Serie TV > Violetta
Segui la storia  |       
Autore: Leonetta99    29/12/2015    2 recensioni
Violetta e Leon. Due nomi e due persone diverse. Due persone che si sono amate fin quando qualcosa in loro é cambiato. Una decisione che porta alla fine della loro storia d'amore, appena incominciata e poco vissuta. Lui, la lascia senza spiegazioni. Il destino, l'unico che non puó sbagliarsi li porterá a rincontrarsi e riconoscersi. Cosa succederà? Riusciranno a sistemare tutto? O si saranno forse dimenticati l'uno dell'altro?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Federico, Francesca, Leon, Violetta
Note: Cross-over | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non so come ho fatto, ma dopo tanti mesi di "non ho voglia" - "Non ho idee” è arrivata la fine anche di questa storia. Non so se sarà come vi aspettate o direte "bella merda" ma è quello che mi è uscito. Grazie per ogni bel messaggio che avete fatto su questa storia. “mi ignori ora?” chiedo quando vedo che non mi guarda nemmeno - “Non ti ignoro, non ho solo nulla da dirti” non ha nulla da dirmi. “Fottiti” urlo perché ho bisogno di sfogarmi su di lei, ho voglia di fargli capire che sono incazzata, stanca e voglio solo abbracciarti e farmi curare ogni ferita dal ragazzo che non ha nulla da dirmi. “Sai come stanno le cose, fai solo del male a te stessa così” - “Non potrei stare peggio di così” . 
 
“Vilu, Vilu, Violetta” mi volto di scatto verso mio padre e gli chiedo cosa succede “Hanno chiamato, tua sorella non è stata tanto bene da quanto mi hanno detto” prendo subito la mia giacca e volo fuori insieme a mio padre ed Angie. “A che stavi pensando prima?” - “Passato” 
 
Corriamo tutti quanti verso la scuola e all'entrata la bidella ci porta nella stanza del pediatra, quella in cui è la mia sorellina. La porta è chiusa quindi mio padre bussa ed entra immediatamente appena sente la risata della piccola “Maria” lei si gira verso di lui un po' preoccupata poi guarda me e si apre in un bellissimo sorriso che ricambio subito facendogli l'occhiolino. Sposto lo sguardo sull'altra figura e il mio cuore sembra perdere l'abilità di battere... Non può essere vero. Dopo sei anni mi ritrovo davanti all'uomo che ho amato con tutta me stessa. Leon. "V-Violetta" sussurra continuando a non spostare lo sguardo dal mio. È lui. Più grande, ma è lui. Sembra ancora più bello, più uomo, più... “Andiamo, ho un appuntamento tra un ora” dico senza alcun colore nella voce - “Conosci la mia sorellina?” la voce della piccola mi riporta su di lei - “Andavamo a scuola insieme” risponde lui semplicemente. “Allora vuoi venire con noi a prendere un gelato? dai dai dai dai” le chiede lei e subito cerco di fulminarla ma non capisce e continua a pregarlo “Ma tu non stavi male?” chiedo io per trovare una via di fuga - “No, Leon mi ha salvato da una classe pestifera... Non mi piace questa scuola preferisco quella vecchia” la sua voce diventa triste e il suo sguardo va dritto alle sue scarpe “Hei bimba, all'inizio sembra difficile ma poi ti piacerà .. te l'ho già detto questo te lo ricordi?” mi avvicino a lei piegandomi per essere alla sua altezza “Sì però non credevo sarebbe stato così” mi abbraccia e io la prendo in braccio cullandola piano piano, so quanto questo la fa calmare “Che ti ho detto anche: la salita è faticosa ma-” lei sorride e finisce la frase - “la vista è fantastica” mi abbraccia di nuovo e io rivolgo l'attenzione a Leon che ci sta fissando con un piccolo sorriso sul volto “Siete due gocce d'acqua” mormora senza smettere di guardarci - “Abbiamo gli stessi occhi, lo dicono in tanti” la piccola risponde ma lui ribatte “Si ma oltre agli occhi siete uguali, arricci il naso come lei” lo guardo negli occhi e una scena mi torna in mente... 
 
“Non andare” sussurro allacciando entrambe le braccia al suo collo stile koala - “Devo, dai Panda staccati” dice ridendo e io lo stringo ancora di più “No, stai con me” - “Guarda che torno, fammi andare che poi gli altri si incazzano” alzo gli occhi al cielo continuando a stare attaccata a lui “Dai bimba, vengo a trovarti stasera” dice dolcemente prima di darmi un bacio sul naso e io lo arriccio senza accorgermene “Sei sleale però” - “Non ho fatto niente” - “Adoro quando arricci il naso” scoppio a ridere e rispondo “Pensa che stai lasciando sola soletta me e il mio adorabile naso” questa volta è lui a scoppiare a ridere, mi lascia un bacio a stampo veloce e dice “Ti amo anche io nasino” il mio cuore si scioglie alle sue parole mentre lui va via lasciandomi con un sorriso da ebete sul volto e un cuore che batte solo per lui. 
 
“Vilu, Vilu ha detto che viene a prendere un gelato con noi” torno al presente rendendomi conto di essermi persa nel passato e ripeto a me stessa le parole della piccolina “L'ha detto lui?” lei abbassa lo sguardo mormorando “Si beh dopo che io ho un po' insistito” - “Un po'?” interviene mio padre - “Da che parte stai papi” se ne esce lei facendo l'arrabbiata il che mi fa ridere parecchio “Non si può dire di no a due occhi da cerbiatta simili” dice invece Leon lanciandomi uno sguardo che vale a dire 'dovresti saperne qualcosa' non so se scappare piangendo o buttarmi tra le sue braccia per ritrovare quella pace, per colmare quel vuoto che ha lasciato e che nessuno è riuscito a riempire. 
 
Leon
 
Come faccio a dire di no a due occhi da cerbiatta simili? Non sono mai riuscito a farlo, come sei anni fa quando avrei fatto di tutto per lei, quando mi mostravo duro e menefreghista ma appena c'era lei nei paraggi perdevo la testa. E lo faccio anche adesso, dopo sei fottutissimi anni che non la vedo, che non la sento, che non la guardo, che lo bacio... Mai mi sarei aspettato di vederla oggi, qui, mai e non sono pronto. Sono solo in bilico tra la voglia di scappare e chiudermi in casa e la voglia di prenderla per la vita, stringerla più forte possibile a me e non lasciarla più andare, mai più. “Bene, io ed Angie ce ne andiamo, il nostro discorso lo faremo più tardi va bene piccoletta?” German parla a Maria e lei annuisce con un sorriso lasciandogli un bacio sulla guancia - “Andiamo?” si gira verso di me e sorride ancora di più e io annuisco senza ribattere, sono caduto nella sua tela ora non posso più uscirne. Lascio il camice nella stanza ed esco seguendo una bambina che saltella e una Violetta molto rigida che non mi guarda negli occhi, non so cosa provi al momento ma non sapevo che fare così ho accettato dicendo a me stesso che era per la piccola quando in realtà sento solo il bisogno di scoprire questa Violetta cresciuta che assomiglia tanto alla mia. “Così sei pediatra” non è una domanda ma una affermazione ed io annuisco - “Mi piace stare con i bambini ho scoperto” si gira verso di me e mi guarda muovendo lentamente il capo “E tu allora sei una psicologa?” la sua espressione si fa sorpresa quindi aggiungo subito “Me l'ha detto tua sorella” si rilassa subito poi dice “Parla tanto quella creatura” rido e aggiungo “Avrà preso dalla sorella maggiore ” per un momento dimentico gli anni, l'incidente e tutto il resto: “Sei felice?” ci pensa su mentre raggiungiamo la piccola piazza - “Lo sono sempre stata Leon, anche se avevo un padre che mi capiva poco all'inizio lo sono sempre stata e lo sono anche ora” mi zittisce con la risposta quindi mi limito a guardare i piccoli sassi che schiaccio infilando le mani in tasca - “Mi prendi il gusto Nutella e fragola?” porto l'attenzione alla piccola e sorrido annuendo dirigendomi con lei verso il gelataio che sorride di fronte a Maria che gli dice i gusti che vuole “Contenta ora?” annuisce leccando il suo gelato e insieme torniamo da Violetta che ci guarda con un velo di tristezza negli occhi 'Che cosa c'è amore mio? Che cosa mi stai chiedendo?' - “Perché non sei tornato? Me lo avevi promesso, te lo ricordi?” mormora senza guardarmi e il mio cuore perde qualche battito - “Ogni volta che chiudo gli occhi me lo ricordo, ma non potevo tornare. Non avevo nessun diritto di tornare sul tuo cammino ad incasinarti la vita” stringe i pugni e si alza in piedi mettendosi di fronte a me mostrandomi due lacrime che scorrono lente sulle sue guance rosse - “Balle, sono balle. Ho sempre amato farmi incasinare la vita da te, e se ti tiravi indietro tu mi ci buttavo io” la sfioro con due dita togliendo una delle lacrime dal suo viso - “Avevo paura, paura di trovare una donna che non era più la ragazzina che mi amava tanto, avevo paura di trovare una donna che aveva trovato qualcun altro da riempire d'amore, avevo paura di non contare più nulla per te” scuote il capo strofinando le sue mani sul suo viso “Non potevi sapere che ci sarebbe stato qualcun altro, non lo potevi immaginare” mi avvicino a lei guardandola fisso negli occhi “Non ho rischiato perché non avrei potuto sopravvivere, posso sopportare tante cose bimba, ma perderti per sempre? No quello no” inizia a piangere senza fermarmi e la avvicinò al mio petto per stringerla a me “Non potrei mai amare qualcun altro, passeranno gli anni ma tu sarai sempre quel qualcosa che mi inseguirà nel presente passato e futuro” sussurra e io sorrido di fronte a quelle parole che ho sognato sentite tante di quelle volte che adesso lo ammetto, una lacrima sta scivolando per la mia guancia e non mi vergogno perché sono dove e con chi ho sempre voluto. 
“Leon, sorellina?” la piccola ci guarda sorridendo curiosa e entrambi ci giriamo verso di lei senza però staccarci “Che c'è?” - “Se tu hai il cuore rotto e tu pure perché non li unite? Magari ne fate uno intero funzionante” lo dice con un espressione che fa capire ad entrambi che quella frase per lei le è sembrata la cosa più intelligente che abbia mai detto. 
 
“Vuoi aggiustarmi il cuore?” le chiedo guardandola negli occhi - “Solo se tu vuoi aggiustare il mio” sussurra e io mi avvicino al suo viso per poggiare le mie labbra sulle sue dopo duemilacentonovanta lunghi giorni. 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Violetta / Vai alla pagina dell'autore: Leonetta99