesso non li ho dietro, ma ho un Growlithe, un Beautyfly e un Ditto»
«Pure un Ditto? A me proprio non piace quel Pokémon… Growlithe comunque è tenero»
«Già. Dai, adesso ti lascio andare a dormire»
«Va bene. Poi cosa mi dovrò aspettare? Il preside capopalestra?»
«Ah ah no! Non ancora, eh eh… ciao Mirkho, stammi bene»
«Anche lei, arrivederci»
Per tutto l’anno ho avuto una prof che viene dal mondo dei Pokémon… ma capitano tutte a me???
E dire che ce la avrò almeno per altri due anni… è la prof con cui vado più d’accordo tra tutti quelli che ho, ma non avrei neanche lontanamente immaginato che provenisse dal mondo dei Pokémon… se me lo avessero detto non ci avrei mai creduto.
Rientro al Centro Pokémon barcollando e trovo gli altri che mi chiedono il motivo del ritardo. Non dico nulla al riguardo, da una parte penso che non mi crederebbe nessuno, dall’altra ho paura che mi obblighino a farla loro conoscere. Perciò tiro dritto dicendo che sono rimasto un po’ a parlare.
«Andiamo, è mezzanotte inoltrata e ti metti a parlare col primo che passa per strada?»
«Giulia, hai una via di mezzo? Ti lamenti sempre che non parlo mai con nessuno»
«Ma non a quest’ora»
«E a quale ora?»
«Avevi tutto il giorno»
«E mamma mia, hai sempre qualche argomento da fare polemica!»
«Non polemizzerei se facessi il bravo bambino»
«Ma vaff…» Giulia si mette a ridere.
«Piuttosto, i tuoi Pokémon sono a posto?»
«Loro sono più a posto di me, almeno non hanno bevuto»
«Questo è sicuro. Dai, a nanna»
Tutti in pigiama, la mia dolce metà sale sul letto superiore, le do un bacio, e mi sistemo sotto le coperte. Stavolta i miei Pokémon si invertono: Riolu vicino a me che posa la testa sul mio braccio sinistro, Jolteon appallottolata in fondo al letto. Ma si deve ancora aspettare: l’Yle e Davide si stanno facendo una doccia.
«Jaco, mi fai giocare un attimo a Fruit Ninja?»
«Certo, prendi pure»
Mi da il suo iPad. Batto ancora una volta il record (che era sempre mio), poi una partita a Temple Run, dove però non duro molto, è difficile come gioco.
«Guarda, Riolu»
Apro un programma di disegno.
«Vuoi disegnare qualcosa? Prova»
Contenta, Riolu ci zampetta un po’ coi colori, poi quando le “ripulisco” il foglio, stavolta disegna una specie di cuore (un po’ storto, ma va bene, è un Pokémon, mica Giotto) e mi guarda.
«Grazie cucciola mia. Anch’io ti voglio bene» le sussurro in un orecchio.
Ricomincio a giocare facendo delle gare di auto. Finalmente i due escono dalla doccia.
«Avete aperto la finestra?»
«Sì, sta tranquillo»
«Non voglio ritrovarmi con un’umidità allucinante, che fa già caldo»
«Ho detto che è aperta!»
In poco tempo si cambiano. Intanto, il Vulpix di Renamon mi salta sul letto.
«Ciao, tesorino. Come stai?»
Vulpix si struscia sotto la mia mano. Le tocco le sue sei code, che sono molto soffici. Mi rifila pure una leccatina sulla guancia.
«Sei molto simpatico, Vulpix. Dai, torna su da Renamon, ora. Fa un caldo boia, su»
Con l’aiuto di Ylenia, Vulpix si mette sul letto della mia ragazza, colle code che penzolano in giù. È quasi l’una, ridò l’iPad a Jacopo e appoggio la testa sul cuscino, felice dopo una bella serata. Giulia accende il ventilatore, mentre si fa aria. Davvero, sia fuori che dentro c’è un’umidità mica da ridere.
«Buonanotte, ragazzi» faccio io.
«Buonanotte» rispondono uno ad uno gli altri.
Spegniamo la luce e nel giro di pochi minuti tutti ci addormentiamo felici.

FINE
   
 
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