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Autore: Rairakku    28/12/2015    1 recensioni
Questa storia parla di una generazione mai trattata da Masashi Kishimoto, quella di Itachi Uchiha.
Il prodigio che a otto anni attivò lo sharingan, una volta passato l'esame all'accademia, si ritrovò in squadra con due personaggi interessanti: Raira Ku e Oiru Yasei. La prima, è l'unica sopravvissuta di un clan noto per le loro abilità particolari, ma non sente questo legame ed è gelosa del sangue freddo dell'Uchiha; il secondo, invece, farebbe di tutto per i suoi compagni di squadra.
Cresceranno insieme, durante l'esame della selezione dei chunin e nelle varie missioni, finché un incidente sconvolgerà tutto.
-Questa storia parla del passato dei personaggi di un'altra mia ff, Scegli (me)-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
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Itachi guardò prima il compagno sbadigliare, successivamente il maestro che tamburellava il piede a terra, nervoso.
Lui, era semplicemente infastidito. Non sopportava i ritardatari in generale, ma quella mattina lei non aveva alcuna scusa per non presentarsi alla prova.
La prima impressione che le aveva fatto, non era certamente buona e così non faceva altro che peggiorare la situazione.
Come indicato da Naghe, si erano ritrovati al Campo d'allenamento n.3, che non era altro che un vasto piano d'erba con qualche albero da contorno. Loro si erano stanziati al centro dello spiazzo vuoto, dove tre cilindri di legno erano stati impiantati, probabilmente da usare come bersagli.
Itachi era curioso di saper in cosa consisteva l'esercizio, ma il jonin aveva chiaramente detto che sarebbe passato alla spiegazione dopo l'arrivo del terzo componente.

<< Sensei, la prego di cominciare la prova. Non penso che verrà. >> propose Itachi con la gentilezza che gli aveva insegnato Fugaku.
Naghe fece schioccare le dita dalla tensione. Quand'era nervoso, dava inizio alla sua moltitudine di tic.
Non poteva dare torto all'impazienza dell'Uchiha, era davvero da tanto che aspettavano. Aveva sperato nel suo arrivo, ma a quanto pare, i suoi desideri non erano stati ascoltati.
Sospirò profondamente, deluso. Si aspettava decisamente di più dalla ragazzina.
<< Hai ragione. È meglio comin…!!! >>
Tirò fuori velocemente il kunai, per deviare il percorso di quello che li stava puntando. I due studenti, dietro di lui, si allarmarono.
Qualcuno li stava attaccando. E anche da molto lontano, perché non c'era traccia di nessuno.
<< Nemici! >> urlò Itachi, pronto con la mano a tirare fuori degli shuriken.
Era strano che fossero entrati nel Campo, per cui la situazione richiedeva una doppia attenzione.
Le iridi nere dell'Uchiha divennero rosse macchiate da due tomoe. Era pronto.
Sentì il rumore dell'aria tagliata da movimenti veloci e felini.

"Dietro!"

Rapidamente si girò.
I nervi tesi. Le vene pulsanti. Le dita tenevano gli shuriken pronti ad essere lanciati.
La tensione nell'aria si spezzò, nello stesso istante che riconobbe la figura esile reggersi sul palo di legno.
La faccia beffarda, quel sorrisetto sghembo e la poca femminilità della posa.
Raira.
<< Vi è piaciuta come entrata? >> scherzò la ragazza, senza dar peso a quello che aveva appena fatto.
A Naghe e Oiru la mandibola si perse nell'incredulità, ma Itachi aveva un punto di vista opposto.
Piantò i suoi occhi rossi su quelli della castana, che indietreggiò appena se ne accorse.

Lo sguardo di Itachi non solo era di un altro colore, ma era completamente diverso. La freddezza delle sue iridi l'avevano colpita come se fossero stati gli shuriken che stringeva fra le mani.
Non aveva mai visto occhi del genere, e si sbilanciò per cadere all'indietro.
Naghe la tirò su per il colletto schiacciandola con il suo sguardo infastidito.

<< Basta con tutte queste occhiate, vi prego. >> scongiurò Raira, sentendosi girare la testa.
<< Sarà meglio che anche tu ti dia del contegno. >> rispose il maestro, mettendola giù << Ti rendi conto del grande spavento che ci hai fatto prendere? >>
Nonostante il rimprovero, però, Naghe, doveva riconoscere che il lancio effettuato era stato perfetto, nonostante la grande distanza. Inoltre, era riuscita a coglierli di sorpresa posizionandosi alle loro spalle. Itachi, invece, aveva attivato uno Sharingan con due tomoe. Erano qualità che non sempre erano presenti nei neo-diplomati. E loro due avevano solo otto anni.
Sorrise compiaciuto, sapeva già quale sarebbe stato l'esito della prova.
<< Bene, possiamo cominciare. >>

Itachi, che aveva disattivato lo Sharingan, si sentiva già pronto. Allo stesso tempo, però, lanciava occhiate alla compagna che stava di fianco a lui, che sembrava non saper contenere la felicità.
Poteva aver dimostrato di avere un'ottima mira, ma restava sempre infantile.
Oiru, che stava alla sua destra, come lui era molto concentrato, ma non aveva notato in lui grandi capacità.

<< Lo svolgimento è molto semplice, dovete attaccarmi con qualsiasi mezzo a vostra disposizione. Alla fine, deciderò se sarete in grado di diventare genin. >>
Disse Naghe, squadrando gli studenti.
I tre avevano una certa aria di sfida stampata in volto, accompagnata da un sorriso sbarazzino. Gli stavano cominciando a piacere.

<< VIA! >>

Puntualmente i ragazzi si mossero, con incredibile velocità.
Oiru scattò alla sua sinistra, mentre Raira tentò un colpo da davanti. La forza fisica, però, le mancava notevolmente.
Con facilità Naghe bloccò i colpi della ragazzina, per poi afferrarla per un piede e lanciarla addosso a Oiru, che si era apprestato ad attaccarlo.
Fin troppo semplice. I due compagni di squadra si rialzarono doloranti, per poi puntare lo sguardo alle spalle del maestro.
Quest'ultimo, si girò di fretta, percependo quello che stava succedendo.
Itachi era pronto a colpirlo, sfoderando un preciso calcio all'altezza della spalla, che andò a segno.
<< Grande! >> gli urlò Oiru, vedendo il sensei retrocedere.
<< Senz'altro sei stato in gamba, mi hai colto di sorpresa, Itachi >> si congratulò il jonin << ma questo non basta. >>
Il giovane Uchiha saltò all'indietro, per raggiungere i compagni. Li lanciò una rapida occhiata, giusto per accettarsi che stessero bene.
Come previsto, nessuno di loro era ferito, o gravemente affaticato.

Tentarono nuovamente qualche attacco, Raira adoperò più volte gli shuriken, tentando di metterlo in difficoltà.
Itachi dovette riconoscere che quell'idea non era male. Purtroppo però, ancora non bastava.
<< Ragazzi, statemi a sentire >> li richiamò << gli attacchi così da soli, non bastano. Bisogna combinare le nostre mosse. >>
Oiru accettò con un grande sorriso quella decisione. Il lavoro di squadra, era quello che preferiva. Neanche Raira si lamentò, riconoscendo che quella poteva essere l'unico modo.
<< Raira, tu attaccalo frontalmente con gli shuriken per distrarlo. Successivamente, Oiru cerca di impegnarlo da dietro. Al resto ci penso io. >>
<< Cosa vuol dire, che al resto ci pensi tu? >> sibillò la ragazza, poco convinta e alquanto infastidita.
Itachi però, non la prese in considerazione, costringendola a seguire l'ordine.

Naghe sorrise compiaciuto. Non aveva sentito bene cosa avessero confabulato quei tre, ma si dava proprio l'aria di essere una strategia che impegnava tutto il team.
Infatti, Raira gli lanciò vari shuriken. La precisione e la moltitudine dei suoi lanci, non gli permise di usare solo il kunai per respingerli, ma dovette muoversi, anche piuttosto in fretta.
Raira non era un asso nel combattimento corpo a corpo, come aveva potuto notare, per cui i suoi attacchi a lontananza erano più che ovvi.
Con la coda dell'occhio, vide arrivare dietro di lui Oiru, che al contrario se la cavava benissimo con le arti marziali. Per cui, doveva tenerlo a debita distanza.
Bloccò uno shuriken lanciato da Raira, per rifarlo partire nella direzione del ragazzo, assicurandosi di allontanarlo.
Adesso, mancava Itachi. Alzò lo sguardo al cielo, sicuro che l'avrebbe attaccato dall'alto.
Infatti, l'Uchiha era pronto a piombarli addosso. Con facilità parò il colpo, e spinse il ragazzo addosso a un albero, per assicurarsi di metterlo momentaneamente fuori combattimento.
Era già pronto a rilassarsi, quando si accorse che il corpo di Itachi era sparito in una nube di fumo, rivelando un pezzo di legno.
La tecnica della sostituzione.
Non ebbe il tempo di stupirsi, poiché il vero Itachi, da dietro, lo colpì con un potentissimo pugno, aiutato da quello di Oiru, che invece era giunto dal lato.

Naghe si ritrovò a terra, distante dal punto dove l'avevano colpito.
Si rialzò, pulendo la guancia dalla terra.
<< Complimenti, siete stati davvero fantastici. Dichiaro i componenti del Team 9, genin. >>

Una bella notizia, dopotutto. Ma questo non tranquillizzava l'animo turbato di Raira.
Il suo rancore era puntato come aghi sul sorriso soddisfatto dell'Uchiha. Lei era sempre stata la prima in tutto, e non si sarebbe lasciata sorpassare da un ragazzino qualunque.
Non avrebbe mai permesso a Itachi di prenderle la scena. Da quel momento, il suo unico obbiettivo era quello di superarlo.



Itachi se ne stava tornando a casa, soddisfatto del risultato ottenuto. Non gli importava realmente di rendere orgoglioso suo padre, né tanto meno il suo clan.
La sua bravura era stata cucita dentro il suo corpo nel momento della sua nascita, il destino aveva scelto che lui sarebbe stato il punto splendente degli Uchiha.
L'unica cosa che lo incitava a dimostrare la sua forza, era Shisui e il suo fratellino. Li avrebbe protetti, quello era il suo obbiettivo.
Il suo nuovo compagni di team, Oiru, aveva ammesso che il suo sogno era quello di affiancare e supportare i suoi amici, e così la pensava anche il giovane Itachi.
Era sulla strada di ritorno, vedeva il cancello con lo stemma del clan, ma in più, c'era una piccola figura che scorrazzava lì intorno.
<< Itachi! >> lo chiamò Sasuke. Il ragazzo, andò incontro al fratellino. 
<< Sei tornato! >> gli butto le braccia al collo il bambino << Sei riuscito a diventare genin? >>
L'Uchiha maggiore annuì, sorridendoli. La felicità in volto a Sasuke, era il motivo della sua.

Ma poi, percepì la presenza di un terzo elemento.

Sì girò fulmineo, con lo sguardo puntato dietro a uno dei numerosi alberi che abbellivano la strada. Sasuke si accorse del cambiamento d'umore del fratello, e rabbrividì.
<< C'è qualcosa che non va? >> chiese, timoroso della risposta.
Itachi si rese conto di aver spaventato Sasuke, e si preoccupò di sorriderli nuovamente, per confortarlo.
<< No no. Tu vai pure dentro, io ti raggiungo subito. >>
Queste parole, bastarono al bambino, che tornò a casa di corsa.

Itachi aspettò di vederlo scomparire, prima di girarsi lentamente verso l'ombra che li aveva spiati.
<< Cosa vuoi, Raira? >> sputò gelido, alquanto infastidito.
La ragazza uscì allo scoperto, tenendo ugualmente le distanze. L'aria che si respirava, era tutt'altro che pacifica.
<< Seguimi. >> ordinò al corvino, il quale però non si mosse.
Inarcò un sopracciglio davanti alla superbia di Raira, ghignando: << Perché mai dovrei farlo? >>
<< Perché voglio sfidarti, Itachi. >>

 

Il campo, era quello dove si erano allenati prima.
I due ragazzi si posti uno di fronte all'altro, mantenendo la distanza.
Raira dovette ingoiare la saliva che strozzava la sua ansia. Il suo corpo fremeva, finalmente poteva battersi contro quell'acido di Itachi, e dimostrare chi era il migliore.
<< Sto arrivando! >> gli urlò, correndo nella sua direzione. L'Uchiha, fece lo stesso.
Puntarono entrambi sul colpirsi con un destro, ma ambe due non centrarono il colpo, ritrovandosi schiena contro schiena.
Raira provò con un calcio ben assestato, ma Itachi riuscì a bloccarlo.
La ragazzina sapeva che il corpo a corpo non era il suo punto forte, ma voleva lo stesso provarci.
Conseguirono un paio di pugni, nessuno andò a segno, deviati o direttamente parati. Raira provava inutilmente a tenerlo a una certa distanza colpendolo con i ginocchi, ma Itachi sapeva schivarli tutti.
Il corvino saltò in alto, approfittandosene della caduta di Raira, per provare a colpirla con i piedi. Quest'ultima si ritrovò a rotolare a terra per evitarli, finché, trovato il momento giusto, si rialzò, tentando di colpirlo con i pugni.
Era una danza ripetitiva di mosse non centrate, finché Raira non sfilò il kunai, tentando un attacco più incisivo.
Saltò all'indietro per aumentare le distanze, e poi mirò con il kunai. Itachi sentì il riflesso di girarsi per schivarlo, ma la lama lo colpì lo stesso sulla guancia.
Vide gocce di sangue schizzare, allora voleva fare veramente sul serio. Chiuse per un secondo gli occhi, per poi riaprili impregnati dal potere dello Sharingan. Così poteva prevedere i movimenti di Raira. Inoltre, aveva acquistato maggiore velocità.
Con un destro colpi in pieno volto la ragazza, facendola rotolare.
La castana si morse il labbro, nuovamente quegli occhi. Avevano il colore del sangue e la freddezza del ghiaccio. Ne aveva abbastanza. Frenò in posizione quadrupede, giusto in tempo per vedere Itachi sfilare a sua volta un kunai e raggiungerla.
Raira fece lo stesso, parando i numerosi colpi che vennero a seguire. Nuovamente, si trovarono impegnati nell'eseguire mosse ripetitive.
Itachi prese il controllo della situazione, alquanto stanco.
<< È giunto il momento di farla finita. >> le sputò in faccia, liberandosi del kunai e bloccandole i polsi. Strinse forte, in modo che anche lei abbandonasse l'arma.
Approfittò del momento di stupore di Raira, per colpirla con un calcio al mento.
Nuovamente, la ragazzina si trovò a rotolare. Questa volta, però, il colpo era stato più forte e sentiva la testa scoppiarle.
Si massaggiò le tempie, rendendosi conto della stranezza della situazione. Itachi ancora non aveva passato a un secondo attacco.
Strabuzzò gli occhi, capendo quello che stava facendo l'Uchiha. Stava componendo delle forme con le mani, sigilli. Cavallo, tigre, pecora, scimmia, cinghiale, cavallo e tigre.
Il corvino portò due dita alla bocca, per poi soffiarci dentro. Non fu normale aria, quella ad uscire, però. Raira tremò, paralizzata davanti alla sfera incandescente che la stava puntando.
<< Tecnica della palla di fuoco suprema! >> urlò l'Uchiha. Non si chiese neanche se era stata un mossa avventata. Lo fece e basta, per chiudere la bocca a quell'impertinente.

Quando il fumo svanì, lasciò libera la vista a una fossa, creata dal fuoco. Di Raira, nessuna traccia.
Il suo sharingan, suggerì a Itachi di voltarsi verso l'albero più vicino.
Sul ramo più basso, Naghe stringeva Raira tra le sue braccia, e gli dedicava uno degli sguardi più tenebrosi.
<< Itachi, seriamente l'hai fatto? >>
La sua domanda, era più che retorica. Aveva potuto benissimo vedere da solo la palla di fuoco indirizzarsi verso la ragazza, che in quel momento tremava.
Era una fortuna, il fatto che fosse riuscito a intervenire in tempo e portarla al sicuro.
Itachi, senza rispondere, disattivò lo sharingan.
<< Che fine ha fatto lo spirito di squadra di questa mattina? >> chiese nuovamente, senza avere risposta. Itachi se ne andò, senza far capire che i suoi, erano segni di rimorso.

Naghe sospirò. Non pensava fosse così difficile avere degli allievi. Oltre alle arti magiche, doveva insegnarli anche a crescere.
Scese dall'albero con una salto felino, poggiando Raira a terra.
<< Ovviamente, anche a te ho qualcosa da dire. >>
La ragazza, però, non sentiva nessuna ragione per cui dovesse essere rimproverata, anzi, l'intervento del maestro l'aveva alterata.
<< Non c'era bisogno che t'intromettessi! >> gli sputò in faccia con acidità.
Il jonin la squadrò, per capire se facesse sul serio. Gli occhi neri come la pece, trasmettevano sicurezza, ma lui aveva avuto la prova che in realtà Raira vacillasse più di quanto volesse ammettere. Tremava dalla paura, momenti prima, e adesso aveva la spavalderia di dire che non c'era bisogno del suo aiuto.
<< Itachi non ha impiegato tanto chakra in quella tecnica, per cui il calore non era tale da ucciderti. Ma di sicuro, avresti riportato ustioni gravi. Il tuo non è coraggio, è stupidità. >>
<< Ma cosa ne vuoi sapere tu? Non mi conosci affatto e sei qui a criticarmi! Beh, sa che le dico, io… >> urlò Raira, scossa dalla rabbia. Non sapeva neanche come continuare la frase, era cosciente che quella detta dal sensei non era altro che la verità, ma non voleva ammetterlo.
E questo non sfuggì agli occhi attenti di Naghe, che soffocò un sospiro di rassegnazione. << La vera forza sta nel proteggere i compagni, non nell'ucciderli. >>
La guance di Raira si tinsero di un lieve rosso, vergognandosi delle proprie azioni. Spostò lo sguardo di lato, non volendo far trapelare le emozioni, che purtroppo erano già state catturate da Naghe.
<< È che tutti, parlate sempre di questo grandioso clan Uchiha, io non ne posso più. Lui si dà tutte quelle arie soltanto per il clan, non si è mai realmente impegnato! >>
Il jonin appoggiò una mano sulla spalla dell'allieva. Capiva benissimo qual era il suo punto di vista, ma era il momento che si accorgesse dell'esistenza di altre prospettive.
<< Affidare tutto al nome del clan, hai ragione tu, è sbagliato. Ma anche te fai parte di un famosissimo clan, che supera quello degli Uchiha. Probabilmente non ne vuoi sapere nulla, ma anche loro avevano le proprie tecniche segrete. Quel potere, scorre nelle tue vene e non puoi ignorarlo. >>
Con due dita, diete un colpetto al cuore di Raira. Il rumore equivaleva allo stupore della castana.


 


Spazio autrice:
Il primo capitolo non ha avuto successo, ma tento lo stesso con il secondo.
Nel frattempo, però, ho pubblicato anche una seconda fanfiction su TenTen e Neji.
Non so se sarò in grado di portare avanti due storie, per cui ho deciso di dare la priorità a quella che piacerà di più.
Spero che questo capitolo, possa avervi incuriosito un po' di più rispetto a quello prima.
I rapporti fra i nostri protagonisti si fanno già più focosi, e Raira porta rancore verso il clan Uchiha.
Però, nelle sue vene scorre il sangue dei Ku, che a loro volta possiedono un grandissimo potere.
La nostra ragazza (bambina) vorrà approfondire la questione? O lascerà perdere?

Ah, chiarisco subito che Raira e Itachi, più o meno verso il quinto capitolo, non avranno più otto anni, ma dieci.
Già già, il tempo scorre in fretta, anche perché sennò questa storia non finirà mai, visto che bisogna arrivare ai tredici anni di Itachi e lo sterminio del clan.

Baci~
   
 
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