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Autore: Evola Who    22/12/2015    2 recensioni
Un caso di omicidio, un insegniate trovato morto nel suo quartiere. Lestrade pensa una aggressione ma Sherlock capisce subito che non è cosi. E manca qualcosa in questo caso, non una prova. Ma una testimone...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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“Okay…” disse John ma lo guardò e disse: “Sherlock, perché gli hai detto che restava da noi?”

“Beh.. ovvio, non sapeva dove andare e non voleva ritornare in Italia. Quindi, perché non farla restare qui fino alla fine del caso? E poi potrebbe esserci utile in qualche modo per il caso. Ha fatto tutta questa strada per venire fin qui perché mandarla via.” Spiegò Sherlock.
 
“Si ma non abbiamo idea di come gestire una adolescente, o meglio, io non ho idea di come gestire una adolescente.” Ripose John con tono un po’ preoccupato.
 
“Tranquillo John, sarà facile gestirla. Fin da piccola ha avuto più contatti con gli adulti che con i bambini della sua età e si è sempre sentita  a suo agio. Per noi questo è un vantaggio e poi per te e per le sue conoscenze ti sembrerà più matura dei suoi compagni. quindi non preoccuparti.” Spiegò Sherlock con tono sicuro.
 
Il dottore si senti un po’ sollevato ma era preoccupato per lei, di come potrebbe gestire questa esperienza terribile ed era molto dispiaciuto. Ma non sapeva bene come gestire una ragazza cosi giovane, ma anche in quei pochi dialoghi scambiati con lei, aveva capito che Sherlock (ovviamente) aveva ragione.
 
“Però c’è una cosa che forse non riusciremo a gestirla” aggiunse Sherlock con tono serio.
 
Il dottore rimase sorpreso da quelle parole e chiese: “Davvero? E cosa?”
 
“Il suo umore.” Ripose.
 
John rimase confuse dicendo: “Il suo umore?”
 
“O meglio dire i suoi sbalzi di umore” si corresse Sherlock.
 
Lui rimase ancora più confuso e perplesso e chiese: “Sbalzi di umore? Perché? Pensi che lei ha gli sbalzi di umore?”
 
“Certo che li ha! E le ha anche dimostrato, ma tu guardi ma non osservi  John. Come sempre, dopo tutto.” Rispose Sherlock convito.
 
Lui non ripose, ma lo guardò male per l’ultima frase e chiese: “E come puoi dire che soffre sbalzi di umore?”
 
“Un po’ per la sua età, ha pur sempre 16 anni ed è normale che ne soffra. Ma anche di quello che ha dovuto subire fin da piccola con le sue emozioni.”
 
L’amico rimase confuso e  chiese: “Sbalzi di umore in che senso?”
 
“Fin da piccola si è subito sentita diversa e questo per lei fu un grande shock. Quindi soffriva dentro ma ovviamente qualcuno di incompetente le ha detto di buttare fuori le sue emozioni. E ora deve esprimere ogni volta quello che prova, ma in un modo confuso e spesso fuori controllo. Cosi ha i suoi sbalzi di umore.” Spiegò Sherlock.
 
“E l’ha dimostrato: all’inizio ha della giornata era allegra per patire, poi ha visto l’assassino con la vittima e si è nascosa ed era preoccupata. Poi ha visto accoltellarlo, si è nascosta e in quel momento si è spaventata e dopo è scoppiata a piangere, ha chiamato la polizia sempre spaventata. Poi ha pensato a se stessa e li era più preoccupata che spaventata; cosi è scapata via e quando l’abbiamo presa era arrabbiata ma anche rassegnata. Ma prima di raccontare la sua storia voleva provare a distogliere l’attenzione su di lei ma ha fallito” fece un piccolo sorriso di vittoria e continuò:
 
“Cosi quando abbiamo raccontato che non eravamo della polizia si è sentita un po’ più sicura ma era anche rassegnata; cosi ha accettato di venire con noi e quando ha raccontato la sua storia all’inizio era tranquilla, poi ha cominciato ad agitarsi dal ricordo fino al piangere. E quando ho detto che non era un caso divertente si è subito alzata con rabbia e mi ha urlato.” E fini di spiegare.
 
John rimase sorpreso e chiese dubbioso: “Ed è un problema?”
 
“Per me si.” disse subito.
 
“John, per me l’emozioni e i sentimenti sono un errore chimico. Un pericolo, un arma a doppio taglio che usano contro di te nel momento giusto e soprattutto quando abbassi la guardia, è per questo che io cerco di tenerli lontano e non avere nulla a che fare con loro.” Ripose Sherlock e guardò lo schermo del potatile.
 
“Oppure hai paura.” Ripose l’amico.
 
Lui rimase confuse, lo guardò e disse: “Come?”
 
“Sherlock, tu non vuoi affrontare gli sbalzi di umore di Eva, non perché pensi che siano un ‘errore chimico’ tu non vuoi perché hai paura.”
 
Lui fece un piccolo gringo e rispose con tono sicuro: “Perché doveri avere paura per dei stupidi sbalzi di umore e ormonali adolescenziali ed emotivi.”
 
“Perché Eva riesce a tirare fuori le sue emozione e buttali fuori per sentirsi meglio oppure per sentirsi al sicuro da qualcosa. Mentre tu le nascondo con la scusa dell’arma a doppio taglio o lo dici perché probabilmente hai vissuto una situazione che solo tu hai dovuto vivere e ora ti rifiuti di esprimere i tuoi sentimenti e adesso hai paura di confrontarti con lei.” Spiegò John sedendosi della sua poltrona.
 
Sherlock rimase sorpreso dalla sua spiegazione ma si girò subito nel suo computer dicendo: “Sciocchezze.” E non disse nel altro.
 
John in vece prese un libro, e alzò gli occhi al cielo dalla risposta del detective.
 
Alle due nel pomeriggio John di stava preparando per uscire “Sherlock io vado a fare un po’ dispesa, voi qualcosa?”
 
“Si, potresti portati Eva con te?” ripose lui (intanto era seduto nella sua poltrona leggendo una rivista)
 
John rimase perplesso e chiese: “Cosa?”
 
“Oh! Prendi anche il pane e il burro che lo abbiamo finito.” Aggiunse lui guardandolo per un attimo poi ritornò sulla rivista.

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Note della autrice:
Ciao! Ecco il nuovo capitolo
dopo... anni di attesa.
Finalmente una scena 
con John e Sherlock da
soli con l'agormeto
particolare: I setimenti!
Spero che vi sia piacuto
Buone feste
Evola.

 
   
 
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