Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Mistiy_Ronny    25/12/2015    2 recensioni
“ Mia mamma fa la casalinga, invece il mio papà è un idraulico “
“ La mia mamma è una avvocatessa, mio padre fa il giudice “
“ Il mio papà e l'altro sono investigatori “
La maestra sbatte gli occhi leggermente spaesata
“ Con l'altro cosa intendi? La tua mamma? “
“ No, l'altro è Rivaille ma tutti lo chiamiamo Levi ” non capivo l'espressione confusa della mia maestra, all'inizio pensai che fosse così azzittita per il mio modo di parlare. All'epoca avevo solamente otto anni, eppure a differenza degli altri bambini la mia pronuncia era certa, non masticavo le parole.
Il silenzio strano creatosi in classe mi suggerì che dovevo approfondire la questione del secondo padre
“ Non è una mamma, perché non ha le bocce, però è basso e pulisce sempre casa e rompe le scatole perciò sì, la possiamo chiamare mamma ”
Mi sembrava d'aver fornito una spiegazione perfetta, o perlomeno soddisfacente, eppure in classe tutti erano muti e persino i bambini più scemi con le dita infornaciate nel naso, erano rimasti sconvolti dalla mia affermazione.
All'epoca avevo otto anni e fu allora che capii che i miei genitori non erano tanto normali.
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Nuovo personaggio, Rivaille, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ciau:)

Ho scritto questo capitoletto con l'intento di augurarvi un Buon Natale.

L'ho riletto velocemente e corretto gli errori che mi sono saltati all'occhio, sicuramente ce ne saranno altri perciò vi chiedo scusa in anticipo, non ho avuto molto tempo per controllarlo come si deve:(

Vi auguro una buona lettura;)




Un natale niente male


E' natale, secondo lo stereotipo inculcato dagli spot pubblicitari dovrebbe essere un giorno gioioso, una occasione per ritrovarsi con i familiari e godere d'una serena compagnia. Non so se funziona così nelle famiglie ma a casa Ackerman no, il giorno di Natale è una fonte di stress.
Lo stress comincia una settimana prima del venticinque dicembre quando Levi annuncia “dobbiamo effettuare le pulizie di Natale”, a quel punto siamo sottoposti a un regime dittatoriale: il tempo libero non esiste più perché siamo troppo impegnati a impugnare scope, detersivi, aspira polveri, spray, deodoranti per ambienti e chi più ne ha ne metta.
Inoltre con “pulizie di Natale”, Levi intende dire: “scaraventiamo la casa per ammazzare ogni granello di polvere”. Un esempio concreto?
L'altro giorno Levi mi ha costretta a svuotare completamente l'armadio per pulirne gli angoli perché, secondo il suo parere, erano “troppo sudici” quando in verità lo straccio ha catturato pochi granelli di polvere.
Ovviamente dopo ho dovuto mettere in lavatrice tutti i vestiti: essendo l'armadio così sporco, gli abiti erano impregnati di acari. Ho impiegato un'intera giornata.
Certe volte questa mania compulsiva per il pulito di Levi è a dir poco irritante. Vabhè, ormai ci sono abituata, è un suo difetto che con gli anni peggiorerà sempre di più.
Me l'immagino già, quando avrà novantanni, le ossa tristemente deboli e la pelle cascante, lui anziché impugnare il bastone avrà l'aspirapolvere in mano.
Per non parlare del fatto che il venticinque dicembre coincide con il suo compleanno e trovare un regalo che possa gradire è un'impresa titanica. Non si capisce mai cosa potrebbe gradire: a parte “pulire”, non ha Hobby o particolari interessi, gli piace il the, allenarsi e le armi ... ho puntato la scelta su quest'ultimo aspetto.
Il massimo complimento che abbia mai sentito uscire dalle labbra di quell'uomo è stato” non male”, sarebbe bello riuscire a strappare con questo dono un complimento differente.
Il suo regalo l'ho preso qualche giorno fa, è stata dura trovarlo.
In verità speravo che ci pensasse papà, speravo di poter mettere il mio nome sul regalo scelto da lui, ma non potei ...


Gironzolavamo presso i negozi del centro commerciale
<< Perché non vai a vedere in quel negozio? >> papà mi indicò un negozio d'abiti firmati.
<< Spesso si reca lì per fare compere >>
<< Ok, ma non voglio comprargli un capo >>
<< Dai fai un giro, magari vedi qualcosa che potrebbe piacergli >> nonostante la mia disapprovazione annui e mi incamminai ma non sentendo i passi dietro di me mi voltai, papà mi fissava, con i piedi incollati al suolo.
<< Tu non vieni? >>
<< No, vengo dopo, prima devo andare a prendere una cosa per Rivaille. >>
Rimasi un secondo di sasso, se entrambi dovevamo cercare un regalo per Levi, perchè non potevamo farlo insieme? Ma non espressi il mio dubbio, mi incamminai verso la boutique però nel farlo girai lo sguardo all'indietro. In quel momento vidi Papà entrare in un strano negozio, le vetrine mostravano manichini vestiti con lingerie provocante. Aguzzai la vista e quando lessi la scritta “sexy shop”, a passo veloce mi fiondai dentro alla boutique


Data la natura del regalo beh … questa speranza è andata a farsi un bel giretto tra vibratori e strani capi intimi.
Con un certo cipiglio guardo il regalo per Levi situato sotto l'albero, è un pacchetto piccolo e rettangolare posato sopra un pacco luminoso, quello è il regalo che i miei genitori mi hanno fatto ovviamente so già cosa è, da tempo ho chiedo un computer nuovo, viste le dimensioni beh … non ci vuole molta fantasia.
A dire il vero non l'ho esplecitamente "chiesto", io ho la mia tattica per chiedere i regali. È un po' complicata e si suddivide in varie fasi:

1- Beccare Levi in un momento tranquillo, più precisamente quando beve il the, se sta leggendo il giornale è perfetto: significa che è rilassato

2- Mi accomodo accanto a lui con una tazza di the alla mano e l'altra stringe il catalogo.

3 – Emano commenti leggeri guardando l'immagine interessata, quella che ritrae l'oggetto desiderato desiderato. Con leggeri commenti intendo dire: mmhhhhh, oppure “interessante ...”

4- con disinvoltura lascio il catalogo in bella vista aperto alla pagina commentata fino a quel momento poi metto la tazza sporca in lavastoviglie.

5-Vado via dalla stanza dicendo “vado a fare i compiti”, giusto per dimostrare che sono una brava bambina meritevole di un bel regalo.

Fino ad ora questa tattica ha funzionato, Levi non ha mai sbagliato e ricevo sempre quello che desidero. Perchè lo faccio? Boh, da piccola pensavo si trattasse di una questione di timidezza, ora invece attuo questa tecnica perchè mi diverto troppo. Vedere la faccia di Levi impassibile mentre attuo tutte le mosse … è troppo divertente!
Non so il perchè ma a casa nostra la cena il Natale si festeggia alla sera, di conseguenza anche i regali si aprono alla sera anziché al mattino. Perchè poi? Da quello che so, tutti i mocciosi di questo mondo li aprono alla mattina per quella storia di Babbo Natale … ah, giusto. Penso che la tradizione sia stata storpiata per colpa mia


Ero piccola ma la mia età onestamente non la ricordo.
Quella mattina papà era venuto in camera mia e con un entusiasmo esagerato mi svegliò. Avevo sonno, perciò decisi che per me era ancora ora di dormire ma papà non voleva sentir ragioni, così mi prese in braccio. Cinsi le braccia attorno al suo collo e affondai la testa nel suo incavo, la luce mattutina che filtrava dalle tapparelle feriva il mio sguardo.
<< Dai forza che è Natale! Lo sai chi arriva? >>  mi limitai a rispondere scuotendo la testa senza nemmeno spostare il capo dalla spalla.
<< C'è babbo Natale! >>
mi voltai e vidi un tozzo nanetto in rosso. Con le dita stropiccia bene gli occhi, giusto per riprendermi dalla sonnolenza.
<< Vai da babbo natale! >>
Il babbo natale che mi guardava dall'alto al basso era strano: non aveva la faccia paffuta e simpatica. Nonostante la barba bianca e la forma ovale della pancia, questo babbo natale era troppo accigliato: la sua espressione era tirata e pareva alquanto incazzato. Quando fissai le pupille dal color grigio non ebbi alcun dubbio.
<< Levi, perché ti sei travestito da ciccione rosso? >>
a quel punto Levi cacciò sul pavimento la barba finta, mentre papà rideva a più non posso. 

Credo di essere stata io a rovinare la tradizione, però non è colpa mia! Non ero mica una bambina scema, e poi come si può pretendere da Levi una cosa del genere? Non può mica cambiare la sua espressione per trasmormarsi in un simpatico ciccione.

Ding dong!


Il campanello squilla, è arrivato un ospite, chi sarà?
Beh, la nostra famiglia non è numerosa, in verità è alquanto misera: gli unici parenti sono zia Mikasa e zia Annie. Saranno loro.
<< Sylvia, apri la porta! >> urla papà dalla cucina.
Sì, in effetti loro saranno troppo indaffarati a controllare che la cena non si bruci.
Ok, apriamo e sono pronta ad accogliere con immensa cortesia le mie zie ...
<< Ciao Sylvia! >>
Ah è Hannibal, giusto, mi ero dimenticata che si sarebbe unito anche lui alla nostra cena. Tra le mani detiene un grande pacco incartato con della vistosa carta fluorescente.
<< Ciao >> mi scosto per farlo entrare, sarà pur sempre Hannibal però è venuto con un bel regalone, presuppongo che sia per me perciò … benvenuto!
Pone il pacco sotto il grande albero di natale senza nemmeno domandarlo poi si sfila il soprabito bege e io lo acchiappò dalle sue mani per porlo sull'attacca panni
<< Oh, grazie Sylvia, sei troppo gentile >>
<< Figurati >> visto che hai portato un dono non posso che comportarmi come una perfetta bambolina
<< I tuoi papà, dove sono? >>
Brividi, accidenti, nemmeno a natale riesci a porre un sorriso normale? E Che cavolo
<< Sono in cucina >>
Ora movimenta le sue kilometriche gambe verso la direzione indicata, perfetto, vattene via dalla mia vista, così rischi di spezzare l'atmosfera natalizia.!
Il Natale dovrebbe essere trascorso insieme alla famiglia, perciò che ci fa Hannibal a casa nostra? Non è che i suoi parenti non l'hanno invitato a causa di quel sorriso orrido?

Ding dong

Oh, queste dovrebbero essere le mie care ziette




Or dunque, ora siamo tutti riuniti al tavolo che ho apparecchiato personalmente.
Ho tirato fuori dal cassetto una tavaglia bianca decorata con eleganti ricami dorati, piatti di porcellane e calici di cristallo. Con il permesso di Levi, ho potuto mettere le posate d'argento, che classe ragazzi. Tutti mi hanno fatto i complimenti per questa scelta stilistica, tranne Annie, ma non c'è nulla di personale. Zia Annie non parla mai, raramente apre bocca, anche la sua compagna Mikasa è silenziosa. Lei è la sorella addottiva di Eren, quindi mia zia.
Ora guardo zia Mikasa,  il mio così detto "punto di riferimento femminile", anche se credo sia molto più maschile di papà e di molti altri uomini. Non indossa mai gonne, non si trucca, e non si preoccupa mai del suo aspetto; non l'ho mai vista specchiarsi con fare lusinghiero. Nonostante tutto questo menefreghismo è bellissima! Molto più bella della sua compagna Annie, non che sia un cesso, però tra le due non c'è alcun paragona anche se insieme sono perfette: silenziose e burbere. Ho visto queste due allenarsi insieme in palestra e posso dire che fanno paura, mollano calci e pugni talmente potenti che persino gli uomini che praticano il bodybuilding le guardano con un certo timore.
Mikasa dovrebbe essere il mio punto di riferimento femminile, ma credo che i miei genitori abbiano sbagliato. Mi viene in mente quella volta in cui ebbi veramente bisogno di una donna …

Pigramente posai le chiappe sulla tavola del gabinetto, annoiata espletai i miei bisogni fisici. Avevo bevuto una tazza di the in pochi minuti, perciò dovevo espellere una generosa quantità di liquidi.
Quando finalmente terminai la lunga pisciata, presi un pezzo di carta igienica, mi pulii ed ero pronta a gettarlo nella buchetta del gabinetto, ma il mio gesto si arresttò. Tirai verso l'alto il pezzo di carta ed era rosso, era sangue.
Feci l'unica cosa che mi venne in mente
<< PAPA'! PAPA' >> urlai a scquarciagola
<< Che c'è Sylvia? >> la sua voce era allarmata, eppure non spalancò la porta per una questione di pudore, voleva rispettare la mia intimità vista la fase adolescenziale in cui ero entrata. Ora apprezzo quella gentilezza riservata nei miei confronti, ma in quel momento non me ne poteva fregare un bel niente.
<< Papà, entra cazzo! >>
La porta si spalancò in modo talmente energico che la maniglia sbattè contro la parete.
Corse verso di me, ma prima di lui furono i suoi occhioni sbarrati a raggiungermi. Non ci fu bisogno di dire niente, quando gli smeraldi si discostarono dal mio volto per posarsi sul pezzo di carta igenica insaguinato, sbiancò. Il volto bronzeo assunse una tonalità grigiastra e rimase lì impalato come a riflettere sul da farsi.
Non ne comprendevo il motivo: stavo sanguinando, dovevo correre all'ospedale!
<< E' uscito dal davanti o dal di dietro? >>
Lo guardai e sentii la mascella distaccarsi dal cranio: come diamine potevo saperlo, non è che quando una si spazza in quella zona controlla accuratamente il movimento della mano! Rimasi talmente basita che non risposi, allora papà si chinò.
<< Ti fa male da qualche parte? >>la voce  pareva calma, eppure i suoi occhi tremavano dal gran che erano lucidi.
<< Senti dolore in questa zona >> pose la mano sulla mia pancia ricoperta da una grande felpa scura
<< No >>
Papà sembrò rasserenarsi in qualche modo e così si alzò sulle proprie gambe.
<< Sylvia non disperarti, arrivo subito >> si dileguò dalla vista chiudendo l'uscio dietro di sé.
Passarono una decina di minuti di pura angoscia che quando sentii la porta dell'uscio strisciare rizzai le orecchie nella speranza di vedere papà, invece vidi Mikasa. Serrai immediatamente le cosce ma quest'ultima se ne sbatté altamente e si avvicinò per pararsi di fronte a me.
Mi guardava dall'alto in basso con quel leggero cipiglio e avrei tanto voluto che se ne andasse.
Dalla sacca che teneva appesa sulla spalla estrae piccolo pezzo di plastica rettangolare e un paio di mutande biache.
<< Osserva attentamente. >> mi disse e io obbedii anche se con una certa criticicà la osservai: le dita veloci scartarono il piccolo pacchetto violaceo per rivelare un  pannolino che incastrò all'interno della mutanda. Quando finì me le allungò per dichiarare:<< hai le mestruazioni >>
<< Che? >> non ero così svampita, sapevo che cosa erano e che un giorno le avrei avute anche io, però allora avevo solamente dodici anni e speravo di avere ancora del tempo prima di dover affrontare quella scocciatura.
<< Sì, ogni mese giungeranno e ti faranno un male cane, ma non ti preoccupare: esistono gli anti-infiammatori >>
Con questa rivelazione uscì dal bagno e io rimasi lì allibita.


No, non è stata di grande aiuto, alle conclusione fornite dalla donna ci potevo arrivare anche io, forse anche papà. Ora non ha importanza, mi scoccia solamente il fatto che ogni qualvolta che c'è un “problema femminile”, papà chiama l'infermiera Mikasa, grazie al cielo non chiama Annie, o cristo santo no! Pare una mummia imbalsamata persino adesso sta zitta con gli occhi sul piatto. Come si può parlare di tali questioni con una donna del genere? Mi vengono i brividi … quasi qausi preferirei parlare di mestruazioni con Hannibal piuttosto che con la bionda, almeno lui fingerebbe interesse.
E' calato uno strano silenzio, fino ad ora ha parlato Erwin, ma non l'ho ascoltato, cosa può mai dire d'interessante Hannibal?
Ora c'è una atmosfera tirata, e capisco il motivo: Levi e Mikasa si stanno guardando in cagnesco. Fin dall'alba dei tempi tra questi due è presente un certo astio, il motivo mi sfugge, però è così.
Lo dimostrano persino le foto di quando i miei genitori erano giovani: mi ricordo d'una foto di gruppo, in cui c'erano Annie, papà, Levi e Mikasa. Quest'ultimi non guardano l'obbiettivo, ma si scrutano con fare provocatorio. Ogni volta che si incontrano si pizzicano a vicenda con strane frecciatine acide che fanno sempre strabuzzare gli occhi di chi li ascolta. Non litigano nel senso che non alzano la voce, però l'aria greve è sempre palpabile come ora, ho persino paura a movimentare troppo la forchetta: magari il rumre agita le due bestie assetate di sangue.
Mikasa appoggia la posata sul piatto e porta alla bocca il tovagliolo posto sulle ginocchia.
<< Questo arrosto è troppo secco >> la sua voce è forte e decisa, il commento è chiaramente indirizzato a Levi visto che le pupille scure sono fisse su di lui
<< Beh, tu avresti fatto di meglio? >> Levi lo dice con calma, ma so che non lo è
<< Non so cucinare però ci vuole poco impegno per fare meglio di così >> riprende la forchetta in mano per pugnalare il pezzo di carne intinto nella salsa.
<< Oh beh, allora la prossima volta verremo da te a consumare la cena >>
<< Non accetti le critiche, che uomo permaloso >>
<< Non accetto le critiche ingiustificate >>
Cala l'ennesimo silenzio,  fra poco si azzanneranno, me lo sento. Chi vincerà? Li ho visti allenarsi in palestra e onestamente non so chi è il più abile. Entrambi sono veloci e sferrano pugni e calci potenti e fulminei, chissà se un giorno riuscirò a essere letale come loro ...
<< Beh, a me non sembra così male … >> Hannibal spezza il silenzio pesante con questa dichiarazione.
<< Sì, è mangiabile >> oh, Annie ha parlato, si è unita alla conversazione, questo sì che è un miracolo di Natale!
Nonostante le rassicurazione i due continuano a guardarsi in cagnesco. Gli occhi di Levi sono due fessure strette, invece il volto di Mikasa è costretto in un grugnito. Papà altalena uno sguardo nervoso tra sua sorella e suo marito, credo che nella sua testa stia passando questa frase: fra poco questi due si scannano. Condivido il tuo pensiero
Una mano potente batte sul piatto e tutte le stoviglie tremano
<< Apriamo i regali, giusto Sylvia? >> papà mi rivolge uno sguardo quasi disperato, non vuole che il soggiorno si trasformi una scena del crimine. Va bene, ti aiuterò
<< Sì, non vedo l'ora. >> dichiaro sforzando un sorriso. Non siamo ancora arrivati al dessert però apriamo i regali, solo nella mia famiglia può accadere una cosa del genere.


Ho perso dieci minuti nello scartare i miei doni.
Mikasa e Annie mi hanno regalato un abbonamento trimestrale per la palestra. Bah, anche a Natale mi ricordano che non sono altro che un budino privo di muscoli, comunque sia ho sorriso e ringraziato, non potevo aspettarmi di meglio da parte loro.
Poi il computer, ok fantastico! Papà e Levi mi hanno comprato proprio il portatile che volevo, l'ennesima dimostrazione che la mia tecnica non sbaglia mai.
Il regalo di Hannibal mi ha sorpreso parecchio: mi ha regalato uno stereo e due grandi cuffie. Come ha capito che mi servivano? Come sei venuto a sapere che quando i miei genitori si cimentano nel coito, sono talmente rumorosi che mi sono comprata dei tappi per le orecchie?
Comunque sia hai acquistato un punto, cercherò di chiamarti Erwin d'ora in poi, anche se non sarà facile.
Gli adulti non si fanno regali, si sono imposti questa regola, magari per ridurre lo stress da shopping natalizio e fanno bene: girare tra i negozi durante questo periodo dell'anno è un incubo.
Ora tocca a Levi, è rimasto solamente il mio pacchetto avvolto da carta argentea. Ho evitato sgargianti carte colorate e fluorescenti, non penso proprio che avrebbe gradito, comunque sia spero di poter strappare dalle sue labbra un “bello”, oppure “ wow”
Papà appoggia il pacchetto argenteo sulle sue ginocchia e si avvicina al suo orecchio.
<< Il mio lo devi aprire in camera da letto >> lo sussurra forse non voleva farsi sentire, peccato che ho udito tutto.
Levi emana un sorrisetto tirato in segno approvativo. Mi sa che stasera mi addormenterò con le cuffie in testa.
Ora tocca al mio regalo, brrr … che ansia!
<< Questo è da parte di Sylvia >> papà lo dichiara con un sorriso splendente, ma c'è poco da ridere. Per trovarlo ho girato in lungo e in largo e alla fine non ne sono tanto convinta ...
Le dita sottili lo scartano con una tale lentezza … diamine, strappa tutto per favore!
Finalmente l'incarto va via, è rimasta solamente la scatola di legno. Con una lentezza spassionata la apre e afferra il manico di mogano per innalzare la lama che brilla sotto la luce del lampadario.
È d'argento e credo che non sia fatto per combattere, è un'arma ornamentale, infatti sulla lama in corsivo è inciso il nome Rivaille.
Lo studia e non capisco se gli piace o meno, boh, magari gli fa cagare e non so cosa dire, sei un uomo incontentabile!
<< Niente male >>
E vaffanculo! Davvero, mi viene da dire però evito.
Ci ho sperato ma so che dalla sua bocca non uscirà mai e dico MAI un complimento migliore di questo. Se mai un giorno avessi un figlio, sono certa che uscendo dalla sala parto con il  bimbo tra le braccia, lui assottiglierà le palpebre per commentare:“uhm … non male”. Magari allora il suo tono assumerà una incrinatura leggermente entusiasta, però sono certa che usciranno queste parole. Ma che caz … cosa diavolo vado a pensare? Non so nemmeno cosa mangerò domani e io vado in là con la testa in un ipotetico futuro troppo lontano.


Dopo il dessert gli ospiti hanno levato le tende, tanto meglio, peccato che nessuno si è offerto di pulire, che strazio.
Papà sta spazzando la sala da pranzo, invece io sono in cucina a pulire i fornetti con lo sgrassatore. Certo che sono belli sporchi, porca miseria! Scommetto che è stato papà a friggere il baccalà, Levi non avrebbe mai lasciato tutto questo olio incrostato.
Levi invece è a due passi di distanza, affonda le mani agguantate all'interno del lavandino per passare minuziosamente la spugna lungo i piatti di porcellana.
<< Mocciosetta, prendi il burrazzo e asciuga i piatti >> agli ordini, sempre meglio che scrostare questo schifo. Abbandono la postazione per mettermi al suo fianco. Mi allunga il piatto e il lavoro comincia, bado bene a non sgocciolare sul pavimento
<< Ti è piaciuto il computer? >>
<< Sì >> sai, è quello che ti h mostrato sul catalogo, quindi …
<< Bene >>
<< Il pugnale ti è piaciuto? >> cazzo perchè l'ho domandato?! Non voglio sentire la verità, accidenti, meglio chinare la testa sul piatto e stroinarlo affannosamente, meglio concentrarsi sulle goccie d'acqua piuttosto che sullo sguardo di Levi.
<< Sì, l'ho apprezzato >>
wow, non mi aspettavo questa dichiarazione, insomma, abbiamo fatto un salto qualitativo! Da un semplice “non male” siamo passati a un “apprezzo”...
Alzo la coda dell'occhio per vedere il suo viso, ma non mi guarda, è troppo concentrato a sgrassare i piatti per rivolgermi una occhiata. Non importa, perchè oggi abbiamo fatto un grande progresso. A piccoli passi, magari un giorno lo stupirò talmente tanto che dirà” fantastico” oppure “bello”.



Mi sono lavata i denti e sono pronta per andare a letto, che giornataccia! Tra le pulizie e lo stress dei parenti, diavolo che rottura! Dovrebbero abolire il Natale, non capisco cosa c'è di emozionante in questa festa: pulizie, stress, litigate tra parenti, come può essere un giorno gioioso? Dannati spot pubblicitari, sai che dovrei fare? Quando sarò maggiorenne compilerò una petizione e la farò firmare al vicinato in modo tale da abolire la festività, almeno a livello locale. Quante firme serviranno? Credo cinquecento, non so, devo documentarmi, magari chiederò ad Hanji, quella sa tutto.
Ci penserò a tempo debito, ora percorro il corridoio pronta per infossarmi tra le coperte, passo di fronte alla camera dei miei, la porta è chiusa ma mi fermo, ho sentito uno strano rumore: pareva un tintinnio metallico. Mi fermo e blocco il respiro per percepire al meglio il suono.
Una risata flebile, questa è di papà.
<< Non male >> questa invece è la voce di Levi, chiara e decisa. E poi sento rumorini vocali strani, soffocati … via!
Ho capito, credo che Levi stia scartando il suo regalo di compleanno.
Stanotte mi addormenterò con la musica nelle orecchie. Grazie hannib … volevo dire Erwin!


. *** .



Angolo ringraziamenti:

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e lo dedico a voi che continuate a leggere questa storia, a coloro che l'hanno inserita tra le preferite o le seguite e soprattutto a tutte voi che spendete qualche minuto per esprimere la vostra opinione( mi rendete molto felice:D)
Dedico un grazie particolare a Zunika, che mi ha fatto un bellissimo regalo di Natale: il ritratto di Sylvia (ecco qua il link:
http://zunikainwonderland.deviantart.com/art/Sylvia-579132769?ga_submit_new=10%253A1450641974 ). E' perfetta <3

Ok, ora vi lascio andare e vi auguro un gioioso Natale.

Un abbraccio <3

Mistiy


P.s. Stasera parto e tornerò a gennaio, purtroppo dovrò lasciare il computer a casa perciò risponderò alle recensioni appena torno( se ci sarannoXD)





   
 
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