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Autore: WrongHysteria    09/03/2009    2 recensioni
Se ne stava nella sua stanza, Amy, in silenzio. Era come al solito seduta sul davanzale della finestra e scrutava il cielo nero, illuminato solo dalla luna piena. Il vento le scompigliava l'ampia gonna e i lunghi capelli neri e viola, simili a piume di corvo. Era bello guardare il mondo addormentato, a tarda notte. Sapere che era l'unica sveglia, l'unica viva. La faceva sentire normale. Era quello l'unico momento in cui Amy si sentiva davvero felice. Quando era sola. Perché con gli altri doveva sempre nascondere quelle cose che nessuno avrebbe mai visto.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amy stava camminando per strada, senza fare attenzione a dove andava. Dopotutto non ne aveva bisogno: per arrivare a scuola non doveva attraversare spesso. Inoltre, era troppo occupata a osservare affascinata la sua nuova camminata elastica, piena di energia: un po' correva, un po' saltellava. E non era minimamente stanca.
Arrivò a scuola canticchiando, con l'iPod che trasmetteva i Blessthefall a tutto volume. Sedette al suo posto e, di nuovo, fissò il cielo. Improvvisamente sentì tutta la luce del sole come un fastidio, le accecava gli occhi e le bruciava dentro. Si spostò impercettibilmente verso l'ombra, sul lato destro della sua classe, e si sentì subito meglio.
Stranamente non ricordava che materie avrebbe avuto quel giorno, ma non le importava. Sicuramente aveva qualche vecchio quaderno nella borsa: avrebbe preso appunti con quello. Poggiò il mento sulla mano e si guardò intorno: i suoi compagni stavano prendendo posto. Non era ancora l'ora dell'inizio delle lezioni, quindi tutti facevano le cose con calma, ridendo e scherzando. Qualcuno, come lei, ascoltava musica; qualcun altro era attaccato al cellulare, sicuramente a parlare con la propria ragazza; qualcun altro copiava i compiti, a testa china sul libro.
Amy, semplicemente, guardava. Come sempre in silenzio, muovendo appena la testa a ritmo di Times like these, vedeva la gente che andava e veniva e non gliene importava nulla. Guardava con gli occhi, ma con la mente era da un'altra parte. Si era persa nel suo mondo. Un mondo dove le cose stupide e inutili non esistevano: c'erano solo lei e la sua adorata musica.
E quel mondo rimase con lei per tutta la giornata, pulsandole nel cervello per impedirle di pensare.

***

Quel pomeriggio, Amy ricevette una telefonata.
Non se l'aspettava di certo: lei non aveva amici che potessero chiamarla. Era a casa da sola, ma non stava facendo i compiti come suo solito; guardava una fiction alla televisione senza il minimo interesse. Il telefono squillò. Di malavoglia, Amy si alzò dal divano e strisciando i piedi a terra andò al tavolo, dove il cordless giaceva abbandonato su un libro. Lo sollevò e premette il tasto verde. - Pronto?
 - Amy? - la voce era lontana e sconnessa. Ricordava qualcosa di familiare, ma la ragazza non riuscì a capire cosa.
 - Pronto? - ripeté Amy, cercando di capire a chi appartenesse quella voce bassa e grave.
 - Amy? Sono Matt! - disse la voce.
No.
Amy non poteva crederci.
Non poteva essere quel Matt.
 - Matt chi? - chiese, per esserne sicura.
 - Andiamo, Amy, so che sei tu. - la voce non ammetteva repliche, perciò Amy si arrese.
 - Sì. Sono io.
 - Sono tornato.
 - Davvero?
 - Sì.
 - E...?
 - E... vorrei vederti, per lo meno per sapere come sei diventata in sette lunghi anni. - La voce roca e profonda di Matt, con quel tono scherzoso, la fece ridere.
 - D'accordo. Quando?
 - Domani. Al vecchio parco giochi. C'è ancora, vero?
 - Certo... a domani. Alle tre?
 - Alle tre. Ciao.
Amy troncò la telefonata, quasi sbattendo il telefono sul tavolo. "Ups", pensò. "Forse ci ho messo troppa energia".
Non sapeva bene come sentirsi dopo aver parlato con Matt. Era passato tanto, troppo tempo dall'ultima volta che si erano visti. Chissà quant'era cambiato e soprattutto, dopo aver scoperto la vita sociale di Amy, quanto avrebbe voluto frequentarla.
Persa in questi pensieri, Amy spense la televisione per accendere lo stereo: Animal I've become, Three Days Grace.
Alzò il volume e si diresse in cucina, affamata.
"Perché vuole vedermi? Sono passati sette anni. Non abbiamo più nulla in comune. Niente da spartire", pensò Amy, prendendo la scatola di cereali. Quando era sovrappensiero e doveva riflettere, mangiava i cereali. Così, senza latte né altro, pescandoli direttamente dalla confezione.
Per cui prese la sua scatola di cornflakes e tornò in salotto, a sdraiarsi sul solito, vecchio divano. Nonostante tutta l'energia che sentiva, preferiva stare sul divano a riposarsi piuttosto che utilizzarla subito.
Infilò una mano nella scatola dei cereali per prenderne qualcuno. Appena li mise in bocca, però, dovette sputarli: avevano un sapore orrendo.
Forse erano scaduti. Amy controllò sulla confezione, dove c'era la data di scadenza: ma no, mancavano ancora dieci mesi.
Per sicurezza, comunque, li buttò nel cestino, non senza qualche smorfia schifata, prima di tornare al frigo e scegliere qualcos'altro per merenda.
Aprì lo sportello e rimase lì, a farsi osservare dalle uova sul secondo ripiano. Dato che amava fare le cose a caso, decise che avrebbe chiuso gli occhi e scelto così. Si lasciò guidare da un odore particolare, più buono degli altri.
Ed ecco una bistecca fresca. Amy la osservò, indecisa sul da farsi. Non poteva mica mangiarsi una bistecca intera per merenda.
Ma, dopotutto, aveva fame.
Aprì la confezione, prese coltello e forchetta e cominciò a mangiare.

***

Amy, finita la merenda, si alzò per posare il piatto in lavastoviglie. Senza pensarci, andò al lavandino e rovesciò il piatto in senso verticale, per leccare le ultime gocce di sangue. A metà del lavoro si fermò.
Che stava facendo? ...aveva mangiato una bistecca... senza cuocerla?
Eppure era così buona...
Amy sciacquò in fretta il piatto e corse su per le scale, un po' stranita. Sapeva cosa doveva fare: stava tornando a guardarsi allo specchio, a quel vecchio specchio d'argento, mentre la canzone dei Three Days Grace suonava ancora.
E questa volta, lo specchio avrebbe mostrato la verità.

Somebody get me through this nightmare

I can't control myself...

***



Commenti
E anche stavolta mi scuso per il capitolo corto e ringrazio coloro che mi stanno seguendo...
@ JaneDoe: grazie cara => spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
@ Carlos Olivera: grazie per aver letto... pensavo che non ti interessasse più ^^' ad ogni modo... scoprirai presto cos'è in realtà Amy, vedrai =)
@ kikietta182: anche tu tra poco lo scoprirai cos'è Amy, anzi, lo scoprirete tutti xD grazie per aver letto nel frattempo!
@ ladystorm94: wow quanti complimenti...così arrossisco xD grazie mille!
Spero che questo capitolo, seppur breve, vi sia piaciuto... a presto!
   
 
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