Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: mischiri    28/12/2015    2 recensioni
Ciao a tutti! Eccomi qua con la mia prima storia su Versailles no
Bara! Dopo essermi ampiamente dedicata a Xena, ho deciso di
mettere a frutto un'idea particolare anche in questo caso!
Nessuno di noi fan ha mai apprezzato la morte di Oscar e così
mi sono chiesta: cosa sarebbe accaduto se Oscar fosse
sopravvissuta e avesse combattuto in prima linea con i ribelli? E
soprattutto come avrebbe gestito un sentimento che mai prima
di allora aveva provato? Riuscirà a voltare pagina? L'unico
modo che avete per scoprilrlo è LEGGERE! hahaha ovviamente
ogni commento o critica sarà accettata con piacere! Buona
lettura a tutti e mi raccomando recensite!!!
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo III Risveglio

Ciao a tutti ragazzi!! Spero abbiate trascorso un buon Natale :3 Rieccomi qui con il terzo capitolo :3 Il quarto è già completato, ma aspetterò di aver scritto una parte del quinto prima di inserirlo :3 No, non sono crudele, lo faccio per gestire al meglio i tempi u.u Non vi dico nulla su questo capitolo, anche perchè credo che il titolo sia piuttosto esplicativo :3 Mi limito a rinnovare l'avviso che ho inserito nel capitolo precedente: non rispetterò sempre le cause, i protagonisti e gli esiti degli eventi storici o di quello che succede nel manga/anime; a seconda delle occasioni, dunque, potrete trovare situazioni che ho adattato alle mie idee :3 Ringrazio tutti coloro che hanno letto e hanno recensito il secondo capitolo, spero farete ugualmente con questo! Buona lettura a tutti e un Felice Anno Nuovo!!

La mattina del 14 luglio 1789, come ogni giornata, la Bastiglia aveva salutato Parigi, ricoprendo la parte orientale della città con la propria ombra, inconsapevole di quello che sarebbe accaduto di lì a poche ore.

La fortezza, eretta nel lontano 1367 su richiesta del re Carlo V per rappresentare la sempiterna potenza della monarchia, si stagliava maestosa sulla capitale francese come un vulcano in attesa di esplodere; chiunque la osservasse non poteva fare a meno di provare una sorta di timore reverenziale di fronte alle sue otto torri, rese inaccessibili dal profondo fossato e presidiate, un tempo, da numerosissime guardie.

Con il trascorrere degli anni, tuttavia, la struttura aveva perso progressivamente la sua importanza pratica e in quel periodo era arrivata ad ospitare solo sette prigionieri e trentadue guardie svizzere addestrate per l'occasione.

Oscar aveva appreso quella notizia con sollievo, sebbene la posizione e le caratteristiche della prigione la preoccupassero non poco.

Chiunque avesse anche una minima esperienza militare, avrebbe capito che espugnare la Bastiglia non sarebbe stata assolutamente un'impresa facile né dall'esito scontato. Per questo il biondo comandante aveva trascorso gran parte della giornata a studiare mappe su mappe e a discutere con chiunque potesse consigliarla al meglio circa la strategia da attuare. Alla fine tutti sembrarono trovarsi d'accordo su una cosa: il punto di forza della Bastiglia, il ponte levatoio, rappresentava anche il suo tallone d'achille.

"È l'unico modo per entrare ed è l'unico modo per uscire.." la voce tranquilla di Oscar si erse senza difficoltà nel silenzio del vicolo nel quale, lei, Alain e gli altri ragazzi, seduti sui cannoni appena trafugati, si godevano qualche minuto di riposo a seguito del fortunato assalto all'hotel de l'invalides.

"Non abbiamo altra possibilità che bombardarli con i cannoni, finché non li costringeremo a capitolare.. Ci disporremo in modo tale da non renderci troppo visibili e colpiremo al tramonto, così da usare l'imbrunire a nostro vantaggio.. Se riusciremo nel nostro intento e non sprecheremo colpi, per non morire come topi in trappola non avranno altra scelta che abbassare il ponte e..."

"E quando lo faranno, li distruggeremo!" esclamò alain sollevando il braccio e suscitando applausi e ovazioni.


Oscar emise un sospiro, il pugno destro stretto intorno alla collanina di rosalie e lo sguardo fiero. Davanti a lei i suoi giovani commilitoni sfilavano in silenzio, nonostante il pesante carico dei cannoni, seguiti da uomini e donne di tutte le età, armati di fucili e pistole. L'esercito rivoluzionario avanzava coraggiosamente verso il proprio destino sanguinoso, la testa alta e i visi alteri.

Il comandante provò un moto di orgoglio per quei cittadini, pronti a sacrificare la propria vita per quello in cui credevano e per la prima volta sentì sulle spalle il peso di una responsabilità più grande di lei: non era come comandare le guardie reali, non era come proteggere i sovrani, era qualcosa di più, qualcosa di viscerale, che la colpiva nel profondo del cuore. Sapeva che quegli uomini e quelle donne non si sarebbero mai arresi, sapeva che avrebbero lottato finché avrebbero avuto fiato in corpo, sapeva che, seppur diversi gli uni dagli altri per carattere e cultura, erano uguali ed erano come lei: erano francesi e quel giorno non c'era altro che contasse..

Attese che anche l'ultimo uomo fosse passato, prima di slacciarsi il mantello e depositarlo su una cassa rotta al suo fianco, indossando poi la collanina di rosalie: la sensazione del metallo freddo contro la propria pelle calda la fece rabbrividire per un istante e sorridere inconsciamente al ricordo della fanciulla che aveva appena salutato e che l'aspettava, in trepidante attesa, nel rifugio poco lontano.

Farò di tutto per tornare, Rosalie, te lo prometto..” sussurrò Oscar, voltandosi per un attimo dietro di lei, per poi puntare lo sguardo verso gli uomini che la attendevano nella piazza. Il comandante si diresse in fretta nella loro direzione e, posizionatosi di fronte a loro, aprì le braccia, guardandoli negli occhi.

Quest'oggi noi combattiamo per la libertà.. Non abbiamo paura della morte, della sofferenza o della prigionia... Quest'oggi combattiamo per poter tornare a vivere, a sorridere, a mangiare e ad amare.. Quest'oggi combattiamo perché siamo uomini e donne liberi, perché abbiamo il diritto di vivere come crediamo giusto.. Quest'oggi combattiamo perché siamo francesi e nessuno, nessuno mai ci piegherà contro il nostro volere!”

Un coro di grida e di applausi seguì le sue parole e, sulla scia del vento serale, si sollevò, disperdendosi tra i vicoli della città.

Oscar si voltò, estraendo la spada e puntandola contro il torrione principale della fortezza. Un colpo di fucile fu sparato in lontananza e tutti compresero che la Bastiglia, chiamata alle armi, accettava la sfida, pronta a scacciare i nemici invasori.

Attaccate i torrioni, colpite le feritoie, senza paura né rimorso!” gridò Oscar, abbassando il braccio libero e piantando i piedi a terra.

I cannoni rivoluzionari risposero al suo grido con un altro attento potente, riversando i propri colpi contro le secolari pietre, che cadevano, come fuscelli al vento, facendo crollare stanze e celle.

Oscar si spostava continuamente, osservando con occhio esperto la traiettoria dei cannoni, incitando chiunque tremasse e nascondendosi non appena il suono dei fucili annunciava la risposta nemica. I primi rivoluzionari caddero e con la loro morte crebbe la rabbia della ribellione. Quegli uomini erano caduti per far vivere gli altri, erano degli eroi e in quanto tali la loro morte non avrebbe dovuto essere vana.

Alain! Punta alla torre est! Punta alla torre est!!” esclamò Oscar, correndo verso il giovane e puntando la spada verso l'obiettivo “Dobbiamo abbatterla ad ogni costo!”

Il soldato annuì, facendo forza con le braccia muscolose e spostando la bocca del cannone nella direzione indicatagli. Sparò e la torre, colpita al cuore, si contorse su se stessa, crollando e trascinando con sé buona parte delle mura orientali.

I rivoluzionari gridarono, altri agitarono le braccia di fronte alla prova della loro forza, ripetendo le loro esclamazioni ad ogni torre caduta.

La strategia di Oscar sembrava funzionare senza intoppi e i colpi di fucile e di cannone delle guardie carcerarie, disorientate dal fumo, dall'imbrunire e dalle posizioni irregolari che il comandate ribelle aveva predisposto, erano poco efficaci.

Le forze francesi sembravano inarrestabili e la Bastiglia, incredula, osservava la sua disfatta avvicinarsi.

Ne manca solo una!! Ne manca solo una!!” esclamarono i ribelli, quando anche la settima torre crollò su se stessa, vomitando fiamme e urla di corpi morenti.

Oscar si concesse un attimo di riposo, mentre il suo cervello lavorava febbrilmente: mancava così poco alla vittoria che quasi stentava a crederci.

Puntate tutti i cannoni sull'ultima torre!!” gridò, posizionandosi in fretta di fronte alla linea più avanzata dei cannoni, la spada che, luminosa nonostante l'oscurità impellente, si ergeva sulla bionda nuca.

Ci fu un attimo di inspiegabile immobilità, durante il quale Oscar, quasi attratta dalla luna appena visibile, spostò lo sguardo, puntandolo contro l'astro nascente.

Quell'attimo fu fatale.

Con le ultime forze disponibili, i soldati della Bastiglia, consapevoli della loro imminente disfatta, spararono in direzione del capitano ribelle.

Oscar si piegò su se stessa, un dolore fitto e tremendo al petto e alla spalla e cadde all'indietro, depositandosi a terra come una farfalla su di un fiore.

Poco prima, rifugio

Rosalie camminava avanti e indietro da diverso tempo ormai, incurante del fatto che presto o tardi avrebbe potuto creare un solco nel pavimento ligneo.

Da quando Oscar se n'era andata, non era stata in grado di concentrarsi su nient'altro che non fosse la sua sorte.

Reazione comprensibilissima la sua, considerando che era in gioco la vita di numerosissimi ribelli, se, ovviamente, a scaturirla non fosse tanto il terrore della disfatta, quanto la paura della morte del suo amore.

Fortunatamente Bernard non c'era; nonostante il programmato assalto al quale avrebbe voluto partecipare, infatti, era stato chiamato da Robespierre per decidere cosa sarebbe accaduto qualora l'attacco, come molti purtroppo prevedevano, non sarebbe andato a buon fine.

Rosalie l'aveva salutato in fretta con un fugace bacio sulla guancia e con la promessa di non muoversi dal rifugio per nessuna ragione al mondo.

La ragazza, suo malgrado, stava facendo tutto il possibile per tenere fede alla parola data, ma i minuti trascorrevano e lei diventava sempre più inquieta.

Non si erano ancora uditi i colpi dei cannoni, né gli spari dei fucili: perchè l'assalto non era ancora cominciato? Forse i ribelli avevano cambiato idea..? Forse Oscar si era resa conto dell'impossibilità del loro progetto?
Per quanto Rosalie volesse con tutta se stessa credere a quella possibilità, in cuor suo sapeva che Oscar non si sarebbe mai tirata indietro, per quanto difficile e impossibile fosse la vittoria.

Non era questo, del resto, uno dei motivi per cui tutti la stimavano e la amavano?

Era un'amazzone, un leone fiero e indomito, che niente e nessuno poteva piegare.

Il piccolo orologio polveroso battè le ore e nel silenzio della casa, che pure era ingombra di persone, Rosalie tremò. Troppo era trascorso dalla sua separazione con Oscar, o almeno così le sembrava, e nulla ancora era accaduto.

Ma perché non attaccano..? Cosa succede..?” mormorò una donna poco distante, concretizzando i dubbi della giovane.

Rosalie le lanciò uno sguardo confuso e si morse il labbro. Non poteva restare in quella casa ancora lungo, no, doveva andare da lei, doveva andare da Oscar...

Sorda ai richiami dei presenti, quindi, inforcò la porta e corse lungo il selciato rovinato in direzione del vicolo nel quale i ribelli avevano depositato i cannoni. Giunta lì, però, con sua enorme sorpresa scoprì che non c'era più nessuno e che i cannoni, a giudicare dalle orme che avevano lasciato nel terreno fangoso, erano stati spostati nella piazza. Si portò le mani alle labbra e a perdifiato corse ancora, incurante del pericolo e per poco non rischiò di inciampare nella scatola sulla quale, abbandonato, giaceva il mantello di Oscar. La giovane spalancò gli occhi alla vista del tessuto scuro e lo afferrò tra le dita, stringendolo al petto per poter sentire il profumo dell'altra. In quell'esatto momento i cannoni rivoluzionari spararono e Rosalie, posizionatasi alla fine del vicolo, sollevò lo sguardo.

Vide Oscar correre a perdifiato, vide le torri cadere, i ribelli morire e gridare: ad ogni colpo i suoi occhi guizzavano da una parte all'altra, il cuore le si stringeva in una morsa d'acciaio e i polmoni si bloccavano, riprendendo a funzionare non appena l'esile figura del biondo comandante ricompariva attraverso il fumo e la polvere.

Stavano combattendo da tanto ormai e nonostante la strenua resistenza della fortezza i francesi continuavano a lottare, instancabili, urlando della loro libertà e del loro coraggio.

Oscar.. sei straordinaria..” pensava Rosalie, osservando con occhi famelici ogni gesto della donna soldato “E' solo grazie a te se oggi vinceremo.. Tu.. Tu ci hai dato la forza di combattere, tu.. Tu ci stai conducendo alla vittoria.. Tu..”

Ma i suoi pensieri furono bruscamente interrotti da un innaturale silenzio, quello stesso silenzio che aveva stupito anche Oscar e l'aveva portata ad osservare la luna. Rosalie, come tutti, rimase immobile, lo sguardo fisso davanti a sé, finché

Bang

Bang

Due colpi di fucile sferzarono l'aria.

Rosalie allungò il collo, gli occhi socchiusi per lo sforzo di distinguere le figure nonostante la foschia e si sentì morire non appena vide Oscar piegarsi su se stessa e cadere all'indietro.

OSCAR!!!!” gridò disperata, le mani premute contro le labbra spalancate dal terrore.

I soldati francesi ulularono di rabbia e la folla sembrò contorcersi su se stessa, mentre i commilitoni di Oscar si stringevano intorno al corpo del loro comandante, agitando le braccia e gridando parole incomprensibili.

Era tutto finito, dunque..?

Rosalie scosse la testa, nascondendo il viso nei palmi, incapace di provare altro sentimento che non fossero angoscia e dolore.

Oscar.. Oscar..” si ripeteva imperterrita, quasi come se il nome dell'altra fosse una roccia a cui aggrapparsi e lei un naufrago disperso tra le onde.

Rosalie!! Rosalie!! Rosalie!!” sollevò di scatto la nuca non appena si sentì chiamare.

Oscar?” disse stupidamente, aspettandosi di vedere l'altra sorriderle e correre verso di lei attraverso il fumo.

Rosalie!! Rosalie!! E' ferita, aiutami!” la voce di Alain, insolitamente acuta, la riportò bruscamente alla realtà.

Non è morta.. Non è morta!” pensò la ragazza sollevata e per un lungo momento il dolore acuto che provava nel cuore si attenuò, sostituito da una flebile speranza:

speranza che, però, svanì come un fuoco fatuo non appena il giovane le si affiancò.

Il corpo di Oscar sembrava quasi sparire tra le braccia muscolose di Alain. La donna boccheggiava, nell'estremo tentativo di recuperare quanta più aria possibile, mentre il sangue sgorgava a fiotti dalla spalla e dal petto, sporcandole la divisa e i pantaloni.

Oscar..” ripetè Rosalie trasognata, mentre le gambe minacciavano di cederle.

Fu Alain a prendere il controllo della situazione, scuotendole la spalla con la mano libera e costringendola a guardarlo

Dobbiamo portarla al rifugio, non abbiamo un istante da perdere!”

Rosalie non se lo fece ripetere due volte e come un fulmine ripercorse il vicolo e la strada silenziosa.

Alain.. Alain mettimi giù, sono stanca, sono tanto stanca..”

Rosalie dovette fare ricorso al tutto il suo autocontrollo per non voltarsi indietro: quella voce flebile, roca e fragile non poteva essere la voce della sua Oscar!

State tranquilla, comandante.. Siamo quasi arrivati, non arrendetevi..”

mormorò il soldato, affrettando il passo ed aprendo la porta dell'edificio malandato con un calcio.

Un medico, per carità, un medico! Il comandante Oscar è ferito!!” gridò Rosalie richiudendosi la porta alle spalle.

Uno scalpiccio di piedi annunciò l'arrivo di due uomini, uno più robusto e uno magrissimo, il volto pallido e teso

Il comandante Oscar? Presto, venite di qua!” esclamarono all'unisono, indicando il tavolo di legno posto al centro della stanza adiacente.

Respira ancora...”

Sta perdendo molto sangue, ci servono gli strumenti chirurgici!”

Cosa fai lì, Rosalie...? Vieni qui subito, abbiamo bisogno del tuo aiuto!”

La ragazza, che si era appoggiata al muro per evitare che le gambe le cedessero , trasalì, mentre le lacrime le pungevano le palpebre.

Io.. Io..” balbettò spaventata, gli occhi fissi sul profilo incosciente di Oscar.

Devi reagire, Rosalie! Non farti piegare dalla paura!”

Alain si era posizionato di fronte a lei e aveva cominciato a scuoterle con forza le spalle “Oscar ha bisogno di te, non lo capisci?”

Lei.. ha bisogno di me...?”

Ha bisogno di te ora più che mai, la affido a te..”

Affidarla a me..? E tu..? Tu cosa farai..?”

Alain strinse gli occhi, mordendo con forza la pagliuzza che teneva sempre stretta tra le labbra

Io gliela farò pagare a quei bastardi.. Manca solo una torre ormai e poi la Bastiglia sarà nostra.. Mi hanno portato via Andrè, non faranno lo stesso con Oscar!”

Rosalie!! Presto!!” la voce dei dottori si era fatta più insistente e acuta

Va ora.. Ci vediamo più tardi..” disse Alain, abbracciandola fugacemente, prima di inforcare la porta e correre via, diretto verso la battaglia.

Strade di Parigi, circa un mese dopo

Una figura incappucciata camminava spedita tra le strade silenziose, un sacchetto in una mano e un pugnale nell'altra, lo sguardo circospetto e le orecchie tese ad ogni rumore. Dopo la presa della Bastiglia Parigi era diventata ancora più pericolosa per i suoi cittadini, che temevano ritorsioni inaspettate da parte dei militari stanziati in ogni angolo della città e tutti, volenti o nolenti, si erano adeguati a quella situazione: le donne, gli anziani, perfino i bambini avevano imparato a difendersi, a diffidare dagli estranei. I francesi, un tempo giovali e allegri, si erano trasformati in un popolo chiuso e diffidente, che arrancava giorno dopo giorno, inseguendo la speranza, mai abbandonata, di un futuro migliore per tutti.

L'ombra attraversò altri due vicoli prima di fermarsi di fronte ad una porta di legno scuro, alla quale bussò in modo da comporre una strana melodia, sospirando sollevata quando una voce gentile la invitò ad entrare.

Rosalie! Eccoti finalmente! Stavo cominciando a preoccuparmi!” esclamò Alain, mentre il viso angelico della fanciulla compariva da sotto il cappuccio.

Lo so, Alain, ma sono stata trattenuta.. E' diventato impossibile trovare da mangiare..” spiegò la ragazza, sorridendo per la frenesia con cui il giovane aveva preso il sacchetto che ella teneva in mano.

Un fischio di approvazione riempì il silenzio della stanza silenziosa e illuminata da poche candele.

Pane e formaggio?? Ma così mi vizi!!” commentò Alain, ignorando volutamente lo strato di muffa che ricopriva il formaggio e la durezza del pane.

Rosalie scosse la testa divertita, sistemando con cura il mantello intorno al braccio “Bernard..?”

Non è ancora tornato.. Evidentemente la riunione è durata più del previsto..” rispose Alain con la bocca piena, la barba ormai cresciuta e incolta ricca di briciole.

Capisco.. E lei, invece..? Come sta?”

Lo sguardo di Alain si addolcì “Lei sta come sempre.. Sono andata a controllarla giusto pochi minuti fa..”

Rosalie annuì con un sospiro, incamminandosi verso le scale alla sua destra con passo pesante. Quanto tempo era trascorso e quanto poco era cambiato..?

Giunta alla porta in fondo alla corridoio, si morse il labbro e la aprì senza fare rumore, rivelando un ambiente spoglio,illuminato da un mozzicone di candela.

Ciao Oscar..” sussurrò, rivolta alla donna che, incosciente, era sdraiata sul letto posto al centro della stanza.

La giovane si sedette accanto a lei, stringendole forte una mano tra le sue, le lacrime che lente, scorrevano lungo le guance.

Oggi sono stata più fortunata del previsto, lo sai..? Ho trovato da mangiare per tutti e ho portato ad Alain la sua cena preferita..”

La sua voce dolce riempiva la camera, accompagnata dai lievi respiri del comandante addormentato.

Rosalie allungò il braccio libero, sistemandole una ciocca bionda dietro l'orecchio e accarezzandole piano una guancia.

Perchè non ti svegli, Oscar..? Cosa ti impedisce di tornare da noi..?” sussurrò, appoggiando la fronte alla spalla dell'altra e socchiudendo gli occhi umidi.


Abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere, non ci rimane altro che pregare..” sentenziò il dottore, asciugandosi la fronte madida di sudore.

Vivrà, dottore, non è vero..?”

Rosalie, ti prego..” l'uomo scosse la testa, ripulendo gli strumenti e risistemandoli in una borsa di cuoio nera.

La fanciulla annuì, le labbra strette per impedire ad altre lacrime di scenderle lungo le guance.

Era l'alba e la Bastiglia era caduta.

I francesi, uniti come mai, erano riusciti nell'intento, penetrando nella fortezza e saccheggiandola delle armi, delle munizioni e dei viveri che essa conteneva.

L'umore di tutti era alle stelle: uomini e donne si riversavano in strada, ubriachi o sobri, cantando e gridando, come se la guerra fosse già vinta e la Rivoluzione terminata.

Lei, invece, non si sentiva francese in quel momento, o meglio, guardava tutto e tutti con un innaturale distacco.

A che pro ridere, festeggiare, cantare e ballare..?

Lei, quella notte, rischiava di perdere tutto ciò per cui valeva la pena vivere.

Quando si risveglierà?” la sua voce risuonò forte quanto un tuono nella stanza silenziosa, nella quale, oltre a lei, erano rimasti solo il medico e il fedele Alain.

Non possiamo saperlo.. Può essere domani, come tra un anno..”

Alain sospirò, stringendo le dita intorno al consunto berretto

Ce la farà Rosalie, vedrai.. Oscar si salverà..”


Era passato un mese da allora.

Un mese durante il quale Rosalie si era presa cura del comandante Oscar come mai aveva fatto in vita sua.

Ogni sera, quando tornava al rifugio, dopo aver sbrigato tutti i compiti che le erano stati assegnati, la fanciulla si sedeva accanto alla donna e le parlava per ore e ore, come se l'altra potesse essere in grado di sentirla e risponderle.

Chiunque conoscesse Rosalie non poteva fare a meno di sospirare nel vedere con quanta devozione la ragazza pettinasse, lavasse e curasse quel corpo immobile e rigido, reso ancor più esile e pallido dalla lunga degenza.

Ogni giorno poteva essere l'ultimo, eppure nulla sembrava scoraggiare Rosalie.

Oscar si risveglierà, ne sono certa..” diceva a tutti coloro che le chiedevano notizie del comandante..

E se qualcuno si mostrava scettico o perplesso, la fanciulla scuoteva la testa, stringeva le labbra e aggiungeva con tono duro “Non conosci Oscar come la conosco io. Lei non si arrenderà mai..”

Se però la sua caparbietà e la sua fedeltà erano fonte di compassione per gli amici, tali sentimenti non facevano che suscitare la malcelata rabbia di Bernard.

Il ragazzo, che si era mostrato comprensivo e gentile quando Rosalie gli aveva comunicato la sua intenzione di tenere Oscar vicina e di curarla quotidianamente, aveva cominciato a mostrarsi sempre più nervoso nell'ultimo periodo. Quasi fosse divenuto consapevole che mai, nemmeno se fosse stato ferito a morte lui stesso, avrebbe ricevuto dalla sua fidanzata quelle attenzioni e quelle premure che la giovane riservava solo al colonnello, era molto cambiato e pochi vedevano in lui il giornalista allegro e comprensivo dei primi giorni della rivoluzione.

Bernard era diventato scortese e scostante e, a partire dalla vittoria del 14 luglio, si era avvicinato sempre di più a Robespierre e a Saint Just, condividendo con loro idee e progetti che, un tempo, lui stesso avrebbe giudicato riprovevoli.

C'era chi diceva che i tre si riunivano ogni notte per discutere circa l'instaurazione di un nuovo regime politico, che li avrebbe posti a capo di tutto, mentre altri giuravano di aver visto Bernard e Saint Just trucidare senza pietà nobili disarmati e guardie ferite.

Così, il fatto che quella stessa sera, il giovane fosse ritornato poco prima dell'alba, senza che nessuno sapesse di preciso dove fosse stato, non fu causa di stupore.

Si può sapere dove sei stato..?” biascicò un traballante Alain, svegliato di soprassalto dall'arrivo di Bernard.

In giro.. Piuttosto, Rosalie è rincasata?”

Certo che è rincasata, credo sia al piano di sopra, deve essersi di nuovo addormentata accanto ad Oscar, perché qui non è venuta a dormire..”

Come volevasi dimostrare..” mormorò Bernard tra i denti, togliendosi nervosamente il cappotto logoro e salendo di malavoglia le scale.

Ogni mattina, o quasi, era costretto a sopportare la vista della propria ragazza stretta al corpo incosciente del comandante.

Quando capitava, si fermava in un angolo della stanza, i pugni stretti lungo i fianchi, incapace di fare altro che non fosse osservare le due donne.

Era dunque vero quello che aveva pensato sin dall'arrivo di Oscar?

Aveva cercato in tutti i modi di allontanare dalla propria mente quei sospetti, quei dubbi, eppure.. eppure essi si ripresentavano ogni momento, più forti di prima.

Cosa avrebbe dovuto fare..? Avrebbe dovuto parlare con Rosalie..? Tante volte, mosso dalla rabbia, parole cattive gli avevano lambito le labbra, ma aveva sempre trovato il modo di ricacciarle indietro, in virtù del sentimento, che nonostante tutto lo univa alla ragazza.

Quella mattina, però, si sentiva particolarmente stanco e ben poco incline ad accettare le solite scuse che gli venivano profilate da Rosalie ogni volta che veniva colta con le mani nel sacco.

Rosalie, è mattina.. Alzati di lì” la sua voce scortese e insolitamente rude, ebbe il potere di far svegliare la giovane di soprassalto.

Bernard! Ma quando sei tornato..? Io..”

Tu non ti sei accorta di niente, come al solito.. Stai sempre chiusa qui dentro, di cosa mai potresti accorgerti?” ribattè il giovane, immobile sulla soglia.

La fanciulla sospirò e a fatica si allontanò da Oscar, i cui lineamenti, illuminati dal sole nascente, le parevano addirittura più belli del solito.

Perdonami, Bernard.. Io.. io sono tornata con la cena per Alain e.. Ero così stanca che..”

Ti prego, non rifilarmi sempre le solite scuse..” la interruppe bruscamente Bernard, avvicinandosi a rapidi passi “Sono stufo di questa situazione.. Tutto questo deve finire, che ti piaccia o no!”

Finire..? Cosa vuol dire finire..?” ripetè Rosalie, spaventata dallo sguardo furioso del fidanzato.

Che io e te ce ne andremo di qua. Alain si occuperà di Oscar e quando non potrà farlo lui ci penserà qualcun altro..”

Quella sentenza fu come una pugnalata al cuore per Rosalie: andare via...? E dove..? E soprattutto.. Quanto lontano..?

Io non voglio andare via..” mormorò la ragazza, distogliendo lo sguardo da quello del fidanzato.

Tu andrai dove ti dico io.. E non farmi essere cattivo, lo sai che non lo sono.. Sei tu che mi hai portato a questo.. Tu e i tuoi comportamenti privi di logica! Non senti quello che mormorano tutti? Pensi davvero che io possa sopportare questa situazione ancora a lungo? Sono lo zimbello dei rivoluzionari che dovrei guidare verso la vittoria!”

Bernard sollevò le braccia, scuotendo la testa, il fiato corto e gli occhi infervorati

Tu non hai idea di cosa sto passando io in questo momento.. Passi le tue giornate qui a vegliare una donna che forse non si sveglierà mai.. Hai mai pensato a quello che provo io..? Hai mai pensato che il tuo comportamento mi faceva soffrire..? Sei la mia fidanzata, eppure preferisci un corpo addormentato a me..”

Bernard..” tentò Rosalie, allungando una mano per toccare la sua

Cerca di capire.. Io..”

Tu cosa?” ripetè il giovane, scostandosi da lei come se si fosse scottato

Rosalie sospirò, mordendosi il labbro inferiore, indecisa su come continuare

Lo vedi..? Non sai cosa dirmi, perché tu stessa sai che ho ragione.. Perchè allora non parli con franchezza una buona volta e mi dici quello che ti passa per la testa?”

Non ho niente da dirti se non che non ti seguirò. Oscar non mi hai mai abbandonato e io non abbandonerò lei, dovesse essere l'ultima cosa che faccio”

Bernard ridacchiò, una risata che non aveva nulla di ilare

Tu sei pazza, capito? Pazza!” esclamò, avvicinandosi di scatto e stringendo con forza i polsi della fidanzata

Cosa fai, Bernard, sei impazzito? Mi fai male!!” si agitò Rosalie spaventata

Il ragazzo ghignò, una luce folle ad animare gli occhi azzurri solitamente così tranquilli.

Io..? Farti male..? E tu invece..? Pensi di farmi del bene? Io ti amo, Rosalie, perché l'hai dimenticato? Cosa ti fa agire in questo modo?? Io non capisco!!”

Ti ho detto di lasciarmi!! Vattene via!!” urlò Rosalie, tentando di divincolarsi dalla presa ferrea dell'uomo.

Ma che succede? Ehi amico, sei impazzito? Lasciala subito!” la voce tonante di Alain, giunto in fretta e furia a causa del trambusto, si impose su quelle degli altri.

Bernard abbassò lo sguardo, lasciando la presa sui polsi della giovane, mentre un profondo senso di colpa lo investiva.

Non si era mai comportato in quel modo in vita sua..

Io.. Mi dispiace..” sussurrò, voltandosi verso la porta e inforcandola di corsa.

Rosalie, stai bene?” domandò Alain, avvicinandosi alla fanciulla.

Rosalie annuì, massaggiandosi i polsi con le dita esili “Sta tranquillo Alain, lui..” cominciò, ma un rumore proveniente dalle sue spalle la costrinse a bloccarsi.

Oscar emise un debole lamento e per la prima volta le sue gambe si mossero impercettibilmente sotto il lenzuolo.

Oscar...” sussurrò Rosalie, precipitandosi al suo fianco, mentre il cuore minacciava di esploderle nel petto.

Lentamente, quasi fossero pesanti come macigni, le palpebre del comandante si aprirono, rivelando il loro azzurro profondo

Ro.. Rosalie.. Rosalie, sei tu..?” mormorò il colonnello e la fanciulla annuì, fiondandosi sulle spalle della donna per potersi abbandonare ad un pianto liberatore.

Comandante.. E' un miracolo!” esclamò Alain, altrettanto commosso e Oscar sorrise, rivolgendo al soldato uno sguardo affettuoso

Che barba lunga che hai Alain, sembri quasi.. un montanaro..”

Il ragazzo ridacchiò, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano callosa

Siamo stati così in pena per voi, comandante.. La nostra Rosalie è rimasta a vegliare su di voi ogni sera..”

Oscar sorrise intenerita, spostando lo sguardo su Rosalie.

Avrebbe voluto sollevare il braccio, accarezzare la guancia dell'altra e asciugarle le lacrime, ma si rese conto di non essere nemmeno in grado di muovere le dita della mano destra. I suoi occhi si spalancarono per la sorpresa e per il terrore. Cosa era successo al suo arto..? Perchè non rispondeva ai suoi comandi..?

Il mio braccio..” sussurrò con voce flebile, mordendosi il labbro a causa del formicolio che aveva cominciato a pizzicarle la pelle della mano rigida.

Alle sue parole, Rosalie sollevò il volto, asciugandosi le lacrime, mentre un sorriso dolce le curvava finalmente le labbra

Non preoccupatevi, monsieur Oscar.. Siete riuscita a sconfiggere la morte, presto riuscirete a muovere di nuovo il braccio, ne sono sicura..”

Oscar annuì, facendosi forza sulla mano sana per mettersi seduta, lo sguardo chiaro rivolto verso la finestra.

La Bastiglia...”

E' caduta, comandante.. L'abbiamo espugnata durante la notte e l'abbiamo saccheggiata..” rispose prontamente Alain, incurvando le labbra in un sorriso orgoglioso

Oscar sospirò, indecisa se essere sollevata o dispiaciuta: da una parte la vittoria avrebbe sicuramente fatto bene all'umore dei ribelli, ma dall'altra avrebbe rappresentato una vera e propria dichiarazione di guerra nei confronti dei sovrani.

Parigi è molto cambiata, non è vero..?”

Alain e Rosalie non risposero, limitandosi a scambiarsi un'occhiata

Voi non dovete pensare a nulla, monsieur Oscar, solo a guarire..” le dita della giovane si strinsero intorno a quelle della donna “Mi prenderò cura di voi, giorno dopo giorno e quando starete di nuovo bene, potrete condurci una volta per tutte alla vittoria, esattamente come avete fatto un mese fa”

Oscar rivolse alla giovane uno sguardo affettuoso: era addirittura trascorso un mese da quando era stata ferita..? Un mese durante il quale Rosalie si era presa cura di lei con fedeltà e devozione? In quel momento sentì un profondo moto di gratitudine e d'affetto nei confronti di quella piccola, coraggiosa ragazza.


Se fossi stato un uomo, ti avrei sposato subito, Rosalie.. Se fossi stato un uomo, quante sofferenze avrei evitato..”


Quel ricordo le attraversò la mente con la velocità di un fulmine.

Possibile che.. Possibile che quella ragazza nutrisse per lei quel sentimento, così simile all'amore, che più volte le aveva dimostrato..?

Sarà meglio avvisare Bernard del fatto che state meglio, comandante..” disse Alain, catalizzando su di lui l'attenzione della donna.

Oscar annuì in silenzio, lo sguardo reso perplesso da quei pensieri improvvisi, che si univano a formare trame inaspettate.

Adesso sdraiatevi, monsieur Oscar e riposate.. Io andrò a prendervi da mangiare in cucina..” continuò Rosalie, facendo una lieve pressione sulla spalla di Oscar affinché si sdraiasse. La donna ubbidì, sistemandosi come meglio poteva nel letto insolitamente morbido. “Tornerò appena possibile, ve lo prometto..” la salutò Rosalie con un sorriso gentile, chiudendo la porta della stanza.

Rimasta sola, Oscar sospirò, gli occhi socchiusi per cercare di calmare il turbinio di pensieri che le invadevano la mente, susseguendosi senza freni o inibizioni.

Fu proprio in quel momento, mentre ancora si domandava cosa la piccola Rosalie nutrisse nei suoi riguardi che si rese conto di una terribile e tremenda verità: da quando si era svegliata, non aveva pensato nemmeno una volta al suo povero Andrè...

  
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