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Autore: Caru13    29/12/2015    2 recensioni
Perché mi batte così forte il cuore? Come mai sento questo immenso calore nel mio petto? Eppure dovrei aver freddo, sono uscito di casa come un idiota senza né felpa né giacca, ed ora sono qui sotto la neve alla vigilia di Natale. E allora perché sento questo forte calore che si propaga in tutto me stesso e non mi fa smettere di sorridere? Forse è il pino di Natale alto due metri addobbato e illuminato che mi sta di fronte a darmi felicità, o forse è la ragazza alle mie spalle con le sue parole. D'improvviso spalanco gli occhi, perché un calore ancora più grande di quello che provavo fino a poco fa mi pervade, nel punto in cui una sottile e delicata mano si è posata, sulla mia guancia. La stringo di più al mio volto, mentre il mio sguardo incontra quello della ragazza che ho sempre amato, almeno da quando ho capito cosa vuol dire amare. Non l'avevo mai vista così, sembra davvero imbarazzata, è lì rigida tutta avvolta nel suo cappotto rosa e il suo volto è diventato cremisi quasi come il colore dei suoi capelli. Oh dio, non sarà che anche io sono rosso come lei?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya | Coppie: Sora/Tai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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24 dicembre 
 
Mi massaggio la guancia. Sento ancora il bruciore per lo schiaffo di Sora, e non riesco a fare a meno di rattristarmi. Stringo il cuscino tra le braccia, continuando a pensare a quello che mi ha detto. Non stanno insieme... 
Ero convinto del contrario, non era forse andata da lui per rivelargli i suoi sentimenti?  
Forse sono stupido io e non capisco, so soltanto che stiamo soffrendo e purtroppo non so come rimediare.
I miei pensieri sono scanditi dal ticchettio dell'orologio a forma di uovo sulla mia scrivania, che in qualche modo mi rilassa e mi permette di concentrarmi meglio, ma nonostante questo non trovo ancora una soluzione. 
Mi porto le mani alle tempie massaggiandole.
Cosa provo per Sora?
È questa la domanda che negli ultimi giorni mi sta tormentando. Io e lei siamo sempre stati amici, migliori amici, ed è forse questa forte amicizia che mi sta annebbiando il cervello, 
perché credo... Di amarla. 
Basta. Ho bisogno di risposte e non le troverò di certo standomene sul letto a frignare. Mi alzo e prendo dalla sedia la stessa felpa blu che indossavo il Natale scorso, e dopo essermi vestito esco di casa. Oggi è tutto stranamente silenzioso e triste, non sembra proprio la vigilia di Natale. Gli unici suoni sono quelli di alcuni uccellini che si librano in volo e qualche macchina che passa ogni tanto per la strada. È ormai quasi sera e le ultime luci del tramonto creano un effetto stupendo di colori rossi e arancioni che si mescolano formando un'aurora di luce su tutto il quartiere. Mi appoggio alla ringhiera di ferro con le mani, qual'è la prima cosa che devo fare? Scendo le scale del condominio fino a raggiungere la bici rossa su cui salgo, diretto alla persona che più di tutti può aiutarmi, Matt. Oltre ad essere il mio migliore amico, infatti,  è anche coinvolto in questa faccenda. O almeno credo.
Casa sua non è molto distante, molti di noi abitano nello stesso quartiere, a Odaiba, perciò in pochi minuti sarò lì. Accelero issandomi sul sellino, e dopo aver superato una piccola piazzetta con al centro una fontana arrivo a casa sua. Sono così agitato che non freno neanche, scendendo  al volo dalla bici lasciandola andare a schiantarsi  per terra. Salgo la rampa di scale che mi divide dalla sua porta, dove una volta arrivato busso ansimando. Matt la apre con dei guanti da cucina in mano, e solo ora capisco che avrei dovuto avvisarlo del mio arrivo o  che almeno avrei potuto pensare di poterlo disturbare, ma nonostante ciò mi vede piuttosto sconvolto e così mi fa entrare. Mi fa sedere sul divano in salotto e mi fa cenno di aspettare qualche minuto. In questi pochi istanti mi calmo, e mi rilasso coprendomi il volto con le mani per liberare la mente.
-... Qui al centro città dove numerose famiglie sono accorse per vedere la parata. Tu piccolina, che cosa hai chiesto a babbo Natale?-
Osservo la giornalista alla televisione che si muove tra la moltitudine di persone che c'è in piazza intervistando alcuni bambini. Allora c'è ancora un po' di spirito natalizio. Sento alcuni passi dalla cucina, e così prendo il telecomando dal tavolino di cristallo davanti a me abbassando il volume del televisore  quasi al minimo. Matt entra e mi porge un caffè, prima di buttarsi sul divano davanti sfilandosi i guanti e il grembiule da cucina.
-allora... Buon Natale anche a te, Tai.-
-Buon Natale... E scusa se non ti ho avvisato del mio arrivo, avevo bisogno di parlarti. Ti ho disturbato per caso?-
Dico a denti stretti sorseggiando il caffè.
Lui alza le spalle e finisce in un attimo il suo, stiracchiandosi poi sul divano per la stanchezza.
-no, no, figurati. Devo solo cucinare la cena per mio padre che torna verso le otto dal lavoro, ma ho già messo tutto in forno quindi non ti preoccupare. Più che altro, cosa devi dirmi?-
Mi fermo un attimo prima di partire con il mio racconto, devo fare mente locale e ricordarmi ogni minimo dettaglio. Sprofondo nel divano e guardo fisso un punto nel tavolino di cristallo che rifrange gli ultimi raggi di sole del tramonto. Chiudo per qualche istante gli occhi e scrocchio le dita, e facendomi coraggio rivelo tutto al mio migliore amico. Tutto, dell'uscita con Sora di tre giorni prima, di come si è arrabbiata lei la sera stessa, dello schiaffo, dei miei sentimenti per lei e del Natale scorso. Dopo circa una ventina di minuti in cui ho praticamente blaterato cose sconnesse, finalmente ho finito e mi rendo conto di sembrare davvero un disperato.
-... Quindi, che cosa dovrei fare?-
Matt è rimasto impassibile per tutta la durata della conversazione, ma ora si sta alzando raggiungendo la TV che spegne e poi oltrepassa posizionandosi di fronte alla grande vetrata che dà sulla strada.
Inizio a perdere la pazienza, se ne sta lì alla finestra senza rispondermi, proprio in una questione importante come questa! Sbatto il pugno sul divano, che però viene attutito da esso non dimostrando la mia rabbia.
-allora?-
Ripeto più forte.
-beh Tai, è strano quel che mi dici. Anche perché il Natale scorso Sora non è venuta a darmi nessun regalo.- 
Le sue parole mi colpiscono a tal punto da bloccarmi per qualche istante. Non è possibile, tutte le mie certezze si stanno distruggendo, è come se avessi creato un puzzle con dei pezzi inesistenti.
-com'è possibile? Mi ricordo benissimo di averla spronata a venire da te e rivelarti quello che provava!-
-non so che dirti, quel giorno da me non è venuta. Quanto al perché sia arrabbiata con te ho una teoria.-
Si avvicina a me con le mani in tasca ciondolondo, e si china guardandomi dritto negli occhi, per poi sfoggiare un sorriso malizioso e dirmi:
-hai fatto colpo Tai.-
Spalanco gli occhi. Che diamine sta dicendo?
-pensaci bene, lei ti ha invitato ad entrare per stare con te e magari rivelarti quel che provava, ma tu non hai voluto e così l'hai fatta sentire una stupida, per questo si è arrabbiata. E a confermare questa tesi, ieri quando siamo usciti e lei ti ha tirato uno schiaffo probabilmente lo ha fatto perché supporre che stesse insieme a me l'ha ferita ancora di più facendole credere che di lei non te ne importasse nulla. Il mio ragionamento non fa una piega, non credi anche 
tu?-
Non può essere così, non sono così stupido da non capire tutti questi suoi messaggi. E allora perché il solo pensare che sia vero mi riempie di felicità?
-Sora... Innamorata di me?-
Sussurro a bassa voce, mentre quella testa calda del mio amico mi batte una mano sulla spalla e si butta di nuovo sul divano davanti a me mordicchiando un bastoncino di zucchero che ha estratto dalla tasca. Potrebbe essere vero, tutto avrebbe un senso e i tasselli del puzzle si incastrerebbero alla perfezione... No, non può essere, resta ancora la questione del regalo per Matt. Però, forse... Un lampo di genio mi balena in mente e mi fa alzare di scatto, spaventando anche Matt che per poco non si strozza con il bastoncino.
-hey cosa hai...-
Non ho tempo per stare a sentirlo, devo chiamare velocemente una persona, potrebbe essere già troppo tardi.
Mi sfilo dalla tasca il telefono e controllo l'ora, 7.50. Per fortuna, l'aereo non è ancora partito. Digito in fretta e furia il numero e la chiamo, sperando che sia ancora raggiungibile.
-pronto?-
Meno male, non si è ancora imbarcata per l'America.
-pronto Mimi, sono Tai! Devi farmi un favore enorme!-
-oh, ciao Tai, di cosa hai bisogno?-
-devi dirmi dov'è Sora! Devo parlarle!-
-...-
Passano alcuni istanti, e sembra che lei non voglia aiutarmi. Probabilmente, è ancora riluttante per quello che le ha detto Sora.
-ti prego Mimi... Ho capito tutto, devo andare da lei... Ti prego...-
Passano altri istanti, e inizio a perdere le speranze, quando:
-hai... Hai capito?-
Annuisco d'istinto, pur sapendo che lei non può vedermi, ma questo non sembra importare.
-è al parco dietro casa sua, davanti al grande albero di Natale, ma fai presto, a e mezza se ne andrà e non potrai parlarle... Vai Tai, e sta volta non ti fermare.-
Chiudo il telefono e lo infilo malamente nella tasca dei jeans mentre scavalcando con un salto il divano esco da casa di Matt salutandolo con un "grazie Matt!".
 
Veloce. Devo fare veloce. Per arrivare al parco ci impiegherò almeno mezz'ora, il che significa che arriverò da lei a e venti e avrò poco tempo per cercarla e parlarle. Mi avvicino alla bici che raccolgo da terra e provo a montarci su, ma qualcosa non va. Accidenti, ci mancava anche questa! Quando l'ho lanciata a terra la catena è caduta e si è incastrata, devo sbrigarmi a rimetterla a posto. Non ho tempo di chiedere a Matt della carta, quindi la disincastro a mani nude anche se questo me le fa ungere completamente. Inizio la mia corsa contro il tempo, per arrivare al parco dovrò prima riattraversare la piazza che mi ha condotto qui, raggiungere casa, superare il ponte con il campo e una volta superato anche il centro città girare intorno a casa sua e cercarla nel parco. Un gioco da ragazzi, no?
La prima parte del percorso non è poi così difficile, tutto sembra ancora senza vita, ma è una volta superato il campo che iniziano i problemi. In centro, le strade sono sovraffollate di persone. Mi destreggio come meglio posso cercando di andare sempre alla stessa velocità, anche se sono costretto a frenare per le troppe persone. Vedo uno spiraglio tra la folla e subito mi ci tuffo dentro sperando di cavarmela, ma proprio all'ultimo secondo una vecchietta cicciotta dal vestito sgargiante si para in mezzo alla mia strada.
-si sposti signora!-
Vedo Il terrore dipingersi sul suo volto mentre si stringe la borsetta addosso per proteggersi, come se potesse aiutarla, e anche se per un momento penso che investirla non sarebbe una cattiva idea cerco di cambiare direzione, ma sterzo troppo velocemente e finisco a terra battendo al volo un gomito. Mi rialzo a fatica tastando il braccio. Ahia! Mi sa che è rotto. Andavo talmente veloce che ho fatto un volo assurdo. Ma le mie condizioni non mi preoccupano affatto, a farlo invece sono il tempo, che ormai sta per scadere essendo già le 8.10, e la bici, a cui si è forata una gomma e a cui è di nuovo caduta la catena.
-posso... Posso ancora farcela... Devo farcela!-
Abbandono la bici sulla strada scappando in mezzo alla folla che si è raggruppata intorno a me controllando che stessi bene, ed inizio a correre come un matto per raggiungere il parco. Accidenti. Accidenti! Come ho fatto a non rendermene conto! Quel giorno di un anno fa, lei non era andata da Matt, era venuta da me! Era per me quel regalo! Ed io come un idiota ho pensato fosse per lui! Devo sbrigarmi, devo mettere a posto le cose.
Sono riuscito a superare casa sua, ma inizio a vacillare. Mi fa malissimo il braccio che sto facendo oscillare senza curarmene mentre corro, e anche la milza ha iniziato a dolermi per la troppa corsa. E, come se non bastasse, sono già le 8.30.
Mi servirà un miracolo per trovarla ancora lì. Arranco a fatica, ma finalmente entro nel parco immerso nella notte che nel frattempo ci ha avvolto. Oltrepasso alcuni alberi ansimando, fino a raggiungere la piazzetta principale dove al centro vi è un pino di Natale alto tre metri tutto addobbato e illuminato. Cerco di riprendere fiato e guardo a in ogni direzione cercando Sora, ma di lei non c'è traccia. No, non può essere, possibile che sia arrivato tardi?
Prendo il telefono dalla tasca e controllo ancora una volta l'ora. 8.36.
Cado in ginocchio ancora ansimante, e con il braccio "buono" graffiò il terreno. Io... Ho fallito...
O forse no.
-Tai?-
La sua voce mi riporta alla realtà e mi fa alzare. Mi volto e la vedo, dietro di me seduta su una panchina di legno. Accidenti se è bella.
-Sora...-
Si stringe nelle braccia, sembra molto triste. Se veramente le cose sono come penso, ora lo scoprirò. 
-ok, ok... Forza Tai, coraggio! Lei è qui davanti a te... Sai cosa devi fare...-
Sussurro a me stesso.
-so che non è ancora l'ora, ma non potevo aspettare a darti il mio regalo.-
Mi avvicino di qualche passo a lei, che continua a guardare per terra spostandola un po' con gli stivali.
-... Cosa ti sei fatto al braccio?-
Mi chiede notando che lo sto reggendo con la mano. Alzo le spalle e ammicco, gli uomini non soffrono. Ma a chi voglio darla a bere, in realtà mi fa malissimo.
-senti Tai... Mi... Mi dispiace per ieri, non volevo tirarti uno schiaffo, non so neanche perché l'ho fatto... Io...-
Le poso un dito sulle labbra che rimangono semi aperte, mentre mi stringo di più a lei guardandola dritta negli occhi.
-il mio regalo di Natale... Forza Tai...-
Lei continua a guardarmi incantata, chissà come reagirà a quello che le dirò? Non posso pensarci ora, devo solo... Farlo.
-ti amo Sora.-
Non risponde, ma vedo i suoi occhi riempirsi di gioia. Non so bene costa stia succedendo, so solo che qualcosa tra noi è cambiato. 
Ci stiamo stringendo sempre di più, ho le braccia intorno al suo corpo e siamo così vicini che sento il suo respiro sulla pelle, prima che le nostre labbra si uniscano in un intenso bacio. Chiudo gli occhi e tutto intorno a me sembra girare, sento il cuore a mille e un potentissimo calore che si sprigiona intorno a me, intorno al mio corpo, intorno al suo, mentre con la mano le avvolgo il volto accarezzandole una guancia e i capelli.
Dopo alcuni istanti ancora, uniamo le fronti sospirando. D'improvviso intorno a noi risplendono come non mai i colori delle nostre digipietre, il rosso dell'amore e l'arancio del coraggio. Poi, tornando a guardarmi negli occhi dice:
-ti amo anch'io.-
 
 
Dedicato a tutte quelle persone che soffrono per amore,
Trovate sempre, il coraggio per amare
 
 
Angolo dell'autore
 
Eccoci qua... Finalmente ho pubblicato l'ultimo capitoloXD ok doveva arrivare per Natale, ma purtroppo non sono riuscito a stare dietro coi tempi. Colgo l'occasione per fare gli auguri di Natale in ritardo a tutti voi e quelli di buon anno! Spero che questa mia piccola fic possa esservi piaciuta, ho cercato di impegnarmi al massimo e spero sia uscito qualcosa di bello, io personalmente mi sono divertito a scriverla:) ringrazio tutti voi che l'avete letta e sostenuta, soprattutto coloro che l'hanno recensita e che l'hanno inserita nelle loro storie preferite/ricordate/seguite, per me conta molto. Vi ringrazio ancora e vi saluto, e vi informo che ho riparato il computer e quindi appena potrò pubblicherò il nuovo capitolo della mia long principale, per chiunque di voi la seguisse.
A presto,
Caru13👋🏻😜
   
 
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